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[LNS] - Mondo di Sogno


Sabaudian

Messaggio consigliato

Ed ecco che apro questo topic ispirato da quello di Kordian. Non me la sentivo di scrivere nel suo dopo così tanto tempo che la storia è iniziata, così ho pensato di iniziarne un'altra, anche questa aperta a tutti in qualunque momento! (per qualche indicazione sul comportamento da ottenere potete leggere direttamente il primo post del topic che mi ha ispirato... questo)

Se volete postare una descrizione del pg che interpreterete potete farlo qui.

E andiamo a cominciare:

Kev prese un profondo respiro, godendo della brezza leggera e dell'acqua che gli spruzzava il volto. I gabbiani, alti nel cielo, stridevano incessantemente e la nave, la famigerata Cathrine, li precedeva, scivolando sull'acqua al massimo della velocità. Kev era contento di essersi imbarcato con quei pirati, già era conosciuto nel campo, quindi si era risparmiato il lavoro di mozzo ed aveva già il diritto di partecipare agli arrembaggi: avrebbe tratto grande profitto dai viaggi sulla Cathrine col tremendo capitano "Poison" Parker. Aprì gli occhi con calma e guardò a dritta di prua; già si vedeva la loro preda: una grossa nave da carico imperiale. Probabilmente portava qualche cosa d'importante. Probabilmente era zeppa di guardie imperiali pronte a difendere con la vita quel qualcosa d'importante. Sarebbe stato un durissimo combattimento.

Sorrise. "Questa sì che è vita!"

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La figura osservava da un promontorio la costa.

Sciarpe nere coprivano il volto incappucciato, e una corazza di uno strano metallo nerastro proteggeva un corpo solido e alto più di due metri.

La cittadina che si annidava sotto di lei aveva un aspetto vivace e allegro, le strade spazzate dal vento profumato e affollate piazze dove i mercanti vendevano ogni sorta di merce.

Ma la notte...

La notte tutta la città era deserta e i marinai uscivano dalle loro sordide osterie dove "si erano rilassati dopo un lungo viaggio nello sconfinato oceano": dunque si avvicinavano a ragazzine appostate lungo le strade, povere creature che celavano dietro ad un sorriso finto un dolore profondo. E così i sensi acuti della creatura percepivano la notte riempirsi di lamenti, grida e, dopo alcune ore, pianti.

Ma tutto questo doveva finire.

Una serie di strida interruppe i rantoli che la figura emetteva in continuazione: una risata.

Il "giusto governo" dell'imperatore non si interessava di simili fatti, bisognava sopperire a questa mancanza.

Altra cascata di strida, e con uno scatto la figura si lancia dal promontorio.

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Sorvolava ormai da ore l'oceano e si chiedeva se avesse preso la via dell'infermo o di nessundove al di là della terra da cui era partito.

"eheh..ho paura che ci siamo messi in un bel guiaio caro il mio Rufus"

disse stancamente il guerriero che aveva affidato la sua vita ed il suo pesante martello al Drago su compagno di avventure.

Lui ricordava bene la sua storia ed il suo nome.

Non aveva voglia di dormire ed i pensieri non lasciavano luogo ad alcun cenno di sollievo.

Nessun sonno.

Non per lui

Black Vincent figlio del paladino God of Hammers.

Nella notte vide una linea nera che si avvicinava velocemente.

Rufus planò lentamente in basso.

Fino ad urtare violentemente contro quello che sembrò essere finalmente un suolo.

Granuloso nel complesso.

"sabbia..è una spiaggia"

Gli ultimi pensieri di un guerriero esausto che svenne in quella notte.

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La cittadina brulicava impazzita.

Vari equipaggi erano stati decimati e, a detta dei pochi testimoni, erano stati fatti a pezzi da un'ombra che rideva e gorgogliava.

Dov'è andato?! Chiede una guardia ad una ragazza

... D-di là... Singhiozza indicando il tetto di una casa vicina

Andiamo, possiamo ancora prenderlo! L'intera squadra di uomini, armati di torce e corte spade, si inerpica fino a raggiungere il luogo indicato.

...

Con un boato assordante i 5 uomini vengono spinti giù, mentre l'ombra salta via dalla zona illuminata.

La figura camminava sulla spiaggia a passi pesanti, mentre le guardie ancora si affannavano tra i vicoli e i tetti.

... Nota un'ombra molto grande sulla spaggia, a poche decina di metri di distanza.

Non è possibile...

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Solo, disperso, morente.

Da molte ore ormai, galleggiava tra i flutti del mare. La sua barca andò incontro ha una tempesta, che la fece ribaltare. La sua gola riarsa dall'acqua di mare. Faticava a rimanere a galla, trascinato giù dagli artigli d'acciaio del suo guanto sinistro, e dalla Katana che pendeva sul fianco destro. Ormai desiderava solo morire, ma sapeva che questo era troppo poco per eliminare quelli come lui. Infine arrivò a riva, si sdraiò supino, guardando il cielo limpido della notte. Ma venne oscurato da un immensa ombra. Si alzò in ginocchio, per vedere cosa era passato sopra e vide un immensa creatura atterrata, o meglio schiantata, sulla sabbia. Alzatosi in piedi si diresse a passi incerti verso la creatura, arrivandogli vicino e contemplandone la maestosità.

<Un drago> disse prima di lasciarsi su una delle sue ali

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Nonostanete i sensi acuti, aveva notato solo allora il guerriero

Prende ferion per le braccia e lo adagia sulla spiaggia; dopodichè un'orribile cacofonia di suoni produce un incantesimo inaspettato. Il guerriero con la katana sente svanire la stanchezza e le sue ferite si rimarginano

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Il drago esausto si svegliò richiamato dal suono della sua lingua madre e rispose

<Mi porta la sciagura guerriero della notte,ore di viaggio sopra il vasto oceano hanno sfiancato sia me che il mio padrone,ora giace svenuto ed io che gli voglio bene più di chiunque prego lei di portarlo con sè per curarlo,e la pregherei di portare con sè anche quest'altra creatura,che sopraffatta dagli spasmi della fatica si è accasciata e si è lasciata andare su una delle mie ali.Oh,ma vedo che già l'avete aiutato.

Lasci a me i suoi inseguitori cavaliere,e mi dica il suo nome,il mio è Rufus e provengo dalle montagne dell'ovest,dove il mio padrone Black Vincent filgio di God of Hammers ha combattuto la guerra che l'impero ingaggiò per la conquista delle nostre terre,la prego di aiutare almeno il mio padrone,ed io aiuterò voi,cavaliere>

Tutto questo si svolse in poco tempo ed il drago aspettò una risposta del cavaliere che sembrava sorpreso di udire quelle sue parole riecheggianti in quella notte.

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Ferion guardò il drago e si alzò,per inchinarsi davanti al suo muso

<Nobile drago,mi permetta di lenire le sue sofferenze e quelle del suo padrone>.

si portò al suo fianco,evitando di pestargli le ali e si avvicinò al padrone,appoggiò la mano artigliata sulla fronte dell'uomo dai capelli corvini e pronunciò una formula nel linguaggio degli angeli

<Sentatsuidà neunrealta!> l'artiglio si illuminò di bianco,e la luce si diffuse nel corpo dell'uomo.

<Ora dovrebbe riprendersi> disse speranzoso

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Si risvegliò con la sensazione di essersi ripreso grazie alla forza del mattino stesso.

Non capì nei primi attimi come e dove si fosse risvegliato ma ben presto si accorse che qualcuno lo aveva aiutato a risvegliarsi.

Si alzò e disse inchinandosi

<grazie nobile essere,ti sarò riconoscente del fatto di avermi salvato dall'oblio e di avermi aiutato in un momento di difficoltà,vi ringrazio entrambi e,mi presento,il mio nome è Black Vincent figlio di God of Hammers e vengo dalle lontane montagne dell'ovest dove una guerra mi ha portato in questi luoghi per chiedere aiuto da parte di mio padre e del sovraintendente della mia città>

Aspettò qualche istante che il drago si alzasse e vide dietro alle spalle del cavaliere,che stava ora rivlgendosi al guerriero artigliato,un manipolo di guardie

"guardie imperiali"pensò.

<Avete dei problemi da risolvere?vi daremo una mano per quanto possa serivre a gente di animo nobile come il vostro>

e prese il suo pesante martello da guerra che scintillò rosso nella notte inoltrata.

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Alla luce delle torce delle guardie, si vede che la figura ammantata regge un'arma.

E' un oggetto dalla foggia aliena, una spegie di piramide di metallo schiacciata, con una corta impugnatura e una spegie di lunga frusta segmentata attaccata.

Tra lenti nere dalla forma tonda sembrano scrutare i presenti sul lato dell'arma.

Hhhhhhhhh sibilando l'armatura si scaglia sulle guardie e ne taglia in due una con un colpo.

Ogni aiuto è accettato volentieriiiii....

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Ferion sfoderò la katana dall'impugnatura avvolta in un nastro azzurro e quella e gli artigli presero fuoco.con un salto inumano,arrivò al fianco del compagno,e ruggendo ne colpì quattro,che iniziarono a dimenarsi a terra per estinguere le fiamme che li avvolgevano completamente,e ruotando su se stesso,ne tagliò a metà un'altro con gli artigli

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Impugnando il suo pesante martello da guerra si diresse verso le guardie che avanzavano minacciose.

Roteando la sua arma nell'aria provocò un rumore ovattato che si trasformò in un boato nel momento in cui impattava sulle armature avversarie.

Si stupì di quanto riuscisse,dopo innumerevli giorni di battaglia già trascorsi a combattere,ancora a reggere il peso del combattimento.

Impattò il suo martello diverse volte su diversi avversari e cominciò a credere che la magia usata per curarlo funzionasse molto bene,anzi,perfettamente.

"come se avessi riposato per mesi senza combattere o muovermi in alcun modo"

Rufus sembrava spazientito ed innervosito da qualcosa.

Quel qualcosa si palesò ai tre guerrieri sulla spiaggia.

D'un tratto il roboante suono di cannonate provenienti dal mare raggiunse la spiaggia.

<i colpi non sono diretti a noi>

Disse Black guardando la citadella che stava bruciando in brandelli di mura che cedevano sotto il peso di pesanti colpi da parte dell'immensa nave che dal mare giganteggiava.

Sembrava che anche la battaglia,per un attimo,si interrompesse.

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Ferion approfittò della distrazione e conficcò la mano artigliata nel petto di una sventurata guardia e ne tirò fuori il cuore,ricoperto di sangue e infuocato,e lo lanciò in volto ad un'altra,che si ustionò,e prontamente venne decapitato dalla lama fiammeggiante del sacerdote.Poi si fermò aguardare la cittadella che cadeva in pezzi

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Un'altra guardia riesce a strappare alla figura il cappucio.

E subito dopo grida in preda alla follia.

Sotto la stoffa e le sciarpe si trovava una maschera metallica provvista di vari buchi e di una bocca verticale, che strappa la faccia allo sventurato.

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