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I miei racconti


Messaggio consigliato

questo pezzo è tratto da un libro che sto scrivendo per i fatti miei.

Bravil più che una città sembra un ideale comune, Bravil " la città degli umori", come la chiamano alcuni potrebbe esserela verità: se tu ridi, piangi o altro Bravil lo è con te.

molti la considerano come una moglie fedele, se le sei fedeleavrai una vita felice, ma se non lo sei potresti non conoscere la felicità.

per essene cittadini non basta vivere a Bravil, ma sentirsi cittadino di Bravil, come dicono alcuni, molti se ne vanno dalla città e altri ci vanno ad abitare, è un viavai di razze a non finire, ma solo chi si sente un cittadino di Bravil ci rimane ad abitare.

molte persone la considerano inutile, altre la vorrebbero radere al suolo, ma non sanno che non si può distruggere, Bravil è un ideale infinito, ha avuto inizio, ma non avrà mai una fine.

Forse è la città più caratteristica del mondo, è più unica che rara, perchè nessuno è più attaccato a una città come quelli che visitano Bravil, non è per le sue opere d' arte, ma per i suoi cittadini, il suo modo di vivere che è il più caratteristico, un modo di vivere che non rinascerà in un' altra città nemmeno tra mille secoli.

Al contrario di molte città Bravil non si può visitare con la mente, anzi non sarebbe proprio possibile, si visita solo entrando in quel modo di vivere che sembra comune, ma invece non lo è perchè nessuno può vivere come lo fa un cittadino di Bravil.

La sua storia è molto recente, ma il viavai di gente, oppure come lo chiama chi ci abita, il "fiume" la ha fatta crescere con una mentalità che la ha quasi animata, mentre tu lavori Bravil danza e si unisce ai suoi cittadini per aiutarli e ridere con loro.

nessuno vive come pochi, ma quelli di bravil lo fanno cento volte meglio, la maggior parte è gente semplice, ma nessuno riesce vivere come loro, spontanei fino all' ultimo dei loro pori riesce a vivere la propria vita in un modo che pochi riescono a fare,

si vive e si muore, ma come si può vivere per un' ideale si chiedono taluni, solo chi ci vive può saperlo e tutti i suoi cittadini lo sanno, perchè è una delle cose che li fa felici, non pensate a cose triste, così Bravil, che è come una bambina non è costretta a piangere con voi.

pensate ragazzi, pensate, perchè la vita e la morte non valgono molto di fronte all' immortalità dell' ideale di bravil, pensate perchè si vive e si muore, solo poche persone lo capiscono, ma il destino può saperlo ancora prima di noi, pensate.

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Principali partecipanti

Ciao, io non sono qui per giudicare il tuo pezzo perchè non me ne intendo, però volevo dirti che il nome "Bravil" è il nome di una città del videogioco "Oblivion" e penso che ci sia il copyright quindi se hai intenzione di pubblicare il tuo racconto credo sia meglio che cambi nome..:bye::bye:(potrei anche sbagliarmi sul fatto del copyright):bye::bye:

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Primissima osservazione: dopo il punto devi mettere una maiuscola.

Seconda osservazione: utilizzi solo le virgole ed i punti, ma esistono diversi altri segni di punteggiatura.

Terzo: la forma e la punteggiatura sono davvero da sistemare. Se vuoi qualche piccolo aiuto te lo posso dare, ma, in fin dei conti, sei tu a dover ri-elaborare e riscrivere non il sottoscritto.

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ecco un racconto in cui mi vedo in scena, se qualcuno si vuole unire lo dica

capitolo 1- quando scende il sole

il sole stava tramontando velocemente e una figura ammantata di nero stava camminando lentamente.

sotto il chiaro della luna quella figura sembrava ... spettrale; era come uno spettro che camminava sulla terra.

il paesaggio sembrava avvizzire durante il suo passaggio ed emanava una forte aura di malvagità.

al mattino arrivò ad un villaggio, la gente guardava quella figura con occhi pensierosi: Chi era quell' uomo? Che vuole da noi? perchè è qui?

dopo qualche attimo la figura disse lentamente: qesto posto diventerà il mio nuovo covo e voi morirete tutti.

prima che potessero chiedergli spiegazioni una densa massa nera come la pece si diramò dal corpo dello straniero, uccideva ogni cosa che incontrava, non faceva distinzioni, così dieci minuti dopo tutti gli esseri viventi e le piante nei paraggi del villagio erano morti, tutti e tutto, o meglio tutti tranne uno.

L' oscura figura incominciò ad abbassarsi il cappuccio e con immenso terrore dell' uomo il volto era scheletrico, qualcosa che non poteva essere naturale, ora la figura oscura era troppo impegnata a pronunciare parole incomprensibilida accorgersi che l' uomo stava scappando, ebbene, si sarebbe vandicato, avrebbe ingaggiato qualcuno per vendicare il villaggio, così scappò da quella landa desolata.

quando il sole incominciò a tramontare dello sconosciuto non c' era più traccia, ma una grotta era comparsa nella montagna nei pressi del villaggio.

La nebbia era comparsa e avvolgeva tutto in un' alone di mistero che solo poche persone sanno scoprire, come se ci fosse una verità dietro la verità.

la notte era più buia del solito e la luna era completamente scomparsa e al posto dei cittadini del villaggio vi erano una montagna di corpi lasciati ai vermi e alle intemperie.

Il giorno dopo un gruppo di avventurieri si avvicinò alle macerie di quello che un tempo non tanto distante era un villaggio felice.

si inorridirono vedendo tanta carneficina, ma la cosa più strana era che i corpi non presentavano ferite di alcun tipo, erano completamente intatti e se fosse stato un mostro vi sarebbero state delle ferite... ma... niente, niente di niente, era come se fossero solo addormentati.

così si girarono per andarsene; ma in quel momento tutti i cittadini si alzarono, un pallore immenso era attaccato alle loro carni, che ora avevano infranto la barriera della morte, ora la morte non li avrebbe più colpiti perchè erano già morti.

I quattro erano un po' spaventati, centinaia di cadaveri si erano alzati e ora si dirigevano verso di loro per ucciderli, no poteva essere vero, non ci credevano, non poteva essere vero, così immersi nella paura perirono sotto ai colpi degli abitanti che erano armati degli atrezzi agricoli che avevano posseduto in vita: falci, falcetti, accette, forconi e qualcuno aveva addirittura una spada.

Il tramonto eterno era arrivato sulle loro mortali vite, nulla poteva contrastare chi aveva oltrepassato la barriera della morte, i morti ormai camminavano, ma solo pochi di quei morti aveva abbastanza intelligenza: i vampiri e i lich; i primi sommersi di debolezze, mentre i secondi tramavano piani eterni per aumentare il proprio potere, le proprie ricchezze e i propri poteri, e il nostro signore oscuro faceva parte dei secondi.

ormai la morte non poteva più colpirlo ormai era immortale nel vero senso della parola.

Pace ai morti e lunga vita agli immortali.

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divido il mio commento in due, per cercare di esserti concretamente d'aiuto nella prima parte e di dare un'impressione, mia personale, nella seconda.

devi prestare grande attenzione quando scrivi, non è una cosa da poco. cerca di rileggere attentamente, più e più volte. non dico tu non lo faccia già, dico solo che non sembra. ci sono alcuni errori evitabili con un po' di attenzione: "erano completamente intatti e se fosse stato un mostro vi sarebbero state delle ferite", "così immersi nella paura soccombettero ai colpi degli abitanti" (peraltro, "soccombettero" è molto brutto, se vuoi mantenere un po' di particolarità puoi usare "perirono"). ci sono diversi refusi e alcuni errori di forma che tengo a sottolineare: dopo l'apostrofo non devi mettere lo spazio (es. "L' oscura figura" è "L'oscura figura"), e non è necessario aggiungere una "d" tra due vocali quando queste non sono uguali (es. "ad un villaggio" puoi tranquillamente scriverlo "a un villaggio", la pronuncia della lingua italiana non prevede rischi di mescolanza tra i suoni delle vocali.. ben inteso, non è un *errore*, però sarebbe meglio se lo evitassi). un'ultima cosa, evita l'uso dei puntini di sospensione: non servono ad accrescere l'attesa, sono inflazionati (anche da me, nelle comunicazioni normali, ahimé) e, in una parola, sono inutili.

detto questo, ti dò la mia opinione personale. non mi piace il racconto, non mi piace lo stile, non mi piace la concezione che tu hai del male. sei sbrigativo, non intravedo in quello che scrivi una motivazione per le azioni dei protagonisti che vada al di là di "io sono il male e faccio il male", non si intuisce un disegno generale, qualcosa che trascenda gli eventi narrati e che invogli il lettore ad andare oltre, a saperne di più. probabilmente sono influenzato da un diverso approccio alla malvagità rispetto al tuo, ma resta il fatto che è banale dipingere il male come fai tu: i personaggi malvagi non necessariamente vanno in giro con *malvagio* tatuato in fronte, non sono necessariamente portati a gesti plateali, non sono necessariamente *oscuri*. insomma, seguo quello che scrivi da quando sei qui sul forum e ho l'impressione che tu abbia un'idea un po' troppo semplicistica del bene e del male, forse ti farebbe bene (autoristicamente parlando) cercare delle variazioni, sperimentare nuovi personaggi, provare le sfumature. ecco, le sfumature, questo è quello che manca nel tuo scrivere.

spero di aver fatto una critica costruttiva.

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Riguardo la prima parte della risposta di Raemar non posso che concordare.

Riguardo la seconda in parte discordo: vero che il racconto non mi è piaciuto, vero che lo stile è macchinoso e da sistemare, vero che hai una concezione di male e di bene forse troppo semplicistica, ma è anche vero che questo è il tuo secondo scritto.

Considerate queste cose ti dico:

rispetto al primo "racconto" (tra virgolette perchè data la lunghezza degli scritti non può essere considerato tale) è meglio. Si vede che ti sei maggiormente impegnato.

Continua a scrivere e accetta le critiche ed i commenti di tutti in modo costruttivo. Non farti fermare da pesanti osservazioni e continua a lavorare.

E' solo il tuo secondo scritto, quindi hai ampissimi spazi di miglioramento.

Quindi: scrivi, scrivi, scrivi e leggi, leggi, leggi....

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Riguardo la seconda in parte discordo: vero che il racconto non mi è piaciuto, vero che lo stile è macchinoso e da sistemare, vero che hai una concezione di male e di bene forse troppo semplicistica, ma è anche vero che questo è il tuo secondo scritto.

non vedo bene in cosa discordi ;-), non ho certamente fatto la mia analisi nel tentativo di stroncare l'autore, quanto piuttosto cercando costruttivamente di fargli vedere le cose da un altro punto di vista (non necessariamente migliore, semplicemente diverso). altrimenti, non mi ci sarei nemmeno messo.. :-)

:bye:

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non vedo bene in cosa discordi , non ho certamente fatto la mia analisi nel tentativo di stroncare l'autore, quanto piuttosto cercando costruttivamente di fargli vedere le cose da un altro punto di vista (non necessariamente migliore, semplicemente diverso). altrimenti, non mi ci sarei nemmeno messo..

Ok...concordo pienamente con Raemar ;-)

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L'idea del racconto non è affatto male, anche se la forma è molto da migliorare. Hai ricevuto già buoni consigli da chi ti ha risposto prima di me.

Al di là di questo, dovresti probabilmente approfondire un po' di più i fatti e soprattutto i personaggi: succedono molte cose in poche parole.

Ad esempio, se ho ben capito (ho letto molto velocemente), c'è un solo uomo che è sopravvissuto allo sterminio magico del villaggio, e ha giurato di vendicarsi. Questo è interessante, forse dovresti spendere qualche parola in più su ciò che quest'uomo prova, o anche descrivere come è fatto. Aggiungere dettagli insomma, che completino il quadro. Altrimenti rimane tutto come una sequenza di avvenimenti e affreschi un po' astratti.

Ti consiglio di riscrivere da capo lavorando radicalmente sulla forma. L'atmosfera che costruisci è abbastanza valida, e le immagini evocate da alcune descrizioni non sono inefficaci, quindi non scoraggiarti.

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Era un pomeriggio assolato in una mite mezzestate, il cielo era libero, a parte qualche nuvoletta che vagava libera nel cielo; gli uccellini erano contenti e svolazzavano liberi senza un solo problema.

Tutto il mondo era felice... tuttoooooo... sbagliato, c' era un tetro maniero dove risiedeva un malvagio signore del male... mmmm... scusate, abbiamo sbagliato copione.

Le avventure di nonno pipa parte 1

La nostra vicenda inizia in un pacifico villaggio di campagna, quasi isolato dal mondo; la vita si svolgeva tranquilla e nonno pipa fumava tranquillo.

Nonno pipa, era un vecchio che un tempo era stato un avventuriero; ora si godeva la sua vecchiaia nel migliore dei modi: gli bastava una sedia a dondolo e la sua famosa pipa centenaria, che prima era apparteuta a suo padre, a suo nonno, al padre di suo nonno, al padre del padre di suo nonno... ora però lasciamo stare la parentela e andiamo avanti.

Aveva i lunghi capelli legati a formare una coda di cavallo, come nella sua barba, c' erano rimasti dei capelli ancora neri, come la sua criniera di un tempo.

Il suo naso era piccolo e sottile, la sua bocca era sempre impegnata a fumare con la pipa, e ogni tanto riusciva a sbuffare qualche scultura di fumo, ogni volta variavano, da il goblin, alla fanciulla oppure qualche occasionale spada.

Ad un tratto uno straniero arrivò al villaggio, nonno pipa lo guardò un po' perplesso, di solito gli avventurieri non passavano da li, solo le carovane.

dopo essersi tolto il cappuccio parlò da sotto l' armatura: "sono venuto da molto lontano per sfidare un uomo, tutti lo chiamano Artur pipa, qualcuno di voi lo conosce? Varie fonti me lo hanno confermato."

Nonno pipa si alzò lentamente, andò sul retro e prese l' ascia della legna;

uscì fuori e disse: "Una volta mi chiamavo artur, ma adesso sono solo nonno pipa"

"Nonno pipa?"

"è il soprannome che mi hanno dato i miei nipoti, se non ti dispiace vorrei combattere, mi hai sfidato e io ha raccolto la sfida".

"Ok, iniziamo"

Per vari minuti i colpi volavano in quella strada, nonno pipa e lo straniero stavano combattendo con ferocia, ma sembrava che lo straniero non riuscisse a colpire nonno pipa, nonostante fosse in pensione non aveva perso la grinta che lo spingeva a combattere contro i mostri.

un' ora dopo si concluse il duello con lo straniero che ansimava, sbandava e non riusciva più a tenere la spada in mano.

"Vedo che il vecchio trucco dello spaccio delle energie è riuscito alla perfezione, in ogni colpo devi usare soltanto una piccola parte della tua energia, per fortuna sono riuscito ad effettuare lo sbando, un colpo che toglie la stabilità delle gambe di che lo subisce... ho deciso ragazzi, riparto come avventuriero, ma da adesso sarò solo nonno pipa, non di più"

I suoi preparativi furono molto lenti, perchè il fabbro insistì per forgiare l' equipaggiamento per il vecchio, così parecchi giorni dopo partì indossando una nuova cotta di maglia e imbracciando uno scudo e una spada di ottima fattura, quello è stata un regalo del villaggio.

così iniziano le avventure di nonno pipa, un vecchio che entrò nella leggenda, diventando un grande eroe.

fine prima parte, ci vediamo

:bye::bye::bye:

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