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“Musashi” di Eiji Yoshikawa

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Questo romanzo incentrato sul più celebre, forse, tra tutti i samurai giapponesi, è descritto come un grande classico della letteratura nipponica, che rappresenta per loro quello che per gli italiani sono “I promessi sposi”.

In verità già nei primissimi capitoli io ho rilevato una profonda differenza tra le due opere: mentre quella di Manzoni catapulta immediatamente il lettore in una vicenda piena di enigmi e conflitti interpersonali, “Musashi” comincia dalla conclusione dell’epica battaglia di Sekigahara nel 1600, quindi l’azione si è già svolta e l’opera si presenta come una gestione della quiete dopo la tempesta. Inoltre mentre nell’opera di Manzoni la fa da protagonista il fronteggiarsi dei diversi personaggi, ognuno con un ben distinto temperamento (i bravi e don Abbodio, don Abbondio e Renzo, Renzo e Lucia con fra’ Crisotoforo, ecc.), in Musashi invece ogni personaggio è impegnato per lo più nell’affrontare i propri demoni interiori, un lavoro d’introspezione, anche quando viene svolto in maniera superficiale. Oltre al protagonista si può individuare un ristretto gruppo di personaggi secondari che si alternano nell’affiancare l’eroe lungo tutto il corso della narrazione. Tutti loro, a prescindere degli obiettivi concreti che si prefiggono, si possono dividere in due categorie: quelli che prendono seriamente la loro vita, quindi decidono d’impegnarsi per conquistare un senso alla loro esistenza, e quelli che invece badano unicamente a perseguire piaceri mondani e gioie effimere. In questo credo risieda il grande valore pedagogico dell’opera, nettamente superiore a quello dell’italiana, che nella conclusione esplicitamente invita invece ad affidarsi alla Provvidenza.

All’opera è stato poi riconosciuto un elevato valore di ricostruzione storica dei costumi e tradizioni del tempo, la qual cosa è quanto mi ha lasciato assolutamente basito. Il famoso codice d’onore dei samurai, che solo un paio di secoli dopo sarebbe stato raccolto nel celebre Bushido, non ha nulla a che vedere col codice d’onore dei Cavalieri di Carlo Magno o delle Crociate, sebbene anch’esso mitizzato, come ingenuamente pensavo io: la difesa degli oppressi, la spada al servizio della giustizia, ecc. I samurai appaiono invece dediti a niente altro che una oltremodo meschina ricerca della vanagloria, per se stessi e per la loro famiglia o scuola marziale. Per questo viene descritta come pratica comune aggredire con i mezzi più sleali e vergognosi anche chi ha combattuto e sconfitto lealmente un degno avversario. Perché per loro proteggere in maniera assolutamente ipocrita il buon nome del loro clan, era molto più importante che onorare con i gesti qualsivoglia ideale o virtù.

Una cosa che poi mi ha colpito negativamente è la sostanziale assenza di una trama vera e propria: ogni personaggio, il protagonista in primis, si muove unicamente in preda ad eventi contingenti. Non c’è alcun filo conduttore a guidare lo svolgersi degli eventi. Certo, questo permette all’autore di mostrare come la vita vissuta in maniera consapevole si compia attraverso qualunque genere di circostanza chiunque si trovi ad affrontare, anche quelle più insignificanti o caotiche però il valore letterario ne esce parecchio ridimensionato a mio avviso. Basti pensare che la stragrande maggioranza delle disavventure che colgono in varia misura vari personaggi sono dovute semplicemente allo smarrirsi lungo le strade che percorrono nei loro lunghi pellegrinaggi, aggressioni di volgari banditi, incidenti con animali imbizzarriti, temporali imprevisti, assolutamente nulla che possa anche solo accennare a un disegno superiore. In questo per me sta il demerito maggiore dell’opera.

La prosa è assolutamente scorrevole, come il pennello di un maestro pittore che fluidamente traccia un ideogramma sulla tela. Con la stessa chiarezza sono esplicitati i pensieri, paure e desideri più profondi di ogni personaggio. Apprezzabile anche la descrizione dei numerosi combattimenti, resi con dovizia di particolari ma senza mai eccedere dal loro ruolo nella narrazione.

Voto: 3/5

Potrebbe essere un contenuto grafico raffigurante il seguente testo "EIJI YOSHIKAWA M Musashi L' L'EPICA SAGA DEI SAMURAI NELL'ERA ERA DELLO SHOGUN. OLTRE 120 MILIONI DI COPIE NEL . best BUR"

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