Vengo da Te, o Maestro della Letteratura, per chiedere scusa.
Scusami se penso che descrizioni di una pagina siano pesanti sia nello stile che sull'anima del lettore.
Scusami se penso che un autore di sessant'anni fa possa essere un modello, ma non il Modello di riferimento; se penso che sia proprio il guardare sempre e solo allo stesso punto abbia portato un intero genere a quasi collassare su se stesso; se penso che sia assurdo pensare che chi ha inventato qualcosa sia anche il migliore in quella cosa, rendendo inutile proseguire la Sua opera, perché tanto non potrà mai essere raggiunta.
Scusami se penso che, applicando questi principi al rock, staremo ancora ascoltando Elvis.
Scusami anche, o Sommo, se penso che Tolkien non abbia la profondità psicologica di un Joyce o di un Conrad.
Sono qui, in ginocchio sui ceci, e domando il Tuo perdono.