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Largo

Ordine del Drago
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  1. Gabriele Nei giorni successivi mi tengo alla larga da qualunque individuo presente all'interno di Dite. Passo infatti le mie giornate nelle strette vie claustrofobiche della città scrutato ogni minimo movimento sospetto o ascoltando qualsiasi riferimento sinistro. Ciò che viene riportato dalla superficie dagli esploratori mi lascia parecchio incuriosito e di certo non vedo l'ora di avere buone notizie per quanto riguarda uscire da questo buco infernale. Non distinguo le notti dai giorni e dormo davvero poche ore. Quando mi rintano nel mio umile alloggio o in quella simil-specie di cuvetta, troppi sono i pensieri che non danno tregua alle mie stanche membra. Il cacciatore che può controllare i morti? Ma di che diavolo parlava Maddalena?! Sono tante le cose che devo sapere sulla gente di Ivrea. Specialmente con chi ho deciso di mettermi a che fare. Una volta saputo però di una spedizione di ricerca nei piani superiori non posso non tirarmi indietro e comunico a Riccardo che anche io ci sarò. Di a Umberto che verrò anche io. Ora ho delle cose.. ehm.. importanti da fare. Mi dileguo con un sorriso di finta cortesia. Sono di poche parole e di certo non voglio incrociare il mio sguardo ne con quello di Umberto ne tanto meno con quello di Michele. E' più di una settimana che l'unico volto conosciuto che ho è stato quello di Riccardo. Ho preferito evitare l'inquisitore per non affrontare ciò che dieci giorni prima era avvenuto in superficie davanti ai superstiti di Ivrea. Ora il mio pensiero vagava ad una meta fissa. Prima di equipaggiarmi per la ricerca mi dirigo verso Isabella con passo silenzioso e scattante. Come una folata d'aria gelata. Come uno spettro. Una volta trovata la strega la invito ad appartarsi per potergli parlare a quattrocchi. Senorita. Sono tanti i pensieri che in questi giorni mi impediscono di meditare sulle mie preghiere. Rilasso la contro una parete rugosa accedendo l'ennesima sigaretta. Ormai il mio contenitore di latta è quasi vuoto. Spero di trovare altro tabacco una volta risalito sulla terra ferma. Il mio occhio scoperto si fa penetrante come a scrutare ogni minima smorfia di fastidio da parte della donna. Mi guardo intorno rimanendo composto. Di cosa parlava Maddalena? Chi è il cacciatore? Perchè quella donna pensa che tu possa essere così pericolosa? Le mie domande fluiscono a mo di interrogatorio ma poi la mia voce si attenua in modo armonioso. Io non penso tu sia una specie di arma per controllare i morti. Percepisco la tua innocenza e non chiedermi come ma mi sto affezionando a te. Sono anni che il mio egoismo che ormai chiamo amor proprio si sta dedicando ad un'altra entità. Sono proprio i tuoi occhi, motivo di tante persecuzioni, ad aver stregato il mio freddo cuore. Estoy aquí para protegerte. Aspetto che Isabella risponda alle mie parole mentre il tabacco proveniente dalla mia sigaretta si spegne definitivamente tra le mie labbra.
  2. Gabriele @Riccardo De Santis All'ultima affermazione di Riccardo balzo guardandomi immediatamente intorno. Sono rare le volte che le mie membra si agitano per qualcosa, infatti rimango impassibile anche di fronte alla morte stessa ma quella situazione mi ha scosso e non poco. Afferro l'uomo per il colletto del suo indumento superiore per portarlo a pochi centimetri dal mio viso in modo che possa sentirmi solo lui. Sei impazzito? Io scoparm* Isabella?! Quella donna mi ha ammaliato con la sua bellezza. Non provavo questi.... Sentimenti, da quando ero vivo. Sento di nuovo il sangue scorrere nelle mie vene. Digrigno i denti per poi continuare a fissarlo in maniera minacciosa. L'occhio non coperto dalla benda per un attimo si vela di un nero pece. Continuo sviando il discorso. Anche "lui" ha qualcosa da dire. Controparte svitata? Ti conviene non sottovalutarci... .... Il tutto viene interrotto dall'arrivo di Maddalena. Il gesto di togliermi la sigaretta dalle labbra per poi creare quel malizioso atto di carisma misto a sensualità mi colpisce. E' una donna vorace che può conquistarti con uno schiocco delle sue dita. La sua risposta alla mia domanda è abbastanza esauriente. Spie nella setta? Questa gente pare essere molto informata su chi ha accolto nella propria città. Credo che vogliono ottenere qualcosa in più di un semplice atto di generosità. La donna comincia a parlare con Isabella e tranquillizzandola e senza insistere troppo, la strega, si priva della sua benda. Gli occhi di Isabella mi incantano. Nella loro brillantezza il commento di Miss. Schwarz mi lascia perplesso ma la domanda di Riccardo è piuttosto incalzante. Attendo anche io una risposta aggiungendo del mio al quesito posto da Maddalena. Nelle ultime ore ad Ivrea ho visto solo morte senorita Schwarz. Affianco Isabella ponendo le mie mani sulle sue spalle a mo di "protezione".
  3. Gabriele Allontanati da occhi "indiscreti" ne approfitto per darmi una bella rinfrescata. Il calore provocato dalle venature dell'entroterra permettono di vestirmi in maniera più adeguata all'ambiente. Chiedo ad alcuni inservienti di portarmi dei vestiti adatti alla temperatura interna della città di Dite. Mentre mi cambio ripongo in maniera meticolosa in miei eleganti abiti all'interno del doppio fondo della mia valigetta restando piuttosto deluso delle condizioni in cui si sono ridotti. Mi avvicino alle pietre dove Isabella, Eleonora, Dorotea e Riccardo si stanno riposando. Camicia di lino bianca avorio sbottonata in modo da mostrare il mio ciondolo-cimelio; un crocifisso fatto da due bossoli differenti. Pantaloni di stoffa pesante e semiaderenti al corpo con un cinturone piuttosto vistoso dove riporre la mia Radamanto. Bretelle dove, tramite due ganci tengo issata sulla mia schiena il contenitore della mia doppia corona. Capelli legati dietro da una coda e viso scoperto. Il mio occhio cicatrizzato è coperto da una benda nera a mo di pirata. Ormai distrutto dalla fuga da Ivrea e pensieroso per essere tornato nella città di Dite, mi rivolgo a Riccardo mentre accendo una sigaretta. Dal mio contenitore di latta ne estraggo un paio per offrirla al mio amico. Pensi che mi sono messo nei guai sbandierando il fatto che sono un rinnegato di entrambe le fazioni dove ci troviamo? Il mio tono è fermo ma si percepisce il mio nervosismo. Tra una frase e l'altra aspiro avidamente per buttare fuori dai polmoni una grossa quantità di fumo color grigio topo. Non gli do nemmeno la possibilità di rispondere che mi lascio andare ad una fievole risata. Si insomma, sono un rinnegato. Sia il Santo Impero che la setta di Dite ha la propria corruzione. La giustizia divina è un'altra cosa. Purtroppo l'uomo non la comprende e non prenderà mai il posto di Dio anche se è quello che brama di più dall'inizio dei tempi. Basti pensare a Adamo ed Eva. Nulla è cambiato e ora il mondo sta pagando le conseguenze. Continuo a fumare per poi scuotere il capo allontanando questi pensieri. Potrei star qui a parlare per ore e non voglio creare dibattiti. Spero solo che tu ti fidi di me più dei superstiti di Ivrea e detto fra noi... Mi avvicino al suo orecchio in modo che solo lui possa sentirmi. ...Credo che Michele abbia cambiato idea su di me, ma questo non muterà ciò che sono. Il mio compito divino è giudicare le anime che devono marcire all'inferno oltre che placare la mia fame. Il demone che porto dentro di me avvolte prende il controllo della mia persona. E' proprio per questo che tendo a rimanere da solo ma la mia fedeltà è incommensurabile. L'hai provato tu stesso quando ti ho seguito per cercare di salvare Massimo. Il mio volto si cosparge di un velato senso di fallimento misto a tristezza. Con le mani simulo il segno di croce baciando in fine il crocifisso. Ora ha smesso di soffrire pagando con la sua stessa vita. Che riposi in pace. Mi alzo alzando di nuovo il tono di voce e focalizzando la mia attenzione su Eleonora ancora in stato di coma. Mis amigos. Che facciamo se la bambina dovesse improvvisamente svegliarsi? Aspettando una risposta ecco avvicinarsi una donna vestita di pelle. Sinuosa e sensuale si rivela rassicurando Isabella che all'interno della città di Dite ognuno è libero di essere ciò che vuole. Sfioro con una mano la mia benda e tiro un sospiro di sollievo nel credere che in questo luogo non posso venire additato come una sorte di persona maledetta. Di certo sappiamo benissimo di non essere "vivi" e pare che miss Schwarz abbia larghe vedute su chi si trova davanti. Seneorita. Dico scavalcando le parole di Dorotea. Mi inchino sfiorando le mie labbra sulla sua candida mano. Il mio nome è Gabriele Ramirez. Encantado de haberla conocido. Dite non è nuova ai miei occhi e sia io che i miei compagni siamo felici di essere stati salvati dall'attacco della Culla. Noto la preoccupazione di Isabella. Isabella è preoccupata perchè ha conosciuto solo l'ignoranza della gente al di fuori di questo luogo. Non mi stupisce il fatto che vuole celare la sua identità, ma una domanda mi sorge spontanea. Come sa che è una strega? @DM
  4. Largo

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    Magnus Mentre i miei compagni si fanno prendere dal panico azzardando delle risposte e discutendo tra di loro, in quella manciata di secondi scatto insieme al Goliath per fermare il grottesco barbaro. Fermati dannato idiota! Così ci farai ammazzare tutti!!!! Mentre corro alzo la mia bipenne deciso ad arrestare la sua corsa anche con le "maniere forti". @DM
  5. Gabriele Mentre seguiamo Farina e i suoi, piazzandomi in coda al gruppo, alzo il bavero della mia giacca e abbasso il mio cappello in modo da nascondere quasi completamente il mio volto. I ricordi cominciano a raffiorare ma sono ancora troppo sfocati per essere delineati nella maniera più nitida. Di certo sono già stato in questo luogo e ho già familiarizzato con queste persone. Meglio che non mi riconoscano. Voglio mantenere la mia identità più celata possibile. Madre de Dios, che nervoso. @Michele Annuisco senza aggiungere parola e seguo Riccardo. Una volta arrivati davanti l'uomo dall'aria bigotta capisco subito il piano del mio compagno. A stento trattengo una risata ma aspetto che sia lui a portare avanti questo teatro.
  6. Gabriele Camminare per i tunnel sotterranei che conducono alla città di Dite fa rimembrare nella mia mente diversi flashback. Sono posti già visitati ma la mia devianza mentale data dal demone che porto dentro di me e il mio bipolarismo, di certo, non mi aiutano a ricordare. Sono un membro "reietto" di questa setta e non ho mai incontrato Umberto Farina ma ho paura che qualcuno in questa città sotterranea possa riconoscermi e indicarmi come un rinnegato. Diavolo! Già la mia dichiarazione fatta poche ore prima mi ha messo in una condizione di mettermi contro i superstiti di Ivrea. Devo stare attento a ciò che dico e sopratutto tenere Lui a bada. Mi guardo intorno nella fioca luce presente, osservando il più possibile ma la mia mente si sforza di ricordare quando e come sono entrato in quella setta. Del mio passato ricordo ben poco e ogni volta che ripercorro qualche posto appartenuto ad esso cado in una sorta di nervosismo che trapela nel mio volto calmo e rilassato. Faccio poco conto a ciò che ha da dire Umberto una volta presentatosi ma rimango nascosto ai suoi occhi e a quelli dei suoi "scagnozzi" per paura di essere riconosciuto. Una volta presentatosi anche Luca Neri lo scruto dalla testa ai piedi. E' possibile che non ricordi niente? @Master
  7. Largo

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    Magnus L'improvvisa "visita" da parte del nuovo arrivato mi fa andare di traverso la boccata di fumo che avevo appena inalato dalla mia pipa. Balzo da terra estraendo la mia ascia in pochi decimi di secondo e con il cuore sussultante faccio per rispondere quando i miei compagni mi anticipano. E mo questo chi c*zzo è? Rivelati guerriero. Sei qui per uccidere gli orchi? Chi ti ha mandato? Sei solo? La mia ascia e ben impugnata tra le mie mani. Non mi fido degli estranei. Di certo dopo quello che è successo a Bronn non possiamo escludere che qualcuno ci stia seguendo. Guardo fisso negli occhi il barbaro e i miei compagni in attesa di risposta. @Dm
  8. Gabriele Mentre affianco Isabella senza ricevere risposta a ciò che gli sto dicendo, ascolto la discussione avuta dagli abitanti di Ivrea, sempre più spaventati e l'uomo impellicciato che ribadisce di volerci porre il suo aiuto. Che schifo! Cosa devono udire le mie orecchie. Sia il Santo Impero che gli Abitanti di Dite hanno molti difetti. Sono fiero di non far parte completamente di nessuno di questi "schieramenti". Io ho la mia legge, una legge divina che mi è stata donata da Dio in persona. Questa gente non mi ascolterà mai. Per loro sono un eretico se non appoggio completamente il Santo Impero. Che superbia! Quanto peccato. Non si accorgono nemmeno di quanto abbiano torto. Che marciscano all'inferno allora. Mi rivolgo a Isabella sussurrandogli in modo che solo lei possa sentirmi. A grandi linee so chi sei e so cosa hai fatto senorita. Se questa gente sapesse che sei una strega ti farebbe bruciare viva. L'ignoranza mista al peccato corrompe anche il cuore del più forte. In questa apocalisse non esiste umiltà. Ma io non sono così e non so perchè voglio che tu mi creda. Michele spezza il battibecco avuto tra il piccolo gruppo di superstiti e il Verme di Dite. Questa volta mi espongo di nuovo anche io. Con una riverenza esagerata e sbruffona intervengo dicendo. La mia offerta è ancora valida. Abitanti di Ivrea per la vostra incolumità io e Michele, inquisitore della nostra città caduta, andremo con quest'uomo rischiando la nostra vita per assicurarci che voi possiate sopravvivere. Riassumo la mia posizione retta. Sopravvivere. Pregate affinchè sia così. Pregate per le persone che avete perso. Pregate per me e per Michele perchè stiamo rischiando in prima persona per poter sfuggire dal vero male. Dai seguaci del Demonio. Dalla Culla. Questa parte del discorso e spezzata da numerose pause mentre cerco di guardare tutti fisso negli occhi. Mientras esté allí nadie te hará daño. No te preocupes. (Fino a quando ci sarò io nessuno ti farà del male. Non farti vedere preoccupata.) Sussurro infine alla strega con aria di protezione. Accendo un'altra sigaretta nel silenzio venutosi a creare dopo che sia io che Michele siamo intervenuti per trovare la soluzione migliore per tutti. Ora attendo semplicemente una risposta e il consenso, se possibile, dei cittadini rimasti.
  9. Largo

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    Magnus Mentre finiamo senza troppe difficoltà il nemico lancio un gran segno di approvazione per l'ottima mira di Logan gustandomi la scena dell'orco gorgogliante nel suo sangue. Bravi tutti, compagni. La mia sete di vendetta è stata colmata. Dico mentre spappolo la testa dell'orco caduto sotto i miei occhi dalla ascia che impugno ancora saldamente tra le mani. Camminando per la fitta vegetazione scorgo anche io il piccolo monte scuro e ascolto attentamente quello che ha da dire lo stregone. @Denaos Sono d'accordo sul fatto di piazzare una strategia. Nella fortezza di Grull abbiamo avuto fortuna. Questa volta dobbiamo agire in maniera più scaltra. Sfrego le mie mani in segno di voglia di uccidere ancora. Magari Grull è proprio li dentro! Propongo di aspettare notte fonda e sorprendere quei mostri quando meno se l'aspettano. Silenziosi e letali compagni. Aspetto la risposta degli altri mentre mi siedo a terra con aria stanca e decisamente provata. Estraggo pipa e tabacco nell'attesa.
  10. Gabriele La reazione di Michele fa scaturire nella mia persona un senso di offesa. Il demone che porto dentro si placa e scuotendo la testa i miei occhi tornano ad avere il loro colorito naturale mentre il sorriso agghiacciante che disegnava il mio volto lascia spazio ai miei soliti tratti apatici. Alla domanda dell'impellicciato rispondo quasi con disgusto. Non sono nessuno per poter parlare e di certo non copro nessun ruolo per potermi permettere di dire qualcosa ma di certo non sono legato a tutto ciò che Umberto Farina proclama per quanto riguarda la setta. Anche fra gli Abitanti di Dite c'è gente corrotta. Di certo non abbraccio la vostra causa... Continuo guardando tutti. Non sono un eretico badate bene. Non faccio parte di nessun orientamento ne setta. Alcune cose proclamate dagli Abitanti di Dite però vanno a genio a quella che è la mia persona. Sono credente e per voi, abitanti di Ivrea, sono pronto a dare la vita. Detto ciò aspetto che Cesare e gli abitanti decidono su cosa fare e faccio cenno a Michele che la mia proposta di andare con quell'uomo è ancora valida. In un secondo momento noto che Isabella si è allontanata dal gruppo e, allungando il passo, la raggiungo e guardando fisso tra gli alberi gli sussurro. No es fácil ser lo que eres. (Non è facile essere ciò che sei) @Master
  11. Largo

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    Magnus La mia ascia fracassa il cranio della creatura verde mentre vengo pervaso da un senso di appagamento che solo la battaglia sa donarmi. Avvolte penso sia pure meglio del sesso. Mentre il corpo dell'orco cade a terra, ovviamente, senza vita faccio roteare la mia bipenne per poi scagliarmi contro il prossimo avversario. Con la bava alla bocca affianco Gul'Thak. VENDICHIAMO QUEI POVERI MERCANTI! Grido ai miei compagni. @DM
  12. Gabriele Al tono sarcastico di Michele i miei occhi si distolgono dall'uomo "impellicciato" per riversarsi su quelli dell'inquisitore. Non attendo nemmeno una risposta dal "verme di Dite" che comincio a camminare teatralmente verso Michele. Raccolgo la mia pistola e la ripongo nella sua custodia. L'eleganza mista all'apatia stanno facendo spazio alla follia. Al mio alterego. Infondo chi mi conosce sa benissimo che quando sorrido non è per benessere ma perchè ciò che alberga dentro di me fuoriesce; un Gabriele completamente diverso, profondamente devoto a Dio in maniera del tutto assurda, imprevedibile, avvolte anche sadico. Un pazzo. Continuo a camminare avvicinandomi sempre di più a Michele fin quando comincio a parlare. Quella voce che purtroppo è motivo di vergogna e di isolamento per me. Il demone che porto dentro ha qualcosa da dire. Se non ti fidi, come anche questa gente da quel che dicono andiamo io e te. La mia fedeltà ti è stata già dimostrata. I miei occhi sono completamente sbarrati con unica iride visibile (l'altra è coperta dai capelli per, ovviamente, la mia cicatrice) completamente nera. Un ghigno malefico è disegnato sulle mie labbra. Forse Dio ha mandato quest'uomo a salvarci. La mia voce diventa quasi un sussurro prima di sdoppiarsi come ogni volta che capita questo "fatto". Allargo le braccia in modo da manifestare tutta la solennità di ciò che sto per annunciare, Se noi manchiamo di fede, egli però rimane fedele, perchè non può rinnegare se stesso. [2 Timoteo 2, 13]
  13. Largo

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    Magnus La scena che si presenta davanti i miei occhi è quello che stavo aspettando da giorni ormai e Hans l'ha capito più di chiunque altro. Benedice la mia ascia che assume quella brillantezza dai colori sgargianti. Ammetto che non amo la magia ma quell'aura dona alla mia persona ancora più stima nell'attaccare il nemico. Gli sorrido per ringraziarlo e impugno talmente forte la mia arma che vene varicose compaiono sui dorsi delle mie mani fin sopra i bicipiti. Scatto anticipando tutti mettendomi in testa al gruppo. MORITE SACCHI DI LETAME!!! Urlo per tirar fuori tutta l'adrenalina prima di prendere l'iniziativa di avventarmi contro gli orchi davanti a noi. @DM
  14. Gabriele Corro per le strade di Ivrea seguendo in maniera scrupolosa Riccardo ma ormai questa missione "suicida" di andare alla ricerca di Massimo si era fatta fin troppo pericolosa. Cercare di salvarlo sarebbe costato la "vita" a tutti e tre. Con una rapida e intelligente manovra di retromarcia ci uniamo al gruppo condotto da Cesare e Michele e mentre passiamo per l'Ivrea caduta delle lacrime pervadono il mio volto. Non faccio ne smorfie sofferenti ne altro. La mia faccia rimane immutata. Ivrea ormai non esiste più. Arrivati nella foresta ormai lontana dalla città in fiamme, il gruppo di superstiti comincia a disceutere su come procedere per continuare a scappare dal violento attacco ricevuto poche ore prima. Mi limito ad appartarmi non molto lontano dalla folla e accendere(finalmente) una sigaretta. Mi adagio contro un robusto alberto e con tiri egoisti mi godo il momento di tregua. Quando l'uomo fa capolino di fronte la gente non mi scompongo cercando di inquadrare al meglio la situazione. Una volta compreso che quel figuro è un membro della setta degli Abitanti di Dite spengo a terra il mozzicone schiacciandolo come si deve. Vengo però anticipato da Riccardo mentre il resto della folla impreca contro l'aiuto che lo stesso uomo è disposto a dare ai superstiti di Ivrea. Il mio compagno rimane molto cauto e piuttosto diffidente e prima che gli venga data una risposta lo sorpasso andando faccia a faccia con il membro della setta. Prima di farlo però mi disarmo sia della mia doppia corona (riposta ovviamente nella mia valigetta) che della pistola infatti, la estraggo dalla fondina e mentre cammino faccio in modo che sia ben visibile agli occhi di tutti. La poso a terra per far capire che sono disarmato e che non ho intenzione di fargli del male. Metto le mani sulle sue spalle in maniera molto calma e rilassata senza creare nessuna allusione o movimenti sospetti. Hermano! Esclamo tirando un sospiro di sollievo. Voglio che tutta la gente senta quello che sto dicendo in questo momento. Ascoltatemi tutti! Anche il Santo Impero è composto da uomini. L'uomo non potrà mai prendere il posto di Dio. L'uomo è peccatore e commette molti sbagli che non posso essere perdonati da altri uomini. Voi bestemmiate, uccidete, peccate! Anche il Santo Impero si è coperto di questa vergogna. Il Demonio è furbo e spesso si trasforma nella cosa più bella che avete mai visto ma è un inganno! Questo gli Abitanti di Dite lo sanno benissimo! Non siamo traditori ma con fede e discernimento sappiamo differenziare il bene dal male. Torno a guardare l'uomo fisso negli occhi. Almeno io sono così. Anche nella nostra setta c'è gente che va esorcizzata. ¿Puedo confiar en tus palabras? (posso credere alle tue parole?) @dm
  15. Largo

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    Magnus Non posso che essere d'accordo con i miei compagni. Sicuramente i tre punti segnati sulla mappa nascondono le posizioni delle tre streghe. Ma cosa siamo noi a confronto di tutta questa storia? Nelle estenuanti ore di cammino rifletto sul fatto che ci stiamo cacciando in un grosso guaio dove la ricompensa è la nostra morte assicurata ma questo non mi scoraggia. Combatterò affinchè il mio corpo non cada al suolo. Questi sono i pensieri che si ripetono nella mia mente. Una volta vista la scena della carrozza rovesciata, gli uomini accatastati e il segno di Grull capisco che gli orchi non si sono limitati solo alle terre vicino Lirith ma che continuano imperterriti alla ricerca di ciò che il Cavaliere Nero, dopo tanti tramiti e/o capri espiatori, a trasmesso. Rompo il silenzio causato dalla preghiera di Hans balzando sul mezzo capovolto a modi piedistallo e annunciando così la mia presenza. Ero più tranquillo quando da Nanareth sono stati inviati rinforzi a Lirith per l'arrivo dell'esercito degli orchi ma come potete vedere Grull e i suoi luridi st*onzi verdi infestato anche queste terre. Attaccare i più deboli per servire addirittura il Cavaliere Nero e combattere un guerra che non beneficia nessuno mi fa solo vomitare. Sputo con disgusto sul simbolo orchesco per poi continuare. E' difficile dirlo. Ma siamo l'unica possibilità per porre fine a questo spargimento di sangue. Più orchi verranno fracassati dalla mia ascia meno vite innocenti verranno spezzate. Questo è il mio dovere fin quando non avremmo trovato le streghe e riunito i pezzi di ciò che il Cavaliere Nero cerca. Nessuno può spegnere il fuoco della montagna (faccio riferimento al mio soprannome) Detto ciò cerco qualcosa di utile da razziare all'interno della carrozza e poi fare un punto della situazione sulle tracce che gli orchi hanno lasciato @Dm
  16. Gabriele Alle due sfuriate del converso contro la strega la mia mano è sempre più predisposta in segno di pace ma anche pronta ad afferrare l'arma se avesse perso ancora di più il lume della ragione. La mia premonizione di altruismo nei confronti di Isabella viene colmata dall'intervento di Sonia e di Michele che portano la situazione sotto il loro controllo. Dopo la risposta di innocenza della strega mi stupisco del fatto che sappia parlare la mia lingua e mi rincuoro nel sapere e sopratutto nel credergli che sia innocente. Una volta fuori assisto allo scambio verbale avuto tra Riccardo e Michele. L'inquisitore ha il compito di portare la gente di Ivrea, ormai conquistata, fuori dalla città mentre l'altro vuole andare alla ricerca di Massimo. Mentre i due discutono, mi privo del mia giacca avvicinandomi al cavallo dove si trovano Sonia, Isabella e Eleonora. Porgo il mio soprabito sulle spalle della strega e con un sorriso rassicurante gli sussurro. Sé que eres inocente. Yo te creo. (so che sei innocente. Io ti credo) Detto ciò mi accorcio le maniche della mia camicia ormai logora, sgualcita e sporca di sangue. Mi avvicino a Riccardo solo quando finalmente ha finito di parlare con l'inquisitore. @Riccardo Mentre richiede il mio aiuto per la ricerca di Massimo estraggo dalla mia fondina posta sotto il mio gilet, Radamanto. Controllo la canna, il calcio, il cane, il grilletto in maniera meticolosa per capire se sia stata danneggiata dal precedente attacco della strana e mostruosa creatura. Un aiuto di certo non può fare del male. Di certo non posso lasciarti da solo hombre. Carico l'arma con un colpo secco e porgo a Riccardo un ghigno carico di adrenalina prima che il mio volto torni al solito stadio di apatia assoluta. Sistemo nuovamente i miei capelli all'indietro e riposiziono il cappello a falda larga nella maniera più comoda. Con un braccio invece asciugo dalla mia fronte il sudore, la polvere causata dalle macerie della città e il sangue della ferita inflitta dal mostro e mi preparo a seguirlo. @DM
  17. Gabriele Aver trovato l'inquisitore mi tranquillizza e non poco ma adesso bisogna prendere una decisione. Ivrea è sommersa dall'artiglieria di un nemico troppo potente per essere contrastato e lo spargimento di sangue è così disumano da sembrare di stare camminando per le fiamme del Inferno. Entrati nel palazzo più che notare il fiume di cadaveri impossibilitati nei movimenti o la scena in generale di lotta che si è manifestata tra gli androni e stanze dell'edificio noto con muto stupore la magnificenza di quel luogo che ormai però traspare in maniere fievole. Seguo l'inquisitore stando anche dietro Riccardo e Dorotea e , una volta arrivati sul pianerottolo di una delle due scalinate del palazzo, una scena piuttosto insolita compare davanti ai nostri occhi. Un converso ferito e un'altro che tiene in ostaggio Isabella puntando un arma sulla sua nuca. Avevo solo sentito parlare della strega della Culla ma non l'avevo mai vista di persona. In un momento si consumano più azioni. Michele intima il converso ad abbassare la pistola mentre lo stesso colpevolizza l'attaccavo ad Ivrea accusando la stessa Isabella. Riccardo soccorre il ferito mentre confabula con l'inquisitore una specie di piano per fuggire dalla città o trovare una soluzione. Di molte cose, se non tutto il discorso, so veramente poco e non presto più attenzione del dovuto a ciò che hanno da dirsi. Mentre sussurrano mi aggiro intorno al piccolo gruppo venutosi a creare focalizzando bene in che situazione mi trovo. Mantengo la mia eleganza camminando con passo silenzioso e molto adagiato. Osservo tutti, uno a uno, fin quando i miei occhi puntano fisso sulla strega. Quegli occhi rossi sembrano ipnotizzarmi e di certo non mi danno l'impressione di agitazione data la situazione in cui si trova. Con un arma puntata alla testa. Alla sfuriata di Michele verso il converso intimandolo di abbassare l'arma, mi avvicino sempre di più verso di lei come se non ci fosse nessun altro all'interno del imponente magione. Punto il palmo della mano in segno di "pace" in avanti come per specificare che non voglio fare niente di male e mi inchino davanti a Isabella. Continuo a fissarla negli occhi per poi dirle in modo del tutto pacato come per tranquillizzarla. Senorita. Come stai? Davvero sei tu l'artefice di questo inferno?
  18. Largo

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    Magnus Di certo il viaggio per Nanareth non è stato dei più loquaci, infatti, come tutti i lunghi viaggi rimango in silenzio per risparmiare fiato e stare al passo dei miei compagni. Aver sentito il discorso di quei viaggiatori a metà strada suscita in me tanta curiosità, rammarico e impotenza. Di certo non voglio aprire bocca e mettere il resto della squadra in difficoltà. So che non posso scoprirmi chiedendo informazioni dirette. All'arrivo nella grande città tiro un piccolo sospiro di sollievo nel vedere che non ci sono solo uomini ma anche miei simili che vivono la loro vita in quelle strade; rimango stupito dalla magnificenza di quella metropoli facendo il paragone con Krad, Lirith e le terre da dove provengo: mai sono stato in un luogo così grande e affollato. Nella locanda invece mantengo un profilo basso e di finto interesse, di certo non posso farmi notare come facevo a Al Prontera. Per un breve periodo rimango incollato al bancone bevendo un paio di pinte e gustandomi la serena atmosfera del posto. I miei occhi sono ben aperti seguendo tutto ciò che mi circonda specialmente i miei compagni. Mentre fumo la mia pipa sono molte le domande senza risposta che affollano la mia mente. Penso che ci siamo lasciati particolari importanti alle spalle e navigando tra i miei pensieri butto sul bancone un pugno di rabbia ringhiando tra me e me. Grull sta cercando un gruppo di umani?! Come se i nani non sono considerati in quello che in questa città è ancora vista come una storia da bardi. Prima o poi taglierò la testa di quella feccia e verrò osannato in queste terre. Mi alzo dirigendomi verso Hans. Noto che il chierico è molto preoccupato e triste, come lo è stato per tutto il viaggio fino a Nanareth. Poggio una mano sulla sua spalla offrendomi volontario per aiutarlo. Chierico. Se sei a caccia di informazioni sappi che pure io non riesco a darmi pace. Restare in questa ignoranza e inerme mentre cerchiamo un tesoro senza prima capire ciò che ci siamo lasciati alle spalle non mi fa dormire la notte. Mi avvicino al suo orecchio. Verrò con te per cercare informazioni su tutto ciò che può colmare le nostre lacune. Un ascia in più può esserti utile nelle tue ricerche specialmente se riesci a scoprire qualcosa di utile anche su chi ci da la caccia. Mi guardo intorno diffidente e continuo nel dire. Anche io ho notato ciò che quegli avventurieri hanno detto di Bronn. Se veramente un famiglio, strega o sicario ha ucciso il ladro probabilmente potrebbe anche essere in questa locanda ad osservarci. Non possiamo rischiare di fare la stessa fine del vecchio scassinatore. Cos'hai in mente? @DM
  19. Gabriele Una volta che Riccardo colpisce il mostro approfitto della situazione venutasi a creare per saltargli alla gola. Lo stringo con tutta la forza che ho nelle mie braccia, mentre Dorotea e lo stesso Riccardo lo disarcionano in ogni modo. Grazie anche al aiuto dei cittadini il mostro cade a terra ormai battuto. Una volta rialzato da terra bacio il mio rosario; oggetto curioso fatto con due bossoli incrociati. Mentre raccolgo Minosse per deporla nuovamente nella sua custodia inizia a piovere sangue. Mi ricompongo mantenendo tutta la mia eleganza nonostante gli abiti logori e stracciati e il sangue sul viso e torace. Sistemo i miei capelli in modo da coprire di nuovo la parte "malata" del mio viso e rimetto il cappello sul mio capo. Sembra che introno a me si sia creata una situazione di pace e tranquillità infatti i miei movimenti sono presi molto comodamente come se non ci fosse alcuna fretta. Mentre ricarico l'arma Riccardo mi affianca e mi pone una domanda: @Riccardo Una risata armonica esce dalla mia bocca ma non rispondo. Una volta che il mio compagno invita non solo i cittadini a fuggire da Ivrea ma anche me e Dorotea scuoto la testa e senza dir nulla lo seguo per aiutarlo nella sua ricerca. Nel mio viso non vi è emozione, adrenalina o paura ma totale apatia.
  20. Largo

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    Magnus La tragedia di testarotta non può impedirci di partire. Probabilmente siamo d'intralcio ora che abbiamo il forziere per la quiete vita degli abitanti di Lirit e, non avendo possibilità contro l'esercito di Grul, decido di fiondarmi letteralmente dentro l'emporio cittadino per rifornirmi di razioni per il lungo viaggio che mi aspetta. Tiro un enorme sospiro di sollievo nel rivedere il mio zaino di nuovo pieno. In seguito mi dirigo da un fabbro per acquistare un armatura. Questa mi servirà per proteggere me e la vita dei miei compagni. Una volta pronto e consumato un lauto pasto raggiungo gli altri alle porte della città per mettermi in marcia. Una grande avventura ci attende ma il pensiero di abbandonare tutto nelle mani degli orchi mi strugge il cuore. Presto avremo la nostra rivincita. Ucciderò quegli esseri con le mie stesse mani @DM
  21. Gabriele La creatura mi scaraventa a terra; i suoi artigli hanno sfregiato il mio volto e ora il sangue scorre lungo tutto il mio viso. Mi rialzo facendo leva su entrambe le braccia. Porto una mano sulla fronte per tastare la ferita procuratami dal mostro e mentre lecco il mio stesso sangue caldo, un ghigno malefico compare nuovamente sul mio volto. Tu.... Come hai osato rovinare la mia faccia? Gilipollas!... (ovvero testa di cazz*) Lascio cadere Minosse a terra. Capisco immediatamente anche dalle imprecazioni di Dorotea che il malfunzionamento delle nostre armi molto probabilmente è causato dalla creatura che ci troviamo ad affrontare. Il sorriso non abbandona il mio volto ma è finto, nervoso e carico d'odio. ...La mia bellissima faccia!... Stringo i pugni e mi scaravento contro l'avversario. ...Nessuno tocca la mia faccia! @Master
  22. Largo

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    Magnus Dopo una notte quasi insonne a pensare di non essere per niente pronti per affrontare un esercito di orchi che ci da la caccia non solo a noi ma a quel maledetto forziere, penso a come possa essere così disonorevole allontanarci da Lirit per via della nostra impreparazione. Non possiamo darla vinta ai musi verdi. Quello che cercano e bramano ora più di tutti è questo forziere. Di certo abbiamo offeso Grul rubando questo tesoro ma lui lavora per qualcuno superiore a lui. E' solo una pedina nelle mani di questo Axhort. Dobbiamo scoprire chi è e perchè gli orchi vogliono invadere i confini. Al mattino seguente rientrare Al Prontera sotto gli occhi diffidenti del oste di certo non mi mette di buon umore ma ciò che ci troviamo davanti pochi minuti dopo mi turba. Il cadavere di testarotta mi lascia perplesso e scosso. Mentre Den si avvicina al defunto rompo il silenzio con voce ferma ma spaventata. Qualcun'altro sa quanto vale quel forziere! I prossimi potremmo essere noi se non facciamo qualcosa. Chiedo agli altri di cercare qualcosa di utile all'interno degli alloggi di Bronn mentre in un secondo momento mi rivolgo a Gul'Thak. Bestione! Vieni con me. Andiamo a chiedere al conoscente di testarotta qualche informazione. Se ricordate bene lui ci propose di aprire il forziere con le sue capacità ma alla luce di ciò che è successo non possiamo fidarci di nessuno. Sbuffo seccato E' brutto ammetterlo ma con questo forziere tra le mani ci siamo imbattuti in una mare di guai. C'è in gioco la vita di tutti noi e gli unici di cui mi fido sono in questa stanza. Mi precipito sull'uscio della porta invitato il Goliath a seguirmi. @DM
  23. Largo

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    Magnus Per tutto il giorno rimaniamo chiusi nel nostro alloggio. Rimango poggiato vicino la finestra che ridà in strada fumando la mia pipa. Ogni tanto tossico ridendo nel vedere come il resto della mia compagnia o quasi maneggia quell'oggetto in maniera così avida e accurata. Mentre nuove informazioni vengono scoperte in maniera però non del tutto rapida le mie membra, ormai spossate, cadono in un leggero sonno. Sonno destato solo dal rumore dei mobili e letti spostati per far spazio a quella che sembra essere una mappa. Una volta capito ciò che accade intorno a me eccola li, una mappa del tesoro con tre punti ben delineati. Spezzo il silenzio ancora con la bava che mi pende dalla barba. Un tesoro che potrebbe renderci invincibili? Un'avventura ai confini delle nostre terre? Piene di mostri da ammazzare, birre da gustare e cibi succulenti da poter addentare. L'idea mi intriga.. Tossisco per mascherare la fine della frase. ..Anche se non mi va molto a genio avere voi come compagnia. Proseguo. Ma ora abbiamo un'altra missione da compiere. Batto leggermente il pugno sulla finestra indicando le terre lontane da Lirit dove fin pochi giorni prima eravamo inseguiti dagli orchi. Grull e i suoi ci danno la caccia e presto invaderanno questa città. Propongo, prima di tagliargli la testa, di estrapolare tutte le informazioni necessarie per andare alla ricerca di questo tesoro. Non si diventa eroe rimanendo fissi con il cul* su una sedia, al caldo. Non c'è dubbio che questa mappa ha attirato molto la mia attenzione elettrizzandomi in maniera esponenziale.
  24. Gabriele Sparo e continuo a correre senza far molta attenzione ne alla mira ne a chi riesco a centrare. Dopo aver messo a segno una serie di bossoli con successo contro un nemico che stava per scagliarci contro una granata, lancio un segno di approvazione a Riccardo. Corro. D'un tratto, mentre siamo vicini alla porta a sud della città insieme ad altra gente, veniamo braccati da dei morti famelici che in poco tempo approfittano della dispersione della folla per divorare quella povera plebaglia. Continuo a correre. Sembra che questa scena non mi faccia alcun effetto. Il mio viso rimane concentrato e la mia mano impugna ancora più forte la mia revolver. Guardo attentamente ciò che mi circonda per non essere colto alla sprovvista finchè quella figura grottesca si manifesta davanti ai miei occhi. Alta, terrificante, oscura. Il pericolo incombe sulla mia persona. Mi fermo improvvisamente. Una brusca "frenata" per capire cosa debba fare in questa situazione. Il mio braccio copre il mio volto, inizialmente, per ripararmi dai detriti e la polvere che ormai pervade l'aria di tutta Ivrea. Focalizzo l'obbiettivo e al suo ghigno agghiacciante risponde un mio sorriso mellifluo. Con lo stesso arto getto via il mio cappello dal capo e sistemo i miei capelli per avere completamente il viso scoperto. Depongo Radamanto nella fodera e con un colpo secco faccio scattare le "serrature" della mia valigetta. Mi chino per estrarne il contenuto. La creatura avanza minacciosa. Riccardo, Dorotea.. Mi pronuncio con voce elegante, sciolta e stranamente tranquilla. ... Quel mostro vuole spezzare le nostre anime. Non possiamo scappare... La lama circolare di Minosse comincia a roteare facendo riecheggiare un forte rumore metallico che al mio udito sovrasta le grida dei cittadini e gli spari dei fucili avversari. ...Necesito tu ayuda. Claro? Il mio sorriso si trasforma in una risata esilarante. Poi, quella voce torna a farsi udire tralasciando un senso di malvagia giustizia. Non c'entra nulla con l'eleganza che ho sempre mantenuto, infatti, come spesso capita sembra provenire da un'altra coscienza. Non potendola controllare, anche l'altra mia persona fa capolino pronunciandosi in modo autoritario perciò mentre stringo saldamente la mia doppia corona urlo a squarciagola. Voi avete il Diavolo per padre e volete fare ciò che vostro padre desidera. Lui fu omicida fin dal principio e non si tenne stretto alla verità, perché in lui non c’è verità. Quando dice menzogne, parla secondo quello che lui stesso è, perché è bugiardo e padre della menzogna. [Giovanni 8, 44] Dalla mia bocca comincia a scendere saliva carica d'odio e miei occhi si impregnano di sangue fissi sul mio prossimo obbiettivo. Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va attorno a guisa di leone ruggente cercando chi possa divorare. Resistetegli stando fermi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze si compiono nella vostra fratellanza sparsa per il mondo. [I Pietro 5, 8-9] Scatto contro la creatura. Questa volta il mio bipolarismo si trova in perfetta simbiosi e come un esplosione concludo urlando con tutta la voce che ho nelle corde vocali. MUORI MOSTRO! Corro. @DM
  25. Largo

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    Magnus Un altro giorno è passato e sicuramente gli orchi saranno sulle nostre tracce... Maledetto mal di testa... Penso rievocando la sbornia del giorno prima. Di certo il mio carattere non ha aiutato il mio gruppo. Rimango in silenzio per non creare altri "danni" ma alla scena del forziere e tutti che ci mettono le mani sopra con idee contrastanti, affianco Den nel fumare tabacco. Alla preghiera di Hans ecco che la mia ira torna a fare capolino nella mia finta figura posata e tranquilla. Smettetela! Smettetela tutti! Vi sta sfuggendo di mano la situazione. Non è un oggetto da venerare! Qualcosa non quadra! C'è sicuramente qualcosa che ci è stato soffiato da sotto il naso e non ce ne siamo accorti! Impugno la mia ascia senza estrarla. Se Testarotta ci ha rubato qualcosa la pagherà! Gli finisco io di aprire la testa così verrà ricordato come Bronn Senzatesta. Del oro poco mi importa, basta che venga diviso in parti eque tra la nostra compagnia più il vostro debito delle provviste di cui tutti avete usufruite durante il viaggio. Faccio notare che lo zaino è ancora vuoto e mi rimetto a fumare nervosamente.
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