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Capitolo II: Lunghi Addii
Anche Kiltus non se la cava male con le prese in giro: sul ponte, quando gli uomini hanno tutti gli occhi fissi su di voi, risponde un "Sì, contessa. Certo, contessa." con aria alquanto seccata, come per dimostrare a tutti che l'hai tenuto lì dentro solo per noiose raccomandazioni - in breve, ti tiene il gioco a modo suo. Gli uomini ridacchiano di lui, ma sembrano esserci cascati; sono tutti in fermento e sistemano le ultime cose prima di partire. Il mezzelfo ti accompagna fino al limite della nave, con Barbara e Josephine che lo seguono a ruota. "Arrivederci, mia cara" ti saluta Barbara. Josie alza una mano, e Kiltus ti guarda, dall'alto di babordo, come un rapace sulla preda. No, certe cose non riesce proprio a nasconderle.
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Capitolo II: Baffogrigio
Silenzio. Tuo padre non ti risponde, restando lì ai fornelli, girato di spalle, a dare una pulita ad un vecchio calderone. Cosa alquanto strana, per un uomo che in genere vorrebbe sempre avere l'ultima parola su tutto.
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Capitolo II: Lunghi Addii
Kiltus se ne sta zitto zitto, acquattato di fronte a te senza battere nemmeno mezza ciglia alle tue parole. Sta lì, con le braccia incrociate, ad aspettare che i tuoi rimproveri siano finiti, e di certo non si aspetta un finale di discussione così...intenso. Il tuo bacio lo spiazza, e per qualche secondo si lascia trasportare e guidare dai tuoi gesti, ricambiando la malizia che gli trasmetti con i tuoi baci; ma poi riprende il controllo della situazione, e senza smettere di baciarti, ti alza e ti piazza sul tavolo del capitano senza fare troppi complimenti. E via col secondo round. E pensare che sono passate solo cinque ore dalla vostra nottata di fuoco! Consumate il tutto cercando di mantenere una parvenza di silenzio, risparmiandovi tutti i preliminari che potete; la partenza, per dio, la partenza! Dopo una decina di minuti siete belli che felici entrambi; la sveltina ti dà le soddisfazioni che cerchi, ma sai che per avere di nuovo il menù completo dovrai aspettare un altro benedetto anno. Kiltus si riveste in fretta e furia, sentendo il clamore degli uomini che senza il loro capitano hanno iniziato a mancare di disciplina. C'è di nuovo bisogno di lui. "Se non fosse per questa maledetta spedizione, ti porterei con me verso Sud." mormora, un po' seccato. "Ma c'è bisogno di te qui. Tu e Randal siete gli unici con un po' di sale in zucca, e dovete cercare di dare una parvenza di sanità mentale alla Settima." Si reinfila i foderi con ultimo gesto e si avvicina a te prendendoti dalla vita, accarezzandoti la labbra con le sue. "Le Syvis staranno bene. Le proteggerò io, sta' tranquilla."
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Capitolo II: Lunghi Addii
Barbara ti sorride divertita, mettendosi un dito sulle labbra come ironico segnale che manterrà il segreto. Lancia un'occhiata maliziosa a Kiltus quando entra, mormorando: "Non me la consumate troppo, Capitano." e il mezzelfo la guarda un po' curioso. Quando esce, la signora chiude la cabina dietro di sé e la prima cosa che ti chiede il capitano, una volta rimasti soli, è: "Lei sa di noi, per caso? Com'è che ho sempre l'impressione che quella donna sappia già tutto prima del tempo?" La risposta a questa domanda sorprenderebbe anche me.
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Capitolo II: Nell'Abisso
"B-Biscottino!" Vaniglio mangia il biscotto senza replicare - finché lo nutri, si fa chiamare come vuoi! Continui a passeggiare sul ponte della nave quando a un certo punto il tuo pappagallo, temporaneamente distratto dal cibo, ricomincia a gracchiare nervoso. "T-Traditore! S-Sangue del mio s-sangue!" stai di nuovo per dirgli qualcosa, ma improvvisamente vedi la penombra illuminarsi, il silenzio spezzarsi e la nave, dapprima sospesa sulle enormi morse di legno, ora dondola in mezzo all'oceano. E' una mattinata soleggiata, e qualcuno dietro di te sta pronunciando le esatte parole di Vaniglio: "Traditore! Sangue del mio sangue! Messo sull'asse da un ragazzino di tredici anni!" a parlare è un uomo il cui volto ti è ben noto, stampato sui volantini da ricercato appesi in ogni porto in cui sei stato: Bolero Jack. Ti rendi subito conto che c'è qualcosa che non va: non senti l'odore del mare, ma piuttosto quello di umido e sporco del capannone in cui eri; dev'essere un trucchetto illusorio, qualcosa ti sta facendo vedere un pezzo del passato di quella nave senza preoccuparsi di convincerti che quello che vedi è reale: uno dei marinai ti passa addirittura attraverso, come se fossi un'ombra, trasparente in quel ricordo. Riconosci un ammutinamento quando ne vedi uno: l'intera ciurma del capitano Gomez è rivoltata contro di lui; un bambinetto con in testa un cappello tricorno guida il famigerato pirata sull'asse, spingendolo con uno stocco. "Niente di personale, mio caro. Sono solo affari." quel modo di parlare, così altezzoso e spregevole, lo sguardo beffardo che ha perfino nei confronti della morte; i capelli nerissimi e il volto squadrato. Potranno essere passati un bel po' di anni, ma riconosceresti Nero perfino in fasce! Altro che pirata integerrimo, Bolero Jack si sta letteralmente cagando in mano. Si inginocchia di fronte al ragazzino e lo supplica quasi in lacrime: "Non uccidermi, ti prego! Ti comprerò tutte le spade di legno che vuoi! Vuoi guidare la nave? Te la lascio guidare! Ti ricordi com'era bello, quando da piccolo giocavamo insieme e-" Nero gli tira un calcio in faccia ben assestato, tanto da fargli perdere l'equilibrio e farlo finire in mare. Tutta la ciurma si esalta e grida al nuovo capitano Nero, che commenta: "L'unica volta che hai giocato con me, mi hai lanciato addosso a una maledetta guardia come diversivo per scappare!" Nero lascia la balaustra di tribordo, chiamando a sé gli uomini e portandoli sul ponte del timone. Qualcuno li osserva dall'alto: l'ombra di un ragazzo dall'aria cupa, con un corvo sulla spalla e due else di spalle gemelle sulle spalle. "Ed ora che il burattino è caduto, è ora di pensare al burattinaio. Kilagas!" grida, salendo le scale. La ciurma si fa più nervosa, ma non smette di seguirlo. Giunto in cima, sguaina una sciabola e gliela punta contro. "Come nuovo capitano della Jocasta, ti sollevo dal tuo incarico di Primo Ufficiale. Hai servito bene, ma ora che mio padre è a farsi un bagno con le ostriche, non ti permetterò di manipolare anche me. I tuoi giorni su questa nave sono finiti!" il ragazzo ride. Anche se innaturalmente avvolto da un alone di oscurità - è il ricordo ad essere sfocato? - riconosci parte dei suoi tratti del viso in quelli di Kilash: si assomigliano davvero tanto! "Il piccolo Nero vuole sfidarmi? Ti ho addestrato troppo bene. Ma non stavolta, tappo." e in un turbinio di polvere il ragazzo scompare. La ciurma prende in braccio il piccolo Nero, inneggiando alla libertà e ad una nuova era a bordo della Jocasta. Come polvere al vento, le onde, i marinai e Nero svaniscono nell'arco di pochi secondi; di fronte a te c'è di nuovo la nave deserta nel capannone del molo. "C-C-Cra! T-Tradimento!" commenta vaniglio.
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Capitolo II: Il Peggiore
L'hin resta preoccupato nonostante le tue parole. "Capo, non credo sia una buona idea. Siamo troppo pochi e loro sono...pirati!" Mentre Len ti parla, finalmente riesci ad avere una panoramica della loro nave: anche loro sono armati di balliste, una per ogni lato - almeno in questo, nessuno dei due ha superiorità! - e a bordo ci saranno sì e no una dozzina di uomini. Non vedi il loro capitano però. La nave avversaria resta ferma.
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Capitolo II: Il Peggiore
Raggiungete infine il luogo preciso, che riconosci dal fatto che l'acqua si divide in tre colori diversi in quel punto, poiché le correnti provenienti da Est, da Sud e da Nord, avendo temperatura diversa, fanno difficoltà a mescolarsi e creano quello strano effetto ottico per cui il blu scuro si trasforma in verdastro e poi in azzurro. Len rimane a bocca aperta. Il tuo cannocchiale trova finalmente qualcosa: una nave a vele calate, a quattro chilometri a nord da te. La raggiungi navigando per un'ora in quella direzione, e finalmente la vedi: vele verdi consumate dal tempo, e bandiera pirata tirata su. E' la Fiamma Verde, ne sei più che sicuro. Da questa distanza, è impossibile che non ti abbiano avvistato...ma hai un vantaggio. La Jocasta non batte nessuna bandiera.
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Capitolo II: Nell'Abisso
"C-Cra! A-Amilcare a chi?" Vaniglio deve averla presa come un'offesa. Arrampicarti non è difficile, sembra quasi che l'impalcatura sia stata costruita appositamente per questo. Raggiungi il ponte della nave, e i tuoi passi leggeri rimbombano nella pancia vuota sotto le assi di legno che calpesti. Vaniglio sembra parecchio agitato, arruffa le penne e si muove tutto quanto. "T-Tradimento! T-Tradimento!" grida a tutta forza.
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Ad Ve Or - Topic di Servizio
Non me ne parlare! Quando ho visto quei tiri, ho pensato: "E' la volta buona che qualcuno riesce ad affondare la Jocasta"
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Capitolo II: Baffogrigio
Sai che l'avresti trovato lì. Un uomo così abitudinario, la cui routine è nota non solo a te, ma alla maggior parte di coloro che frequentano la mensa della Loggia; tutti sapete che la mattina è sacra per lui, e che la colazione, anche se da regolamento si fa fino alle dieci e mezza, per Baffogrigio è sempre stata un pasto sacro che non deve mai sforare le nove. Così come sapete che quando nell'aria c'è odore di bruciato, è meglio non frasi vedere in giro se non si vuole incorrere in insulti gratuiti e mestolate senza motivo. Gli altri non conoscono però ciò che accade al di là della porta della cucina. E come potrebbero? Solo tu e Miranda avete avuto l'onore di vederlo sbraitare, umiliare e sfiorare l'omicidio durante lo svolgimento delle sue quotidiane mansioni. Certo, ci sarebbe anche una lunga lista di sguattere mandate via (o scappate, per la maggior parte) ma preferirei tener conto solo dei presenti, per ora. Il secondo piano della Loggia oggi è molto silenzioso. Incroci Miranda per le scale che sta portando una cassa di cipolle su in cucina; sembra avere l'aria turbata. "Tuo padre mi ha già licenziata tre volte, da stamattina. Forse è il caso che gli parli." per ora sembra andar di fretta, così ti lascia con un mezzo sorriso per le scale. Varchi infine la soglia della cucina: silenzio. C'è qualcosa che non va, è ovvio. In cucina con tuo padre non c'è mai silenzio.
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Capitolo II: Il Peggiore
Len annuisce, distribuendo le armi agli uomini. Arrugginite o meno, una lama fa sempre piacere nel momento del bisogno. Dopodiché l'Halfling sale sul ponte di poppa, prendendo lui stesso il timone e indicando ad un paio dei marinai di sciogliere le funi e far andare avanti la nave verso Est. Quando la nave finalmente prende il largo, il tuo discorso non fa che peggiorare la situazione: la deflagrazione colpisce per sbaglio uno degli uomini, disintegrandolo all'istante. Len sembra l'unico a trovarci un nonsoché di divertente. Dopo due ore di navigazione, avete ancora la costa in vista dietro di voi e capite di essere più o meno vicini alla destinazione. Ma di Calypso ancora nessuna traccia.
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Capitolo II: Lunghi Addii
Lady Syvis è piuttosto confusa. Si lascia prendere la mano e portare dove vuoi tu, accentuando la sua preoccupazione quando sente il tuo cuore battere all'impazzata; ti guarda condividendo parte della tua paura, chiedendosi silenziosamente il perché di cotanta preoccupazione. "Sorella mia…" ti prende il viso tra le mani "Ho trascorso una vita intera in mezzo a persone che credevo mi amassero e che invece volevano solo controllarmi. E in mezzo a tutta quella frustrazione…c'eri tu. Dio mio, come ti invidiavo! Eri tu libera e senza paura, mentre io mi sentivo incapace la maggior parte del tempo. Però la tua presenza è sempre stata un conforto per me: pensavo che un giorno avrei trovato il coraggio di fuggire, quando ce ne fosse stata l'opportunità. E così è stato. Ma di nuovo, non ce l'avrei mai fatta senza di te." Ti sorride, candidamente. "Tornerò, te lo prometto. Renderò onore al coraggio che hai avuto, la tua benevolenza nei miei confronti non andrà sprecata. E non preoccuparti: con c'è mastro Kiltus, sono sicura non ci accadrà niente di male. Su, su…" e ti stringe nella stessa identica maniera in cui Josephine aveva stretto Randal, proprio qualche minuto prima. L'abbraccio sembra infinito, in mezzo alle braccia della tua adorata Barbara; odora di gelsomino e ciliegia. La stretta si rompe quando qualcuno bussa alla porta. Da oltre la porta della cabina intravedi una sola sagoma, e senti che il guastafeste parlotta apparentemente da solo.
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Capitolo II: Nell'Abisso
Il pavimento non è altro che assi di legno logore incastrate alla meno peggio le une con le altre; trovi però una torcia esattamente accanto all'ingresso, che accendi immediatamente con il fiammifero barcollante che si spegne immediatamente dopo. Le fiamme avvolgono l'estremità del bastone di legno dapprima timidamente, e poi iniziano a divampare facendoti luce nell'arco di una ventina di metri; ed è allora che la vedi. La Jocasta. Imponente, bellissima, proprio di fronte a te. Dei sostegni enormi in legno tengono la chiglia affusolata a poco meno di un metro da terra ora che è fuori dall'acqua; le vele sono state sapientemente piegate e l'albero maestro sfiora il soffitto del magazzino - e ti viene da chiederti: come l'avranno infilata lì dentro, se il portone è ben più piccolo della nave? Vedi una specie di impalcatura accanto al tribordo della nave, che immagini serva a permettere ai carpentieri di lavorare sullo scafo, ed è abbastanza alta da fungere da pontile improvvisato per salirci a bordo. Nel resto del capannone, utensili sparsi, barili, assi di legno e tutto il necessario per un qualsivoglia intervento di carpenteria.
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Ad Ve Or - Topic di Servizio
@Fezza: se non hai altro da fare in Lunghi Addii, puoi dirmelo e continuo per i successivi post solo con Sandrine. Nel frattempo dimmi se vuoi che ti apra già da ora il tuo capitolo con Baffogrigio o se vuoi fare altro, prima
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Capitolo II: Lunghi Addii
Josephine si butta addosso a Randal, stringendolo a sé e regalandogli un bacio sulla guancia. "Mi mancherai anche tu. Stai attento." dopodiché si avvicina alla contessa, sorridendo della su ironia, ma insicura su come salutarla. Un baciamano? O un abbraccio anche per lei? Si decide infine per una bella stretta di mano per veri uomini (?) a cui aggiunge: "Grazie di tutto, contessa." e sale a bordo. Barbara dopo di lei saluta invece Randal, dandogli una carezza materna e lasciandolo con un caldo sorriso: "Abbi cura di te. E mangia quello che cucini, mi raccomando!" mamma Barbara sta diventando nonna o sbaglio? Kiltus da sopra il ponte, allarga le mani al cielo accogliendo la richiesta della contessa - ma solo perché si tratta di lei, eh! In mare il ritardo non è ammesso! Così fa cenno di accedere alla cabina coperta del capitano, il cui accesso è proprio sul ponte. Barbara ti prende per mano e ti porta sulla Bussola d'Argento, chiedendo elegantemente scusa ai mozzi e portandoti dentro alla suddetta cabina; un po' spoglia, a dir la verità. Solo un tavolo, due sedie di legno, un armadio e qualche carta nautica abbandonata qua e là. La porta si chiude dietro di voi. "Non abbiamo molto tempo, mia cara. Di cosa mi volete parlare?"
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Capitolo II: Lunghi Addii
Sia Josephine che Barbara volgono lo sguardo a Kiltus quando entrambi interrogate i presenti sul motivo di tanta segretezza; e visto che ormai siete qui, perché continuare a tenervi all'oscuro di tutto? "Ho fatto promettere loro di non dire niente a nessuno." - le giustifica Kiltus - "Nero è scappato perché aveva qualcuno nella guardia cittadina, e se lui, un pirata, aveva agganci qui in città, figuriamoci quanta influenza può avere la rete di Lord Astolfus. Non per essere scortese, ma non potevo fidarmi di voi, Contessa. Siete un'amica intima di tutte e tre le famiglie nobiliari, dopotutto." sapete entrambi che l'ultima parte della frase è una menzogna, e a ben pensarci questa giustificazione fa acqua da tutte le parti. Ma così, su due piedi, per non svelare tutto a tutti, a Kiltus non è venuta in mente un'idea migliore. "Lascio tutto nelle vostre mani, Pionieri. Ho già informato Kilash, vi occuperete voi di tutto." Barbara fa per contraddirlo, spostando lo sguardo ripetutamente su Kiltus e sulla contessa. "Mia cara, vi assicuro, io...non avrei mai potuto! Messer Kiltus mi ha convinto che fosse per il bene di tutti…" a momenti si direbbe che Barbara sia di nuovo in procinto di abbracciare una delle sue crisi di pianto - certo però che tra madre e figlia…! - ma ecco Josie che si fa avanti, mettendole una mano sulla spalla. "Mamma, sono sicura che la contessa di Zefiro capirà." e poi guarda sia Sandrine che Randal: "Ho lasciato il comando a Winston, è l'unico di cui mi posso davvero fidare. Daranno la colpa a me per l'incendio al Palazzo del Governatore, ne diranno di tutti i colori, ma voi non credete a una sola parola. C'erano delle talpe tra i miei uomini, e forse ce ne sono ancora, ma non pensateci: voi dovete costruire la Eurus. Al resto ci penserà la famiglia Uriel." Papà Gordon con i suoi tre gemelli si sarebbero messi all'opera, quindi. "Randy…" conclude Josephine "Andrà bene. Ce la caveremo. Potrai ingozzarmi di frittura di pesce quando tonerò." Kiltus si guarda attorno, e fa cenno agli uomini di sgomberare il pontile. "Tutti a bordo! Dieci minuti e si parte!" e l'equipaggio carica le ultime casse a bordo. "Fai il bravo, Ridley." dice, con un cenno di complicità al cuoco; dopodiché estrae senza quasi nemmeno guardare, un limone da una delle casse in movimento; lo guarda nella sua mano, lo annusa e poi guarda la contessa: "A presto, Sandrine." e dopodiché sale a bordo giocherellando col frutto, facendolo saltellare ipnoticamente con la sua mano destra. Le Syvis si trattengono ancora qualche minuto a terra. "Cosa farete mentre noi siamo via?" chiede Josephine, accarezzando la spalla di sua madre.
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Capitolo II: Nell'Abisso
Hai solo un coltellino con te, ma te lo fai bastare. Con una perizia di chi ha effettuato quel lavoro più e più volte in condizioni peggiori di quella, inganni il lucchetto facendolo schiudere tra le tue mani come solo un Halfling sa fare. Teniamo alti gli stendardi dei pregiudizi razziali! (?) La catena che tiene serrato il portone in legno scivola via, e riesci finalmente ad entrare nel grosso edificio in legno. Una volta dentro, il buio è pesto.
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Capitolo II: Lunghi Addii
Barbara ridacchia di nuovo sotto i baffi: "Oh Randal, voi ragazzi siete così carini quando incontrate l'amore! I papà sono sempre quelli più apprensivi, ma non ti preoccupare: se ti vorranno davvero bene, prima o poi anche Baffogrigio capirà. Ricordo che una volta venne a cucinare per Evangeline, mia nipote, durante il suo sesto compleanno…" ma la sua storia viene interrotta sul nascere, quando nomini Sandrine. Lady Syvis si affaccia e sorride sinceramente alla sua salvatrice, rispondendo "Certamente!" al giovane cuoco, tirandolo per una manica - è ufficiale: ti ha adottato come figlioccio. Kiltus e Josephine vi seguono, e la prima a prendere parola è proprio la nobildonna: "Sandrine mia cara, come sono felice di vederti!" e si avvicina a alla contessa di zefiro prendendole entrambe le mani e stringendole in un saluto sincero. Josephine la saluta con un inchino come al solito un po' goffo e Kiltus...Kiltus ha l'aria di uno che intende sfidarla a duello da un momento all'altro. Il mezzelfo fa un cenno con la mano e la Dionisia gli viene telecineticamente restituita, riconciliandosi con la sua gemella. Sandrine si trova accolta da un vero e proprio comitato di benvenuto - nemmeno fosse lei a dover partire! "Non è sicuro qui a Capo Ventura" le spiega il neo-capitano "Le porto con me e torneremo appena in tempo per ripartire con la Eurus. La città sopravvivrà anche senza una diciassettenne al comando." e Josie gli tira un pugno sulla spalla "Quasi diciotto!" lo corregge. Barbara la fulmina con lo sguardo "Josie, contegno, per carità! Non mi far fare certe figure…!"
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Capitolo II: Il Peggiore
Quella ciurma ti sembra la migliore che potessi prendere alla taverna del Cigno. Uomini temprati da mille battaglie, mossi dai più nobili sentimenti di lealtà e coraggio. Forse i migliori marinai che la Jocasta, ma che dico? Il mondo intero abbia mai visto! (?) Hai già tirato fuori il cannocchiale e pregusti le scoperte del mare, quando noti gli uomini che cercano di eseguire i tuoi ordini con non poca difficoltà; Len ti strattona i vestiti per attirare la tua attenzione, e ti sussurra: "L'ancora, Kaleb." Magari avrai anche avuto la tua esperienza come marinaio, ma non hai mai comandato una nave prima, e capita che ti possano sfuggire alcuni dettagli parecchio ovvi, quando non si è sul ponte di comando. La nave non parte, ma resta lì finché Floim non fa cenno da terra agli uomini di togliere l'ancora; ti lascia andare con sguardo preoccupato: sarai in grado di gestire una nave? A maggior ragione che si tratta proprio di quella nave? ...il tempo passa e la Jocasta per il largo. Len fa un rapido giro di ricognizione e torna da te con un nulla di fatto. "Credo che l'abbiano ripulita quando l'hanno tirata fuori dall'acqua. La nave è completamente vuota ai piani di sotto. Floim però ci ha lasciato una cassa piena di sciabole arrugginite lì nell'angolo. Credo nel caso le cose si mettessero male."
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Capitolo II: Nell'Abisso
Torni indietro, e ti ritrovi di nuovo di fronte al portone d'ingresso al capannone di legno. Ahimè con solo la luna ad illuminare il posto, vedi a malapena la sagoma nera dell'edificio e il bagliore del lucchetto di metallo; la conformazione vera e propria non ti è nota, avrai bisogno di una fonte di luce - ma così attireresti anche l'eventuale attenzione di qualcuno. Cosa farai?
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Capitolo II: Lunghi Addii
La voce di Barbara tintinna come un campanello d'ottone accordato su una tonalità minore, ed arriva alle orecchie della viandante dal volto appena scoperto che passeggia lungo la banchina accanto alla nave. "So di che vibrazione positiva si tratta…" ed inaspettatamente, ti arriva una gomitata amichevole dalla donna. Da quando è così socievole e compagnona? Dov'è finita lady Syvis-cammino-con-un-libro-in-testa? "Quando una ragazza fa un regalo così personale significa che è interessata sul serio. Le rifiniture sono elfiche...è un'elfa? Sì, lo è, ne sono sicura. Le elfe vivono a lungo, perciò sono sicura che ti aspetterà. Magari ripartirete insieme. Non la trovi una cosa romantica? Voi due, da soli, su una nave, verso terre ancora sconosciute…! Me la devi assolutamente presentare quando tornerò, e devi permettermi di farti da madrina quando avrete il vostro primo maschio" Il cuore di Barbara si perde verso Est, in elucubrazioni fin troppo a lungo termine, dando le spalle al molo - e, senza rendersene conto, a Sandrine. Kiltus e Josephine stanno caricando proprio ora una cassa piena di rape sulla nave, e parlottano scimmiottandosi a vicenda di quanto siano rispettivamente inutili. "Sfigato raccomandato!" - accusa Josephine - "Frignona piagnona!" - risponde Kiltus. Che ragazzini. Le Dionisie vibrano e Kiltus lascia andare la cassa un po' troppo in fretta. "Ehi, sta' attento, testa di rapa!" lo sgrida Josie, lanciandogli una rapa addosso. Ma Kiltus guarda altrove, giù al molo, dove ad aspettarlo ci sono due persone, una delle quali è invisibile e lo sta salutando proprio adesso.
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Capitolo II: Il Peggiore
Floim ti aspetta al molo, e dietro di lui, la Jocasta. Coloro che hai ingaggiato sono già a bordo e aspettano solo te per salpare. "Quei marinai basteranno per farla partire, ma cerca di non strafare. Non hai un artigliere a bordo, ed io te l'ho armata soltanto di alcune vecchie balliste che avevo in magazzino." ti dice il nano, riferendosi alla nave. Devi ammetterlo, però: è bellissima. Le vele triangolari sono pronte per essere sciolte e lasciate al vento, il grandi alberi e la forma affusolata dello scafo le danno un nonsoché di femminile ed imperioso; la nave più famosa dei sette mari, e anche se per poco, oggi ne sarai il capitano. Proverai lo stesso brivido che prova Nero ogni volta che mette le mani su quel timone. E forse, ti servirà anche per capirlo un po' di più. "Buona fortuna" conclude Floim, lasciandoti alla tua nave. Len, gasatissimo, saltella avanti e indietro per il molo, finché non si decide ad attraversare l'asse di legno che fa da ponte tra la terra e la nave. "Sarò il tuo Primo Ufficiale, Kal! Si parteeeeee! Raddrizzate le vele, cavolate le rande, alzate il culo e non fatevi prendere dalla pigrizia sottospecie di mozzi! Andiamoooo!" come al solito si fa prendere un po' troppo dall'entusiasmo, ma per il resto la ciurma non sembra infastidita da quel finto bambino che saltella sul ponte da sopra a sotto.
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Capitolo II: Nell'Abisso
Il problema vero è che per trovare una guardia, devi rifarti metà del porto a ritroso, e come si dice proverbialmente: oltre al danno, la beffa. "E perché mai dovrei avere io le chiavi, se il magazzino è della Loggia? Al massimo le dovresti avere tu." ottima osservazione, PNG guardia temporaneo a cui non ho dato un nome. Anzi, George. Sì, questa guardia si chiamerà George. "Io mi chiamo George" ecco, appunto, così adesso lo sa anche Vuldo. Perdonami la molestia, è l'orario. (?) Qualcuno probabilmente avrà evitato di mettere una guardia all'edificio perché "se c'è una guarda, c'è qualcosa di valore dentro", e quindi meglio non attirare l'attenzione. D'altronde è un magazzino in disuso, perché mai dovrebbe essere sorvegliato? Andare a chiamare Isaac a quest'ora della notte non è una grande idea: chi sveglierebbe un mezzogigante che ha lavorato tutto il giorno per così poco? Alché, ti balena in mente un'idea: cosa farebbe Kiltus al mio posto…?
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Capitolo II: Il Peggiore
Non sai nulla della Fiamma Verde, ma il Bivio lo conosci eccome! Credi perfino di poterci arrivare, se avessi una nave a disposizione...ehi, aspetta un attimo: ce l'hai! Ferdinand non sa nulla di Len, e perciò decidi di uscire dalla taverna per andare a cercarlo; ma fortunatamente non ce n'è bisogno. Appena svolti l'angolo, eccolo appollaiato su un barile con le gambe a penzoloni. Alza la sua solita mano per attirare la tua attenzione e poi ti corre addosso. "Come va la testa?" ti chiede, seguendoti verso il porto.
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Capitolo II: Nell'Abisso
Le strade notturne di Capo Ventura sono illuminate solo dalle fiaccole appese di tanto in tanto agli edifici, e diventano man mano più rare quando ti avvii nella zona del porto. Le guardie perlustrano il perimetro - dopo il casino successo con l'evasione di Nero e l'abbandono di Josephine, il nuovo capitano delle guardie ha rafforzato di molto la sorveglianza notturna. Passi inosservato alla maggior parte degli ubriaconi che ancora vanno in giro a quest'ora della notte, e prosegui verso il tuo obbiettivo senza troppa difficoltà. Il capannone è completamente di legno, e trovi l'ingresso solo grazie alla luce della luna. Si vede poco o niente, ma noti che c'è un grosso lucchetto a chiudere l'entrata. Prevedibile.