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Manzotin

Circolo degli Antichi
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Tutti i contenuti di Manzotin

  1. Mod, mettete questo topic in evidenza? altrimenti prima o poi lo perdiamo.
  2. Water, dacci un commento su sto libro no?
  3. Manzotin

    Bozze Magliette DL

    Plauso ai creatori di magliette, la mia preferita resta la seconda però
  4. Non passo piu' molto spesso da questo forum ultimamente.. che peccato =) Ode a mike che ha tirato fuori uno degli autori piu' geniali della contemporaneità: richard matheson. Il suo libro piu' famoso è indubbiamente Io sono leggenda, capo-ispiratore di un miliardo di cose che oggi vedete in giro: lo consiglio a tutti senza esclusione di colpi. Ora passiamo ai miei: Opinioni di un clown di Enrich Boll.. dannazione, un capolavoro. Un clown contemporaneo che è ironico ma spesso incompreso, triste e sempre ubriaco, con una storia d'amore a cui aggrapparsi e una famiglia cristiana e piuttosto insensibile... Uno dei libri piu' belli che abbia mai letto, ma è triste. Ho visto anche una rappresentazione teatrale tratta da questo libro che mi è piaciuta molto.. ma non mi ricordo proprio la compagnia!! Oceano mare di Baricco. Eggià, anche io ho avuto la mia fase baricchiana. Uno scrittore molto poetico in questo periodo dove la poesia fatica a spuntare. Questo penso sia il suo miglior libro (seguito da Novecento, il libro da cui hanno tratto La leggenda blabla sull'oceano) La parte sulla zattera è geniale. Farheneit 451 di Bradbury. Nessuno lo aveva ancora detto... non penso ci sia bisogno di presentazioni. Cent'anni di solitudine di GabrielGarciaMarquez. Altro autore con una visione piuttosto poetica delle cose. Incredibile come riesca ad unire la realtà povera e spesso squallida del sudamerica con personaggi e situazioni favolistiche e visionarie. Il barone rampante di Italo Calvino. Solo perchè lo fanno studiare a scuola, non vuol dire che sia un libro brutto. Io lo trovo bellissimo. Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta di Pirsig. Libro celeberrimo, che merita tutta la sua fama: la storia, che credo l'autore abbia vissuto veramente, di un viaggio attraverso l'america, in motocicletta, dove si crea spazio per le riflessioni del protagonista. Su suo figlio, sulla sua vita, sul mondo, sul modo di vedere il mondo. Molti discorsi filosofici che terminano in conclusioni terra terra. Questo libro unisce (o tenta di unire.. dipende da chi lo sta leggendo) il modo di pensare occidentale con quello orientale, la scienza con l'arte. E questo è veramente un gran merito. A presto
  5. Manzotin

    Chi gioca a Magic?

    Se sai usare apprentice è già fatta, gandalfo!
  6. Manzotin

    Manzo Dixit

    Veramente piu' lo rileggo piu' mi pare patetico
  7. Manzotin

    Il castello dell'orrore

    Anche io sono d'accordo su Lovy, ma Erich Zann è Erich Zann... Ah, la tua ha funzionato quindi? Yeah Anche se quel "sembri un filosofo" mi pare avere una connotazione negativa, perchè? Piu' che altro ma che fine ha fatto la scrittrice in questione? vogliamo gli autografi!!!
  8. Manzotin

    Manzo Dixit

    Questo è tutto quello che sono riuscito a cacciare fuori. Perdonate lo sfogo romantico\metaforico. -------- Gli spiriti dell'aria e gli spiriti dell'acqua Ma lo spirito del vento nacque di nuovo, perchè non poteva morire. Nacque lassù, negli alti spazi liberi del cielo. Nacque e seppe subito dal primo istante, con certezza assoluta, di essere lo spirito del vento. Poteva sentire e vedere intorno a sè, e sentiva l'aria, il freddo, il caldo, e tutto quello apparteneva a lui ed era lui. Sentiva dentro di sè la potenza del tifone e la leggerezza della brezza mattutina, la forza che spingeva le navi e la delicatezza che muoveva le foglie. Era l'estate e l'inverno, il movimento perenne, la corsa e la quiete. Poi guardò in alto, e si spaventò oltre ogni limite: vide l'oscurità senza fine, il vuoto. Capì che in quell' oscurità lui avrebbe subito cessato di esistere, e decise di non avventurarvicisi mai. Guardò in basso, e vide la terra. Capì che li' dove essa incominciava, finiva il suo regno. E se ne dispiacque, curioso di sapere cosa vi si nascondeva sotto. Ma avrebbe almeno provato a scoprirlo. Fu un attimo, e si lanciò nell'ennesima prima corsa. Inesperto, si prodigò in accelerate e frenate, giravolte, picchiate, provando le sue capacità fino al limite. Correndo scoprì che alcuni esseri gli erano vicini, volavano come lui. Li raggiunse impaziente, perchè voleva abbracciarli e giocare con loro. Ma la sua foga lo condusse con inusitata potenza da quegli esseri, e finì per distruggerli ed ucciderli senza volerlo. Si fermò subito, appena se ne rese conto, ma già era troppo tardi: gli esseri caddero, e lui capì che non avrebbero mai più danzato nel suo regno, che erano per sempre vincolati alla terra. Per un attimo odiò la terra con tutte le sue forze, un odio che era paragonabile solo al fragore dei fulmini, istantaneo, feroce e senza senso. Ma lo spirito del vento si acquietò, appena il suo odio si fu un attimo sopito. Perchè sentiva che quegli esseri che ora appartenevano alla terra erano solo una parte di un numero piu' grande di esseri di anima uguale. Si sentì sollevato, e decise di aiutare tutti gli altri. Ne incontrò subito alcuni e vi si poggiò delicatamente sotto, sentì che questo era loro gradito e che allietava la loro fatica. E fu felice. Molti di essi si prodigavano in piroette e giochi, pericolosi per i loro fragili corpi, ma gioiosi per le loro anime. E questi ultimi erano i suoi preferiti, perchè anche lui amava tali giochi. Passò molto tempo a incrociarsi tra i ghirigori e le virate, e in quel periodo era spensierato, e non sfruttava mai la sua enorme potenza. Non pensava piu' alla terra. Ma alla fine si stancò, e annoiato cercò un altro modo per divertirsi. Si guardò intorno e vide la terra, e si ricordò della propria curiosità, ma anche del proprio odio. La toccò in un soffio, titubante, e gli piacque. Vide che poteva muovere moltissime cose con la sua forza, e vi prese gusto. Corse, e rami e foglie e sabbia gli vennero dietro. Ma esse erano entità troppo legate alla terra, e si stancarono dopo un attimo dei suoi giochi. Ma lo spirito del vento non badò a loro, perchè ora aveva visto e toccato le forme. Finadora conosceva solo la forma degli esseri che vivevano nei suoi regni, e non pensava che ne potessero esistere cosi' tante. Dall'alto dei cieli, la terra non sembrava così varia! Conobbe gli alberi, e si divise tra i loro tronchi, sentì le piccolissime imperfezioni delle loro corteccie, sfiorò le loro foglie e si spezzettò ancora di più, muovendole armoniosamente come una musica. Conobbe l'erba e il grano, le accarezzò come un amante, le fece danzare, delicato, e infine le lasciò riposare. Si appoggiò sulle montagne, ma capi' subito che con tutta la sua potenza non avrebbe potuto distruggerle, ma solo intaccarle. E allora scopri' la pazienza. Fu dopo un pò di tempo che viaggiava che vide il mare. Lo vide e vi si fiondò subito, incuriosito. Capì che anche esso non faceva parte del suo regno, perchè era indissolubilmente legato alla terra. E si sentì rattristito, perchè l'eleganza e la gaiezza di quell'entità gli parevano senza eguali. Si guardò, riflesso, e vide la sua stessa potenza e grandezza, e ne fu fiero ed orgoglioso. Lo spirito dell'acqua danzava insieme allo spirito della terra, quando vide lo spirito dell'aria sopra il suo regno. Aleggiava indeciso e incuriosito, ed era impalpabile e bellissimo. Lo spirito dell'acqua si rammaricò che lui non potesse vederla, perchè era affascinata dalla libertà e delicatezza che quell'essere emanava, diverse dalla potenza e rigidezza dello spirito della terra. Lo vide andarsene in un attimo, e in quell'attimo decise che lo avrebbe seguito. Si spinse su, al limitare del suo regno, ma si infranse contro il limite per lei invalicabile. Allora pianse e si infranse di nuovo e pregò, cocciuta e disperata. Fu lo spirito del sole a vederla, dall'alto della sua irraggiungibilità, lui che vedeva tutto. E lo spirito dell'acqua lo vide a sua volta, impaurita. Subito dopo pero' capi' che le sue preghiere erano state esaudite, perchè ora valicava i limiti del suo regno. Avrebbe raggiunto lo spirito dell'aria. Lo spirito della terra era paziente come le montagne. Si quietò e attese. In un attimo lo spirito dell'aria capì che qualcosa era cambiato: i confini del suo regno erano stati violati. Si diresse nuovamente sopra il mare e fu li' che vide le grandi masse bianche che si innalzavano. Vi si avviluppò intorno e capì che le poteva plasmare a suo piacimento, come niente altro che avesse mai conosciuto. Poteva modellare, cambiare, riprodurre, e fu subito entusiasta del cambiamento. Stava riproducendo le forme che aveva visto sulla superficie della terra, sommariamente perchè ne aveva viste così tante che non le ricordava bene, quando qualcosa lo sfiorò. Lui non era mai stato sfiorato e non lo sarebbe mai piu' stato, e cercò di capire senza paura cosa fosse quell'essere che poteva toccarlo, conscio della sua imbattibilità nei confini del suo regno. Fu allora che vide lo spirito dell'acqua. Vide il suo sorriso e se ne innamorò. Fu un attimo, e i due spiriti si fusero in un'altro spirito. Questo spirito era potente, e aveva controllo sul mare e sul cielo, e muoveva le nuvole e le onde. E sia lo spirito dell'acqua che quello dell'aria erano coscienti della loro potenza, e ne erano felici, perchè si sentivano imbattibili e grandissimi. Amandosi nelle profondità marine o nelle alte vette del cielo, i due spiriti erano felici, e cono loro lo erano i rispettivi regni, ora uniti in uno solo. Sembrava che la realtà fosse finalmente giunta ad una conclusione logica, che avesse finalmente un senso. Ma lo spirito dell'acqua era incline al cambiamento. Non poteva rimanere in quell'essere perfetto per altro tempo, perche' non lo voleva, e sentiva la mancanza dello spirito della terra. Si cominciò a staccare dall'essere che era anche lo spirito dell'aria, ed esso se ne accorse. Lo spirito dell'aria non capì perchè lo spirito dell'acqua se ne stesse andando, stesse distruggendo l'essere perfetto che erano loro. Cercò di trattenerla, ma non vi riuscì, perchè essa si divise in milioni e milioni di parti e si rigettò fra le braccia dello spirito della terra. E lo spirito dell'aria fu di nuovo solo nel suo regno. Divenne triste, infinitamente triste, perchè il suo mondo ora era molto piu' piccolo, perchè non poteva più modellare le nuvole, ma soprattutto perche' non poteva piu' amare lo spirito dell'aria. La cercò per molto tempo, sfiorando con brezze leggere i confini del suo regno, portando odori e profumi particolari, cercando di ricordarle i momenti della loro potenza. Ma lo spirito dell'acqua non si fece vedere. Allora lo spirito del vento si adirò, chiuso nella sua tristezza, e cercò di strappare l'acqua alla terra. Creò tifoni, temporali e cicloni, ma appena rusciva a strappare un pò di acqua alla terra, lo sforzo per trattenerla era cosi' grande da creargli un dolore immenso, ed era costretto a rilasciarla cadere tra le braccia del suo nemico. Frustrato, privato di tutte le sue forze, si scaglio' infine contro la terra stessa. Si intrufolò tra i vicoli, le case, e la sua potenza era ancora abbastanza grande da distruggere tutto. Ma alla fine anche questa finì, ed egli si ritrovò refolo, in un viottolo oscuro e senza uscita, e non aveva la forza di tornare indietro o in alto. Vide una pozza d'acqua, il suo amore, e vi si accasciò sopra, smuovendone a malapena la superficie. Si guardò, riflesso, e non vide niente. Egli era morto.
  9. Manzotin

    Il castello dell'orrore

    Devo dire, le idee certo non ti mancano! Il racconto pero', come hanno anche detto molti altri manca principalmente di suspance, cosa che dovrebbe permeare un racconto dell'orrore. Quindi il tuo fa un po' acqua. Prova a lavorare di piu' sull'atmosfera. Descrivi le cose, prenditela con calma, chiudi gli occhi e immaginati in quelle stanze. Mi e' piaciuta la parte quando descrivi il dipinto sul soffitto, ma per esempio potevi aggingere la polvere sulle scale illuminate dalla luce dei tuoni, il silenzio opprimente o qualsiasi altra cosa che ti viene in mente dopo 30 secondi che immagini la scena Arazzi, sedie rotte, un sacco di cose! Inoltre la maggior parte delle scene le hai descritte molto sommariamente, ad esempio quella dello scheletro con il foglietto. Sei andata troppo sparata alla fine (che cmq è una buona fine, il tradimento paga sempre a parer mio) senza badare a quello che c'era in mezzo. Un buon racconto dell'orrore fa saltare anche quando si sente il PLIC di una goccia che cade! Se vuoi prendere ispirazione ti do' un paio di fonti: nella letteratura horror i miei preferiti sono ovviamente Poe e Lovecraft Il barile di amontillado La morte rossa In questi racconti succede poco e niente... eppure sono capolavori, a mio parere. Sento ancora le urla... Le descrizioni hanno ruoli proponderanti in entrambi i racconti. Anche il cinema è una delle fonti a cui mi ispiro piu' spesso. The Others è un film che mi riguarderei se dovessi scrivere un racconto dell'orrore. Ti dico... continua a scrivere! Ce la farai sicuramente.
  10. Quindi sei tu ad avere votato Che compare?
  11. Per non parlare dell'ormai celeberrima "Canna fatta di magia" di Sampei... "Il tuo amo è una callamitaaa impossibile cambiare stradaaaa.." Come non essere d'accordo, se la robba è bona? :
  12. Noto solo ora che nel sondaggio è presente un voto a favore di Che Compare! Vorrei l'esimio\a sig\sig\sig.re\sig.ra\sig.r.na\sig.r.no\sig.sob che ha votato in cotal modo qui rivelato, in modo che possa spiegare a noi fans il motivo di suddetta scelta, così che POTEMO DA FALLO CAMBIA' IDEA CHE SENNO' J'A MISCHIAMO LE OSSA E CE GIOCAMO A SCIANGAI!
  13. In effetti magari si tratta solo di disintegrare quello che toccano ste lame boomerang... certo, se ce le ha nelle mutante, ha una sessualità a dir poco... esplosiva!
  14. -@-@-@-@-@-@-@-@-@-@-@-
  15. Sono sicuro di una cosa: tutti quelli che hanno visto Daltanious da piccoli non dicevano affatto EE Daltanious che compare ggiù! Bensì Bimbumbaleggiù! Nonostante i testi originali si ostinino a riportare la prima opzione, il furor popolare dovrebbe essere nella seconda. Qual'è meglio tra le due secondo voi?
  16. Ma daaai "che compare giù"! Che vor di... niente! Molto meglio Bimbumbaleggiù! Apriamo un sondaggio?
  17. Brutto bast.... Non è che ci abbia visto tutto questo noir nelle descrizioni Pennacchinane... se ci fosse stato, probabilmente il libro mi sarebbe piaciuto di piu' Non riesce a coinvolgermi lo stile con cui scrive, non ci posso fare niente. Lo vedo come un incrocio mal riuscito tra molte cose. Il plot scarseggiante conclude il giudizio...
  18. Manzotin

    Ma quanto bravi siete?

    "Wow... dopo aver spiccato il salto, ho capito tutto. La vita è perfetta"
  19. Manzotin

    Ma quanto bravi siete?

    A beautiful mind, con Russel Crowe! Magari non è il primo film che esce fuori questa frase, ma ti assicuro che lo dice (quando sta decifrando il codice per i militari)
  20. Aoo dai non ci credo che non ricordi la sigla di Daltanious!!!
  21. Lo so, lo so, arrivo in ritardo di un paio di decadi per la recensione di questo libro. Ma ho le major a mia discolpa: erano almeno dieci anni che non se ne stampava una copia, e solo quest'anno la Fanucci ha deciso di riproporci questo mattone. In versione originale e uncut, diversamente dalla prima stampa, per giunta. Ma passiamo alla mera trama che, vi premetto, non è il libro, ma solo un prestesto per esso. La prima missione spaziale su marte avvenne anni or sono, con un equipaggio sperimentale a bordo: quattro coppie sposate di ingegneri, biologi e sociologi assortiti, accuratamente selezionati e superpagati. Dopo ben due anni di viaggio, l'astronave arrivò nei paraggi del pianeta e si preparò a toccarne il suolo. Purtroppo però, dopo l'atterraggio della navetta, si persero le traccie di essa e dell'equipaggio, e non se ne parlò piu' per 20 anni. Dopo questo periodo di tempo, viene sviluppato un motore per astronavi molto particolare, che permette di arrivare su marte in una sola settimana di viaggio. Il nuovo equipaggio scopre che il pianeta è popolato dai famosi marziani, ma niente antennine e faccine verdi: sono simili a grosse sfere i maschi, o piccoli esseri le femmine. La cosa piu' incredibile però è che su marte ritrovano un essere umano, che i marziani dicono essere nato durante la precedente missione spaziale. Del resto del precedente equipaggio non si sa niente. Valentine Michael Smith è il ventenne in questione. Riportato sulla terra, si trova sperduto in un mondo che non conosce: infatti le usanze marziane, oltre ad essere totalmeente differenti, hanno un modo di concepire la vita assolutamente improbabile per un essere che non sia un marziano. Michael si trova in una difficile situazione: pensa come un marziano, ma ha il corpo di un umano. Dopo molte insidie, politiche, sociali e culturali, riuscirà a capire gli uomini. Ma farà di piu': analizzerà tutta la società dal punto di vista di un essere che vi è esterno, come un marziano, ma che vi è anche interno, come un uomo. E le molte incongruenze, rancori odii e gelosie saranno quello che lo spingeranno a spiegare la sua filosofia a tutti: ogni persona non vive da sola nell'universo. Ogni essere che pensa e ragiona è direttamente responsabile della propria vita e felicità, ma anche della vita e della felicità degli altri. La prima cosa che vi consiglio è di non leggere questo libro con dei pregiudizi. Infatti è un libro molto "anarchico": a prima vista puo' sembrare che michael promulghi una specie di satanismo orgiastico. Ma prestando attenzione a quello che leggevo, al significato delle frasi, ho visto il genio dell'autore dietro tutto questo. E' vero che potrei leggere anche solo la lista della spesa di Heinlein e cadere in estasi letteraria, ma vi assicuro che qui non si tratta di fanatismo personale. In questo libro sono pochi gli argomenti che non vengono trattati: si parla di politica, finanza, filosofia, arte, religione. Ed alla fine la sintesi sarà cosi' completa, che vederne un insieme piu' grande verrà quasi naturale. E' questo il punto del libro in cui mi sono spaventato. Trangugiare un millilitro di veleno al giorno, tutti i giorni, non fa male. Ma ingoiarne un litro tutto insieme colpisce forte. Heinlein, come me, considerava che ci fossero molti sbagli alla radice della società, ed è in queste pagine che spiega il suo pensiero. Sarà che sono del suo stesso punto di vista, ma nessuno puo' negare che ogni ragionamento non sia logico e assolutamente corretto. Tramite Michael, propone un nuovo modo di vedere le cose, utopistico nel suo piccolo, ma che sorpassati i miei pregiudizi iniziali (pensavo di averne pochi, e invece mi sono scoperto ad essere quasi un integralista...) non posso che sperare si realizzi in tutta la sua completezza. Aspetto che qualcuno si immerga nella lettura di questo mattonato, e mi dia la sua opinione in merito!! Condividiamo l'acqua, e grokkiamo in pienezza.
  22. Devo dire che ho trovato questo autore molto interessante, ma non riesce ad appassionarmi. Ho letto il paradiso degli orchi il mese scorso, e sicuramente è un libro che, a conti fatti, mi è piaciuto... ma non cosi' tanto. Pennac è una persona molto intelligente: innanzi tutto è francese, e sa bene che evocare le atmosfere della sua patria è per chiunque le legga molto intrigante. Inoltre ha preso molto da altri autori: direi a prima vista Bucowski su tutto, ed Heinlein per i dialoghi lunghi (ma su quest'ultimo potrei anche sbagliarmi.. anche perchè ho appena finito un suo libro). Il problema principale che ho io con Pennac, è che non riesco a farmi piacere lo stile in cui scrive. Infatti quest'ultimo dovrebbe essere innovativo e coinvolgente, cosa che per me non è. Mi spiace ho letto di meglio. Per fare degli esempi italiani, Benni o Baricco. Ma queste sono preferenze mie... Se levate lo stile, noterete subito come i libri (o il libro, quello che ho letto io) di Pennac scendono indubbiamente un paio di gradini, dato che il plot e i personaggi, apparte un paio ben caratterizzati, non sono niente di speciale. Sufficiente, bravo ragazzo, ma niente di piu'
  23. Felice di essere stato utile! Penso che emmeuno abbia soltanto descritto una Home rule che loro usano...o almeno lo spero!
  24. Gli abadonware sono completamente legali, non vi preoccupate
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