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Dragons´ Lair

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CocceCore

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  1. Ho finito la scheda con equipaggiamento, background e il resto. A voi la parola. https://www.myth-weavers.com/sheets/?id=3019659 Per l'oggetto speciale io ho messo uno spunto nelle note extra della scheda, non so cosa possa darmi in termini di statistiche o cose simile, qui chiedo a @Steven Art 74 che ne pensa. Inoltre, per la descrizione che ho dato mi piacerebbe che avesse qualche "Effetto Collaterale Sinistro o Oscuro" oltre a quelli descritti per pura lore, ma non ho idee al momento. Infine, riporto un'immagine del personaggio.
  2. Sono riuscito solo a compilare la scheda in buona parte. https://www.myth-weavers.com/sheets/?id=3019659 Vedo se riesco a lavorarci nei prossimi giorni o al massimo nel weekend.
  3. Grazie della spiegazione, diverse cose non le avevo conteggiate. Ciò pensato e a questo punto penso che toglierò il monaco dall'equazione e farò un "puro" barbaro Zealot (posso pensare che sia legato ad una qualche forza nascosta in Ravenloft? tipo "La fiamma Indomabile" o "Il Tuono Assordante" o "Le Ombre Dissolventi" qualcosa di simile?) Reborn con background Haunted One. Se non avete altri suggerimenti/punti di attenzione da indicarmi, domani sera vedo di buttare giù una scheda, un aspetto ed un background abbozzato.
  4. Devo leggermi le sottoclassi del guerriero per capire se c'è qualcosa che mi ispira, stavo puntando ad un monaco della Misericordia (Mercy) con barbaro Totem dell'Orso, però anche la tua idea potrebbe andare, in serata mi leggo un po' le sottoclassi del guerriero e vedo se c'è qualcosa che mi incuriosisce. Più che ad ottimizzare il danno ed il resto mi piace l'idea tematica del monaco della Misericordia (Mercy) e, se non ci fosse già stato un clerico, stavo pensando anche alla seconda opzione di multiclassarlo con un clerico del Dominio della Tomba (Grave Domain), ma essendoci già diverse classi ripetute non volevo farne un'altra e dare un tocco di diversità in più nel gruppo. Però prendo il suggerimento e vedo se c'è qualcosa che mi stuzzica lato guerriero e se la sottoclasse Beast mi piace. Comunque sono contento che l'idea generale sia buona. Vi faccio sapere nella nottata
  5. Ciao a tutti, ho chiesto a @Steven Art 74 se, vista la mancanza di un player al momento, potevo aggiungermi all'avventura ed eccomi qui. Sono un novizio, quindi aspettatevi un po' di domande, ma sono volenteroso di giocare e di imparare. Arrivo al dunque, pensavo di fare un PG umano, nell'ordine, monaco/barbaro o monaco/chierico o direttamente "normale" monaco, ditemi se sono scelte che cozzano sia a livello di gioco/ambientazione, sia a livello di gruppo. Inoltre, leggendo Ravenloft, mi piacerebbe fosse un rinato dopo essere stato pietrificato. Sul background anche li rimarrei su Ravenloft e opterei per un Perseguitato (Haunted One). A grandi linee pensavo ad una cosa del tipo (se scegliessi un monaco/barbaro ad esempio): Famiglia uccisa da qualche mostro Io che nella collera intraprendo la via del barbaro ( Riesco ad uccidere il mostro Capisco che la vendetta non mi appaga Non so che fare ne dove andare e quindi mi faccio monaco Mi risveglio come dopo un lungo sonno e mi ritrovo tra le rovine del monastero senza un avanbraccio e parte di un polpaccio o roba simile sostituiti da parti in pietra/legno/metallo da capire Come dicevo è solo un'idea, sono aperto a critiche/suggerimenti. Sul perseguitato e sul monaco sono più convinto, sul barbaro/chierico/rinato mi rimetto anche a voi
  6. Anch'io ad una certa andrò in ferie (l'ultima settimana di agosto), quindi chiederò pazienza anche per me in quella settimana 😁
  7. Ciao a tutti, cerco una gilda D&D (mi sono guardato un po' i manuali di 3.5 e 5.14) che accetti un giocatore novizio e che mi aiuti ad entrare in questo mondo di GdR e PbF. Ho voglia di giocare ed imparare. Non ho preferenze al momento, sono aperto a proposte. Grazie
  8. ho sbagliato di brutto, chiudo, grazie
  9. Ciao a tutti, cerco una gilda D&D che accetti un giocatore novizio e che mi aiuti ad entrare in questo mondo di GdR e PbF. Scrivete in PM. Grazie
  10. Nivara Il viaggio che mi ha portata sino a Carthagorn è stato un vortice di emozioni, alcune delle quali non avevo mai provato prima. Quando seppi che il Protettore mi avrebbe lasciata andare da sola, non solo fuori dalle mura di Virelach, ma addirittura in un'altra Marca, non riuscivo a contenere la gioia. Non in città, non alla Pietra del Mirir, dove diceva di avermi trovata, ma lontano, davvero lontano. Non ricordo un sogno, né un solo momento, in cui mi sia sentita così viva. È tutto troppo bello… non sarà che mi sta facendo seguire in segreto da qualcuno? pensai. Ma accantonai subito il dubbio quando, uscita da Virelach, vidi quei grandi pascoli che avevo sempre e solo ammirato dalla finestra. Non appena l’ultima torre scomparve dietro le colline, non esitai: mi tolsi i sandali, li lanciai lontano e saltai giù da cavallo. Volevo godermi ogni istante, ogni sensazione, ogni suono che quella distesa verde poteva offrirmi. Non volevo nulla tra me e la terra. Nei giorni successivi, la mia felicità non vacillò nemmeno di fronte agli sguardi curiosi della gente che incontravo per strada. Leggevo nei loro occhi la stessa domanda: Che ci fa tutta sola in mezzo a queste terre? Dove sta andando? Ma loro non potevano capire, io non ero sola, anzi, per la prima volta da quando ho memoria, mi sentivo parte del tutto: della terra, del vento, del mondo. Qualcosa dentro di me si stava risvegliando da un lungo sonno. Poi vidi Carthagorn, e qualcosa si spense. Il verde lasciava spazio alla pietra, la mia libertà si scontrava con la realtà: non ero ancora libera, dovevo ancora recitare la mia parte. Dovevo “rappresentare” il Signore. Alle porte della città, ebbi la sensazione di non essermene mai andata da Virelach, gli sguardi delle persone erano gli stessi, le guardie si tenevano a distanza, il vento soffiava freddo sulla pietra e la terra sotto ai miei piedi sembrava trattenere il respiro, sopravvivendo solo grazie a quei pochi brandelli di verde che chiamavano “giardini”. Non mi preoccupai degli sguardi, né dei comportamenti sospettosi. Una volta raggiunto l’alloggio assegnatomi, però, rimasi sorpresa nel trovare lì accanto un piccolo lembo di terra, trascurato e abbandonato. Ci passai ore, cercando di lenirne la sofferenza: strappando erbacce, rimuovendo sacchi marci, distruggendo una trappola che qualcuno aveva costruito, forse per le volpi che si aggiravano nei cespugli. Quando il sole calò, salutai quel giardino come si saluta un vecchio amico, e mi diressi verso l’ingresso del Collegio delle Rune. Lì, davanti alla porta, trovai un cane sdraiato. Era come se lo avessi già visto. Ricordando le regole che vietano gli animali nell’alloggio, evitai di interagirci per timore che volesse seguirmi. Ma quella notte, nella mia stanza, continuai a pensare a lui Dove lo avevo già visto? Poi ricordai: mi aveva seguita per tre strade quando ero arrivata al collegio. Scesi nuovamente, e lì lo trovai, ancora sdraiato, in attesa. Mi avvicinai e gli sussurrai: Se sei qui per me, questo non è un posto sicuro. Nasconditi nel giardino, e domani ti cercherò. Se ti troverò, saprò che sei parte del mio cammino. La mattina seguente mi svegliai presto con un solo pensiero in testa e, prima di andare al Palazzo dell’Eco, mi precipitai nel giardino. Lì c’era lui, lo chiamai Silmeth e passai il tempo che avevo a cercare di conoscerlo, a studiarne i movimenti, i versi, i tic e a parlarci. Fu così che quando feci per andarmene, lui mi seguì e io non obiettai. A Virelach ero abituata al lusso, ma ora la pietra sotto i piedi scalzi mi dava solo un leggero fastidio, insignificante rispetto alla mia voglia di sentirmi parte della terra. E poi i sandali… be’, erano perduti chissà dove tra i pascoli della Marca dell’Est, anche volendo, non avrei potuto recuperarli. Nel salone del palazzo nessuno mi rivolse la parola, e la cosa non mi dispiacque. Sentivo qualcosa, una presenza. Non qualcuno, ma qualcosa che osservava. Una memoria antica, una leggenda, un pensiero sospeso. E con essa, una tristezza profonda che non mi apparteneva. Come se il presente piangesse il passato, e temesse un futuro già deciso. Mi trovai combattuta: ignorare questa sensazione per inseguire la mia libertà… o fermarmi e capire? Poi sentii una voce. Non parlava. Ma ogni volta che pensavo alla mia libertà, si faceva sentire, confusa, soffocante. Quando pensavo alla tristezza del luogo, invece, taceva. Era un segno. Capii che dovevo restare. Non per Arkastel, non per il suo progetto, e nemmeno per la mia libertà. Ma per spezzare quella catena di dolore che permeava l’aria. Per far tornare a respirare ciò che era stato soffocato. Non ricordo molto delle lezioni del Protettore, ma le buone maniere della Marca dell’Est mi insegnarono che si aspetta il permesso prima di sedersi. E così feci.
  11. "A chi hai dato dei puzzoni scusa?! Come ti permetti! Qui c'è gente che fa il bagno in acqua di rose, se ci sono dei puzzoni sicuramente sono quelli della Marca del Sud che provengono da terre sulfuree" disse Nivara. Per favore, perdonala, non è molto intelligente e non sa come gira il mondo. Inoltre, non capisce che potrebbe esserci un secondo senso nella parola "puzzone". P.S. mi sto solo allenando 😉
  12. Provo a buttare giù un'ipotesi ma libero a discutere di possibili modifiche/stravolgimenti, spero di non aver esagerato e di aver risposto in maniera più o meno prolissa alle domande 😅 Nivara non ha ricordi antecedenti ai suoi 14 anni (età confessatale dal Protettore). Nessun volto, nessun nome, nessuna voce che le parlasse. Solo un vuoto profondo, nero come una notte senza stelle. Fu il Protettore a dirle che l'aveva trovata in fin di vita sulla Pietra di Mirir, come se fosse un segno, di chi non si sa, ma doveva essere importante visto che non si vedeva un druido da molto tempo (lui di magia se ne intende). O, almeno, così le è stato detto. Cresciuta tra le alte torri di Virelach, la capitale della Marca dell'Est, Nivara ha vissuto una vita di studio, disciplina e rigore. Non ricorda mai un abbraccio, una risata o un gesto di affetto, non ricorda neanche la violenza, ma ricorda le urla e le imprecazioni quando non ricordava i dettagli o, in generale le quanto aveva studiato la volta precedente. Arkastel Aurelian, il Signore del Fulmine, il Protettore, l’ha sempre trattata con quella freddezza distante che alcuni chiamerebbero diffidenza. Era la sua Perla, la sua copia, la sua scommessa. "Tu sei diversa, Nivara. Tu sei destinata a qualcosa di più grande." Queste parole riecheggiavano in ogni aula, in ogni lezione, in ogni giorno passato tra trattati di storia imperiale, dottrine militari, codici di condotta, e (quando era fortunata) testi antichi di erboristeria e naturalismo. Non le era concesso uscire, se non in rare occasioni, sempre sotto l’occhio vigile del Protettore e comunque sempre in boschi o vicino ai delta dei fiumi. Anche allora, si trasformava in un test, un enigma da risolvere, un animale da riconoscere o una reazione da prevedere. Tutti nella Marca sapevano chi fosse. La Perla del Protettore. Dovevano trattarla come lui stesso, anche se lui era sempre lì a osservare. Era come vivere in una gabbia dorata, adornata di promesse: il comando di una Marca, un ruolo centrale nel futuro Impero che Arkastel bramava costruire. Ma col tempo, l’oro si rivelò ruggine. Nei sogni, frammenti di qualcosa (forse ricordi) affioravano. Un volto avvolto nel fumo, il suono dolce del vento tra le fronde, il calore dell’erba sotto la pelle nuda. Suoni, odori, emozioni, mai parole. Una voce (la sua, forse?) la chiamava, la invitava ad andare oltre le mura, a cercare la verità nella Natura. E così, ogni volta che poteva, Nivara sfruttava ogni minimo momento di libertà che le veniva offerto all’aria aperta. Si sdraiava tra l’erba alta, accarezzava le foglie, parlava agli animali come fossero amici. Era lì che i suoi poteri si manifestavano con più forza: i fiori germogliavano al suo passaggio, gli animali si avvicinavano senza paura, l'acqua sembrava seguirla con lo sguardo. Non sapeva da dove provenisse quella magia, ma la sentiva sua, naturale. Quando il Protettore cominciò a limitare anche questi momenti, quando iniziò a chiuderla ancora di più, Nivara comprese che qualcosa non andava. Non era solo rigore o educazione, era controllo. E dietro quel controllo si nascondeva paura. Aveva già intuito qualcosa. Lo sguardo del Protettore cambiava quando lei manifestava i suoi doni, quando parlava troppo con gli animali o quando si avventurava troppo lontano. Non era il timore che si potesse fare del male, ma che potesse capire. All'inizio pensò fosse solo stress, o un senso di paternità. Ma poi cominciò a notare episodi strani. Comandanti che discutevano con Arkastel fino a che, all’improvviso, cambiavano idea. Funzionari che si congedavano con convinzioni che non erano loro. Il Protettore riusciva sempre a imporsi, ma con una calma innaturale. C’era qualcosa nella sua voce, nei suoi occhi. Nivara cominciò a temere che ci fosse la sua magia, o qualcosa di peggio, dietro tutto ciò. Col tempo, la sua gratitudine si tramutò in sospetto, poi in rancore. Ma mai lo mostrò. Era brava a mascherare i pensieri, a recitare il ruolo della perfetta allieva. Aveva imparato da lui, dopotutto. Poi, un giorno, giunse la notizia: un Consiglio di Guerra si sarebbe tenuto nella Marca del Trono, e il Protettore non poteva assentarsi. Era l'occasione perfetta per testare Nivara. Le affidò il compito con parole solenni e un ordine chiaro: "Porta la mia visione. Convincili. Sii la mia voce." Ma Nivara non vide in quell’incarico un premio o una prova. Vide una porta. Una via d’uscita. Sapeva che non poteva semplicemente fuggire. Sarebbe stata rintracciata, riportata indietro. Ma se fosse andata al Consiglio, avrebbe potuto conoscere altri, stringere contatti, capire il mondo fuori dalle mura di Virelach. Forse (solo forse) avrebbe potuto ricostruire chi era veramente. C’era qualcosa di antico dentro di lei, qualcosa che premeva per uscire. Una voce che parlava la lingua del vento, che conosceva il nome segreto degli alberi. Non era un soldato. Non era una funzionaria. Non era nemmeno un’arma nelle mani di Arkastel. Era Natura. Era selvaggia. Era viva. E finalmente, per la prima volta in tutta la sua vita, era anche libera. P.S.: sulla razza d'accordo, nessun problema, l'avevo già messo in conto visto quanto avevi già scritto ma volevo tenere segnato nella scheda la mossa relativa agli elfi.
  13. Ciao a tutti, siamo alla ricerca di giocatori per un play-by-forum ispirato ai Forgotten Realms versione D&D 3.5. Per chiunque sia interessato vi rimanderò al nostro master/fondatore per ulteriori dettagli.
  14. Ho compilato la scheda ed esportato il json, messo in un archivio zip e condiviso qui. Fammi sapere se ci sono cose da modificare nivara thornwood.zip
  15. Nel dubbio pensavo fossi serio, per quanto mi riguarda ognuno è libero di usare qualsiasi nome (se offensivo non lo userò nei miei messaggi) ranger+druido+paladino a me non dispiace (ma sono un neofita), forse ci manca una componente magica? Ma attendiamo di capire se entra qualcun altro e che classe vorrebbe
  16. Uh si parte coi nomi. Io sarò Nivara Thornwood, druida
  17. Io avevo capito che era una scelta per tutto il gruppo, quindi viene utilizzata nella storia l'opzione con più voti. Mi sembra di capire dalla tua affermazione che invece tu pensi che alcuni possano cominciare in modo e altri in un altro. Però chiedo a @Pretzel Jack la conferma o smentita di quanto ho capito io.
  18. Grazie, allora torno sulla mia scelta iniziale del druido
  19. @Choppi Chomp e @Kensei voi che ne pensate?
  20. @Pretzel Jack una paio di domande. Le mosse avanzate se ne prende una per livello o ci sono livello specifici? Da quello che ho capito la prima Il ranger ha una mossa avanzata chiamata "Dio delle Terre Selvagge" con la quale diventa tipo un multiclasse ranger/chierico. Se presa al livello 2 praticamente potrebbe diventare un ranger al livello 10 con incantesimi del 9° livello chierico? Sempre per il ranger, c'è tra le mosse avanzata quella di "Mezz'elfo" che ha la seguente dicitura "Prendi questa mossa solo se è il tuo primo avanzamento". Questo vuol dire che al primo avanzamento posso prendere questa mossa o una tra quelle "Quando raggiungi un livello da 2 a 5, scegli tra queste mosse.", oppure le si prendono entrambe? Grazie
  21. Intriganti entrambi, se non ho capito male, da un lato abbiamo quella che si può definire "l'ultima speranza" e dall'altro un "vestito d'arlecchino" formato da diverse vesti cucite insieme che può andare come stretto come perfetto per l'impero. Io scelgo "Comando Unificato di Guerra" giusto perché mi piace tenere aperta la porta della non collaborazione, cosa che dall'altra parte mi sembra meno fattibile.
  22. Buona sera, mi hai anticipato 😉 A questo punto mi propongo come ranger/ramingo

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