Bellerofonte

Questa gentilezza mi mette a disagio. Mormoro "Sì, mia signora" e dopo un breve inchino mi congedo, dirigendomi presso l'altra guardia in fondo al corridoio. "...strani questi uma, eh?" borbotto a braccia conserte, continuando il turno di guardia.

Sono un po' preoccupato.

Eresia! "Il nostro...limite?" Grugnisco e mi avvicino di più in maniera pericolosamente aggressiva. "Noi siamo i figli di Vilos! Siamo stati scelti per ereditare! Noi abitiamo queste terre da prima di tutti voialtri invasori! Non siamo uguali !" la parola uguali mi esce scimmiottata. Chi si crede di essere questa qui?

La coscienza generata dalle parole di Andr fa toc toc da qualche parte nella mia testa. Non ricordo bene le parole precise, ma il concetto era: non tutti gli uma sono gente di mèrda. Ma a guardare questa emissaria, come non si fa a pensare che questi qui abbiano mandato la più eloquente e provocante di loro per metterci in testa idee senza senso come l'uguaglianza delle razze? Sono subdoli, e pensano erroneamente che la memoria corta sia comune a tutte le razze.

Noi però viviamo per l'Endag. Noi siamo puri e impenetrabili come il sostrato roccioso.

"Nessun regno ha mai costruito questo" indico attorno, riferendomi alla Sala delle Canzoni e più generale a Kel Boldar "per voi zanne o colore della pelle non importano perché siete divisi qui dentro" e stavolta indico la mia testa.

"Noi lavoriamo, combattiamo, gioiamo, piangiamo insieme, ogni trog, per la gloria della Montagna. Abbiamo i Thrylvorn raccoglitori, gli Angizrildin artigiani, e noi Adnur insieme ai Kopkjerdin a difendere la nostra sacra roccia. Tutti siamo rispettati, tutti siamo fieri di ciò che facciamo: perfino i Wijirstoldin, che puliscono le gallerie. Siamo tutti accettati qui, tutti utili e tutti degni.

Molti di noi giungono dall'esterno: poveri, perduti o portati alla follia. Chi altri ci accoglie se non la nostra vera casa?, dove stanno i cugini e i fratelli che ci capiscono e ci confortano. Pensi che un uma potrebbe mai capire quanto è spaventoso non avere sempre un tetto di roccia sopra la testa? O cosa significhi accumulare saggezza e lealtà in tre o quattro delle vostre vite?

La vera uguaglianza è solo tra i simili di carne."

Su una cosa la tipa ha ragione: perché dovrebbe rivelare il suo piano malvagio - semmai ce ne fosse davvero uno - proprio a me? Non mi viene in mente niente per controbattere, quindi ignoro la domanda, per ora.

"Fisici, dici?" la squadro maliziosamente da capo a piedi. Moggo, che càzzo stai pensando? Intende che è gente che mena prima di fare domande. L'esatto opposto della politica noiosa e lenta e logorante di tutti questi trog che si sposano e stuzzicano a vicenda senza mai arrivare da nessuna parte. Magari è vero che non sono poi così diversi da noi, ma un leader ce l'hanno, loro. Provo invidia. Immagino spesso cosa potrebbe fare Kel Boldar con un re degno del suo nome.

Di sicuro meglio di quanto potrebbero fare questi spilungoni in tre delle loro generazioni.

"Gli uma e i dwir non sono uguali per niente! Avete vite brevi e memorie corte. Spero che i nostri governanti se lo ricordino sebbene affascinati dai ninnoli che potete regalarci." anche se non sto sbavando mi rendo conto di essermi messo sul piede di guerra abbastanza (troppo?) in fretta. Meno male che con questa tipa non dovevo nemmeno parlarci!

Faccio un passo indietro, mi schiarisco la voce e guardo verso l'uscio, controllando l'altro Adnur fuori dalla Sala delle Canzoni. "Ma d'altronde io che ne so? Sono solo una guardia, no?" borbotto infine.

"È come dici tu. Ma io sono..." mentre cerco la parola giusta, di fronte ai miei occhi vedo l'orrore della vita fuori dalla montagna. L'emarginazione a Prati Fischianti, l'umiliazione di sentirsi deviati, l'omicidio ferale del bardo del villaggio e la decapitazione del mercante, la prigionia al villaggio, il senso di inadeguatezza perenne, l'alcolismo e sopra ogni cosa, la malattia. E anche ora che sono fuori dal tunnel, ho comunque il terrore di tornare ad essere una bestia che mi accompagna ovunque vada. Mi sento sempre a una scelta sbagliata dal combinare qualcosa di irreparabile. Sono terrorizzato. 

Quindi cos'è che sono? Forse... "diverso." Se continuo sulla strada del mio clan forse un giorno non lo sarò più. È il mio più grande desiderio.

Mi schiarisco la voce, seppellendo ogni pensiero con difficoltà. Il mio naso, di cui di solito mi fido molto, è ingannato dall'odore della pelle femminile delle uma, che mi distrae troppo piacevolmente dal mio istinto. 

"Sai usare la magia? Se sì, sappi che so riconoscerla quando la vedo, il mio branco è pieno di incantatori che la pratica" - patti chiari amicizia lunga.

"Sei arrivata dal nord, hai fatto un sacco di strada e regali anche un coso che sembra valere più di tutte le barbe della montagna. Qualcosa non mi torna. Non sei come gli uma che ho conosciuto io, ma nemmeno così diversa, e nessuno fa nulla per nulla, con la tua razza. 

Una sola cosa ho capito di quello che vi siete detti: urkyr e klaya che combattono. Avete paura di rimanere accerchiati, vero? Vi serve qualcuno che combatta le vostre battaglie e sconfigga il lupo cattivo che sta alle porte.

Così avete pensato: chiediamo a Kel Boldar! I dwir sono diivisi perché senza un re, avidi di ninnoli e orgogliosi abbastanza da essere manipolati da questi occhi di gelso e dalla pelle profumata e dalle labbra color sorbo..." mi sto perdendo, e cerco di rimediare in fretta.

"Anche dovessimo accettare di collaborare, fareste bene a temerci."

Altolocata, eh? E pure pericolosa? ...perché mi si è asciugata la bocca, improvvisamente?

"Grazie" rispondo distrattamente in korth alla Delvenek, anche se al contrario di lei non so mascherare le emozioni altrettanto bene. Continuiamo a camminare, e quando l'altro Adnur si ferma gli faccio un cenno del capo e proseguo, più nervoso di prima. Mi chiedo se si veda, dall'esterno. E questa cosa mi rende automaticamente ancora più nervoso.

Una volta dentro la sala mi guardo attorno, ispezionando il perimetro. Dovrei tornare all'ingresso, a fare il bravo cane da guardia. Ma non lo faccio. Tiro fuori il Malke, che parlo con più disinvoltura del Korth:

"Mi capisci, vero?"

"Aye!" rispondo, e mi avvicino alla bella - seppure strana - uma. Non ne ho mai vista una con dei tratti del genere. Mi schiarisco la voce: "Uhm...di qua, signorina."

Cerco di tenere gli occhi bassi durante il tragitto. Avrei qualche domanda, sì...ma non voglio sembrare ostinato mentre sono in compagnia di un altro membro del mio clan.

"Sì signore!"

Non ho mai indagato su quanto gli Adnur conoscano le lingue non-dwir, visto che ho sempre ipotizzato di essere uno dei pochi wandak; supposizione errata, ovviamente. L'ordine impartito dal mio superiore è più che sensato alla luce di ciò.

Vorrei essere in grado di seguirlo. Dico davvero. Forse se non avesse detto nulla, starei buono buono qui a svolgere il mio dovere. Perchè invece ha dovuto parlare? Non sono ancora un perfetto soldato - lo sarò mai? - e il caos dentro di me mi spinge ad essere curioso, ad origiliare. Resto immobile, per ora, ma c'è una parte di me che non riesce a stare quieta. Annuso l'aria. Sono anche tentato dal guardarmi attorno e cercare qualche scarafaggio o topo per farmi prestare i loro occhi ed orecchie.

La curiosità ha ucciso il gatto, non il lupo...

Lascio all'umana 3 monete d'oro e la minaccio farla sbranare dai lupi se dice qualcosa a qualcuno.

Provo quasi vertigine a rivedere il cielo aperto sopra di me. Ho paura di caderci dentro, perciò cerco di evitare di guardarlo il più possibile.

[...]

Nessuna pietà.

Guardo Andr mentre prova a calmarli - lo lascio fare, non voglio essergli d'impiccio - ma non posso esimermi dal prenderlo da parte e fargli notare la realtà: "È inutile, Andr. Non sono dwir, non sono come noi. Guardali, qualcun altro li avrebbe scacciati, derisi o peggio - esattamente come hanno fatto loro con me: e invece diamo loro una casa, un lavoro e una dignità. E 'sti odiosi ci guardano come fossimo oppressori.

Sono viziati, irrispettosi e pezzi di merda, tutti quanti.

È perché vivono solo qualche luna e sono incapaci di imparare l'umiltà. Perciò fidati, l'unica cosa che capiscono è questa." e faccio tamburellare le dita sull'ascia.

Il rancore mi è traboccato dalle labbra mentre guardavo la razza che mi ha rovinato la vita. Provo di nuovo quella rabbia ancestrale che mi sale dentro, piano piano. Sbuffo aria calda, bollente. Dovrei avere freddo, e invece sto iniziando a diventare rosso e sudare. "Facciamo in fretta con loro, l'aria aperta non mi fa bene."

Non mi succede niente, per fortuna. Passo tutto il tempo con le altre guardie e cerco di evitare qualsiasi contatto con gli umani; faccio anche finta di non sapere il Malke, in un paio di occasioni.

@Master

"Uhm...vedremo...credo" rispondo alla questione del matrimonio, visto che sono incuriosito dal discorso di Lakan: "Beh, Chazia non starà mica a farsi fare le trecce tutto il resto della sua vita. Dobbiamo ancora tornare nel sottosuolo, a cercare il demone che ci ha fatto scappare a gambe levate. Dobbiamo scoprire chi ha quasi fatto fuori Deljai e pestarlo a morte.

Dobbiamo ancora fare un sacco di cose insieme. Si è sposata, ma fa ancora parte del branco."

"Moggo conosce bene i miei poteri" mi fa salire un brivido sulla schiena. Suona come una minaccia, anche se probabilmente non lo è. Probabilmente. Farò il bravo, ho capito! 

"Oh Chazia, non devi--" ridacchio come come un cazzòne, imbarazzato. Non so ricevere complimenti. Nessuno me ne fa mai.

Snorri e Deljai, Chazia e Lokan e ora...anche Andr? Mi prende una morsa allo stomaco, che se non mi conoscessi abbastanza bene sembrerebbe quasi paura. Scrollo la testa. No, non sono solo. Il branco non si dividerà, siamo entrati insieme a Kel Boldar e resteremo insieme per ancora un bel po'.

...vero?

Il dwir preferito in assoluto di Chazia le si catapulta addosso, abbracciandola - o cercando, almeno - e poco ci manchi che inizi a leccarla e farle le feste. Se Moggo avesse una coda, starebbe scondizolando. "Auguri Chazia, auguri davvero! È un matrimonio bellissimo, il cibo è da paura, le luci mi hanno accecato e perdonami se la barba è umida ma ho pianto e smocciato per un'ora buona. Ci sono degli Adnur negli invitati, lo sapevi? Se lo sapevi perché non me l'hai detto? Mi hanno consigliato di sposarmi: PUAH! Io, sposato. CHE RIDERE!"- la valanga di parole continua - "Questa festa non è neanche finita che già penso al prossimo matrimonio: Snorri è favorito, te lo dico io. Ma Andr? Guardalo, vecchia volpe, come si cerca un fodero per la spada. HA!" mi giro verso Lokan, ridendogli in faccia e cercando di coinvolgerlo nei miei discorsi sconclusionati. Gli dò una poderosa pacca sulla spalla.

"Ah, senti Lokan, visto che ormai sono anch'io di famiglia, pensi di potermi rimediare la polvere brillantinata che hai usato? È sicura da usare?"

La birra sta iniziando a fare effetto.

Sono su di giri. Un erede perduto che torna a reclamare ciò che è suo? E io sono tornato a Kel Boldar esattamente mentre tutto questo drama sta per accadere? Stiamo scherzando?

"Incredibile!" stacco un altro pezzo di carne e me la ficco in bocca. Sono quasi pieno ormai. Mentre mastico mi guardo attorno e penso: cavolo, potrebbe essere chiunque. Anche un wandak, che da un giorno all'altro si trova ad essere richiamato a Kel Boldar.

Andr, magari? Venuto dalle terre del nord, con il suo senso dell'onore, la sua pacatezza e la sua attitudine ad ispirare sarebbe un ottimo re.

Snorri? Una mente disciplinata, una conoscenza superba e delle idee progressive?

E siamo davvero sicuri sia un maschio? Se il matrimonio - tutto sommato improvviso - di Chazia fosse stata una manovra politica del suo trog per portarsi un passo avanti agli altri?

O forse, se il segreto è così oscuro, letteralmente chiunque può essere l'erede; anche un'ignara ragazzotta che accoglie i figli di Vilos tornati a casa e li istruisce alla vita dentro la montagna. No, Deljai non è affatto adatta a comandare, ma direi che si merita un po' di riconoscenza dal popolo nanico.

O forse io?

Tossisco rumorosamente mentre mi affogo col boccone. L'idea mi ha fatto sobbalzare

"Se vi cade l'orecchio su qualcosa, fatemi sapere, fratelli. Io farò lo stesso." poso il piatto e inizio a cercare Snorri con lo sguardo: non lo vedo, e non vedo nemmeno Deljai. Ridacchio sotto i baffi. Saluto i miei compagni: "Ci vediamo al trog per l'allenamento" e allora cerco Andr.

"Chi lo sa?" tracanno un intero boccale, con lo sguardo vuoto in un punto indefinito. "In ogni caso non aspettatevi piccoli Moggo che guaiscono, per ora."

Voglio cambiare discorso, e in fretta, prima di trangugiare un boccale in più di quello che potrei permettermi. Inizio quindi a parlare di ciò che più mi appassiona ultimamente, la politica interna di Kel Boldar - ma non quella tecnica, di qualità, no: quella popolare e di pancia, un'accozzaglia di luoghi comuni con cui è davvero difficile non andare d'accordo.

In mezzo a tutto ciò, chiedo: "Ma quindi gli Adnur chi supporterebbero come nuovo re?"

Che curioso trog, gli Adnur. In mezzo a tanti chiacchiere e fanfare, loro parlano esattamente come mangiano. Sarà che sono - siamo - più a contatto con la morte di rispetto agli altri, ma con gente del genere potrei anche sembrare normale una volta tanto.

"Allora tantovale scroccare più che possiamo ai matrimoni degli altri trog, visto che noi non ne vedremo per un pezzo!" e addento un pezzo di pane all'aglio sghignazzando.

Mi volto indietro, verso Chazia e Lokan. Li osservo da lontano a bocca piena e il mio sorriso diventa più tenue. "...anche se io lo vorrei, un matrimonio così."