Tutti i contenuti pubblicati da Joram Rosebringer
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La nostra storia...supporto hardware
Esatto... quella è un'indicazione generale, basata sul regolamento di Cyberpunk.
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La nostra storia...supporto hardware
Per l'ambientazione Cyberpunk... Le strade sono invase da rifiuti. I cadaveri sui marciapiedi non sono rari. Alle prime luci dell’alba c’è sempre qualche pazzo dagli occhi spiritati che barcolla borbottando frasi senza senso, con un pugnale affilato in tasca. I taxi non si fermano mai nelle Zone di Combattimento (vedi in seguito la loro descrizione). Ci sono continui scontri a fuoco tra bande rivali e tra queste e la polizia. Troverete sistematicamente le vostre case svaligiate, le vostre automobili vandalizzate, i vostri averi rubati. Attraversare la città è come passeggiare in un campo di battaglia; ovunque ci sono saccheggiatori, rivoltosi, folli ed assassini. Piove quasi sempre. Non c’è giorno che non sia tetro, scuro e nuvoloso. Il sole non si vede quasi mai. Non brillano mai le stelle. Non ci sono uccelli che cinguettano, né bambini che ridono. Lo strato di ozono è ridotto a un colabrodo. L’atmosfera rigurgita di idrocarburi ed il mare è colmo di detriti di fogna. Questo è, in linea generale, il futuro in cui è ambientato Cyberpunk. Magari ho esagerato… ma non troppo! La paranoia è un elemento essenziale del gioco. Non dovete poter stabilire a prima vista chi sono i buoni e chi i cattivi. Anzi, una vera distinzione non è quasi mai possibile. Il Bene e il Male, come nella realtà, non sono delineati in modo chiaro e deciso. Due nemici giurati possono ritrovarsi senza alcun preavviso a dover collaborare. Gli “eroi”, per raggiungere i propri obiettivi, sono costretti a compiere azioni illegali o spregevoli… ed i cattivi, da parte loro, ogni tanto devono compiere buone azioni. Tutto dipende dalle circostanze e dalla convenienza. E’ un mondo di contrasti estremi. Le fastose dimore dei ricchi sono piene di ogni comodità e ottimo cibo. Nello Sprawl (Bassifondi malfamati della città: vedi dove Tom Cruise compra la droga in “Minority Report”) dominano freddo, fame e disperazione. Non esiste via di mezzo tra chi ha tutto e chi non ha niente. Chi non è sull’altare striscia nella polvere. Benvenuti nel futuro! Prima di partire a testa bassa vi devo spiegare alcune cose. Anzitutto “Cyberpunk” è una parola composta, che deriva da “Cyber”, cioè “cibernetico” (attrezzature elettroniche applicate al corpo umano), e “Punk”, lo stile musicale dei primi anni ’80 che enfatizzava la ribellione, la violenza e la distruzione della società per crearne una migliore. Il mondo di Cyberpunk è un luogo violento, pericoloso, dove i tradizionali valori di Bene e Male sono stati sostituiti dai più bassi istinti di sopravvivenza. Chi è ancora legato all’idea che sia giusto vivere per il bene e per i sani principi, lo fa a suo rischio e pericolo. I personaggi cercano di sopravvivere in un mondo senza pietà, correndo lungo il filo della lama di un rasoio, la linea sottile che separa la vita dalla morte. Devono fare scelte precise e, di conseguenza, trasformarsi in predatori in un mondo in rovina, oppure conservare un brandello della perduta umanità. Sono eroi in un mondo allo sfascio, ribelli con una causa da difendere, una causa per la quale sono disposti a sporcarsi le mani, anche a costo di commettere i più efferati crimini, eludendo le potenti forze della corrotta e (quasi) onnipotente autorità. Per comprendere più a fondo lo spirito di questi anni, dovete assimilare tre concetti fondamentali: 1- Lo stile conta più della sostanza. Non importa cosa fai, ma il modo in cui la fai. Se qualcosa va storto, comportatevi come se tutto procedesse come previsto. Di solito l’aspetto ed il modo di vestire non hanno grande importanza nei Giochi di Ruolo. In questo mondo, invece, bastano un giubbotto di pelle corazzato e lenti a specchio per essere presi in seria considerazione. 2- L’atteggiamento è tutto. E’ la pura verità: se pensate in modo pericoloso, sei pericoloso. Ricordate: in questi anni tutti hanno congegni letali ad alta tecnologia. Nessuno resta impressionato dalla vostra pistola intelligente nuova di zecca se non entrate nel night con l’aria di chi la sa usare! Sulla strada tutti hanno una gran voglia di attaccar briga. Non limitatevi a “camminare”: procedete con passo sicuro e baldanzoso. Non guardate nessuno senza assumere l’aria da assassino. Usate il miglior sorriso del vostro repertorio, quello che dice: “Io sono più cattivo di te!”. Non restate in casa o nel cubo (vedi oltre) in attesa del prossimo lavoro: andate fuori, entrate nei night e nei bar, cercando di trovarvi sempre al posto giusto quando il gioco si fa duro… perché è allora che i duri cominciano a giocare! 3- Vivi sul filo del rasoio. Questo è il sistema di vita di chi è disposto a rischiare il denaro, la reputazione e naturalmente la vita per un vago ideale o per un bel colpo. Perseguite grandi cause e lottate per grossi risultati. Scagliatevi a testa bassa contro il pericolo. Non giocate mai sulla difensiva. Correte sul filo del rasoio. P.S.: questa non vuole essere una guida per creare il vostro personaggio, una sorta di scaletta per dire che voi dovete per forza essere così per vivere in questo tetro futuro. Questa è semplicemente una serie di indicazioni su come si comporta la maggior parte della gente in Cyberpunk. Ma voi potete essere anche chi va contro tutto questo e crede ancora negli ideali. Ecco una breve descrizione delle classi: - Poliziotto: penso che tutti sappiate cosa è, no? Una delle cose che è cambiata, rispetto al poliziotto attuale, oltre che la quasi totale corruzione delle forze dell’ordine, è l’istituzione delle “Psicoquadre”, ovvero di squadre speciali per combattere gli esseri troppi cibernetizzati che impazziscono: i cosiddetti Cyberpsicopatici. La caratteristica dei componenti di queste squadre è che… sono a volte più schizzati degli stessi psicopatici! - Ricettatore: il contatto per ottenere armi, congegni illegali, droghe e tutto ciò che non si può trovare nei negozi. E’ il P.R. della strada. E’ contrabbandiere e informatore, organizzatore e intrallazzatore. - Reporter: il giornalista pronto a tutto pur di fare notizia. Può essere un fantoccio nelle mani di politici e corporazioni, oppure un crociato che combatte i soprusi dei potenti con i suoi scoop. - Nomade: vaga senza meta di città in città, rubacchiando per vivere. Si sposta principalmente con un branco che è la sua “Famiglia”, ma a volte si sposta anche da solo, mosso dalla ricerca di un po’ di pace o anche colo per sopravvivere. - Netrunner: si infila uno spinotto in testa… ed è dentro la Rete, penetrando le fortezze telematiche delle grandi corporazioni per carpire segreti da rivendere al miglior offerente o programmi per elaborare. - Rocker: la coscienza (sociale) della popolazione, un poeta che con la sua musica aggressiva denuncia i mali della società, alzando sommosse ad ogni concerto per distruggere lo strapotere dei ricchi. - Tecnico: uno specialista nei congegni meccanici, elettronici e cibernetici. - Tecnomedico: vista la sottilissima differenza tra la medicina e la tecnologia, egli rappresenta la fusione delle due, l’uomo giusto a cui rivolgersi per farsi ricucire le ferite e per farsi installare qualche congegni cibernetico. - Corporativo: l’uomo d’affari, pronto a tutto pur di afre carriera ed ottenere potere fino al vertice della corporazione per poi distruggere la concorrenza… in tutti i sensi. - Solitario: killer a pagamento, mercenario, combattente… serve altro?
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La nostra storia...supporto hardware
ARGH! Non puoi abbatterti anche per questo!
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La nostra storia...supporto hardware
Gran bel quadretto. A questo punto possiamoa nche far intervenire la Neuro e dire a tutti che stavano sognando.
- dimmi che musica ascolti e ti dirò chi sei
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La Nostra Storia 3020 - ->CyberPunk<- -
Grande Giga! Adoro Cyberpunk! Avevo anche iniziato a scrivere le regole pe run Play by Forum. Comunque... quello che posto adesso è un mio racconto breve, ma credo che vada benissimo per instrodurre il mio PG. Complimenti ancora, choombatta! Un bicchiere di vodka semivuoto. Una fitta nebbia di nicotina e condensato, veleno per i miei polmoni. Risate rauche di una banda di booster radunati intorno al palco dove un agglomerato sexy di lattice e metallo si esibisce in pose che definire pornografiche è riduttivo. Un grassottello barista si dà da fare con piattini e tazzine, lucidando con lo stesso straccio l'olio che gli cola dal gomito del braccio cromato, mentre la gente mi spinge verso il bancone, ansiosa di ordinare un altro cocktail dal misterioso contenuto ed incuriosita da quel bicchierino davanti a me. I loro occhi dicono che non capiscono come una persona possa bere una bevanda così sorpassata. Ricambio i loro sguardi freddamente, distogliendoli solo quando uno scrosciante applauso saluta la fine dello spettacolo, prontamente soppiantato da uno scontro tra un draghetto artificiale e 3 cani affamati. Mi giro, conoscendo già l'esito dello scontro. Guardo il bicchiere e ne annuso il contenuto. Immediatamente il mio stomaco si ribella. E mi chiedo ancora una volta perché mai abbia voluto prendere una vodka. Lo sposto leggermente in avanti e alzo un braccio per chiedere una Coca-Cola. Arriva la barista e con sguardo interrogativo mi toglie la vodka per mettermi davanti uno sgocciolante bicchiere di quella nera bevanda che tanto mi solletica la lingua. La guardo mentre si allontana di nuovo per tornare nella attenzioni di quell'uomo che puzza di killer a miglia di distanza. Si lascia toccare, come fosse creta nelle sue mani, ma riesco a vedere 20 EuroDollari sbucare dalla cinta della sua gonna inesistente. Eppure è così carina... se solo potessi... No! Bevo la Coca-Cola con avidità, le lacrime agli occhi che salgono ad ogni sorso, finché una straripa e mi riga la guancia. Mi guardo intorno con la vista leggermente appannata e mi sento gli occhi della gente addosso. Sorrido e capisco: non è normale bere una cosa del genere con tale avidità. Ma io non ho mai detto di esser normale. Ed inoltre ho poco tempo. Pago ed esco. La pioggia cade sui miei capelli mentre sotto la pelle del mio polso i LED luminosi stanno dirigendosi verso lo zero. Allungo il passo e mi ricordo della cameriera... e ringrazio il cielo che ci sia la pioggia a mischiarsi alle mie lacrime. Poi... il boato! Il bar esplode in mille pezzi, facendo risuonare l'aria di grida, vetri infranti e di un cupo rimbombo che si allunga per il metallo della città come a volerla avvisare della tragedia. Ed ecco dal cielo le prime sirene blu e rosse a soccorso di chi non può essere salvato. Non c'è più niente da fare: è tutto distrutto, tutto finito... ma non per me. Frugo nella tasca dell'impermeabile e tiro fuori una foto... la solita. La guardo e la pioggia acida diventa ancora più salata nella mia bocca. Un lavoretto facile. Grazie ad esso posso ancora pagarle una settimana di ospedale, sperando che esca dal coma. Oppure dovrò ancora uccidere... al modico prezzo della mia anima.
- L'IMPERO INFRANTO: progetto per una ambientazione
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La nostra storia...
Avevo scritto tantissimo... poi mi si è disconnesso ed ho perso TUTTO! Ora devo andare a dormire. Domani se ce la faccio posto. intanto, se volete, fate voi.
- dimmi che musica ascolti e ti dirò chi sei
- dimmi che musica ascolti e ti dirò chi sei
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La nostra storia...
[OOG: Ottima cosa... davvero! ]
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Due risate con D&D
Andate a leggere quello che sto per postare su "[OT] Discussioni Generiche".
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Due risate con D&D
Se sei uomo diventi un galletto mannaro. Se sei donna diventi Britney Spears (leggi: "gallina mannara").
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Due risate con D&D
E, arrivato a livelli epici, lo chiameranno "A-Pollo"!
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Due risate con D&D
Già... e poi li facciamo alla "scottadito" con una bella Lancia di Fuoco...
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Due risate con D&D
Giusto... che sbadato! #-o Lancia di Ghiaccio? Così si mantiene anche in fresco...
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Due risate con D&D
E quindi gli sparerà Cerchio della Morte (per farsi una bella abbuffata di pennuti nei paraggi)!
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Due risate con D&D
Sono bellissime tutte queste discussioni sulla fine del gallo! Mi sto scompisciando dalle risate!
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Due risate con D&D
Questa la postò tempo fa dyrn. Master: Vi svegliate al canto del gallo... Mago: Dardo Incantato sul gallo!
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Due risate con D&D
Master (Io ) Stregone Umano Paladino Umano Druido Elfo Bardo Mezzelfo Ladro Mezzelfo Guerriero Umano M: Avanzate oltre le porte lentamente. Il corridoio è illuminato da delle torce ma sembra più buio. Siete quasi sicuri che se non vi fosse stata quella fievole luce il tutto sarebbe apparso più chiaro. Come in risposta alle vostre preghiere, ad un certo punto le torce terminano, lasnciando il posto ad una porta aperta che dà su una sala con il tetto quasi sfondato, dal quale filtrano i raggi di luna ad illuminare il tutto. L: Mi nascondo ed entro nella sala. M: Entri in silenzio e noti che le mura della sala sono completamente coperta da scaffali di legno con migliaia di libri. Solo una parete è vuota. Vi è una scrivania. Accanto ad essa, seduto su un sedia, vi è un uomo dalla barba lunga e bianca, la mano posata stancamnete sulla scrivania, accanto ad un libro argentato che risplende quasi più dei raggi lunari, riflettendoli. L: Guardo meglio il vecchio. M: Nulla di particolare. Noti solo che non ha gli occhi e che le sue orbite sono vuote. L: E' cieco! (rivolto ai compagni) Venite! Entrate senza far rumore. (i personaggi entrano nella sala) S: Quel matusa lì è pure cieco? Ma chi ci sta a fare qui? P: Non offendere chi è sfortunato! S: Infatti non stavo offendendo te! P. Alla prossima... G: Buoni... buoni... L: Zitti! Provo ad andare a prendere il libro. (prove di "muoversi silenziosamente") Vado... M: Arrivi a pochi centimetri dal vecchio e lui non si muove. A malapena sembra che respiri. Allunghi una mano verso il libro, ma lui si alza di colpo e, puntandoti un dito cotro, ti dice: «... S: «Toglietemi tutto... ma non il mio BRAILLE! 8)
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La nostra storia...
Sì, la spada stava brillando ancora una volta e stavolta nei pressi di questo fienile. E una piuma. Sempre quella piuma. Aixela guardò Trebor, confusa e decisa. Per la prima volta dall'inizio di questi eventi, sfoderò la spada. La sua luce sembrava voler penetrare fin dentro il cervello di chi la guardava, tale era la sua intensità. Vide tutti coprirsi gli occhi. Tutti tranne lei. E la piccola elfa. Persino il kender sembrava zittito. Sorrise. Poco male. Il suo sguardò tornò sull'elfetta e vide i tatuaggi e gli occhi illuminarsi. E nell'espressione del suo viso capì che anche la picocla stava vedendo la stessa cosa. Bene. E ora? Spada alla mano non sapeva cosa fare. Sentiva qualcosa. Sotto il fienile... qualcosa. Chissà cosa... E all'improvviso vi fu il vento. Un vento terribile, ululante. Il fieno volava via in tutte le direzioni. No, non in tutte. Volava via da lei, da quel posto soffiato via dalla forza di un vento che... ... sgorgava dalla sua spada. Poi tutto cessò come era iniziato. La spada smise di brillare. Il vento divenne una leggera brezza in procinto di spergersi. E ai loro piedi giaceva una botola di legno.
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[OOG= Tranquillo, ci stavo già pensando, ma stasera non so se ho tempo di postare.]
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La nostra storia...
Aixela guardò il chierico con occhi sgranati, strabuzzandoli come se non volesse credere che a parlare era stato lui. Desiderava con tutta se stessa che quella frase l'avesse detta il kender. Al massimo l'avrebbe accettata dall'elfetta. Ma il chierico, quello che l'aveva curata, accudita, quello che l'aveva sollevata tra le sue forti braccia... proprio lui ha fatto una cosa del genere. Sentì salire la rabbia dentro di sé, un sentimento conosciuto e più volte represso da un controllo quasi perfetto. La sentì percorrerle il torace, passarle il cuore, salire per la gola e infettarle il cervello. Voleva risposte! Solo questo voleva. Sembrava che potessero dargliele, che sapessero cosa fare. Invece... invece... invece... Strinse i pugni... ma delle mani la sfiorarono, seguite da un'ombra che le si staglia davanti. Trebor le prese le mani e se le portò alla bocca, baciandole. «Calmati, piccola. Non serve a niente prendersela con nessuno.» I muscoli di lei si rilassarono un po' e lui le lasciò le mani, accarezzandole una guancia «Lui non sa dov'è la biblioteca, ma crede che ci sia. Quindi è ovvio che chieda la direzione.» Lancia un'occhiata al chierico, notando che si era accorto della reazione di Aixela. Gli fa un cenno per dirgli di non preoccuparsi, poi si gira di nuovo verso di lei, alzandole il mento per guardarla negli occhi «Anche tu non sai perché sernti delle cose eppure lo sai. Lui forse ha il tuo stesso... "problema". Dargli una mano non ci farà male...» Sorride «... almeno spero. Sai, le biblioteche non sono proprio un luogo tranquillo, se ricordi bene. Specie se sono abbandonate e abitate da creature che, pur se non sanno leggere, sono gelosissime della loro nuova dimora.» Aixela rise. Eccome se ricordava quella volta che incontrarono una biblioteca abbandonata piena delle creature più bizzarre e pericolose. Ma se l'erano cavata anche quella volta. Come sempre. Prese la mano di Trebor e la scostò delicatamente, dandogli un bacio sulla guancia. «Ehi, piccola... lo sai che potrei anche pensare che hai cambiato allineamento?» Le strizzò l'occhio. «Il giorno che avrai la possibilità di allattare... allora forse avrai qualche possibilità.» Lo spinse via scherzosamente, dirigendosi verso il chierico. «Vado subito a prendere del latte!» Urlò Trebor. Aixela sorrise tra sé, scuotendo la testa: ogni volta le stessa storia. Ma se lo adorava era proprio per questo motivo. Passando vicino alla piccola elfa, si fermò a pensare un attimo poi si chinò sulle gambe. «Allora... non credi sia ora di chiedere a zio Garfuss di portarci a quella biblioteca?»
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Per riportare in cima il Topic.
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La nostra storia...
Trebor sedeva in un un angolo, pensoso. Nessuno si era accorto di lui, tornato indietro quasi a forza da una battaglia che lui non poteva vincere e forse neanche combattere. Giocherellando con il suo pugnale, guardava i presenti, analizzando ogni singola mossa, mentre gli occhi indugiavano dolorosamente su Aixela, la quale non lo aveva visto e non aveva chiesto di lui per tutto il tempo. Forse non lo avrebbe mai perdonato per quello che aveva fatto. Che importa? Sa che era nel giusto, che quella battaglia sarebbe diventata uan strage se lei fosse stata presente... e la spada che si era illuminata ne era la prova. Perlomeno credeva fosse una prova. Poi il kender l'aveva afferrata... ed un brivido si era impossessato di Trebor, ricordando le sensazioni che aveva provato quando lui stesso la impugnò per tentare di salvare Aixela. Non ricordava più nulla, nessuna immagine, nessun suono. Sapeva solo che era bruttissimo. Ma il kender non sembrava sconvolto. Si scoprì a sorridere pensando a quello che doveva aver visto o provato. Ed era sicuro che doveva averlo trovato noioso o interessante. Si alzò e si mise a posto, ripulendosi dalla polvere. Fu proprio in quel momento che vide l'espressione del chierico. Lo vide fissare la spada, quella Lama Perfetta. Sembrava che l'avesse riconosciuta, anche se non aveva la minima idea di come potesse fare una cosa del genere, dal momento che era un'arma che solo Aixela, il fabbro e quello che ora era un cadavere hanno conosciuto. E parlava di una biblioteca. Che bliblioteca? Voleva scoprirlo... e poi il suo animo ladro tenuto troppo a freno ultimamente si stava facendo sentire: chissà cosa avrebbe potuto trovare in una biblioteca! Stava per dire qualcosa, quando una figura si posa davanti a lui. Aixela! «Stai bene?» Le chiese, imbarazzato. «Sì, solo un po' scossa.» Lo guardò dritto negli occhi «Non ti chiederò perché l'hai fatto. Non voglio saperlo. Stanno succedendo cose troppo strane. Non ho mai avuto simili attacchi di... di... al diavolo! Non so nemmeno io di cosa!» Alzò un pungo come per volerlo sbattere contro la parete. Trebor le fermò la mano delicatamente: «Non vorrai rovinare questa bellissima manina, vero?» Sorrise. Lei si calmò. «Voglio risposte, Trebor! Le voglio! Sono stanca di non sapere... e qui forse ho chi mi può capire... e aiutare.» Indicò l'elfo in disparte e il chierico, pur se il suo sguardo indugiò sulla bambina elfa «E poi... ho te al mio fianco.» Gli carezzò il viso «Mi seguirai?» «Ovunque tu vorrai! Sempre!» «Bene...» Si girò verso il chierico «Perenor.... hai due volontari per cercare la tua biblioteca.»