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Contenuti visualizzati con la più alta reputazione il 28/07/2008 in tutte le aree

  1. Sono in pressochè totale disaccordo. Io sono un grande fan dei Batman di Burton (soprattutto il secondo), ma i due film non possono essere paragonati in questo modo. Basti pensare anche alla quantità di materiale fumettistico sul joker uscito (Arkham Asylum: serious house on serious earth, ad esempio) nei 20 anni che li separano. I due film hanno scopi diversi, per questo non possono essere paragonati: Burton vuole creare un favola dark, con un eroe incompreso dagli altri e da se stesso, e dei cattivi allegorici. Nolan vuole creare un mondo ragionevolmente verosimile, con problemi di oggi, e raccontare la storia di personaggi (buoni o cattivi) cui questo sistema sta stretto. Una delle cose più belle dei film di Nolan rispetto a Burton è la massiccia presenza della polizia: non più eroe solitario in un mondo malvagio, ma vigilante che cerca di inserirsi in un sistema che già prevede "eroi" più convenzionali. Nolan è molto, molto più fedele ai fumetti moderni, fumetti non più per bambini ma per tutti, crudi, reali. Il Joker di Ledger è più vero: sadico, schizofrenico, crudele, ma in realtà estremamente lucido, è il VERO Joker, la vera nemesi di Batman, l'unico villain in grado di pianificare meglio di lui; allo stesso tempo l'unico nella cui testa non riesce ad entrare, perchè guidata dall'anarchia e dalla lucida follia. Assolutamente incurante del dolore e della morte, privo di un origine certa, il Joker di Ledger è il Joker, mentre il Joker di Nicholson è il classico pazzo interpretato da Nicholson: chi avrebbe riconosciuto Ledger se non avesse saputo che era lui? Mentre Nicholson è molto riconsocibile, non solo per la faccia, ma proprio per lo stile. A parer mio Caine e Oldman, entrambi "fuori ruolo" (Caine dopo una gioventù da "duro e figo" si trova a fare il saggio maggiordomo, Oldman da psicopatico a commissario padre di famiglia) sono due dei punti di forza del film, due attori eccezionali in ruoli insoliti. Mi sembra in tono con il resto del film. L'unica cosa a parer mio che ha peccato in "scarso fumettismo" è la BatCave, che con la scusa della ricostruzione di Wayne Manor è stata ridotta ad un banale hangar da cui spuntano pezzi di super-tecnologia.
    1 punto
  2. Non mi dilungherò in commenti già detti su di un film dalla realizzazione quasi perfetta ma dal doppiaggio alle volte discutibile. Piuttosto in questo film, soprattutto rispetto ai vecchi, ho colto ben più della solita trama "Joker fa il cattivo, Batman lo va a prendere a mazzate", e posso ben dire di non essere stato l'unico, visto il successo che ha riscosso il pagliaccio. Siccome nell'esporre quello che ho colto potrei usare citazioni dal film, metterò tutto sotto spoiler, chi vuole legga. Spoiler: Perché Joker ci affascina? Perché lo odiamo per la sua crudeltà che giunge al limite del disgustoso ma allo stesso tempo lo attendiamo con impazienza? Perché Batman stavolta non è il supereroe che svetta su tutti ma pare essere allo stesso livello del pagliaccio? Perché alla fine non siamo portati a dire "Batman ha vinto"? In questo film, come ho già detto, Joker diventa un personaggio in grado di confrontarsi con la statura morale del cavaliere oscuro, e questo perché propone idee che non ci sentiamo del tutto di smentire, ed anche perché ci sentiamo in qualche modo affini a lui, legati alle sue teorie, condividiamo in certa misura le sue frasi ed i suoi atti, pur essendo consci del fatto che non li commetteremmo mai. E lo stesso fa Gotham City. Immaginiamo per un attimo che Gotham sia un grande organismo, una grande mente anzi, la nostra mente addirittura. Ebbene, in questa città abbiamo due tipi di persone: i giusti, quelli che seguono le leggi, siano essi comuni cittadini o poliziotti, coloro che agiscono secondo una morale fissa, anche se a volte svantaggiosa dal punto di vista pratico, ed i criminali, persone che pensano al loro utile, che cercano di arricchirsi a discapito di altri. La situazione potrebbe evolversi da questo singolo sistema, ed invece interviene un altro elemento, interviene Batman. Batman è la giustizia senza scopo, è la legge, è il motivo per cui, come dice Joker, i criminali hanno paura ad uscire la notte, il motivo per cui si ritrovano di giorno, il motivo per cui i criminali di Gotham sono via via sopraffatti dalla legge, il motivo per cui i desideri dei singoli devono sottomettersi alla legge, ad una legge che non è loro, come possiamo dedurre. Insomma, Batman è la paura che ci tiene sulla retta via, è il simbolo di quello che ci spinge ad oscurare i nostri desideri in favore della legge. Batman è un superego sociale. E quale è il frutto diretto del rafforzamento del superego-pipistrello? Semplice, la comparsa, esattamente come accade per gli squilibri mentali, di un Es incontrollabile, di una pulsione vitale caotica ed irrefrenabile che cerca di bilanciare la situazione, dopo essere stata repressa troppo a lungo: Joker. Non per nulla un pagliaccio. Un criminale a cui non importa dell'utile, ma che vuole solo divertirsi, vuole giocare, vuole il caos che a lungo è mancato alla città. Tuttavia, proprio come negli squilibri mentali le manifestazioni impulsive della mente sono dannose e si cerca di curarle, anche Joker è malvagio, è un criminale, va catturato. Altra questione: l'origine di Joker. Mentre infatti Batman proviene da un percorso vitale ben noto, una storia della quale conosciamo le tappe e le esperienze, Joker racconta sempre storie diverse a seconda delle persone che ha di fronte, Joker ha infinite storie, quindi non ne ha nessuna. Joker c'è sempre stato, Joker è sempre esistito, Joker è semplicemente ricomparso, ricomparso come lato oscuro della mente di tutti, ed ha per ognuno una storia che può lasciare il segno, perché è la storia che potremmo vivere noi. Se volessimo costruire veramente la storia di Joker, e quindi ammettere che ne abbia una, ne risulterebbe un personaggio pirandelliano, che da un lungo percorso di vita torna al punti di partenza, torna ad essere un bambino; ma il percorso non è circolare, è spiraliforme: Joker è un bambino adulto, dall'artificilità della vita ha ricreato la caotica istintualità, è caos ma ne è cosciente, sa cosa vuole ora, ed ha ottenuto, dalla sua crescita mentale, i mezzi per ottenerlo. Joker è un bambino con le facoltà mentali di un adulto. Eccoci alla domanda conclusiva del discorso, nonché del film: chi vince? Per rispondere dobbiamo fare un passo indietro, e guardare cosa combina Joker a Gotham City. Egli non vuole potere, non vuole soldi, vuole divertirsi, divertirsi a mostrare come il principio di tutto sia un caotico istinto di attaccamento alla vita, e come esso trascenda le leggi. Si diverte quindi a corromere persone apparentemente integre dal punto di vista morale: costringe a scegliere fra la vita dei cari o quella di uno sconosciuto protetto dalla legge, fra la vita di una persona amata e di una utile alla città, fra la propria vita e quella di molti altri. Vuole mostrare che, in condizioni estreme, scegliamo noi stessi. Ma Batman non si lascia corrompere: sceglie la vita di chi è utile alla società, sceglie di non uccidere Joker, sceglie di sopportare da solo il peso delle ingiustizie altrui, sceglie una vita non sua, sceglie di essere un superego sociale. E' una vittoria sofferta, Joker non ha aperto nessuna falla nell'armatura di giustizia di Batman, ma solo il cavaliere oscuro ne ha tratto danno. La giustizia comporta sacrifici. Non sempre vincere significa trionfare. Joker vive, Batman vive, ma Joker è destinato ad una vita semplice pur avendo perso, mentre Batman vince ed ottiene dolore. Ma lui può sopportarlo. Perché lui è il cavaliere oscuro.
    1 punto
  3. Mi permetto di rispondere personalmente a questo commento, dato che mi poni una domanda diretta. Sta proprio qui la profondità, mi stupisce che tu non l'abbia colta. Il joker di questo nuovo batman si atteggia a spiantato senza senno, ma non lo è per nulla! In quel dialogo con Harvey il joker lo rigira come un calzino, lo trasforma in una sua creatura, lo usa come un burattino! Ti basti pensare a come Dent, assorbito il messaggio del Joker, diventi una mina vagante, del tutto priva del giudizio "terroristico" che muove il Joker. La profondità di questo Joker sta proprio nella sua nuova identità terroristica, nel senso di straniamento portato da una volontà sovversiva che si muove secondo una logica precisa, e facendo perno sulle carenze delle basi della nostra società. Nolan ha preso l'immagine del terrorismo internazionale e l'ha spremuta in un'unica, straniante, inarrestabile figura burlonesca, il tutto senza far perdere al personaggio la sua dimensione caratteriale. E mi chiedi dov'è profondo questo Joker? Mi chiedo che film abbia visto tu, e se per caso non lo hai visto con occhi nostalgici o un poco prevenuti Scusa, non te la senti di paragonarli o il migliore è quello di tim? io mi deciderei Secondo me hai ben ragione nel non volerli paragonare, dato che sono due film che ben si assestano nel periodo culturale nel quale sono stati girati. Il Batman di Tim Burton è pregnante, estremamente allegorico (proprio come molti film dell'epoca), mentre questo batman è più crudo e diretto, fatto per essere percepito e assorbito dal pubblico odierno. Io non parlavo di superamento in termini qualitativi (uno è stato meglio dell'altro), ma di superamento in termini stilistici. Questo nuovo Joker è una nuova interpretazione degli stessi principi che muovevano il vecchio, ribilanciato (a mio parere magistralmente) sui canoni delle nuove tematiche sociali che ogni spettatore usa come filtro quando vede un film (esempio banale, quanto senso in meno avrebbe Apocalypse Now, se uscisse ora?). Altra cosa... come attore è meglio Nick o Heath? E' un discorso privo di senso. Io non mi lancerei in prima persona su valutazioni del genere, dato che il paragone tra due attori di due epoche diverse e con un gap di età e di esperienze così ampio è semplicemente inutile. Mi immagino già le discussioni "ma quelli del cinema di Nikolson erano altri tempi", "eh, ma se Ladger avesse avuto altri 40 anni per recitare vuoi che non gli davano un oscar", ecc... stiamo paragonando mele e pere, qui non si parla degli attori, e soprattutto non mi puoi venire a dire che dovrei ritenere il joker di nikolson migliore perché è un'attore di un altro calibro. valuto la parte a seconda di come viene interpretata, non in base all'attore che la interpreta. Amo Robin Williams, questo non gli ha impedito di fare parti pessime negli ultimi tempi. A me bale piace, e parecchio. Da American Psycho fino a qui mi è sempre risultato ottimo. problema tuo, Gary è famoso per essere un trasformista, se per questo io non lo vedevo in harry potter, ma questo non toglie che nolan abbia fatto bene a sfruttare la sua ecletticità. questo è un mio parere personale, ma Kathie Holmes ha il carisma di una soletta per le scarpe, e non è più espressiva di John Holmes. Ha il minuscolo difetto di avere una sola espressione ( http://www.filmweb.no/multimedia/archive/00059/Katie_Holmes_59455o.jpg ). Il sorriso storto che mette alla fine di ogni scena recitata ed è un difetto del film? ci sta, son d'accordo. per i motivi di cui sopra, mi trovi del tutto discorde. Ti consiglio una seconda visione, magari in lingua, cercando di leggere il joker in questa chiave che ti ho proposto.
    1 punto
  4. salve a tutti, mio primo commento su DL, vedrò di renderlo storico: Premettendo che io dipendo in gran parte dal resto del gruppo nella scelta dell'adattare la nostra campagna alla 4.0 o meno, visto che se la maggioranza scegliesse di farlo mi adeguerei, ritengo che qeusto potrebbe essere un passaggio che porterebbe ad un notevole impoverimento a livello di atmosfera e di realismo del mondo circostante. La capacità di giocare di ruolo è personale, non dipende dal sistema di gioco che si utilizza. Diverse delle persone che conosco possono giocare una sera intera una campagna improvvisata senza schede e manuali, basta un d20 in 6 (mitica la serata con Saki). Quindi, escludendo il timore per la perdita in gdr dei singoli giocatori, penso che il problema della 4.0 per le campagne altamente interpretative sia che non consente al master una base di regole su cui appoggiarsi per gestire il mondo che circonda i PG, ma egli si ritrova a dover improvvisare del tutto. Nel mio caso specifico non ritengo sarebbe un problema, visto che il mio master è Dark megres, che come sapete ha un'ottima impostazione da regolista e una grande capacità comunicativa, ma per master alle prime armi il compito potrebbe risultare molto più difficile. Un ragazzino nerd di 14 anni che fa il Master per far divertire i suoi amici si trova a dover immaginare un mondo, e fin qui tutto normale, ma si trova anche a dover creare da solo un supporto regolistico bilanciato che non favorisca l'uno o l'altro, cosa che i playtester professionisti impiegano mesi a fare. A mio avviso il taglio powa\semplicistico della IV edizione è sicuramente un'ottima cosa a livello di diffusione, poichè rende accessibilie il fantasy praticamente a chiunque, ma rischia di creare una percentuale diminuzione del numero di campagne ben giocate. Lo scopo finale è comunque il divertimento, quindi non critico la videgiocosità dell'edizione in se, sono solo preoccupato per l'assestamento totale del livello ruolistico.
    1 punto
  5. i miei dadi sono di tanti colori opachi marmorizzati...ne avevo un altro di set ma ne ho persi molti e i superstiti sono in convalescenza e non li uso...
    1 punto
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