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Capitolo II: Ad Ignotum
Sulla porta della Sala Grande è affisso un annuncio a lettere cubitali che ha smosso gli animi di chiunque dubitasse della fattibilità di questa spedizione. Giravano voci che dopo il dissenso reciproco dei Pionieri scelti e l'allontanamento di Kiltus, Kerberos volesse in via del tutto straordinaria annullare la Proclamazione e procedere con la scelta di nuovi Pionieri; voci in realtà infondate, ma si sa, la Eurus Septima non è mai stata solo avventura: è politica. La Loggia è ormai un potere forte dell'intero continente, naturale che molti abbiano interessi di ogni genere guardando a ciò che avviene nel torrione di Capo Ventura. A dire la verità, non avete fatto una grandissima campagna mediatica: arrivati a questo punto, vi basta leggere i giornali ogni giorno per rendervi conto che avete dato a molti avversari politici di Kerberos gli strumenti per diffondere l'incertezza e attaccare la vostra credibilità. Ma la verità, è che a nessuno di voi importa. La visibilità non è mai stata una vostra prerogativa, né lo è per questo consiglio ristretto; si dice che il precedente consiglio, prima che Kerberos diventasse il Gran Maestro, fosse molto più attento a costruire un'immagine potente e forte della Loggia al fine di alimentare il mito dei Pionieri impavidi e straordinari che fu poi la chiave per ottenere i fondi per le primissime spedizioni. Ma il mondo è cambiato da allora. Più cinico, più disilluso, più votato agli interessi economici e meno all'appariscenza. Il continente è saturo di novità e si sente nell'aria la decadenza che incombe alle porte. Un motivo in più per aggrapparsi a qualcosa di realmente rivoluzionario. Un motivo in più per stare dalla parte dei Pionieri. Ma torniamo all'annuncio: è letteralmente impossibile che qualcuno di voi non l'abbia notato; come avrete sicuramente ben compreso, la discrezione è il punto debole della Loggia; i muri hanno orecchie più spalancate delle vostre, per non parlare dell'efficienza del passaparola. L'ottavo piano è stranamente popolato, questa sera. Tutti pionieri, tutti con l'intenzione di origliare o captare qualcosa di ciò che Kerberos tiene segreto al resto di loro. L'enorme porta di mogano in fondo al corridoio di pietra è sormontata da una spessa architrave di pietra sul quale campeggia una frase scolpita: Omnia Fert Aeatas, "il tempo porta via tutto". Il motto della famiglia Fuinur. Di fronte a questa, il capo delle guardie della Loggia - e amico di lunga data di Kerberos, da quanto dicono in molti - Gordon Uriel fa sì che nessuno sorpassi una linea immaginaria tracciata per terra, a circa tre metri dalla porta. Nessuno tranne voi quattro, ovviamente.
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Capitolo II: Baffogrigio
Nessuna mente sviluppata si astiene dalla curiosità. Tu non fai eccezione. Il tempo passa, ma come fare a capirlo dai lavoratori instancabili che Isaac è riuscito a mettere insieme? Evidentemente la pausa pranzo è più tardi per coloro che non gestiscono quel cantiere improvvisato. Quando esci da lì la meridiana della cattedrale di Fhangharn segna l'una spaccata; prevedibilmente, i pochi che incontri per strada sono bivaccati sul margine del pontile con enormi panini in mano dai sapori più disparati. Non alta cucina, ma le mogli di quei pescatori sanno di certo il fatto loro! […] Le scale della Loggia ti accolgono con il solito brusìo del secondo piano. Quando ti affacci, noti che c'è molta meno gente del solito, e capisci anche il perché; metà della Loggia fa guardia no-stop a Nero, perciò i folti turni di vedetta toccano a coloro che avranno evidentemente il pranzo slittato di un'ora o due; così si evitano picchi di gente verso l'ora di punta e Miranda può prendersi un po' di tempo libero. Almeno qualcosa di positivo quel pirata l'ha fatta! La trovi a sorseggiare idromele dietro il bancone - lontana dagli occhi di tuo padre, ovviamente - nell'attesa di eventuali comande. Alza il boccale appena ti vede, facendoti segno di avvicinarti.
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Capitolo II: Nell'Abisso
Non è assolutamente Ferdinand colui che viene a servirti al tavolo, ma piuttosto un mezzorco in armatura di piastre che a quanto pare sta facendo carriera come sostituto cuoco/barista all'interno della Locanda. E' troppo indaffarato per fare conoscenza con te, ma non per questo non è escluso dal guardarti con diffidenza e timore come tutti, all'interno della locanda. I calamari arrivano caldi e saporiti, ma il rum è sempre dei peggiori. Passa un quarto d'ora prima che Manodiferro si faccia finalmente vivo: è avvolto da un mantello scuro, come al solito, e ti cerca tra la folla; difficile mancarti, il tuo è l'unico tavolo completamente libero di tutta la locanda. Ti si avvicina a grandi falcate evitando la ressa delle persone al centro, e poggia (sbatte?) il suo finto arto destro sul tavolo in legno facendolo sobbalzare. "E' successo l'impossibile." esordisce, sparpagliando di fronte a te diversi volantini, tutti con facce e nomi ben noti; la Spietata. Barbafuoco. Senzadenti. Moneta Diabolica. Tutti con una taglia a tre zeri stampata in bella vista sotto ai loro nomi e volti. "Sono tutti qui, a Capo Ventura. La notizia che Nero si è ritirato ha fatto il giro dei sette mari in poco tempo, dopo che la Jocasta è stata vista affondare una nave pirata al Bivio delle Correnti. Dicono che il capitano fosse un Pioniere." Manodiferro è visibilmente agitato. "Da quello che ho sentito, vogliono sfidarsi per il titolo di Flagello dei Mari ma non riescono a mettersi d'accordo sull'impresa da compiere. Nessuno di loro è così fesso da giocarsi tutto in un singolar tenzone, o in una sfida in cui non si possa barare."
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Capitolo II: Baffogrigio
Jocasta. Un nome che dovrebbe ispirare paura, ma che in verità non ti ha mai detto quasi nulla. Conosci la storia del temuto pirata Nero poiché molti marinai raccontavano storie assurde su di lui, o su Barbafuoco o la Spietata, ma per tua fortuna sono sempre rimaste mere leggende da bivacco; come ti ha sempre ripetuto tuo padre, pensare in piccolo, in mare così come in molte altre circostanze è un buon modo per tenersi lontano dai guai più grossi. Il cuoco reale a bordo della Royal Majesty, un certo Trevor Riggory, amico di lunga data di Baffogrigio, morì proprio per mano della ciruma di Nero. Bruciato vivo insieme alla nave; si dice che l'ultima cosa che vide prima di spirare furono le vele di quella stessa Jocasta che tu guardi in tutta sicurezza dal basso verso l'alto. Una nave davvero ammirevole, tralaltro. Le Ala Elfica in genere hanno lo scafo di un terzo più sottile, e possiedono solo l'albero di prua e quello di mezza; si dice che furono inventate da carpentieri elfici che usavano inizialmente il Legnoscuro per farne delle sentinelle leggerissime in risposta alle enormi e lentissime caracche dei reami umani. Non hai idea di come Nero se la sia procurata, né quale genio di carpentiere l'abbia costruita, ma chiunque fosse è riuscito a trasportare l'agilità di un'Ala Elfica su una nave più grande e resistente. Fregata Elfica, un nome forse un po' improprio, ma Nero stesso aveva detto che era d'altronde l'unico esemplare; le rigature sulla chiglia permettono alla nave di mantenere un basso attrito con l'acqua nonostante lo scafo ingrossato, e l'albero in più è un ottimo propulsore per compensare la massa in eccesso della nave. L'affusolatura della murata e del castello sono stati costruiti per resistere a molto più che un semplice colpo di ballista, costruiti non per resistere, ma per deviare la massa durante l'impatto. L'intreccio delle varie qualità di legno utilizzato è però la chiave per un nave così perfetta; ma è anche il motivo per il quale è estremamente difficile riprodurla...per la fortuna di molti! Una flotta di quelle navi regnerebbe incontrastata su tutti i mari conosciuti.
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Capitolo II: Questione di Fiducia
Ah, le parole! Nessuna arma, armatura, oggetto di potenza inimmaginabile, ha mai condizionato l'umanità come le parole. A disposizione di tutti eppure più potenti di ogni altra cosa. E quando c'è da ammaliare tu sei maestra in questo, è cosa ben nota a coloro i quali frequentano in genere quella stanza; eppure pochi hanno visto la tua ars oratoria in vesti meno formali e più vicine al cuore - Kerberos e Ulrich, oggi testimoni, si potrebbero definire perfino fortunati ad assistere a questo sublime spettacolo - certo, se le circostanze non fossero così tragiche. Ti sei accorta che da quando è iniziata questa storia della Settima Spedizione, le cose stanno andando a rotoli; la tua vita di superficialità tutto sommato non era poi così male, ma continua di giorno in giorno, di ora in ora, ad essere irreversibilmente sconvolta. A chi dare la colpa? Troppo potere nelle mani di pochi individui generano caos e responsabilità. O forse l'essere invischiati in così tante vicende, implica statisticamente essere coinvolti in qualche sventura. O magari il tuo master è solo un grandissimo strònzo (?). Troppe domande, nessuna vera risposta. Von Trier resta inizialmente sulle sue, mordendosi le labbra e guardando prima Kerberos e poi il pavimento. Le tue parole l'hanno sferzato nell'anima, hanno fatto vacillare sia la sua rabbia che il motivo per il quale si trovava in questa stanza. Kerberos si affloscia nella sua sedia, anch'egli colpito da un'improvvisa ondata di malinconia con te come epicentro. Dopo qualche sospiro e un consistente numero di battaglie interne, il governatore di Capo Ventura decide di parlare. "La mia discendenza non si è estinta grazie a voi, contessa, e non esiste modo di ripagarvi per questo, se non con la mia eterna gratitudine. Ma non posso tollerare che l'assassino resti impunito, anzi, premiato, con una vacanza nel Nuovo Mondo. E mi ferisce ancora più che anche voi siate coinvolta in questo orrore, contessa. Proprio voi che avete visto…" ...mia moglie morire. E' troppo, le parole gli restano in gola. Kerberos ha lo sguardo perso nel remoto passato, assente da tutto questo.
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Ad Ve Or - Topic di Servizio
Vai tranquillo!
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Capitolo II: Baffogrigio
"Frequenti gente più strana di lui" sbaglio o è una vaga allusione ai tuoi compagni di viaggio? Qualcuno fa cadere un'asse dal soppalco scatenando un baccano di insulti e scaricabarile di responsabilità tra i suoi sottoposti; Isaac sbuffa, incrociando le braccia. "Non si parte mai per un viaggio a pancia vuota. Certo però...non posso allontanarmi dieci minuti che questi iniziano già a scannarsi tra loro." e così si avvicina alla nave, prendendo qualcuno dal colletto e rimproverandone altri. Ah, che dura la vita da capomastro!
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Capitolo II: Questione di Fiducia
@Sandrine: @Kaleb:
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Capitolo II: Baffogrigio
"Mmgh" risponde l'omone, guardandoti con faccia seria. "Sì, non parla molto" dice Isaac, prima di fargli cenno di ritornare a lavorare. L'uomo non se lo fa dire due volte, e torna verso le impalcature. "Viene dal nord, era un carpentiere in patria ed è stato esiliato, ma nessuno sa il perché. E' un gran lavoratore, comunque." Il mezzogigante si pulisce le mani su uno straccio lì vicino e solo allora ti accorgi che il carretto è completamente vuoto. Quand'è che si è mangiato tutto quel ben di dio?! "Comunque se per te va bene, ci vediamo di prima mattina al molo."
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Capitolo II: Nell'Abisso
La taverna si presenta nel suo solito squallore. Ferdinand è già steso ubriaco dietro il bancone, e gli avventori ormai si servono da soli che è una bellezza. Vedi facce nuove, dev'essere arrivato un convoglio, a quanto pare - esattamente come aveva detto Ferrell. Della sua brutta faccia ancora non si vede l'ombra in taverna, ti toccherà aspettare un po'.
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Capitolo II: Nell'Abisso
Sono passati quattro giorni prima che Manodiferro ti contattasse. E sono passati quattro giorni, nei quali tu hai tanto invano di organizzare un incontro con Kilash, ma a quanto pare ci sono stati ritardi con la consegna di certi documenti, e così avete dovuto rimandare ulteriormente. Così sei tornato in quello che sta diventando - o forse lo era già? - il tuo posto preferito in tutta Capo Ventura: la taverna di Ferdinand. La feccia è all'ordine del giorno, e hai preso una camera lì a nome di Capitan Tempesta. Sotto la porta, proprio qualche minuto fa, hai trovato un foglio scritto da una mano poco ferma e con una tremenda calligrafia:
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Capitolo II: Baffogrigio
Isaac ti interrompe non appena menzioni i manicaretti: "Tuo padre ci ha visto giusto." Uno degli uomini di Isaac ha lasciato la sua postazione di lavoro per avvicinarsi a voi due; è solo un umano, ma dalla stanza non si può escludere un minimo di parentela con il mezzogigante. Si schiarisce la voce quando è proprio dietro di voi. "Oh, già, quasi dimenticavo!" dice Isaac "Randal, ti voglio presentare uno dei miei carpentieri." ti mette una mano sulle spalle e ti volta verso di lui "Randal, Sigbjorn. Sigbjorn, lui è Randal, il Pioniere" Sigbjorn sputa sulla sua mano destra appena prima di porgertela. Nessuna presentazione, nessuna parola. Tipo simpatico, eh? Isaac ridacchia nervosamente, e poi prende la parola al suo posto. "Sai Randy, Sig vorrebbe partire insieme a voi con la Settima. Ha già dato il suo nome a Naesala e voleva che ti presentassi. E' un gran lavoratore, e parteciperà alla costruzione della nave, perciò se dovete scegliere un carpentiere...beh, ve lo consiglio." Nessun cambiamento facciale nell'uomo, e se anche ci fosse, probabilmente è coperto dalla barba.
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Capitolo II: Questione di Fiducia
@Kaleb @Sandrine
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Capitolo II: Baffogrigio
Ma quanto siamo teneri e coccolosi oggi, eh, Randal? Il capomastro viene magneticamente attratto dal tuo carretto inebriandosi dell'odore di pesce cotto a puntino, così come il resto dei suoi uomini, che smettono di martellare e urlarsi ordini per restare un attimo ad ascoltare le tue parole - sì, ti hanno sentito tutti e aspettano la benevolenza del loro capo che, peccato per loro, non arriva. "Beh? Tornate a lavorare!" un brusìo di scontento è tutto quello che i manovali possono dargli come risposta, mentre eseguono i suoi ordini. "Randal, grazie mille! Questa sì che è una pausa pranzo come si deve! Dispiace anche a me che non ce ne sia abbastanza per tutti..." e allontanandosi dai suoi uomini spalanca il carro e inizia come al solito a mangiare senza pudore. "Io ho del lavoro da sbrigare in cantiere, ma nel tempo libero prendiamo una goletta e ti mostro i trucchi del mestiere. Ma perché chiederlo proprio a me? Kiltus è molto più bravo in queste cose..." Tuo padre aveva ragione: il trucco del carretto funziona sempre.
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Capitolo II: Questione di Fiducia
Le due guardie sulle scale sono i fratelli gemelli Gavin e Gilbert Uriel, vestiti in alta armatura e immobili da stamattina - sembra quasi che ce li abbiano scolpiti, lì! Entrambi ascoltano le parole della contessa rivolgendole poi il saluto militare. "Sìssignora!" rispondono all'unisono. L'attimo dopo, sia Sandrine che l'hin sono spariti oltre la porta di legno rinforzata. @Kaleb: @Sandrine:
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Capitolo II: Baffogrigio
Senti dopo poco il tonfo di una trave e lo scricchiolio dei cardini dell'enorme portone che si apre solo di uno spiraglio. Il faccione di Isaac esce da lì, guardandosi attorno in gran segreto. "Randy, che ci fai qui?" apre un altro po' il portone, giusto quando basta per farti entrare in fretta e furia. Di fronte a te, bellissima come non mai, la Jocasta è sistemata a un metro da terra su enormi sostegni di legno che la sorreggono in un precario equilibrio. I pontili attorno, costruiti per l'occasione, ospitano alcuni uomini che la stanno ripulendo e analizzando con estrema cura.
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Capitolo II: Baffogrigio
Tuo padre sta al gioco, facendoti solo un cenno della mano come per dire "sciò, vai via!" e prendi la tua strada fino al porto, dove in genere trovi il tuo mezzogigante preferito. Ma quando giungi al capannone, lo trovi deserto. Rimani sbigottito per qualche secondo, finché uno dei marinai, uno dei soliti marinai, vedendoti impacciato ti grida qualcosa mentre scioglie una delle sue reti. "Il grand'uomo è andato al porto vecchio, lo trovi nel magazzino di Lunghebraccia." il magazzino che la Loggia ha preso in custodia dopo l'arresto dell'Halfling capo mafioso per "merito" di Kaleb; lo conosci, è giusto cento metri più in là. Il problema è che quando arrivi, lo trovi completamente chiuso. Senti distintamente delle martellate e una grossa voce a te facilmente riconoscibile, ma quando provi ad aprire il grosso portone di legno, noti che è sprangato dall'interno.
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Capitolo II: Questione di Fiducia
"Il dovere chiama, contessa" suggerisce Nero, mentre Len scende le scale, superando le guardie che lo lasciano passare ad un tuo cenno. Il piccolo Halfling si sistema tutto quanto il bavero, come per prendere tempo di fronte a lei; non è abituato a parlare con le persone di più alto rango. "Mi hanno mandato a chiamarvi, sua...ehm...contessità." i suoi occhi, fissi sul corpo della donna, non raggiungono Kaleb nemmeno per sbaglio. "Il governatore von Trier vi aspetta con urgenza all'ottavo piano, nell'ufficio di Kerberos." cerchi qualcosa nel suo volto, quasi istintivamente - non è pregiudizio! E' solo che...si sa, è un Halfling! - e non trovi niente che non sia pura sincerità.
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Capitolo II: Baffogrigio
Hai tirato fuori qualcosa di abbastanza complesso, e Baffogrigio storce il naso. "Devi farti assumere, non farlo innamorare di te!" e un po' ha ragione, ma con l'anguilla se non altro vai sul sicuro. "Mettiamoci al lavoro." […] Un'ora più tardi, avete terminato tutti i preparativi; non solo quelli per Isaac, ma ovviamente anche tutto ciò che riguarda la mensa della Loggia! Miranda è stata assente tutto il giorno a riorganizzare il magazzino, a quanto detto da tuo padre, e perciò come al solito vi siete ritrovati a fare tutto da soli. Ti ci sei messo parecchio d'impegno, e ciò ha dato i suoi frutti: l'anguilla è perfetta, in tutto il suo splendore.
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Capitolo II: Questione di Fiducia
"Non abbiate fretta di andar via, contessa di Zefiro. La vostra visione mi allieta la giornata, anzi: visto che non avete null'altro da fare, perché non restate qui anche dopo la fine dell'interrogatorio? Sarei felice di avervi mia ospite fino a stasera!" ridacchia Nero, alzandosi dallo sgabello e guardando fuori dalla finestra. No, la Jocasta non è lì fuori, non nello scorcio di porto che riesce a vedere dalla piccola grata. "Conosco molti mari, quello ad Est di Capo Ventura è tra questi. A qualche ora da qui c'è il Bivio delle Correnti, un bel posticino per contrabbandare qualche onesta bottiglia di rum al calar del sole, e poi è tutto mare aperto fino alla Cintura d'Onice. A dieci miglia dalle isole le bussole iniziano a dare forfait, e beh, non so se le avete mai viste...sono un vero spettacolo pirotecnico! Un arcipelago di vulcani attivi, oltre il quale si estende l'ignoto!" quando si volta verso Kaleb, notate la sua espressione estasiata dal pericolo che incombe. "Per quanto riguarda la nave, non ve ne saprei consigliare una migliore della Jocasta. Certo, ne esistono di più grandi, o di più veloci, o di più armate e robuste. Ma in ogni nave bisogna sacrificare qualcosa, è questa la regola. Ogni carpentiere sa che non esiste la nave perfetta, ma solo una combinazione di equilibri che il capitano deve imparare a sfruttare." Cinque minuti di ritardo, e poi eccolo, mentre Nero sta ancora parlando. Un Halfling sulla cima delle scale che discute con le guardie e cerca di attirare l'attenzione di Sandrine. "Contessa! Contessa Alamaire! Mi hanno detto di riferirvi che il governatore von Trier desidera vedervi immediatamente su all'ottavo piano, nell'ufficio di Kerberos." Len, dopotutto è ancora qui.
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Capitolo II: Questione di Fiducia
Non un accenno di pentimento, di tristezza, di nulla. Se Nero ha dei sentimenti, ed è un se molto grosso, li nasconde sotto una maschera di cera a dir poco perfetta. "Era un uomo bello che vissuto e ha avuto quel che si merita. Sua figlia ha perfino tentato di uccidermi un paio di volte." ovviamente senza tralasciare quell'aria di superiorità che fa sembrare tutto questo robetta da niente. Riferendosi a Randal e al debito, aggiunge "E se sono nostromo lo devo a lui e al qui presente Pioniere, era questo l'accordo." indicando Kaleb. Poi si rivolge a quest'ultimo. "Sono un abile giocatore di Perudo" risponde sarcasticamente, come se la domanda appena fattagli fosse superflua; abile navigatore e perfetto pirata non gli bastavano, per caso? "E per quanto riguarda i miei uomini non so nulla. Li ho congedati, saranno sparsi a quattro angoli del globo a godersi il mio tesoro, suppongo."
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Capitolo II: Questione di Fiducia
Le mani del pirata si giungono di fronte al suo viso mentre la sua espressione diventa sarcasticamente commossa: "Ma quanto siete gentili, grazie, non dovevate" poi si preoccupa di rispondere a dovere alla contessa - sia mai che abbia l'ultima parola su qualcosa! "Nessuno ha mai messo in discussione la vostra malia, mia succosa signora." quell'aggettivo messo in rilievo lo legge sulla copia del giornale che ha in mano, passandotelo attraverso le sbarre. Perché in mezzo a tutte quelle belle parole e ai modi da ladro gentiluomo sentite comunque una sgradevole sensazione di qualcosa che sta marcendo? No, non è l'umido delle segrete, sto parlando di Nero; c'è qualcosa in lui che continua a non tornare, qualcosa che ha a che fare col suo cervello, o il suo corrotto senso di giustizia. Indossa una maschera di cerca presa in prestito a qualcun altro, che si scoglie inesorabilmente e crea un mostro ancora più terrificante, sebbene a tratti, perfino affascinante. Se Kaleb continua a fargli quei complimenti, prima o poi Nero si innamorerà di lui, se ancora non l'ha fatto. Notate entrambi come il suo petto si gonfia a sentire le parole del Warlock, orgoglioso di esperienza e malefatte. "Le locande, a mio avviso, sono il luogo meno adatto dove raccogliere informazioni. I marinai per antonomasia hanno sempre avuto una fervida immaginazione, immagino per colmare le numerose falle della loro conoscenza del mare." tira avanti il suo sgabello, portandolo esattamente di fronte alle sbarre, e appoggiandosi a queste ultime con entrambe le mani scruta Kaleb nel profondo. "Vuoi sapere la mia storia? Niente in contrario, ma vi conviene mettervi comodi." ed ecco di nuovo la sua sete di palcoscenico. Opposti ma non poi così diversi, eh, contessa? "Sono nato sulla Jocasta nel ventiseiesimo giorno del nono mese del 1445, da Bolero Jack e mater ignota. Sono stato cresciuto su dai pirati fin da piccolo, e ho imparato presto a usare le sciabole; non ho mai concepito il loro modo rozzo di approcciarsi alla pirateria, così a tredici anni ho ereditato la nave di mio padre dopo uno sfortunato incidente in battaglia in cui il povero Jack Gomez perse la vita, e ho rimodellato la gerarchia e le usanze a bordo. Vado molto fiero di trasformato trenta cavernicoli in perfetti marinai. Niente più bestemmie gratuite, niente più gare di rutti, niente più zuffe immotivate: ma piuttosto abiti decenti, uno stile di vita più equilibrato e soprattutto, disciplina a bordo. Quando sono salito al comando, Bolero Jack aveva già spianato la strada per qualcosa di più grande: appena i marinai vedevano la mia nave, non provavano nemmeno a scappare; si arrendevano, e ci consegnavano tre quarti del bottino di loro spontanea volontà. Sapevano già le regole, volevo che le sapessero. I guai sono iniziati quando ci siamo spostati ad Ovest, verso l'impero di Avernus; all'epoca era in guerra, e l'oro scarseggiava a palazzo, così quando abbiamo svuotato un convoglio di lingotti diretti alla capitale - per i reali niente sconti! - non l'hanno presa granché bene. Ci hanno dato la caccia in ogni porto, e uscire con la Jocasta significava quotidianamente certezza di scontro. Così ho preso una goletta in prestito da un vecchio pescatore, con a bordo quattro uomini, una sega da falegname e un barile di pece, e ho affondato la loro ammiraglia, la Royal Majesty. A bordo c'era il terzogenito della casata reale, Erodes Handorien. L'ho visto bruciare insieme alla nave. Dopodiché ci hanno lasciato in pace, e dopo qualche anno siamo tornati nell'Est - tutti conoscevano la nostra impresa, e ha fatto bene agli affari. Ruba di qua, ruba di là, di giorno in giorno è diventato sempre più seccante fare sempre le stesse cose! Non capisco cosa ci trovino tutti di così emozionante, nel depredare le navi. Magari è divertente per qualche anno, ma dopo un po' diventa troppo facile! Quando ho saputo della Settima Spedizione ho pensato che era un buon momento per fare il colpaccio qui a Capo Ventura; immaginate, svegliarvi una mattina e trovare la vostra tesoreria svuotata! Ma alla fine ho avuto un'idea migliore, come ben sapete. Kiltus era stato mandato per catturarmi dopo che era venuto a sapere del mio piano originale, e sapendo di non potermi presentare senza un biglietto da visita appropriato, ho lasciato che mi catturasse. Il resto è storia. Chiedo ai miei di corrompere qualcuna delle guardie per un diversivo a palazzo e quello dà fuoco a mezza città! Mah, non ci sono più le guardie di una volta…" in quest'ultima parte della storia, evita accuratamente di guardare Sandrine negli occhi. "Oltretutto avevo prestato dei soldi a Baffogrigio Ridley qualche tempo fa. Certo, sapere che suo figlio entra nella Settima è un bel colpo di fortuna!" La storia sembra per entrambi sembra essere abbastanza coerente; non sembra abbia mentito, o almeno non sulle cose importanti. Kaleb in particolare non sa granché del passato di Nero, e per lui la maggior parte di queste informazioni non fanno suonare nessun campanello.
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Capitolo II: Questione di Fiducia
La cella di Nero è la seconda dopo le scale, e non è granché diversa dalle altre. Tenuta stranamente in ordine, questo è da rimarcare; il letto con la piega perfetta, che sembra quasi un cartonato per come è preciso. La toletta all'eremo sinistro della stanza, uno sgabello proprio di fronte alle sbarre, dove la luce della grata di ferro sbatte obliqua proprio sul suo giornale. "Contessa Alamaire, ma quale piacere avervi qui! Vi siete fatta bella per vedermi? Non dovevate, viste le condizioni non posso permettermi un abbigliamento adeguato al calibro del nostro incontro! Non mi fanno portare nemmeno la cintura, per paura che la possa usare come arma...anche se in certe circostanze potreste anche apprezzare questo tocco discinto sul mio vestiario. In ogni caso, di che tipo di visita stiamo parlando? Perché se è come quelle che ho avuto ieri sera…" Nero si alza un lato della camicia celeste e mostra segni di lividi su tutto l'addome; un pestaggio vero e proprio, anche se non sembra patirne particolarmente il dolore. O almeno, non lo dà a vedere. "Preferirei essere come minimo avvisato, prima." Kaleb entra nella stanza in questo preciso momento. Le guardie lo conoscono, e lo lasciano passare senza problemi; Nero lo guarda sorridente - anzi, quasi con fierezza. "Mastro Kron, è un piacere vederti. Ieri mattina pensavo giusto a te: appena uscirò da qui, come ringraziamento per la tua fiducia, ti donerò un bel cappello tricorno...come quelli da capitano, non so se avete presente. Scommetto che vi sta da dio."
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Capitolo II: Baffogrigio
"Se non pulisce come si deve i fondi la prossima volta la chiamerò ex-sguattera!" le provocazioni sono fatte per essere colte. Quando gli chiedi di Isaac, i suoi occhi si posano sul marchingegno di cucina mobile con il quale in genere sfamate il mezzogigante, e sarcastico ti risponde: "Secondo me ti accoglie a braccia aperte."
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Capitolo II: Baffogrigio
La testardaggine non può andare avanti oltre un certo punto; sei pur sempre suo figlio. Il vecchio uomo baffuto guarda in basso, passandosi entrambe le mani sul volto stanco. Poi avanza verso di te e ti dà un abbraccio carico di virilità e sostegno morale, di quelli che si danno i giocatori di pallatamburo quando sta iniziando una partita importante. "Mi farai morire un giorno" finora, ti ha solo salvato la vita! "Ma se devi partire ad ogni costo, non posso lasciarti andare così." Quando si stacca dalla morsa delle tue braccia, ti guarda negli occhi con aria di rinnovata severità. "Ti serve sapere come si sta su una nave - e non i soliti mercantili su cui saliamo di solito. Ti serve un addestramento vero e proprio, perché quegli idioti avranno bisogno di te ad un certo punto, e tu dovrai essere pronto. D'ora in poi qui in cucina ci penseremo io e Miranda" - la prima volta che la chiama per nome invece di "sguattera", alleluia! - "Tu ti addestrerai con Isaac. Non puoi fare affidamento sugli altri, questo lo sai già."