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Kinnard

Circolo degli Antichi
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  1. Un'oretta fa mi sono reso conto che @Mezzanotte ha modificato, a suo tempo, il post dove originariamente diceva di mutare in forma Crinos e spendere un punto di rage nel farlo. Non so se esista una funzione sul sito atta a notificare eventuali modifiche nei post ma, se così non fosse, sarebbe cosa gradita avvertire prima di fare modifiche che cambino sostanzialmente il corso degli eventi. Non vorrei trovarmi di nuovo a scrivere azioni per poi trovarmi a leggere "stai scrivendo di cose che non sono mai accadute". Grazie mille 😄
  2. Kinnard

    Off-Game

    @Uriele, sì, va bene così. Stavo solo chiedendo conferma per regolarmi con la prossima azione, grazie mille 🙂
  3. Kinnard

    Off-Game

    @Uriele, se possibile vorrei essermi curato sia nel turno precedente che in questo. Tra l'altro, per avergli tolto tre punti sangue vuol dire che l'ho morso senza possibilità di nascondere la ferita leccandola, giusto?
  4. @Nightmarechild, sì, me lo sono dimenticato. Grazie per avermelo ricordato xD
  5. Si-leva-dalla-terra Il tono dell'anziano lo porta istintivamente ad abbassare le orecchie e la coda, infilandola tra le zampe posteriori. Capisce solo parzialmente quello che la zampa lesta gli sta dicendo, ma è sufficiente. Tentenna. Guaisce al pensiero di ciò che potrebbe succedere se contraddicesse il suo superiore. Ma sarebbe il silenzio la scelta migliore? Piccolo Garou ancora non arriva, né gli altri. Che sia stata colta dal Grande Rosso che la forma da guerra porta con sé? Se così fosse, le conseguenze sarebbero terribili...e sarebbe punito comunque, insieme al resto del branco. Decide perciò di richiamare ulteriormente l'attenzione di zampa lesta, implorandolo di seguirlo. Qualora riuscisse, lo porterebbe fino al limitare della statale, ultimo posto dove ha visto gli altri.
  6. Si-leva-dalla-terra Non si è distanziato di molto dal resto del gruppo, almeno dal punto di vista di un quadrupede; si è giusto spostato quel che basta affinché la chiazza nera su cui si spostano i senzapeli non sia in visa. Annusa l'aria. Dove sono? Lancia un ululato: chiama a raccolta le palle di pelo con cui viaggerà verso il sole nascente, assicurandosi di usare quella particolare intonazione che distingue la richiesta dall'ordine. Pensa che, se Piccolo Garou ha capito cosa sia successo e quale sia lo stato di cose, risponderà; altrimenti, dovrebbe prendere quella dichiarazione di autorità come una provocazione, e precipitarsi lì. In entrambi i casi, avrà evitato un' ulteriore violazione della Litania, e ne sarà soddisfatto.
  7. Si-leva-dalla-terra Il Velo non deve essere sollevato. Piccolo Garou non è Zedakh. Ritiene saranno d'accordo anche gli altri, quando si renderanno conto che il loro compagno sta mutando nei pressi della Tela nauseabonda. "Strada", come direbbero i bipedi. La responsabilità di non mettere ulteriormente a rischio la Litania ricade innanzitutto su di lui: tenta, dunque, di scattare verso il Villaggio Segreto, al riparo dai senzapelo e dalle loro "auto". È certo che Piccolo Garou lo seguirà.
  8. Si-leva-dalla-terra Il suono di Non Lupo gli porta alla mente il cielo nero prima della pioggia, con quel brusio sostenuto che precede l'arrivo del barlume che porta la combustione. È un rimbombo lungo ma privo di aggressività; al tempo stesso, è impossibile per il suo cuore di lupo non avvertire una pressione. Conosce il nome di quella condizione ma, prima che possa fare qualcosa a riguardo, il figlio del peccato avanza la sua spiegazione che, grazie all' ausilio dei glifi, risulta facile da cogliere quanto un cervo che fugge sull' acqua del tempo del letargo. No. Il suo primo istinto è di rigettare la...cosa che gli è stata appena mostrata. È eccessivamente complicata, richiede tanto pensiero da bipede e poco cuore di lupo. È una cosa da loro, più che da noi. E poi, quanti glifi! Sì, è proprio da loro. Però, la sua mente da bipede è non poco stimolata da tutto questo. Lui, uno Zedakh? Entrambe le parti sono - incredibilmente - d'accordo sul fatto che una luna invisibile non sia un capo; né è questa una barriera che ha voglia di superare, o un destino che vuole cambiare. Conosce il suo posto nell'ordine delle cose, e sa che non è quello del capofamiglia. Poi, un ululato di rado sentito dentro di sé interviene, ricordandogli che ha una più alta chiamata a cui rispondere, un diverso fato da seguire. E, nell' assecondare il volere di Luna, non ha più dubbi. Non sono Zedakh, ma farò in modo che uno di voi lo diventi. Si volta verso Non Lupo, per poi annuire. Muso, orecchie, coda e corpo vengono proiettati verso il cielo, in un' esibizione di dominazione che non lasci adito ad incertezza alcuna. "Va bene. Sono Zedakh. Andiamo."
  9. Si-leva-dalla-terra Il fetore della tela nauseabonda colpita in pieno dal sole è intollerabile, e lo porta ad affondare il muso nel terreno; come se questo non bastasse, è ulteriormente confuso da Piccolo Garou: la postura rimessa, quello che per lui è un latrato, ben diverso dall' ululato della sera precedente e, più di ogni altra cosa, tante, troppe parole - perché non ha già usato le zampe, i denti, o i sostituti che i senzapelo hanno imparato a creare per intercessione del Weaver? Non ha forse un Bastone di Tuono con sé, da qualche parte, con cui asserire il suo essere Zedakh? Sfuggita...nemici...sola. Ah, bipedi. Si drizza e, come preso da un moto improvviso, prende a tracciare solchi nel caldo terreno. Sono piuttosto grezzi ma, presi nel loro insieme, piuttosto chiari: sono glifi, simboli della lingua Garou. Per la precisione, è uno solo. Lupus, il lupo. O meglio, i lupi, data la loro natura. Due solchi concavi da cui fanno capolino altre due tracce, dalla curvatura più dolce. Aspetta un lasso di tempo sufficiente a far sì che i compagni assimilino quel concetto, prima di effettuare una singola modifica: un ulteriore segno, ottenuto conficcando gli artigli nel terreno, posto poco al di sopra del simbolo creato. Ecco così che il simbolo cambia significato: ora è Zedakh, il capobranco. Ma, al tempo stesso, è lupi. Ecco il senso di un capo: un lupo insieme ad altri lupi e, contemporaneamente, al di sopra di essi. Fatto passare del tempo sufficiente, si getta sul simbolo quasi a ghermirlo, rimuovendo dal segno del capobranco la presenza dei lupi: alla fine dell' operazione, sul terreno resta solo il buco nel terreno usato per trasformare il primo simbolo nel secondo. Non è più un lupo tra i lupi. Non è più un glifo; È solo un buco, privo di qualsiasi valore simbolico. Punta il muso su di esso, poi su Piccolo Garou, ricordandole l'importanza che ha la sua solitudine presso i Prescelti di Gaia.
  10. Si-leva-dalla-terra Non ha il tempo di essere sollevato dall'ignoranza dell'Anziano sull'identità di Atsidi; la mole d'informazioni che riceve nel frattempo è soverchiante e, anche con il pensiero da bipede, ha bisogno di un po' di tempo per essere assimilata. Nooway...est, direzione del sole che sale. Emeson...passaggio...Nord? Dove cresce più piantamolle. Non capisco. Dobbiamo andare a Nord, ma perché prima ad Est? Non aiuta il fatto che l'anziano e i suoi compagni si mettano a fissare un insieme di sottili graffi che non sa di niente! Stringe il pugno, come Viandante gli ha detto di fare quando c'è da ringhiare, ma sei in presenza di un anziano. Una pratica che non capisce; e questo lo frustra ancor più. Basta così. Si rifugia nel silenzio e nella comprensione incompleta più che sufficiente del da farsi. Ritorna alle sembianze da lupo non appena uscito dalla capanna, crogiolandosi nel sollievo di come dovrebbe essere fino alla Tela nauseabonda. Di queste ne ha viste fin troppe, e ritiene di conoscerle bene; tracciando dei solchi decisi su Gaia guarda con anticipazione i compagni, aspettando che assumano la forma da viaggio.
  11. Si-leva-dalla-terra È sorpreso e perplesso nel venire a sapere che Occhio-di-Giada lo ha mandato a chiamare. Perché? Addenta e si trascina dietro un lungo pezzo di quello che i bipedi usano per non mostrarsi deboli e freddolosi, che usa per coprirsi quando, in presenza dell'anziano, assume la forma Glabro. Il farlo per effettiva necessità piuttosto che per divertimento lo rende non poco irrequieto ma, anche in questo caso, deve essere ben saldo: è l'unico modo che ha per sfruttare tutto il pensiero da bipede di cui dispone. Ascolta in silenzio le parole del suo superiore, piegato sulle ginocchia come una scimmia. Devono andare a Nord, da dove vengono gli spiriti. Piccolo Garou parla di Branchi, Caern, Nazione. Anzi, non parla. Il suo ululato finisce con un suono "all'insù". Sta chiedendo. Quando sente di poter imitare la compagna di branco lo fa, quasi ringhiando, in Lingua Garou: "Maestra, Atsidi? Cos'é?"
  12. Kinnard

    Off-Game

    @Uriele, provo a staccarmi.
  13. Carmine Primiera Gli spari risultano ovattati, scoppiettii lontani rispetto al boato di trionfo della Bestia. Le conseguenze non hanno il benché minimo peso rispetto alla prospettiva di un' immediata soddisfazione. Si lascia andare alla sete, mentre pompa il prezioso fluido vitale nei bicipiti per meglio trattenere la sua preda. Quello che deve fare è chiaro: nutrirsi. Più sarà veloce, tanto più la Vacca cadrà come un sacco di patate, senza neanche la possibilità di reagire. Al diavolo tutto il resto. Master:
  14. Carmine Primiera Era a tanto così, quasi sentiva l'alito della sua vittima attraverso il respiratore. Poi, niente. Ha ancora gli occhi sbarrati, ma non gli servono per collegare l'urlo al perché il suo dopocena sia stato temporaneamente rimandato. E sia. Smette di rantolare: aspetterà che il pompiere si allontani per rialzarsi e coglierlo alle spalle. Dopotutto, è piuttosto malconcio, e non può correre rischi.
  15. Carmine Primiera Sente i due allontanarsi. Ottimo. A questo punto ne resta uno...oltre a Giuliano, che dovrebbe essersi già incamminato. Giuliano. È lui che deve raggiungere. Prima, però, deve rimettersi in sesto. Ha bisogno dell'ultimo vigile rimasto lì. Comincia a rantolare, abbastanza piano da farsi sentire solo dal vigile. Potrebbe esserne in grado; dopotutto, è rimasto in quel tunnel ad ascoltare voci per un lasso di tempo sufficiente per fargli capire come "regolarsi". Master:
  16. Si-leva-dalla-terra C'è tanto di strano. Viandante, il suo maestro, aveva ragione nell'aver definito i Moot della "Nazione dei Garou" come "nuovo". Aveva già corso con i suoi compagni, tempo fa, sotto il vigile sguardo di Grifone: aveva appena superato il loro rito di passaggio, e avevano corso sotto l'occhio di Luna lasciando dietro di sé la fraganza del Dolce Rosso, che scemava appena un po' nel miscelarsi al terreno bagnato. Era stato il ripetersi del ciclo di Gaia, il battito d'un cuore vecchio di eoni scandito dal canto del lupo e dal sordo tonfo dato dalla caduta della preda. Ma cos'è tutto questo? È una densa coltre di rossi: non il rosso vivo tipico dell'istinto primigenio, ma la conseguenza di fuochi accesi per chi non ha gli occhi per vedere, nonostante abbiano in sé il sangue del lupo. È un' unione degli odori che Gaia secerne durante le grandi combustioni dei territori del suo popolo, ma senza la sensazione di pericolo e la necessità della fuga. È un' accozzaglia di canto di lupo e tonfo di preda più profondo e vibrante, a primo acchito gradevole ma, in fin dei conti, inconciliabile. È nuovo, un nuovo sempre più familiare delle distese di Alto Ferro dove vivono i bipedi, ma sempre nuovo. Un insieme di controsensi che non lo spaventa, ma non gli piace. A dispetto di ciò, deve sforzarsi: gli è stato detto che si tratta di un passo importante, e deve essere saldo. Orecchie abbassate di lato, coda mossa coscientemente a manifestare una postura rilassata - anche se i lupi più perspicaci potrebbero notare una certa rigidità in quell'esile corpo. Non è il primo a farsi avanti. Non sarebbe da lui farlo in primis, ma non è solo quello: è che gli ci vuole del tempo per capire ciò che viene detto. È il prezzo da pagare per la sicurezza della forma Lupus, capire bene o male la lingua comune che Viandante non ha ancora finito di insegnargli e fare ciò che non gli appartiene per comprendere il linguaggio dei bipedi. Vengono in suo aiuto i movimenti del corpo di chi si trova nelle sue immediate vicinanze - impossibile per lui non notarli - e certi suoni ricorrenti che il suo maestro gli ha imposto di tenere a mente. Pare sia arrivato il loro momento di uscire dalla tana. Il primo è Piccolo Garou. Sa di femmina, e ha il vago odore del Tempo del Letargo. C'è anche una traccia di altro, o almeno questo crede prima di dissimulare la cosa. Parla come uno Zedakh, con decisione e voce alta. Wendigo, mangiabipedi. Ultima...sangue. Parole. Segue Cucciolo. È un fare talmente minuto che la sua figura quasi resta una chiazza sull'orizzonte di rossi; avrebbe fatto fatica a interpretarlo se non avesse già avuto a che fare con gli atteggiamenti di sottomissione dei senzapelo, durante il tempo della sua prova: ululato frammentato, stasi..il muso basso, tratto comune anche al suo popolo. Maestro...Umano. Parole. Persino il suo odore sembra essere sopraffatto dalle più lontane tracce di Pianta delle Farfalle in combustione. È indistinto. Niente. È il momento di Non Lupo. Non Lupo. Strano è il sentore che lo accompagna, altrettanto strani i concetti che ulula. La cosa più strana di tutte è, forse, che il suo corpo è il più facile da comprendere: c'è qualcosa di noi in lui, e questo gli permette di afferrare, a grandi linee, il suo indicare sé stesso come parte di due cose distinte. Il pensiero corre a sé stesso, anche lui - strano a dirsi - parte e parte; e questo collegamento emotivo lo porta a pensare che abbia ululato quel tipo di cose...ma il suo cuore non può fare a meno di ringhiare, per motivi che non comprende: Non Lupo. L' Anziano aveva chiesto: cosa rende guerrieri di Gaia? Quel concetto gli era stato ripetuto per tanto tempo, con le parole dei bipedi, nella lingua del Popolo e persino nel modo di comunicare insegnatogli da che è vivo. È una risposta che non ha ancora. Sa perché è stato scelto per essere un guerriero di Gaia: per portare guerra, per la speranza di un ulteriore battito di quel cuore immemore. Fa un passo in avanti, quando sente che il suo momento è giunto: il suo nome e la sua risposta si fondono in un ululato profondo, colmo di riverbero, destinato a riecheggiare nella sacra terra del Corvo di Pietra; propagarsi nello spazio per farlo nel tempo, verso la promessa di vittorie future.
  17. Una domanda: se ho capito bene, ci sono alcuni casi dove l'abilità "Primal Urge" può sostituire alertness, survival e altre abilità a seconda della forma utilizzata. Verrà implementata questa cosa in gioco? Se sì, come? Edit: Chiedo perché ho fatto la scheda immaginando riflettesse le abilità in forma Lupus, per poi accorgermi che il manuale usa la forma Homid come default.
  18. Carmine Primiera Lassa fa! Già immagina come andrà la scena: il poliziotto che gli è sopra andrà, insieme al pompiere rimasto lì, a controllare cosa stia succedendo e lui potrà andare a intercettare il secondo vigile del fuoco, magari nutrendosene. Resta inerme, conscio di dover pazientare ancora per poco.
  19. @Mezzanotte, se le cose stanno così allora non ho da obiettare, anche se sorgono altri dubbi (tipo: se odiano anche gli Homid, allora riservano loro lo stesso trattamento che riservano agli umani? Quindi sono quasi uguali ai Black Spiral Dancers? Perché Grifone non odia i Garou, che sono l'unione della natura umana e di quella lupina?). @Fog, effettivamente leggendo che la cronaca sarebbe stata ambientata nella zona dei Grandi Laghi ho dato per scontato che ci sarebbe stato un cinquanta e cinquanta tra natura e città. Personalmente, non ho problemi nel non venire incluso in varie scene per via del debito da onorare con il Totem (anche qui chiedo conferma: i loro tabù valgono anche quando sono Totem tribali, non solo nel caso in cui siano Totem di branco, giusto?), finché gli effetti collaterali della cosa vadano bene a voi, compagni di cronaca (esempio banale: litigio sul doversi affidare a omuncolo X per delle informazioni). Non voglio che la cosa, tirata per le lunghe, finisca per annoiarvi. Mi rimetto anche al parere del Narratore.
  20. Intervengo: il PG non ha Totem personali, quello nel BG era solo un modo per dire "È entrato negli Artigli Rossi". A livello di meccaniche (e qui è piuttosto serio il rischio che possa sbagliarmi), avendo letto sul manuale edizione ventennale che il Divieto di Grifone sembra essere esclusivamente "non collaborare con gli esseri umani", ho pensato che: 1) Un Artiglio Rosso non sembra essere costretto da Grifone ad ammazzare qualsiasi essere umano sia in vista (se così fosse, ho pensato, sarebbe ingiustificabile la presenza del camp del Whelp's compromise, i cui membri vogliono risparmiarne alcuni); 2) L'oggetto del divieto sono gli umani, non gli (Homid) Garou; ho pensato che i Garou facessero eccezione perché, secondo l'ambientazione, sia umani che lupi si ritrovano tagliati fuori dalla loro esistenza precedente, essendo ormai, prima di tutto, Mannari; 3) È fatto divieto ai seguaci di Grifone di instaurare rapporti, di amicizia o collaborazione, con un umano, ma non agli altri membri dei branchi di cui fanno parte; questo sarà sicuramente oggetto di discussione in ON (com'è giusto che sia) ma, finché si parla di meccaniche di gioco, non penso sia un problema per i non artigli; Faccio queste considerazioni nell'ottica di provare a giocare un personaggio che non sia un carnefice a tempo pieno che rischia di rovinare il gioco a tutti perché "oh, guarda, un bipede è andato in quel vicolo solo soletto.."
  21. Si-leva-dalla-terra Alla fine, arrivò un autunno particolarmente ostile al “Fiume nella Terra”. Le precipitazioni abbondanti di quei mesi diedero il colpo di grazia a un territorio già martoriato, nel corso degli anni, dai rifiuti lì abbandonati: le alluvioni dispersero i residui del regno dei bipedi in una vasta area e quando le acque si ritirarono il Fiume nella Terra non era più lo stesso. La famiglia di “Vince-il-tuono” non sapeva come reagire al nuovo stato di cose: il Padre era lontano e il cibo scarseggiava; ma Vince-il-tuono aveva anche ordinato loro di non seguire mai la strada che li avrebbe portati sopra al fiume e la famiglia aveva sempre obbedito al suo volere, anche quando i guaiti dei piccoletti si erano fatti più forti. Fu a quel punto che qualcosa dentro il lupo che sarebbe stato rinominato “Si-leva-dalla-terra” si spezzò. Nonostante i due condividessero la presenza del segno rosso nella medesima locazione, il figlio non rassomigliava per niente il padre, con la sua figura esile e il temperamento remissivo. La sua morte era stata rapidamente data per scontata: eppure, nonostante le privazioni, i predatori e i malanni disseminati dall’uomo, non era mai arrivata, a dispetto dei comportamenti bizzarri e di quegli scatti d’improvvisa ferocia tipici della “sete perenne”. Vince-il-tuono aveva ordinato che nessuno lo allontanasse, e così era stato fatto; ma questo non aveva impedito al branco isolarlo. Si-leva-dalla-terra dava loro ragione, perché sapeva di soffrire di un male incurabile. Non era la sete perenne, perché era vivo da troppe lune: ma ringhiava spesso, soprattutto in reazione alla distanza del padre e al suo divieto di avventurarsi fuori da quel territorio. La consapevolezza di non poter fare niente – e che il capofamiglia non avrebbe fatto niente – lo avevano fatto ringhiare per molto tempo; ma i piccoletti, i piccoletti gli aprirono un nuovo orizzonte. Venne preso da una consapevolezza improvvisa: se il padre gli aveva fatto divieto d’imboccare la strada per risalire la terra, avrebbe saltato sulle rocce, come solevano fare i procioni che aveva spesso fiutato. Poi, giunto in cima, avrebbe procacciato del cibo. Cadde, cadde e cadde ancora. Ringhiò, perché sentiva il giusto percorso da intraprendere per riuscire nel suo intento ma, a differenza degli orsetti lavatori, non riusciva ad avvinghiarsi alla pietra. Cadde e ringhiò, ringhiò come aveva sempre fatto nel vedere quelle pareti erte a prigione; cadde e ringhiò, abituandosi, a ogni volta, ai sempre più frequenti spasmi nelle zampe che manifestavano la sua voglia di riscatto; cadde e ringhiò, più e più volte finché, dopo l’ennesima caduta, la sua rabbia e disperazione riecheggiarono lungo il Fiume nella Terra, talmente forti da rendere le sue zampe adatte allo scopo. Si erse sulla cima del dirupo dove, ad attenderlo, vi era Vince-il-tuono: questo lo commendò, attribuendogli il nome del suo nuovo destino, prima di ristabilire la propria autorità spingendolo giù. Si-leva-dalla-terra è ora un prescelto di Grifone, impegnato in una guerra contro il distruttore di mondi. I suoi fratelli non capiscono perché passi il tempo nelle foreste di metallo, ma la protezione del suo mentore e le informazioni sui potenziali bersagli degli Artigli che porta sono, per ora, sufficienti a non trasformare gli scherni in sospetto. Vince-il-tuono guarda con anticipazione alla furia che imperversa nel figlio, inconsapevole – o, forse, incurante – del fatto di esserne bersaglio.
  22. Carmine Primiera Il tocco dell'agente è improvviso e sgradevole, ma deve sopportarlo. La cosa sta andando per le lunghe e, soprattutto, diversamente da come se l'era immaginata. Come prima, può solo portare pazienza.
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