Vai al contenuto
Visualizza nell'app

Un modo migliore per navigare. Scopri di più.

Dragons´ Lair

Un'app a schermo intero sulla tua schermata principale con notifiche push, badge e molto altro.

Per installare questa app su iOS e iPadOS
  1. Tocca l'icona di condivisione in Safari.
  2. Scorri il menu e tocca Aggiungi alla schermata Home.
  3. Tocca Aggiungi nell'angolo in alto a destra.
Per installare questa app su Android
  1. Tocca il menu con i 3 puntini (⋮) nell'angolo in alto a destra del browser.
  2. Tocca Aggiungi alla schermata Home oppure Installa app.
  3. Conferma toccando Installa.

Bomba

Circolo degli Antichi
  • Iscritto

  • Ultima visita

Tutti i contenuti pubblicati da Bomba

  1. DM Nassin-Frost si mostrò molto paziente nel seguire le indicazioni fornite da Bainzu e Maxillium circa i rispettivi acquisti, felice di poter condurre una trattativa con dei clienti bisognosi. Il trio si accomodò alla tavola del soggiorno del gruppo, con il mercante planare che annuì a più riprese, suggerendo a volte qualche oggetto che poteva essere stato dimenticato Per quanto riguarda la consegna posso far arrivare un espresso domattina. Dato che insieme superate le 290mila monete d’oro avete diritto alla spedizione gratuita specificò. Quando la conversazione vertè sulle protezioni dall’energia negativa, il mercane aggiunse alla fine un Non potrei suggerirvi più di quanto i vostri stimati compagni non abbiano già detto, in verità le transizioni furono quindi trascritte per filo e per segno, indicando le specifiche e i tempi di attesa e a Nassin-Frost fu consegnata la tavola di pietra con l’incantesimo epico, che egli prese con delicatezza per poi riporla in una delle tasche della sua borsa da viaggio Lieto di aver intavolato un’altra piacevole trattativa con voi salutò infine, assicurando che entro la mattina seguente sarebbero arrivati tutti gli oggetti richiesti. X tutti L’unico oggetto escluso da tale trattativa fu il bastone della necromanzia che impugnava il finto Thren, che Celeste prese in consegna per tentare di venderlo su Arth. Osymannoch si unì a lui in quel breve viaggio verso casa. X Celeste e Osymannoch X tutti Checkpoint nella notte tra il 7 e l’8 settembre con ripartenza del gruppo. Ricordo le scadenze per incantatori e decisioni, come da spoiler precedente.
  2. DM E allora perché non ve la siete portata nel vostro piano? domandò irato Vesphian, per nulla soddisfatto della piega che avevano preso gli eventi. Sophia tentò una via più conciliante, che parve in principio trovare un minimo di apertura dai gruppi delle Terre Estive e di Halcya E’ vero, bisogna dare un’opportunità quando si può. Ma non è stato carino mandarla da Vesphian commentò Myonatix prima di venire sommersa da una salva di sputi provenienti dal caseggiato dei Circensi. In compenso le parole più dure e dirette di Gunnar fecero diventare rosso in viso il Capobranco del Patto Silvano SONO STATI I TERREMOTI PLANARI, LA CAUSA PER CUI SIAMO QUI!! ruggì riferendosi all'arrivo di Mourngrim sul Piano Materiale, inveendo con tale cattiveria che il suo entourage si mise in posizione di combattimento, in attesa di un ordine. Per fortuna lo scontro non ebbe luogo, ma le parole di Vesphian furono comunque severe Voi Guardiani per me siete morti! MORTI! Avete capito? Se vorrete aiuto andatelo a cercare da Jasmeera, perché da noi non riceverete altro che fiele! Vesphian si voltò, più o meno allo stesso tempo in cui i Guardiani si chiusero in casa loro. A quanto pare le comunicazioni tra i due gruppi erano giunte alla fine. Circolare, non c’è nulla da guardare si limitò a dire Hygrave, invitando il Seguito a tornare ai propri alloggi tra le proteste di Bombus e i fischi di Miri. Il leader dei Cacciatori quindi invitò i Circensi a tornare ai loro impegni terminando le sue direttive con un E no, Hecke! Non so cosa significhi e perché lo stiate ripetendo di continuo, ma ti assicuro che mia madre non faceva la peripatetica! dopo quel breve intermezzo, per fortuna, i Guardiani Planari furono liberi di potersi gestire liberamente in vista della loro missione. Quando Nassin-Frost fu convocato dai Guardiani Planari, egli si presentò con un largo sorriso Lieto di reincontrare i miei facoltosi clienti di Arth. C’è qualcosa che posso vendervi oggi? domandò. Se egli fu deluso dal fatto che i Guardiani volessero vendere invece che comprare, egli non lo diede a vedere. I mercane erano maestri nel mantenere i rapporti con i propri clienti abituali e i suoi modi educati lo portarono a non fare domande, ma a fornire risposte e fatti Un bastone della necromanzia disse scrutando il bastone bianco con testa di felino Un articolo piuttosto comune nei mercati più semplici, direi che non posso darvi più di 30mila monete d’oro di credito per questa la tavoletta invece raccolse più interesse da parte del mercante planare dalla pelle blu Una tavoletta di Peripezia! Sì, chiaramente incisa per un apprendimento successivo… niente male, di solito gli incantatori non vedono l’ora di arrogare a sé la conoscenza, figurarsi spendere tanto per inciderla per altri. Un incantesimo semplice nel grande schema degli incantesimi creati, ma comunque un ottimo ritrovamento commentò Posso di certo trovare qualche cliente che voglia tenersi al sicuro dagli attacchi, di certo… direi che 300mila monete d’oro per questa perla non ve le leva nessuno, se siete interessati a vendermela disse Nassin-Frost. I Guardiani Planari avevano tempo per prepararsi, ma prima o poi sarebbero dovuti tornare alle loro indagini per tentare di sventare quella minaccia planare. X tutti, fazioni del Teschio e relativa attitudine X tutti
  3. DM Fu presto evidente come ben difficilmente i Guardiani Planari e la Mole Materna si sarebbero reincontrati in futuro per un aperitivo o una chiacchierata amichevole. Le parti coinvolte in quella trattativa sembravano andare ben poco d’accordo, Celeste la prima a manifestare il suo dissenso e la sua volontà di fare a pezzi la Mole al primo sgarro Uccidili te gorgogliò telepaticamente la Mole in risposta Una madre non dovrebbe mai uccidere i propri figli! un orrido avvizzimento di Osymannoch dopo, il problema fu risolto sebbene fu evidente il fastidio della mastodontica aberrazione per quel trattamento E’ nella mia natura generare nuova vita, circa i cloni di voi farò del mio meglio fu la sua sola risposta. La Mole non rise, né istigò la violenza di Celeste, tuttavia non si sbottonò troppo sebbene fosse conscia di come il suo comportamento sarebbe stato sotto esame. Ella però non si tirò indietro alle domande di Gunnar, rispondendo dapprima con Una semplice precauzione e poi entrando più nello specifico per la questione dei gargoyle No, quelli li creò Thren. Egli voleva rimodellare la razza umana come parte del suo progetto di generazione della vita e aveva compiuto immensi esperimenti arrivando infine a generare quei super gargoyle. Non sono a conoscenza di come ne sia stato in grado, ma ho saputo che sono stati avversari formidabili commentò. Il ritorno alla superficie (per quanto desolata e poco appagante) del Teschio di Paithah fu quasi un piacere dopo quel tempo passato al suo interno. Il lavoro però non mancò ai Guardiani Planari e nei giorni seguenti i nativi di Arth furono chiamati a far da spola tra un posto e l’altro, mentre le fazioni continuavano con i compiti che erano stati assegnati nel corso dell’ultima riunione. Lord Fnut e il resto dei Filosofi di Arithmea ascoltarono a lungo il racconto dei Guardiani circa Thren, la sua copia, la Mole e le ricerche con tanto di necrofono all’interno del Teschio Manderò qualcuno dei miei a studiare gli appunti e gli schemi lasciati disse Fnut L’Alleanza con la Mole è una scelta coraggiosa, vedremo come si comporterà sperando per il meglio. Ma temo che non tutti saranno contenti il ritorno di Maxillium coincise con l’inizio di quelle ricerche. Le parole di Lord Fnut si rivelarono profetiche. Fin dal principio la regina Jasmeera fu deliziata dalla possibilità di una nuova alleanza e quando ella conobbe la Mole, nonostante le differenze notevoli che le contraddistinguevano, le due trovarono terreno fertile per il dialogo e la regina promise un ampio territorio nelle Terre Estive Nel momento in cui potrò riportare la pace sul mio regno e con il vostro aiuto una stretta di mano e tentacolo fu sufficiente a siglare l’accordo, con la regina che offrì addirittura il portale per condurre la mole nella sua nuova casa. Di ben altro avviso, come fu facile aspettarsi, furono i membri del Patto Silvano. Il giorno stesso in cui anche Bainzu tornò in vita, quando essi tornarono per una breve pausa dalla loro ricerca dell’Anello di Gaxx, e le voci sulla nuova arrivata nelle Terre Estive giunse alle loro orecchie, la rabbia di Vesphian esplose come un fiume in piena GUARDIANI PLANARIII!!! urlò, facendo rieccheggiare la sua voce per tutto il Teschio, mentre l’intera processione degli auto-proclamati combattenti per la libertà di Ardentia si diresse verso la dimora, sbraitando a voce talmente alta da poter risvegliare anche i morti Come avete potuto stringere un patto con un essere del Reame Remoto? Con quale coraggio l’avete condotta nella nostra terra, dopo che ella ha giurato di aiutare la tiranna Jasmeera? Non solo opportunisti dunque, ma anche lacchè della tiranna siete? domandò. Il trambusto causato da quella piazzata non passò inosservato e i membri del Seguito di Lady Myonatix giunsero per capire cosa era successo, mentre i Demoni Circensi si affacciarono scostando le tende del loro caseggiato per osservare la situazione dalla distanza. Attirati dal rumore, Hygrave e i suoi giunsero per tentare di stemperare gli animi Vesphian, ti chiedo di moderare i toni. Siamo in una situazione di emergenza e abbiamo tutti questioni personali in ballo. Non esistono solo le Terre Estive! Facile per te parlare! rispose Vesphian, gli occhi spiritati Ho saputo bene come vi siete intrattenuti con le ancelle della regina. Sei così sciocco da non renderti che vi stanno usando? uno scroscio di applausi giunse dal caseggiato dei Circensi, ma non a favore del leader del Patto Grande Hygrave! urlò Hecke E io che pensavo ti piacesse succhiare una pallina da un capo all’altro del tubo per innaffiare! Ma se si sono innamorati che problema c’è? protestò Myonatix Si saranno baciati, avranno camminato al chiaro di luna e si saranno promessi un futuro insieme, no? quando Vesphian le spiegò senza mezzi termini come funzionava la riproduzione tra uomo e donna e come non fosse necessario un sentimento di puro e sincero amore eterno, la mezzelfa squadrò con ostilità Hygrave Questo è il tipo di cose che farebbero le persone malvage la leader del Seguito quindi ebbe il suo giudizio sull’operato dei Guardiani Non mi è parso molto carino ciò che avete fatto a Vesphian Miri il delfino lanciò qualche fischio acuto Miri dice che avrebbe ucciso la mole facendola annegare nel dolore e nel suo stesso sangue si affrettò a tradurre Bombus. Quando Myonatix fece per aggiungere altro, una raffica di pernacchie giunse dal caseggiato dei Circensi. Siete dei criminali, Guardiani Planari! Cosa fareste se scatenassi io una piaga nella vostra Arth? domandò, stringendo il bastone con ostilità. Hygrave si pose davanti a lui Vesphian, pensaci bene. Abbiamo tutti fatto un patto. Aggrediscili e te la vedrai con me e i miei uomini! Myonatix strinse le labbra, osservando la situazione, ma non dando sostegno ad Hygrave, mentre i Circensi batterono le mani Se Myonatix rompe gli zebedei possiamo smutandarla? sghignazzò Hecke. La situazione, quel giorno, era estremamente tesa. X tutti, fazioni del Teschio e relativa attitudine X tutti
  4. DM Lo stallo che si era creato rimase tale per qualche secondo, finchè a porre una voce sulla potenziale trattavia fu Osymannoch in persona. La domanda del lich richiamò l’attenzione di buona parte degli occhi della Mole Possiamo accordarci su quello rispose l’aberrazione Ho chiesto di venire nel vostro mondo perché so quello che mi aspetterebbe. I miei figli mi hanno dato molte informazioni sulla vastità e la varietà di paesaggi la massa della creatura tremò Non voglio essere lasciata in un posto desolato, altrimenti non mi muoverei da qui. Posso accettare anche un altro luogo, purchè bello, vario e pieno di vita. Ma se non sarà all’altezza di Arth rivaluterò la quantità di forze da darvi. E se non sarà per niente come spero mi sentirò ingannata e prenderò le dovute conseguenze rispose stringendo i numerosi occhi. Alla luce di questo avviso e all’avvicinarsi del lich in direzione di Gunnar la Mole rispose… lasciandolo andare. Il combattente orso ricadde pesantemente a terra, ma il suo dolore fu presto in parte lenito dalla magia del “curatore” del gruppo. A quanto pare lo scontro si era concluso con un eccezionale armistizio tra le due parti, sebbene la diffidenza fosse ancora forte tra entrambe le fazioni Mentre decidete dove vivrò il mio futuro, lasciate che vi dica qualcosa di più su questo luogo, come da accordi rispose la Mole Lo scopo di Thren su questo Teschio era di scoprire il segreto della creazione della vita. Paithah era stato un dio di questo ramo e… la Mole tremò per qualche attimo, quindi una delle sue grosse pustole si ruppe lasciando uscire una terza Celeste, che si alzò in piedi e si pulì gli stivali. Ella tuttavia non si mise a combattere gli eroi, ma rimase in silenzio in ascolto della propria progenitrice Come stavo dicendo Thren sperava di estrapolare i segreti dall’anima del defunto. Per fare ciò impiegò mesi e mesi di esperimenti, tentando di comunicare con il Teschio e qualcosa ottenne, ma non furono conoscenze sufficienti. Nacqui invece io e quando assaggiai il suo sangue egli cercò di uccidermi. Fui costretta a dissanguarlo a morte e da allora ho ruminato sul significato della mia esistenza… finchè non siete giunti voi spiegò. Quanti pensieri tutti in una volta! Potevo sentirli da qui, ma non sapevo se fidarmi. Meglio se ve ne andavate, vi avrei spiato io poi con calma… e invece voi avete insistito e ho dovuto usare le maniere forti la Mole gorgogliò nella sua stazza Posso però riparare in parte a ciò, se volete… la Mole tremò prima di far eruttare un’altra delle sue pustole da cui emerse un secondo Maxillium I miei figli hanno gli stessi ricordi di quando erano in vita al momento del loro prelievo. Questo Max non ha l’esperienza del vostro, ma è dotato dei poteri del Reame Remoto e con un po’ di allenamento può diventare una forza senza precedenti. Può sostituire il vostro già morto, se volete. Non è un’automa, ma prova sentimenti ed emozioni, a parte le sue capacità e il suo essere un clone sarebbe in tutto e per tutto come il vostro compagno. A voi la scelta… anzi, le scelte la Mole si offrì a rispondere alle altre domande dei Guardiani, i quali avrebbero dovuto però effettuare le loro decisioni alla luce di quella alleanza. X tutti
  5. DM Mentre sopra al Teschio l’Assemblea continuava a svolgere i suoi compiti nel tentativo di dipanare il mistero dei terremoti planari, all’interno del cranio di Paithah si stava consumando una lotta senza quartiere. Latrando ordini dalla sua posizione sopraelevata, Osymannoch diede una parvenza di organizzazione e Celeste si fidò del lich, ricevendo in cambio la caduta di quasi tutti gli sciami di acari volanti e la dipartita della sua seconda controparte al grido di MALEDETTIII!!! spianata la strada, sia lei che Gunnar furono in grado di gettarsi sulla Mole Materna, una delle più titaniche creature che avessero mai affrontato, sebbene con risultati molto diversi. Celeste, zigzagando tra i tentacoli della immensa creatura, fu in grado di raggiungerla e colpirla ripetutamente con il proprio spadone, flagellando il suo corpo di ferite e accecando alcuni dei tantissimi occhi della bestia, che eruttarono una viscosa sostanza nera. Gunnar, armato di buone intenzioni e tanta ira, fu sgambettato e bloccato a terra da uno dei grossi tentacoli, prima di venire avviluppato. Sophia, dal par suo, evocò il potere delle ombre e scatenò una esplosione di ghiaccio talmente forte che investì sia la Mole che Celeste. Entrambe le madri coinvolte in quello scontro furono avvolte da scheggie di ghiaccio e guardarono con astio la incantatrice mezzosangue. La Mole però non sembrava voler fare da spettatrice e, nonostante i colpi rifilati, dimostrò una capacità di recupero e rigenerazione senza precedenti, capace di rivaleggiare con quella delle migliori idre. Agitando il suo tentacolo libero, ella mancò Celeste al primo colpo, ma la vicinanza della Borealis fu sufficiente per portarla a portata di un paio di immense fauci che ella teneva nascoste all’altezza dell’addome (?). Stritolato dalla sua parte e la bocca serrata dal tentacolo che l’aveva avvolto, Gunnar sentì gli aghi della Mole penetrargli nella carne e prelevarne sangue in abbondanza, minacciando di prosciugarlo come la creatura aveva promesso. Lo scambio di colpi fu breve e violentissimo. Tuttavia al termine di esso, la Mole Materna rivolse i suoi pensieri verso i Guardiani Planari, non però con odio e voglia di uccidere, ma stendendo la mano della pace Siete... siete davvero forti, ve lo riconosco! Possiamo continuare a combatterci, ma nessuno di noi ci guadagnerà nulla disse la titanica presenza Invece possiamo smettere, dimenticare ciò che è stato e stringere un accordo. Tramite i miei figli ho avuto un’idea di ciò che state facendo in questo luogo. Dovete muovere guerra verso qualcuno, avete alleati e ne cercate di nuovi. Io posso aiutarvi. I miei figli sono fragili, ma capaci di colpire forte. Potrebbero tornarvi molto utili in guerra quindi gli occhi della creatura si ridussero a fessure Ciò che vi chiedo in cambio è la pace e di essere portata nel vostro mondo, in un luogo isolato dove io possa crescere la mia famiglia. Non dovete temere sterminii, non devo uccidere nessuno per riprodurmi, come avete visto mi basta anche solo qualche goccia di sangue la Mole Materna quindi proseguì In cambio vi racconterò anche tutto ciò che so su questo luogo, se desiderate. Se ci alleiamo io avrò un luogo dove invecchiare e quando avrete bisogno di combattenti per la vostra guerra, le forza del cosmo oltre le stelle risponderà alla vostra chiamata. Dunque, accettate e la finiamo qui? O volete proseguire a uccidere tutto ciò che incontrate? chiese infine. La Mole abbasssò appena il tentacolo libero, in un segno di cauta distensione in quella situazione. L’altro tuttavia sembrava ben pronto a continuare a tener fermo Gunnar. Riepilogo X tutti
  6. DM Se le riserve di potere di Celeste fossero state un pozzo ricolmo di acqua, ora esso sarebbe stato prosciugato come una siccità durata un’intera estate, tale fu la portata a cui attinse la Borealis per agghindarsi con tutto ciò che poteva, risultando alla fine ancora più ripugnante della Mole Materna stessa, la quale guardò con stupore la forma definitiva dell’avversaria Figlia mia…? domandò telepaticamente. L’elocatrice temeva solo una potente dissoluzione magica, ma prima che essa potesse manifestarsi ella SAPEVA di avere il tempo per gettarsi sulla finta sè stessa prima di vedersela con il finto Maxillium, con l’intento di portarlo allo stesso stato dell’originale. Ovvero morto. Celeste si trovò però a fronteggiare una difesa senza precedenti, anche migliore della sua, la pelle e i tentacoli dell’essere con il suo stesso viso duri come la scorza di un drago cromatico anziano, al punto da riuscire a tenere il proprio terreno contro lei che era forse la più forte combattente del gruppo. Quello stallo però fu spezzato solo grazie a uno dei tentacoli della Borealis, l'attacco che a volte ella riteneva meno efficace ma che bastò per avvolgere il collo della sua clone e spezzarlo con uno schiocco secco, prima di arretrare e dare manforte a un tormentato Gunnar. Ma a vedersela con il resto dei cloni fu un altro membro della squadra. Costretto a giocarsi il suo ultimo asso nella manica, Osymannoch si teletrasportò fuori dalle spire della finta Sophia, per poi riapparire nel tunnel da cui erano comparsi. Sebbene la sua visuale fosse più limitata, il lich fu in grado di coinvolgere quasi tutti i nemici nel suo terribile incantesimo. La Mole Materna roteò gli occhi, ma parve resistere all’assalto del teurgo mistico. Ben altro discorso fu invece per i cloni, che agitarono i propri tentacoli al vento, raggrinzendosi come prugne secche prima di cadere a terra in preda a spasmi che precedettero la loro morte. Solo ciò potè dare un po’ di respiro a Sophia e Gunnar, che nel frattempo vennero perseguitati dagli acari volanti. I miei bambini! ruggì telepaticamente la Mole Materna, muovendo la propria carnosa massa in maniera lenta ma inesorabile verso il gruppo, per poi tremolare leggermente. Una nuova pustola apparve sul suo corpo, la quale esplose con dell’icore verdastro che insozzò il pavimento e gli stivali di Celeste, prima che una seconda versione clonata della Boralis facesse il suo ingresso in scena Ma ti sembra il modo di tenere degli stivali? Li hai sporcati di nuovo! Con premesse del genere ci credo che non riesco trovare un uomo neanche con il cannocchiale! la nuova tentacoluta avversaria aggredì la originale controparte, la quale sembrava ora meno originale della copia. Con una serie di frustate, la nuova entrate nel campo di battaglia cercò di insegnare il rispetto a Celeste. Riepilogo X tutti
  7. DM I Guardiani Planari, anche se solo per la posizione del finto Maxillium che li aveva accompagnati, erano circondati di nemici. Inveendo contro i membri dell’Assemblea, gli esseri tentacoluti e gli sciami si scagliarono contro di loro, scontrandosi però con la fiera resistenza dei difensori. Come un pugile navigato, Gunnar schivò le frustate del clone di Maxillium, arretrando di qualche passo e manifestando la sua membrana occultante, prima di allargarsi per assumere la sua più congeniale forma da orso. Dopo quel breve momento di riorganizzazione, Artigli di Sangue era pronto al contrattacco! Dal canto suo Sophia evitò a fatica le grandi propaggini spinate della Mole Materna, che sembrava aver gettato la maschera di innocenza e ora mulinava le proprie braccia (?) per aver ragione degli invasori e suggerne tutto il sangue che poteva. La barda, avvezza agli ambienti più colorati e allegri di Radura Arcobaleno, ricorse al potere della luce e della bontà per tentare di aver ragione di quei nemici. Intenzionata a censurare il male nei loro cuori la figlia di ninfa richiamò una pioggia di piccole braci luminose, che vorticarono nell’aria partendo dall’angolo della stanza e avviluppando i presenti. Tuttavia gli sciami non si fermarono e così la Mole e i suoi cloni. Arretrata fino al muro, Sophia si trovò nel bel mezzo del confronto tra il finto Maxillium e l’originale Gunnar. Distratti dal passaggio della affascinante incantatrice i due si fermarono per un secondo, quindi il finto Maxillium fece spallucce e avviluppò Sophia tra i suoi tentacoli al grido di Tanto ti piacciono i tentacoli, vero? Perverita! le appendici che stritolarono il forte corpo della Zhuge mentre Gunnar veniva aggredito dagli sciami di insetti al completo, che punsero e cercarono di succhiare tutto il sangue dell’orso, pur dovendosi scontrare con la sua rocciosa resistenza e il mulinare delle sue zampe. Se nelle retrovie la situazione non era ideale, in prima linea le cose non andarono molto meglio. Osymannoch fu aggredito dalla falsa Sophia al grido di Tornerò eroica! Per prima cosa ucciderò tu, che sei malvagio fino al midollo! sferzando il corpo del lich con le sue appendici e stringendogli il bacino putrefatto tra le sue spire. Ancora più assurdo fu il confronto che Celeste ebbe con sé stessa, la sua controparte che urlò Oso, oso! Mentre le si lanciò contro. Spadone contro tentacoli, Celeste fu grata ai propri poteri che le impedirono di fare la stessa fine dei suoi compagni. Tuttavia la Mole Materna parve accorgersene e prese di mira la Borealis Maledetti, non riesco a leggervi come vorrei! comunicò, le pupille rimpicciolite e gli occhi iniettati di sangue. In compenso i suoi grandi tentacoli colpirono, eccome, la coraggiosa albina che si trovò in un inferno di colpi da tutte le parti. Riepilogo X tutti
  8. DM I Guardiani Planari non sembravano sicuri dell’idea di liberare la Mole Materna, i cui occhi saettarono da un membro all’altro del gruppo prima di posarsi su Osymannoch quando egli si avvicinò NO! gridò telepaticamente la creatura, la voce ora non infantile e innocente, ma adulta e infuriata. I suoi occhi si iniettarono di sangue Maledetti idioti, volevo solo un nuovo posto con nuovo sangue! ringhiò, mentre dal suo corpo si protendettero dei tentacoli dotati di feroci spine quanto un dito Poco male, vorrà dire che morirete per primi! Avanti figli miei, prendeteli! dal corpo della creatura si crearono quindi delle protuberanze, simili a immensi foruncoli, dai quali fuoriuscirono due creature femminili. Ci volle poco più di un attimo per riconoscere in esse Sophia e Celeste, sebbene queste non fossero chiaramente le originali e si differenziassero per l’equipaggiamento assai più raffazzonato. Le due donne tesero le braccia ed esse si stirarono per essere sostituite da lunghi tentacoli uguali a quelli che Thren aveva impugnato contro di loro poco tempo prima Io sono un’eroina vera! disse la falsa Sophia Tornerò più eroica di prima! la falsa Celeste sorrise in maniera perversa Hai detto erotica? per poi guardare con astio la sua controparte Ti sostituirò e poi educherò Rakayah a colpi di spadone! Diventerà una santa, non una criminale come la stai facendo crescere te! Gunnar nel frattempo evitò per un pelo il doppio colpo da parte di Maxillium, il quale in realtà era anch’egli un clone dell’originale Io non morirò mai! fu la sua promessa mentre minacciava il combattente orso. Come se non bastasse un ronzio familiare emerse dalla Mole Materna, dal cui corpo fuoriuscirono sciami dei terribili acari che avevano perseguitato i Guardiani Planari nel loro primo ingresso nella dimora di Thren Prosciugateli fino all’ultima goccia! fu l’ ultimo ordine della titanica creatura. Riepilogo X tutti
  9. DM Guardiani Planari ripetè la Mole Materna, la cui giovane voce femminile rieccheggiò nelle menti dei membri dell’Assemblea. Le parole di Maxillium fecero tremolare appena la figura E siete tanti? Avete tutti gambe e braccia? quando Sophia gli chiese se vi erano altre stanze, alcune delle palpebre batterono Credo di no, a meno che Thren non abbia provato altri esperimenti. Ma non me ne ha mai accennato. Penso fossi l’unica cosa che voleva tenere nascosta. Alla confusione dei suoi interlocutori, l’immensa Mole Materna tremò leggermente, come un grosso crem caramel, prima di rispondere Non so da quanto fosse qua Thren, né quanto tempo sia passato. E’ difficile come scorra il vostro tempo senza riferimenti spiegò Non so se sono passati mesi o anni da quando nacqui. Quando ciò accadde però Thren urlò, odiandomi e dandomi del fallimento. Non mi uccise però, ritenendo che forse a qualcosa sarei potuta essere utile in futuro. Mi tenne in questa stanza, dove non posso uscire vista la mia grandezza. Col passare del tempo mi spiegò che la sua idea era quella di creare una nuova razza di esseri umani perfetti, privi di sentimenti come pietà o colpa, quelli che lui chiamava difetti la Mole Materna guardò ad uno ad uno i Guardiani Planari Per farlo era giunto fin lì, voleva creare un incantesimo per fondere la propria anima con quella di questo dio morto e attingere alle sue conoscenze sulla creazione. Non so fino a che punto fosse arrivato. Non sento più Thren disse la Mole, gli occhi che saettarono a destra e a sinistra Non mi dite che è… morto? l’immenso ammasso di carne e occhi tremolò Quindi ora sono da sola? Rimarrò qui per sempre? chiese. Alcuni degli occhi della creatura erano lucidi Thren mi aveva parlato di ciò che si trovava fuori da questo teschio. Prati, alberi, tante persone di tante forme e dimensioni diverse. Io volevo esplorare questi mondi, calcare le distese calde che chiamano deserti e le terre gelide che chiamate ghiacciai, vedere i cieli e le stelle e parlare con le persone. Thren rideva quando glielo dicevo, ma speravo mi ci avrebbe portato un giorno. Perché lo avete ucciso? chiese con voce acuta Io volevo vivere! l'essere si agitò, la massa che tremò ma muovendosi di appena qualche centimetro. X tutti
  10. DM I Guardiani Planari furono concordi nel non tentare di utilizzare il necrofono e, nonostante l’invito di Gunnar a dare un’occhiata al libro di appunti, essi non parvero in grado di tradurne i complicati simboli tracciati al suo interno. Consci dei rischi che quel luogo sconosciuto poteva ancora riservare, l’anziano Osymannoch fu posto in prima fila nell’attraversare lo stretto tunnel nascosto dietro la libreria. Costretti ad avanzare uno alla volta, Celeste e Sophia seguirono a ruota, mentre Gunnar fu spinto varie volte da Maxillium, che chiudeva quella fila. Per fortuna dei membri dell’Assemblea, dopo una trentina di metri il tunnel curvò verso destra e i cinque furono in grado di riemergere in un nuovo ambiente. L’ampia stanza in cui giunsero era la più grande da quando erano entrati all’interno del Teschio, tale che se pure Bainzu fosse stato ancora vivo i sei sarebbero stati in grado di passeggiare per essa a braccetto. I passi risuonarono all’interno, facendo subito notare come l’eco riverberasse in tale luogo. Ciò era favorito dall’essere completamente spoglio, se non fosse stato per due cose importanti. Il primo che balzò all’occhio era un largo pentacolo posto sul pavimento, i cui diagrammi color verde smeraldo rilucevano. Le iscrizioni su di esso erano difficili da interpretare, ma gli incantatori riconobbero tra di essi alcuni di quelli che di solito usavano per evocare creature. Il pentacolo tuttavia era il più grande che essi avessero mai visto, il cui scopo sembrava non tanto quello di evocare un cane celestiale o un mane, ma più un arcidiavolo o un dio! Ma la seconda particolarità di questa stanza, l’entità che si trovava ai margini del pentacolo e in parte al di fuori, non sembrava di certo una divinità, a meno che non ne esistessero delle melme primordiali. Essa sembrava un immenso pezzo di carne rosa, dalle bianche vene pulsanti e delle dimensioni di un elefante. Innumerevoli occhi spuntavano qua e là, alcuni grandi come canestri e altri piccoli come uova di gallina. L’essere rivolse i suoi sguardi verso i viaggiatori quando essi giunsero, non usando la bocca ma comunicando loro con una voce mentale infantile come quella di una ragazzina Chi… chi siete? Da dove venite? domandò Io sono… beh, in realtà non lo so bene che cosa sono. Thren mi chiama Mole Materna. Siete venuti a portarmi via? Posso finalmente vedere il mondo? quindi la voce si fece preoccupata Thren potrebbe sentirmi! Se non potete salvare me, almeno voi scappate! Thren si arrabbierà e vi ucciderà! gli occhi della creatura si spalancarono, le pupille che scattarono a destra e a sinistra. X tutti
  11. DM X Osymannoch Soddisfatti i propri dubbi (o almeno i principali) su Maxillium, i Guardiani rimasero in attesa degli esiti delle indagini preliminari. Con tutte le prudenze del caso, Osymannoch avanzò camminando nell’aria, procedendo a passi spediti verso l’iscrizione che si trovava sopra l’inquietante griglia in mithral. Tuttavia, pur con l’ausilio dei suoi incantesimi, l’Inatteso sembrava mancare delle basi necessarie per capire che cosa fosse stato trascritto sulla ampia parete d’osso. Tuttavia entrare in contatto con la griglia si rivelò una scelta saggia per il lich, il quale potè comunicare al gruppo la insolita funzione della stessa. Sebbene sembrasse una trappola, essa era invece un sofisticato congegno che prendeva il nome di necrofono. Per farlo funzionare era necessario incanalare energia divina (sia essa con uno scacciare/intimorire o un incantesimo Creare non morti), ma chi vi fosse riuscito avrebbe potuto risvegliare l’anima del dio Paithah per un minuto ed essa avrebbe potuto comunicare filtrando la propria voce attraverso la griglia, posta lì proprio per quello scopo. Tuttavia nulla lasciava intendere il tono dell’eventuale comunicazione che sarebbe potuta sorgere tra un dio morto e coloro che avevano colonizzato il suo cranio. X tutti
  12. DM Sebbene la morte fosse giunta spesso per Maxillium, il suo ritorno dal resto dei compagni non venne accolto con il consueto entusiasmo. Le insolite circostanze, anzi, sembravano aver messo in allerta i compagni, i quali lo tennero a distanza, come se si aspettassero da un momento all’altro che egli si facesse spuntare delle zanne giganti e li aggredisse. Ciò però non avvenne e perfino il test olfattivo di Gunnar confermò che il sottile odore che percepiva era quello del Maxillium che egli aveva conosciuto su Arth. Il cacciatore di taglie sembrava sincero nella sua identica perplessità per quella situazione, la quale apparve ancora più strana quando Osymannoch aguzzò la propria vista magica su di esso. Egli e Sophia forse si erano aspettati di vedere aure magiche di necromanzia, illusione o altre diavolerie che celassero qualcosa come un battaglione di killer armati fino ai denti, ma anche in questo caso furono smentiti. In verità essi non notarono niente di magico su Maxillium, ma davvero niente. Celeste notò per prima questo dettaglio e, dopo aver dato voce ai presenti, sia Maxillium che i suoi compagni si resero conto che il suo equipaggiamento era sì integro, ma mal raffazzonato e privo di qualsiasi magia. Non era nudo, e questo era un bene per il buon decoro, tuttavia Maxillium non possedeva nulla più del suo vecchio armamentario. Perfino la sua fidata ascia era solo un’arma appena bilanciata per essere usata in combattimento. A discapito dello strano avvenimento, l’elocatrice non volle perdere di vista il motivo per cui erano giunti fin lì, motivo per cui interpellò i suoi compagni circa ciò che avevano appena visto. L’unica nota di interesse che Osymannoch scoprì fu che la griglia, troppo sottile per sorreggere persone in piedi sopra di essa, emanava un’aura magica indefinita. Esso sembrava avere una sua funzione legata alla magia, sebbene non potesse sapere che cosa fosse finchè non fosse entrato in contatto con essa. X tutti
  13. DM Dopo la breve esperienza con la trappola magica, i Guardiani Planari decisero sì di avanzare, tuttavia a passo più gradato. Data l’assenza di esperti scassinatori (una branca sempre più rara nei gruppi di avventurieri di Arth), i quattro superstiti furono costretti ad avanzare sperando nella buona sorte e nelle rilevazioni offerte dalla vista di Osymannoch e dalla lanterna di Gunnar. La dea bendata, quel giorno, parve accorgersi della presenza dei viaggiatori. Non vi furono infatti rumori di ingranaggi, raggi magici o altre amenità che fermarono il cammino di Celeste e dei suoi compagni. Anzi, essi giunsero perfino al termine di quella breve esplorazione. Come ebbero modo di scoprire il tunnel li condusse a un bivio, il quale conduceva a due stanza opposte e dirimpette l’una all’altra, separate comunque solo da una decina di metri di attraversamento. In entrambe non vi erano tracce di vita, ma molto su cui essi avrebbero avuto di che riflettere. La prima stanza era una caverna mal scolpita, che si affacciava su uno strapiombo circolare largo una quarantina di metri, il quale scompariva nell’oscurità sottostante. Vi erano però i segni del passaggio di qualcuno: all’interno dello strapiombo, a circa una trentina di metri di profondità rispetto a chi si affacciava, era presente un ampio cerchio in mithral, che cingeva le pareti. Al suo interno una fitta rete di filamenti disegnava una griglia precisa. Chiunque fosse caduto dalla fossa, se non fosse stato dotato di protezioni, avrebbe finito senz altro per attraversare la griglia e probabilmente sarebbe stato ridotto a carne trita. Una strana iscrizione in caratteri alieni era appena visibile, incisa nella parete di ossa sopra la griglia. Essa era tuttavia troppo lontana per poter essere leggibile, anche qualora fosse stata compresa. La seconda stanza era meglio scolpita, ma ben poco arredata e chiunque entrò percepì fin da subito la sensazione che qualcosa di profondamente sbagliato fosse accaduto dentro di essa. Il piccolo ambiente conteneva infatti solo un libro e una penna, posti su un tavolo di legno, e una strana depressione sul pavimento d’osso, simile a una bizzarra fossa per defunti. Essa era infatti creata per contenere in maniera precisa la forma di un umano le cui braccia e gambe fossero aperte e stese (come l’uomo vitruviano per capirci). Gli appunti sembravano scritti con una serie di complicati diagrammi magici, che ne rendevano difficile la lettura per chiunque non fosse un esperto in materia. All’improvviso però un rumore di passi da dietro raggiunse i Guardiani Planari, che si prepararono ad affrontare la nuova minaccia, fosse anche il ritorno del tarrasque. Ma non si trattava di lui, né di altri sciami, né di una squadra d’assalto dei coboldi di Muzziomone. Vivo e ancora in possesso del suo equipaggiamento si trovava Maxillium. X tutti
  14. DM X chi effettua prove La doccia di acido alla quale era sottoposto Osymannoch era dolorosa come l’esposizione al sole per un vampiro, una sensazione perpetua di pungenti aghi che trafiggevano il corpo del lich già martoriato dal tempo e dalla non-morte. Nessuno potè biasimare le difficoltà dell’Inatteso di non riuscire a richiamare correttamente il dweomer dei suoi incantesimi, perpetuamente esposto com’era all’elemento corrosivo. Se non altro egli sapeva di non essere solo e di come il tempo fosse dalla sua parte. Forse fu questo pensiero ad aiutarlo a sufficienza per riparare il proprio corpo, rubando secondi preziosi alla infida trappola. Sebbene Gunnar non sapesse con certezza come agire, Sophia prese l’iniziativa: ella non rimase indietro, non scelse egoisticamente di non aiutare il proprio compagno per evitare sprechi di incantesimi, ma agì come un vero eroe doveva e diede subito fondo a ciò di cui disponeva, tentando di spezzare i legami magici che avvolgevano gran parte della stanza. La soluzione funzionò, sebbene la resistenza della sfera fu eroica, e alla fine la tremenda trappola fu smantellata e l’acido scivolò sul pavimento, per poi dissolversi come il resto della gabbia sferica. Sebbene Osymannoch non avrebbe potuto dire con certezza che cosa aveva mosso i fili di tale pericolosa situazione, egli potè consolarsi scoprendo che la rapida azione del gruppo aveva risparmiato alla tavola di pietra nera sul piedistallo di venire avvolta nell’acido. E la consolazione divenne una grande sorpresa quando la vista magica del lich lo informò che la pesante tavoletta conteneva al suo interno le conoscenze necessarie per passare a un incantatore la capacità di lanciare un incantesimo difensivo di grande potere, il cui apprendimento era ad appannaggio dei pochi incantatori che avessero il coraggio di gettarsi nella creazione di nuove magie. X tutti
  15. DM X chi effettua prove Sebbene Osymannoch fosse pronto a dare fondo alla magia per scoprire lo scopo di quel sinistro luogo, gli bastò soffermarsi qualche minuto tra gli scaffali e gli appunti per capire che si trattava di un laboratorio di ricerca di un necromante. Il contenuto di quell’angusto luogo era di certo parte del materiale necessario per una ricerca, allo stesso modo in cui i topi e i pesci erano usati per sperimentazioni preliminari prima di passare ai test sugli esseri umani. La portata di tali esperimenti sembrava più grande di qualsiasi studio accademico e, mentre gli occhi del lich passarono in rassegna la stanza, egli trovò conferma di ciò in una pergamena in cartapecora che brillava di dweomer magico dall’interno di un cassetto. Essa era una pergamena che ben si addiceva a chi sembrava scavare nella magia della vita… e della morte. La ricerca dell’elocatrice la portò a scoprire, nel lato sud della stanza, un altro corridoio seminascosto dietro una tenda in velluto nero. Il piatto forte sembrava però la tavola di pietra nera, la quale pulsava di una schiacciante aura di abiurazione sopra il piedistallo che emetteva un'aura di evocazione. Le mani decomposte dell’Inatteso erano pronte scoprire i segreti della tavola, ma esse non riuscirono a toccarla. In realtà, nemmeno vi si avvicinarono, quasi tre metri prima di raggiungerlo un lampo proruppe dal piedistallo e una grande sfera trasparente avvolse l’area attorno ad esso, rinchiudendo al suo interno il teurgo di Arth, ma non la Borealis che si lanciò fuori prima che la sfera si chiudesse anche su di lei. Un battito di ciglia dopo una fontana di acido verdastro proruppe da esso, inondando l’area all’interno della sfera, che iniziò a riempirsi del pericoloso liquido, del quale tuttavia non una sola goccia cadde al di fuori. Il resto dei Guardiani era al sicuro, ma Osymannoch sembrava in difficoltà, la pelle rimasta che iniziava a sciogliersi sotto l’azione del terribile corrosivo. X Osymannoch e Celeste X tutti
  16. DM La situazione che si era presentata aveva scosso profondamente i membri rimasti dei Guardiani Planari. Osymannoch non palesò le sue intenzioni, sebbene forse egli avrebbe preferito donare una nuova non-vita ai suoi compagni caduti. Sebbene Sophia non fosse sicura che esso fosse un trattamento rispettoso, Celeste e Gunnar insistettero per mettere i corpi di Maxillium e Bainzu all’interno del buco portatile di quest ultimo, le due salme leggere come fuscelli per i possenti arieti del gruppo. Fu allora che successe il disastro. Non fu nemmeno possibile richiudere il buco che un possente lampo si sprigionò da esso, la materia stessa dell’esistenza ribaltata da una forza misteriosa che avviluppò la borsa e scatenò una rapida pioggia di lampi celesti all’interno della biblioteca. Con un sonoro strappo, che ricordò una versione molto ridotta di quella di un terremoto planare, la realtà venne mutata quanto bastava creare uno squarciò nella stanza, la cui vista portò a una rapida visione del Piano Astrale. La visione durò per un battito di ciglia e non fu una minaccia per l’incolumità di Celeste, Gunnar, Osymannoch o Sophia. Tuttavia quando quel rapido fenomeno si estinse, del buco portatile e dei loro compagni non vi era traccia. Essi sembravano spariti nel vuoto. La domanda però balenò subito nella mente dei quattro stupefatti sopravvissuti: che cosa era appena successo? E perché? Una ipotesi balenò in fretta alla mente del gruppo, che tuttavia decise perlomeno di esplorare la stanza successiva, quella non nascosta. Il corridoio che conduceva ad essa, lungo circa una decina di metri e composto interamente di osso, conduceva in un ambiente più largo. La stanza in cui giunsero i Guardiani sembrava un macabro misto tra un laboratorio e un museo. Il suo proprietario doveva essere un appassionato di corpi morti, a giudicare dalle centinaia di parti anatomiche che costellavano gli scaffali, le mensole e i tavoli di quella ampia stanza modellata all’interno del cranio dell’immenso dio. Non era chiaro se tali arti fossero lì esposti come monito, trofeo o fossero parte di qualche esperimento. Un lungo tavolo in legno fungeva da piano di lavoro, sebbene la sua superficie fosse costellata di polverosi fogli di pergamena aperti. Gli scaffali alle pareti erano invece costellati di vasi di vetro colmi di liquido verdastro, al cui interno galleggiavano organi interni, molti dei quali riconoscibili, altri completamente alieni. Una grossa gabbia di vetro conteneva il corpo impagliato di una medusa, i cui occhi erano stati sostituiti da esemplari di vetro. Un grosso vaso trasparente dietro di esso, colmo di un liquido che puzzava di marcio, conteveva un singolo ed enorme occhio. Dalla parte opposta della stanza una grossa tavola di pietra nera, solcata di rune, era appoggiata su un piedistallo di osso che sorgeva letteralmente dal pavimento X tutti
  17. DM Riepilogo delle azioni concluse Al termine di quel roboante scontro, i Guardiani Planari non persero tempo nel mettersi all’opera, adoperandosi ognuno alla maniera a sé più consona. Gunnar si acquattò in un angolo, rimuginando nervosamente. Maxillium e Osymannoch attivarono alcuni poteri psionici e magici, prima di lanciarsi in una rapida perlustrazione della stanza, seguiti a ruota da Bainzu e Celeste una volta che il druido rispose alla richiesta di cure della Borealis. Sophia invece sperimentò la trasformazione in elementale del fuoco, temendo per la sua incolumità. La sensazione di fastidio data dagli insetti parve sparire una volta tentata quella soluzione, al punto che la barda riprese la propria forma di planetar per poi avvicinarsi ai propri compagni intenti a scandagliare la stanza. Durante quelle brevi ricerche il lich fu il primo a stabilire come di magico, in quella stanza, vi fosse non solo il fuoco ma anche il bastone bianco con testa di felino che Thren aveva impugnato minacciando i Guardiani. Se tale si poteva rivelare una scoperta interessante, i libri sopravvissuti allo scontro non sembravano nulla di particolare, anzi molti dei tomi erano doppioni di quelli che Osymannoch stesso aveva accumulato nel corso degli anni nella sua caverna. Sebbene Bainzu non trovò nulla di speciale, Celeste scoprì alcune ossa umane all’interno del camino, più o meno nello stesso momento in cui Maxillium diede una voce al gruppo quando scoprì che una delle librerie si muoveva. Con un piccolo aiuto da parte di Celeste, egli fu in grado di spostare l’uscio quanto bastò per scoprire l’ingresso nascosto di un altro tunnel, presumibilmente quello da cui dovevano essere scappati gli sciami appena affrontati. Fu in quel momento che Bainzu cadde a terra. Come una marionetta a cui fossero stati tagliati i fili, il druido si accasciò a terra con un tonfo secco. I Guardiani ebbero appena il tempo di precipitarsi su di lui che anche Maxillium cadde a terra allo stesso modo. Ad Osymannoch non servì molto tempo per capire la causa, che trovò conferma quando vide uscire un acaro dall’orecchio di Bainzu: gli insetti che nel corso della battaglia erano penetrati nel loro corpo avevano raggiunto gli organi vitali e li avevano compromessi, uccidendoli sul colpo. Solo la propria prontezza nell’affrontare quella piccola minaccia sembrava aver salvato Sophia dallo stesso destino. Tuttavia ora i Guardiani Planari erano rimasti solo in quattro e dovevano decidere come comportarsi dopo questo doppio lutto. X tutti
  18. DM Gli eroi non erano solo quelli che affrontavano draghi, giganti e golem. Per quanto un nemico imponente potesse incutere timore, quello più piccolo o invisibile era davvero il più terrificante. Celeste però non esitò un solo momento, lanciandosi in mezzo alla mischia per recuperare i propri compagni. Essi, ad onor del vero, furono abbastanza pronti di spirito da riuscire ad emergerne da soli, tanto che l’operato di Celeste servì ad aiutare il solo Bainzu, ormai avvolto dai nemici. Mulinando le proprie braccia pelose, Gunnar si mise di guardia vicino al passaggio che conduceva ad un altro tunnel interno, mentre Sophia si acquattò in un angolo, la pelle ora di una forte tonalità argento e ora completamente calva, sebbene ancora un po’ scossa da ciò che le era entrato in corpo e che non sembrava essere uscito. La temporanea tregua fu fondamentale per i Guardiani Planari, i quali ebbero il tempo di schierare la propria artiglieria e dare fuoco alle polveri. Osymannoch e Bainzu, di solito agli antipodi su tutto, furono concordi nel devastare la biblioteca di colpi infuocati, deflagrando i libri della biblioteca, parte del mobilio e un tappeto con una trama di serpenti sul pavimento. L’odore di insetti bruciati e il frinire degli esseri fu la ricompensa per tale azione, i piccoli acari che caddero uno dopo l’altro carbonizzati a terra, i numeri dei nemici decimati. Quando dal fumo emersero solo pochi superstiti, Maxillium si gettò arma in pugno colpendo… il nulla! O per meglio essere precisi aveva colpito uno degli insetti, che si dissolse. Tuttavia contro un avversario del genere era praticamente impossibile colpire con un’arma ordinaria e Maxillium pagò tale errore venendo avvinto dagli insetti, i quali cercarono di penetrare nella sua bocca e nelle sue orecchie, facendosi strada con le proprie piccole zampette. Il resto dello sciame però fu altrettanto rapido a disperdersi, dopo aver subito la furia dei Guardiani Planari. Quella breve, ma feroce battaglia si era conclusa. Se al loro arrivo la biblioteca era un accogliente ritrovo per l’eremitico mago che ci viveva, ora metà delle librerie erano mezze carbonizzate, l’arredo era ribaltato come se fosse passato un tifone e del proprietario di quel luogo non rimaneva altro che un mucchio di cenere. I Guardiani Planari potevano però ora valutare la situazione, alla luce di tutto ciò che era successo. Riepilogo X tutti
  19. DM L’assordante ronzio imperversava per la stanza, mentre i sinistri acari continuavano ad assaltare i Guardiani senza alcuna pietà. I loro numeri erano immensi, erano svariate migliaia le piccole creature che ormai avvolgevano completamente gli esploratori, minacciando di entrare nei loro orifizi quando essi cercavano di respirare o parlare. Tale bieco assaltò lasciò senza respiro Maxillium, la quale riuscì a malapena a barcollare via dalla nube di creature. Il cacciatore di taglie riuscì a vedere come nemmeno Celeste e Gunnar furono più fortunati, avvolti dagli esseri dotati di pungiglione. La maggiore speranza sembrava giungere da Osymannoch, unico a non risentire delle punture e delle distrazioni di questi insetti. Il lich si scostò da quella nube quel tanto che gli bastò per emettere un raggio verdastro dalla punta dell’indice destro e investire in pieno uno stupefatto Thren, il quale urlò un NOOOOOOO!!! e si contorse nei propri tentacoli prima di dissolversi in una nube di polvere che ricadde a terra, innocua. Sebbene alcuni degli acari volanti si allontanò, sparendo tra il mobilio della biblioteca, la speranza che l’uccisione dell’incantatore bastasse a fermare gli insetti fu però presto accantonata: gran parte degli insetti rimase, costringendo ad una delle pareti coperte di libri il combattente orso, Sophia e Bainzu. Il druido cercò di innalzare disperatamente una barriera magica, la quale fu tuttavia attraversata senza sforzo dagli esseri ronzanti, i quali furono ben felici di cibarsi del sangue degli incantatori. Non paghi, gli insetti iniziarono ad insinuarsi in parte dentro i malcapitati: per quanto cercarono di evitarlo, svariati insetti entrarono nella bocca, nelle orecchie o si scavarono una via sotto la pelle di Sophia e Bainzu. In quel trambusto però la situazione vide un risvolto positivo: disperdendosi i Guardiani Planari avevano liberato alcuni di sé dal giogo di quella nube assassina. Riepilogo X tutti
  20. DM L’iniziale predisposizione di Bainzu e Osymannoch ad uscire dalla dimora improvvisata parve compiacere Thren Anche a voi disse di rimando al druido, interrompendo il conto alla rovescia. Ma quella pacifica separazione fu illusoria, le domande di Sophia e Celeste che fecero spalancare gli occhi all’incantatore No, no e NO! Non voglio vedere nessuno, voglio solo la mia solitudine! sbraitò Non intendete andarvene? Vi farò andare via io! Prendeteli! urlò infine, mulinando il proprio bastone. Fu allora che uno spaventoso ronzio invase la stanza. Le pareti della biblioteca tremarono, alcuni volumi caddero a terra e il fuoco del camino sussultò quando centinaia di insetti invasero la stanza, piombando sui Guardiani Planari. Essi erano diversi da qualunque altro insetto su Arth. Lunghi circa un centimetro e mezzo essi sembravano acari dalla lucente pelle metallica e dotati di un lungo pungiglione. Come zanzare tigre che non si nutrivano da una settimana, i nuguli di insetti si avventarono sulla compagnia, ronzando attorno alle loro orecchie, avvolgendo i loro corpi come un sudario, insinuandosi in ogni pertugio degli abiti e pungendo senza la mimina pietà le carni dei malcapitati. Osymannoch potè rallegrarsi del fatto di non avere più sangue da succhiare, specie quando vide i terribili segni che le creature lasciavano sui corpi di coloro che fungevano da pasto, rimpinzandosi fino allo sfinimento e privando i corpi delle vittime di numerosi nutrienti essenziali. In questo marasama di insetti, Thren fece un balzo in avanti e si avventò su Celeste. Sebbene di solito gli incantatori fossero poco avvezzi allo scontro fisico, il calvo eremita non si fece scrupoli ad andare testa a testa con uno degli arieti dei Guardiani. Le braccia dell'uomo si stirarono, trasformandosi da arti ossei in lunghe protuberanze che presero l’aspetto di grossi tentacoli dotati di spuntoni. Laddove un tempo c’era la testa ora queste doppie armi si abbatterono sulla Borealis, flagellandole le carni come mazzafrusti impugnati da un cavaliere omicida Beccati questo! E questo! E questo! Vattene! Vattene! Vattene! ululò. Riepilogo X tutti
  21. DM X Bainzu Il giovane incantatore non mutò la sua postura in quella situazione, tuttavia abbassò di qualche centimetro la punta del bastone bianco che impugnava Il mio nome è Thren, studioso di necromanzia disse Sì, ho sentito del gran trambusto venire da fuori. Quindi siete voi che avete ucciso i miei gargoyle sbottò infastidito, per poi mormorare Immagino di non poterci fare granchè se siete giunti in massa come un gruppo di profughi fuggiti dalla guerra. Ma non ho intenzione di avere a che fare con le vostre sciocche diatribe tra piani. Io sono giunto qui sul Teschio ben prima di voi e ho intenzione di rimanerci per continuare i miei studi, che tra parentesi non vi riguardano brontolò. A quanto pare Thren non era una persona molto colloquiale Per tutte le imbalsamazioni! Uno non può nemmeno provare ad allontanarsi dalla civiltà per un po’ di meravigliosa solitudine in un posto isolato ed ecco già della gente dentro il mio salotto! l’incantatore indicò quindi la scalinata da cui i viaggiatori erano giunti L’interno del Teschio è sicuro. Fate pure quel cavolo che vi pare in superficie, ma non vi azzardate più a interrompere la mia tranquillità e la mia pace. Solo per rispetto al fatto che alcuni di voi sono incantatori vi concedo di andarvene illesi. L’offerta scade tra sei secondi! X tutti
  22. DM Il nuovo giorno portò agli incantatori nuovi incantesimi, primo tra tutti quello di resurrezione con cui Osymannoch riportò in vita Pisittu, su supplica di Bainzu. Nel lontano mondo di Erra il supremo sacerdote della dea Lucerna urlò il suo disappunto, incapace di poter riportare in vita in tempo la suprema Paladina. I cavalieri dell’ordine della Lancia Nera entrarono e fermarono l’ultima speranza per l’umanità di quel mondo… ma almeno intanto il gatto era tornato! Pisittu apparve stranita e miagolante, osservandosi attorno guardinga prima di riconoscere il luogo e gli odori a lei più congeniali. Il momento di riunione con Bainzu molto sentito, l’animale che profuse molte fusa al proprio padrone e annusò con maggiore interesse il putrido Osymannoch prima di accomodarsi per la sua priorità: il cibo. Per quanto Celeste Borealis avesse riportato sul Teschio abbastanza cibo da sfamare una guarnigione di soldati, la mattinata portò nell’aria diversi odorini assai più appetibili della carne e della frutta secca. Nel soggiorno d’ingresso Osymannoch l’Inatteso aveva evocato un lungo tavolo di legno, completo di sedie imbottite, sulla cui superficie si trovava la più invitante colazione di tutti i tempi: vassoi di croissant, bomboloni, bignè e pasticcini appena sfornati, teglie di torta di mele, al cioccolato e cheesecake, piatti di pane tostato e imburrato, coppe ricolme di confetture di frutta quali mirtilli, albicocche e lamponi, coppe ricolme di fragole con panna oltre a brocche di latte di mucca, capra e cavalla appena munto e una gerla d’ambrosia. La colazione, sufficiente per sfamare più di una dozzina di robusti uomini d’arme, soddisfò il palato dei Guardiani come solo le prelibatezze di Letargia Blu erano state in grado di fare, temprando spirito e corpo e donando a tutti un senso di piacevole torpore e coraggio in vista dell’esplorazione del Teschio. Pisittu si unì al banchetto mangiando più di tutti e acciambellandosi poi, soddisfatto il suo pantagruelico appetito, sopra il letto di Maxillium. Dotata di una mole troppo abbondante per gli stretti cunicoli dell’interno del teschio divino, l’animale di Bainzu avrebbe dovuto aspettare per poter tornare in azione. Il ritorno all’interno del Teschio di Paithah non avvenne con fanfare o grandi gruppi. Il teletrasporto offerto da Celeste bastò ai sei membri al completo dei Guardiani di ritornare sul luogo dello scontro con i gargoyle, che per ben due volte avevano rappresentato il maggiore ostacolo. La puzza di bruciato era sparita, ma l’odore di morte ancora appestava l’aria e i corpi disgregati dei gargoyle giacevano nelle stesse posizioni in cui erano stati lasciati in principio. Potendo finalmente discendere la grande scalinata che essi avevano protetto, i sei di Arth persero il senso del tempo e dello spazio nella discesa a zig zag che seguì, i passi che risuonarono sordi nel terreno ripido che via via prese una bizzarra connotazione… a scalini! Nel momento in cui essi giunsero al termine di quella discesa, si trovarono in un ambiente che più non poteva essere diverso dalle infide e strette caverne in cui erano stati. Pur essendo ancora all’interno del Teschio, le pareti del luogo in cui erano entrati erano interamente ricoperti da librerie, le cui scansie in legno erano ricolme di libri, centinaia di tomi rilegati in pelle che riempivano ogni spazio libero di quella immensa stanza, capace di contenere comodamente una dozzina di persone. Dall’altro lato della stanza era presente un architrave e un passaggio per un’altra stanza, mentre nel mezzo si trovava un camino in pietra sulle cui braci ardeva un allegro fuocherello verde smeraldo. Seduto su una poltroncina davanti ad esso, vestito con un kimono e un plaid appoggiato in grembo, un giovane uomo calvo sembrava intento a cercare un po’ di calore. All’arrivo dei Guardiani, tuttavia, egli scattò in piedi, impugnando un bastone bianco con una testa di felino in cima Fermi là! Chi siete? Che cosa volete? esclamò scrutandoli ad uno ad uno e puntando loro l’oggetto magico, come se potesse da un momento all’altro freddarli sul posto Anzi, meglio ancora… che cosa avete fatto dei miei guardiani? Ho sentito rumori dall’alto, ma non avevo idea che potesse davvero venire qualcuno. Beh, chiunque siate la vostra presenza non è gradita e dovete darmi una bella ragione per non cacciarvi a calci. Io sono qua per studiare i segreti del Teschio e questo intendo fare. In tranquillità. Anche se sembra che la tranquillità ora non sia garantita! disse. X tutti
  23. DM X Osymannoch, Gunnar e Maxillium – caserma dei Cacciatori di Hygrave X Bainzu, Sophia e Celeste - Arth Era quasi mezzogiorno quando i Guardiani si ritrovarono per l’ora di pranzo sul Teschio. Essi non avevano ancora trovato un modo per procurarsi del cibo, ma avevano di certo molte informazioni da scambiarsi. Per il giorno successivo si prospettava di non andare subito in missione per l’Anello, ma di proseguire all’interno del Teschio di Paithah. X tutti
  24. DM I Guardiani Planari sembravano indecisi sulla condotta da prendere in considerazione, in parte alla luce delle informazioni ottenute e in parte per la naturale scarsa alchimia interna del gruppo. Attraversando distrattamente le casupole nel tentativo di mettersi d’accordo sulla prossima mossa, i membri giunti da Arth si trovarono ad assistere a una insolita scena: Mr.Hecke e i Demoni Circensi stavano conversando in maniera apparentemente civile con Vesphian e il resto dei membri del Patto Silvano. Per quanto non fu chiaro ciò che si dissero, l’incontro parve terminare in maniera serena e con addirittura una stretta di mano tra i due leader Se capiterà ve lo faremo sapere disse Vesphian, l’espressione imperscrutabile mentre osservava il demone e il suo carnevalesco seguito. Il druido guardò con particolare disprezzo la succube Karla, che compiva al suo indirizzo gesti osceni con la mano e la propria bocca. Ah, Guardiani Planari! esclamò il clown demoniaco, una volta che il Patto si allontanò, salutando Maxillium con la mano (Karla gli fece l’occhiolino e si passò la lingua sulle labbra) e rivolgendo al resto dei nativi di Arth un sorriso giallastro e simile a una tagliola per orsi Ho ricevuto poco fa notizie buone, roba che scotta. Alcuni amici di amici che ho nell’Abisso stanno cercando un materiale speciale, molto raro, che nel settore viene chiamato adamantio nero. E’ una lega super resistente, roba che non si vede tutti i giorni il demone-pagliaccio fornì quindi dei dettagli sulla struttura e l'aspetto dell'adamantio nero Sto passando parola a tutti, anche a quell’abbraccia-cactus di Vesphian, perché se ne trovaste potremmo crearci parecchie armi utili per abbattere, stritolare e mutilare i nostri nemici Mavreen la marilith emise un lungo fischio di assenso Per il disturbo ve ne farei avere qualcuna in cambio… o un’armatura o un dildo se preferite sghignazzò. Karla si portò una mano al mento, riflettendo su queste ultime parole. Hecke si sfregò le grosse mani Più ne trovate, meglio è e più cose vi daremo. Spero che non ci deluderete… Zimmergin l’hezrou estrasse la propria corda per poi fissare Celeste e stringere l’oggetto come fosse una garrotta. Wrenchwort il glabrezu ridacchiò per poi tamburellare con le dita in aria e terminare con un Ba-dum tssss!! prima di allontanarsi. Passò meno di un round prima che Ashbet, la donna gatto, non emerse da dietro una delle casupole, strusciando all’indietro i piedi come a nascondere qualcosa. La creatura flettè le orecchie da felino Ho casualmente sentito tutto disse, stringendo gli occhi Myona è rimasta molto delusa dal fatto che non avete ucciso quel maledetto balor, che ora a quanto pare è tornato sull’Abisso. Disarmato, ma ancora vivo e vegeto disse Spero davvero non vorrete dare ai demoni materiali per fare armi, gli dèi solo sanno che cosa ne farebbero. Dovete portarlo a noi, conosciamo anche noi dei fabbri, di morale molto meno discutibile e altrettanto pronti a creare delle armi per affrontare al meglio qualunque minaccia si prospetta. Sia chiaro, non vi garantiamo niente in cambio. Già compiere una buona azione dovrebbe essere una ricompensa sufficiente, specie per chi deve dimostrare di essere davvero animato da buone intenzioni la femmina guardò Sophia ed emise un lieve sibilo O almeno cerca di far credere di averne, dando fin troppa aria alla propria bocca la nativa di Halcya si rivolse quindi di nuovo al gruppo Confido che saprete fare la scelta giusta, questa volta a quanto pareva le parole di Sophia prima della riunione non erano state ben accolte. I rapporti tra le fazioni sembravano sempre più tesi, nonostante il pericolo comune. I Guardiani Planari erano comunque chiamati a decidere come muoversi per avere una possibilità di terminare quelle difficili collaborazioni quanto prima. X tutti
  25. DM Decisi a non tralasciare nemmeno la minima informazione, e forti dei rapporti non ostili che al momento avevano con entrambi gli esperti suggeriti dai Filosofi, i membri dei Guardiani Planari si separarono in due gruppi per ottenere il prima possibile i suggerimenti per trovare l'Anello d'Ebano del Carnifex. Gunnar accompagnò Celeste e Sophia in direzione della villa di Jasmeera, mentre ad Osymannoch non restò che accodarsi a Bainzu e Maxillium mentre essi si recavano presso il centro del Teschio, dove sorgeva la torre dove dimoravano Ao Senzacorpo e la Bambina Avorio. X Celeste, Gunnar e Sophia – villa della Corte di Jasmeera X Osymannoch, Bainzu e Maxillium – Torre di Ao Senzacorpo X tutti

Configura le notifiche push del browser

Chrome (Android)
  1. Tocca l'icona del lucchetto accanto alla barra degli indirizzi.
  2. Tocca Autorizzazioni → Notifiche.
  3. Regola le tue preferenze.
Chrome (Desktop)
  1. Fai clic sull'icona del lucchetto nella barra degli indirizzi.
  2. Seleziona Impostazioni sito.
  3. Trova Notifiche e regola le tue preferenze.