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Cap. 2 La miniera
DM Le voci sono due, come avevate intuito: una maschile, profonda e rauca, con un accento duro, sembra un orco o mezzorco; l’altra femminile, tagliente ma con una nota di stanchezza, non capite di che razza. Maschio: "..Theldrick è scappato come il codardo che è, verso quelle caverne puzzolenti di Erythnul. Ha lasciato noi a marcire qui, Kendra. Se quegli avventurieri tornano ci faranno a pezzi. L’orso non è bastato a fermarli la prima volta." "Calmati, Garras. La Triade è una menzogna, lo sappiamo da tempo, Theldrick ci ha usati. Ma se arrivano qui, possiamo giocare la nostra carta: diremo che eravamo prigionieri anche noi e che ci teneva sotto minaccia. Potremmo persino aiutarli a finire il lavoro, in cambio di libertà" "Libertà? Qui? Con Smenk? E se non ci credono? Se ci ammazzano subito?" "Allora dobbiamo convincerli. Hanno già ucciso l’orso e fatto fuggire Theldrick. Sono forti. E se li convinciamo che sappiamo cose sulla pozza nera potrebbero ascoltarci. Almeno ci guadagnamo tempo." Un silenzio breve, poi il rumore di una sedia spostata. Una delle due figure si alza: l’ombra di un uomo massiccio si proietta sul paravento, come se stesse camminando avanti e indietro. Non sembrano avervi ancora sentiti. Il gruppo è nascosto nel corridoio buio, fuori dalla luce delle torce.
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Cap. 2.1 - Il ritorno di Kai
DM Venerdì 22 novembre 764 - Pre sera [Lago Diamante - tempio di St.Cuthbert] Haneserus ti ascolta senza interrompere, le mani ancora giunte, gli occhi fissi nei tuoi. Quando finisci di parlare con quella calma decisa che lascia trasparire la tua determinazione, ma anche la sincerità del tuo intento, resta in silenzio per qualche secondo. Il suo sguardo si sposta sulla tua mano tesa, poi torna sul tuo volto, come se stesse soppesando non solo le parole, ma l’anima che c’è dietro. Alla fine, un lieve sorriso di approvazione gli increspa le labbra. Allunga la mano e stringe la tua con presa ferma, callosa, quella di chi ha flagellato se stesso e il mondo per anni. "Fratello Kai, parli con il cuore di chi ha visto la luce di Pelor, ma con la mente di chi conosce il buio di questa città. Mi piace." Si alza lentamente, la tunica che fruscia contro la panca di legno. "St. Cuthbert odia la corruzione quanto odia il caos. Jierian Wierus predica che la legge è lo strumento con cui si castiga il male, non con cui lo si protegge. Se proponi un contratto equo, firmato alla presenza di un testimone del tempio, noi lo accettiamo. Io stesso posso fungere da intermediario e garante: una copia resterà qui, negli archivi del tempio, sigillata con il nostro marchio. Nessuno, nemmeno Smenk, oserebbe falsificarla senza attirare l’ira di St. Cuthbert.. e la nostra." Fa una pausa, il tono che si fa più grave. "Ma devi sapere due cose. La prima: Smenk non è uno stupido. Accetterà un incontro solo se pensa di poterci guadagnare, o se si sente minacciato. Un contratto equo non gli piacerà, ma se lo presenti come l’unica via per evitare “guai maggiori” e se hai qualcosa con cui minacciarlo, anche solo voci o prove, potrebbe cedere. Seconda: il prezzo che chiederà sarà comunque alto. Almeno 1.000 monete d’oro è una stima bassa; con gli interessi che aggiunge a suo piacimento, potrebbe arrivare a 1.500 o più. E vorrà pagamento immediato, o in rate con garanzie." Ti guarda dritto negli occhi. "Posso organizzare l’incontro nella sala neutrale del tempio, dopo il sermone principale di Wierus, ma devo capire qusndo. È il momento in cui la città è più tranquilla, e Smenk sa che qui non può portare troppe guardie senza violare il sacro suolo. Ti darò anche una pergamena con il sigillo del tempio che attesta la mia funzione di mediatore: mostrala ai suoi scagnozzi e ti faranno passare." Poi aggiunge, con un lampo di cautela negli occhi: "Ma ho bisogno di sapere quanto sei disposto a offrire esattamente, e se hai già una cifra pronta o un piano per reperirla. Senza quello, Smenk riderà e se ne andrà. Ti stringe la mano un’ultima volta, con forza. "Un'ultima cosa: prima di organizzare l’incontro con Smenk, devi dimostrarci che sei degno della nostra fiducia, fratello. Wierus predica che la vera giustizia si conquista con azioni, non parole. Abbiamo un problema qui in città: un minatore di nome Gorrak il Zoppo, un ex fedele del nostro tempio, è accusato di falsificare debiti per conto di Smenk: ruba ai poveri per gonfiare i conti, lasciando famiglie al gelo invernale. Raccogli prove concrete, legalmente, senza violenza: testimoni, documenti. Portale qui entro due giorni. Se ci riesci, Wierus ti benedirà come mediatore, e avrai il nostro sigillo per il contratto"
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Teletrasporto in un luogo semovente
Secondo me non riesci ad arrivare dove si sarà spostata la nave, anche se tu memorizzassi la cabina interna - e dunque avessi contezza al 100% della locazione - esso si sposta nello spazio. Per funzionare forse un modo c'è: memorizzare "locate object" e sintonizzarti sul tavolo presente nella cabina, poi una volta trovato usi "teleport" Il metodo è certo funzionare entro 300 metri - il raggio di "locate object" - oppure 600 metri se hai "extend spell" che raddoppia il raggio
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Il Tempo dei Perduti
Akseli Appala In casa "Tranquilla, siamo qui per aiutare, non vogliamo farti alcun male, siamo in compagnia della sacerdotessa.. e lancio uno sguardo verso di lei per farla palesare ..non ho armi con me, mi chiamo Akseli. Posso avvicinarmi? Se hai paura a scendere rimarremo qui con te a proteggerti. Ci puoi dire cosa è successo?"
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Cap. 2.1 - Il ritorno di Kai
DM Venerdì 22 novembre 764 - Pre sera [Lago Diamante - in direzione del tempio] Le strade buie e fangose di Lago Diamante ti portano alla Vena, la strada principale che taglia la città come una cicatrice infetta. Qui, tra taverne puzzolenti e botteghe di false speranze, sorge il Tempio di St. Cuthbert: un edificio austero di stucco grigio, fiancheggiato da torri squadrate che sembrano più una prigione che un santuario. La facciata è spoglia, senza ornamenti, solo una mazza incisa sulla porta pesante come simbolo di giustizia implacabile. Nonostante l’ora non cosi tarda una luce fioca filtra dalle finestre strette, e un accolito armato di bastone nodoso veglia all’ingresso, gli occhi vigili sotto il cappuccio. Ti fa entrare senza domande, riconoscendo l’aura di un chierico. L’interno è spartano: un santuario con panche di legno duro, un altare semplice, e pareti macchiate da anni di fumo di torce. L’aria sa di incenso amaro e sudore. Non c’è lusso qui: St. Cuthbert non tollera fronzoli, solo disciplina e flagello. Vieni accolto da Haneserus, l’aiutante principale di Jierian Wierus, un chierico umano di mezza età, magro e scrupoloso, con la testa rasata e una tunica logora. È lui che gestisce le faccende quotidiane del tempio, mentre il sommo sacerdote Jierian Wierus è spesso in isolamento, perso in intense sessioni di preghiera e autoflagellazione. Haneserus ti squadra con occhi penetranti, come se stesse giudicando la tua anima, poi ti fa sedere su una panca dura in una stanza laterale. Gli parli della tua ricerca sulle “regole scritte e non scritte” della città: debiti familiari, schiavitù per debiti, bordelli come il Velo di Mezzanotte. Non entri nei dettagli personali, ma il tuo tono lascia intendere urgenza. Haneserus ascolta in silenzio, annuendo piano, le mani giunte in un gesto di preghiera costante. Quando parla, la sua voce è bassa e precisa, come un sermone misurato: "Fratello in fede, anche se servi il Sole e non il Flagello apprezzo la tua ricerca di giustizia. Qui a Lago Diamante, St. Cuthbert insegna la via della disciplina, dell’onestà e del sacrificio. I nostri fedeli, circa 150 anime stanche, vengono dalle baracche, flagellandosi per espiare i peccati del mondo. Il nostro sommo Jierian Wierus predica contro il marcio dei potenti. Ma rispettiamo la legge, perché senza ordine non c’è giustizia." Si china in avanti, gli occhi accesi. "Mi chiedi delle regole. Quelle scritte: il Codice Minerario rende i debiti ereditari, trasmissibili ai figli. La servitù per debiti è legale fino al saldo, inclusa la cessione a terzi, miniere, bordelli, tutto. Il governatore Lanod Neff ignora le denunce contro i grandi come Balabar Smenk o Ragnolin Dourstone, a meno di prove irrefutabili e testimoni pronti a rischiare la vita. Le non scritte: chi ha guardie e monete detta legge. Smenk controlla i bordelli come il Velo attraverso intermediari; alza interessi a piacimento, falsifica registri. Per liberare qualcuno da lì devi pagare tutto o portare prove di frode a un tribunale esterno, come Greyhawk. La forza? Ti rende un criminale, e la milizia ti dà la caccia." Fa una pausa. "Se cerchi alleati contro l’ingiustizia, il Secchio Arrugginito è il posto dove si radunano gli avventurieri di passaggio. Wierus è in preghiera ora, ma se porti prove concrete del marcio dei potenti, il nostro tempio potrebbe.. assistere, entro i limiti della legge." Ti guarda con intensità. "St. Cuthbert punisce il male, ma con ordine. Scegli bene, fratello."
- Age of Worms [TdS-3]
- Age of Worms [TdS-3]
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Cap. 2.1 - Il ritorno di Kai
DM La stanza sembra rimpicciolirsi sotto il peso delle emozioni che si intrecciano nell’aria viziata. Il contatto che hai con il suo viso è leggero, ma porta con sé un calore che sembra alieno in quel luogo di desolazione. Le gemelle ti guardano, sorprese da quelle parole. Lira abbassa lo sguardo, mentre Mira si morde il labbro, come se cercasse di trattenere un’emozione che non osa nominare. Le due esitano, poi si siedono sul bordo del materasso, rigide, come se temessero di macchiare anche quel momento di tregua. Mira si stringe le braccia al petto, Lira giocherella con un lembo della gonna. Lira alza gli occhi, lucidi ma determinati. Prende un respiro tremante e comincia a parlare, la voce bassa come un sussurro rotto: "Balabar Smenk è un mercante schifoso, uno dei padroni delle miniere qui intorno. Possiede la miniera a nord-est, quella dove papà lavorava. È un uomo basso, grasso, con una barba nera unta e un sorriso che ti fa venire i brividi. Vive in una villa lussuosa vicino al lago, sorvegliata da guardie armate. I nostri genitori gli dovevano.. non lo sappiamo con esattezza, ma parlavano di centinaia di monete d’oro. Era per la cura di mamma, medicine che lui diceva di aver fornito, ma che forse non ha mai dato davvero. Quando papà è morto, il debito è passato a noi. Ci hanno detto che erano almeno 500 monete, forse di più con gli interessi. Smenk ci ha vendute alla matrona per “saldare” parte del conto, ma ogni moneta che guadagniamo finisce nelle sue tasche." Mira interviene, la voce più ferma ma carica di amarezza. "Lo trovi nella sua villa di giorno, o alla miniera, o quando va a controllare le sue “proprietà”. Ha spie ovunque, Kai. Se sa che sei qui, ci farà del male, o peggio. La matrona ci tiene d’occhio, e l’orco fuori è il suo cane da guardia." Lira aggiunge, quasi implorante: "Se ci porti via, dobbiamo farlo in segreto. Altrimenti ci uccideranno, o ci rivenderanno a qualcun altro. Ma, grazie, Kai. Non pensavamo che qualcuno sarebbe tornato per noi." Il tempo scorre inesorabile: sono passati circa venti minuti dall’inizio dell’ora. Fuori, il rumore del bordello continua.
- Age of Worms [TdS-3]
- Playtest di un nuovo sistema
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Cap. 2 La miniera
DM Edwarf alza la mano per imporre silenzio assoluto, poi avanza felpato lungo il corridoio stretto, scudo sollevato e mano libera pronta. Narcyssa annuisce e si ferma subito dopo l’ingresso, gli occhi fissi in avanti. Jared scivola silenzioso alle spalle del nano, daga in pugno; Krug resta accanto alla maga, ascia stretta, il respiro controllato a fatica; Demetrius chiude la fila, simbolo di Norebo tra le dita, pronto a benedire o curare. Edwarf arriva rapidamente alla porta di legno massiccio sulla destra. La maniglia è fredda e arrugginita. Con un movimento rapido ma silenzioso gira l’anello, spinge piano e apre la porta di qualche spanna, abbastanza da sbirciare dentro. La stanza che si apre (circa 6×8 metri) é illuminata solo dal debole riflesso delle torce provenienti dalla camera successiva. Due letti a castello contro la parete opposta, coperte di lana grezza buttate alla rinfusa, una che pende dal letto superiore. Al centro, un spesso tappeto di pelle d’orso marrone scuro, logoro e macchiato. Tre sgabelli di legno intorno, uno rovesciato sul pavimento. Lungo la parete destra un rastrello per armi di ferro, ancora carico: 6 giavellotti, una spada lunga, un robusto arco lungo composito con impugnatura rinforzata (chiaramente adatto a una forza non comune) e quattro faretre piene, ognuna con 20 frecce. Le pareti sono dipinte di rosso sangue sbiadito, ma la stanza è vuota. Mentre Edwarf controlla rapidamente che non ci siano trappole o nascondigli (non ne vede), il mormorio dalla stanza in fondo al corridoio diventa leggermente più chiaro. Le due voci, una maschile profonda e rauca, l’altra femminile tagliente e controllata, continuano la loro discussione concitata. Ora distinguete qualche parola frammentaria: "Theldrick è fuggito come un codardo verso quelle caverne schifose di Erythnul" "..se tornano quegli avventurieri, siamo finiti. Dobbiamo convincerli che siamo dalla loro parte, o ci massacreranno" "..la Triade è una menzogna, Kendra. Lo sappiamo entrambi" Le ombre delle due figure si muovono oltre il paravento di legno, vicino al grande letto con le pellicce. Ancora non vi hanno notato, concentrati come sono sulla conversazione.
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PG
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Cap. 2.1 - Il ritorno di Kai
DM Si irrigidiscono per un istante, sorprese, poi si abbandonano al tuo abbraccio. Senti il corpo di Lira tremare leggermente, mentre Mira appoggia la testa contro la tua armatura, come se cercasse un calore che non ricorda più. Per un momento, il tempo sembra fermarsi, e le rivedi bambine, con le loro risate e i capricci, prima che il debito e la miniera le strappassero via.. Quando le emozioni si placano, lasci la presa e ti siedi sul bordo del letto, cercando di ritrovare la compostezza. Pronunci una breve preghiera a Pelor, le tue mani che sfiorano la brocca d’acqua torbida: un tenue bagliore dorato pulisce l’acqua, rendendola limpida e pura. Versi il liquido nei bicchieri scheggiati e le offri con un sorriso forzato, cercando di mascherare il peso che ti opprime il cuore. Lira abbassa lo sguardo, giocherellando nervosamente con un filo della gonna strappata. Mira, invece, ti fissa con un misto di speranza e sfiducia, poi prende il bicchiere d’acqua con mani tremanti e beve un sorso, come se fosse un gesto proibito. Dopo un lungo silenzio, è Lira a parlare per prima, la voce bassa e roca, spezzata da un singhiozzo represso. "Kai, non so nemmeno da dove iniziare. Dopo che ci hanno portato via la casa, dopo che papà è morto sotto quel crollo, Smenk ha mandato i suoi uomini. Dicevano che il debito era nostro, che dovevamo ripagarlo. All’inizio ci hanno messe a lavorare nelle miniere, a portare sacchi di minerale ma era troppo per noi. Poi ci hanno vendute al Velo. Tre anni fa. La matrona, quella strega, ci tiene qui con la scusa che dobbiamo saldare ancora migliaia di monete. Non ci lasciano mai uscire, a meno che non sia per qualche cliente speciale, o per punizione." Si ferma, gli occhi lucidi, poi aggiunge a fatica: "Ci hanno spezzato, Kai. Non siamo più quelle bambine. Ma vederti, forse c’è ancora una speranza." Mira alza lo sguardo, la cicatrice sopra il sopracciglio che spicca sotto il trucco sbavato. "Se ci aiuti, sarà pericoloso. La matrona ha guardie, e Smenk.. lui sa tutto. Ha spie ovunque. Se provi a portarci via, ci uccideranno o ci daranno la caccia." Fa una pausa, poi aggiunge con voce tremante: "Ma tu, tu sei un prete. Non ci giudicherai, vero? Non ci odierai per quello che abbiamo fatto per sopravvivere?" Il tempo scorre veloce: sono passati già quindici minuti. Fuori, il rumore del bordello continua, ma per ora nessuno bussa. Hai ancora circa quarantacinque minuti prima che la matrona mandi qualcuno a controllare.
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Il Tempo dei Perduti
Akseli Appala In casa "Concordo sull'andare fino in fondo. L'infante deve essere ancora in vita, e spero anche la madre, anche se la pozza di sangue della quale parlava Ugo in cucina.. " mi taccio, non serve parlare oltre. "La botola, andiamo" Non perdo altro tempo e mi dirigo verso la botola con l'intento di aprirla e verificare cosa ci sia nel sottotetto.
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Cap. 2.1 - Il ritorno di Kai
DM Le tre monete d’oro che fai scivolare nella mano grassoccia della matrona fanno sparire all’istante il suo ghigno sarcastico. Gli occhi le si illuminano di un bagliore avido. Chiude il pugno sulle monete con un gesto rapido, quasi animalesco, poi ti rivolge un sorriso untuoso, mostrando denti ingialliti. "Ah, un prete con il cuore generoso… e il portafoglio pesante. Mi piace." Fa un cenno secco con la testa verso il corridoio laterale, oltre una tenda di velluto rosso logoro. "Stanza 7, in fondo a destra. È la più tranquilla che abbiamo: porta solida, finestra sbarrata, letto abbastanza grande per tre. Niente interruzioni, niente domande. Un’ora intera, come pagato." Abbassa la voce, sporgendosi leggermente verso di te. "Ma se provi a portarle via o a fare il missionario con la Bibbia in mano, il mio orco ti spacca le ginocchia e ti butta nel lago. Chiaro, uomo di Pelor?" Non aspetta risposta: schiocca le dita in direzione delle gemelle. Lira e Mira, che fino a quel momento hanno cercato di fingere di non averti riconosciuto, si irrigidiscono visibilmente. Una delle due quella con una piccola cicatrice sopra il sopracciglio sinistro, Lira, ora lo ricordi spalanca gli occhi per un istante, poi abbassa lo sguardo. L’altra, Mira, si morde il labbro inferiore, pallida sotto il trucco pesante. La matrona alza la voce, autoritaria: "Lira, Mira! Cliente speciale nella 7. Muovetevi, e sorridete, perdiana." Le due si avvicinano lentamente, evitando di guardarti direttamente negli occhi. Indossano abiti succinti di seta logora, rossi e neri, che lasciano poco all’immaginazione: segni di una vita che non hanno scelto. Quando vi passano accanto per precederti verso il corridoio, senti Lira sussurrare, quasi impercettibilmente: "Kai?" La voce è rotta, incredula, come se temesse di sbagliarsi.La matrona ti fa cenno di seguirle. Il corridoio è stretto, illuminato da una singola lanterna a olio che puzza di rancido. Passate davanti a porte chiuse da cui provengono gemiti, risate ubriache e colpi ritmici contro il legno. In fondo a destra, la porta numero 7: legno grezzo, rinforzata con bande di ferro, una piccola feritoia chiusa da un chiavistello interno. Mira apre la porta con una chiave che porta appesa al collo. Dentro: una stanza angusta (3 metri per 4), un letto grande con materasso macchiato e lenzuola che hanno visto giorni migliori, un tavolino con una candela mezza consumata, una brocca d’acqua torbida e due bicchieri scheggiati. Una finestra sbarrata da assi inchiodate lascia filtrare solo un filo di luce lunare. Le gemelle entrano per prime, chiudono la porta dietro di te. Il chiavistello scatta con un rumore secco. Per la prima volta dopo 19 anni, siete soli. Lira si appoggia alla parete, le braccia conserte come a proteggersi. Mira si siede sul bordo del letto, le mani che tremano leggermente. Entrambe ti guardano finalmente in faccia: occhi stanchi, segnati da anni di cose che nessun bambino dovrebbe vivere. Mira parla per prima, la voce bassa, spezzata: "Sei davvero tu? Kai? Il nostro… fratello maggiore?" Lira aggiunge, quasi sussurrando: "Pensavamo fossi morto… o che ti avessero tenuto a Greyhawk per sempre. Perch, perché sei qui?" Il peso di quelle parole ti colpisce come un maglio. Hanno paura di sperare.