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Strongerone

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  1. Per rispondere alla richiesta iniziale, dato che l'ambientazione sembra delineare parecchi contrasti tra regni, razze, maghi e "tecnici", credo che una città stato che riunisca il meglio dei regni, delle razze e di magia e tecnologia dovrebbe essere stata creata solo quando tutte le fazioni si siano trovate costrette a farlo. Immagino quindi, in una qualche epoca (magari la seconda che hai esposto) una minaccia esterna (gli dei lovercraftiani sarebbero i candidati principali) abbia costretto tutte le nazioni del pianeta a unirsi per contrastarla, creando così la "Cittadella della Luce", dove fu riunito il meglio dei maghi e degli scienziati/tecnologi (mi immagino anche gente un po' pazza stile dottor Frankenstein o l'immagine stereotipata di Tesla) oltre che delle varie razze e nazioni. Sconfitta, almeno temporaneamente, la minaccia, la cittadella avrebbe continuato a prosperare (sfruttando la concentrazione di conoscenze) governandosi con un direttorio con un rappresentante dei Maghi, uno dei Tecnologi e magari qualcuno di forme ibride di magia/tecnologia. Passata la minaccia però le varie nazioni (o almeno alcune) non vedono di buon occhio la Cittadella, vuoi per differenze ideologiche, vuoi per sospetti riguardo alla loro influenza culturale ed economica, questo potrebbe creare contrasti o addirittura portare i Re di alcune nazioni a non fidarsi degli avvertimenti della Cittadella riguardo a potenziali minacce per il mondo. Magari alcuni Re corrotti dalle potenze del caos potrebbero contrastare velatamente o apertamente la Cittadella. Altro spunti: la cittadella, in quando fulcro culturale, magico e tecnologico del pianeta, attrarrebbe le migliori menti magiche e tecnologiche del mondo, ma questo potrebbe portare anche maghi/tecnologhi corrotti dal caos. La cittadella potrebbe avere un suo corpo di "guerrieri della luce" con il compito di distruggere i seguaci del caos e le manifestazioni di questo, in teoria varie nazioni del pianeta si impegnano per appoggiare e non ostacolare questi guerrieri, nella realtà, essendo la minaccia del caos apparentemente bassa, i guerrieri della luce agiscono il più possibile in incognito appoggiandosi a una rete di sostenitori e agenti sconosciuta ai più.
  2. Ora parliamo di un altro personaggio, che segue una linea separata della trama, nel romanzo gli eventi sono inframmezzati ma preferisco recensirlo a parte fino alla fine, quando si incontrerà con Saaius e soci. All’inizio il principe Aretus, che viene inviato dal Re in gran segreto come ambasciatore presso il vicino regno di Astur per ottenere appoggio militare. Viaggia senza scorta ma una spia dei demoni lo scopre e così questi gli tendono un agguato in una locanda, lui fugge ma alla fine deve combattere (contro un solo demone perché gli altri stanno ammazzando gli avventori e l’oste). Il combattimento tra il principe e il demone assassino con tanto di doppie capriole dura per ore e ore (gli altri demoni stanno ancora sgozzando gli avventori?), purtroppo per il principe il suo avversario rigenera le ferite e non si stanca e Sorrenti ci informa che solo il corno di un unicorno può ucciderlo. Il principe alla fine crolla per la fatica, per lui è finita ma… Il padre Odino stava guardando il combattimento ed ebbe pietà del giovane e per questo mandò il suo unicorno più bello ad aiutare il principe. Orrido deus ex machina o forse deus ex ano usando la nomenclatura zweilawyer , tra l’altro Odino non era mai stato nominato prima. L’unicorno uccide il demone e si offre come cavalcatura, così raggiunge la città del regno vicino. C'era un drappello di ''Guardie dell'Ordine Dracus'' davanti al cancello. Non lasciavano passare nessuno e Aretus sperò che il suo titolo davanti a quei molossi, potesse valere qualche cosa. Aretus, arrivato davanti ai soldati che erano per lo meno il doppio di lui per stazza e forza fisica, non si lasciò spaventare e disse:'' Sono Aretus di Ramadax! Vi ordino di lasciarmi passare, devo vedere il re! Mentre diceva queste parole, mostrava l'anello reale per avvalorare il suo titolo. Per risposta, i soldati gli diedero uno spintone buttandolo nel fango. Arriva un principe di un paese vicino e lo si butta nel fango? Vabbè… molto meno insensato di tante altre robe, però se lo avessero gettato nel fango perché avevano ricevuto un ordine in tal senso ci stava, ad ogni modo Aretus riesce a entrare nella sala reale di Astur e a parlare con il re, il quale sembra volersi alleare con Ramadax (e quindi non avrebbe dato l'ordine di gettare Aretus nel fango) ma… la luce si spense soffocando le parole nella gola del re. Quando i candelieri ed il lampadario si riaccesero, il re giaceva morto. Un pugnale insanguinato era nella mano del principe. Tutti guardavano il principe con occhi di terrore e nessuna persona vide un figuro che si arrampicava sulla parete artigliandone le pietre. “Oh! Devo riuscire a scappare prima che arrivino le guardie! Ma come posso fare?” Non so voi ma io mi sono immaginato Homer Simpson dire Doh! Aretus riesce a fuggire dalle guardie e a tornare a casa, ma una tragedia lo attende. ''Tuo padre...è stato ucciso da una spia dei demoni che...abbiamo fatto giustiziare'' disse la madre. ''UNA SPIA?'' Sbottò Aretus in preda ad una grande rabbia. E fin qua tutto bene… ma poi… Aristanna disse:'' Proprio così! Indovina chi era il demone?'' Ma cos’è!? Un quiz? Le è morto il marito e se ne esce con queste boiate? Ma il prode Aretus diventato Re prende in mano la situazione, invia dieci esploratori (di più pareva brutto?) e scopre che tutti i regni alleati sono assediati e tutte le piazzeforti sono cadute, i demoni sono milioni! Il nuovo Re decide per marciare con le sue forze e dare battaglia (milioni contro cinquemila? Io me la sarei filata e avrei tentato guerriglia, oppure avrei cercato la resa, ma si sa che il “malvagio signore oscuro” del fantasy deve distruggere tutto). Aretus marcia per riconquistare le fortezze di frontiera, cadute per mano dei demoni, per riconquistarne una il capitano “mani di ferro” si offre di entrarvi e aprire le porte… Con milioni di demoni contro cinquemila uomini puoi aprire tutte le porte che vuoi… ma è fantasy!!! Il capitano si avvicina alla fortezza, inganna le pattuglie col classico trucco del sasso gettato e si arrampica a mani nude sulle mura, viene però catturato ma con uno stiletto nascosto sotto l’unghia si libera, ripulisce un’intera sezione di mura e apre le porte. Poi si getta nella piazza su centinaia di demoni ma alla fine viene ucciso, comunque Aretus attacca e riesce a sterminare i demoni e conquistare la fortezza. Peccato per il capitano, era il personaggio migliore del libro (e ho detto tutto). Aretus riconquista anche le altre due fortezze principali (e i millemila demoni sono rimasti a guardare?) ma il re demone invia segretamente un esercito di demoni Oni e goblin verso la capitale. Notare che la parola goblin compare solo quando si ipotizza chi possa aver fatto il veleno sulla freccia che ha colpito Saaius, dei demoni Oni non si sa nulla. Poi se un esercito (numeroso?) può segretamente raggiungere la capitale perché scrivere poche righe dopo che: Aretus I aveva ripreso le altre due piazzeforti, assicurando un solido cordone di difesa alle terre libere. Alla faccia del solido cordone di difesa! Per fortuna giungono le fatine Le fatine dissero:'' Siamo messaggere erranti degli elfi di luce. Ci hanno mandato a voi per offrirvi aiuto durante la campagna militare.'' Aretus coglie l’occasione per chiamare la altre razze a una riunione segreta al bosco della saggezza… ma ecco che… Ad un tratto vide in lontananza un minuscolo puntino, poi i puntini divennero cinquanta e poi diverse migliaia. Diverse ore dopo i puntini divennero milioni. Tutto sembra perduto, demoni, orchetti e goblin entrano nelle fortezze, il Re è ferito e tra la vita e la morte incontra lo spirito del padre che lo sprona a lottare (originalità a palate), così si risveglia e fa un bel discorso alla truppa. "Destatevi figli ed eroi miei, destatevi in quest’ora di buio. Destatevi! Saldi di cuore, impugnate le vostre armi combattendo fino ad intaccare con le vostre lame le radici del mondo. Se dobbiamo morire qui, fate che l‟alba veda sorgere in voi la forza!'' Mentre Theoden si rivolta nella tomba arrivano i rinforzi giusto in tempo per salvare la situazione (contro milioni di goblin, demoni e orchetti?), il Re però rimane isolato tra i demoni, è pronto a morire ma… Dal cielo, una luce illuminò il braccio di Aretus che reggeva la spada, trasformandola nel leggendario martello da battaglia del dio Thor. Del dio Thor non c’è traccia in precedenza… anche se forse Sorrenti pensava che avendo già nominato Odino e una valchiria avremmo accettato Thor senza problemi. Re e comandanti alleati vanno nello strano bosco della saggezza i cui alberi si muovono, cambiano i sentieri e sono fatti di cristallo, lì un vecchio saggio mostra loro la Tavola del Bosco del silenzio (e chissene…) e fa una barriera per isolarli dal mondo finché non prenderanno una decisione… Ma dico io, prendere decisioni militari in una qualunque fortezza no? No, meglio rimanere isolati, così se il re demone fa qualcosa non lo saprai… Nel frattempo Eliseth guida i demoni in un’assalto contro la gilda dei maghi, con tanto di draghi scheletro e navi volanti (usarli a supporto delle truppe di terra no?), sconfigge il Decano suo mentore e padre adottivo in poche righe e se ne va. Il consiglio di guerra è inconcludente, alla fine Aretus propone la sua geniale strategia: Assaliamo il re direttamente al cuore! Attacchiamo i suoi eserciti direttamente nel suo dominio delle Montagne del Sangue! Poche migliaia di guerrieri contro milioni, in casa loro… ovviamente tutti d’accordo con Aretus. Ed ecco che appare Saaius l’angelo che si presenta al re con la spada d’argento, mentre l’elfo oscuro Artajus marcia con le truppe di suo padre per consegnarne il comando al re demone, là trova Eliseth. Artajus vide che cosa aveva fatto il male su Eliseth che aveva perso ogni sua dolcezza. Si scambiarono giusto un formale saluto ma Artajus pensò:'' Che cosa sto facendo? Ho abbandonato il bene e la luce, per immergermi solamente in un mondo di male e di forza.” Com’è ben riportato questo conflitto interiore… Artajus diserta e va nell’accampamento dei buoni, svela quel che sa delle strategie del re demone (nessuna che venga riportata o risulti utile comunque) e viene messo sotto sorveglianza da due elfi. Aretus si accorge che l’esercito dei demoni si sta avvicinando grazie ad un incantesimo d’occultamento e da l’allarme, a quel punto la magia si annulla e milioni di mostri appaiono. I due eserciti si gettano l’uno contro l’altro, Sorrenti sa come dare un tocco epico alla scena: Il furioso cavalcare dei cavalieri elfici scuoteva la terra come mille anime infernali scuotono le fondamenta delle anime del mondo. Traduzione? Poche ore, pochi minuti, pochi secondi separavano il vigoroso impatto dei due eserciti. Anche qua non sono sicuro di capire…se era un tentativo di creare suspence è un po’ misero, poi mi immagino gli eserciti che corrono per ore l’uno incontro all’altro… anche se spiegherebbe i giri di campo nella piazza 10x10km... Saaius libera Artajus dalla sorveglianza e, con il grifogatto, Mattia e Elisabetta scendono in battaglia. Saaius incrocia le spade con il re demone mentre Artajus affronta Eliseth, segue sproloquio patetico… Artajus dal loro primo incontro si era innamorato di Eliseth che era così dissimile da lui, ma in fondo alle loro anime erano più simili di quanto pensassero. Artajus voleva piangere per il dolore che provava nel combattere contro di lei, ma non gli era stato mai insegnato a esprimersi. Aggiunta posticcia, questa cosa non si era mai minimamente capita, comunque Artajus uccide Eliseth, poi… Artjus prese il corpo di Eliseth e si diresse a una piccola grotta chiamata del “Ghiaccio Eterno''. Lì con le arti magiche, ibernò il corpo di Eliseth e congelò anche il suo. Fece questo per stare con lei per sempre. Così lontani nella vita, ma così vicini in quello stato di gelido amore. Dio è morto… C’è gloria anche per Mattia comunque: Un arciere orco approfittò della distrazione di Aretus e gli tirò una freccia. Poco lontano c'era Mattia che aveva appena ucciso un piccolo demonietto. Una piccola scarica di elettricità scosse i nervi di Mattia che comprese che qualche cosa non andava, si girò e vide la freccia che viaggiava. Approfittando del pugnale che aveva in mano, lo tirò verso la freccia che viaggiava verso Aretus. Aretus I con lo sguardo disse grazie a Mattia. Sorrenti è un superninja, meglio rimanere nell’anonimato se no sono cavoli amari! Il combattimento tra Saaius e il re demone (che diventa re nero nel finale della storia) prosegue nella noia generale e finisce così… Corsero uno contro l'altro, spade in pugno e cuori saldi. Una macchia di sangue sul terreno. Chi era stato colpito a morte dei due? Saaius oppure il re nero? Il re nero tossì sangue e mentre la vita lo lasciava, Saaius gli piantò la spada d'argento nella schiena. Fine, il re demone viene rinchiuso nella sua prigione (quindi non muore…) e la spada d’argento sparisce, l’esercito dei demoni si da alla fuga e si fa festa. Saaius torna nelle Highlands da Caristel, Mattia e Elisabetta sulla Terra e Ascia Nera dalla sua tribù. Fine.
  3. I nostri (suoi) eroi Tornano nel mondo di superficie, dormono e al risveglio trovano il magalbero (l’idea poteva essere anche carina) che dice loro che per sapere dove si trova il prossimo frammento… no aspetta! Torniamo a pagina 20… Eliseth si mise a ricopiare la mappa. A lavoro finito la mappa era chiara ed i punti dove le parti della spada giacevano obliati risaltavano perfettamente. Quindi la mappa con i luoghi dove si trovavano i frammenti ce l’avevano. Andiamo a pagina 23… La mattina della partenza dalla Città Angelica, Saaius e le due donne si alzarono molto prima che il sole sorgesse per esaminare la mappa. Andiamo a pagina 41, dopo che Eliseth è stata rapita dal demone. Saaius, Caristel e Artajus si erano liberati dal sortilegio del demone ed erano in pena per la loro amica. Come unico ricordo aveva lasciato solo la loro mappa. E a pagina 61 ci troviamo questa roba? Saaius chiese al mago:'' Ma tu sai della spada? E per caso conosci l‟ubicazione dei prossimi pezzi?'' Il mago albero disse:'' Purtroppo no. Ma Madre Natura lo sa. Recandoci nel bosco sacro di Freyja, dove lei dimora e regna sulla natura. Purtroppo il suo bosco non si trova nel nostro mondo.'' No comment… Per andare nell’altro mondo (la Terra) devono rubare un talismano ai demoni Naga che vivono agli inferi, che possono essere raggiunti solo in sogno. Là trovano una Valchiria prigioniera che dice loro Solo un potere immenso oppure un grande cuore può liberarmi dalla mia prigionia. Ovviamente Caristel ha il grande cuore necessario. Mentre la Valchiria tiene impegnati i Naga i due raggiungono il medaglione e il magalbero li sveglia. Naturalmente iil medaglione/talismano si materializza sul corpo fisico di Caristel… i nostri eroi passano così nell’altro mondo. Qua trovano lo stesso Sorrenti e consorte che dopo tre secondi accettano di accompagnarli alla sequoia vicino ai Castelli Romani dove Madre Natura fa vedere al mago dove si trova il secondo frammento… la maga Caristenna, la tremenda fattucchiera del bosco delle Cascate Celesti. Caristel viene mandata dai genitori di Saaius che teme per lei e per il bambino, in compenso Mattia e Elisabetta proseguono nell’avventura, Caristenna (a proposito Sorrenti, forse era il caso di trovare un altro nome) sembra pericolosa. Il mago non sapeva con che stato d'animo Caristenna li avrebbe accolti. Avrebbe anche potuto ucciderli tutti per puro diletto oppure torturarli per evadere dalla noia. Scopriamo che sei secoli fa il magalbero e Caristenna erano innamorati (un uomo albero con una maga?)... e chissene… la maga sta per far fuori i quattro quando da casa sua il feto dice a Caristel di avvicinarsi alla finestra e alzare la mano, poi il figlio non ancora nato convoglia un raggio di energia che arriva fino alle cascate e uccide Caristenna sul colpo… Per scoprire dov’è il terzo frammento il magalbero fa un incantesimo di divinazione al prezzo della propria vita (evidentemente anche Sorrenti si era stufato di questo personaggio), il terzo pezzo della spada è incastrato nella bocca di un mostro, Saaius capisce cosa bisogna fare. Si tratta del deserto delle Pietre Fulminanti. Dobbiamo tornare a Nerulmine e prendere il Diri-Nuvola che porta nella città desertica di Alist'Tarit e poi da là ci affideremo al caso.'' Genio! Per la cronaca Nerulmine è un "famoso villaggio di cacciatori e conciatori di pelle", sembra quasi che la rete dei trasporti con diri-nuvola sia diffusa ovunque, allora perché tutti si muovono a piedi o a cavallo? Il diri-nuvola viene assalito da un drago scheletro che Saaius sconfigge liberando il proprio potere, tutti però cadono nel vuoto nel mentre dell’uragano e cadono al suolo, un impatto violentissimo ci dice Sorrenti, peccato che nessuno si faccia veramente male… Tralasciando intermezzi inutili con il solito gatto parlante, Mattia trova Saaius e Elisabetta privi di coscienza nella tenda di un villaggio sartiriano (pellerossa) e li sveglia rispettivamente con un ceffone e un bacio. Qua si unisce Ascia Nera al gruppo introdotto da una delle rare descrizioni di Sorrenti Era alto quasi due metri con i muscoli abbronzati che scalpitavano al sole come cavalli imbizzarriti. Nei capelli lunghi e rosso fuoco aveva penne rosse e blu che designavano il suo alto rango. Con lui (e con il decimedario a dieci gobbe) partono per il deserto, raggiungono il mare di sale (non è chiaro se sia solo sale o un mare salato tipo mar morto…) dove c’è il mostro, Mattia fa da esca per il temuto Kraken-balena. Il mostro sbuca fuori e cerca di mangiarsi Sorrenti ma Ascia Nera si getta nella bocca del kraken-balena. Per evitare di rimanere schiacciato e maciullato dal mostro, schiaccio un bottone sotto al manico della sua ascia che si allungò trasformandosi in un’alabarda. Il guerriero infilò la punta dell'alabarda nel palato del mostro e incastro saldamente il manico in mezzo a due denti. Neanche l’ispettore gadget… In una seduta spiritica religiosa (a base di marijuana o funghi allucinogeni) Ascia Nera e i tre eroi hanno una visione di Manitù che dice loro dove si trova l’ultimo pezzo della spada, una città d’oro… tutti vengono teletrasportati in blocco dalla divinità là davanti. Nella città trovano un maestro asceta che pone un enigma a Saaius il quale risponde, più tutto uno sproloquio sull’equilibrio che vi risparmio, alla fine ottengono l’ultimo frammento. Poi usando un bastone regalato da Manitù si teletrasportano alla montagna del corno giallo dove si era liberato il Demone. Là, con l’aiuto del solito gatto sfinge, forgia la spada, il vulcano erutta ma il gatto si trasforma in grifone e porta via tutti. In volo verso la fortezza del demone vengono assaliti da una viverna, a Saaius spuntano due ali d’angelo e accoppa il mostro. (continua)
  4. Link al topic originale nel forum vecchio: la discussione lì è chiusa, potete rispondere (o riportare la risposta che avevate dato) qui. Le Cronache della Spada d'Argento - Ridere o piangere nella terra di Ramadax? Dei tristi tentativi di autopromozione e relativi spernacchiamenti di Sorrenti se ne è parlato, del fatto che sia un possibile super-troll anche, nessuno però ha finora recensito questa “opera”, così, colto dal morbo del fantatrash ho letto l’intero romanzo che ha almeno il vantaggio di essere breve (120 pagine) e gratis. La qualità del romanzo è infima (che sorpresa eh?), la grammatica è pessima, in più Sorrenti ci diletta con una trama per nulla innovativa: il protagonista (Saaius) è un umile bardo che scoprirà di essere il predestinato dalla profezia a recuperare i frammenti della spada d’argento per sconfiggere il signore oscuro di turno. Nel mentre troverà l’amore della sua vita. Unica variante è una breve escursione di Saaius&C. nel nostro mondo, un minimo cambiamento (anche se non originale) rispetto a molte altre trame fantasy standard, peccato poi che tutto sia vanificato dal far entrare nella storia il Sorrenti stesso e la sua consorte… non so a voi ma a me fa venire una tristezza immensa. Il “punto di forza” del romanzo sono i momenti di nonsense sparsi a pioggia, cui si appoggiano magie “ad hoc” per la “trama” e altre assurdità in fatto di armi di cui abbondano molti altri fantasy. Le descrizioni sono ridotte all’osso, anzi, al midollo e forse neanche quello, ma questa, dice Sorrenti, è una scelta voluta: Io vedo il fantasy in maniera molto differente da tutti gli altri. per me il fantasy non è dare delle regole precise. Ad esempio nei libri ti danno gli aspetti precisi…capelli in un certo modo, occhi in un altro…Io invece penso che il fantasy non sia dare la pappetta bella e pronta, ma lasciare immaginare i lettore. Per esempio io ti dico un aspetto del personaggi occhi e capelli in un certo modo, ma non ti dico altro, per il semplice fatto che ti lascio immaginare o ”fantasticare” su come tu vuoi il personaggio, alla fantasia non va messa una catena, va lasciata sciolta. Si commenta da sé, comunque è stato un vantaggio, mi fossi trovato di fronte a descrizione scritte da cani bene come il resto dell’opera schifezza non sarei riuscito a leggere oltre pagina 10. La storia inizia con il buon Saaius (che viene dalle Highlands…) che si addormenta dopo aver visto i carridi artigiani e sogna che “mentre era in volo, un fulmine a forma di artiglio, colpì il suo braccio segnandolo con una cicatrice a forma di artiglio.” Si sveglia con la cicatrice impressa sul braccio, decide di incamminarsi e trova degli zingari che vorrebbero sgozzarlo, ma con la sua musica li convince invece a offrirgli cibo e riparo. Qui trova la “donna più bella del mondo” secondo Saaius e futura consorte, che viene descritta così: Prese del cibo, ma i suoi interessi gravitavano verso un paio di occhi marroni e un corpo mozzafiato che ricambiava il suo interesse. Poco dopo l’accampamento viene assalito da un mostro… A un tratto si udì un ringhio feroce sferzare l'aria come una frusta. Un paio di occhi rossi iniettati di sangue apparvero in lontananza nel bosco. Passi sonori e mortiferi presero a riecheggiare nella foresta, offrendo dolci echi di morte a chi lo avesse incontrato. Va bene il ringhio feroce che sferza l’aria, passino gli occhi rossi che appaiono in lontananza nel bosco (la bestia deve essere bella grande e avere delle lampadine nelle orbite oculari) ma che diavolo sono i passi sonori e mortiferi? E i dolci echi di morte? Successivamente: Intanto la creatura era entrata nell'accampamento. Le sue lunghe zanne e la sua sete di vite mietevano caduti ovunque. Saaius vide riversa per terra la figlia del capo. Con fare famelico, il mostro si stava avvicinando pian piano a lei ignorando tutti gli altri. Basta, del mostro in questione non si sa altro… sappiamo che ha gli occhi rossi e lunghe zanne e che miete caduti ovunque (come?). Sorrenti, sei sicuro che non sia il caso di rivedere la tua “scelta stilistica”? Più avanti Saaius e Caristel (la donna in pericolo) giungono presso la città della Rosa d’Argento, segue infodump. Le porte cittadine erano dette dai popolani, ‟delle zanne” per la loro origine antica e misteriosa. Si dice che nella notte dei tempi quando i due esseri divini Atrec e Simbal gettarono il primo seme della vita nel terreno, tutti i draghi riunendosi per celebrare l'evento della nascita della vita donarono le loro zanne più belle per costruire quella porta. Molti secoli dopo gli uomini vi avrebbero edificato la loro città. A parte che di Atrec e Simbal non si parlerà più, ma da come è messa sembra quasi che i draghi ci fossero da prima dell’inizio della vita. Per tacere del perché fare una porta nel nulla… sapevano che un giorno gli umani avrebbero costruito una città? Domanda che rimane senza risposta. Saaius fa vedere a Caristel la sua cicatrice, ecco ciò che ne segue: Per noi gitani nulla è lasciato al caso. Tutto è preordinato da sottili fili che intrecciati formano il sottile arazzo del destino, dove tutti noi siamo fili di diversi colori. Sia re che poveri devono sottostare ai suoi mutamenti.” Lui rispose:'Destino? Fili intrecciati? Ci serve un mago per fare luce su tutto ciò! Fortunatamente qui in città c'è la sede della loro gilda.'' Solo io colgo una lieve forzatura per far andare avanti la trama? Di seguito Caristel, che conosce Saaius solo da qualche ora, si innamora di lui e gliela dà. Nella torre dei maghi ovviamente sanno già tutto, la spada d’argento è stata spezzata e il re demone è libero, poi spiegano a Saaius che: “Devi partire andando a cercare tutti pezzi della spada nascosti ai confini del mondo. Devi trovarli per riforgiarla prima che sia troppo tardi e che la guerra contro i demoni sia persa.'' Originalità a mille… Saaius ci pensò su per qualche attimo soppesando i pro e i contro. Sicuro delle sue intenzioni disse:'' Accettiamo! “ Ovvio, chi non avrebbe accettato? Si presenta un nuovo personaggio, Eliseth la maga descritta come “giovane donna vestita di rosso”, poi Caristel dimostra un minimo di buonsenso Caristel prese la parola:'' Ma, dove ci dirigeremo per prima cosa? Andare alla ricerca di qualcosa senza conoscerla è veramente rischioso.” Ma questo solitario sprazzo di ragionevolezza dura solo un attimo Ragarat il mago nero, afferrò il suo bastone che usava per sostenere il peso della sua vecchiaia e si alzò dicendo:'' Se riesco io ad alzarmi con le mie ossa quasi distrutte dal peso della mia malattia accettando il rischio che possano spezzarsi in qualunque momento, voi non dovete e non potete dirmi che questa impresa potrebbe essere rischiosa.'' Tale era il fuoco nelle iridi del vecchio e infinito il potere che emanava dai suoi abiti che nessuna persona osò proferire verbo. Lineare… siccome il mago ha l’osteoporosi i protagonisti non possono neppure parlare dei rischi che corrono. Segue teletrasporto dei tre sulla strada (per dove non si sa) con provviste e cavalli. Segue patetico consiglio di guerra tra il Re, gli elfi, i nani, i minotauri e gli gnomi rosa che opta per la guerra per dare il tempo ai tre di ritrovare i frammenti della spada. I tre subiscono un agguato (gli aggressori non si vedono) per strada, Saaius viene ferito da una freccia e Eliseth (che si scopre essere un’elfa) teletrasporta tutti nella città angelica perché solo là posso curarlo (prima di sapere che la freccia è avvelenata), ovviamente la maga troverà nella biblioteca della città informazioni utili alla missione e si metterà in contatto con il decano della gilda dei maghi tramite un globo della comunicazione che tiene in tasca. Tralascio un tristissimo subplot riguardante Eliseth e le piume d’angelo per decifrare una frase di un libro “criptata” da un incantesimo angelico, con tanto di furto di un gioiello per ottenere una piuma e incontro con un gatto-sfinge di nome Telitel… venditore cinese di cellulari? Alla fine scopre i punti dove sono i frammenti della spada, in pratica se non fossero stati attaccati non l’avrebbero mai scoperto… ma prima dove stavano andando? Sedutosi vicino ai tre, li disse con superiore saggezza: “Conosco la vostra missione e so che dovete ripartire presto. Vi daremo ciò di cui avete bisogno ed in particolare avremo qualcosa di speciale per te bardo delle Highlands.” Ma se sono così ben disposti non si poteva chiedere direttamente di tradurre la frase criptata dal libro? Prima di partire dalla città angelica, i tre ottengono dei doni dagli angeli: - un asino volante… ok, strano ma può aver senso un animale da soma - diverse sacche con “Cibo e acqua per diversi mesi”… eh!? Sono tipo le borse di mary poppins? - Tre armi, una spada “leggera come una piuma” del solito metallo superfigo, un tristissimo bastone con due lame d’oro ai lati e un pugnale che rivela “ogni male celato” Poi con un bel teletrasporto gli angeli li mandano di nuovo sulla strada, ma portarli direttamente a destinazione no? Passiamo sopra alla scoperta che Caristel è incinta e giungiamo a Saaius che trova faccia a faccia con un elfo oscuro. ''Sono Artajus della stirpe dei Dokkalfàar e sono in missione diplomatica per il re del mio popolo, il saggio ed immortale Lamassitre Triel.'' E chissene no? Artajus e il suo dragone stellare si uniscono a loro, proseguono e trovano una gigantesca arena di legno eretta al centro della strada (a questo punto mi immagino il Colosseo…), segue combattimento con strani esseri e Saaius viene posseduto da un potere più grande e pericoloso che gli permette di uccidere i nemici. Entrano nell’arena dove trovano Padre Tempo che infodumpa il passato di Saaius e Caristel, entrambi nati da amori improvvisi e passionali in cui la donna la dà all’uomo appena incrociano gli sguardi. Questa disponibilità femminile sembra essere la cosa più interessante dell’ambientazione. Fuori dall’arena arriva il re demone con i suoi sgherri, Eliseth esce per combattere ma viene catturata, mentre gli altri tre escono e vengono bloccati ma lasciati vivi… intanto di Padre Tempo non si sa più nulla. Si dirigono verso l’Isola della Speranza e del Gaudio per cercare le sirene che dovrebbero avere il primo frammento, ma Artajus deve proseguire il suo viaggio e se ne va, per fortuna lascia loro il drago “in prestito” (anzi “a prestito” come scrive Sorrenti). Raggiungono l’isola e… Dall'alto videro i vascelli pirata che solcavano i mari e che con i loro motori a fuoco di drago, potevano librarsi nei cieli solamente aprendo le gigantesche ali. Mentre stavano per atterrare sull'isola, una raffica di cannonate partì contro Slade (il drago NdA). Navi volanti e cannoni (antiaerei)… non era meglio chiedere aiuto a loro contro i demoni? Mah! Saaius e Caristel si travestono da pirati e entrano nella città, subito un vecchio pirata si avvicina alla donna e le svela senza motivo di essere stato nel regno delle sirene e le dice la via per raggiungerlo. '' Non sapendo disegnare ho inciso la mappa in un pezzo di legno, ma non ve la posso dare. Potete osservarla e scolpirla nella vostra mente.” Non commento… Intanto Eliseth scopre che il re demone è suo padre (però non grida nooo!), che a suo tempo si era tramutato in elfo e aveva irretito sua madre, lui vuole convertirla al male, lei rifiuta ma poi cede causa magia. Caristel e Saaius arrivano nel paese delle sirene, un bosco (in fondo al mare?) dove però queste sembrano tutte donne umane. Saaius deve superare una prova e viene inviato in una specie di labirinto dove perde la memoria, poi deve scegliere tra due leve (rosa o osso) ''L'osso è semplicità e sostegno, ma anche simbolo di morte'', rifletté accuratamente il bardo. Saaius era sicuro che la rosa fosse ingannevole e per questo tirò giù la leva a forma di osso. Se avesse tirato giù la rosa, le sue spine si sarebbero conficcate nel suo petto e lo avrebbero ucciso. Saaius fa la scelta giusta. Perché? Perché si!!! E’ fantasy!!! Un mostro fatto di ombra apparve al centro della piazza. Saaius brandì la spada e decise che vendere cara la pelle era ciò che doveva fare, poi i ricordi sarebbero tornati. Il mostro sembrava fare esattamente ciò che faceva lui. '' Ma che cos...? Pensò lui. Saaius si fermò e così fece anche il mostro. Decise di provare a graffiare il mostro. Nello stesso punto in cui il mostro subiva una ferita, anche Saaius ne riceveva un‟identica.'' Ho capito'' disse Saaius. Lasciò la spada e andò verso il mostro a braccia aperte. L'oscurità che è in ognuno di noi abbracciò il bardo. Saaius accettando le sue parti negative ritrovò se stesso e i suoi ricordi. Saaius evidentemente ha giocato al primo Prince of Persia, vedere a 2.25 del video Superata la prova la regina delle sirene regala a Saaius il frammento della spada… rimane da chiedersi a cosa servisse davvero la prova, dato che in caso di fallimento e morte del predestinato il re demone avrebbe via libera… (continua...)
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