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L'arrivo a Pontello


Dado-20

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Il buon Theodorius era seduto sotto un ciliegio, mentre l'ombra veniva ad avvisare l'erba che presto sarebbe calata su lei la sera.

La città di Pontello, qualche miglio più a nord e qualche metro più in basso, cominciava a vestirsi della luce delle lanterne, delle torce e delle fiaccole che avrebbero illuminato le principali vie durante la Sagra di Primavera, la festa più sentita dell'intera vallata.

Il giovane elfo, con un lento movimento, si alzò da sotto l'albero e si avvicinò al focolare acceso poco prima mentre la sua mano cominciava a frugare dentro le tasche, alla ricerca di qualcosa. Si inginocchiò esattamente di fronte al focolare e con un rapido gesto del polso cosparse gli ultimi tizzoni accesi di una polvere scura, probabilmente ottenuta frantumando alcune rocce magmatiche.

In pochi istanti il focolare scomparve, lasciando al suo posto solo un mucchietto di cenere nera, che prontamente il mago raccolse e mise dentro una piccola scatola di legno.

Un rumore, sordo e lieve, raggiunse le sue lunghe orecchie e immediatamente la sua attenzione si indirizzò ai pochi alberi che lo circondavano. Un fruscio, seguito da un altro ancor più forte, lo costrinsero a volgere lo sguardo sopra di lui, mentre una figura scura si lanciava dagli alberi esattamente dietro alle sue spalle.

Uno scintillio divampò dalla mano di Thoedorius e una palla luminosa ricoprì l'intera zona, permettendo ora al mago di riconoscere la figura apparsa.

“Sei arrivato tardi” - sbottò il mago.

“Sono arrivato ancora prima di te. Dovresti prestare più attenzione alle tue spalle, Theo. Sai che non posso salvarti sempre” - rispose l'altro, con un sorriso talmente sprezzante che lo stesso elfo dovette trattenersi per non andare in ira.

Theodorius riacquistò presto la calma e dando le spalle al nuovo arrivato cominciò a frugare in un sacchetto, tirando fuori un ciuffo di peli equini.

“Ecco qui! Adesso andiamo.”

“Non voglio più farlo! Mi rifiuto.” - rispose l'ospite in modo deciso.

“Ho dovuto viaggiare fin qui da solo e ora tu, come promesso, farai quello per cui siamo venuti”. Il mago ora sembrava molto più sicuro nelle sue parole, tanto che il nuovo arrivato non poté fare a meno di acconsentire con il capo e volgersi verso Pontello.

“Resta il fatto che comunque mi oppongo ad ucciderlo.”

“Se mai si dovesse rendere necessario, sarai tu stesso a chiedermi il permesso di farlo” - concluse il mago, pronunciando poi strani suoni e gettando in aria il ciuffo di peli che aveva recuperato poco prima.

Dal nulla, fiero nella postura e saggio nello sguardo, apparve un destriero che il mago e il suo amico montarono insieme, mentre il campanile in lontananza annunciava che mezzanotte era giunta.

In pochi minuti i due arrivarono a Pontello, superarono il portone di cinta e si diressero verso il quartiere ovest, sul fiume, cercando di evitare la via commerciale dove c'era la maggior parte dei venditori ambulanti.

Infine giunsero in una piccola piazzetta, illuminata dalla luna che si rifletteva sui vetri della casa di fronte, e qui scesero da cavallo e si diressero verso un grosso portone di pino, giusto sotto il porticato. Thoedorius, con un gesto della mano, fece allontanare il cavallo e si diresse subito dopo verso il portone dove busso per tre volte, crescendo di intensità. Il nulla e poi una voce.

“Chi disturba?”

“Theodorius Nutherulensis e il suo amico”.

Ancora il nulla e poi un suono metallico. Il portone si aprì lasciando uscire la luce dell'abitazione e illuminando i volti dei due personaggi.

“Prego, entrate” - disse uno gnomo buffamente vestito - “lui vi aspetta già da tempo”.

In silenzio il giovane mago elfo e il suo amico si diressero lungo il corridoio e si fermarono in prossimità della seconda porta sulla destra. Lo gnomo bussò, entro richiudendo la porta e subito dopo la riaprì.

“Il Gran Maestro vi accoglie” - proclamò lo gnomo con somma enfasi.

“Entrate, amici e ditemi cosa vi angustia questa volta.” - disse una dolce voce da dentro la stanza.

Theodorius entrò nello studio, sedendosi su una delle comode poltrone e lo stesso fece il suo amico, ma in modo molto più cauto e sospettoso.

“Dice di aver trovato una nuova faccia, questa volta” - disse il mago quasi piangendo - “io non so più cosa fare!”.

“Non è proprio così” - sbottò l'amico - “Io sto viaggiando molto ultimamente e ho scoperto che gli insegnamenti che mi avevano propinato da piccolo sono tutte menzogne! Ci dicevano che non saremmo mai potuti cambiare e che il nostro destino era fatto di scelte che già altri prima di noi avevano compiuto. Questo non è vero! Nel modo più assoluto!”. E detto questo si sollevò dalla poltrona e si girò verso il grande studioso che sedeva dall'altra parte del tavolo.

“Mi scusi le spalle, ma guardi qui. Non lì, qui più in basso. Proprio tra il Tredici e l'Uno.” - aggiunse il Dado indicando una piccola escrescenza spuntata tra i due numeri.

“Questo è un Ventuno”.

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Un fruscio, seguito da un altro ancor più forte, lo costrinsero a volgere lo sguardo sopra

Il soggetto è singolare, quindi anche il verbo deve essere singolare...;-)

Sono arrivato ancora prima di te

Toglierei ancora...

Il mago ora sembrava molto più

Parere personale: secondo me l"ora" appesantisce...

In pochi minuti i due arrivarono a Pontello, superarono il portone di cinta e si diressero verso il quartiere ovest, sul fiume, cercando di evitare la via commerciale dove c'era la maggior parte dei venditori ambulanti.

Infine giunsero in una piccola piazzetta, illuminata dalla luna che si rifletteva sui vetri della casa di fronte, e qui scesero da cavallo e si diressero verso un grosso portone di pino, giusto sotto il porticato. Thoedorius, con un gesto della mano, fece allontanare il cavallo e si diresse subito dopo verso il portone dove busso per tre volte, crescendo di intensità. Il nulla e poi una voce.

Avrei messo prima di "infine" non un un punto ma o un ", eliminando quello scritto dopo "cinta", o un punto e virgola (meglio l'"e")

Hai scritto bussò senza accento: errore di battitura...

entro richiudendo la porta e subito dopo la riaprì.

Hai scritto entro al posto di entrò: errore di battitura?

“Io sto viaggiando molto ultimamente e

Eliminerei l'"io"...

A parte queste piccole distrazioni, è un breve scritto decisamente apprezzabile.

L'idea è buona e anche la realizzazione!...

Bravo!...Attendo altri tuoi scritti!...

p.s. bello il finale a sorpresa, non me lo aspettavo...

p.p.s. se ti da fastidio il modo con cui ho commentato, avvisami; in caso contrario, spero di averti dato qualche buon cosngilio...

A presto ;-) (anche se, dopo aver visto a quando risale il tuo ultimo accesso, dubito che ti rivedremo a breve sul forum)..

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