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Kensei

Ordine del Drago
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  1. Alexander Corvinus, Warlock A volte gli dei operano in modo misterioso. In ogni caso anche se lo sciàmano dicesse il falso e fosse solo un ciarlatano per servire il loro volere dobbiamo essere vivi. Sorrido beffardo al mio interlocutore. accettiamo!
  2. Alexander Covinus, Warlock La tenda é intrisa di un odore intenso di erbe e pelli animali. Ovunque sono appesi monili di ossa che al frusciare del vento producono una musica ritmica che sembra quasi volersi far beffe dei vivi. Le corde ruvide mi mordono i polsi e il mio vecchio corpo logorato dagli avvenimenti degli ultimi giorni é invaso da una stanchezza insidiosa. Mi sorprendo nell'apprendere che lo sciamano sappia così tante cose su di noi. Avevo avuto l'impressione che fosse un semplice mistico folle. Evidentemente i suoi movimenti nevrotici e gli occhi vitrei persi nel vuoto mi avevano tratto in inganno. " ha parlato di dei? possibile che questa tribù goda del nostro stesso favore?" Scaccio questa idea come un insetto fastidioso. Le terre del Nord sono piene di antiche credenze e adoratori di false divinità e parlare adesso di questo argomento mi sembra piuttosto pericoloso. Devo soppesare attentamente le parole consapevole che un ommissione non è una menzogna vera e propria. Siamo dei pellegrini. Conosci questa parola? Durante il nostro viaggio siamo stati attaccati da un gruppo di Derro e un nostro compagno é rimasto ferito. Siamo venuti per chiedere aiuto, ma è evidente che non siete disposti a darcelo. Pertanto, dicci quali sono le tue intenzioni.
  3. Alexander Corvinus https://www.myth-weavers.com/sheet.html#id=2106181
  4. @Voignar .. scusami la svista regolistica. Sono ancora poco pratico. devo cambiare il post oppure va bene se ti confermo qua che utilizzo deflagrazione occulta contro il mio diretto avversario?
  5. Alexander Corvinus, Warlock Quando la violenza esplode in modo così improvviso non c'è tempo di pensare. Le immagini si confondono e la realtà diventa un immagine sbiadita che la mente non riesce ad elaborare chiaramente. Tutto diventa istinto e reazione. I muscoli si muovono indipendentemente dalla mia volontà mossi dal semplice istinto di autoconservazione. Io divento uno spettatore. Mi osservo da lontano mentre schivo il colpo del mio avversario e richiamò a me nuovamente le energie arcane consumato dal violento desiderio di vedere le carni dei nemici bruciare sotto le mie mani.
  6. Alexander Corvinus, Warlock Vedendo la spada di Ardan disegnare un arco mortale verso il braccio del capotribù, effettuo un leggero passo indietro mentre una risata isterica mi esplode dalla gola e un sorriso folle mi sfigura il volto. << Stolti! Rifiutate la nostra generosità e osate sfidare il potere degli Dei antichi?>> Alzo le braccia al celo pronunciando le antiche parole per dominare e richiamare a me le energie mistiche. Quando le mie spalle vengono avvolte da fiamme oscure volgo le mani in avanti mentre da esse si protendono tentacoli ardenti di potere oscuro.
  7. Alexander Corvinus, Warlock << Gli uomini delle terre civilizzate sono deboli. Mentono a se stessi da secoli e guardono alle loro menzogne senza più distguerle dalla verità ne dentro di sé ne intorno a sé. Costruiscono grandi città, impongono regole, leggi e convenzioni. E sai perché lo fanno?>> Vedo Ardan osservarmi in silenzio mentre camminiamo, ormai abituato a queste domande retoriche. << Perché questo gli fa credere di avere il controllo sui loro piccoli mondi meschini negando l’unica grande verità sulla condizione umana: la morte è un usanza che tutti prima o poi dobbiamo rispettare. Quando elimini tutte le sovrastrutture della società civile e comprendi questa verità tutto perde di significato, ma tutto improvvisamente diventa chiaro. Riesci a vedere come la forza di queste parole sgrettola sotto il suo piede impietoso qualsiasi covenzione sociale dei cosidetti popoli civilizzati?>> Il mio discorso viene interrotto da un urlo provveniente da una sentinella nascosta vicino al nostro sentiero. Rimango impassibile di fronte all’umanoide coperto di pelli che ci indica di procedere verso l’accampamento. Certamente sarei rimasto più sopreso se non avessimo trovato nessuna guardia. Mentre ci avviciniamo alle tende diventa sempre più chiaro che la nostra presenza non sia ben accetta e il tono del loro capotribù non smentisce il mio pensiero.Noto che la maggior parte delle armi e degli strumenti tribali sono in pietra e solo il nostro interlocutore indossa dei bracciali di bronzo e brandisce un’ascia di ferro. Conscio che qualsiasi parola sarebbe stata inutile, avanzo di mezzo passo verso di lui mentre con un movimento leggero estraggo dalla cintura un pugnale. Lo appoggio sul palmo della mia glielo porgo in segno di dono in attesa di una sua reazione.
  8. Alexander Corvinus, Warlock Mentre cerchiamo di recuperare le forze accampandoci a ridosso di un tronco morente osservo il paesaggio che con la sua bruttura e desolazione non ci aiuta a lenire le nostre miserie. Sento pulsare sotto la fasciatura la ferita alla coscia che ho cercato di mendare per quanto possibile con gli strumenti a disposizione. Mi metto leggermente in disparte rispetto al gruppo e fingo di leggere il tomo per non essere disturbato mentre rifletto su quanto è successo e, soprattutto, su come salvare il ragazzo che gli Dei desiderano vivo. Mi perdo in questi pensieri, senza rendermene conto, e intanto cala la sera portando con sé i suoi silenzi mentre le forme circostanti, prima chiaramente definite, diventano un gioco di flebili luci ed ombre. Una luna fredda ed indifferente alle nostre esistenze mortali si riflette debolmente sul manto bianco che ricopre le colline quando Oric torna dalla perlustrazione per fornire il suo resoconto ad Ardan. Quando questo si rivolge a me, lascio cadere un breve silenzio mentre soppeso mentalmente le parole da pronunciare. << Gli Dei hanno già parlato! Vogliono il ragazzo vivo! Il “come” è una nostra responsabilità. In ogni caso hai parlato saggiamente Ardan. Non dobbiamo agire come dei vili ladri, ma nemmeno come degli stolti. Andremmo io e te avanti mentre Philo ed Oric si infiltreranno>>
  9. Alexander Corvinus, Warlock Un pallido sole si stagliava al di sopra delle nostre teste. Un giudice tetro e austero che osserva impassibile la scena. I corpi dei Derro sono sparsi disordiantamente sul terreno, con gli arti posizionati in maniera innaturale come fossero delle bambole rotte. L’aria si riempe dell’odore acre del sangue mentre osservo la disordinata fuga dei ragni perdesi in quelle lande desolate. Ascolto le parole nella mia testa con il profondo desiderio di compiacere la loro volontà, ma non è chiaro cosa sia meglio fare. Mi accarezzo il mento affilato valutando quale sia il corso da seguire. Incerto sul da farsi con la mente dubbiosa e il corpo stanco, traggo un profondo sospiro mentre avvolgo la mia pallida figura nel mantello per trovare riparo dal freddo e cerco di ritrovare la dignità e compostezza nei gesti. Non posso mostramri debole di fronte alla compagnia, quindi mentre mi avvicino al corpo martoriato del giovane ragazzo, con tono fermo e dignitoso, mi rivolgo ad Ardan: << Dobbiamo salvare il ragazzo. E’ il volere degli Dei. Non possiamo perderlo. >>
  10. Alexander Corvinus, Warlock "oggi gli dei non mi arridono" Avverto la frustrazione invadermi mentre l'ultimo dardo scagliato si perde nel nulla. Un tonfo sordo attira la mia attenzione e vedo Il giovane Eric a terra mentre i Derro si scagliano contro di lui. Cerco di raccogliere tutte le forze del mio vecchio corpo consunto per scagliare un dardo contro i suoi assalitori.
  11. Alexander Corvinus, Warlock Allontanndomi dalla mischia avverto dei sussurri nella mia testa. Voci contrastanti che si accavallano una sull'altra. Gli dei sono cosí: volubili, capricciosi e vendicativi. Cosi come dispensano potere, gloria e fortuna posso o distribuire miseria, infamia e sfortuna. Mentre questi pensieri mi attraversano la mente, sento una violenta fitta alla coscia. L'intenso dolore mi fa quasi cadere a terra. Fatico a mantenermi dritto mentre il sangue, come miele caldo, diffonde il suo calore lungo la gamba. Guardo nella direzione del Derro che mi ha scagliato il dardo sorridendo maligno. " É tempo di morire"
  12. Alexander Corvinus, Warlock Cerco di placare il cavallo imbizzarrito dalla mischia tirando le redini per allontanarmi dalla mischia.
  13. Alexander Corvinus, Warlock Dannati Derro, ci faranno perdere del tempo prezioso. Adesso erano abbastanza vicini da poter distinguere i singoli membri del gruppo. Tre erano armati di lance e quelle potevano creare dei problemi ai nostri cavalli. Con un sospiro rassegnato, mi scosto il mantello dalla spalla destra liberando il braccio. Inizio a disegnare gli antichi segni nell’aria mentre barlumi di magia oscura volteggiano tra le mie dita.
  14. Alexander Corvinus, Warlock Una landa impietosa sferzata dal freddo. Sorrido sardonico. Siamo partiti per la gloria del nostro dio. Sarebbe ironico morire proprio in questo luogo dimenticato anche dal tempo. << Il fato ha decretato che oggi scorrerà del sangue. Cosi sia>> Annuisco nella direzione di Ardan mentre dirigo il cavallo alle sue spalle.
  15. Alexander Corvinus, Warlock La figura di Ardan sprigiona una forza caotica e brutale. E’ come un mare in tempesta: spaventosamente potente ed ingovernabile. Sbuffa come un bufalo furente alle mie parole e io lascio cadere il silenzio tra noi sapendo che non c’è altro da aggiungere. Mentre camminiamo fianco a fianco ruggisce degli ordini e Philo, come un cane fedele, scatta sull’attenti ansioso di compiacerlo. Non posso fare a meno di non notare il suo sguardo astioso verso di me. Non gli posso dare torto e sono consapevole che succederà sempre più spesso nel futuro. Ardan è una figura carismatica e attirerà su di se uomini e donne desiderosi di servirlo. Io d’altro canto ricopro una posizione privilegiata al suo fianco. Ma questo non è un diritto che mi sono arrogato da solo. Sono stato scelto per diritto divino e certamente non consentirò a nessuno di ostacolarmi. In ogni caso lo ignoro annotandomi mentalmente l’accaduto e, mentre salgo in sella, la mia mente è percossa da un lampo. All’inizio mi sento smarrito, ma lentamente acquisto coraggio per sostenere le visioni e mi addentro verso l’infinito, spingendo la vista alle sue possibilità estreme. Mi immergo nella luce divina e riesco a vedere oltre la realtà e in altri casi, quando il mio patrono me lo concede, oltre il tempo. Mi volto lentamente verso Oric mentre un sorriso malizioso mi si dipinge sul volto. << Una gola ripida tra due basse colline con le pareti ripide e taglienti. Quella di destra più alta simile ad un’onda pronta ad infrangersi sulla spiaggia, quella di sinistra occupata da una macchia di pini carichi di neve. Il nostro patrono ci ha indicato la via. >>
  16. Alexander Corvinus, Warlock “Il nostro legame è ancora debole. Lo percepisco come un’ombra abbagliante e spaventosa senza forma. La sua voce è lontana come un eco nell’oscurità. E’ come un sussurro proveniente dalle viscere della terra carico di promesse di onnipotenza. “ Immerso nella lettura del Tomo non percepisco alcun suono se non l’ululato del vento che sferza impietoso. La polvere di neve come mossa da un burattinaio invisibile compie la sua instancabile danza vorticando e turbinando intorno al nostro misero accampamento. Tutto in questa terra è ostile alla vita mortale perché questa è la terra degli dei. Il freddo è dotato di una forza primitiva che ti ghermisce l’anima e ti può portare alla pazzia, le colline nascondono creature letali e sotto il manto di neve si celano antichi segreti che possono condannare un uomo alla dannazione eterna. Cerco tra le pagine del Tomo degli indizi sui prossimi passi da compiere. La mia fede è salda come le Montagne Cerchiate: sono certo che non siamo stati indirizzati quassù solo per morire, ma è passato molto tempo dall’ultima visione che ci indicava la via delle Piane Infrante. E' evidente che la conoscenza per adesso mi è stata negata e devo accettare il volere del nostro patrono. Decido pertanto di dedicarmi a problematiche più concrete per il momento. Volgo il mio sguardo verso Ardan e vedo il lampo di disprezzo nei suoi occhi mentre osserva il gruppetto raccolto intorno al fuoco. So quanto disprezza la debolezza, ma per adesso quegli uomini ci servono ed è compito mio tenere il fuoco del loro fede accesso. Mentre lui risale lesto la collina, mi alzo dal mio giaciglio e sgranchisco le vecchie membra logore intorpidite dal freddo avvicinandomi al trio. << Tutti perdono il loro tempo e la loro vita davanti a qualche Dio senza ottenerne alcun beneficio: credenti ed empi, gente onesta e criminali, lavoratori e nullafacenti, intelligenti ed idioti, asceti e debosciati, savi ed ignoranti, geni e mediocri, gloriosi ed ignorati, dotati e maldestri, giovani e vecchi, ricchi e poveri, civilizzati e selvaggi. Stolti ignoranti che non sanno che esiste un solo credo. Perseguirlo implica lotta, violenza e guerra e se pensate che quello che stiamo attraversando in questo momento sia duro vi state ingannando. Questa è una delle tante prove che dovremmo affrontare, ma tenete bene a mente che noi serviamo un Dio generoso che saprà ricompensarci per la nostra devozione>> A quel punto mi dirigo verso Ardan. << La tua forza è ineguagliabile e so quanto disprezzi la debolezza. Gli uomini comuni a tuo confronto sono pecore. Loro non sono come te. Loro ambiscono ad essere dominati, avidi di autorità e assetati di sottomissione. Tuttavia, oggi dobbiamo essere ancora prudenti perché la nostra forza è limitata e abbiamo bisogno di aiuto>> Sospiro leggermente e non attendo una sua risposta in merito. << Cosa pensi dei Derro? Dobbiamo liberarci quanto prima di quei bifolchi>>
  17. Kiril Bjornsson, Apprentice Runesmith Ogni giorno che passa lo riconosco di meno. Sotto le sopra-ciglia cespugliose i suoi occhi sono spesso persi nel vuoto. Per quanto mi faccia male pensarlo, mi auguro che riesca a trovare una morte gloriosa presto e qualche giorno fa mentre camminavamo nei boschi a Nord all’ombra delle Montagne Grigie sembrava esserci riuscito. Il clangore dell’acciaio ci aveva attirato fuori dalla nostra strada e in mezzo ad una radura trovammo un banda di Orchi Neri che aveva circondato un cacciatore. L’umano stava combattendo come un cane impazzito preso all’angolo. Non ebbi il tempo di girarmi verso Grombrindal che era già partito alla carica lanciando un grido che squarcio il silenzio del bosco. Sono certo che non era sua intenzione salvare l’umano, aveva semplicemente colto l'occasione per un buon combattimento. Lo scontro fu duro. Gli orchi sono degli avversari feroci e il loro capo era un combattente formidabile. Aveva quasi staccato la testa a Grom. Ma mio fratello è più duro di un incudine e a volte dubito che riuscirà mai a trovare un avversario degno. Che Grugni c’è ne scampi! L’umano si presentò come Varl e per ringraziarci decise di farci da guida lungo il cammino. Non lo volevo in mezzo ai piedi, ma non sarebbe stato onorevole rifiutargli la possibilità di sdebitarsi. Mentre ci avvicinavamo al gruppo di tre osservavo la città sporca. Le povere costruzioni non reggevano il confronto con le nostre. Del resto non è possibile aspettarsi che i loro costruttori siano all’altezza dei nostri. E’ stata l’antica razza ad insegnargli a forgiare il metallo quando combattevano ancora con le clave di legno. Abbandonai questi pensieri e mollai una pacca sulle spalle a Varl << Anche lui non se la cava male in combattimento. E’ feroce come una giovane elfa. Il viaggio è stato lungo e secondo me si parla meglio con una birra davanti. Che ne dite? >>. Sputai per terra e mi rivolsi a Grom sperando di strappargli un sorriso << daasdsaddasdddddddddddddddddddddads >>
  18. Ciao Andrea, La lore di Warhanmer la conosco molto bene. Sono un giocatore di 40k e uno dei nostalgici di warhammer fantasy. Quando é uscito AOS una parte di me é morta XD. Tuttavia, sono nuovo agli RPG e quindi non posso dire si avere preferenze particolari per quanto riguarda il sistema di gioco. Quello che mi aspetto dalla campagna e quello che mi aspetto dai RPG PBF in generale: un'evasione in un mondo di fantasia da poter condividere insieme. Fammi sapere Kensei
  19. Kublai (Ramingo) - Versante orientale delle mura Dalla cima delle mura avverto chiaramente le urla dei combattenti e il clangore dell'acciaio. Volgo il mio guardo verso lo schieramento centrale. Laggiù , nel calderone ribollente della battaglia vedo infuriare una lotta sanguinosa. Vedo spiccare la guardia del Re affrontare i cavalieri del Rhovonion. Maledico Ardan per la sua dannata impazienza. Avevo avvertito che sarebbe stato un giorno di pioggia e che il campo di battaglia si sarebbe trasformato in una palude eppure non sono stato ascoltato. Se veniamo sconfitti possiamo dire addio alla nostra paga e il Khan non me lo perdonerebbe. Per i Black Wolf la sconfitta non è un opzione. Ma la situazione è ben peggiore. Respirando a pieni polmoni l'aria gelida e guardando il cielo plumbeo mi rendo conto che la pioggia arriverà prima del previsto e questo non darà neanche il tempo agli incendi per propagarsi. Avendo capito, Naibi mi rivolge uno sguardo interrogativo << Che cosa facciamo adesso?>> Non rispondo e guardo pensieroso l'interno delle mura. La cittadella interna si erge al di sopra di tutto con le sue possenti mura che abbracciano l'ultima roccaforte. Da li probabilmente il Barone stava dirigendo le sue difese. Per una attimo penso che potremmo andare a stanare Macallan, ma non sarebbe un opzione viabile. E' sicuramente accompagnato dalla sua guardia personale dentro la sua fortezza. Le probabilità non sarebbero a nostro favore. << Naibi, ordina a Jupp di correre verso il nostro schieramento centrale. Deve informare il capitano Marton di spostare una parte delle forze verso il nostro versante e di volgere i suoi trabucchi verso questo punto del muro . Qui hanno scavato il canale di scolo e le mura sono più deboli. Se concentrano il fuoco possono sperare di aprire una breccia>> << E noi cosa faremo signore?>> << Percorriamo le mura verso il portone centrale e diamo copertura ai nostri che si stanno arrampicando sulle scale. E' arrivato il momento di unirci alla battaglia.>> Un sorriso ferino si dipinge sul volto di Naibi e mi risponde compiaciuta <<finalmente!>>. A questo punto mi rivolgo a Gerard. << Allora, ti unisci ai Black Wolf o hai un idea migliore?>> Intanto raduno gli uomini intorno a me per incamminarci verso il centro.
  20. Kublai (Ramingo) - Versante orientale delle mura Sento un improvviso bruciore alla spalla. Fortuna che è stato solo un colpo di striscio. Mormoro un ringraziamento a Morkai e poi lancio uno sguardo d'intesa a Gerald. Se non fosse stato per la sua prontezza quella freccia si sarebbe conficcata direttamente nel mio cuore. Ordino a Naibi e MIrklos di tenere d'occhio le mura. << se qualcuno si avvicina ai cadaveri, uccidetelo. Non possiamo permetterci che suonino l'allarme >>. Faccio cenno agli altri Black Wolf di seguirmi e ci mettiamo dietro al ladro. Mentre sfilo l'arco per puntarlo verso la porta mi rivolgo a tutti dicendo << tenetevi pronti. Ua!!>> <<Ua>> risposero i Black Wolf alle mie spalle. Il piano era semplice. La cartina che ci aveva mostrato Gerald evidenziava che su questo versante c'erano i granai e le stalle. Dovevamo entrare. Appiccare quanto più incendi possibili per creare il caos. << Gerald, chiunque ci sia dietro quella porta deve morire velocemente >> mormorai mentre tendevo la corda dell'arco. La paura iniziale era scomparsa e aveva lasciato spazio ad una lucida consapevolezza della forza dei Black Wolf.
  21. Ciao, io sarei interessato. Sono un giocatore di 40k miniature e quindi la lore la conosco bene. Meno le regole del GDR ma ho già iniziato a leggere il manuale. C'e spazio ?
  22. Kublai (Ramingo) - Versante orientale delle mura Scoccare una freccia e un movimento complesso che implica diversi passaggi. Estrazione dell'arco, posizione delle spalle, inccoccare la freccia, trazione, controllo del respiro, mira e infine rilascio. Ci vogliono anni di pratica estrema per padroneggiare questi passaggi ed e quello a cui la vita di un ramingo é votata: perfezionare a tal punto la tecnica finché ogni fase diventa facile come respirare. Ed infatti tutto avvenne nel tempo di un respiro. Kublai non ebbe nemmeno tempo di maledirsi per la sua stupidità nell'aver perso tempo. Estraé l'arco, prese di mira la guardia che correva a dare l'allarme perché istintivamente sapeva che se altri fossero stati allertati tutto il branco sarebbe stato in pericolo, trattenne il respiro e poi scoccò la sua freccia. Era certo che gli altri Black Wolf avrebbero percepito il pericolo come lui e avrebbero cercato di coprirlo. Tuttavia quando si guarda in faccia la morte e difficile dominare la certezza spaventosa della fine. Cosi dopo aver rilasciato la freccia irrigidì istintivamente il suo corpo preparandosi a subire il colpo fatale.
  23. Kublai - Ramingo - capitolo 1 Fiamme nel buio Era la seconda battaglia a cui partecipava e lo stomaco gli si stava torcendo per il nervosismo. Tuttavia, non poteva mostrarsi debole davanti ai suoi fratelli e sorelle. Del resto il Khan dei Khan lo aveva nominato suo erede. Ancora oggi non poteva credere a questo. Lui che era un bastardo senza radici raccolto poco più che infante nella steppa. Ma non era il momento di indugiare su questi pensieri. Doveva agire. Doveva ridursi all'essenziale. Entrare in contatto con la sua parte animale e attivare tutti i suoi sensi. Mentre teneva gli occhi chiusi e mormorava una breve litania rivolta a Morkai, avvertiva chiaramente il vento gelido del Nord carico di pioggia,le grida dei soldati, il frastuono delle macchine d'assedio che avanzavano e nel recesso più primitivo della mente poteva sentire Kiba a chilometri di distanza mentre vagava tra i boschi. Era consapevole che se non avesse agito velocemente il temporale avrebbe reso quel terreno una palude e quegli stolti in armatura pesante non sarebbero più riusciti ad avanzare diventando dei facili bersagli per le forze del Barone. Quando riaprì gli occhi analizzò attentamente il terreno davanti a se. Kublai valutó la possibilità di salire il canale di scolo dal bordo, ma la ritenne una via troppo lenta e decise di risalire direttamente dall'acqua. I Black Wolf venivano addestrati sin dalla giovane età a muoversi come un branco di lupi. Non comunicavano a parole. Impercettibili cambiamenti nella postura dell'alpha erano sufficienti affinché il gruppo capisse cosa fare. Per questo Kublai non imparti nessun ordine. Assunse una posizione ferina flettendo leggermente le gambe e portando il busto in avanti. Il branco capì. E tutti avanzarono attentamente sul fondo vischioso. Mentre si muoveva Kublai osservava le mura. Il grosso dell'esercito stava avanzando sull altro versante, ma solo uno stolto poteva pensare che quella parte delle mura fossero rimaste sguarnite. Arrivato alla base del muro cercò di capire se ci fosse un passaggio attraverso il canale di scolo. Arrampicarsi sul muro di cinta era una possibilità, ma così sarebbero diventati dei bersagli facili.
  24. Kensei

    Topic Organizzativo

    @MasterX ciao, il personaggio si chiama Kublai
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