Ho finito di leggere "un ultimo giro di giostra"...meraviglioso. 
 
MA con lo stesso dilemma di tutti i libri del genere. 
 
Un ultimo giro di giostra di Terzani, E venne chiamata due cuori della Morgan, L'anno della lepre di Paasilinna...e molti altri che ho letto...e che tanti altri hanno letto, che anche se per motivi diversi, hanno lo stesso comune denominatore: Il ritrovare se stessi e la propria serenità al di fuori di quella che è la vita che facciamo attualmente. 
Terzani, a causa del cancro, gira il mondo e torna, sebbene con motivazioni non di lavoro ma di speranza in luoghi meravigliosi e terribili al tempo stesso ma che ci affascinano e ci fanno dire "anche io lo farò". Paasilinna racconta come un uomo ritrovi se stesso e capisca quali siano le cose veramente importanti, che guardacaso non sono il posto fisso, i soldi, la reputazione...inseguendo una lepre e vivendo nei boschi, da solo...e noi a dire "anche io lo farò". 
La Morgan con "e venne chiamata due cuori", storia vera, magari romanzata dalla stessa protagonista, ma vera, ha la possibilità di capire la "verità" quando suo malgrado viene costretta a vivere in mezzo agli aborigeni....e noi a dire "ahhh fosse capitato a me"...poi rifletti, e non capisci perché la Morgan dopo una esperienza che starvolgerebbe il concetto di esistenza anche ad un topomuschiato...decida di tornare a fare la vita di prima...pari pari. Terzani, buon anima, è invece comprensibilmente pronto a tornare a casa, per morire. Paasilinna...non so. Potrei aggiungerne altri, come Bruce Chatwin...meravigliosi i resoconti dei suoi viaggi, finisci di leggere un qualsiasi suo libro e pensi: "anche io lo voglio fare"...poi scopri che il Sig Chatwin è sempre stato ricco di famiglia, non ha mai dovuto lavorare, viaggiava avendo alle spalle un conto bancario che gli averbbe permesso di far fronte a qualunque emergenza....e pensi: "si ma così  è facile". Scopri, se hai voglia e tempo di leggere che la maggior parte di questi "miti" dell'illuminazione, del viaggio in se stessi, (e qui non sto parlando affatto di Terzani che sebbene benestante ha lavorato tutta la vita) erano ricchi di famiglia....e ti chiedi se avrebbero fatto le stesse scelte, le stesse considerazioni, e soprattutto, avrebbero avuto la possibilità di fare quello che hanno fatto se bnon avessero avuto il culetto coperto? E allora ti consoli per non aver deciso di fare come loro, subito finito di leggere il libro, ti consoli del fatto che stai continuando con la tua vita insulsa di borghese piccolo piccolo, tanto per fare un'altra citazione. 
Però alcune volte ti fermi e pensi....molti di quelli che lo hanno fatto, magari non erano né ricchi di famiglia, né comunque dei privilegiati...solo che non tutti nascono scrittori e non tutti, pur potendo, hanno intenzione di comunicare al mondo che loro sono felici...fosse anche per non avere nessun curioso che voglia magari andare a rompergli le balle là dove si è rifatto una vita. 
Quello però che non capisco, e parlo per esperienza diretta, è la scelta di dire e professarsi in un certo modo, di dire di condividere dei concetti delle "scelte di vita" di dire che le si ritengono giuste e che si cerca di attuarle nella propria vita, quando invece , in pratica, non è vero. 
A che serve essere, non dico seguaci, non ferquento persone, almeno che io sappia, che si professino seguaci di qualcosa o di qualcuno, ma sostenitori di certe tesi o di certi modi di vivere o "direttive", si. 
Dicevo, a che serve professarsi simpatizzanti di Osho, piuttosto che buddisti, piuttosto che zen, o aver scelto di diventare un sanyasi (per chi sa cosa significa, anche Terzani lo era), e professare tante belle e giuste cose....e poi "scannarsi" per 400 euro in più o in meno al mese, o "bloccarsi la strada" impegnandosi in un mutuo trentennale, o trattando gli altri dall'alto in basso, con superiorità, o non frequentando le persone o in ogni modo cercare di fare "la bella vita", se mi passate l'espressione generica per intendere un concetto molto più ampio. 
Non lo sopporto. Io non mi professo nulla, cerco di prendere e far rendere quello che di buono la vita , tramite le esperienze dirette, la coscienza e perché no, i libri, possono "insegnarmi", e nel mio piccolo cerco di applicarle...anche perché solitamente è facile applicare regole che si condividono. Poi però pensi di aver trovato delle persone che DICONO di fare lo stesso....e ti trovi a litigare per delle cavolate e farti rovinare le giornate da cose che in realtà non hanno molto di importante...dal tuo punto di vista ovviamente, perché per gli altri non è così. E così  stai male due volte: Perché devi combattere per cose inutili (a tuo modo di vedere) e combattere contro la consapevolezza che la maggior parte delle persone parla parla parla...ma alla fine il loro unico desiderio è : villa a schiera, buono stipendio, due macchine, un gatto e un cane, vestiti alla moda o fintamente "controcorrente" per illudersi di essere originali...e magari due figli, bravi naturalmente, senza grilli per la testa, 15 giorni di ferie all'anno...cuba, canarie, maldive, new York....  
Io questo non lo voglio...ho viaggiato parecchio, non quanto avrei voluto, ma ho messo il nasino fuori di casa, e ho passato anni a cercare persone che condividessero questo spirito...poi ci rinunci, perché a parole, amici o compagna che sia, condividono...poi però tutti sulla strada della villetta, del mutuo, delle ferie, del buon lavoro ecc ecc... 
E ti ritrovi a capire che se mai avrai il coraggio (si perché di coraggio si tratta) di mollare tutto e cercare qualcos'altro che ti permetta di realizzarti, qualunque modo esso sia e qualunque sia la strada da percorrere...è DA SOLO che dovrai farlo. Nessun sostegno da parte degli "altri". 
A me, in fondo, basterebbe fare come ha fatto Terzani in "un ultimo giro di giostra"...ma senza cancro. 
 
ciao