Non ti preoccupare, fenna. Ho fatto in tempo a leggere anche la parte sotto spoiler e ho capito perfettamente che non l'hai scritta in tono polemico (al massimo in tono appassionato, perchè si vede che l'argomento è qualcosa a cui tieni molto).
Oramai penso che abbiamo discusso abbastanza da sapere che nessuno dei due scrive per polemica o con cattive intenzioni.
Al massimo ci si lascia trasportare dall'emotività del momento. ^ ^
Quello che scriverò di seguito, dunque, non nasce dalla voglia di far polemica, dalla voglia di fare il bastian contrario o per cercare giustificazioni a comportamenti scorretti e/o sbagliati. E' un semplice tentativo (come quello della mia precedente risposta) di analizzare con lucidità il problema della comunicazione quando si affrontano certi argomenti su un forum.
Riguardo all'arricchimento personale, è reciproco.
Non a caso ho scritto precedentemente che sono articoli come questo che aiutano a comprendere e a migliorarsi. Confrontandomi con giocatori radicalmente diversi da me, negli ultimi 5 anni ho imparato più cose sul gdr di quanto non le abbia inparate nei 15 anni precedenti, proprio perchè mi sono confrontato con molti utenti come te che hanno avuto la pazienza di spiegarmi questioni e concezioni che mai prima avevo sentito nominare (basta citare le teorie forgite). E si impara 100 volte di più da una persona che ha la pazienza di spiegare (anche se ha una visione del gioco radicalmente differente), piuttosto che da persone che la vedono esattamente come te o da persone che, invece, reagiscono male se uno ha un'opinione diversa dalla loro.
Fatte queste precisazioni...
Quanto ho scritto nel mio post precedente non erano scuse per giustificare i comportamenti scorretti e non sono stati scritti con questa intenzione. I comportamenti scorretti rimangono scorretti. Il mio post non rende meno vero quanto tu hai scritto. Semplicemente, il mio post mirava a far comprendere come nei dibattiti fra persone le cose non sono così semplici come vorremmo. Quasi mai è possibile identificare in un attimo il "colpevole" che fa deragliare il dibattito in flame. E' ovvio che la gente dovrebbe prendere l'abitudine di parlare solo quando sa le cose, questo è cristallino, ma è anche vero che, spesso, la gente fraintende ampiamente quanto le altre persone gli stanno dicendo.
Sarebbe bello se fosse facile decretare al volo se una persona ha o meno giocato a un gioco. Tu usi la questione del "gioco giocato" come metro di paragone ideale e assoluto per determinare se uno sa di cosa sta parlando. E' vero, spesso, è un mezzo che serve per ruscire a distinguere se uno sa o meno di cosa sta parlando ma, come tutte le cose in questo mondo, nemmeno questo metro di paragone è assoluto.
Spesso i giocatori non si rendono conto che idealizzano il modo in cui un gioco va giocato e giudicano qualunque esempio fatto da altri come errato se non corrisponde alla loro visione idealizzata (è un errore che commette sia chi elogia un gioco, sia chi lo critica). Un giocatore ha appreso un modo diverso di giocare a un gioco? Allora l'ha giocato male, l'ha capito male o magari non l'ha nemmeno giocato. Si casca nell'errore di decretare subito che un giocatore non sa di cosa parla, solo perchè la descrizione fatta da quel giocatore non corrisponde alla visione ideale che ne ha l'altro interlocutore.
Ma facciamo un esempio pratico, così da capire cosa intendo.
Anni fa mi è capitato di conoscere alcune persone che giocavano a Vampiri: la Masquerade in maniera simile a come giocavano a D&D: stile iper-combattivo, disinteresse per la trama, focalizzazione solo sul min-max e le build dei PG, Cronache basate solamente sull'esplorare un luogo dopo l'altro alla ricerca di nemici da abbattere, PX assegnati per il combattimento (ciò che i PG apprendevano e ciò che le storie riguardavano era tutto fatto incentrare sull'abilità combattiva degli stessi).
Considerando che Vampiri non è nato per questo, sarebbe stato possibile sostenere che i giocatori hanno imparato male il gioco? A primo acchito ai tempi io pensai che la risposta fosse sì, che avessero semplicemente mal interpretato il regolamento forzandolo per trasformalo in D&D. Poi, però, mi sono reso conto che, non solo quei giocatori conoscevano benissimo il regolamento di Masquerade, ma che erano pienamente consapevoli che tradizionalmente il gioco era giocato in modo diverso. Sostanzialmente, se ho compreso correttamente il significato di questa parola, loro "parpuziavano" Masquerade per giocare come piaceva a loro. Ma questo li rendeva persone che non conoscevano il gioco?
In un dibattito, giocatori simili possono essere accolti come persone che sanno di cosa parlano in merito al regolamento di Maquerade, oppure sono da decretare come persone i cui "esempi di gioco giocato" dimostrano platealmente che il gioco vero non lo conoscono?
Perchè, nel caso di questo esempio specifico, entra nel dibattito la questione più generale del "parpuziare un gioco equivale a giocare a quel gioco o giocare a un gioco diverso?". Attenzione anche qui a non dare una risposta secca, perchè non è così semplice. Difatti, non è vero che tutti sono concordi su questo tema. Molti danno per scontato che parpuziare un gioco sia giocare a un gioco diverso, quasi si tratti di una verità oggettiva accettata da tutti (mentre è la loro posizione da loro idealizzata), mentre molti altri reputano che parpuziare un gioco sia giocare sempre a quel gioco.
Argomenti delicati, che mostrano come in realtà non sia così semplice individuare la verità oggettiva che consenta ai partecipanti a un dibattito definire cosa è oggettivamente corretto e cosa è oggettivamente sbagliato.
Piuttosto ci sono gruppi di persone che ritengono oggettiva una loro verità e altri gruppi che ritengono oggettiva un'altra verità.
E così, in base alla "verità" che ognuno decreta per sè stesso, in un dibattito le persone decidono come interpretare l'esempio di gioco giocato portato da altri giocatori. Come tu stesso scrivi, l'esempio di gioco giocato rimane il migliore strumento per consentire alla gente di parlare di argomenti spinosi, rimanendo il più possibile sul concreto. Il mio intento, però, è metterti in guardia sul fatto che nemmeno questo metodo è perfetto, perchè anche gli esempi di gioco giocato non sono verità assolute che tutti interpretano allo stesso modo.
Basta vedere quanti topic vengono riempiti di discussioni infinite sull'interpretazione di un regolamento, per capire come anche le cose scritte nere su bianco (per definizione quelle che, in teoria, dovrebbero essere l'incarnazione stessa dell'oggettività) non sono interpretate dalla gente allo stesso modo. Niente viene interpretato dalla gente allo stesso modo.
La nostra esperienza soggettiva influenzerà sempre il nostro giudizio, anche quando si discute di cose pratiche e visibili a tutti.
E nonostante, è vero, le cosiddette "mentalità" sono state da molti usate come scuse per giustificare i discorsi più assurdi, sono cose che realmente esistono, piaccia o meno. Non si tratta di una questione che vale solo per i Gdr. Prendi due appassionati di musica Rock che provengono da esperienze diverse e vedrai che si metteranno a discutere su quale sia il rock migliore, quello odierno, quello degli anni '70 o il metal degli anni '80. Prendi due elettori italiani e vedrai che si uleranno in faccia ogni tipo di giustificazioni sul perchè la destra è meglio della sinistra e viceversa.
Tutto questo temone non lo scrivo per cercare di trascinarti in un infinito dibattito sul tema o per cercare di trovare una giustificazione alle numerose scorrettezze dialettiche che molti utenti hanno fatto, fanno e faranno nei dibattiti sul Gdr. Purtroppo ci sono in giro numerosi utenti che, consapevolmente, fanno post assurdi (chi vuole può decidere che io sia uno di quelli, non mi offendo ) per darsi un tono o per fare il troll. Questo temone è scritto per cercare di mettere in evidenza il fatto che giudicare la gente non è così facile.
Ok consigliare di utilizzare gli esempi di gioco giocato per spingere la gente a rimanere il più possibile sul concreto...
Ma occhio con il rischiare di far credere alla gente che sia così semplice giudicare gli altri in base a quello che scrivono.
E' molto facile pensare che, solo perchè una persona non risponde a un tema nel modo in cui ce lo immaginiamo noi, questo implichi che tale persona non ne capisca un cavolo. Più difficile è considerare il fatto che in giro non sempre esiste una sola verità, un solo modo di giocare, un solo modo di interpretare una regola, un solo modo di considerare la pratica del Gdr, un solo modo di valutare un esempio di gioco giocato, ecc.
E' tanto facile convincersi che il proprio modo sia il modo giusto, quanto è facile andare in giro a sparlare di cose che non si sanno.
Gli errori e i discorsi scorretti non li fanno solo coloro che vanno in giro a scrivere di cose che non sanno, ma anche coloro che ritengono che ci sia un solo modo giusto per fare le cose.
Per scorrettezza, ovviamente, parlo di scorrettezze dialettiche, ovvero nel modo in cui ci si comporta (indipendentemente che si sia consapevoli o meno, che si abbiano buone o cattive intenzioni) quando si discute con gli altri.
Il modo ideale di discutere?
Parlare delle cose concrete, come dici tu, ma non essere frettolosi nel giudicare gli altri; avere l'umiltà di imparare da chi ne sa di più, come dici tu, ma essere in grado di apprezzare l'opportunità di interpretazioni creative e anti-conformiste di chi sceglie di provare strade nuove usando lo stesso gioco; spingersi a provare prima di parlare, come dici tu, ma essere anche pronti ad accettare il fatto che l'esperienza pratica di ognuno è diversa da quella degli altri (dunque gli esempi di gioco giocato possono differire per via del modo diverso in cui si è vissuto il gioco, e non perchè non lo si è giocato o lo si è "giocato male"); aspettarsi che la gente s'informi prima di parlare, come dici tu, ma accettare anche il fatto che nel mondo là fuori ci sono tante visioni diverse delle cose e che non necessariamente la propria definzione è riconosciuta come oggettiva da tutti.
Tutto questo temone è, ovviamente, frutto della mia personale opinione.
Non sei costretto a replicare, se non vuoi, e non voglio trascinarti in un dibattito infinito sul tema, incasinando il tuo blog. Ho voluto semplicemente precisare la mia posizione e cercare di sensibilizzare verso una ulteriore riflessione, così come il tuo articolo ha spinto me a riflettere sugli argomenti che hai portato.
Per discutere più dettagliatamente di simili argomenti, nel caso avremo in futuro molti altri topic in giro per il forum da utilizzare. Ti ringrazio comunque della preziosa opportunità di riflessione.