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Questioni fiscali


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Salve gente,

oggi, sarà per il terzo caffè o perché mi è presa strana la giornata, ho iniziato a vedere bene la questione fiscale riguardante il settore dell'illustrazione/fumetto. Scrivo qui perché se c'è qualcuno che ha esperienza potrebbe essere utile saperne qualcosa e chi invece ancora non ci ha pensato potrebbe farci un pensierino su.

Subito quindi la prima domanda: conviene la partita IVA? un illustratore spesso riceve le royalties e il diritto d'autore non impone la presenza della partita iva. Senza però non si possono scaricare tutti i costi riguardanti il lavoro e quindi riporto la domanda: conviene o no secondo voi avere la partita?

Se si lavora per l'estero come si fa la ritenuta d'acconto? e nel caso si superassero i 5000€ come ci si deve comportare con un committente estero?

Ovviamente chi avesse le risposte o altre domande è ben invitato a partecipare, chiarire questa questione la trovo illuminante un pò per tutti!

ciao!

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Principali partecipanti

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Una soluzione potrebbe essere quella del regime dei minimi. Prova a dargli un'occhiata. Unica avvertenza...non puoi fatturare in entrata/uscita lavori e/o acquisti/vendite con paesi extra UE.

Per la ritenuta d'acconto, dipende dai committenti...se possono fartela.

Altrimenti puoi farti fare un "contratto" a massimale su un tot numero di lavori annuali massimo il cui totale non superi i 5000€. Il problema è che dovrebbe essere UN ente/azienda a fartelo.

Oppure lavori come "privato" e ti fai fare "fattura su codice fiscale", ma dipende se il committente è disposto a farlo. Inoltre se tu esegui un lavoro ad un privato non so se può, ovviamente, farti una fattura ;)

Ti direi di provare a parlare con un commercialista, ma devi trovarne uno che ti ispiri e basarti su quello che ti dice. Se chiedi a 5 commercialisti diversi sono capaci di darti 5 risposte diverse.

Ciao dal nonno

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  • 2 settimane dopo...

Allora da quanto so io tramite la mia commercialista le cose stanno così:

Nel caso di illustrazioni/opere che non abbiano uso commerciale in sé (cioé purché non siano immagini pubblicitarie) non c'è bisogno di fare ritenuta d'acconto configurata come prestazione occasionale ma si fa una ritenuta d'acconto per la cessione del diritto d'autore per opere d'ingegno le quali, per gli illustratori sotto i 35 anni di età, consistono nel 21% calcolato sul 60% dell'imponibile (75% dopo i 35 anni), questo perché si ritiene che per realizzare tali opere si debba comunque sopperire a delle spese. Inoltre per la cessione del diritto d'autore non esiste nessun tetto, a differenza della prestazione occasionale che consente di dichiarare un massimo di 5000 euro per ogni cliente.

Purtroppo questo discorso non si può applicare ad aziende con sede all'estero, perché chiaramente non pagando le tasse in Italia non possono versare le ritenute. L'unico sistema, se si supera un certo limite che non so di preciso quanto sia, è quello della partita IVA. Dal gennaio di quest'anno esiste una partita IVA agevolata al 5% per i giovani sotto i 35 anni che può essere utilizzata per 3 anni (o fino al raggiungimento del limite anagrafico) e non è soggetta a studi di settore, che sono il mio grande terrore. Dopodiché si deve passare alla partita IVA classica che purtroppo non conviene affatto se non si ha un volume di affari di un certo livello e che, ovviamente, è soggetta anche agli studi di settore, per cui si è obbligati a dichiarare un certo introito altrimenti si è soggetti a controlli dell'ano e molto probabilmente a multe o comunque a pagare le tasse come uno che guadagna magari 3 volte il tuo reddito. Potrei aver detto delle boiate, riferisco solo quanto appreso dalla mia commercialista e da altre fonti, ovviamente se qualcuno ne sapesse di più e volesse correggere e/o integrare è più che benvenuto.

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il regime fiscale agevolato con sostituzione di imposta al 5% vale per 5 anni e anche per chi ha superato i 35 anni di età.

http://www.pmi.it/impresa/contabilita-e-fisco/articolo/56131/regime-dei-minimi-guida-alle-nuove-regole-dallagenzia-delle-entrate.html

Attenzione questo vale solo per l'irpef, e per agevolazioni rispetto alla tenuta dei registri (che non ci sono e no si è tenuti ad averli). Come ho già scritto (akeiron, se leggessi.... :-p ) non si può fatturare extraUE né in entrata come acqusiti né in uscita.

L'INPS (Inevitabile furto) é comuqnue dovuta nella misura minima ovvero circa 3000€ l'anno e l'INAIL se la categoria di lavoro lo prevede.

Qindi i vantaggi indubbiamente ci sono ma attenzione a verificare tutte informazioni necesari per verificare che i "minimi" facciano al proprio caso.

ciao dal nonno

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Purtroppo questo discorso non si può applicare ad aziende con sede all'estero, perché chiaramente non pagando le tasse in Italia non possono versare le ritenute. L'unico sistema, se si supera un certo limite che non so di preciso quanto sia, è quello della partita IVA.

Sotto questo limite, invece, sai come si fa? Se si lavora con l'estero solo ogni tanto?

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Chi emette fattura dovrebbe poter fare una fattura a privato su codice fiscale. Normalmente se l'azienda è italiana e il beneficiario della fattura è estero Extra UE non vi è applicazione IVA e si produce fattura con la dicitura: "Operazione fuori campo Iva ai sensi dell'art. 7-ter del DPR 633/72". In teoria dovrebbe esserci il corrispondente sistema dall'estero per l'Italia. Stabilito questo, magari parlando con un consulente del lavoro, c'è da valutare se all'azienda, extraUE o intraUE (che invece l'iva - o suo corrispondente estero - la deve fatturare....ma è da stabilire come si comporta in presenza di fattura a privato) deve fare la comunicazione Intrastat. Insomma, purtroppo, in virtù di differenti legislazioni fiscali e di differenti valori di "IVA", la cosa migliore sarebbe quella di andare da un consulente del lavoro o magari in camera di commercio, prendere appuntamento con un addetto e cercare di chiarirsi le idee, facendosi dare estremi di leggi e almeno fotocopie delle procedure che vengono illustrate ;)

Ciao dal nonno

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