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Joram Rosebringer

Circolo degli Antichi
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Tutti i contenuti pubblicati da Joram Rosebringer

  1. Quello è vero, ma a lungo andare diventa tutto stereotipato. Per esempio ci sono stati dei cicli di Nathan Never in cui lui risolveva il caso, ma la soluzione era amara dal punto di vista umano. Tutte storie bellissime... ma uguali!
  2. Joram Rosebringer ha risposto a Enz a un discussione D&D 3e regole
    Innanzitutto... Benvenuto a nome mio, del Sindacato delle Mantidi Religiose Scomunicate, del Ritrovo del Mezzorco, del CNA, dell'A.U.T.O.D.R.O.M.O. e del CDSP! Riguardo il tuo quesito, io ho sempre fatto tirare i dadi al personaggio, in quanto il fatto di fare 1 o 20 li considero in termini di interpretazione come una sorta di "sensazione" (o sesto senso) che ha il personaggio stesso (sente che, pur non vedendo/sentendo nulla qualcosa non va... oppure si sente sicuro di quello che percepisce), la quale non sempre potrebbe comunque corrispondere a realtà (magari tira un 2 e crede che, pur non percependo niente, ci possa essere qualcosa, mentre alla fine magari gli bastava proprio un 2... come potrebbe fare un 19 ed essere sicuro di sé, solo per poi trovarsi davanti il brutto muso di un drago).
  3. De gustibus non disputandum est, diceva delle gante che la sapeva lunga. Quindi mi sta bene che ti piacciano le storie della Bonelli così come sono, così come a me non piacciono più di tanto (indicativo il fatto che ho abbandonato ben 5 serie della Bonelli, rimanendo solo con Gea, Brendon e Tex). Io cercavo solo di fare un'analisi della crisi del fumetto italiano, impersonificato dalla figura della Bonelli.
  4. Superman è risorto... ma almeno è morto! Batman avrà anche ripreso a camminare, ma basta leggere "Venga il tuo regno" per vederlo con un esoscheletro senza il quale non potrebbe muoversi. Negli X-Men sono morti decine di mutanti e non sono mai tornati (quel genio di Chris Claremont ne fece morire uno proprio nella sua prima storia per far capire che non erano immortali solo perché personaggi di fumetti). Gli esempi sono tanti, ma comunque il problema di fondo resta: i fumetti italiani sono statici!
  5. Allora si esce un'ora prima? Approvo!
  6. Io stasera parto e credo che non mi connetterò per niente fino a Lunedì mattina. Vabbe'... aspetterò.
  7. Per Darth Vader e Devil's Daughter Elizabeth... Arrivederci o addio Claudio Baglioni Ora che il tempo si è compiuto già Con un sorriso muto arrendersi Dopo un saluto che è piovuto là E darsi un po' d'aiuto a perdersi E siamo noi che andiamo via Che ci diciamo ciao E non sappiamo poi se sia Arrivederci o addio Ora che il nostro viaggio ferma qua E c'è un miraggio nuovo a illuderci Fare naufragio sulla realtà Poi scrivere un messaggio e attenderci E siamo noi che andiamo via Che ci diciamo ciao E non sappiamo poi se sia Arrivederci o addio Ora che viversi lontano è e sarà Uccidersi più piano che si può E prendersi la mano è strano ma Come rubarsi invano e ancora un po' E siamo noi che andiamo via Che ci diciamo ciao E non sappiamo poi se sia Arrivederci o addio Dal carcere del cuore uscire non si può Volando altrove per finire di pensarci Però il dolore non è se partire o no Non è dover fuggire ma come restarci Ora che non rimane appena che un momento E ne vorremmo cento e mille in più C'è un giuramento da gettare al vento Per un appuntamento verso il blu E siamo noi che andiamo via Che ci diciamo ciao E non sappiamo poi se sia Arrivederci o addio Il brivido di un giorno si fa scuro e va In un abbraccio così duro da staccarsi Sarà un ritorno nel futuro e a un'altra età O il ghiaccio puro di un ricordo in cui chiamarsi Qua E siamo noi che andiamo via Cercando un nome e un dio Poi come e quando e dove sia Arrivederci o addio Arrivederci o addio Arrivederci o addio
  8. La riunione doveva esserci Venerdì 26, se non erro. Novità?
  9. L'ho visto ed è uno dei film più brutti che abbia mai avuto la sfortuna di vedere. Il gioco (perlomeno quello del PC, ma a detta di amici anche quello della PlayStation) non c'entra nulla, se non per rarissime citazioni. UNO SCHIFO!
  10. Questo racconto risale a circa 2 anni fa, ma comunque è stato scritto di getto in un'oretta... e proprio su questo forum.
  11. Io saprei come creare il carico.
  12. Altra richiesta. Una volta ero il "responsabile" (parolona!) della sezione dei Racconti sul sito. Ho fatto poca roba all'epoca, complice anche la tariffa di internet di casa che non mi permetteva tante connessioni di lunga durata. Dal momento che tale situazione è cambiata, è possibile tornare a svolgere quel ruolo? Prometto maggiore assiduità e impegno.
  13. Solo un’altra notte Joram Rosebringer Un bicchierino di vodka semivuoto. Una fitta nebbia di nicotina e condensato. Risate rauche di una banda di booster radunati intorno al palco dove un agglomerato sexy di lattice e metallo si esibisce in pose che definire pornografiche è riduttivo. Un grassottello barista si dà da fare con piattini e tazzine, asciugando con lo stesso straccio l'olio che gli cola dal gomito del braccio cromato, mentre la gente si spinge verso il bancone, ansiosa di ordinare un altro cocktail dal misterioso contenuto ed incuriosita da quel bicchierino. I loro occhi dicono che non capiscono come una persona possa bere una bevanda così sorpassata. Ricambio i loro sguardi freddamente, distogliendoli solo quando uno scrosciante applauso saluta la fine dello spettacolo, prontamente soppiantato da uno scontro tra un draghetto artificiale e tre cani affamati. Mi giro per vederlo, poi distolgo gli occhi annoiato, conoscendone già l'esito. Ogni volta è la stessa storia: le bestie create in laboratorio vincono sempre. La Natura ormai è stata battuta. Guardo il bicchierino di vodka e ne annuso il contenuto. Immediatamente il mio stomaco si ribella. E mi chiedo ancora una volta perché mai abbia voluto ordinarne una. La sposto leggermente in avanti e alzo un braccio per chiedere una Coca-Cola. Arriva una cameriera che, con lo sguardo interrogativo e cortese di chi è abituato a vedere delle stranezze, annoverandole ormai nella normalità, mi toglie la vodka per mettermi davanti uno sgocciolante bicchiere di quella nera bevanda, una delle poche cose salutari che si possono bere in un locale, perlomeno la meno sintetica. Seguo con lo sguardo la cameriera mentre si allontana di nuovo per tornare nelle attenzioni di quell'uomo che puzza di killer a miglia di distanza. Lei si lascia toccare, come fosse creta nelle sue mani, ma dalla cinta della gonna inesistente le spuntano 20 EuroDollari. Eppure è così carina. Se solo potessi... No! Bevo la Coca-Cola con avidità, le lacrime agli occhi che salgono ad ogni sorso, finché una straripa e mi riga la guancia. Mi guardo intorno con la vista leggermente appannata e sento gli occhi della gente addosso. Sorrido e capisco: non è normale bere una cosa del genere con tale avidità. Ma io non ho mai detto di essere normale. Ed inoltre ho poco tempo. Pago ed esco. La pioggia mi cade sui capelli sintetici mentre sotto la pelle del mio polso destro i LED luminosi stanno dirigendosi verso lo zero. Allungo il passo e mi torna in mente un’immagine della cameriera, unita a scene di fantasia in cui la vedo correre per verdi prati insieme ad un uomo, felice e con un bimbo… e ringrazio il cielo che ci sia la pioggia a mischiarsi alle mie lacrime. Poi… il boato! Il bar esplode in mille pezzi, facendo risuonare l'aria di grida, vetri infranti e di un cupo rimbombo che si allunga per il metallo della città come a volerla avvisare della tragedia. Ed ecco dal cielo le prime sirene blu e rosse a soccorso di chi non può essere salvato. Non c'è più niente da fare: è tutto distrutto, tutto finito... ma non per me. Frugo nella tasca dell'impermeabile e tiro fuori una foto... la solita. La guardo e la pioggia acida diventa ancora più salata nella mia bocca. Un lavoretto facile. Grazie ad esso posso ancora pagarle una settimana di ospedale, sperando che esca dal coma. Oppure dovrò ancora uccidere… al modico prezzo della mia anima.
  14. Concordo... Magari continuiamo (se vogliamo continuare) nella Lavagna.
  15. Possibilissimo, dopotutto se ci si diverte e si sta bene a cavalcare anche un'ondina... perché non farlo? L'Onda Perfetta per me è il cambiamento radicale, il prendere in mano la propria vita e darle una scossa decisiva. E' per l'appunto, il morire in essa, il dare tutto per averla. Ma si può stare bene anche con le ondine. L'importante è VIVERE e non sopravvivere.
  16. Dobbiamo ricominciare la discussione fatta quasi un anno fa sulla Lavagna? () Comunque, come dissi allora, l'Onda Perfetta la riconosci perché ci muori dentro! Se sopravvivi allora non era l'Onda Perfetta e quindi puoi continuare a cercarla.
  17. Quando al vita è solo illusione ed apatia... allora meglio cavalcare l'Onda Perfetta. P.S.: nel mio racconto la morte simboleggiava il lasciarsi andare alle emozioni.
  18. Perché è meglio morire in un sogno che vivere nell'illusione.
  19. Be', cerco appunto un disegnatore tra quelli dello staff Dragons' Lair (ho una preferenza ) e, una volta che sarà disegnato, potrà essere pubblicato, magari anche a puntate (mensile, settimanale, bimestrale...). Uns sorta di "romanzo d'appendice" solo a fumetti. Non volevo il benestare a pubblicarlo ora o tra breve, ma solo sentire se c'era la possibilità e la voglia di farlo.
  20. Anche io l'ho appena comprato tramite Repubblica... e sono curiosissimo di leggermelo!
  21. Grazie a tutti e due!
  22. Volevo chiedere se ritenete attuabile la pubblicazione di un fumetto on-line sul sito. Dal momento che ne ho uno in cantiere, mi piacerebbe pubblicarlo, visto che non trovo mai un disegnatore.
  23. Per me... e per tutti quelli che... Cyrano Francesco Guccini Venite pure avanti, voi con il naso corto, signori imbellettati, io più non vi sopporto, infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio perchè con questa spada vi uccido quando voglio. Venite pure avanti poeti sgangherati, inutili cantanti di giorni sciagurati, buffoni che campate di versi senza forza avrete soldi e gloria, ma non avete scorza; godetevi il successo, godete finchè dura, che il pubblico è ammaestrato e non vi fa paura e andate chissà dove per non pagar le tasse col ghigno e l'ignoranza dei primi della classe. Io sono solo un povero cadetto di Guascogna, però non la sopporto la gente che non sogna. Gli orpelli? L'arrivismo? All'amo non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco, io non perdono, non perdono e tocco! Facciamola finita, venite tutti avanti nuovi protagonisti, politici rampanti, venite portaborse, ruffiani e mezze calze, feroci conduttori di trasmissioni false che avete spesso fatto del qualunquismo un'arte, coraggio liberisti, buttate giù le carte tanto ci sarà sempre chi pagherà le spese in questo benedetto, assurdo bel paese. Non me ne frega niente se anch' io sono sbagliato, spiacere è il mio piacere, io amo essere odiato; coi furbi e i prepotenti da sempre mi balocco e al fin della licenza io non perdono e tocco, io non perdono, non perdono e tocco! Ma quando sono solo con questo naso al piede che almeno di mezz'ora da sempre mi precede si spegne la mia rabbia e ricordo con dolore che a me è quasi proibito il sogno di un amore; non so quante ne ho amate, non so quante ne ho avute, per colpa o per destino le donne le ho perdute e quando sento il peso d'essere sempre solo mi chiudo in casa e scrivo e scrivendo mi consolo, ma dentro di me sento che il grande amore esiste, amo senza peccato, amo, ma sono triste perchè Rossana è bella, siamo così diversi, a parlarle non riesco: le parlerò coi versi, le parlerò coi versi... Venite gente vuota, facciamola finita, voi preti che vendete a tutti un'altra vita; se c'è, come voi dite, un Dio nell' infinito, guardatevi nel cuore, l'avete già tradito e voi materialisti, col vostro chiodo fisso, che Dio è morto e l'uomo è solo in questo abisso, le verità cercate per terra, da maiali, tenetevi le ghiande, lasciatemi le ali; tornate a casa nani, levatevi davanti, per la mia rabbia enorme mi servono giganti. Ai dogmi e ai pregiudizi da sempre non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco, io non perdono, non perdono e tocco! Io tocco i miei nemici col naso e con la spada, ma in questa vita oggi non trovo più la strada. Non voglio rassegnarmi ad essere cattivo, tu sola puoi salvarmi, tu sola e te lo scrivo: dev'esserci, lo sento, in terra o in cielo un posto dove non soffriremo e tutto sarà giusto. Non ridere, ti prego, di queste mie parole, io sono solo un'ombra e tu, Rossana, il sole, ma tu, lo so, non ridi, dolcissima signora ed io non mi nascondo sotto la tua dimora perchè oramai lo sento, non ho sofferto invano, se mi ami come sono, per sempre tuo, per sempre tuo, per sempre tuo... Cirano.
  24. Racconto Quell’astro bugiardo sopra di me, circondato da tanti puntini fissi, immobili, eterni come un vampiro dall’animo incostante. Da lontano le urla di gioia di uno stadio diventano urla di disappunto. Ed io capisco che è ora di andare, prima che il buio diventi argento e poi oro, bruciando la mia pelle sensibile al calore di quel sole che tanto ho agognato, che forse sto cominciando a poter far mio ma che ancora riesce a scottarmi. E se guardo le mie mani posso ancora vedere le ultime ustioni dovute all’ultimo tentativo di fuggire la notte per poter cercare un po’ di luce. Sorrido al pensiero di come mi perderei volentieri tra gli abbracci di quei raggi che scaldano e nutrono gli esseri umani e che invece per me sono portatori di morte, l’unica sicurezza della nostra vita… e per me che sono immortale, neanche quella! Mi volto verso la città e vedo un’ambulanza uscire dallo stadio, le sirene come occhi blu di una ragazza che ho amato e che, come ogni astro che brilla troppo, ha esaurito la sua luce troppo presto. Che codardo sono stato quella volta! Bastava così poco… come stappare una bottiglia piena di fumo e la mia vita sarebbe volta via in voluttuose forme ondeggianti. Invece no: ho scelto la vita o perlomeno una forma di esistenza che si avvicinasse ad essa… come se ci fosse stata scelta! E per l’ennesima volta nella mia vita ringrazio la mia codardia o non avrei potuto saggiare le tanto mortali quanto piacevoli ustioni di un raggio di sole che sembra più amico… o forse è la mia pelle che si sta abituando… non so… devo scoprirlo! Cammino… lentamente… per quanto non so. Mi dirigo verso quella nascita che per me significa morte, lasciandomi alle spalle quell’uccidersi che è la mia vita… o che perlomeno lo è stata. Il buio comincia a cedere il passo all’argento, la notte al giorno, unici spettatori la stessa luna bugiarda ma sempre amica ed un vampiro che solo dopo essere diventato un mostro ha scoperto il significato dell’umanità e sta lottando per restare tale. Senza sapere come, mi ritrovo a casa, gli occhi fissi su quella che una volta era una fiamma gialla tra le mani di un giocatore ora stanco. Tocco i numeri blu in rilievo e vedo quel nome, affettuoso diminutivo della mia natura immortale in grado di infondere un coraggio che mai avrei immaginato un ragazzo potesse possedere. Una semplice parola e due numeri. Quanto potere possono avere a volte. La mano mi scivola lungo il fianco, tornando esanime. Di fuori il buio si sta arrendendo, mentre un gallo suona la sua ritirata accompagnando le imprecazioni di chi sa di dover affrontare un’altra giornata da automa. Ed io immobile a fissare quella fiamma gialla così simile al sole dei cui raggi ho tanta paura e altrettanto bisogno. Due le scelte. Una sola la strada. Restare in casa, al sicuro senza che nessuna luce possa penetrare le finestre ed uscire di nuovo di notte a caccia di prede, insieme ai cani che ululano a quella argentea bugiarda tutta la loro frustrata potenza. Oppure… … oppure uscire… ora! Lasciare ai gatti i loro canti notturni e buttarsi nella luce calda, rischiando scottature, bruciature, ustioni… magari anche la morte. Ma la fine tra le braccia di quei raggi sarà salata come le lacrime di un dolce ricordo. Chiudo la porta alle mie spalle ed esco di casa. La scelta era semplice. Morire notte dopo notte dopo notte… o morire per mano della cosa che i miei occhi vorrebbero rinnegare ma che il mio cuore testardo si ostina a far vedere loro. In entrambi i casi si tratta di morire, di darmi quella certezza che io, immortale, non potevo avere. Ho scelto solo la via più breve e bella per farlo.

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