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Visualizzazione dei contenuti con la reputazione più alta il 22/07/2016 in Commenti Voci blog

  1. Altro grande articolo, DB_Cooper!! Avevi conquistato il mio favore già all'inizio, quando hai parlato dell'utilità del reskinn e del tirare fuori tanto dal poco. Poi, però, hai scritto nero su bianco una delle mie convinzioni fondamentali come giocatore di ruolo, motivo per cui per me ti meriti un grande applauso. Prima di tutto è importante capire il personaggio "chi è", piuttosto che il "cosa fa".... Mai stato più d'accordo. Secondo me, come mi pare tu stesso hai a tuo modo descritto, la ricerca dell'efficienza che ha dominato negli ultimi anni ha fatto perdere di vista la profondità narrativa dei personaggi, il chiedersi chi sono questi personaggi a prescindere dalle statistiche che li compongono. La tendenza che ho percepito negli anni è che nei gdr come D&D si è spesso persa la "magia" del partecipare a un racconto creato collettivamente, a favore del puro (e spesso freddo) calcolo matematico. La sempre più grande attenzione verso la somma dei vari bonus o verso la scelta delle capacità che aiutano a rendere il PG più efficiente in un dato campo, hanno secondo me fatto perdere di vista la considerazione del PG come una persona immaginaria in un mondo immaginario. Tanto che, poi, non raramente oramai un personaggio viene giudicato in base alle sue statistiche meccaniche e non più attraverso la sua identità immaginaria. Il personaggio, insomma, spesso viene pensato ormai in base a quello che fa (il PG con N livelli di Classe e M livelli di CDP, con tot talenti, capace di eseguire le tot azioni in combattimento con tot bonus), piuttosto per chi è (qual è la sua storia? Perchè è diventato un membro di quella classe? Perchè sa fare quel che sa fare? Quali sono i suoi effettivi scopi? Perchè avrebbe interesse a uccidere mostri e svaliguare dungeon? E' davvero necessario che abbia interesse in uccidere mostri e svaligiare dungeon? C'è magari altro che il PG potrebbe avere interesse a fare?). Personalmente ritengo un peccato che ci si sia persi per strada la magia del vivere un racconto. L'altra soluzione è più che legittima, ma negli ultimi anni sento anche io che un certo spirito sia in parte stato perduto. E' per questo che tendo ad avere l'interesse, pure io, a mostrare che ci possono essere numerosi modi per rendere sorprendente la propria esperienza di gioco, senza per forza essere costretti a cambiare Gdr o a utilizzare infinite liste di nuove meccaniche. Riguardo a questo, credo che potrebbero piacerti alcuni articoli che ho intenzione di pubblicare nella Home di Dragon's Lair da qui ai prossimi mesi.
  2. MadLuke, scusa ma DB_Cooper non ha mai detto che i numeri sono il male assoluto, nè tantomeno di essere l'unico depositario della verità assoluta. Questi che ha presentato sono i suoi gusti e le sue opinioni in merito, ma non ha cercato di imporli a nessuno; se uno è d'accordo con lui (tipo io e SilentWolf), queste riflessioni possono essergli utili; se uno non è d'accordo, basta che smetta di leggere. Non c'era alcun bisogno di attaccarlo come hai fatto tu.
  3. Premettendo che il tono del tuo intervento è a dir poco maleducato, se non peggio, provo comunque a risponderti con compostezza. In primis, probabilmente non mi conosci: se avessi seguito la linea dei miei post (da anni ormai sono qui) sapresti che non sono assolutamente un "indie-style" tutto parole e niente cervello/regole. Ho specificato che a me i regolamenti complessi piacciono, persino i regolamenti da ottimizzazione (3.x / 4th ed). Ma c'è un elemento importante: per esempio Shadowrun, sopracitato, è moooooolto più complesso di d20 OGL. Con una differenza: D20 OGL è "complicato", Shadowrun è "articolato". Sono due livelli di complessità diversi, che producono disagi simili, ma risultati potenzialmente molto diversi. Evidentemente, non tutti sanno quello che per te è scontato, altrimenti non ci sarebbe bisogno di argomentare, cosa che invece c'è. Se c'è un nuovo giocatore e devo insegnargli un GdR (come ho fatto di recente), lo faccio con AD&D o 5th ed, forse 13th Age... Questo perché sono giochi con sistemi "complessi", ma che improntano il gioco sul roleplay, per tutta una serie di ragioni. A me da molto più fastidio la demagogia al contrario, ovvero di chi dice che queste sono cose scontate, ma quando ti siedi al loro tavolo senti un magone immenso, come se quello che di per se è il roleplay fosse di fatto sullo sfondo. Tornando agli esempi, Shadowrun è un gioco in cui il sistema è lo strumento di espressione del pg. Se non hai un concept, il tuo pg è vuoto e probabilmente nemmeno funziona.. .Perché la complessità del sistema è tarata sul concetto, sull'archetipo. Ma qui non si fa un processo ai sistemi (il "professore" qui presente gioca a tutto, da Angeli e Demoni a Kult, passando per la Leggenda dei Cinque Anelli 1st ed. a Shadowrun)... Ciò che mi spinge ad approfondire questo argomento è proprio il fatto che io stesso e altri giocatori sulla carta eccelsi si ritrovano talmente viziati da non rendersi conto di perdere di vista il focus della creazione di un personaggio. Un pò come con gli smartphone: ci hanno cambiato la vita e diciamo che non è vero. Quindi, se a te un argomento non interessa bene, ma non denigrare un pensiero che va ben oltre quello che hai inteso tu (dopotutto bastava andare in profondità dei concetti) solo perché non lo concepisci, comprendi o condividi. Critica, ma con educazione e un contro-pensiero costruttivo. Buona giornata
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