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Demian

Circolo degli Antichi
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  1. Demian

    Ricarica rapida

    Il 2D6 fa riferimento a quell'arma di taglia media o alla taglia piccola? In genere il danno si riduce assieme alla taglia delle armi.
  2. Qualunque cosa sia scritta sui manuali, il DM sei tu, quindi puoi scegliere come meglio credi. Personalmente, anch'io li assegno a fine sessione, a meno che non si salga di livello nel frattempo, in tal caso pausa/gioco e i giocatori aggiornano i loro pg con gli avanzamenti. Per il tuo dubbio sul GDS del boss, io in genere preparo in anticipo le sessioni nel dettaglio, facendo un calcolo dei PE che il gruppo probabilmente riceverà in base agli incontri/trappole e quant'altro previsti nel corso della campagna. Si tratta di un calcolo approssimativo, ma mi ha sempre permesso di regolare bene i futuri incontri prevedendo a che punto il gruppo sarebbe avanzato di livello.
  3. Chiedo scusa, andando a memoria mi ricordavo che dopo i primi 3 manuali non fosse uscito molto per diverso tempo, errore mio. Quanto alle citazioni, il problema è proprio quando devo farle multiple
  4. ... scusatemi, sono ancora una capra, non so come si facciano le citazioni multiple, quindi uso copia/incolla. Da Mad Master: I vampiri nella nostra cultura comparivano, ma non come superfighi fascinosi... Erano cadaveri gonfi con zanne e artigli che andavano di notte a bere il sangue dei vivi portandoli lentamente alla morte, una commistione tra la scarsa conoscenza della decomposizione dei corpi e gli effetti della tubercolosi... Esatto! La versione cui oggi siamo più abituati deriva dal primo vampiro letterario, lord Ruthven, opera di John Polidori, il medico personale di lord Byron, alla cui psicologia secondo la critica il vampiro fu ispirato. Da Simone_pg: Qua forse aprirò un dibattito infinito ma lo stesso vampiri a livello di ambientazione è qualitativamente inferiore a D&D. Il paragone non regge. L'ambientazione di vampiri era strettamente legata al nostro mondo medievale (cosa che purtroppo è stata abbandonata nell'ultima edizione ), o contemporaneo. D&D è un sistema di gioco non vincolato alla realtà, a sviluppo totalmente libero, le uniche, reali barriere sono quelle che un DM può avere in testa. Per cui, più che un dibattito, direi che il paragone è fuori luogo, seppur siano entrambi gdr cartacei, in comune non hanno proprio nulla... neppure il sistema di gioco. Da thondar: un'altra cosa che ha contribuito sicuramente per me: la quantità di materiale disponibile Inizialmente, più di quantità parlerei di qualità, poi lo sviluppo successivo ti da ragione. Al primo D&D, il mercato era vergine, il materiale poco ma era praticamente l'unico. Alla 3à ed, agli albori, i manuali erano solamente tre, e per diverso tempo non ne sono usciti altri, almeno in Italia, poi ci fu "un'esplosione di materiale". La reale differenza quindi agli inizi fu anche li nei contenuti, la rielaborazione delle precedenti edizioni aveva portato ad un sistema più complesso e dalle notevoli possibilità, specialmente per l'adattabilità alla creatività del DM e dei giocatori, cosa su cui sono d'accordo con Blackstorm. Da simone-pg: Poi per quanto riguarda il regolamento secondo me è flessbile e snello non nel senso del regolamento in se ma quando si gioca. Mi spiego meglio: il regolamento probabilmente non è semplicissimo da imparare però quando lo si conosce e si gioca ogni azione viene risolta in brevissimo tempo Sono d'accordo, se il DM riesce a prenderci la mano e sa farsi valere sul gruppo con la dovuta equità ed imparzialità, ogni controversia può essere risolta in breve, l'unica cosa che serve è un po di buonsenso. Ho giocato alla 4à ed., ma li le cose sono state differenti. Il gruppo con cui ho avuto a che fare era avanzato, ma ogni sessione spuntavano fuori delle controversie, e si dovevano chiedere chiarimenti via internet al supporto tecnico per ogni stupidaggine Spero il problema sia stato risolto, ma ad ogni modo la cosa poteva dipendere pure dal gruppo... facevano confusione fra prono e supino, e altre cose, mi pare non si fossero ben adattati alla 4à ed., pur giocandoci da tempo.
  5. Che ci sia un modello generale da poter seguire è importante, quindi non è male che ci sia la descrizione psicologica delle razze nei manuali base. Secondo me però un DM sbaglierebbe basandosi soltanto su quella, e anche soltanto su quelle presenti nelle ambientazioni, ritengo anzi un'ottima idea utilizzare le razze in modo non convenzionale, permette di uscire dagli schemi e dare alle sessioni un tocco più personale e caratteristico. Che so, Ogre simpaticoni come i Kender di Dragonlance, Orchi maniaci degli scacchi e della grammatica... questi esempi sono alquanto farlocchi, il punto è che, sviluppando un mondo personale andando al di là delle linee di base, si potrebbero ottenere risultati più interessanti del solito fantasy alla Tolkien, il quale, dopo averlo giocato per più d'un decennio, ha per me un'attrattiva in diminuzione. Per cui, per me ogni personalizzazione che esca dagli schemi e contribuisca a variare e rendere più interessante il gioco, è cosa positiva.
  6. Risposta a II ARROWS inviata, e per quanto riguarda fenna, a dire il vero non conosco bene quanto te il mercato dei gdr nel dettaglio, ma ho spesso guardato con favore a nuove uscite che apparivano fuori dal comune (Sine Requie in particolare mi colpì per la sua singolarità). Per tornare OT, sono fondamentalmente d'accordo con Blackstorm sul paragone scatola di lego/macchinina radiocomandata, mi è sempre piaciuto poter inventare cose nuove per le mie sessioni, quando iniziai come DM lo feci perché la cosa esaltava il mio lato creativo, sentire che invece la 4 aveva schemi oltre i quali non si poteva andare fu per me troppo stringente. Mi si disse che una certa rigidità era necessaria a mantenere il gioco bilanciato. Io 3 e 3.5, pur di bilanciarle litigavo coi pg talvolta, ma devo dire di aver avuto la fortuna di non avere in essa giocatori pp (paradossalmente, li ebbi proprio con la 4!!! e questo potrebbe essere uno dei motivi per cui le sessioni in essa mi diedero una cattiva impressione), per cui può essere che non sentissi come altri utenti il problema del bilanciamento.
  7. A dire il vero, io la 4à edizione, che è al centro del topic, l'ho provata, ma che dire... non mi ha convinto. Per cui, penso sia falso che molti roleplayer siano una sorta di babbioni ammuffiti che escono di rado dalla loro cripta. Dal mio punto di vista, il problema è un altro: ogni manuale, a qualunque edizione appartenga, è in primo luogo un prodotto commerciale. Quando uscì la 3à ed. di D&D, essa costituì, rispeetto a quelle precedenti, un vero salto di qualità, il gioco era stato scomposto nei suoi elementi di base e sviluppato punto per punto, al che potrei fare il confronto col primo D&D, che pure molto mi era piaciuto, ma non finirei più di scrivere. Il punto è che, per tenere alte le vendite, si rende necessario rinnovare periodicamente la produzione, ma qui stiamo parlando di gdr su supporto cartaceo, non è esattamente il prodotto più facile da far girare, e neppure da rinnovare. Per fare un esempio: nel mondo dell'informatica, l'innovazionè è, per ora, innegabile, ogni tot tempo esce un computer con migliori schede grafiche/sonore, RAM, ecc... ecc... Ma in un gdr cartaceo, una volta superata la gran parte delle limitazioni delle prime versioni (ovvero quello che si potrebbe definire il normale processo di crescita del gioco), in che modo si può rinnovare le vendite quando la precedente edizione è giunta prossima al suo "limite" (nel senso che ormai non rende più come prima)? A quel punto, più di una reale evoluzione ha luogo un rimescolamento, o una modificazione che, per quanto possa essere notevole, non è detto sia per forza la scelta migliore, sia dal punto di vista della qualità del prodotto, che della sua commerciabilità. In altre parole, la casa produttrice è costretta a fare una scommessa, non importa se è meglio 3à o 4à edizione, fra qualche anno molto probabilmente si arriverà ad una 5à... o al remake di una precedente? Non importa, la scelta sarà comunque effettuata per tutelare il livello delle vendite, e oltre un certo punto un prodotto di questo tipo non avrà granché da guadagnare in qualità dalla cosa. Non dico che D&D non possa fare ulteriori salti di qualità, ma la cosa ormai mi pare molto difficile. A parte ciò, se anche per la maggior parte dei players di gdr computerizzati il cartaceo può risultare noioso e simili, ciò non è vero in senso assoluto, conosco ragazzini di 16, 17 e 18 anni (uno dei quali è un mio fratello) che si stanno avvicinando a D&D. Sul criticare senza usare, almeno per me nego, un tale atteggiamento sarebbe assolutamente sbagliato. Quello che mi ha allontanato dalla 4à (come già scritto, e non per fare polemica), è stata la constatazione che molte delle creature erano state limitate con una riduzione di ciò che potevano fare rispetto a quelle della versione 3/3.5, minando la mia libertà d'azione come DM. Forse ad alcuni la limitazione è piaciuta, ma io non sono stato fra questi, però almeno qualche partita di prova l'ho fatta, e penso che lo stesso valga per molti altri. Ciò detto, ho provato anche Chtulhu, Sine Requie, Mondo di Tenebra, e altri giochi di ruolo, a dire il vero penso, contrariamente a quanto hai scritto, che più si giochi ad un gdr, più si voglia provare qualcosa di nuovo, almeno per me è stato così.
  8. Si, lo avevo letto, e non era mia intenzione. Ma penso anche che non si possa fare una valutazione generale di come sia stata sviluppata la 4à senza dare un giudizio di merito, almeno in minima parte. In fin dei conti, ho semplicemente scritto, infatti, che la 4à non incontra il mio gusto, nessunissima intenzione di fare polemica, né di criticare la scelta fatta da altri Comunque sia, sul perché secondo noi sia stata sviluppata così, pure ho risposto prima. La voce che ho sentito più spesso era: "per venire incontro alle nuove generazioni, che essendo abituate alle versioni-videogame dei gdr, preferiscono un modo più semplificato di gestire le campagne".
  9. A molti con cui ho parlato, risulta che sia stata sviluppata seguendo i gusti delle "ultime generazioni", abituate al "gioco di ruolo online", e da quel che mi è stato detto, sarebbe stato anche altrove seguito lo stesso principio, ad esempio con Final Fantasy XIII, dove il sistema di gestione dei personaggi è stato completamente snaturato rispetto ai titoli precedenti della serie (eccezione fa Dirge of Cerberus, ma quello era fuori dalla serie ordinaria). L'impressione che ne ho avuto io, è stata che, una volta raggiunto un certo numero di manuali prodotti, fosse complicato per la casa produttrice elaborare nuove uscite che, restando nella 3.5, potessero garantire un considerevole flusso di vendite, per cui, per necessità di mercato, hanno dovuto elaborare una nuova edizione. A questo punto una domanda si pone però d'obbligo: la 4à è un miglioramento o un peggioramento? Ovvero, per seguire il mercato la casa produttrice ha sviluppato un prodotto interessante o avendo già elaborato un'edizione molto valida, non è riuscita a tenere il passo andando oltre il limite già raggiunto? Per quel che mi riguarda, il mio giudizio della 4à potrebbe risiedere solo in come sono stati sviluppati i mostri: descrzione di poche righe e oltremodo approssimativa, forte riduzione delle capacità di ogni genere (guardate solo il golem di catene, praticamente è un comune golem di ferro). Come DM, sono ostile a ogni cosa che possa limitare le potenzialità di sviluppo del gioco, o se si preferisce, la libertà d'azione di giocatori e DM, libertà che era appunto fra i principali punti di forza della 3à ed rispetto alle precedenti, per cui che dire... finchè le cose non cambiano, io mi fermo qui, a mio avviso non c'è stato uno sviluppo, bensì un arretramento.
  10. Indubbiamente, l'esser stato uno dei primi gdr ad essere creati conferì un notevole vantaggio iniziale. Quando ancora si era alla prima edizione, sulla scia di D&D nacquero anche altre produzioni similari, ma perlopiù non ebbero grande successo, una di quelle che presi, di origine tedesca, fu Uno Sguardo nel Buio, molto curata nei singoli manuali e piacevole, ma in sè molto più limitata rispetto a D&D, posto alcune copertine. Questi sono, fra le sei avventure già pronte, quelle che mi sono goduto di più. Di AD&D so molto poco. Per quanto riguarda la 3/3.5, indubbiamente un grande vantaggio è stata l'introduzione di un sistema molto maneggevole ed adattabile, rispetto ad esempio alla prima versione non c'è proprio paragone, il gioco ha uno sviluppo estremamente libero e, ancor prima che uscissero manuali speciali o specifici, era possibile alterare notevolmente il gioco, che tipicamente sarebbe stato medievaleggiante, l'unico limite era la fantasia. Ciò detto, ci sono molti altri GdR di qualità, fra cui ad esempio Ctulhu ed Exalted, per non citarne altri, mi dispiacque però, leggendo i loro manuali (di questi due in particolare), che vi fossero delle note di critica alquanto improprie proprio verso D&D, ma entrare nello specifico sarebbe alquanto OT
  11. Penso che più dalle regole, le cose dipendano da come tu intendi gestire la situazione. O meglio, le regole richiedono l'impiego di un determinato periodo di tempo, che come tu stesso hai specificato il tuo personaggio non ha finché si trova nella zona dov'è ora. Quindi, se intendi rispettare le regole il mago non può ancora avere accesso ai nuovi incantesimi, che potrà aggiungere quando potrà dedicare alla loro stesura e studio sul libro il tempo necessario, la descrizione degli incantesimi del mago specifica infatti che "Il mago deve scegliere e preparare i suoi incantesimi in anticipo. ... deve preparare in precedenza gli incantesimi dormendo per una notte intera". Altrimenti, puoi fargli una concessione straordinaria che gli permetta di poter impiegare subito le nuove capacità sorvolando sulle regole, io non l'ho mai fatto, ma talvolta l'ho visto fare, spesso in casi in cui i nuovi incantesimi potevano essere d'aiuto al gruppo, che si trovava in difficoltà. Ma penso che questa scelta dipenda più dal tuo giudizio personale che da qualunque consiglio ti possa essere dato da altri, se la questione ti è chiara, devi esser tu in ultima istanza a decidere se rispettare le regole o, in questo caso, agire più liberamente. C'è almeno un'altra discussione in linea con questa, e abbastanza recente, la puoi leggere qui http://www.dragonslair.it/forum/threads/48169-Preparare-incantesimi-da-mago
  12. Se non erro, il Revenant appariva sul manuale dei mostri del Faerun, a dire il vero lo avevo presente fin dall'inizio, ma non l'ho ccitato perchè mi pare sia più tipico che nasca da un combattente, come guerrieri, barbari e simili. Però potrei sbagliarmi, è da molto che non ci metto gli occhi sopra. ... che ricordi il revenant, la prima volta che lo affrontai giocavo alla prima versione di d&d, sono passati almeno dodici anni, sono stato molto felice quando lo vidi reintrodotto in d&d 3 (mi pare non sia stato aggiornato al 3.5)
  13. Indubbiamente il Lich ti permetterebbe di mantenere una continuità col PNG precedente, mantenendone gli incantesimi, anche se tradizionalmente i Lich sarebbero sempre originati da png si medio livello (minimo 11 secondo il manuale dei mostri 3.5, per la creazione del filatterio), comunque sia l'aumento di livello è è +4, quello di gds +2. Se ti va di usare qualcosa di un po diverso dal solito (almeno, per la mia esperienza lo è), ci sarebbe il mietitore entropico (liber mortis, gds 12), che a me piace molto come idea, però ci sarebbero da modificare alcune caratteristiche della creatura (l'origine nel Limbo, l'allineamento, se ti è più utile, potresti trasformarlo in legale malvagio, cose simili). I mietitori entropici sono cacciatori di creature senzienti per definizione, potrebbe essere adatto.
  14. Demian

    Versi esametrici

    Mi è piaciuta molto. Però le bambine cattive non rimangono mai da sole, sanno mostrarsi per ciò che non sono a chi non le conosce davvero
  15. Se il tuo dm è in grado di far valere le proprie opinioni presso il gruppo, qualcosa si può fare, c'è una regola che, se rispettata, può tenere sotto controllo i livelli più estremi di pp. Uno dei modi più facili attraverso cui si può fare il pp è fare ricorso a varie classi di prestigio, con lo sviluppo successivo di nuovi manuali da parte di autori differenti, ne sono uscite alcune notevolmente sbilanciate, che possono fungere da elemento destabilizzante. Per limitare la cosa, leggi l'introduzione alle classi di prestigio sul manuale del dm 3.5, nessun giocatore può utilizzare una classe di prestigio a meno che non gli sia concesso dal dm, in gioco esistono solo le classi di prestigio che il dm vuole. In ogni caso, è importante far notare al giocatore pp, che la responsabilità del dm è quella di fare in modo che il gioco sia divertente per tutti, ovvero la responsabilità è verso il gruppo. In alternativa, il dm potrebbe ottimizzare l'utilizzo dei mostri. Ho letto che hai parlato di aumento dei pv eccetera, ma quello spesso non è il modo migliore, tanto dopo un po il gruppo li tira giù lo stesso e la difficoltà aggiuntiva è molto relativa. A parte il metodo più ovvio per ottimizzare l'utilizzo di un mostro, e cioè impiegarlo utilizzando una strategia adatta a lui tenendo conto dell'ambiente in cui ci si trova, cen'è un altro molto efficace, e cioè la combinazione di creature. Ogni creatura ha un GDS, e affiancando più creature il manuale del dm da un metodo per calcolare il loro gds complessivo, ciò però funziona solo in astratto. Se si abbinano creature le cui abilità le avvantaggiano reciprocamente, l'aumento reale del gds può essere superiore a quello previsto dal manuale, perché è possibile combinare le differenti abilità e sfruttarle in modo tattico. A volte ho avuto gruppi un po pp, ma in genere non hanno mai avuto vita facile lostesso, non sono male ad usare i mostri, e loro lo sanno
  16. Io uso una mappa quadrettata in cartoncino rigido, con copertura in pellicola adesiva, posso disegnarci su con l'evidenziatore e poi cancellare i tratti con un po' di carta, è utile. Un altro consiglio che posso darti, ma servirà di più con la salita di livello, è la preparazione particolare delle sessioni. Io in genere annoto tutte le cose che accadranno o che probabilmente potranno accadere nel corso di una sessione di gioco, sviluppo nel dettaglio i vari punti e mi faccio un'idea delle creature che il gruppo potrebbe incontrare, dopodiché ne studio bene le peculiarità e faccio anche i tiri, ad esempio per i Punti Vita, in anticipo, ripassando poi tutto lo schema poco prima dell'inizio della partita. E' un modo un po impegnativo, ma rende la sessione estremamente scorrevole, si riducono i tempi morti, la narrazione subisce meno interruzioni ed è più facile gestire gl'incontri.
  17. Indubbiamente in DD c'è una grande indipendenza fra i singoli numeri, molto più che in Dampyr. L'errore seccondo me è stato non tanto nel settarlo su Londra, quanto nel fare una scelta che ne limita la possibilità di spostamento. Capirei in una storia breve dove tale handicap come parte della caratterizzazione ci può stare, ma come scelta sul lungo termine... beh, certo non è castrante, ma limitante si. Avrebbero potuto dargli quel po di mobilità in più, tanto il personaggio era già fortemente caratterizzato lo stesso ( ex alcolista ora astemio, vegetariano, quasi sempre al verde, assistente/spalla comica, quando è sovrappensiero suona il clarino, grande seduttore, ha una passione per il modellismo inconcludente ), mi pare ci fosse già abbastanza carne al fuoco. Sulla possibilità di far incontrare i protagonisti di varie serie, non mi ha mai convinto... ho anche qualche flash di una copertina dove Nathan Never e Dylan Dog s'incontravano.. mi è sempre parsa una cosa che possa piacere ai fan, ma che fa perdere di credibilità alla storia, D e DD mi piacciono entrambi, ma preferirei che tenessero separati i loro mondi.. perchè, ad esempio, collegare Dampyr a Dylan Dog vorrebbe dire alterare la struttura del primo dei due, DD è un horror a ssviluppo abbastanza libero, non segue regole prefissate, Dampyr invece seppur presenti una grande variabilità, è stato strutturato su alcune linee di base. Certo, se non ci si fa caso la cosa si può anche fare, ma a me non tornerebbe inserire nel mondo di Dampyr un personaggio nel cui mondo i vampiri non seguono lo schema del rapporto Maestro/Non Morto, dato che dal numero uno a quello attuale si è seguita questa linea. Nei DD che io ho appaiono 5 differenti tipi di vampiri: il più simile all'impostazione dampyriana mi pare sia quello nel n° 285 LA FURIA DELL'UPYR, poi, simile ma soltanto simile, il doppio numero 180 e 181, NOTTI DI CACCIA e IL MARCHIO DEL VAMPIRO, che avrà un seguito nella storia in almeno due numeri successivi ( MANILA, l'altro titolo non lo ricordo ), pure il n° 147 POLVERE DI STELLE è su questa linea anche se non collegato, ma la storia cambia completamente coi numeri 155 LA NUOVA STIRPE, il 62 I VAMPIRI, e un altro di cui ora no ricordo numero e titolo. Tutte queste storie mi sono piaciute molto, ma preferirei non le si accostasse a Dampyr, le due serie mi piacciono come sono, indipendenti
  18. Mi scuso coi Moderatori, so che il doppio post è proibito dal regolamento, ma, non so perché, il programma m'impediva di fare un'ulteriore modifica al messaggio. Su Dampyr aggiungo: credo che nei prossimi 4 numeri si svilupperà lo scontro finale col vampiro di Londra lord Marsden... ahhh, ho la bava alla bocca. E' senza dubbio uno degli avversari più insidiosi e tenaci di tutta la serie, credo uno dei top four con Nergal, Thorke e, forse, Jan Vathek. Momento mitico, lo sento più di quando alla fine ci fu lo scontro fra Nathan Never e Aristotele Skotos ( nemico che durò dal numero 1 a ben oltre il 100, lascio immaginare! )
  19. Sono un fan dell'horror fumettistico, parlando di Dampyr, è sicuramente il mio preferito, ma anche Dylan Dog mi piace molto. A questo punto ti consiglio Rourke, se anche tu sei un fan dell'horror, potrebbe piacerti. Facendo una valutazione fra i due suddetti comunque, penso che fin dall'inizio a Dylan Dog abbiano, senza particolare motivo, affibbiato una tara eccessiva, derivata dalla caratterizzazione del personaggio. Uno dei punti di forza di Dampyr è che la serie è stata strutturata per essere estremamente mobile, i protagonisti si spostano in gran parte del mondo, e questo facilita il compito di tenere fresca l'intera produzione, gli ambienti vengono contestualizzati e c'è una maggior variabilità negli scenari. Dylan Dog invece, sic, soffre il mal di mare (e prende la nave solo in casi assolutamente straordinari) e non prende l'aereo, certo ogni tanto ha fatto dei gran viaggi, anche nella lontana Europa dell'est, ma in macchina!!!! Penso che in prospettiva, già dal primo numero, quando caratterizzarono in tal modo il protagonista, abbiano fatto una toppata, la cosa lo limita troppo. Per carità, la maggior parte delle storie mi piacciono un sacco e ci sono dei veri gioielli, come Mater Morbi che ho trovato particolarmente inquietante e anche angosciante (il tema è il rapporto fra gli uomini e la malattia), ma mi viene da supporre che Londra sia la centrale internazionale dove si raccolgono le oscure presenze del pianeta, di qualunque tipo esse siano. Basta invece guardare i primi dieci numeri di Dampyr, per capire come in questo caso abbiano investito nella possibilità di sviluppare ambienti estremamente mutevoli da un numero all'altro, in soli dieci uscite queste le località toccate: Bosnia e Serbia (primi due numeri, durante la guerra), Gran Bretagna, Mosca-Russia, Praga, Friburgo, Berlino, Parigi, Namibia (seconda storia sviluppata su due albi, i numeri 6 e 7). Certo, nei primi numeri di DD, c'è una storia ambientata in Germania, ma chiunque segua la serie sa che Londra la fa perlopiù da padrona, con notevoli altri spostamenti sul suolo britannico; con tanti avvenimenti straordinari li concentrati viene da chiedersi come sia possibile che nella storia la stampa tratti ancora il protagonista da ciarlatano. Era stata molto tempo fa ventilata in modo assolutamente ipotetico (e forse solo da parte di alcuni fan), la proposta di far incontrare Harlan Draka e Dylan Dog, come fu fatto in passato per i personaggi di Nathan Never e Martin Mystère (se non erro il secondo fu ritrovato congelato in un iceberg o simili, e venne in qualche modo riportato alla vita, io lessi il seguito di tale storia in cui c'era qualche riferimento a come avvenne l'incontro... troppo assurdo, me la rido ancora ), ma ho sempre pensato che sarebbe stata una pessima idea. In Dampyr il tema dominante è la lotta contro i vampiri, creature la cui natura è stata definita e segue uno schema abbastanza regolare, in Dylan Dog invece appaiono almeno quattro diversi tipi di vampiri, e io non ho di certo tutti i numeri, il risultato sarebbe stato una perdita di coerenza per le due serie. Comunque sia, pare che l'ipotesi sia sfumata molto tempo fa.
  20. C'è poi da considerare che, in una città dove esiste una nobiltà abbastanza antica e radicata, i "nuovi nobili" spesso non sono ben visti. Quando l'ascesa della borghesia rampante portò membri di questa classe ad acquistare titoli nobiliari che avrebbero dato loro un riconoscimento sociale, molte delle vecchie famiglie, le cui finanze pure vennero rimpolpate dai capitali dei borghesi, guardarono con notevole disprezzo ai nuovi nobili, una cosa simile potrebbe accadere anche ai PG.
  21. Sono sempre stato molto aperto per quanto riguarda le relazioni fra le razze. Dopo un po', la solita antipatia nani vs elfi e cose simili alla Tolkien mi venivano a noia, meglio uscire dagli schemi! Elfi ubriaconi che vivono ai margini della strada, nani fighetti che vestono con armature griffate, si può creare proprio di tutto se si va aldilà delle immagini canoniche, le quali se troppo seguite cominciano facilmente a puzzare di stantio. Approvo decisamente chiunque dia un tocco molto personale alle relazioni fra specie nelle sue campagne.
  22. Chiedo scusa, cos'è la d20 modern, e dove si trovano sti manuali?
  23. Demian

    Il barbaro (5)

    Scusatemi l'intervento un tantino OT, sarò breve: In che manuale si trova lo swashbuckler? Vorrei capire di cosa si tratti, grazie in anticipo!
  24. Spoiler: Voglio dire, da un po gli autori registrano crisi nel mondo del fumetto, di qui la reticenza a sviluppare nuove serie optando per le serie brevi. Il che non è per forza un male: pochi numeri, un racconto che si conclude, possibilità di sviluppare più progetti interessanti. Ma farlo così è un disastro! Per dire, anche la Bonelli, e non è che io parteggi per loro per simpatia, ma semplicemente ho visto come hanno sviluppato alcuni fra gli ultimi lavori, le nuove miniserie sono state cominciate, portate a termine e non sono scadute nel frattempo. Esempi? Brad Barron per la fantascienza, Demian e Cassidy per il noir/storie di criminalità, Greystorm, Caravan. Trigger della Star Comics era valutato come un progetto interessante, ben sviluppato, sceneggiatore noto ( Ade Capone ), ma... non vendeva, quindi chiusa la serie a numeri quattro di sei. E che diavolo! Fanne un quinto concentrato e a prezzo maggiorato che esca in edizione limitata per quelli che la serie l'hanno comprata almeno! Valter Buio altra grande incognita. Se si prendono solo il primo e l'ultimo numero, si legge una storia collegata, poichè in entrambi appare un misterioso personaggio che, suppongo, fosse pensato come una delle figure più enigmatiche ed interrogative della serie. Ma... le due storie sono state sviluppate in autonomia. Ovvero, scollegate fra loro. Ovvero, nessuno dei personaggi della serie che avevano avuto a che fare con questo losco figuro si ricordava di lui, eppure ne avevano scoperto i nomi (almeno tre), le abitazioni, e parte della storia. Ma.. senza che una sonda aliena abbia cancellato la memoria a protagonisti e co-protagonisti, l'evilman della serie è stato dimenticato. Non ha alcun senso! Dimenticavo, per cui aggiorno: in controtendenza rispetto alle brutte esperienze con la Star Comics c'è stato Rouke: Tematica horror, ambientazione irlandese, sviluppo della storia coerente, storia breve, meno di una decina di numeri in tutto. Lo consiglio, non è male. Ciò che non mi torna sono alcune note narrative a inizio e fine dei numeri, che parevano lasciar presagire la serie dovesse continuare oltre. Ma se non altro, anche se è stata conclusa prematuramente, almeno non è scaduta come altre di cui ho già parlato. Per quanto riguarda poi Faactor V, ti spoilero una cosa paurosa, fed_44. Si tratta di parte della conclusione, per cui chiunque lo volesse leggere non apra lo spoiler.
  25. Dato che ci sono capitato, rincaro la dose sulla Star Comics: quanta potenzialità sprecata! Trigger? Al quarto numero è stato sospeso, sviluppo e vendite bloccate. Capisco che il prodotto deve vendere, ma si trattava di una storia di soli sei numeri! Bloccarla al quarto è una presa per i fondelli per i consumatori, no dico, almeno farne un numero conclusivo un pò precipitoso e raffazzonato, che però chiuda il cerchio, invece niente! Nemrod? Progetto singolare, con qualche potenzialità, sviluppato in tre parti: la prima parte, originale, di oltre una decina di numeri, poi altri quattro, e infine altri dodici... sospesi prematuramente. Chiunque abbia seguito la serie può vedere che dopo un po essa diventi sempre meno innovativa, l'impressione che se ne ricava è che l'abbiano munta il più possibile senza rinnovarla, lasciandola così spirare in modo alquanto squallido. Factor V pessimo numero uno? Leggi tutta la serie, qualunque minima cosa cui ci si potesse appellare per salvarlo svanisce col finale, il quale non ha proprio significato. Voglio dire, le premesse della storia sono date, gli sviluppi mostrati, e alla fine va tutto in vacca in uno dei modi più assurdi e pacchiani che si potesse sviluppare, col falso colpo di scena ormai fin troppo utilizzato. E poi, in proposito Spoiler: L'ultimo numero non ha significato, voglio dire, gli stramaledetti vampiri escono dal loro limbo/prigione, e iniziano a conquistare il mondo massacrando tutti, si, con zanne e denti. Voglio dire, e gli eserciti? lanciafiamme, bombe incendiarie, finanche alle nucleari, niente? Umanità massacrata senza colpo ferire con un'invasione che ha per testa di ponte una piccola cittadina sulle montagne statunitensi, il tutto senza che nota di tentativi di difesa sia stata data, è ridicolo. Si può sviluppare un mondo come si vuole, ma la coerenza oggettiva deve rimanere. Ciò che ho visto molto nella Star Comics, e che mi ha lasciato male, sono state tante ottime possibilità sprecate, progetti che avrebbero potuto essere interessanti ma sviluppati in modo inadeguato o lasciati decadere per scelte che neanche riesco a comprendere, cose simili, e oltre a ciò continui ritardi nell'arrivo dei numeri, a volte anche di oltre una decina di giorni rispetto alla data d'uscita prevista. E che? Se lo sai, scrivici una data posticipata! Altro titolo, Valter Buio, in origine avevo letto che avrebbe dovuto essere una nuova serie, poi alla fine scopro che si trattava di una miniserie. Non so quale delle due notizie era la reale, di certo però se si pensava di farne una serie, sarebbe nata morta. Ovvero, l'idea mi è parsa anche interessante, ho apprezzato le storie, quasi tutte devo dire, ma si trattava di un'impostazione di base che non avrebbe comunque avuto grandi prospettive di sviluppo oltre i primi numeri, solo prendendo l'ultimo numero, e confrontandolo col primo che in un certo senso riprende, non si capisce come abbiano potuto concludere il lavoro in tal modo, pare che lo abbiano fatto per chiudere un progetto fallimentare, questa è l'impressione che ho avuto. Ho preso anche Rourke, che devo dire invece mi è piaciuto parecchio, ma questi sono miei gusti, però di certo non è stato privato di una fine dotata di senso, lo sviluppo è coerente e anche se leggendo alcune "note narrative" la fine mi ha destato minime perplessità, se non altro rimane a mio avviso un buon prodotto. Ora, sempre SC, sto seguendo San Michele, l'idea mi pare buona, le possibilità di svilupparne una buona storia ci sono, spero non mi mandino a ramengo anche questo! Su Nathan Never della Bonelli invece, di cui si è già parlato, devo dire che fino a qualche anno fa li prendevo, poi smisi perchè il genere fantascientifico mi era venuto un po a noia, ma devo dire che mi sorprese il nuovo taglio dato alla serie a partire dal Numero 162, sembrava promettente. Taglio di alcuni fra i personaggi "meno vitali diciamo" della serie, nuova impostazione, molto più oscura, malinconica e a tratti violenta, sembrava parecchio interessante, dando anche al protagonista una nota di oscurità che gli giovava un sacco secondo me. Non posso sapere quanto a lungo la nuova impostazione sia proseguita, perchè comunque smisi di prenderli non molto tempo dopo, mi stavo riorientando più sull'horror, ma devo dire che la trilogia formata dai numeri 162, 163 e 164 è per me un vero gioiello, merita d'essere letta. Per quanto riguarda invece vecchi e nuovi albi giganti, li ho sempre evitati, mi sembrava facessero spesso costruzioni troppo astruse anche rispetto la struttura base della storia.
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