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Dragons´ Lair

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Visualizzazione dei contenuti con la reputazione più alta il 28/07/2016 in Commenti Voci blog

  1. In realtà è un falso problema. Non è che D&D3&co. ha fatto scuola, è che ha portato un sacco di persone nuove, cresciute a pane e Magic, Final Fantasy e Pokemon, nel mondo del GdR, e ci è riuscita proprio perché quelle persone erano interessate soprattutto all'aspetto numerico del gioco. Il concetto di "perdere di vista il personaggio in quanto storia" ha senso per chi valorizza l'interpretazione immersiva o narrativa molto più di tutto il resto, il che è perfettamente lecito, ma non si può vivere il fatto che altre persone siano più interessate ai numeri come un degrado a cui è necessario porre rimedio. Si può promuovere il proprio modo di giocare, ma in maniera positiva, senza porsi in contrasto col mondo e interpretare il ruolo dei difensori di uno splendore passato che ora, per colpa della 3.5, non esiste più. Altrimenti si viene percepiti come chi sa meglio degli altri quello di cui hanno bisogno per giocare bene, quando poi magari quegli altri non è che non sanno cosa sia la profondità narrativa, è che gliene frega molto meno che della system mastery. Alla fine, come hai detto prima tu stesso, l'importante sono le premesse. Non stiamo giudicando te, stiamo dando la nostra opinione in un ambito soggettivo e astratto, per cui per forza di cose ha senso chiedersi la finalità del discorso. Al limite stiamo giudicando la tua posizione, ma questo non rientra nella definizione di processo alle intenzioni. A me dispiace che tu viva questo dibattito come un attacco e ti ponga sulla difensiva. Io personalmente scrivo perché mi interessa la tua opinione, altrimenti evitavo. Ti porto un significativo esempio da buddista per spiegare quello che penso. Le patate di montagna giapponesi, che sono ruvide e sporche quando vengono raccolte, se messe tutte insieme in una vasca in cui scorre l'acqua, scontrandosi si sfregano e la buccia si leva, lasciandole lucide e pulite. Così anche le opinioni e le idee se messe insieme, attraverso lo scontro e lo sfregamento migliorano. Ma se non c'è confronto si perde questa possibilità. Comunque se a te non interessa, basta dirlo. Credo che questa frase sia significativa riguardo gran parte delle incomprensioni che sono emerse, per cui perdonami ma vorrei fare un discorso a riguardo senza intendere alcun processo alle intenzioni La definizione di gioco di ruolo è molto semplice. Si tratta di un gioco in cui i giocatori assumono il ruolo di personaggi in un'ambientazione immaginaria. Il che comprende anche chi gioca limitandosi a descrivere sinteticamente le azioni del proprio personaggio, perché sta comunque assumendo il ruolo del proprio personaggio, solo che lo sta facendo in termini particolari che non comprendono la recitazione e l'amore per i dettagli, ma lo sta comunque facendo. Detto questo è legittimo, e anzi necessario, che ciascuno di noi sviluppi questo concetto arricchendolo con le proprie idee ed esperienze. A quel punto si raggiunge la propria idea soggettiva del modo migliore per giocare di ruolo. Ma rimane il fatto che il giocatore, per dire, EUMATE sta effettivamente giocando di ruolo. A parte questo, comunque ci sarebbe c'è un'altra questione da chiarire, ovvero riconoscere il valore delle idee discordanti dalla nostra. In nessun caso dovrebbe succedere che "tu hai il diritto di sostenere una cosa, e chiunque di dirti che non è vero", perché è così che si generano i flame. Nell'ambito delle idee soggettive non si può dimostrare che una cosa è vera o falsa, per cui non ha senso sostenere posizioni in contrapposizione. Ha senso dare la giusta dimensione alla propria posizione nel rispetto di quella degli altri. Nessuno dovrebbe dire che chi favorisce la parte narrativa a scapito della s.m. non sta giocando di ruolo (ma sta giocando di narrazione), però potrebbero dire che non ha un approccio condivisibile da tutti, perché si perde una parte del gioco che a molti interessa (la tattica e la sfida posta dalle regole). Allo stesso modo nessuno dovrebbe dire che chi favorisce la s.m. a scapito della parte narrativa non sta giocando di ruolo (ma sta giocando a un videogame cartaceo), però potrebbero dire che non ha un approccio condivisibile da tutti, perché si perde una parte del gioco che a molti interessa (la profondità narrativa). In sintesi, non devi smentire niente. L'unica cosa che non ho capito è che tipo di risposte vuoi ai tuoi interventi sul blog.
  2. Se posso provare a gettare un pò di acqua sul fuoco... credo che il problema sia sorto perchè: DB_Cooper non ha detto esplicitamente che quanto scrive quì riguarda solo ed esclusivamente i suoi gusti personali, nè che non ritiene i propri gusti superiori a quelli degli altri (probabilmente perchè riteneva inutile specificare una cosa che riteneva, a quanto pare erroneamente, ovvia). MadLuke (a differenza di altri, tipo me) non è riuscito a capire quanto detto sopra, prendendo le parole di Cooper per un'attacco ai giocatori "che non interpretano". Almeno, questa è l'impressione che stò cominciando ad avere dagli ultimi post.
  3. E tre... Tanto per iniziare hai detto "noi", il che risolve il problema al contrario: c'è chi la pensa in un modo e chi in un altro. Tutti possono rispondere e dire la propria e naturalmente il discorso può articolarsi (come sta accadendo ora). E ancora: io riconosco perfettamente le idee diverse dalla mia, il fatto che tu la pensi diversamente non rende meno vera la mia intenzione... ma non per questo devo specificare sempre che la verità sta nel mezzo. Siamo persone adulte, se qualcuno si sentisse offeso dal mio post vorrei sapere perché e gli spiegherei che non ce n'è motivo. Semplicemente perché un'idea personale del genere, per quanto soggettiva (e comunque ironica, lo dico per la quarta volta e spiegare uno stile vanifica gran parte dell'intento originario) non è offensiva. Per esempio, tu hai confuso giocare di ruolo con recitare. Puoi tranquillamente descrivere sommariamente le tue azioni, l'intento conta più del risultato, specie quando hai a che fare con persone timide o con attitudini diverse... L'importante è che il personaggio sia il filtro di tutte le tue azioni. I personaggi che non lo fanno, ripeto, NON giocano di ruolo. Meglio di così non posso spiegarlo, anche perché è un ragionamento semplice e concreto. A mio avviso se c'è una cosa sbagliata è tre quarti di questa discussione: le parti in cui discutiamo attivamente degli stili e delle prospettive hanno senso, quelle in cui mi suggerisci avere rispetto degli altri quando continuo a pensare (specie in virtù dell'insieme del blog e non solo di quell'articolo) che a parte il sarcasmo non esiste mezzo insulto, né velato né esplicito, mi sembrano di troppo e un filo pretestuose, ben più dei toni del mio blog originale. Quanto a mettermi sulla "difensiva" è una provocazione e replico solo dicendoti che è ciò che fa un essere senziente quando ritiene che una parte della sua libertà venga infranta dal giudizio pretestuoso di qualcuno. Forse non ci siamo capiti, ma non colgo una dialettica volta alla risoluzione del mio blog, ma una serie di lezioni di stile e, ripeto, processi alle intenzioni. Da un lato dici che non mi ammonisci come moderatore, dall'alto i tuoi interventi sembrano a tutti i costi voler far apparire il mio punto di vista ciò che non è. Oppure le persone che (visto che dici noi, adotto lo stesso metro) sono d'accordo col blog sono tutti dalla parte sbagliata solo perché "concordano"? Tu scriverai cose che io non condividerò: a quel punto dovrei fare lo stesso o semplicemente attenermi a quel che scrivi senza andare oltre (come stai facendo tu con valutazioni personali, rileggi i post, mirati a me come persona e non come "avatar in un blog")? Quindi torno all'origine del punto, che mi pare il nocciolodi tutti questi problemi filosofici, riformulo: il mio punto di vista è che un giocatore che NON gioca il proprio personaggio (non importa il grado di recitazione, può attenersi al minimo indispensabile per muoversi nel mondo) non sta giocando di ruolo, ma usando una scheda per il proprio personale tornaconto. Questo con la system mastery non ha niente a che fare, poiché il system master ha comunque la possibilità di giocare ottimamente, come il "narratre farlocco" ha la possibilità di fingere di giocare, di fatto preservando solo il suo pg. Non insulto nessun punto di vista diverso dal mio, ma formulo la mia opinione in un blog. I flame non vengono originati dalle opinioni, ma dall'incapacità o meno di un soggetto di formulare un'opinione a sua volta. Se i due interlocutori sono civili, non c'è nessun flame... Se uno non lo è (come MadLuke), il flame parte (anche se, mi sembra evidente sotto tutti i profili di galateo web, che sia stato totalmente a senso unico). Non sono affatto adirato: non è che uno che prova a difendere la sua posizione passa nel torto solo perché non è massiva o popolare. A me non interessa essere o meno popolare. Do i miei giudizi, ritenendo di averne quantomeno la capacità e fornisco spunti di riflessione, ma mi pare che di tutto si parli tranne che dell'OP, cosa che dovrebbe. Per lavoro e non mi confronto con persone che non sono d'accordo e non ho alcun problema a digerire le opinioni altrui, o i giudizi su cose ancora più personali come, che so, una mia avventura per dire. Il punto è che da quando è uscita la quinta e da quando si cerca di difendere e tutelare una forma di "buon gioco" che va ben oltre le edition war (basterebbe leggere il mio ultimo post), in questa community c'è "l'ossessione" del flame. E' una delle ragioni per cui ho scritto meno anche sul forum, visto che (non solo nel mio caso) molti interventi venivano sempre presi come un insulto nei confronti dei power gamers (non ottimizzatori, parlo della categoria sopracitata di chi gioca a D&D e vorrebbe di fatto giocare a Diablo senza alcun interesse per il pg n se) che tempestano le board e che fanno l'esatto opposto senza contraddittorio. Qui si verifica la stessa cosa: una sensazione di costante "pericolo" che spinge i mod a mettere una pezza dove (lo comprendo) c'è il rischio di edition War dietro ogni angolo. In questo caso, però, a volte si esagera all'opposto. Perché gli interventi di alcuni mod sono come a dire "no, ma puoi dire quello che vuoi, ma devi sempre rispettare il prossimo" come se non fosse la base della civiltà cui (è evidente almeno per i qui presenti) siamo stati educati. Qui è un blog chiamato "La gentile arte di uccidere giocatori", in cui espongo le mie idee e le mie creazioni secondo il mio filtro del gusto ed esperienza, pronto a raccogliere anche il dissenso, purché: A. sia formulato con educazione; B. contenga spunti per espandere il discorso (anche andando OT, ma restando nei confini del patto tacito di utenti da forum che non si conoscono e non dovrebbero dare giudizi personali che vanno oltre la conoscenza degli Avatar. Quindi laddove la totale carenza di educazione del flamer sopracitato è evidente e oggettiva, non credo si possa dedurre una qualche forma di flame o addirittura la "nomea" di anti-democratico per un post evidentemente sarcastico). Quello che poi continua a non essere chiaro è cosa si dovrebbe scrivere in un blog di così magistralmente equilibrato senza attirare la santa inquisizione. Anche perché da un lato mi dici di intervenire sul piano personale, dall'altro lo fai con l'attitudine del MoD. Capisci che quando si ha un ruolo, tutto quello che si scrive sa di istituzionale e vorrei capire, in secundis, quale è la ragione che ha attirato i mod in questa direzione. Perché da un lato mi sembra come se si stia mescolando il tuo punto di vista con il tuo ruolo, cosa che non è particolarmente positiva a mio avviso. Cioè, cerchi di spiegarmi (manco fossimo alle elementari) cosa devo scrivere e come, però dicendomi "ma no sei libero di scriverlo". Il pubblico del mio blog non so quale sarà: so che ci sei tu, c'è MadLuke, c'è Silent, MattoMatteo, 4life... Insomma, vedo una moltitudine di soggetti che criticano (più o meno elegantemente), ma non colgo il nocciolo del discorso o, quanto meno, fatico a distinguere il confine tra "la penso così" e la ripresa da moderazione. Visto che, come ho detto anche professionalmente, mi imbatto nel medesimo problema all'opposto, se volete un consiglio da me stavolta, chiarite sempre se l'intervento è da "mod" o da "privato", perché per onestà intellettuale non si dovrebbero fare entrambe le cose (anche inconsciamente, non dico che c'è dolo). Buona serata DB
  4. Bell'articolo. Tralasciando la terza e la quarta che non conosco se non per vie tangenti, su AD&D e quinta concordo su (quasi) tutto, tranne che su questo: Se cerchi questo, non devi giocare a D&D.
  5. Chiaro, resta il fatto che è una scelta che fanno i giocatori, dunque è impossibile discuterne in generale (che è quanto volevo far notare io). Ma non l'ha mai nemmeno smentito, che è quello che (credo) gli venisse chiesto perché dall'articolo sembra trasparire. Naturalmente, non credo nemmeno che DB lo pensi, semplicemente volevo fargli notare il fatto che sembra che lo pensi e che quando gli è stato fatto notare non lo ha smentito (probabilmente perché non era chiaro il dubbio, io stesso credo di averlo colto principalmente perché l'ho pensato anch'io. Per questo ho cercato di sottolinearlo, dato che è sempre brutto quando si generano fraintendimenti per nulla!). Ok, questo può essere un "problema" o, quantomeno, qualcosa su cui discutere. Personalmente, credo che la soluzione sia lavorare per dare visibilità alla 5E, che pur rimanendo un gioco mainstream come D&D, aiuta a lasciar da parte quello (perché è più facile da fare) e da l'opportunità di concentrarsi su altro. Ad esempio, io e il mio gruppo siamo cresciuti con la violenza della 3.5, passando dal giocare fondamentalmente a caso (cioè conoscendo metà delle regole e avendole anche capite male) al min max più spinto, e transitando per tutte le fasi intermedie. Di tutti noi, alcuni hanno perso del tutto di vista la parte 3D (ovvero la caratterizzazione ruolistica del personaggio), dando un po' di fastidio a tutti gli altri. Adesso che siamo passati alla 5E, anche questi giocatori hanno dovuto dare più spazio alla caratterizzazione: quando in mezz'ora hai scelto tutte le capacità, non hai altro da fare! D'altra parte, per quanto mi riguarda, questo è un falso problema: il fatto di pensare al personaggio per cosa sa fare, lo definisce meglio che non pensarlo per chi è. Poi in base al gioco a cui si gioca, il cosa sa fare sarà più o meno basato sui numeri, ma quello è un altro discorso. Questo però per quanto mi riguarda, capisco che in effetti ci siano persone che non riescono a fare il salto da cosa sa fare a chi è, ovvero a dare una tridimensionalità ad una costruzione meccanica, e che dunque sia una cosa che fa storcere il naso. EDIT: PS: Buona idea quella di s.m.! Devo averlo scritto 1000 volte nel commento di prima!
  6. ) dipende pesantemente dal tipo di sistema utilizzato, oltre che dal gruppo. Se io sono in un gruppo che ama ottimizzare e giochiamo a 3.X, ma io ritengo che sia giusto concentrarmi più sulla storia che sui numeri, finisce che io non mi diverto e non solo: il mio pg, così ben caratterizzato non è nemmeno tanto caratterizzato (a meno di esempi particolari). D'altro canto, se io sto affrontando un gioco più narrativo, il discorso potrebbe cambiare. Più che giusto... ma il fatto che tutto il gruppo debba giocare con lo stesso "stile", per evitare problemi e discussioni, è un'assioma a valle, vale a dire una cosa decisa PRIMA. Credo di aver capito qual'è l'origine dell'incomprensione tra te e DB_Cooper. Primo, hai ragione sul fatto che il peso della "system mastery" dipende dal gioco in se (come hai fatto notare sulle varie edizioni di d&d); su questo non si discute (almeno, io non lo faccio, nè mi sognerei mai di farlo). Secondo, DB non ha mai detto che la s.m. (abbrevaizione per non scrivere sempre "system mastery") sia il male assoluto (e infatti il discorso che fai nel quote è sacrosanto)... tanto per dirne una, AD&D è, comunque, molto più portato al s.m rispetto a giochi come Fate o Dungeon World. Il problema è che d&d 3/3.5/PF ha "fatto scuola" (più di AD&D), per cui ora la magior parte delle persone sono (consciamente o inconsciamente) a pensare il proprio personaggio solo (o, quanto meno, soprattutto) secondo i numeri, facendo perdere un pò di vista il personaggio in quanto storia.
  7. Scusate se mi intrometto, ma non sono del tutto d'accordo (anzi, quasi per niente) con il ragionamento che fai e con il modo in cui lo poni nella tua inserzione. Nello specifico, definisco i miei due "problemi", cominciando dal "come esponi": Nella tua inserzione, non si capisce se tu stia parlando in generale, riguardo un gioco specifico e, nel caso a quale gioco. Questo dettaglio, però è fondamentale, infatti in base a quale gioco uno va ad affrontare, si imbatterà in prerogative diverse a livello di Design. Ad esempio, mentre AD&D (da quello che ho capito, non la conosco affatto) era/è un gioco più narrativo, la 3.X si è focalizzata molto di più sulla system mastery, mentre la 4E lo ha fatto sul gaming tattico e la 5E è più o meno tornata alle origini più narrative. E qui sto parlando soltanto di DnD, senza nemmeno considerare le centinaia di altri giochi (tradizionali o meno) che ci sono! Ora, è chiaro che quanto tu sostieni essere fondamentale (ovvero: ) dipende pesantemente dal tipo di sistema utilizzato, oltre che dal gruppo. Se io sono in un gruppo che ama ottimizzare e giochiamo a 3.X, ma io ritengo che sia giusto concentrarmi più sulla storia che sui numeri, finisce che io non mi diverto e non solo: il mio pg, così ben caratterizzato non è nemmeno tanto caratterizzato (a meno di esempi particolari). D'altro canto, se io sto affrontando un gioco più narrativo, il discorso potrebbe cambiare. Questo infatti ci porta al secondo punto, ovvero al problema proprio del ragionamento, che secondo me è esemplificato magnificamente dall'esempio del barbaro e soprattutto da questa ben poco felice frase: Secondo me, questa frase racchiude tutto il problema che hai espresso. Il mio personaggio deve essere descritto dal "cosa sa fare" almeno quanto dal "chi è", altrimenti non sarà mai chi è! Mi spiego meglio con un esempio classico ma mai superato (ammetto che questa frase possa sembrare molto contorta): se io voglio fare un paladino ammazza demoni, ma il mio paladino ammazza demoni non sa ammazzare i demoni, al massimo sarò un truffatore che si vanta di ammazzare i demoni (e per carità, va benissimo. Solo che non è il paladino ammazza demoni). Nello specifico, a seconda del sistema utilizzato la parte numerica può diventare più o meno importante per sostenere il concept del personaggio, nello specifico sempre più importante tanto più quanto più il sistema incoraggia la system mastery. Passo ora all'esempio del barbaro, che secondo me è del tutto incomprensibile. E ancora più incomprensibili sono le conclusioni che ne trai, per non parlare del fatto che mescoli opinioni personali a fatti senza soluzione di continuità. Nello specifico, se il mio barbaro vichingo non sa ammazzare le melme, mi spieghi con che coraggio potrebbe fregiarsi del titolo di ammazza melme??? Il punto è che (di nuovo) in base al sistema che usi, per saper ammazzare le melme potresti avere più o meno bisogno di focalizzarti anche sui numeri. Per dire, come potresti essere un ammazza melme (pur con tutte le cicatrici del caso) in un sistema di gioco à la 3.X se poi il tuo compagno di gruppo ammazza le melme molto meglio di te perché ha scelto i talenti migliori? Altro discorso è se stai parlando di un gioco prettamente narrativo, in cui il dire che il mio pg è un ammazzamelme lo rende automaticamente un ammazzamelme (penso agli aspetti di Fate, ad esempio). Ovviamente, fra questi due estremi ci sono milioni di giochi, con tutte le varianti possibili, ma è impossibile parlare in generale. Perciò quell'esempio andrebbe chiarito decisamente meglio, ad esempio mettendolo così: In questo modo chiarisci come la pensi ma senza dire falsità [ad esempio, in 3.5 il secondo barbaro dei tuoi non sarebbe per niente caratterizzato, perché sarebbe morto alla prima melma!]. TL;DR Tutto ciò per dire che, dal tuo articolo, traspare il fatto che chi preferisce la system mastery gioca peggio di chi preferisce la parte narrativa (o almeno, io ci ho letto questo). Per tutti i commenti successivi, poi, non hai mai contestato questo fatto (pertanto lasciando presupporre che sia vero), dal momento che regolamento più complesso è diverso da sistem mastery (ad esempio, la 4E non è molto portata alla system mastery, pur essendo molto complessa, dal momento che l'obiettivo principe è il bilanciamento fra le opzioni), e tu hai ripetuto più volte che ami i giochi complessi. Per quanto io sia un fiero sostenitore della libertà di parola, finchè si tratta di gusti personali credo sia inappropriato demonizzare il gusto di qualcun'altro. PS: Tra l'altro, la frase sul chi e cosa fa che ho citato più sopra, mi sembra cozzi con il titolo della tua inserzione, con il quale invece mi trovavo relativamente d'accordo, e con la pratica del reskin, che amo molto. Infatti, il fatto di avere meno opzioni non vuol dire non concentrarsi su cosa sa fare, anzi! Meno opzioni vuol dire effettivamente che per raggiungere il mio concept ho bisogno di fare meno fatica dal punto di vista numerico, ma di più da quello dell'immaginazione, ma non vedo come questo debba essere in contrasto con il fatto di sapere cosa il mio personaggio sa fare. Semplicemente, deciderlo è stato più facile!
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