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mirtian

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  1. Però tipo la scelta della musa, per il bardo, è di fatto una scelta di un talento da bardo di livello 1; però magari il bardo non conta come incantatore fatto e finito. Errore mio, scusate 😞
  2. Salve a tutti, sto cercando di capire meglio quale gioco fantasy riapprocciare dopo molti anni. Penso, dopo un po' di riflessione, di dedicarmi a pathfinder - anche se non ho ancora deciso quale edizione. PF2 mi attira davvero molto ma anche l'1 mi stuzzica. Tuttavia, ho notato sta cosa leggendo la wiki online di PF2 e i forum della Paizo. Negli errata al Mago è stato tolto un feat al primo livello. Però altri incantatori tipo bardo chierico e stregone mi sembra che l'abbiano 1 feat al primo. Perchè è stato tolto per il mago? C'è qualche combinazione sgravata dopo? Ma allora che senso hanno più i feat di livello 1 quando al 2 puoi accede a quelli di livello 2?
  3. Entro solo su questo punto del topic che mi interessa particolarmente, visto che richiama direttamente la questione filosofica. Che le sensazioni siano qualcosa di automatico, inconscio ed immediato (qualunque il termine), lo si sa già da Platone e da Aristotele, per non dire che si sa già dai presocratici (diversi frammenti di Democrito e Parmenide presuppongono già questa cognizione). Tuttavia, non segue che la conclusione del ragionamento debba essere che, visto che sensazioni irrazionali ci sono e sono automatiche, ci si debba fermare a questa prima immediatezza. Il fatto di volersi "razionalmente" fermare a ciò che dice il lato reattivo dell'animo umano non è affatto una scelta logicamente necessaria, una volta preso atto dell' esistenza di questo lato "istintuale", ma una scelta culturalmente condizionata. Oggi ci si vuole fermare al lato reattivo, per via di moltissime scelte filosofiche e culturali, ma non è sempre stato così. Nella filosofia greca il fatto è evidente, la purificazione platonica era proprio volta a liberarsi dell'aspetto sensibile della sensazione. Lo stesso in Aristotele: la rappresentazione deve essere uniformata ad un giusto medio per compiere un atto etico e virtuoso evitando gli estremi passionali. E via e via dicendo lo stesso accade in Oriente con la filosofia buddhista; la meditazione Shamata e Vipassana occorrono proprio per distaccarsi da Dukkha e quindi dall' dall'anelito che rifiuta qualcosa come intollerabile e dall'anelito che anela qualcosa come indispensabile. Per poi ancora toccare l'illuminismo e altri filoni culturali, non è affatto evidente che le emozioni vadano lasciate così come sono. Moltissime culture e filoni di pensiero sostengono proprio il contrario e, anzi, hanno sviluppato molteplici metodi per non lasciarsi influenzare da questo lato dell'animo umano. Anche l'analisi, che citi, non penso giochi a favore nel senso dell'argomento. Tieni comunque presente che in analisi chi si lascia dominare e sopraffare dall'inconscio diventa nevrotico, isterico. L'analisi serve proprio a fare emergere i traumi rimossi ripresentandoli all'io permettendone, quindi, un'integrazione. Con questo non intendo dire che quindi la rimozione di certi termini quali razza non siano cose positive e che, da un punto di vista linguistico, certi termini non siano oggi più accettabili (ad esempio, il termine razza per me, da ragazzo, era già spiacevole da usare negli anni 2000, figuriamoci ora), ma che se la base è solamente il lato emotivo o delle generiche "sensazioni" il discorso si rivela condizionato da un certo tipo di scelta filosofica dibattibile ed, in ultima analisi, diventa un discorso, a mio parere, debole. Tutto qua. Non mi sembra la via da percorrere se si vogliono migliorare le cose efficacemente, anche sul lungo periodo, e ha diverse criticità. Nella neuropsicologia ed in filosofia, oggigiorno, vanno tanto di moda le emozioni e via dicendo. Anche una delle più importanti filosofe femministe odierne, Martha Nussbaum, arriva a certe conclusioni per cui il pensiero ha sempre una dose o una forma di emotività: ma questo non diventa mai, anche per lei, il fatto che, nella sfera pubblica, basti una sensazione inindagata o non chiarita e non trasformata in argomentazione razionale.
  4. Grazie veramente a tutti per le molte risposte ^_^ non ho, purtroppo, potuto rispondere prima: è stata una settimana piuttosto impegnata e per niente di vacanza. Provo, per quanto possibile, a rispondere a tutti i vostri messaggi con un'unica risposta 😀 Fate e Dark eye proverò a guardarli e vedere se possono anche loro darmi un'ispirazione! Ho visto che i costi sono contenuti e potrei dargli un occhio. Di Warhammer rpg ho sentito parlare, ma ho un amico del gruppo che non può proprio vedere l'ambientazione. A me interesserebbe anche, ma i mostri sono inclusi nel manuale di base? Guardando online non ho ben capito se sono inclusi o meno. Giocavo di più al 40.000, ma avevo anche due ridottissimi eserciti fantasy, quindi l'ambientazione già la conosco. Shadow of the demon lord mi attira parecchio (più di Warhammer) ma non credo possa incontrare i gusti del gruppo 🤔, magari lo approccerò per conto mio, così come magari starfinder che mi ispira parecchio.. essendo di recente più attento alla fantascienza rispetto al fantasy. Diciamo che vorremmo comunque ripartire con un titolo più "seguito" o "mainstream"; si è parlato anche di guurps ma si preferisce proprio fare un tipo di scelta specifica, Anche io supporto la scelta (e non l'avevo tanto chiarito nel mio primo messaggio) perchè rispetto ad anni fa posso comprarmi anche qualche manuale in più, ma ho meno tempo per preparare le avventure e non vorrei spenderlo tutto per rendere compatibili cose o per creare ex novo molta roba (temendo proprio di fare casini in tal senso). Ci siamo per ora un po' splittati, tra amici, perchè in effetti con 5e sarebbe più semplice per i nuovi, ma sono dell'idea che se si impara a giocare un sistema, e soprattutto se lo si fa assieme, non esiste un sistema troppo complesso e sono d'accordo con Nyxator su questo punto: ci saranno sempre giocatori che pensano alla build e giocatori che vogliono principalmente partecipare ad una storia, tuttavia basta che tutti abbiano almeno chiare le dinamiche per le prove, combattimento e qualche altro punto. Visto che 5e già l'ho giocata, almeno un pochino, mi sono messo a guardare le wiki di pathfinder che mi avete indicato e linkato 🙂 PF1 mi sembra, in effetti, diverso da 3.5: un po' più asciutto? Potrebbe essere una buona metafora? Però, per ora, a pelle, PF2 mi intriga alquanto e non mi spaventa tanto il fatto che le info siano sparse: una volta che si studia il gioco poi le cose si ritrovano: soprattutto con queste wiki che non c'erano anni fa. Mi piacciono davvero diverse idee e spunti dell'edizione, ha una composizione e anche uno sviluppo che, nella forma, ricorda a grandissime linee la 4e ma che a contenuto e concezione, mi sembra, alquanto positivo e interessante (inoltre la scheda non mi sembra questa roba allucinante come ho letto online). Mi frena unicamente un po' il fatto che mi avete accennato: che stia riscuotendo meno successo di PF1. In linea generale non mi spaventa granché come sistema: ho letto la wiki e non mi sembra affatto più complesso di una 3.5. Ho letto che molti vorrebbero giocare a PF2 ma che a masterare farebbero il master solo per 5e: a me questo non sembra proprio un problema, anzi, mi spaventa di più avere ogni tanto dei buchi e doverli riempire col rischio di non rendere tanto oggettivo il sistema. Tuttavia il fatto che sia meno giocata, ancora dopo un anno, (anche se cercando su enworld e altri leggevo che potrebbe avere una partenza lenta e piano piano crearsi la sua nicchia senza ovviamente prendere giocatori a D&D questa volta, perchè sono diventati giochi diversi), per quanto dicevo prima: di gioco fantasy così "seguito" vorrei seguirne massimo uno (5e, essendo semplice, potrei sempre giocarla come pg), e penso sarà pathfinder, ma non vorrei, e vorremmo, di nuovo, poi vedere non così tanto materiale da poter pescare (lavorando tutti ed avendo tutti anche altri "hobby", per così dire, ci fa comodo avere le espansioni) o non avere poi sto "supporto" perchè la community di giocatori è piccola. So che con PF2 non sarebbe un problema perchè comunque, anche se fanno uscire il beginner box dopo un anno dal core, la paizo, per quanto ne capisco, mi sembra un gruppo serio e attivo.... però c'è quest'unico dubbio qua, appunto, che aleggia un poco. Stiamo ad ogni modo tenendo d'occhio anche PF1 e i volumetti piccolini in copertina flessibile. Diciamo che, come mi consigliavate, conoscendo la 3.5, se ci sono anche dei ritocchi in positivo, potrebbe essere più agevole per me e anche per un paio di amici nel gruppo. Penso che alla fine opteremo per PF1 prendendo i volumi flessibili (sperando non siano scritti troppo in piccolo) ed utilizzando le risorse online, oppure per PF2 :). A me forse ispira più PF2 perchè lo vedo più come qualcosa di nuovo, in discontinuità, che mi dà anche un filo in più di entusiasmo; mal che vada prenderò entrambi (PF1, che comunque pensiamo di dividerci, e PF2) e se poi giocherò a PF1 cercherò, per provare anche il 2, gli "sparuti" gruppi di PF2 o proporrò, giunto magari alla disperazione, un play by forum qui sul vostro bellissimo sito che ho visto dà la possibilità di fare una cosa del genere 😄 comunque è ancora tutto in stand by e ci raggiorneremo, come gruppo, verso settembre.. quindi farò ancora in tempo a cambiare idea 6 o 7 volte 😂
  5. Buongiorno a tutti! 😁 Ho iniziato a ruolare anni fa insieme a degli amici più grandi. Loro giocavano ancora a Girsa, Advanced, terza edizione, ed avevano anche i manuali della Scatola rossa; io ero ancora un "bambinetto" ultra affascinato dal mondo fantasy, da D&D e dai giochi di ruolo. Più consapevolmente ho iniziato a ruolare con D&D 3.5 ed ho iniziato anche a masterare (con sorti alterne all'inizio 😄) con amici miei coetanei. Quando fu il momento della 4e comprai in preordine tutti i core ma rimasi profondamente deluso perchè D&D era diventato un gioco da tavolo. Mi sono sempre piaciuti i wargame e giocavo ancora a Warhammer ai tempi, ma per me un D&D fatto per forza con miniature, squares e poteri che si esprimevano principalmente su di una griglia, non era cosa. Non ebbi tuttavia la possibilità, né la voglia, di comprare subito altri manuali: così non presi il manuale di pathfinder, che uscì poco dopo, e continuai con 3.5. Successivamente, provai diversi sistemi quali Dimensioni (che ebbi modo di scoprire anni fa, leggendo proprio questo forum) Gurps, Terza era, Call of Chtulhu (uno dei miei preferiti), Mouse guard, Vampiri ecc. Tuttavia, poco a poco, smisi con il GdR. Ora mi sto riapprocciando al mondo dei tabletop rpg e mi trovo molto spaesato. Di mio sarei attratto da Star trek e Starfinder (forse anche di più di Star trek), perchè negli ultimi tempi più che del fantasy sono diventato un appassionato di fantascienza, ma nel mio gruppo si vorrebbe proprio fare una classica campagna fantasy (io sono più un fan di campagne low fantasy, ma si pensava di fare high fantasy) ed anche io convengo possa essere una buona idea (nel gruppo ci sono sia "novizi" sia ex giocatori che, come me, non giocano da anni). Dovrei, inoltre, masterare e non mi va di tenere una campagna in un genere che non tutti possono trovare entusiasmante o interessante. Al che... quale gioco high fantasy, nel 2020, vale di più la pena? Per investirci? Mi sembra, infatti, che tutti i sistemi fantasy principali abbiano, in un modo o nell'altro, in una sfera o in un'altra, dei problemi o dei risvolti non interamente convincenti per una persona che ritorna a giocare. Ho provato già a giocare a quella che è considerata la novità degli ultimi anni: la quinta edizione di D&D. Mi sembra tuttavia ci siano delle grosse questioni. Non voglio aprire un flame, sia chiaro, ma ho alcune perplessità. Innanzitutto ho, di recente, provato a giocarla (facendomi prestare il manuale) e sono rimasto impressionato dal gusto più attinente alle vecchie versioni con cui mi ero confrontato da ragazzino. La grande semplicità mi ha da subito riproiettato facilmente nel GdR e, devo dire, l'ho apprezzata. Tuttavia, nonostante alcune meccaniche siano ben concepite, mi ha lasciato dell'indeterminatezza su alcuni aspetti: tutto viene ridotto alla stessa meccanica o alla scelta del master che rischia poi di sbilanciare un'intera scena. Trovo inoltre manchi di profondità, di personalizzazione dei pg: i materiali che la wotc ha rilasciato dal 2014 sono veramente pochi. Mi sembra che wotc non sia davvero intenzionata a sviluppare un gioco che potrebbe essere ottimo (seppure abbastanza ambiguo per scelta) ma che preferisca far marketing e acquisire sempre più giocatori, anche insospettabili, che però, più da occasionali, si fanno anche andare bene uno "scarso" impegno nello sviluppo del gioco. A me onestamente degli attori di GoT che fanno i live streaming con D&D importa meno di zero, soprattutto se i "rulebook" ad oggi sono 5 o 6 (i core più xanathar, volo ecc. non sono più di 6 o 7). Anzi, i rumours su una sesta edizione mi spaventano e mi fanno chiedere a che pro comprare, in questo momento, i manuali di una 5e ancora non sviluppata persino dopo 6-7 anni (specifico che a me le avventure non interessano, quindi non le conto). Wotc mi lascia perplesso, c'è molto materiale per 5e ma il suo sviluppo rimane in mano agli appassionati e case terze: questo mi strania. Tutte le iniziative che wotc prende sono per una maggiore diffusione del gioco e per un linguaggio più corretto e "welcoming": linguaggio che ci sta assolutamente, ed era ora di togliere ad esempio il termine "razza" che per i giocatori più giovani può davvero essere un problema, ma, anche qui, pathfinder mi sembra abbia tolto il termine sostituendolo con "ancestries" senza sbandierarlo ai 4 venti e trasformarlo in una questione, per l'ennesima volta, di marketing. Insomma, io voglio pagare un gioco e non per la comunicazione di un gioco. Anche se D&D non è mai andato così bene, per me la diffusione di un gioco non è per forza direttamente proporzionale alla qualità e all'impegno profuso dai produttori. D'altra parte pathfinder 1 mi sembra molto molto simile a 3.5 e, sebbene ci siano dei simpatici volumi con le copertine flessibili, a più buon mercato, non so se vale la pena prendere un gioco abbastanza simile al materiale di cui già dispongo in 3.5. Pathfinder 2e, invece, mi ispira decisamente: mi sembra mantenga molta personalizzazione e ci sono alcune meccaniche (tipo i feat per la discendenza o il combattimento in 3 turni) che mi incuriosiscono. Anche dal punto di vista dei disegni path mi ispira molto di più di un Ded 5e che trovo abbastanza minimal. Ho visto molti video online su pf2 e mi sembra, inoltre, per quanto ho capito, che semplifichi di molto la prima edizione del gioco. Epperò, anche su pf2, non percepisco un unanime entusiasmo: cosa dovuta, forse, ad un pubblico più conservatore per natura? E, quindi, eccomi qui tutto indeciso 😂: da una parte il mio gioco preferito, che mi aveva deluso con 4e ma che mi sembra abbia perso il suo spirito anche con 5e: puntando più sulla comunicazione che sul gioco. Dalla parte opposta c'è la grande alternativa che è in una fase di transizione. Un ex giocatore che si riapproccia ai gdr fantasy a cosa deve guardare in questo momento? Perchè prendere 5e e vedermi cambiati i core dopo 1 anno o due me le farebbe girare 🤨. É meglio aspettare una 5.5 o una 6e? Meglio buttarmi diretto su pf2 che sembra meritare parecchio e che comunque mi ispira? Ci sarebbero gruppi di gioco anche in giro per l'Italia? Meglio buttarmi su pf1 e, piano piano, procurarmi tutto il materiale in copertina flessibile? L'unico altro gioco che stavo guardando, fantasy, è Shadow of the demon lord, ma anche qua, con un'ambientazione particolare, non so se potrebbe essere una buona scelta per tutto il gruppo. Ho davvero entusiasmo 🙃, ma la situazione delle principali alternative mi lascia, appunto, indeciso: mi piacerebbe molto avere un vostro parere e sapere se sono l'unico a notare come queste attuali incongruenze possano spaventare i nuovi giocatori o chi, come me, torna al mondo del GdR 🖖
  6. Rispondo brevemente qui, ma apro anche un topic in discussioni GdR generiche riponendo lo stesso quesito (così come mi è stato consigliato 🙂) 1) Iniziato a giocare con mio cugino e i suoi amici più grandi: 3.0 principalmente, ma, ai tempi, ho avuto modo di provare anche l'advanced, sempre con loro. Dopodiché ho iniziato a giocare molto a 3.5 e altri sistemi. 2) diciamo che sono il tipo di master (quando mastero) che preferisce concentrarsi sull'ambientazione e sulla trama; non mi va tanto di avere un set di regole poco chiare su incontri, modifiche di mostri, meccaniche ecc, che devo sistemare io col rischio di sbilanciare tutta una scena o persino qualche sessione. La complessità di per sè non mi spaventa, ma non ne ho il fetish. La semplicità non mi stanca, ma non ho paura di andare oltre. 3) assolutamente no. Anzi, faccio avanti e indietro dall'estero e comunque comprerei i manuali in inglese. Apro un altro topic 🙂 Lo riscrivo da capo così non faccio crossposting 🙂
  7. Buongiorno a tutti!! 🙂 mi presento, sono Mirtian, un giocatore di ruolo che dopo anni passati a giocare ad Advanced, ded 3e e dopo aver bazzicato, senza mai iscrivermi, sul vostro forum (e avere anche sperimentato dimensioni, guurps e altri sistemi quali Girsa ecc.) ha smesso per lungo tempo di ruolare. All'uscita della 4e comprai tutti i manuali in preordine e scoprii che non mi piaceva per nulla, uscii anche pathfinder ma non ebbi voglia, né soldi, per poter subito comprare altri manuali e da lì, poco a poco, smisi con i tabletop rpg. Ora è qualche tempo che sono tornato alla carica! Ma ho molti, moltissimi dubbi. Ho provato a giocare qualche sessione di 5e un po' lontano da casa mia, ma dopo l'entusiasmo iniziale, e la semplicità delle meccaniche, ho scoperto una certa ambiguità in alcuni punti del regolamento e una mancanza di profondità generale. Le uscite, dal 2014, mi sembrano veramente scarse: non c'è molto di pubblicato oltre i 3 core (e sì so di volo e xanathar ecc.). So che ci sono molti altri volumi e materiali pubblicati da case terze (anche ottimi), ma, di principio, mi lascia molto perplesso che Wotc lasci volutamente lo sviluppo del gioco in mano agli appassionati e ai giocatori stessi. Ora, con un altro gruppo di amici abbiamo intenzione di partire più seriamente e, probabilmente, tornerò anche a masterare, ma ho un dubbio riguardo al sistema e a dove investire il cash per gli hobby. Ded 5e non la posseggo ancora (per giocare, fino ad ora, mi son fatto prestare il manuale del giocatore, che è davvero di facile assimilazione una volta che si è abituati alla 3e o altri sistemi) ma non sono sicuro di voler investire su un'edizione che mi sembra veramente scarsa a livello di espansioni e la cui casa spende tutto in un marketing di cui mi importa veramente poco (tipo le sessioni di gioco su YouTube con gli attori di GoT). Anche i rumours riguardo una sesta edizione mi spaventano: non comprerei mai un'edizione con pochissimi manuali, e che già non mi sembra granché supportata, se tra un anno o due uscirà una nuova edizione quando la precedente ha 6-7 manuali di regole e il resto di moduli. É meglio aspettare la sesta edizione? O una 5.5? Mi sono allora messo a guardare pathfinder seconda edizione, ma anche qui non percepisco un unanime entusiasmo. Non conosco bene il mondo paizo però, e quindi non sono in grado di contestualizzarne i motivi, ma ho capito che si è ricreato uno specie di split tra path 1e e 2e. Non mi sembra un gran momento per iniziare di nuovo a ruolare e scegliere un sistema XD. Diciamo che sono comunque orientato su pathfinder 2e perchè è fresco fresco e ne ho sentito anche parlare bene da gente di cui apprezzo il pensiero.. sono però anche attento a pathfinder 1e: edizione che potrei, piano piano, recuperare tutta.. soprattutto se uscissero degli sconti XD. Sto considerando anche shadow of the demon lord e non ho abbandonato neanche l'idea di 5e (ma mi piacerebbe essere più rassicurato sul supporto che wotc intende fornirle). Voi che cosa mi consigliate? 🙂 Spero di non aprire subito un flame; sono stato molto diretto, ma senza malizia vorrei proprio un vostro consiglio spassionato perchè la voglia di tornare a giocare è tanta 😄 ^_^ Ciao a tutti! Ci si legge sul forum! ^_^
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