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Coheon e Kham (caratteristiche ambientali)


Wylvar

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Coheon e Kham

Durante le ere primordiali, ed esattamente durante l’Era Bianca, un’instabile energia, chiamata Coheon, iniziò a pulsare nei meandri del Mare dell’oblio, un luogo considerato da molti il cimitero di un antico mondo preesistente. Nel periodo conosciuto come il Ciclo degli Ibridi, le fate e gli altri abitanti d’Ambheur-Arél scoprirono il sorprendente “contenitore” d’energia, convertibile adesso in magia pura. Un’arte arcana che combinava la manipolazione magica insieme a quell’aurale.

Gli esseri svilupparono una sorprendente capacità di modulare e piegare alla loro volontà tale energia e convertire il prodotto finale in incantesimo; ciò grazie soltanto alla compenetrazione dell’energia mutante in cose e persone. Ma l’uso continuo della magia, in quanto impiegava come uno dei componenti principali l’energia mutante, portò alla trasformazione dei suoi fruitori.

Ecco come nacquero alcuni ibridi. Ciò spiega come la maggior parte degli ibridi è per metà elfica o appartenente al mondo delle faerie, poiché primi abitanti del mondo d’Ambheur-Arél.

La magia era tenuta in gran segreto dai rapsodi, i custodi del Kham, e solo alcuni esseri particolari avevano acquisito diverse tecniche di magia, impartendo lezioni solo ai loro allievi più fidati.

Alcune magie sono state raffinate in parte e affiancate ad altre componenti come le abilità artistiche, forme di catalizzatori più sicuri e meno distorcenti di quelli mutanti: ecco come nacquero gli Incantatori.

Sistemi runici, magie totemiche e altro sono usati ancora da popolazioni silvane ed anche amazzoniche. Ma ciò che veramente tutti cercano di scoprire è il grande segreto della nuova magia creata dagli Elfi della Luna; un complesso sistema magico che permetterebbe di sviluppare i propri incantesimi tramite i cristalli lunari.

Si riporta il testo di un antico elfo eleudekin dell’Era Bianca, che qui descrive la magica energia della più potente era di tutte le ere:

“Come i tessuti emotivi d’Erestel iniziavano a ricomporsi così anche i filamenti luminosi del sole purpureo di Andhora iniziavano ad incontrarsi. Il sole splendeva in tutta la sua magnificenza, caldo, violaceo e suadente più che mai. Ridonava vita ai fiori, ai costrutti, a tutti gli abitanti. Le foreste incontrollate da tempo, ritrovavano i loro leggiadri padroni e le ambrate acque ritornavano a scorrere fluenti tra le fitte radure della Valle Purpurea, un tempo la capitale del Mondo degli Incantamenti.

Faerie, Sileni e Lyrhiel, tutte in concordia ed armonia, ritornavano a suonare e a decantare la bellezza di questi luoghi. Memori dell’Era Bianca ormai decaduta per lasciare il posto a molteplici eventi di cui nessuno fu mai padrone. Ma la condizione del nuovo sole, portò con sé antiche ferite e raccapriccianti dolori. Nessun abitante fu più affine a questo dimenticato idillio. I continui miasmi purpurei più che mitigare incombevano, più che concimare sradicavano... anche i propri abitanti.

Le fluttuazioni purpuree e i suoi fasci luminosi, a causa delle energie temporali assorbite nel tempo di assenza, disturbavano e variavano il normale funzionamento dell’ecologia del piano ma più di tutti, il normale andamento dei poteri di ogni singolo individuo. Elharia, la notte senza stelle, fu al termine, ma una nuova luce accese una vana speranza di risorgere. Il manto purpureo era direttamente connesso ed intimamente intessuto delle energie d’Erestel. Il sole purpureo incamerò l’odio, la tristezza e le speranze di coloro che perirono nella valle purpurea a causa della magia del tempo.

Un sole intriso di emozioni, sì, ma quelle della reminiscenza e delle memorie di antichi popoli, conosciuto anche come Flandrysiel, cioè “Il Sole Ribelle”. Ogni individuo fu soggetto alle emanazioni purpuree del sole di Andhora, inevitabilmente.

Questa è l’eredità che il popolo di Andhora lasciò ai posteri!”.

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