Vai al contenuto

filmleo

Ordine del Drago
  • Conteggio contenuto

    33
  • Registrato

  • Ultima attività

Informazioni su filmleo

  • Compleanno 12/06/1944

Come contattarmi

Informazioni Profilo

  • Località
    Roma
  • Occupazione
    insegnante di filosofia in pensione
  • Interessi
    cinema teatro libri mostre...
  • Biografia
    tanto tempo libero per coltivare la mia passione di sempre, il cinema

Obiettivi di filmleo

Studioso

Studioso (5/15)

  • Iniziatore di conversazioni
  • Primo messaggio
  • Collaboratore
  • Prima settimana con noi
  • Un mese dopo

Insegne recenti

8

Punti Esperienza

  1. filmleo

    Viva Zapatero

    E' da vedere assolutamente: fa capire l'attuale situazione italiana, fa riflettere, fa discutere... recensione
  2. filmleo

    I tempi che cambiano

    Partecipo a vari forum semplicemente perchè mi interessa confrontare le mie opinioni con la maggior parte di amanti del cinema, e per avere qualche stimolo in più. Ciao a tutti, Leo
  3. filmleo

    I tempi che cambiano

    Catherine Deneuve e Gérard Depardieu, di nuovo insieme dopo il loro splendido duetto anni Ottanta nell'«Ultimo metrò» di Truffaut. Vi era il pericolo che potesse essere soprattutto un'operazione divistica, un pretesto al servizio di due mostri sacri. Fortunatamente André Téchiné è autore troppo intelligente per prestarsi a giochi simili ed abbiamo così un lavoro sottile e delicato, un racconto fatto di sentimenti che sfidano il tempo, un sapiente ritratto di varia umanità... recensione
  4. Hayao Miyazaki (il regista giapponese considerato il maestro mondiale dell’animazione) nel 2003 ha vinto l’Oscar con “La città incantata“, premiato anche al Festival di Berlino (ed è a tutt‘oggi il più grande incasso giapponese di tutti i tempi). A settembre del 2004, alla Mostra di Venezia, ha ricevuto il Leone alla carriera, assegnato ai grandi del cinema. Quest’ultimo lavoro non è forse il suo capolavoro indiscusso ma è certamente una opera nettamente al di sopra della media, una gioia per gli occhi, una buona dose di ossigeno per l’intelligenza dello spettatore... recensione completa
  5. filmleo

    Da vedere

    Prima dell'ondata dei film della nuova stagione raccomando di vedere due ottimi film usciti ad agosto: Acque silenziose Un film che ha l'intelligenza di offrire poco al folklore, pur servendosi di una bellissima fotografia e di costumi che spesso sono una gioia per gli occhi. Un film che fa riflettere, che invita alla discussione e ci induce a conoscere meglio "gli altri": condizione essenziale per dialogare e non combattere. Dear Frankie Un film dolce e delicato, una storia di gente comune alle prese con i grandi e piccoli problemi della vita, un racconto di sentimenti profondi che non cade mai nel patetico e nel retorico.
  6. filmleo

    BlueBerry

    Si è preso il western (il più popolare dei generi hollywoodiani) e lo si è combinato con il fantasy, condendo il tutto con mirabolanti effetti speciali digitali e profondi e allusivi significati spirituali (moralità colpevolezza inconscio, nonché incontro-scontro di due civiltà): si è cercato di realizzare così un qualcosa che risultasse del tutto originale e innovativo (qualcuno ha parlato di "cyber-western misticheggiante"). Il prodotto finale appare un fumetto riscritto da un Sartre coadiuvato da maghi degli effetti visivi. La storia raccontata è talmente banale, e vista e rivista tante volte, che era naturalmente necessario lavorarvi sopra e inventarsi qualcosa: ma ammantarla talmente tanto di intellettualismo produce un risultato tutt'altro che godibile (e presuntuoso, per giunta). Riprese molto belle, montaggio scattante e veloce, ritmo a volte vorticoso, panoramiche mozzafiato... ma il tutto è così ricercato e calligrafico che si mostra alla fine indigesto. recensione completa
  7. filmleo

    Batman Begins

    Finalmente "un giocattolone hollywoodiano" che non si basa esclusivamente sugli effetti speciali (che comunque ci sono e fanno grande spettacolo) ma costruito su una solida sceneggiatura che racconta una storia coinvolgente al massimo, a cui lo spettatore partecipa senza un attimo di noia. Bellissima l’idea di mostrare come un uomo comune (seppur multimiliardario), oppresso dai sensi di colpa e dedito alla tormentata ricerca del bene (un uomo in perenne lotta con la propria anima), riesca a diventare un supereroe imbattibile, edificando così il proprio mito: un simbolo di speranza e di forza per tutti. Assistiamo con interesse e curiosità alle varie fasi di questa "costruzione" e tutto è credibile, ogni azione ha una sua logica: il "mito" ha una spiegazione concreta. recensione completa
  8. A me non è piaciuto. Il film vorrebbe fondere fantascienza, avventura, suspense, dramma ma difetta la mancanza della capacità, tipica del miglior Spielberg, di mescolare realtà e fantasia senza soluzione di continuità: inventiva originalità creatività latitano completamente. Le diavolerie tecniche (e sonore, soprattutto) sono naturalmente mirabolanti (bellissima la sequenza dell'incrocio, una scena di folla caratterizzata dalla presenza di un numero incredibile di effetti), ma Hollywood da tempo ci ha abituato ad esse e quindi è sempre più difficile stupire ed entusiasmare il pubblico solo con esse. E' necessaria una storia, un racconto che appassioni, una sceneggiatura costruita solidamente e in questo film sono loro a costituire il maggiore difetto... recensione
  9. “E’ nata una stella”. Tre film (ma ne è stata annunciata una quarta versione con Jennifer Lopez e Will Smith): il primo del 37 di William Wellman con Janet Gaynor e Fredric March; il terzo del 76 di Frank Pierson con Barbra Streisand e Kris Kristofferson. Ma il più celebrato, e meritatamente, è questo secondo: del 54, regia di George Cukor, protagonisti Judy Garland e James Mason. Il film costituisce, si può dire, il testamento artistico della Garland, ottima attrice drammatica e sicuramente la più grande stella femminile che Hollywood abbia prodotto nel campo dei musical (Frank Sinatra disse: “The rest of us will be forgotten, never Judy“ e Tony Bennett: “Judy was the star of the century” ). L’intero film è centrato su di lei (e infatti il ruolo di co-protagonista era stato rifiutato da Cary Grant e Humphrey Bogart vista la preminenza del ruolo femminile). Film che ha avuto vita difficile: numerose le depressioni, i crolli psicofisici, le continue assenze dal set della Garland; budget preventivato raddoppiato (4milioni e mezzo di dollari, cifra record per l‘epoca); riprese durate oltre dieci mesi, anche perché erano già incominciate quando si decise di rifare il tutto nel nuovo sistema in cinemascope; il taglio di molte scene e di bellissimi numeri musicali decisi dalla Warner (ma ora fortunatamente visibili nella versione in DVD)… Nonostante ciò il film risulta una pietra miliare dell’arte ineguagliabile di questa attrice tanto ammirata, tanto sfruttata, tanto sofferente, e un capolavoro di questo tipico genere hollywoodiano nonché uno dei pilastri dell’intero cinema americano (...) recensione completa
  10. filmleo

    Sulla mia pelle

    Con un ritmo veloce e una notevole padronanza dei mezzi tecnici, il regista Valerio Jalongo fa un amaro ritratto dell’Italia odierna toccando (come il nostro migliore cinema degli anni 60) temi che ci riguardano tutti, chi più chi meno. Riesce a coinvolgerci al massimo nelle avventure-sciagure dei suoi personaggi che sentiamo vicini e in cui è impossibile non immedesimarsi. Storia di un uomo che ha sbagliato e apparentemente la società gli offre la possibilità di cambiare: apparentemente perché la nostra società non è in grado di curare e di sostenere chi vuole riabilitarsi. Fuori dal carcere si trovano stress, lavori duri e mal pagati, incomprensioni, continue inutili umiliazioni e nessuno che ti aiuti ad affrontare il paradosso di essere considerato di notte un criminale in cella, e la pretesa che di giorno tu sia una persona normale. Non sarà facile per il protagonista affrontare tutto ciò, non è facile per noi spettatori fare un esame di coscienza. Un film da vedere, da consigliare sia per i suoi indubbi meriti artistici, ma anche per il coraggio nell’affrontare tematiche "scomode" su cui riflettere e che i nostri film troppo spesso ignorano.
  11. Una Gena Rowlands in versione gangster, una Humphrey Bogart al femminile, sempre con la sigaretta in bocca e la pistola in mano. Magnifica come non mai, conferma di essere una delle migliori attrici del mondo (un delitto di lesa maestà non averle dato l’Oscar). Uno dei più bei ruoli femminili che siano stati mai scritti nell’intera storia hollywoodiana, un ritratto eccezionale di donna per una attrice eccezionale. Un film imperdibile, un vero e proprio cult.
  12. Anne Bancroft è stata sicuramente una delle grandi: ci mancherà. Tra i suoi film vorrei ricordare Agnese di Dio dell'85, The elephant man dell'80, Due vite una svolta del 77, Prigioniero della seconda strada del 75, Il laureato del 67, Anna dei miracoli del 62.
  13. filmleo

    Quo Vadis Baby ?

    A mio parere si esce dalla sala con l’impressione di aver visto qualcosa di particolarmente artificioso. Un lavoro estremamente calligrafico ed estetizzante, quasi espressionista, che appare vuoto e senza nerbo. Uno studio accuratissimo (quasi maniacale) delle immagini, delle inquadrature, degli ossessivi primi piani, degli effetti fotografici che mal si conciliano col racconto e che finiscono non solo per distrarre lo spettatore ma per togliere tensione e mordente alla narrazione. Narrazione che risulta a volte non chiara nella sua evoluzione e spesso incongrua. Le inquadrature danno sempre l’impressione di essere state freddamente e con calcolo studiate a tavolino. Ogni singola scena è cinematograficamente bella ma nell’insieme il tutto sa troppo di costruito e di operazione intellettualoide. Il risultato finale è l’impressione che Salvatores non abbia creduto molto nella trama e che quindi l’abbia usata come pretesto per una esercitazione stilistica che lascia il tempo che trova.
  14. filmleo

    Uncut

    (...) A me è sembrato, dopo qualche iniziale perplessità, un lavoro creativo e stimolante. Abbiamo un lungo continuo piano sequenza con la cinepresa piazzata tra le gambe del protagonista (non ci sono tagli nel montaggio), mentre da fuori campo voci oggetti e presenze invadono la scena: abilmente il regista evita che ci annoiamo e che ci sentiamo tutti “guardoni” calcando sull’ironia e riuscendo a suscitare l’interesse e la curiosità dello spettatore per le avventure-disavventure del personaggio principale (aiutato in questo da un’ottima sceneggiatura)... recensione completa
  15. filmleo

    Ray Charles

    Sono fuori dal coro. A me il film non è piaciuto. L’inizio è folgorante: le mani volano sulla tastiera, bianco nero nero bianco… Ma dopo pochi minuti la delusione avanza e un senso di falso, di costruito, di retorico permea il tutto che vuole rappresentarci l’ennesima realizzazione di un American Dream. La partenza è un’infanzia terribile e traumatica, l’arrivo è il trionfo di un genio (poco riconoscente, egoista, incurante dei sentimenti delle donne e degli amici che abbandona man mano). Il percorso è illustrato dettagliatamente (troppo) con scene ripetute e gratuite che continuamente confermano quanto detto poco prima destando in me spettatore poca aspettativa e un po’ di noia. Jamie Foxx è il punto di forza del film e la sua straordinaria prestazione è fuori discussione, ma a me, personalmente, non ha trasmesso niente: ho visto la copia esatta delle immagini che la memoria conserva del vero Ray e la cosa mi ha dato fastidio (mi sarebbe piaciuto un attore che interpretasse il personaggio e non lo riproducesse fedelmente)... recensione completa
×
×
  • Crea nuovo...