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Capitolo III: Scuotiterra
Len ride, di gusto. "Onesto? Chi? Quello lì? Oh Sehanine, mi fate davvero sbellicare. Facciamo così: io vi porto quello che vi serve e voi non fate domande. Onestamente non so proprio dove racimolare quella cifra, e anche se l'avessi di certo non la darei a quel tirchio d'un nano!"
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Capitolo III: Scuotiterra
"Contessa, Pioniere Famir al suo umile servizio!" Len scende dalla sedia, solo per esibirsi in un maestoso inchino. "So chi è il mercante di cui state parlando, e posso procurarvi tutto in meno di sei ore. Ma a meno che non abbiate da parte quattromila monete d'oro, forse dovremmo sorvolare sulla parte della legalità."
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Capitolo III: Sì, chef!
"...già. Nobili." Len scuote la testa, dandoti tutta la ragione dell'emisfero quando parli dei modi della contessa. Poi si sofferma con più attenzione quando parli di Nero, con la patata stretta in mano e lo sguardo curioso. "Sai Randal, ultimamente ho avuto parecchio a che fare coi pirati. Per la maggior parte sono uomini che venerano solo l'oro e il rum, meno civilizzati delle tribù da cui proviene Sigbjorn. Tra loro però, ogni tanto spunta un marionettista, qualcuno che li conosce sa convincerli a fare quello che vuole. Nero è il re dei marionettisti. Però resta sempre un pirata. Forse la sua aria da misterioso è solo scena per farsi tenere in considerazione, e se ci pensi, ci sta riuscendo molto bene. Ci ho parlato un paio di volte alla taverna del Cigno nell'ultimo mese, mi ha dato un paio di dritte su come fare soldi giù al porto senza sporcarmi le mani. Non sai quanto è redditizio smerciare le corde di canapa senza dover pagare tasse a Capo Ventura! Quei bastardi dei Syvis si tengono quasi due parti su tre del ricavato! Comunque ho incontrato tipi peggiori di Nero. Almeno lui ha un codice, e da che ne sappiamo, non ha ucciso nessuno da quando è in Loggia." Ti guarda facendo implicitamente riferimento a qualcuno di vostra conoscenza che il mare - fortunatamente - ha portato con sé. "E poi scusa, come farebbe a sapere cosa c'è oltre la cintura d'onice? Da quel che so la divinazione non funziona, e le navi migliori di tutti i tempi non hanno mai fatto ritorno. Lui è da quando aveva tredici anni, quando prese la Jocasta da suo padre, che è andato su e giù a saccheggiare in tutto il nord-est continente. Dubito che si sia avvicinato alla cintura più di quanto lo abbiamo fatto noi. E onestamente: gli credo." Quando lo rimproveri, Len ride istericamente, lasciandoti il grosso del lavoro e mormorando qualcosa sul farsi assumere da Baffogrigio, immediatamente ritrattato: appena l'idea delle torture e delle urla gli era passata per la testa, si era rimangiato tutto.
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Capitolo III: Scuotiterra
"Grazie contessa, ma ho già fatto colazione con Miranda. Se mi avete convocato per la questione dei mercenari, mi dispiace ma nessuno di loro si è dimostrato all'altezza della spedizione. Alla fine abbiamo trovato il governatore da soli, io e Sig." Len prende il suo spazio su una sedia, arrampicandosi come farebbe un bambino per starci seduto comodo sopra. Lì, in quell'esatto punto, si era seduto Kiltus più di duecento giorni or sono.
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Capitolo III: Sì, chef!
"Ooh." ...quel traditore! "E'...Era, il fratello maggiore di Kilash. So che ha fatto un casino con la Loggia un sacco di tempo fa, ma onestamente non so dirti di più. Kerberos ha eliminato tutte le sue tracce, e i Fuinur non ne parlano volentieri. La pecora nera della famiglia, se capisci cosa intendo." Preso quasi da una sorta di senso di competizione nei confronti del servitore inosservato, l'hin inizia a sbucciare con maggior foga e impegno, pelando probabilmente più patate di quante te ne servano. "Se vuoi sapere più pettegolezzi perché non chiedi direttamente a Sandrine? E' la regina di queste cose!"
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Capitolo III: Scuotiterra
La prima incantatrice resta a guardarti sull'uscio mentre scendi ai piani inferiori, salutandoti con un cenno della mano. Passa meno di un'ora, e alle otto e trenta precise, l'hin si presenta di fronte alla tua porta, bussando tre volte; il suo cappello ornato della piuma più azzurra che mai copre i capelli ricci e rossicci che vi stanno sotto. Ha lo sguardo di chi ha iniziato a compiere malefatte al porto sin di prima mattina e suono di monete tintinnanti (probabilmente non sue) che lo accompagnano in ogni passo.
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Capitolo III: Sì, chef!
"Lui...?" già, "lui". Quando capisce che - stranamente - dai ordini ai servitori inosservati a parole, anche lui scoppia a ridere e commenta: "Ehi, le taglio meglio io! Guarda che schifo che sta combinando!" Poi ti guarda, e commenta: "Già immagino tra lei e Josephine che inferno sarà la Jocasta. Il traditore scritto strano? Intendi sulla lapide? Ce ne sono un sacco con nomi strani..."
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Capitolo III: Scuotiterra
"Saggezza di Boccob" esclama elegantemente Naesala, prendendoti entrambe le mani e sorridendoti. "Sandrine. Eri piccolissima quando tua madre se ne andò, è normalissimo. Noi della Loggia stiamo continuando a cercarla, prima o poi la troveremo, stanne certa. Magari quando tornerai dall'oriente, potresti trovarla al molo ad aspettarti! Chi lo sa? E non ti crucciare sul tuo futuro. Il tuo spirito è giovane, avrai tempo per pensarci più in là. Onestamente non so dirti se sei una buona madre, ma sono certa che sei una figlia meravigliosa. Se tua madre fosse qui, sarebbe fiera di te."
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Capitolo III: Scuotiterra
"Ssssh..." Naesala ti accompagna con tutta calma mentre ti alzi. "Sapessi quante volte si è addormentato Randal, qui sopra...! Tranquilla, eri evidentemente molto stanca." L'elfa ti porge una tazza. Ancora non ti è chiaro cosa è successo (e soprattutto, se è successo davvero). Per quanto ne sai, potrebbe perfino essere una macchinazione di Tiberius per indurti a fare ciò che vuole lui, o una tua autosuggestione in seguito allo stress dell'avvicinarsi della partenza. Fortuna che ci sono i biscotti.
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Capitolo III: Pesca Grossa
Kilash sobbalza alla tua pacca, dubitando per un attimo della sua immortalità. "Uh? Sì, lo abbiamo regalato alla città, che lo ha diviso equamente tra i commercianti che vedi e i poveri nella città bassa. Non avevamo abbastanza cuochi, così lo abbiamo diviso in pezzetti e dato ad ogni persona che sapesse impugnare una padella e un mestolo, a patto che lo cucinasse per tutti. La città di Capo Ventura ti deve un favore, perciò questi sono tutti tuoi." Kilash ti passa una lettera di carta bianca riportante un sigillo magico col simbolo della Loggia, una bella lettera di marca con un numero riportato sopra: "1000", monete d'oro, s'intende. "Vengono dai reggenti della città, in cambio di potersi godere un po' della gloria e del benestare del popolo. Sai, con la storia dell'ex-governatore in fuga, il popolino è inquieto e ogni occasione per mostrare benevolenza viene colta al volo. Comunque il discorso ti tocca, Fortunale. D'altronde l'idea della fiera è tua. Forse se ne aspettano una anche quando tornerai dall'Oceano d'Oriente. Tra mezz'ora, sul palco nella piazza del governatore. Divertiti!" e Kilash ti dà una pacca di risposta, moooolto più leggera della tua, e sparisce tra la folla di fronte a te, prima che tu possa opporti in qualsiasi modo al famigerato discorso. Guarda un po' che ti tocca fare...!
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Capitolo III: Scuotiterra
"Di cosa stai parlando...?" Tiberius realizza in una frazione di secondo: "Qualcosa si è inserito nel tuo sogno. Un demone. Qui non è più sicuro." L'elfo ti si para davanti, spingendoti telecineticamente all'indietro e facendoti lo sgambetto col bastone. "Svegliati." "Svegliati, pigra d'una contessa! Il tè si raffredda!" Naesala ti osserva sorridente mentre apri i tuoi occhi al mondo un'altra volta. Una coperta trapuntata di stelle ti copre interamente, ed il divano si è trasformato magicamente in un comodo, piccolo baldacchino, che ti ha ospitato durante la notte. Di fronte a te, l'aroma di rosa severina e pistacchio nullo placa ogni tuo tormento: Tiberius...? E' andato via. Durante il sonno hi preso in mano istintivamente il medaglione che Naesala ti ha regalato, e lei lo guarda quasi con orgoglio.
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Capitolo III: Sì, chef!
Len esegue alla perfezione i tuoi ordini, anche se non nasconde un po' la seccatura di dover stare lì a cucinare. Diciamo che non è il suo ambiente, ecco. L'unica cosa che lo trattiene dal dirti "ho un impegno, ci vediamo dopo magari, eh" e smaterializzarsi appena visto il lavoro da fare, è che sa che la ricompensa sarà degna di un re. Ah, Randal il Cuoco ha in serbo per lui il suo tocco personale! Non poteva rifituare, avesse dovuto pelarne anche dieci chili, di patate. Quando pronunci la parola "tomba" il suo coltello si blocca per due secondi esatti, e poi ricomincia a scavare sulla patata. "Come fai a saperlo? Ero certo non mi seguisse nessuno." ma poi sospira. Che alternativa ha? "Va bene, tanto ormai l'hai scoperto. Cosa ti posso dire? Era un'idiota, ma era mio amico. Ci conoscevamo da anni, abbiamo fatto chissà quante missioni insieme. Gli ho salvato la vita più di una volta, e lui ha fatto lo stesso per me. Non dico che non abbia colpe, dico solo che...mi dispiace. Non c'entra niente la fedeltà. Il punto è che sono stato io a suggerire involontariamente a Vuldo il piano per diventare Flagello dei Mari. Credevo che avrebbe chiesto l'aiuto della Loggia, visto che io non potevo farlo - chi mai mi avrebbe creduto? E invece hanno pensato bene di fare tutto da soli. Ancora non mi capacito che abbiano ucciso Isaac...le cose devono aver iniziato a non andare come previsto e si sono fatti prendere dal panico, ne sono sicuro. Se ci fossi stato anche io con loro, forse avrei potuto evitare un sacco di cose. O forse no. Forse mi avrebbe mandato a quel paese come faceva sempre."
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Capitolo III: Scuotiterra
"Immagino che vogliate tornarci, prima o poi. Per restaurare la sua momentanea, effimera, bellezza. Una causa nobile, cercare di preservare la bellezza di un luogo pur sapendo che è destinato alla rovina, come ogni altro luogo governato dagli umani." Il fiore tra le mani di Tiberius appassisce quando questi smette di toccarlo, guardandosi attorno. "L'Oblio è un piano di transizione, pericoloso per chi attira a sé forze che non riesce a controllare. Mi assicuro che tutto vada per il meglio mentre sognate." Nel viale alberato dove vi trovate, sovrastato da platani e betulle, il sole viene a tratti offuscato dalle nuvole dei tuoi pensieri. In mezzo alla strada deserta, a circa sei metri davanti a te, un piccolissimo oggetto fuori posto ti mette improvvisamente a disagio: un pedone, preso direttamente dagli scacchi. Un pedone di legno nero lucidissimo, piazzato esattamente a metà strada.
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Capitolo III: Scuotiterra
Alexis Antoine Alamaire passeggia per i giardini fioriti della residenza di famiglia in una calda giornata di sole. Una bambina dai capelli corvini, coperta da vesti principesche che pare quasi una bambola di porcellana gli tiene educatamente la mano e indica una farfalla dai colori sgargianti che volteggia intorno a lei. Osservi le due figure da dietro, quando improvvisamente la bambina ti vede: "Mamma!" ti corre incontro e ti abbraccia, tuo padre sorridente. La tua reazione istintiva è di accarezzarle il volto, esattamente come faceva Naesala la sera prima. Quando ti rendi conto di ciò che personifichi, ti guardi attorno alla disperata ricerca di uno specchio. Lasci la bambina a suo padre, che inizia a piangere, le sue lacrime distanti. Ti si spezza il cuore, ma devi assolutamente conoscere il tuo volto. Uno stagno nel giardinetto fa esattamente al caso tuo, ma quando lo raggiungi, nell'acqua non viene riflesso niente. Solo a quel punto i pianti, i tuoi pianti diventano familiari. "Mamma se n'è andata" mormora tuo padre. Vorresti tornare indietro, vorresti dire che non è così, che sei ancora lì e non li abbandonerai mai, ma quando ti volti non c'è nessuno. Li senti, lontani, ma non sai più dove sono. L'ansia ti attanaglia, insieme al senso di colpa. Poi, all'improvviso, dalla bocca dello stomaco sale qualcosa: un senso quasi di pericolo, come se qualcosa fosse fuori posto. "E' un bel posto, Chateux-Blanc." Tiberius si palesa al tuo fianco, guardandosi attorno. "O forse la tua nostalgia lo dipinge meglio di quello che è realmente." L'elfo accarezza placidamente i fiori del tuo giardino, facendone sbocciare alcuni con il suo solo tocco.
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Aiuto talenti e doti da ladro lv 1-10
Tutto normale mica tanto. Non voglio fare il criticone, ma un gioco così sbilanciato nessun master con un po' di sale in zucca lo permetterebbe, nemmeno se avesse giocatori strafantastici che si inventano cose meravigliose. L'unico consiglio che ti dò è: avanza di livello. Picchia mostri forti senza motivo, prendi exp a manetta (tanto non mi sembra che la coerenza sia il punto forte di questa campagna) e quando sei al livello 14 vedrai che sarai un personaggio forte ma non OP. Per il ladro, ho solo idee banali, lascio rispondere a qualcuno più bravo di me in Pathfinder.
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Capitolo III: Sì, chef!
"...si vede che sei cresciuto nella città bassa. Hai il modo di parlare dei miei informatori." sussurra Len, attento a non farsi sentire dai Pionieri ancora nei paraggi. Poi, riguardo alla battuta sulle cipolle: "Non è la prima volta che mi fate lavorare in cucina! Dovrei essere diventato abbastanza bravo a tagliare cipolle e pelare patate..." La sua reazione quando gli fai quella domanda è di curiosa incredulità. "Ma come? Credevo che ci fossi tu dietro a tutto-oh! Ma certo! Dev'essere stata Sandrine..." poi ti guarda, sapendo che probabilmente non hai capito un'acca di quello che sta dicendo. "Qualche settimana fa Kilash ha incaricato me e Sig di prendere un manipolo di mercenari e andare alla ricerca del governatore. I tipi erano tutti aspiranti membri della Eurus, gente parecchio strana. L'accordo era che, chi di loro si sarebbe dimostrato indispensabile per trovare il governatore sarebbe stato indicato da me e Sig come possibile membro, e ve lo avremmo indicato e raccomandato. Alla fine la metà di loro è crepata in un'imboscata di furfanti pagati da Ulfrid, e i pochi rimasti hanno rinunciato all'incarico quando abbiamo rivelato loro che Nero Gomez sarebbe partito con noi. Informazione riservata, lo so, Kerberos mi ha già strigliato per questo. Dunque quando abbiamo bussato alla porta del Porcilaio, la taverna dov'era nascosto Ulfrid, c'eravamo solo io e Sigbjorn. Naesala è arrivata poco dopo e ha portato via la bambina, prima che incatenassimo suo padre. Insomma, lo abbiamo riportato indietro e la città di Capo Ventura ci ha dato l'encomio per il lavoro svolto per la comunità. E ci credo, ci hanno dato solo questo! Zero remunerazione, niente di niente! Comunque credevo che l'idea di selezionare i mercenari così fosse tua, sul serio! Hai capito tu, la contessa..."
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Capitolo III: Scuotiterra
Naesala estrae un fazzoletto dalla tasca e ti asciuga le lacrime, prendendo il disegno e facendolo sparire magicamente tra le sue dita. "La vita è fatta anche di questo. Pensa alla vita di Mia, però: potrà di nuovo tornare alla normalità un giorno, invece che vivere da fuggitiva. E sono sicura che se sarà felice di ricevere il dono dell'angelo che l'ha salvata." indugia sul tuo volto mentre finisce di asciugarti, sorridendoti ed alzandoti il mento all'insù perché la luce soffusa della stanza possa nuovamente riflettersi con orgoglio sulla tua pelle. I suoi occhi si spostano su una teiera di metallo nerissimo e un contenitore di ceramica lilla ornato da disegni d'edera e alloro, ripieno di biscotti. Questi si spostano magicamente attraverso la stanza, apparecchiandosi insieme a tovaglioli, cucchiaini e zuccheriere sul tavolino di fronte al divano a sinistra dell'entrata. "Tisana al mandarino benigno e biscotti al cioccolato nero di Saramar. Serviti pure, mentre sistemo alcune cose in sospeso." L'elfa ti lascia alle leccornie, mentre ripone telecineticamente alcuni fogli di carta in diversi cassetti dopo averli visionati.
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Capitolo III: Scuotiterra
Naesala si volta verso di te, curiosa. "Certo che l'esecuzione avverrà. E' un traditore, ha finanziato colei che vi avrebbe uccisi tutti pur di arrivare a Nero. Anche se speravo che avremmo fatto appello all'infermità mentale per farlo chiudere in carcere a vita, ma...ormai è fatta." "Soltanto io e Kerberos sappiamo dov'è. Crescerà lontana dalla Loggia, da Capo Ventura e dai suoi problemi." ti si avvicina, mettendoti le sue mani leggiadre e rugose sulle spalle. "Sarò felice di appoggiarti nella tua richiesta, quando tornerai. La bambina si è affezionata a te."
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Capitolo III: Sì, chef!
Len ti guarda dapprima spaesato, poi, al pensiero del cibo, il suo morale si risolleva parecchio e ti guarda sorridente dalla punta dei piedi a quella della sua piuma. "Non me lo faccio chiedere due volte! Ci sarò."
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Capitolo III: Scuotiterra
L'elfa poggia entrambe le mani sul tavolo e abbassa la testa, esausta, dandoti le spalle. "Cosa siamo disposti a fare pur di mantenere la pace? Umiliare un uomo visibilmente bisognoso d'aiuto, rapire legalmente sua figlia...e doverci convivere."
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Capitolo III: Scuotiterra
Raggiungi l'ultimo piano e la trovi nel momento esatto in cui sta per entrare nel suo laboratorio. "Sandrine." il processo l'ha lasciata un po' scossa, si vede. Ci sono altri Pionieri nel corridoio, così ti fa silenziosamente cenno di entrare, sapendo che la porta si sarebbe sigillata alle tue spalle, se fossi entrata.
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Capitolo III: Sì, chef!
Miranda guarda Ventura e Ventura guarda Miranda; poi, insieme, guardano te. "Sì, sempre" rispondono in coro, proseguendo poi in una direzione diversa dalla tua. Len è rimasto in disparte ad aspettare che la maggior parte dei Pionieri si sia dileguato, prima di uscire dalla sala. Odia quando gli calpestano i piedi nella folla. Quando ti vede arrivare pare mettersi quasi sull'attenti. "Ehi, Randal." ti saluta, dandoti la mano "Sei già passato da Kilash? Avevo inviato una missiva raccontandovi che ahimé nessuno dei mercenari che ho preso mi sembra adatto a partire con noi, mi dispiace. Sono tutti dei novellini." certo, come se lui fosse chissà quanto esperto...!
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Capitolo III: Scuotiterra
Ti allontani dal cuoco, alla ricerca di qualcuno che sappia qualcosa in merito alla situazione di Mia. Alcune strette di mano e sorrisi da oca giuliva non ti permettono di arrivare oltre un'unica verità comune a tutti: soltanto il consiglio ristretto è a conoscenza del luogo esatto. Tutta questa segretezza ti fa inoltre venire in mente una cosa: una settimana prima che Len e Sigbjorn tornassero a Capo Ventura, Naesala partiva per uno dei suo misteriosi viaggi nell'ovest continente - viaggio che però era durato poco più di una settimana. Tu conosci l'elfa, e sai che quando si reca lontano da Capo Ventura ci impiega spesso mesi a tornare. Che altro dire? Sei un Pioniere, non ti è permesso credere alle coincidenze.
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Capitolo III: Scuotiterra
Ventura fa spallucce, la Loggia deve aver preso precauzioni contro eventuali usurpatori. Quasi un'ora più tardi, il processo volge al termine senza che Von Trier abbia spiaccicato una sola parola. Ha lo sguardo perso nel vuoto, come se fosse assente da tutto ciò che gli sta succedendo attorno; non batte ciglio nemmeno quando Kerberos inizia a proclamare direttive accurate sul destino di sua figlia, come se in realtà dietro la faccia di quell'uomo ci sia solo incolmabile vuoto. Ulfrid è visibilmente instabile, e questa "pagliacciata" ha messo a nudo la sua profonda debolezza mentale portandolo ai limiti dell'umiliazione. Forse, viste le loro tragiche esperienze in comune, il capogilda avrebbe potuto trattarlo con un pizzico più di riguardo, o almeno accennare soltanto un minimo di empatia. E invece no. Le accuse incalzanti e declamate senza alcuna pietà a tratti sono inopportune e umilianti. Ma dura lex sed lex, direbbe Kerberos. Ed infine, il verdetto giunge. "La corte ha stabilito quindi che l'imputato Ulfrid von Trier è pienamente colpevole dei suoi reati, e che non ci saranno sconti di pena. Deleghiamo l'ufficio dell'esecuzione alla città di Capo Ventura, a patto che questa venga eseguita entro e non oltre il ventiquattresimo giorno del primo mese, anno 1491." Entrambi arrivate ad un'unica conclusione: il processo era evidentemente un modo per far vedere a tutti quanto Ulfrid fosse senza speranza. Molti sono i nobili minori che avevano affidato al governatore la loro fedeltà ed il loro appoggio, gli stessi che tutt'oggi avrebbero potuto opporsi non tanto per fedeltà verso il loro signore, quanto più per i numerosi accordi che sarebbero andati in fumo alla sua morte. Lo volevano vivo. Ma dopo quest'oggi, nessuno di loro avrebbe potuto opporsi senza fare la figura dell'ipocrita. Kerberos aveva di nuovo zittito potenziali sobillatori portando giustizia nella Loggia senza scatenare una lotta per il potere nella città. Già, perché ora che il singolo uomo era stato condannato, il buon nome della famiglia sarebbe stato salvo. La legge era chiara, in questo: visto che Ulfrid non era stato privato dei titoli prima della condanna a morte, al compimento dei diciotto anni, sua figlia Mia avrebbe ereditato cariche, titoli e ruoli politici. Il problema è che fino a quel momento sarebbe stata in costante pericolo, in quanto unico membro rimanente della sua famiglia. Ma ecco il colpo di scena: "In virtù dei poteri conferitimi da questo trono, ed in mancanza di una legittima patria potestà, conscrivo inoltre Mia von Trier Pioniere della Loggia con effetto immediato, garantendo la sua sicurezza fino al raggiungimento di maggiore età." La bambina è appena diventata intoccabile. @Sandrine Il governatore viene fatto uscire poco dopo dalla sala, scortato dagli Uriel. Sigbjorn e Len restano lì, fermi in platea, a ricevere un'onorificenza direttamente da Floim, e dopodiché la cerimonia si conclude. Ognuno torna alle proprie mansioni, incluse Miranda e Ventura. E voi?
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Capitolo III: Pesca Grossa
Trascorri una serata tranquilla a bere con i tuoi compagni di viaggio, ed il giorno dopo riuniti alla Taverna del Cigno - lontano da occhi indiscreti - dividete il compenso della testa del pescecane. Sessanta monete d'oro a testa, che tutti avrebbero lasciato ai propri cari prima di partire per l'oriente, non sapendo se sarebbero tornati o meno. Il tempo passa, e la sera Kilash ti aspetta proprio di fronte la taverna. La strada su cui affaccia l'ingresso principale, Via dei Mercanti, è inondata di gente. C'è un forte odore di pesce e braci nell'aria, e bancarelle d'ogni tipo affollano la via illuminata nonostante il tramonto sia passato già da un pezzo. In alto, sopra le vostre teste, striscioni e banderuole. "Ti piace?" ti chiede Kilash, emozionato come un bambino. In fondo alla strada alla tua sinistra, dove si estende la piazza del Governatore, uno stendardo più grande degli altri recita: "Prima Fiera del Pescecane - un omaggio della Cercascogli alla città di Capo Ventura"