Strikeiron Posted May 24, 2005 Report Share Posted May 24, 2005 Un piccolo esperimento...che forse capiranno solo quelli del Friuli Venezia Giulia LA GUERRA DEL CAPO Nella stanza l'atmosfera era tesa, tesissima. Gli uomini rimanevano in silenzio, quasi impettiti, più che altro tesi nello sforzo di trattenere il fiato. In simili momenti anche un respiro può rovinare tutto, così come allo stesso tempo può significare una resa, un'umana sensazione di paura o chissà cos'altro. L'importante è mantenere la calma: assoluta, perfetta, statica, la perfetta apnea. La stessa atmosfera più o meno che preannuncia un temporale Friulano. E difatti nubi di tempesta aleggiavano sul viso del sindaco di Udine, mentre, la cornetta appoggiata all'orecchio, mugugnava all'indirizzo di un misterioso interlocutore. Si. No. Bon. Vonde. A oi capît. Non aveva messo il vivavoce, dato che era meglio che nessuno capisse esattamente cosa stesse accadendo ed oltretutto non potevano neppure permettersi che delle spie potessero passare informazioni al nemico. Le trame di quest'ultimo erano nascoste dovunque, perfino là, nella patria del sacro terreno Friulano. Non dopo che coloro i quali erano stati amici e vicini fino a pochi giorni prima, si erano rivelati nient'altro che traditori. La situazione andava infatti aggravandosi, di minuto in minuto. Mandi. Il sindaco terminò bruscamente la conversazione, appoggiando la cornetta con uno scatto secco. -Signori.. .-esordì e subito nella stanza gli uomini ripresero a respirare, mentre qualcuno perfino osava sgranchirsi le gambe bloccate da crampi nervosi o forse a causa della posizione un po' troppo rigida. Ma le facce erano tutte segnate dalla medesima preoccupazione. Il fastidioso cicalino della linea interna scattò, lampeggiando all'improvviso. Il sindaco si interruppe e riportò la cornetta sgradevolmente tiepida all'orecchio. -Signore? Il sindaco di Gorizia per Lei sulla linea due. Glielo devo passare? La voce della segretaria era squillante e nervosa, quasi sull' orlo di una crisi isterica. Per il momento preferì soprassedere: -No Signorina, dica che sono in riunione e che chiamerò io al termine per informarlo degli ultimi sviluppi. Terminò la comunicazione senza aspettare risposta. Il cicalino rimase muto. -Allora Signori. La situazione, come potete immaginare, potrebbe rapidamente aggravarsi. Vi ho qui convocati per informarvi degli ultimi sviluppi. Insieme poi decideremo quali e quante contromisure ci restano da adottare.- esordì nuovamente il sindaco e rivolse lo sguardo all'uomo alla sua destra, malamente appoggiato al muro, con una smorfia di dolore sul viso. Chissà, forse soltanto mal di schiena, oppure… -A lei la parola, comandante in capo dell' esercito- lo invitò. L'altro parve impettirsi nella propria uniforme da vigile urbano, appena spazzolata e tirata a lucido. -Come da Lei ordinato abbiamo attestato le nostre linee sul valico dell' Isert. Le comunicazioni autostradali sono state interrotte ed il filo spinato è stato steso più volte lungo tutto il perimetro, per non sbagliarci. Per il momento però il Nemico non sembra avere alcuna intenzione di attaccarci. Quindi, siamo pronti.- gli rispose. -Bene. E Monfalcone? Hanno inviato truppe per darci una mano? La domanda prese il vigile urbano in contropiede: arrossì vistosamente prima di raccogliere il coraggio sufficiente a rispondere: -Da quando le comunicazioni sono state interrotte noi non ne abbiamo più saputo più nulla. Un altro uomo in un vestito gessato a doppiopetto sembrò come riscuotersi dal proprio letargo. Rumorosamente si schiarì la gola, come per attirare l'attenzione. Il sindaco si rivolse subito a lui: -Prego. Dica se ha qualcosa da comunicarci al riguardo. -Non molto,- rispose l'altro professionalmente-dalle nostre ultime intercettazioni pare che il Nemico abbia mandato nell 'ultimo messaggio un invito di non belligeranza ai Bisiachi… -Bislacchi? Ne è sicuro?- chiese il sindaco incuriosito. Tra i presenti si sparse un sussurrato mormorio di disapprovazione. -No, no. Bisiachi. Con una c sola! Il sindaco parve continuare a non capire, poi fece magnanimamente cenno al suo collaboratore di proseguire. L'uomo in doppio petto riprese: -Dalle foto del satellite dell'Osmer le immagini all'infrarosso ci dicono che nelle vicinanze dei cantieri navali si sono ammassate delle truppe … -Quante più o meno?- Il silenzio nella stanza si era fatto glaciale. -Non sappiamo. Non sono molto grandi. Sembrano piccoli natanti... più o meno potrebbero avere le dimensioni di...- Il cicalino della linea privata squillò indispettito, interrompendolo. Il sindaco, sbuffando, rimise l'orecchio alla cornetta. -Sì? -Signor Sindaco mi spiace disturbarla, ma è ancora il sindaco di Gorizia in linea. Glielo posso passare? La Sua segretaria ora era se possibile ancora più isterica di prima. -No. Le ho detto che non voglio essere disturbato fino alla fine della riunione.- le rispose seccamente. -Ma Signor sindaco? Dice che avrebbe buoni consigli da darle, in vista della sua pluriennale esperienza di convivenza con il popolo sloveno.- obiettò la segretaria. Il Sindaco rimase interdetto: in effetti sulla base delle proprie conoscenze il Nemico e gli sloveni avevano molti punti in comune, se non addirittura d'identità. Ci pensò un istante e poi decise: -Gli dica che terrò conto del suo aiuto e lo chiamerò al più presto. -Dicevamo?- riprese, sbattendo seccamente la cornetta sulla propria sede, cosa che fece sobbalzare alcuni dei presenti. -Canoe.- gli rispose l'uomo in doppio petto. -Canoe? Soltanto canoe?- chiese allibito il sindaco. -Esatto: canoe. Pare che il nemico ne disponesse in gran quantità. E non hanno esitato ad usarle tutte. -E quante persone possono esserci su ogni canoa? -Non lo sappiamo. Una, due...o più. Dalla velocità con cui si sono avvicinate a Monfalcone potrebbero essere pochi e disorganizzati, visto che fanno lunghi giri in tondo. Non sono veicoli a motore, però dalle foto satellitari le linee di galleggiamento non si vedono. Per quanto ne sappiamo noi da dove sono adesso potrebbero velocemente arrivare a Grado però... Il sindaco spalancò la bocca, incredulo: -No. Non può essere possibile! -Sissignore, sono dolente di informarLa che da Grado sentono già l'odore di grigliata! -Non oserebbero chiudere il nostro unico accesso al mare. Non Lignano. -Purtroppo Signore anche questo potrebbe essere possibile. Qualora finissero le scorte..- ammise l'uomo in doppio petto. -Avete allertato i turisti? -Già fatto signore. Pare che disponiamo inoltre di numerosi prigionieri che sono stati chiusi fuori dai confini mentre si trovavano in località balneare… Il sindaco parve riflettere intensamente per un istante sul da farsi, poi si decise. -O usarli come merce di scambio con altri prigionieri, oppure mandarli in qualche campo di lavoro in Carnia. Una cura di lavoro forzato potrebbe convincerli a disertare! -Sta forse suggerendo di torturarli?- intervenne una terza persona, che fino a quel momento non aveva proferito parola, preferendo evidentemente l'apnea. Il sindaco soppesò un attimo la risposta: -Con questa gente non possiamo sapere cosa ci aspetta. E poi qui non si sta parlando di tortura, ma di rieducazione visto che imparerebbero anche la sacra favella Carnica… Il cicalino squillò per la terza volta, ma rimase ignorato. La situazione era disperata. Il sindaco se ne rese conto immediatamente, perfino peggio di quanto avesse mai sospettato. Avevano contato sull'incapacità del Nemico di organizzarsi, avevano perfino sorriso pregustando il trionfo, quando al di là del nuovo confine dell'Isert erano apparse delle bandiere che garrivano al vento teso, tipico delle terre nemiche, dispiegando tre semplici parole di una lingua straniera: No se pol. Il sindaco battè un pugno sul tavolo, preso da un'improvviso moto d'ira. Dovevano pagare quei maledetti. Gli uomini nella stanza sobbalzarono inquieti, mentre il cicalino sulla scrivania continuava fastidiosamente a suonare. -Sì. Chi è stavolta? Sempre il sindaco di Gorizia? -No signore- rispose compunta la sua segretaria- il responsabile americano della base di Aviano. -Me lo passi subito. -No signore. Mi ha detto soltanto di riferirle un messaggio. Non è più in linea. -Me lo riferisca, allora!- sbottò il sindaco, impaziente. Sentì attraverso il microfono la donna che frugava tra le proprie carte. Poi dopo una scarica elettrostatica: -Il messaggio dice: personale addetto alla base USAF granted sotto stretto controllo dispositives balistic missiles STOP Looking at developing situazione, granting appoggio for occasionally injured people STOP Ce ne laviamo le mani STOP. -Tutto qui? -Tutto qui. Questa volta la cornetta rimbalzò con forza sulla sua sede, in uno stridente cozzare di plastica rotta. Questo era troppo! Ogni misura era colma! Nemmeno gli americani volevano aiutarli! -Fuori, andate tutti fuori!-esclamò stizzito il sindaco e mentre l'ultima persona si avviava mestamente fuori dalla stanza, prese in mano un pezzo della cornetta. Il microfono penzolava quietamente, attaccato al filo. -Sì? -Ordini di suonare la campana in Piazza Libertà. I cittadini devono sapere il pericolo che stiamo correndo...e mandi qualcuno a vedere la situazione di Palmanova. Dobbiamo fortificarla prima che il Nemico arrivi fin lì, sennò sarà troppo tardi. E mandi anche alla Protezione Civile un'allerta di evacuazione. Qualora fosse necessario tutti dovranno trasferirsi sulle montagne... -Sissignore. Il sindaco chiuse mestamente la comunicazione e si passò una mano sul viso, come a riscuotersi da un brutto sogno. E pensare che era partito tutto da un nonnulla.. .dal giorno in cui, in una gita fuoriporta a Trieste, ora patria del Nemico, era entrato in un bar ed aveva ordinato un cappuccino... Link to comment Share on other sites More sharing options...
Strikeiron Posted May 24, 2005 Author Report Share Posted May 24, 2005 LEGENDA Bisiachi: così i Triestini definiscono gli abitanti di Monfalcone e zone limitrofe per estensione; Capo: a Trieste è un cappuccino in tazza piccola, il cappuccino normalmente inteso in tazza grande in pratica non esiste a meno di non descriverlo al momento dell'ordinazione. No se pol: la risposta tipica del Triestino tipo Link to comment Share on other sites More sharing options...
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