Lol Dan.
Bello il tuo post.
Siamo lontani anni luce tu ed io, ma fa niente.
Parliamo dei tuoi casi da master, e di come li vedo io:
Tu descrivi prima un caso generale, poi dai esempi specifici, ma piuttosto di parte.
Io masterizzo, ma gioco anche in un altro gruppo. E il master è il caso 1).
Solo che:
- non da premi ad un pg piuttosto che un altro
- accetta obbiezioni
- ecc.
Insomma, non credere che è perché qualcuno usa piuttosto la fantasia che sia un DM pieno di se ("io sono il master e basta").
Sembra che tu dia per scontato che un master del genere sbagli, e vada nell'errore e nel prediliggere un PG.
In realtà, un master del genere usa un set di regole proprie, che sono sue.
Non è infatti diverso dal punto 2), solo che le regole sono sue, e non della WotC. Ma pensare che quindi le sue regole siano sbagliate è un errore. Non è che le regole della WotC siano perfette, sai ? (sono anche create dall'uomo)
Nel caso 1), infatti, ci possono stare DM inesperti o egocentrici, come dici tu, o DM al contrario con un esperienza di gioco vastissima. Tale da creare loro stessi le regole, anche a fantasia.
Infatti, l'esperienza di un DM aumenta sempre. E quindi arriva un momento dove per definizione ha una visione più equilibrata che un set di regole (che più di 8 anni di anzianità al massimo non ha).
Essendo tu un DM del genere, è ovvio che qui non leggo nessun caso specifico che sia "visto male".
Ma ce ne sono, e tanti.
DM del genere infatti ti impediranno di fare un azione, anche non in combattimento, perché "non è contemplata dal manuale".
Saranno incapaci di masterizzare o creare un mondo con regole proprie (viaggi planari per esempio, su piani inventati).
E se messi davanti alla "logica contro regole", andranno verso le regole.
Esempio: uno che fa 40 sul tiro di spellcraft vorrà sapere che magia ha lanciato il mago di fronte.
Il DM 1) gli dirà "non la conosci". Il DM 2) gli dirà la magia, anche se lui non l'ha mai vista o sentita prima d'ora (perchè considererà, magari, che il PG ha letto un libro sull'argomento quando studiava ai primi lvl).
Il mio parere personale è che i DM inesperti possono anche vedersi nel caso 2), perchè cosi, "non possono sbagliare".
Master più esperti possono anche restare nel caso 2), ma cominciano a capire benissimo che le regole non sono tutto, e che sono solo un strumento, non un vangelo.
I master "antichi" non appartengono più al caso 2), questo te lo do per certo.
Vedi caso 1): si vede che non ti piace.
Ma il master 3) può anche essere qualcuno che la sa lunga, per tutte le ragioni elencate precedentemente.
Certo, ci sono anche qui master egocentrici e lunatici.
Ma il non seguire le regole, e avere house rules, non è sintomo di questo fatto.
Anzi.
Spesso i master esperti sono nel caso 3), semplicemente perché hanno creato house rules per migliorare (secondo la loro opinione, certo, ma che è sicuramente maggiore dei giocatori, in generale) altre regole ufficiali.
E non certo per lunatismo o manie di protagonismo. Ma per fare divertire meglio tutti, PG compresi.
Lo scopo, l'intento (del DM), quindi, in questi 3 casi è TUTTO.
E non puoi affibbiare un peggiorativo ad una categoria solo perché tu hai avuto brutte esperienze solo in un senso su alcune di esse.
Ricordiamoci che il GdR è Gioco di Ruolo, non Gioco di Regole.
Con questo non voglio diminuire l'apporto delle regole. Solo che voglio ribattere che sono un strumento per ruolare, giocare.
E infatti è possibile farlo nel caso 2). Ma solo fino ad un certo punto. Proprio perché le regole sono un insieme finito di cose, mentre il ruolo ha potenzialità infinite.
P.s: con questo non voglio assolutamente dire che sei un master "medio" o "scarso"!
Ognuno ha la sua propensione, e c'è chi rimane per ANNI al 2), anche 10 o più, e c'è chi ci rimane meno e passa al 3) o al 1).
C'è chi è un ottimo ed esperto master che rimane al 2), anche.
Ma ognuno di questi master esperti sanno che le regole non sono tutto.
E alla domanda "ma non seguendo le regole del manuale si fa un torto!!! è un interpretazione potenzialmente falsata e personale!!!", loro guardano l'interlocutore e sorridono / ignorano.
Perché semplicemente sanno che non è il caso, e quindi che non c'è da preoccuparsi.