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Visualizzazione dei contenuti con la reputazione più alta il 12/05/2016 in Commenti Voci blog

  1. Devi capire che in un dialogo intellettualmente onesto, non mi puoi piazzare wall of text di nulla, dove non rispondi in merito a NULLA. Dici bene che in ogni caso le HR non devono rimuovere i livelli, ma è qui che casca l'asino. Noi si sta dicendo che i giochi "a livelli" sono pochissimi. Praticamente estinti! Ergo, oggi giorno, limitarsi a fare HR a dnd è semplicemente inutile. Infatti la quasi totalità dei giochi moderni ha concept meccanici semplicemente diversi. Ne segue che qualsiasi HR tu metta, sempre dnd-style resterà. Se però voglio provare un nuovo gioco, non mi basterà un HR proprio perchè dnd resterebbe dnd-style. Se tu non capisci, o fingi di non(mi confondi), ti consigli di rileggere le risposte date da tutti noi.
  2. Veramente io leggo soltanto un "io ho già risposto, quindi non ti rispondo". E' inutile che te la suoni, non hai scritto una sola cosa che vada nel merito delle osservazioni che tutti ti hanno fatto.
  3. Ripeto, per me il discorso di silentwolf funziona per tutti i giochi alla "dnd". Che praticamente significa non aver letto un gioco nuovo in 15 anni di giochi di ruolo La mia domanda "mi si citi un solo gioco di ruolo alla dnd uscito negli ultimi 5 anni" è sempre senza risposta. C'è poco da fare, i gioco "alla dnd" non hanno seguito, e dire che dnd possa sostituire (con o senza HR) i giochi recenti, significa non sapere di cosa si parla. Letteralmente. E' proprio il tipo di esperienza che dnd non può dare a non essere replicabile.
  4. Tiro anche io le fila molto brevemente, proprio perché come dici te avendo una visione di fondo diversa c'è poco da fare, a parte ovviamente parlare per il piacere di parlare. Sì per me la verità dell'universo (anche quella "in mutamento") è alla portata dell'uomo, con difficoltà e molto tempo ed impegno, con svariate prove e fallimenti nel mezzo e una continua lotta con noi stessi e l'universo, su molte cose magari ci arriveremo solo tra generazioni e milleni, ma abbiamo indubbiamente in noi la capacità di comprenderle proprio perché siamo parte di questo stesso universo. Semplicemente su molte cose siamo ancora indietro con le teorie e i mezzi di analisi (nonchè le problematiche legate alle nostre limitate percezioni di umani) ma non per questo non sono "risolvibili". Riprendendo l'esempio delle scienze meteorologiche che hai fatto ritengo semplicemente che le variabili e la caoticità di quei sistemi siano oltre la nostra attuale capacità di comprensione ed elaborazioni, ma essendo basati su fenomeni fisici sono sistemi "risolvibili" e sono convinto che in futuro (non so dire quando certamente) potremo essenzialmente prevederne l'evoluzione in maniera corretta (ma non sto ad entrare nel dettaglio della caoticità del sistema). Essenzialmente sono un neo-positivista
  5. Ma infatti, quando a controllare e ricontrollare si ottiene sempre la stessa risposta, quella di fatto è una verità oggettiva. Semplicemente io non do all'oggettività un valore assoluto: per me l'oggettività non necessariamente corriponde alla verità effettiva e definitiva. Per me è semplicemente la verità più vicina alla verità effettiva che momentaneamente si è riusciti a trovare. Quello che ci divide su questo aspetto credo sia proprio l'idea che l'uomo sia destinato, prima o poi, a raggiungere la verità definitiva. In realtà, dal mio punto di vista dipende solo da una circostanza: se la verità effettiva è statica o in mutamento. Se è statica (cioè rimane sempre quella a prescidere), allora c'è la possibilità che prima o poi la si raggiunga. Se è in costante mutamento (cosa non difficile, visto che praticamente tutto nell'universo è in costante mutamento), sarà molto più difficile da raggiungere. Altra problematica è rappresentata da quei fenomeni su cui si ha solo una limita capacità di controllo, motivo per cui in parte sfuggono alle possibilità di analisi dell'uomo. In questo caso, l'indagine della verità smette di essere una semplice indagine empirica, ma si entra nel campo delle ipotesi e/o delle probabilità. In queste circostanze, chi dibatte può solo mettere a confronto delle ipotesi o delle probabilità, non dei dati empirici, dunque la verità a cui si giunge non sarà mai una reale verità definitiva. Prendendo ad esempio le scienze psicologiche, che conosco, esse non consentono di avere la certezza definitiva, in quanto i fenomeni psicologici non sono testabili empiricamente in maniera definitiva. Non a caso nelle scienze psicologiche gli esperimenti non finiscono mai. Lo stesso vale per le scienze metereologiche, dove è impossibile ottenere la certezza definitiva sulle previsioni meteo. Anche le previsioni meteo arrivano massimo a una previsione di circa il 90% di probabilità entro le 24 ore. In parole povere, sì, ritengo che una verità oggettiva definitiva esista. Semplicemente ritengo che per l'uomo sia molto difficile raggiungerla, quantomeno per buona parte dei fenomeni esistenti. Di sicuro ci si può avvicinare. Ora, non voglio tenerti impegnato in un dibattito complicato. Sintetizzo, quindi, per tirare le somme: direi che semplicemente siamo in disaccordo sulla conclusione. Per te è certo che la verità prima o poi la si potrà raggiungere, per me, invece, è possibile, ma difficile.
  6. Guarda un discorso del genere sarebbe meglio svolto di persona, se mai una volta ci incontreremo ad un raduno magari approfondiamo la cosa :D. Diciamo comunque che per riassumere molto velocemente da buono scienziato (altrimenti devo bene o male sopportare l'orrore della completa inutilità della vita umana) ritengo esista nell'universo una verità oggettiva esterna alla nostra percezione che l'essere umano può dopo molti tentativi giungere a comprendere. Essendo noi parte di questo universo (seppur con le nostre svariate limitazioni cognitive) ogni nostra creazione ha a sua volta una parvenza di tale verità oggettiva, solo molto più difficile da definire. Quindi per me relativismo e prospettivismo hanno inevitabilmente un limite, e non si può falsificare all'infinito una teoria (dopotutto la Terra orbita intorno al Sole e c'è poco da fare in merito). Ora non dico certo che questo sia applicabile sicuramente e indefessamente in questo specifico caso, solo che questa è la mia convinzione di fondo riguardo la conoscibilità dell'universo che ci circonda e che quindi essa plasma la mia visione del mondo. Inoltre ritengo ci sia una differenza di fondo tra alcune nostre definizioni semantiche su alcuni termini e concetti che abbiamo usato in questa discussione (vedi "esperienza"). Anche da quello nasceva l'iniziale impossibilità di comprensione
  7. Guarda, a sto punto credo che puoi tranquillamente rispondere qua, visto che oramai la sezione commenti è andata deragliando da un po'. Tieni presente, però, che io non ho studiato filosofia (tranne durante gli anni del liceo scientifico). le mie materie sono psicologia, comunicazione e storia. Oh, ma io ho risposto in merito a tutto. Non è colpa mia se la gente, poi, non legge quello che ho scritto, ma si preoccupa piuttosto di fare accuse infondate o solo di difendere a spada tratta la propria "verità" (che si ritiene avere già in mano, prima ancora di iniziare a dibattere). Ma guarda caso, con me è talmente impossibile discutere che MattoMatteo ha capito al primo colpo il mio Articolo, mentre AloneWolf e io siamo riusciti a comprenderci nonostante la pensiamo diversamente. Ma guarda un po'. E' davvero così impossibile discutere con me. Al contrario di altri, inoltre, almeno io non aggredisco verbalmente il mio interlocutore, anche quando la penso diversamente da lui. Detto questo, visto che sembra tu stia scrivendo qui solo per trollare, Primate, ignorerò qualunque tuo ulteriore intervento.
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