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Twilight: vampiri luminosi


Messaggio consigliato

Senza averlo mai letto.:-p

Io ritengo Guerra e Pace puro pattume ma l'ho letto due volte. :rolleyes:

Al di là della disquisizione (son gusti personali è ovvio) non sempre si legge con il presupposto di fondersi il cervello in qualche cosa di impegnativo. A volte si legge per il puro gusto di leggere qualcosa (HP è un esempio) e di distrarsi dalla quotidianità.

Più che dire "i più giovani non dovrebbero leggere quelle cose" si dovrebbe dire "I giovani dovrebbero leggere ANCHE e NON ESCLUSIVAMENTE quelle cose" anche perchè è paragonabile ad essere un assaggiatore di caffé:

se bevi sempre la ***** in tazza di lavazza non riuscirai mai a capire che esistono miscele magari poco conosciute, ma molto più buone del torrefattore sotto casa...

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Però, Meyer ha detto di non essersi documentata sui vampiri, quindi la sua è stata solo ignoranza.

Se leggi l'inizio della discussione, vedrai che è l'opposto...:rolleyes:

Si è documentata, ma, ripeto, probabilmente ha voluto differenziarsi dal solito clichè trito e ritrito e ha voluto ringiovanire la figura del Vampiro per... vendere, e bene, alle nuove generazioni, che della concezione "classica" se ne fanno un baffo.

E' una colpa?

E' un delitto?

Modificare i canoni classici di creature che in fin dei conti "non" esistono, che gran peccato!!

Francamente questo Topic poteva morire pagine e pagine fà, non riesco a capire il perchè non si parli dei quattro libri o del prossimo film ma si continui a uscire dal seminato, ciao. Enry. :bye:

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Chiariamo: sapere le due cose messe in croce è un conto, informarsi è una cosa diversa.

Per dirne una, Tolkien si informava; era anche il suo campo di specializzazione, certo, ma va detto che Tolkien ha creato un mondo fantastico coi "controcoglioni +5 vorpal" perché dietro c'era tutto un lavoro raramente riscontrabile alla base di altre ambientazioni.

Per fare un esempio più recente, confrontiamo il film Troy con il primo numero di Lilith di Luca Enoch. Stessa ambientazione di fondo (Guerra di Troia), anche se più "storichegginate" (fra le dovute virgolette) in un caso che nell'altro; ma, mentre Troy è un cumulo di troyate, in Enoch si riscontrano pochissimi errori... o meglio: li riscontro io che sto studiando all'università la cultura classica. Perché quanto si sa fuori dall'ambiente accademico che, secondo recenti studi, Achille è stato paradossalmente uno degli eroi aggiunti più tardi al ciclo di Troia?

Ecco, nel fumetto di Enoch ho trovato un errore dopo un anno di lettere classiche, in troy ne avevo trovati una ventina dopo un quarto d'ora di film prima ancora di completare il liceo.

Questa è la differenza fra sapere qualcosa e informarsi.

Perché anche la variazione, per essere valida, deve essere motivata.

Ma oggi va molto più di moda il genere dei "personaggi stupidi". Per renderla in termini di D&D, anziché interpretare come un genio un PG con Intelligenza 18 interpreti come una massa di idioti quelli con Intelligenza sotto il 14. Il che, in ambito narrativo, significa dipingere come dementi ignoranti i personaggi in modo da poter inserire più facilmente i colpi di genio e in modo da far passare due fesserie messe in croce come una grande rivelazione.

E' una cosa che va molto.

Specie nei libri per ragazzi, visto che si è affermata l'idea secondo cui "libro per ragazzini=libro per cretini".

Ora, magari sarò io quello strano, ma a otto anni leggevo Tolkien. A quattordici, Omero. E se non avessi esami da preparare, ora riprenderei Milton fra parentesi.

Alla fin fine, i libri del genere vengono "lanciati": Paolini è tanto bravo? Ma neanche per sogno, ha praticamente scritto Star Wars senza astronavi. Eppure i suoi libri vengono tradotti subito, mentre la seconda parte de La Fonte ai Confini del Mondo di Morris (l'autore al quale si ispirò Tolkien) giace intradotta nei baratri delle promesse non mantenute.

Certo, libri del genere hanno un qualche valore... il problema è quando te li fanno passare per fenomeni letterari. Il problema è quando di Twilight e saga, Eragon e saga sono piene le librerie e per trovarti romanzi di Elric (i quali denotano una maggiore cultura da parte dell'autore, non fosse altro per il conflitto universale che ha recuperato dai meandri della mitologia) devi sudare sangue.

E' come dire che non ho niente contro le persone basse (rientro nella categoria, quindi...), ma se uno alto un metro e sessanta si pavoneggia come il più grande stangone del mondo gli rido dietro.

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Chiariamo: sapere le due cose messe in croce è un conto, informarsi è una cosa diversa.

Per dirne una, Tolkien si informava; era anche il suo campo di specializzazione, certo, ma va detto che Tolkien ha creato un mondo fantastico coi "controcoglioni +5 vorpal" perché dietro c'era tutto un lavoro raramente riscontrabile alla base di altre ambientazioni.

Per fare un esempio più recente, confrontiamo il film Troy con il primo numero di Lilith di Luca Enoch. Stessa ambientazione di fondo (Guerra di Troia), anche se più "storichegginate" (fra le dovute virgolette) in un caso che nell'altro; ma, mentre Troy è un cumulo di troyate, in Enoch si riscontrano pochissimi errori... o meglio: li riscontro io che sto studiando all'università la cultura classica. Perché quanto si sa fuori dall'ambiente accademico che, secondo recenti studi, Achille è stato paradossalmente uno degli eroi aggiunti più tardi al ciclo di Troia?

Ecco, nel fumetto di Enoch ho trovato un errore dopo un anno di lettere classiche, in troy ne avevo trovati una ventina dopo un quarto d'ora di film prima ancora di completare il liceo.

Questa è la differenza fra sapere qualcosa e informarsi.

Perché anche la variazione, per essere valida, deve essere motivata.

Ma oggi va molto più di moda il genere dei "personaggi stupidi". Per renderla in termini di D&D, anziché interpretare come un genio un PG con Intelligenza 18 interpreti come una massa di idioti quelli con Intelligenza sotto il 14. Il che, in ambito narrativo, significa dipingere come dementi ignoranti i personaggi in modo da poter inserire più facilmente i colpi di genio e in modo da far passare due fesserie messe in croce come una grande rivelazione.

E' una cosa che va molto.

Specie nei libri per ragazzi, visto che si è affermata l'idea secondo cui "libro per ragazzini=libro per cretini".

Ora, magari sarò io quello strano, ma a otto anni leggevo Tolkien. A quattordici, Omero. E se non avessi esami da preparare, ora riprenderei Milton fra parentesi.

Alla fin fine, i libri del genere vengono "lanciati": Paolini è tanto bravo? Ma neanche per sogno, ha praticamente scritto Star Wars senza astronavi. Eppure i suoi libri vengono tradotti subito, mentre la seconda parte de La Fonte ai Confini del Mondo di Morris (l'autore al quale si ispirò Tolkien) giace intradotta nei baratri delle promesse non mantenute.

Certo, libri del genere hanno un qualche valore... il problema è quando te li fanno passare per fenomeni letterari. Il problema è quando di Twilight e saga, Eragon e saga sono piene le librerie e per trovarti romanzi di Elric (i quali denotano una maggiore cultura da parte dell'autore, non fosse altro per il conflitto universale che ha recuperato dai meandri della mitologia) devi sudare sangue.

E' come dire che non ho niente contro le persone basse (rientro nella categoria, quindi...), ma se uno alto un metro e sessanta si pavoneggia come il più grande stangone del mondo gli rido dietro.

Parlando di tutte queste letture non è che potresti leggerti gli esempi precedenti? Sono un bel po' stufo di ripeterli ad ogni pagina di topic.

Per il resto dopo Omero tocca a Platone ed ad Aristotele e dopo Milton Tommaso d'Acquino ci sta proprio. Buon lavoro.

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Ah, ma li ho letti i post precedenti. ^_^

Stavo solo esprimendo il mio parere, in quanto da quel che mi risulta è questo quello che si dovrebbe fare in un forum.;-)

Parere che, a uso e consumo di chi odia i post lunghi, si può sintetizzare in:

1) se devi scrivere su una cosa devi informarti bene; non con le due solite fesserie che sanno tutti, ma bene.

2) i giovani non devono per forza leggere solo vaccate, ma purtroppo c'è questa idea e si lanciano libri scarsi come "fenomeni giovanili" facendoli poi di fatto diventare tali.

3) comunque, alcuni di questi libri non sono poi tanto scarsi, ma a presentarli come capolavori li si affossa perché si alzano le aspettative troppo più in alto di quanto simili titoli non possano arrivare.

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1) infatti si è informata benissimo magari scrive male ma Twilight è molto più attinente alla figura balcanica del vampiro (compresa la luminescenza) del dracula di Stoker.

2) Sinceramente per me la letteratura di intrattenimento è quella. punto e basta. Magari dopo Aristotele io ho voglia di leggere anche un qualcosina per staccar la testa no? Ma se hai altri titoli Ghot (E NON HORROR) da propormi accetto volentieri. Presente il "vastissimo" panorama italiano?

3) Ripeto per la millesima volta: alternative? NON CI SONO se non si vuol cambiare completamente genere ed allora che si fa? Si legge quello che piace a voi? Io lo sto aspettando il terzo romanzo di Gemma Doyle della Bray ma mi sa che prima del 2010 non lo trovo.

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Solo per la cura verbale, Stoker si era informato di più.

So che sembro palloso, ma i termini hanno peso... e il fatto che conoscesse il nome originale meno noto depone molto a suo favore.

Di contro, lo scontro fra vampiri e licantropi sa tanto di "la-WW-e-i-derivati-sono-la-mia-unica-fonte-di-conoscenza-a-riguardo".

Riguardo alla letteratura di intrattenimento, fermorestando che i miei gusti sono di sicuro un po' particolari, penso che se non si trova roba gradevole del genere preferito si può puntare su altro.

Comunque, "è l'unico che c'è" non è una bella scusa per salvare qualcosa... oddio, salvare lo salva, ma praticamente lo affossa ancora di più.

E in ogni caso legittimo, più che legittimo leggerli... ma non spacciarli per capolavori, come invece il marketing sta facendo.

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Ai tempi di Stoker il "nome originale e meno noto" così come i termini "Nosferatu" "Golem" "Prometeoide" erano di moda tanto quanto i nostri "emo" e "bimbominkia". Ma scusa quando leggi omero pensi che Ulisse avesse il cellulare collegato a google o cerchi anche di capire al "quando" è stato scritto.

Dopodiché i gusti particolari sono gusti come gli altri. Spero che Tommaso d'Aquino e Platone non siano passati onosservati perché per me il fatto di "godere" di un tipo di letteratura vuol dire anche capirne origini e conseguenze. Per leggere un libro particolare senza capire cosa ha fatto...

Dopodiché cosìè un "capolavoro". Il paradiso perduto di Milton ha una poetica così così (oggi vien considerato bello ma confrontalo coi contemporanei) e teologicamente è di un'ingenuità infantile ed impressionante. Però fu un capolavoro perché fu popolare, perché spinse le persone ad interrogarsi, seppur banalmente, sul senso del male e del bene.

Stessa cosa, forse, farà nel suo piccolo la Mayer se, pur scrivendo così così. Farà capire al mondo che i vampiri non sono solo gli esseri arimanici di Stoker e qulli luciferici di Polidori ma anche mostri della tradizione popolare. Se il successo della serie porterà a tradurre testi più seri a me va bene anche il termine "capolavoro". Cosa mi importa?

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Se il successo della serie porterà a tradurre testi più seri a me va bene anche il termine "capolavoro". Cosa mi importa?

Dovrebbe.

Per tentare di evitare che anche nel campo dell'editoria succeda (ma purtroppo ormai è già successo) che accada quello che è successo nel campo dell'arte.

capolavoro: http://www.joyfulheart.com/easter/images/caravaggio_emmaus760x600.jpg

"capolavoro": http://www.grafica.beniculturali.it/acquaforte/immagini/Kounellis.jpg

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Già cosa è successo nel campo dell'arte?

Che ora c'è più libertà di esprimersi. Non ti arrabbiare ma se mi avessi messo un raffaello evitando la banalità del caravaggio (in questo contesto) avrei capito il tuo discorso. Arte e letteratura vanno SICURAMENTE studiati ma MAI denigrati. Non ho già citato l'esempio di Milton? Ti era sfuggito?

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Non mi era sfuggito....non comprendo l'impossibilità di accettare il fatto , sebbene possano piacere, che ci siano "opere" (generico, in qualunque campo dell'arte) che sono oggettivamente delle ciofeche. Ripeto, possono piacere, ma se oggi come oggi si grida al capolavoro per opere scritte da bambini che non hanno nemmeno finito la scuola (non è questo il caso specifico ma presumo che, nel contesto più ampio del disorso, ci siamo capiti) c'è qualcosa che non va. Non metto in dubbio che non ci possano essere casi eclatanti di talenti (in erba o adulti che siano), mi sembra che ce ne siano troppi in giro. Caravaggio banale? Preferirei milioni di banalità del genere ad un solo kounellis (portato ad esempio non per caso...è stato uno dei motivi per cui ho abbandonato l'accademia di belle arti, non lui personalmente :-D Ma il fatto che fosse portato su un piedistallo). Una scoreggia di Michelangelo ha più pregnanza artistica di una qualunque opera di Kounellis, Fontana e gente simile. La lista della spesa di Tolstoj ha più valenza artistica della maggior parte dei libri assurti a "capolavoro" nei giorni nostri...compresa la Meyer.

Che poi possano piacere, per amor del cielo ovvio che si, nessuno dice che non possano piacere anche le ciofeche, ma da qui a chiamarle capolavori....acqua ne corre.

Rigorosamente...come la prima riga della mia firma.

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Caravaggio è banale in questo contesto. Perché Raffaello che tecnicamente poteva produrre opere migliori non lo ha fatto? Scelta?

Dopodiché intendiamoci La Mayer è l'altenativa a "Dylan Dog" e non a Tolstoy.

Totalmente OT invece ma condivido in pieno le tue considerazioni sull'accademia.

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Grazie dei toni pacati, Cyrano.

Se sono questi quelli a cui sei abituato, mi abituerò a usarli quando devo risponere a te. Ma aspetto la tua conferma per sapere se è davvero questo lo stile di post che gradisci sui forum, prima di iniziare; io non vorrei urtare la tua sensibilità.

Che il termine usato da Stoker fosse di moda, permettimi di dirti che mi risulta alquanto dubbio per il semplice fatto che, confrontando altri testi dell'epoca, non l'ho trovato. Poi, chiaramente, Stoker non era un letterato DOC, ma di sicuro era un letterato più di molti che circolano adesso.

Non commento neanche i tuoi riferimenti alla mia presunta ignoranza riguardo all'Odissea, visto che frequento la facoltà di lettere classiche con ottimi risultati in storia greca... per così dire, questo è il mio pane quotidiano. E se avessi letto il mio post in cui ho fatto riferimento al lavoro di Luca Enoch ambientato durante la guerra di Troia, avresti evitato questa uscita particolarmente infelice.

Infelice quasi quanto quella sulle letture dei filosofi: non ci crederai, ma in lettere classiche impariamo che ogni termine ha il suo peso se usato da un grande autore, motivo per cui certi sono oggettivamente più profondi e pregnanti di altri (Preghiera di Gennaio di De André, ad esempio, mostra un recupero di testi millenari). E che ogni scelta linguistica dell'autore ha un significato preciso. Chiaramente, quando l'autore cura il testo come si deve. Per dirne una, in Tolkien c'è questo peso, nel fantasy successivo no.

Per risponderti anche all'ultima critica mossa nei miei confronti, caro Cyrano, il Paradise Lost mi interessa non tanto per il messaggio, quanto per la forma: è stato un esperimento di poema epico "vecchio stile", e mi interessa studiarlo bene per capire come sia possibile replicare la stessa cosa con una lingua non "classica". E' un interesse prettamente filologico-poetico.;-)

Infine, tornando IT, quello che dico io è semplicemente di non far passare una serietta per una megaserie: anche io ho gradito leggere la serie di Dragonlance Ma non per questo, a mente fredda, posso definirla una grande serie fantasy. Interessante, perché dà un grosso peso alla religione. Dimostra un approfondimento mediamente superiore a quello diffuso negli autori USA, ma non è un capolavoro.

Mica deve piacerci solo roba fatta a regola d'arte, e mica dobbiamo cercare a tutti i costi di far passare per perle i testi di semplice intrattenimento: molto più onesto accettarli per quel che sono.

Anche perché, se non cerca di farsi passare per leone, il cane ci fa una figura migliore. E lo stesso i libri: se mi presenti una cosa media come capolavoro, ecco che appare solo come una schifezza, perché la confronto con i capolavori reali.

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Sì sono sicurissimo che Enoch aveva capito tutto della poetica del "mare color del vino" di come un greco poteva capire e condividere il senso del divino e del finito (pensa ad Ulisse nell'Ade) e di come questo porterà al nous di Platone ed allo "stridio" di Aristotele che questa teoria su cui poi un certo S. Paolo navigò alla grande per diffondere il suo messaggio. Non sulla teoria del nous elaborata aristotelicamente ma sulla sua recezione da parte del popolo che, guarda caso, si cristianizzò... Questo per farti capire cosa intendo per caratterizzare un epoca (e che ovviamente ulisse - google era una battuta). Se vuoi approfondire scrivimi pure in PM. Scusa anche io adoro Mythos ma gli do il suo giusto valore.

In quanto alla terminologia di Stoker la resa apcrifa del libro di Enoch di quegli anni portò alla circolazione di mille copie del presunto libretto di origine ortodossa e quindi balcanica dove vampiri e mostri esteuropei erano inseriti con grande libertà e fantasia, al solito... Byron se no erro li collezionava. D'altra parte che c'è di meglio per rendere famoso qualcosa se non proibirlo. Stoker appunto "vestì" il suo dracula di connotazioni diaboliche (anticristo che viene sconfitto ovviamente) per non incorrere in condanne di eresia.

Infine, se non hai capito, io penso che la Mayer (a differenza di autori come Enoch che pur in campi diversi a livello di talento puro le è superiore) sapesse benissimo cosa fare e cosa scrivere per compiacere il suo pubblico però lo ha scritto partendo da basi culturali solide. Certo lei ha scritto quei libri per fare soldi e quindi dovevano essere piacevoli ma non troppo impegnati (anzi) e la cosa le è riuscita ma non per caso.

Sclavi con Dylan Dog ha fatto lo stesso.

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Vabbè, il riferimento a Luca Enoch, se non hai letto nel post precedente, era fatto riguardo alle informazioni che aveva raccolto, non ad altro. Non dico che abbia capito l'etica greca in tutto e per tutto, anche perché sostanzialmente, al di là delle frasi fatte, capirla è alquanto difficile... andrebbe vissuta, ma è un po' impossibile. Avevo chiesto a Doc di farmici provare, ma ha detto di no, purtroppo.

Sul secondo punto, vorrei farti notare una cosa: a parte che Byron e Stoker non sono proprio dello stesso periodo, e che anzi c'è stato quasi un secolo di distanza fra la nascita dell'uno e quella dell'altro, ma erano tempi diversi da quelli moderni. Byron era un lord, non una persona comune.

E, allo stesso modo, il fatto che quei testi fossero di moda vuol dire che erano infinitamente meno diffusi di quanto non lo siano ora. Il Sepher Raziel oggi come oggi te lo scarichi da internet in due minuti, e tutti ci hanno accesso. Ma, a metà '800, un testo "molto diffuso" era spesso diffuso meno di un nostro libro "di discreto successo".

Ovvero: oggi le due fesserie messe in croce su frassino, aglio, sole, acqua santa le sanno cani e porci, e le puoi rintracciare facilmente. Ma, per quanto diffusi "fra virgolette", un tempo i testi pseudoesoterici non li trovavi affatto facilmente, anzi. Buona parte del pubblico dei lettori di Stoker, sarei pronto a metterci la mano sul fuoco, non vi aveva accesso.

Riguardo all'informazione della Meyer, il fatto che recuperi la dicotomia "vampiro/licantropo" di MdTiana memoria mi fa piuttosto pensare che non si sia informata dalle fonti dirette... e, per deformazione professionale, sono uno di quelli che pensano si debba sempre ricorrere alle fonti dirette.

Quando ho scritto dei culti nordici per un manuale di Gnosis purtroppo mai pubblicato (:(), per informarmi, mi sono andato a leggere l'Edda in prosa e parte di quella in versi; ecco, gradirei un approfondimento del genere anche da parte dei romanzieri. Alcuni lo fanno, altri no.

E questo, abbinato a un target specifico (per il quale, dirà qualcuno, sarebbe stato quasi dare perle ai porci... cosa che non condivido, la cultura dà sempre i suoi frutti), mi lascia piuttosto pensare che il fine dei libri sia stato, semplicemente, far soldi in maniera "facile" cavalcando le mode.

Vabbè, si vedrà in futuro cosa resterà.

Ci diamo venticinque-trent'anni per vedere che cosa ne sarà rimasto, ok? ;)

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XD non ci siamo capiti. Per aver accesso alla terminologia di Stoker allora bastava saper leggere ed aprire una bibbia ^^.

La messa all'indice e la comparsa dei volumetti resero semplicemente famose cose che già si sapevano. Ma non è che gli inquisitori andavano di casa in casa a strappare le bibbie. ^^

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'Spe, i termini "vrolok" e "vlkoslak" non sono biblici, per il semplice motivo che sono slavi. Con la radice indoeuropea di "lupo", nel secondo caso ancora più evidente che nel primo.

Ora, non dico che in qualche traduzione dell'est Europa della bibbia non compaiano, ma in quella inglese (ho appena controllato, potenze di internet) non mi pare che normalmente ci siano.

E poi, comunque, nell'Inghilterra del XIX secolo gli inquisitori vaticani avevano meno potere di quanto non ne detenessi io, e non ero neppure nato all'epoca.:lol:

Senza contare che, ancora una volta, bisognerebbe distinguere fra chi aveva accesso a questi testi e chi no. La bibbia era diffusa, Enoch, Sepher, Ernetica e affini mica tanto, per quanto "famosi" all'epoca.

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Credo quindi che i romanzi della saga di Twilight non siano immondizia,anzi. Le critiche vengono fatte da molti giocatori di ruolo,i quali sono inchiodati alla classificazione del vampiro da manuale. Nella narrativa come ho citato sono presenti da centinaia di anni vampiri con caratteristiche simili a quelle di Twilight.

Non sono i giocatori di ruolo a dire questo.

Giocare di ruolo spesso aiuta ad avere una mente aperta a molte possibilità, dopotutto giocare di ruolo ti mette di fronte a scrupolose analisi psicologiche, studiare la mente di vari esseri (seppur immaginari) aiuta molto in questo senso.

Detto questo, in realtà non è nella narrativa che esistono generi differenti di vampiro, è nella tradizione popolare da cui derivano che esistono specie differenti di creature classificate sommariamente sotto il capitolo "vampiri".

Esistono qualcosa come 140 tipi diversi di vampiri nelle tradizioni popolari di tutto il mondo e non sono certo tutti dei succhiasangue: esistono (si fa per dire) vampiri olandesi (mi pare di ricordare... prendete con le pinze i luoghi che cito, sto andando a memoria) che mangiano esclusivamente pesce. Vampiri classificati come tali solo perchè nella tradizione africana, alcune persone si risvegliavano dalla morte e sviluppavano un forte legame con le creature notturne.

Certo, esistono (si fa sempre per dire) vampiri "cattivi": si va dal classico succhiasangue, ai malvagi un pò più sinistri, che entrano nei sogni delle donzelle per poi stuprarle e nutrirsi della paura prodotta.

Si è documentata, ma, ripeto, probabilmente ha voluto differenziarsi dal solito clichè trito e ritrito e ha voluto ringiovanire la figura del Vampiro per... vendere, e bene, alle nuove generazioni, che della concezione "classica" se ne fanno un baffo.

Mi pare che lo abbia sottolineato in qualche intervista...

Detto questo, il classicismo non esiste per i giovini. I fondamenti di tante cose non sono materia interessante, è il risultato che conta.

Sbattersi per capire cosa c'è dietro a un certo argomento o a una certa storia non è un'attività contemplata nei cervelletti ristretti dei teenager di oggi.

(badate bene, ve lo dice un teenager... certo, un teen estremamente differente dalla marmaglia che passeggia per le strade, ma pur sempre un teen)

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