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Visualizzazione dei contenuti con la reputazione più alta il 03/05/2016 in Commenti Voci blog

  1. Francamente trovo un po' inutile la guerra tra il sandbox e il railroading. In primo luogo secondo i miei gusti gli estremi sono a prescindere sbagliati. Sia un estremo Railroding sia un estremo sandbox non sono il massimo. Ma a prescindere trovo entrambi due ottimi strumenti se usati nel modo giusto, anzi se devo essere sincero per me l'ottimo è un misto di essi. Innanzi tutto lo stile di campagna dipende da tanti fattori: dalla capacità del master, dal tipo ed attitudine dei giocatori, dal tipo gioco, e dal tipo di avventure che il gruppo vuole giocare, quindi definire uno stile migliore dell'altro è come dire se è più buono il dolce o il salato in maniera generica. In ogni caso Ho avuto giocatori che se li mettevi in una situazione completamente sandbox morivano di vecchiaia a guardarsi negli occhi, ed altri che se li Railrodavi finivano talmente isterici da uccidersi tra di loro. Parlando sempre in maniera personale, e soprattutto, parlando di ciò che piace ai miei giocatori, lo stile che noi abiamo iniziato ad adottare in anni di gioco è un sistema misto. Io scrivo le campagne con uno stile "serie tv" Un'unica storia divisa in stagioni divisa in puntate. La storia c'è ha degli avvenimenti chiave che possono accadere. Ma tutto l'ambiente è completamente aperto e reattivo ad ogni decisione dei pg, ed ogni elemento, persino quelli cardine possono essere riscritti e modificati dai giocatori in stile sandbox e la storia stessa è pronta a mutare ed essere riscritta tenendo conto di ogni bisogno, voglia, movimento o azione dei pg. Ad essi però piace ogni tanto (non invasivamente o costantemente) scene più cinematografiche con eventi che accadono a prescindere, come ad esempio un boss sconfitto che invece di morire quando dovrebbe riesce a fuggire per far prosegire la storia e mantenere un certo tono di atmosfera in stile più "railroad" parlo di scene dal finale "scriptato". Qui apro una parentesi per non essere frainteso. Per "Scriptato" non intendo che il combattimento o la situazione succede in tal modo barando con i dadi o facendo accadere cose che non dovrebbero, parlo ad esempio di un combattimento che si svolge regolarmente fino alla "morte" del nemico che invece di stramazzare a terra, "attiva" la scena scriptata. Per molti è fastidioso ad altri piace. io sono dell'avviso che, se fatto bene, e non abusato è un'altra arma nelle mani di un DM e può rendere "memorabile" alcune storie. È inutile dire che il modo di masterizzare un avventura e il suo stile cambia per noi notevolmente da gioco a gioco, e dalle aspettative dei pg. E che lo stile Sandbox e Railroad, dipende soprattutto dal gusto che i pg hanno. C'è chi gioca per avere sempre una sfida da affrontare, c'è chi gioca per scrivere una storia assieme agli altri e quasi è infastidito dalla casualità dei dadi. E come sono diversi i gusti e le situazioni sono diverse le aspetattive e le "frecce" che un buon DM può avere nella sua faretra. Di conseguenza non mi sento, a mio parere di escludere nessun tipo di masterizzazione e soprattutto, sono dell'avviso che la difficoltà di essere un DM è anche sapere cosa usare nel momento giusto.
  2. Ah ok, ora ho capito il senso del tuo post. Allora ti dico la mia idea. Se qualcuno ritiene inferiori chi gioca una rail road sbaglia. Principalmente bisogna capire con che intento si gioca. Il sandbox è sicuramente più gratificante, soprattutto per il master, perchè deve saper bilanciare un'avventura qualsiasi strada i giocatori prendano. L'unico canovaccio su cui far fede è l'obiettivo del party. Per il resto non può prevedere nulla, ma è proprio bello costruire assieme l'avventura piuttosto che averla già pronta, ma di contro: bisogna calcolare il caso peggiore, che non rovini la campagna intera o che non sia irrimediabile; devi preparare molte più cose rischiando di non usarne; devi conoscere bene le regole, perchè se i giocatori trovano il modo di forzare il tuo mondo, il bug potrebbe far implodere l'avventura (e barare è peggio). Le avventure narrative o più instradate non sono male, anche perchè è carino immedesimarsi e giocarci su, concentrandosi ad esempio sull'interpretazione o sullo spendere tutto su una storia avvincente e ricca di colpi di scena, prediligendo il divertimento che ne consegue. Insomma, un film sicuramente ti rende molto più passivo...
  3. Non sto parlando del tuo caso specifico, solo che mi girano gli "zebedei" quando sento che una campagna, per funzionare bene, deve essere necessariamente un Sandbox. Trovo solo che si si preoccupi più di categorizzare il modo di approcciarsi al gioco che a giocarlo. Come se fosse più importante capire a che genere appartiene. Capisco la comodità del condensare il tipo di approccio in una singola parola (etichettarlo), ma dovrebbe servire solo per capire di cosa si parla, non come se si trovasse nel dizionario. Utile ai fini di un discorso, dannoso perché tende a generalizzare troppo la categoria non tenendo minimamente conto dei suoi sottoinsiemi. Finendo per distorcere la realtà dei fatti. Può essere utile capire che stiamo parlando di "Fantasy", "Sci-Fi", "Steampunk" o "Spaghetti Western", ma se si giudica sempre e solo in base all'etichetta attribuita al prodotto non se ne viene più fuori. A me, personalmente, non è mai piaciuto lo Sci-Fi ad esempio. L'unica campagna Sci-Fi che ho giocato in vita mia (per provare 5e), mi è piaciuta tantissimo, almeno fin dove sono arrivato. Merito del metodo utilizzato? Forse; Merito dell'edizione? Non credo; Merito del DM che è riuscito a trasmettermi qualcosa? Decisamente sì. Questo ribadire il concetto e rafforzare quanto detto in precedenza. Un avventura non funziona perché è Railroadata o è Sandbox, funziona perché appassiona talmente tanto da sentirsi parte di qualcosa anche solo perché si partecipa.
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