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Wolf

Circolo degli Antichi
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  1. Wolf

    La nostra storia...

    questa nottata era sembrata tutta un sogno..il kender si era agitato tutta la notte nel sonno, e l'elfa gli era stata vicina preoccupata per il suo stato di salute. Ma nessuno poteva fare niente, non sapendo gli effetti che provocava la spada nelle persone che la impugnavano. Alla fine tutti si addormentarono, tranne i due elfi che vegliavano meditando. Ariaston ripensava al passato, alla sua vita passata a girovagare, a vivere avventure, senza mai stabilire legami, se non raramente. E ora si ritrovava qua, a voler accompagnare un umana per aiutarla e ad essere incuriosito dalla vitalità di una giovane bambina elfica. Strano, molto strano; ma si era abbituato a non farsi troppe domande; viveva come gli veniva, e basta. Arrivò l'alba, e il kender si risvegliò, stretto in un abbraccio spontaneo della bimba, che si preoccupava per lui. Farfugliò qualcosa, e già Ariaston temeva lo straripante fiume di parole che sarebbero uscite dalla sua bocca. E aveva un foglio in mano. Sembrava vecchio, e non si sapeva da dove l'avesse tratto; ma era inutile chiedere a un kender dove avesse trovato qualcosa, veramente inutile. Ariaston si rialzò e cominziò a svegliare tutti, mentre Alatharièl tentava di farsi dare il foglio dal kender. Era arrivata l'alba, e la gente del villaggio avrebbe riiniziato a muoversi. E sarebbero probabilmente cominciate le domande, appena li avessero trovati; e forse non solo le domande. Della gente era morta il giorno prima, e i paesani tendono a cercare sempre un colpevole, che sia quello giusto o meno non è importante... Finalmente furono tutti svegli, pronti a ragionare. Non tanto su quello che era successo il giorno prima, non era importante e ci sarebbe stato tempo, ma su quello che doveva accadere ora. "Garfuss, tu hai annunciato la profezia, e ora sembra che quel foglio intenda dire qualcos'altro. Sembri stranamente lucido oggi, come se avessi capito qualcosa. Saresti cosi gentile da illuminare anche noi, se ci sono novità. Ah, mi raccomando, in fretta e senza divagazioni che tra poco arriveranno i cittadini e tutto si complicherà. Conterei di andarmene prima del loro arrivo." disse Ariaston, con la mielata voce che pervadeva l'aria, cosi dolce da sentire al mattino.
  2. Wolf

    Due risate con D&D

    beh benvenuto Kengy! credo che gli admin ti taglieranno la gola se nn cambi avatar al + presto..troppo grande..deve rispettare le dimensioni spiegate nel regolamento..
  3. Wolf

    La nostra storia...

    Il chierico si era rivolto a lui più volte. Non aveva mai risposto. Non serviva. Ma ora gli si parò davanti, con fare (forse?) minaccioso. Ariston rimase seduto a terra, con un sorriso sulle labbra. " Ormai l'ho capito, che non potrò avere quella spada. O almeno fin che non avrò capito come impugnarla senza pericolo. Ma dopotutto non mi interessa neppure. Non desidero averla. Ma voglio capire di cos'è capace." Si alzò in piedi, leggero, e passando di fianco al chierico si avvicinò all'entrata della stanza. Ormai erano tutti li dentro, umano dalla spada strana compresa. "Sappiamo tutti della profezia, e capiamo tutti di esserne coinvolti in qualche maniera, a me ignota. E li fuori c'è qualcosa di pericoloso a quanto pare. Io passerei la notte qui dentro, alcuni di voi hanno bisogno di riposare, e il nano e il kender sono ancora a terra. Aixela sembra essersi un po' ripresa, e anche l'elfetta. Ma non sarebbe comunque saggio muoversi ora, secondo me. Io comunque, a prescindere dalla vostra scelta, starò qua ad aspettare." Si sedette a terra accanto alla porta, con le ginocchia raccolte al petto, giocando con la polvere con un dito della mano. "Domani mattina penseremo al da farsi..la luce porterà nuovi consigli, e forse capiremo anche qualcosa di più di quella profezia. Sperando che durante la notte nessuno del villaggio venga a disturbare il vostro sonno..." detto questo si abbassò il cappuccio sul capo e continuò il suo giochino con la polvere. E nel frattempo ripensava... Otto son uno, come l'albero e le radici. L'Ombra nella notte, viva come la foresta in fiore, cerca la sfida e soffre il passato. L'Esulo della terra, come la terra è piu' forte nel profondo, e guarda la strada. Il viaggiatore mai stanco, come il vento del tempo, porta notizia e scompiglio. L'Angelo e Il Guardiano, il sereno e la tempesta, fendono l'aria ma si racchiudono nel seme. La Sfera di Cristallo, calma come il mare, ma solo se il vento tace. L'Astuto, forte come una roccia, ma in balia della montagna. Il Seguace, novizio della vita, ora di nuovo trova la sua fede e cura il futuro. Al calare dell'ombra e al tornare del vento nero, solo chi combatte cambia gli eventi. Vostra è la scelta, vostro il creato.
  4. Wolf

    La nostra storia...

    Tutto era successo molto velocemente. Il kender aveva impugnato la spada e immediatamente il suo volto si era contratto in una smorfia di dolore e disgusto. Dalla sua espressione si poteva capire che stava soffrendo, che voleva lasciarla, ma probabilmente non ci riusciva. Ariaston per un attimo fu tentato di aiutarlo, di liberarlo da quell'agonia, ma più veloce di lui fù l'elfa. Liberò la spada dalle mani del kender nonostante sembrava sapere già prima che la spada avrebbe avuto effetti dolorosi, se impugnata. Il kender ricadde a terra svenuto, o forse morto, tanto innaturale era la sua posizione. E subito fu luce, quando le mani della ragazzina strinsero l'elsa. In pochi attimi gli occhi di Ariston videro le tempie dell'elfa, le spalle di Aixela e la spada brillare all'unisono della stessa luce pulsante. Riuscì anche a capire che qualche magia era in atto, ma le sue conoscenze rudimentali della magia non gli permisero di identificare cosa stesse succedendo. L'elfa urlò, barcollò qualche altro istante con la spada in mano, spinta dal suo peso, poi la lasciò e cadde a terra, svenuta. La stanza tornò nell'oscurità e dopo qualche secondo di stordimento, Ariaston si rese conto di essere anche lui vicino all'elfa, fermo e assolutamente basito. Non si ricordava di essere rientrato nella stanza, ma doveva averlo fatto mentre la magia era in atto, guidato dalla curiosità. Ritornò in se e ascoltò i rumori percependo i passi di qualcuno che si avvicinava. Scattò di nuovo verso l'uscita della stanza, si fuse nell'ombra per riprendere fiato (e nel farlo si accorse di avere il fiatone..perchè?) e vide passare il nano. Era ferito, e sembrava stremato; probabilmente la creatura che aveva intravvisto di sopra aveva dato problemi. Il piccoletto entrò nella stanza, osservò la situazione e poi ripose la spada vicino all'umana. Dopo averlo fatto barcollò qualche istante e cadde a terra, svenuto. Forse era stata la spada a far svenire anche lui, forse era stata la stanchezza. Questo Ariaston non poteva saperlo. Ma ora era tornato in se e capì che c'era bisogno di aiuto per tutti e tre, e il chierico sarebbe potuto servire a questo. "EHI VOI LASSU'. QUA C'E' BISOGNO DI CURE URGENTI PER I VOSTRI AMICI!" urlò con la voce che riecheggiava nel cunicolo. Poi si avvicinò al kender, lo distese più comodamente a terra e potè notare la smorfia che ancora dipingeva il suo volto. Sembrava ancora immerso nel più terribile dei propri incubi. Poi andò dal nano, e capì che era stremato. Doveva anche aver combattuto, lassù, viste le ferite al corpo. Di questo si sarebbe occupato il chierico. Andò allora dall'elfetta, la raccolse e la stese accanto ad Aixela. Non sapeva neanche come si chiamasse la bambina, ma voleva proteggerla. Le era simpatica, e in qualche maniera a lui ancora ignota sembrava legata alla triste guerriera. Aveva preso una decisione. Avrebbe aiutato Aixela a capire qualcosa del proprio passato, e a cavarsela nel presente. Lui, che viveva del proprio passato, non poteva capire come avrebbe potuto lei farne a meno, e la sentì vicina, forte e al tempo stesso debole nelle sue preoccupazioni. E poi c'era la profezia, cosa della quale voleva capire qualcosa in più. Lo attiravano i misteri e le nuove sfide, pericolose o meno che fossero. Si sedette a terra con la schiena appoggiata alla parete, in attesa degli altri componenti del gruppo, osservando l'entrata. Questa giornata era stata divertente, e se non si sbagliava anche le seguenti lo sarebbero state..iniziò a giocherellare con la daga, scrivendo simboli elfici a terra, sorridendo e tagliando il buio con il pallore delle sue mani e il candore dei suoi denti...
  5. Wolf

    La nostra storia...

    Ariaston era ancora fuori della porta quando il kender, come previsto, afferrò la spada dell'umana. La simpatica elfetta aveva cercato di interromperlo, di non lasciarglielo fare, ma certe cose sono più forti. Vanno oltre le decisioni, l'istinto spinge a fare di tutto. L'elfo stava osservando con cura ciò che succedeva nella stanza, molto interessato a ciò che sarebbe successo con quella spada..presto avrebbe capito qualcosa in più sulle reali potenzialità dell'arma, e all'improvviso si accorse che Aixela si agitava nel sonno, e che la spada ora brillava di una strana luminescenza, come le sue spalle poco prima...e forse anche ora.. Si accucciò un po' di più nell'ombra, timoroso di aver scatenato qualcosa di pericoloso...
  6. Wolf

    La nostra storia...

    Nel giro di pochi istanti tutti si erano addentrati nel tunnel, che l'umano aveva rivelato dietro al bancone. Ariaston era rimasto un attimo in silenzio, forse stordito dalle parole turbinanti del kender, ripensando alla profezia. Quando aveva rialzato gli occhi si era accorto che erano già tutti dentro il cunicolo, la voce del kender che riecheggiava. Alzò gli occhi e si accorse dei bimbi ancora addormentati la dentro. Strano, il nano se li era dimenticati. Non capiva perchè avevano tutti cosi tanta fretta di uscire. Il chierico aveva detto che li sarebbero stati al sicuro, e aveva imparato con l'esperienza che era il caso di fidarsi dei chierici. E poi fuori al buio non avrebbero avuto migliori chanche che qui dentro, se qualche creatura li stava cercando. Ariaston prese in fretta la sua decisione, e si spostò al lato, vicino al muro. Strofinò leggermente l'amuleto argenteo al suo collo e si fuse con l'ombra. Nessuno avrebbe potuto notarlo ora. Si adagiò lentamente a terra, ginocchia al petto,e attese. Avrebbe raggiunti gli altri il giorno dopo. Alla luce del sole. Dopo pochi istanti senti qualche rumore si sopra, forse passi, forse il vento. No vento non ce n'era stato quel giorno. Allertò i sensi e strinse la daga. Poi successe di tutto. Senti la botola riaprirsi di scatto, il nano risalire di corsa (si era ricordato dei bambini finalmente?), l'umano dalla strana spada seguirlo correndo con le armi in pugno e del trambusto poco più sotto. E Aixela dov'era? Come mai non era tornata anche lei? Poi qualcosa scese le scale che arrivavano dal primo piano. Era una strana creatura, e al buio non la vide bene, ma capì che era potente e pericolosa. Sentì l'adrenalina percorrergli il corpo, come nn succedeva da tempo, ma come era successo molte volte in quella giornata. Lo scontro si avvicinava. Ma poi ripensò all'umana. Perchè continuava a pensare a lei? No, più che a lei pensava alla sua spada. Ma Aixela aveva detto qualcosa riguardo al fatto che nessun'altro poteva usarla. Non si fidava a prenderla o a chiederla in prestito. Si disinteressò completamente dei rumori, e silenzioso si mosse verso il tunnel, scavalcò con un balzo il bancone volando direttamente dentro alla botola alle spalle dell'umano che stava correndo in un movimento agitato. Si voltò agilmente e sorpassò in un unica giravolta veloce Trebor. Forse il ladro si accorse di lui, forse no. Era ancora ammantato nella magia del suo amuleto e le ombre lo avvolgevano, mentre la sua natura elfica lo rendeva silenzioso. Era come una nube di notte intensa. Scese nel tunnel, daga alla mano, e trovò il chierico con la ragazza in braccio. Lo seguì silensiozamente e quando arrivarono alla stanza al di fuori del tunnel, si nascose di lato, accucciato come la terra stessa. Sentì il kender e il chierico borbottare qualcosa, e poi l'umano tornò correndo all'interno del tunnel. Ariaston aveva sentito qualche rumore provenire dalla stanza sopra, dalla locanda e forse qualche magia era stata usata. Non se ne preoccupò. Il nano sembrava in gamba, e già una volta aveva deciso di dargli fiducia. Sarebbe tornato poi a verificare la situazione. In quel momento si mosse rapido nella costruzione che fungeva da riserva delle provviste. Entrò e vide la donna sul tavolo, svenuta e il kender che l'osservava attentamente, o forse più attentamente il suo equipaggiamento. "Nanerottolo, allontanati da lei. Non vorrei che "perdesse" qualcosa. Però forse sarebbe contenta se le tenessi con cura la spada, mentre è svenuta. Qualcuno potrebbe rubargliela" disse l'elfo con il tono più convencente che la sua mielata voce gli concedeva. Fece un sorriso, e disse "che ne dici? tienila tu finchè nn si riprende, io faccio la guardia alla porta e a fuori. Non si sa mai, potrebbero arrivare altri malintenzionati." E vide lo sguardo del kender appoggiarsi famelico sull'elsa della spada, mentre si fondeva nuovamente nell'ombra del cunicolo, scaldando il pugnale con la mano sinistra...
  7. Wolf

    La nostra storia...

    OT azz...va be io avevo qlcs in mente...adatto il tutto senza crearvi casini..attorno alle 13.30 posto anche io..ho già in mente ke fare..sarà divertente.. /OT
  8. io scriverò al + presto qualche indicazione di max..dopo mi ci metto e ci penso..ma nn credo farò riferimenti al D&D..nn saprei indicare un liv..e prima vorrei finire bene il BG del mio pg per decidere meglio..e devo mettere a posto il pc visto che l'hd che forse è andato è quello dove era il testo con il BG ches tavo scrivendo..uff..speriamo bene..
  9. Wolf

    La nostra storia...

    OT a me si è rotto il PC a casa e nn so quanto mi ci vorrà x sistemare..spero poco..quindi posto solo da lavoro e pochetto..ma arrivo eh! ho in mente una bella cosa.. /OT
  10. Wolf

    La nostra storia...

    OT tanto equilibrati nn siamo, se il lich nn si fa vivo..resta solo Gigared..ma ho in mente una cosa..cmq d'ora in poi direi di cercare di regolarsi un po', nn aggiungere poteri assurdi ai pg, lasciarli "terrestri" per cosi dire..sarebbe anche da scrivere un breve bg dei pg da inviare a un moderatore, x cosi dire, che cosi può controllare ke nn ci si improvvisi dei per necessità ...oppure basta fidarsi di noi..l'ho buttata la.. /OT
  11. Wolf

    La nostra storia...

    OT si in effetti siamo messi tutti benino...nessuno si è regolato gran che..ma basta mettersi contro avversari altrettanto seri e storie divertenti..tu se vuoi manzo puoi fare il pezzo di narrazione del kender ke parla con Ariaston..se hai tempo.. /OT
  12. Wolf

    La nostra storia...

    OT possiamo muoverci di poco ora, fino ad arrivare quasi fuori, dopodichè bisogna aspettare il post di Gigared, per non fregarlo senza che lui possa fare niente .Credo che possa postare o a mezzogiorno o stasera sulle 18... /OT
  13. Wolf

    La nostra storia...

    OT uhm scusa Ruttalisk ma ti correggo due cose: sono un elfo normale, ma con i capelli neri e gli occhi verde brillante.Mani senza colore..nn un elfo scuro. e a portare la ragazza nella locanda è stato Perenor, umano chierico...per il resto tutto ok... /OT
  14. Wolf

    La nostra storia...

    Trebor non fece azioni avventate. Si accorse quasi subito che la ragazza stava male, ma non per colpa dell'elfo. La osservò attentamente e poi borbottò qualcosa in direzione dell'elfo (forse grazie?). Ariaston osservò a sua volta la ragazza, rilassandosi e provando forse un po' di dispiacere per il mancato scontro, in cerca come sempre di nuove sfide. E si accorse dell'elfetta che, come tutti ormai, stava osservando la spalla della guerriera, dove era il tatuaggio che nessuno conosceva, illuminata da una strana luminescenza. E forse anche la spada lo era. Ma non fece a tempo a capire che cosa fosse quella luce, perchè il paladino sollevò con forza la giovane guerriera e la portò dentro alla locanda, affermando che la sarebbero stati al sicuro, per non si sa quale motivo. L'elfa lo segui in fretta, mentre si faceva strada verso l'entrata dell'edificio, tra le parole del kender e gli sguardi del nano. Ariaston decise che anche lui stanotte sarebbe rimasto con loro, nella stanza principale. Non aveva bisogno di dormire molto, come tutti gli elfi e una guardia vigile sarebbe stata utile questa notte. Ancora strane cose si agitavano la fuori, nel buio e nell'ombra. Non ne era certo e non aveva visto nulla, ma un senso di inquitudine lo avvolgeva. Entrarono nella locanda, e mentre il chierico si impegnava per far riprendere Aixela, l'elfo prese da parte il Kender (tenendo le mani sulle sue due armi e la testa lontana dalle sue mani del kender per evitare di "perdere" qualcosa...): " cosa è successo qua da quando sono uscito? come mai sei vestito da viaggio?? immagino che stavi per andartene, ma mi piacerebbe sapere se perchè sei stanco della loro compagnia o se c'è qualche motivo in particolare. Però ti dico una cosa, prima che tu inizi a sommergermi di parole: ti dò cinque minuti di tempo per dirmi tutto su questa storia, poi deciderò se tagliarti la lingua o meno..non ho intenzione di stare sveglio tutta notte a sentire le tue divagazioni sul tema!" Disse tutto ciò con decisione, e nonostante la voce dolce il tono riuscì a essere abbastanza serio e convincente..e attese la risposta con timore, mentre con la coda dell'occhio teneva d'occhio ciò che accadeva all'umana e ciò che faceva l'altro umano dalla strana spada... OT e ora a te Manzo...temo, temo molto la risposta del kender..speriamo di non aver fatto un errore, ma dovevo sapere in qualche modo la profezia... /OT
  15. Wolf

    La nostra storia...

    La ragazza aveva iniziato a parlare, come per sfogo sembrava. La sua voce tradì, nel raccontare, una tensione e una rabbia trattenuta da tempo. Raccontò del suo crimine, anche se crimine non era. O almeno non da come lo aveva raccontato lei. Ariaston trovò la storia molto interessante. Quell'arma aveva qualcosa di speciale, e non era solo perchè era stata forgiata da lei. Era veramente un arma perfetta, ed era intenzionato a scoprire il perchè. E voleva anche aiutare la ragazza. Non aveva mai sopportato quei grandi ordini pomposi degli umani, pieni di regole e di decisioni che andavano bene solo a loro. Ma per ora non gliel'avrebbe detto. Voleva sapere altro prima di dare fiducia. Stava per rispondere qualcosa alla giovane guerriera, quando questa trasalì, barcollò un attimo, e poi cadde verso terra svenuta. Ariaston d'istinto scattò e l'afferrò al volo, evitando che cadesse a terra di volto. Era leggera e non ebbe difficolta a trattenerla. La ragazza tra le sue braccia gli riportò alla mente vecchi episodi, strani ricordi che da tempo non rievocava e che gli procurarono del dolore. Già una volta aveva stretto una ragazza svenuta tra le sue braccia, sua sorella. La sentì stranamente affine, senza motivo logico o connessione. La sollevò tra le braccia, e per un attimo la tentazione di provare la spada lo distrasse. Poi tornò in se e si disse che ci sarebbe stata occasione; non era un ladro. E questa volta la ragazza tra le sue braccia avrebbe fatto una sorte diversa. In men che non si dica si stava dirigendo verso la locanda con la ragazza tra le braccia, il passo rapido e sicuro e la mente tesa a esplorare la piazza e i suoi rumori. Sapeva che la presenza che avevano avvertito era ancora li, da qualche parte, e che forse li aveva già visti, ma non aveva il tempo per preoccuparsene. Notò il kender ke rientrava nella porta, e urlava qualcosa; sentì la sua voce ma non riuscì a comprendere le sue parole. "Ehi voi, nella locanda. Uscite ad aiutarmi. La guerriera c'ha qualcosa, e mi serve qualcuno che la faccia rinvenire." urlò a gran voce nel dirigersi alla costruzione. Poco più in la una casa chiuse meglio i battenti della porta; quel posto non era ancora una città morta e si stava facendo notte. Velocemente uscirono dalla stanza il guerriero amico di Aixela, il nano e l'umano vestito da chierico. Capì subito che il guerriero di nome Trebor avrebbe dato dei problemi a vederli cosi, con lei svenuta tra le sue braccia, e velocemente la adagiò a terra, spostando la mano sulla daga all'interno del mantello. Trebor si stava già avvicinando a gran passi, accompagnato dal chierico e dal nano, mentre il kender già iniziava a proferire un fiume di parole con l'altro umano di fianco. L'altro umano. Era dunque tornato. Non l'aveva più visto e ora era di nuovo tra loro. La questione non gli piaceva. "Stavamo parlando e la ragazza è svenuta; fatela riprendere, voglio sapere cosa ha sentito." disse cercando di usare il tono più convincente che possedesse, aiutato dal miele della sua voce. Ma l'umano continuava ad avvicinarsi con un aria severa e decisa in volto, e Ariaston scaldò l'impugnatura del suo pugnale nella mano sinistra, mentre il dolce gusto del pericolo gli invadeva la bocca...
  16. Wolf

    La nostra storia...

    OT no nn ho capito nulla delle statue..e nn so chi è Fizban, se è in qualche modo correlato.. però credo di aver decifrato abbastanza la profezia... /OT
  17. Wolf

    La nostra storia...

    OT dico fica! good...qualcosa di nuovo..ora c'è da interpretarla e dare una scossa al tutto..qualcosa ho capito, ma bisogna sfruttarla... /OT
  18. Wolf

    La nostra storia...

    L'umana misteriosa lo metteva un po' a disagio. Si era spogliata una spalla per mostrare due strani tatuaggi (o forse non erano tatuaggi? sembravano cosi naturali..), e un attimo dopo si era girata arrossendo. Se si comporta sempre cosi con tutti gli uomini rischia parecchio, la guerriera..., pensò Ariaston, divertito. Ma poi tornò in se, e considerò la situazione, in silenzio. L'umana sapeva il suo nome, anche se lui non lo aveva mai rivelato. E diceva di non sapere perchè. Questo lo metteva un po' in allarme, non si fidava di lei, anche se sembrava sincera. Ma aveva imparato a non fidarsi delle donne. Non più. «Sembri confusa ragazza mia. Sai molte cose, ma non sai perchè. E' vero, mi chiamo Ariaston. E tu Aixela, se non ho sentito male prima. Senti, non mi piace stare qua allo scoperto; non mi sento a mio agio, come dire. E poi il tuo amicone si starà preoccupando, non vedendoti. E se ci vede qua per sbaglio mi sa che ci sarà da divertirsi. E resta sempre il problema di quel "qualcosa" nella piazza. Spostiamoci sul fianco di quella casa, dove potremmo controllare meglio la situazione.» E cosi dicendo si avviò verso il lato della casa sul lato opposto della locanda, all'inizio della piazza. La ragazza lo segui, ma Ariaston non riuscì a capire se con riluttanza o tranquillità. Quella ragazza, cosi confusa su se stessa e sulle cose, sembrava molto sicura di se quando ci poteva essere del pericolo. O forse era semplicemente incosciente. «E cosi io dovrei poterti aiutare? E a far che? A capire cosa sai? O cosa sei?» Si appoggiò alla casa, con i sensi all'erta come sempre e lentamente si sedette a terra, con i palmi delle mani a toccare il suolo. «E chi ti dice che voglia aiutarti?Per ora, a parte la tua spada, non sembri avere null'altro d'interessante, o per lo meno che non abbiano anche altre donne.» Mentre diceva ciò lanciò un'occhiata d'intesa, divertito. La ragazza non sembrò apprezzare la battuta. Tornò serio, e riprese, con la melodiosa voce che empiva l'aria e il candido sorriso che rifletteva il sole: «Ah no, dimenticavo i tatuaggi sulle spalle. Ma per quello che ne so io potrebbero essere semplici disegni, come ce ne sono tanti. A questo punto diventa interessante solo l'elfetta.» Guardò con attenzione l'umana per capire cosa pensasse...e la sua mente corse ai tatuaggi che lui stesso aveva sulle mani...
  19. Wolf

    La nostra storia...

    Stolto! Nel prestare la più completa attenzione alla catena e alla presenza che aveva percepito dietro di se, non si era curato di ciò che lo aspettava. Appoggiata all'albero c'era l'umana, e sembrava attenderlo. Ariaston rallentò, si fermò e osservò l'umana; la scia magica alle sue spalle aleggiava ancora nell'aria, e se qualcuno si fosse avvicinato lo avrebbe probabilmente notato, quindi si concentrò su di lei. «Non so perché mi trovo qui. Non so perché sono uscita dalla taverna di corsa, mandando Trebor a vedere chi si nascondesse in cucina per distrarlo. Non so perché ho corso così tanto. Non so chi sei tu.» «Ma ho intenzione di scoprirlo.» Appena la mano dell'umana si spostò sull'elsa della spada, quella magnifica spada, i muscoli di Ariaston si contrassero, tesi e pronti a reagire, e alzò la daga in posizione di battaglia. Ma la spada non uscì dal fodero; la mano si era spostata su di essa per accarezzarla, come lui faceva spesso con il suo pugnale. «Bella daga.» disse la guerriera. Ariaston la osservò qualche istante e poi fece scomparire l'arma tra le pieghe del mantello. "Qualcosa è nella piazza. Ne ho percepito la presenza, anche se non so dove si nasconda. Meglio stare all'erta. Dici che vuoi sapere chi sono io? Beh, mi vedi. Un elfo, curioso più che altro. Ma il problema ora non è che sono io, ma chi sei TU. Io non ti ho mai vista ne sentita nominare, ma non sembra lo stesso per gli altri. L'ho notato quando osservavano la tua spada, quando osservavano te. E i tuoi occhi nascondono qualcosa." Continuò a osservarla, spostandosi lentamente ma con sicurezza verso l'albero, dove si appoggiò con la schiena osservando la piazza. Entro poco tempo sarebbe probabilmente arrivato l'umano suo amico, appena si fosse accorto della mancanza della bella donna. Aveva notato i suoi occhi. Strani per un umana. "Chissà..." riprese con la sua voce melodiosa e dolce, con uno sguardo serio negli occhi, e un sorriso leggero a increspare le labbra e la ciccatrice. "Ma a dire la verità non mi interessa molto sapere chi sei per gli altri. Giudicherò io chi sei, conoscendoti se ne avrò l'occasione. Non mi interessano le opinioni degli altri, chiunque essi siano." Si girò a osservare la donna, brevemente, per capire le sue reazioni alla sua voce e alle sue parole...sembrava stupita e incuriosita...attese la sua risposta osservando la piazza con attenzione, mentre la sua scia magica era svanita...
  20. Wolf

    La nostra storia...

    Era seduto ancora a terra, da poco, e sentì dei passi avvicinarsi. Qualcuno lo aveva forse sentito? Si mosse velocemente, passando in un soffio le mani sul medaglione, e si accucciò di fianco allo scaffale delle provviste, approfittando dell'ombra che creava. Neanche l'ombra stessa si accorse della sua presenza. La porta si aprì lentamente, e una lunga lama entrò nella fessura, seguita dal corpo dell'umano che poco prima aveva sentito il tocco gelido della sua daga sul collo. Stava cercando qualcosa, scrutando le ombre e i nascondigli. Non poteva aver sentito la sua presenza, non lui. Ma l'umana c'era riuscita di nuovo? Com'era possibile? Era la prima volta che trovava qualcuno in grado di individuarlo. O meglio, non la prima, ma era molto tempo che non accadeva. Moltissimo tempo; i suoi pensieri corserò veloci al passato e la ciccatrice tornò a bruciare, per un istante; poi la sua mente tornò velocemente al presente, e allertò i suoi sensi e qualche rudimento di magia per perlustrare al meglio la stanza, senza farsi notare dal guerriero. Si infiltrò mentalente in ogni pertugio della stanza, in ogni nascondiglio, alla ricerca di...ECCOLO! lo aveva trovato. Come in ogni cucina che si rispetti non poteva mancare un topo alla ricerca di cibo. Inviò un rapido impulso mentale, per suggerire al roditore la presenza di cibo nel salone principale. Sentiva che era affamato, che non avrebbe disprezzato qualche bel pezzettone di pane fresco. Sapeva fare poco altro con la magia, ma quando si trattava di animali era sempre abbastanza abile. E il roditore, dopo un attimo di esitazione, rispose al suggerimento e uscì correndo dalla sua tana. Si lanciò velocemente tra le gambe del guerrierone, squittendo; l'umano fu colto un attimo di sorpresa e lanciò un grugnito, e poi si voltò per vedere cosa lo aveva incrociato. Quando si accorse di ciò che era scoppio a ridere, nel vedere il roditore correre al centro del salone, spargendo paura e divertimento nei bambini radunati, improvvisamente svegli a causa del suo verso. Trebor si voltò un istante a dare un ultima occhiata alla sala, con qualche dubbio ancora. Poi rinfoderò la spada e tornò nel salone dove echeggiavano le grida dei bimbi. Aristor fece un sorriso soddisfatto e divertito, e si mosse rapidamente verso la finestra dalla quale era entrato. Uscì, e inizio il giro di perlustrazione che aveva promesso. A quanto pare sarebberò riusciti a difendersi anche da soli, putroppo o per fortuna. Girò attorno all'edifico di fianco alla locanda, dirigendosi verso la piazza. Quando arrivò in vista di essa si nascose nell'ombra, ormai per abitudine. Osservò attentamente la piazza, e vide un crepaccio al centro di essa. Non c'era nessuna traccia che indicasse dove poteva essere andato il viandante e, da quello che notava, neanche niente altro di interessante. Osservò per qualche altro istante lo spiazzo, e poi si mosse verso di esso. Non aveva notato nulla di strano, e lentamente si avvicinò per cercare indizi. Ma la sua mano era comunque posata sulla daga. Appena usci dalla soffice protezione dell'ombra accelerò il passo, sentendosi improvvisamente nudo, indifeso. E dopo qualche passo la notò. Una catena era attaccata ad un muro, senza senso, in un luogo dove non avrebbe dovuto essere. E non capiva da dove arrivasse..era tesa, e non scendeva perdendicolarmente al terreno. Un aria fredda lo investì, si sentì pervadere il corpo dalla dolce agitazione che precede una battaglia, e saettò verso l'albero a 15 metri da li, l'albero delle impiccagioni che già in precedenza lo aveva protetto, conscio di essere stato notato da qualcosa. Strano posto dove cercare rifugio e sicurezza... Lasciò dietro di se una leggera scia magica, per individuare un eventuale inseguitore e alla velocità massima che le sue gambe gli consentivano vide avvicinarsi l'albero, daga nella mano destra, mano sinistra a riscaldare il bianco pugnale,e un sorriso finalmente vivo a solcare il volto...
  21. Wolf

    La nostra storia...

    Era rimasto nascosto nell'ombra vicino all'entrata, e aveva visto entrare tutti. Ma nessuno aveva visto lui. Come sempre. Percepiva una presenza da qualche altra parte, li vicino, ma non riusciva a capire dove. Era qualcosa di potente, pericoloso; e come sempre quando si sentiva in pericolo passò la mano sul pugnale, per scaldarlo d'abitudine; il suo pugnale, l'arma perf...DOV'ERA?? CHE FINE AVEVA FATTO IL SUO PUGNALE? Non lo aveva mai usato, era sempre rimasto al suo fianco oggi. L'aveva perso? Era agitato, non si era mai separato dalla sua arma. Lentamente riacquistò il sangue freddo, si calmò e pensò. Nn poteva averlo perso da molto, altrimenti la cortina magica che aveva posto a protezione dell'arma avrebbe cessato di esistere, senza il sopporto del suo influsso magico, e lui se ne sarebbe accorto. Poteva ritrovarlo. Mentalmente andò alla ricerca del potere magico, lo cercò e finalmente lo trovò. Era li vicino. Dentro alla locanda! Come era entrato la dentro? Qualcuno doveva averlo preso, e questo lo preoccupò ancora più. Appena fosse finita la sua magia il pugnale avrebbe attivato le difese magiche di cui era fornito, e qualcosa sarebbe successo. Ma neanche lui sapeva cosa. E non aveva intenzione di scoprirlo oggi. Erano tutti in pericolo, e doveva agire in fretta per evitare rischi. Saettò dentro alla sala, e si ritrovò davanti il nutrito gruppetto di persone che si aspettava. Mancava solo l'umano, ma non lo vedeva più da un po'. Con gli occhi scorse tutti i membri del gruppo, andando in cerca del potere della sua magia. E capì chi poteva aver preso l'arma. Quel maledetto botolo vestito con abiti dai colori assurdamente sgargianti! Lo teneva ancora in mano! "TU PICCOLO MISERABILE! RIDAMMI IL MIO PUGNALE". Un misto di rabbia e di paura per quello che forse ci aspettava lo portò a parlare apertamente, senza preoccuparsi del fatto che tutti sentivano. La sua voce poteva assumere anche toni irosi, nonostante il candore che la contraddistingueva. Il tappo, con sorpresa di Ariaston, restituì immediatamente il pugnale, boffonchiando qualcosa riguardo l'essergli grati, il doverlo ringraziare. Ariaston non lo ascoltò neppure, e immediatamente fece scomparire l'arma nelle pieghe della maglia, occultando come d'abitudine il suo potere. Era sollevato, ora che l'arma era al sicuro. Il botolo stava dicendo che se non era per lui ora chissà dove sarebbe stato il pugnale, vantandosi della sua persona. Ariaston non lo aveva mai visto ne sentito nominare, e chiese chi fosse. L'umana dalla magnifica spada si passò una mano sulla fronte, il nano rantolò in preda a una crisi, e un silenzio agitato passò nella sala. Cosa stava succedendo?? Cos'era tutta questa preoccupazione? E poi capì. Dalla bocca del tappo uscì un fiume interminabile di parole, una litania che presto assunse toni infernali, quasi come una tortura di morte. Non smetteva di parlare neanche per respirare, era inarrestabile e presto la pazienza di Ariston andò diminuendo e l'immagine delle sue mani strette al collo di quell'insulsa creatura si fece spazio nella sua mente. Poi l'elfetta intervenne, e tappò la bocca (o caverna?) di quella cosa, e un respiro di sollievo percorse i membri del gruppo. Il nano all'improvviso uscì di corsa, e Ariaston si spostò di lato per farlo passare, appoggiandosi poi alla parete con calma. Sapeva che presto avrebbero notato le sua mani e il suo strano volto, e sarebbero iniziate le domande, alle quali come al solito non avrebbe risposto. Ma la sua attenzione era focalizzata sulla spada dell'umana. Sembrava veramente una lama particolare, ben forgiata, e desiderosa di sangue. La guerriera osservava l'elfetta e per quanche istante non si accorse di Ariston, ma poi lo notò e si accorse dell'attenzione che destava la sua spada. "E' inutile che la nascondi. Ormai tutti l'abbiamo vista. Una lama veramente magnifica, degna di nota. Mi piacerebbe vederla in azione un giorno e magari anche, chissà, provarla." La sua voce dolce attirò lo sguardo di tutti, e anche l'attenzione sull'umana, distogliendola, forse, da lui. Il nano rientrò seguito da dei bambini. Chissà da dove arrivavano? "Qualcosa di strano è successo qui fuori, e molta morte è stata distribuita oggi." continuò Ariston tenendo sempre lo sguardo sull'arma della guerriera, analizzandola, pensando mentalmente a quale fosse la tecnica perfetta da utilizzare in battaglia da chi possedeva quell'arma. Come sempre il suo spirito battagliero lo coinvolgeva più di ogni altra cosa. "Non so dove siano finiti lo strano viandante, che ho seguito per giorni, ne dove sia il guerriero con quella strana arma. Molte cose sono successe in poco tempo. Ma trovo che non sia frutto del caso se tutti noi ci siamo ritrovati qui oggi, radunati come se un appuntamento ci fosse stato dato. E credo che quello stregone, o qualunque cosa fosse, non si fermerà qua. Lo avete infastidito e non se lo dimenticherà, temo. Ora qualcuno di voi avrà da fare; dovrete riprendervi dalle eventuali ferite e curarvi anche dei bambini. La gente nel villaggio non uscirà per un bel po'; io ora vado a fare un giro di perlustrazione nella zona. Qualcosa mi rende inquieto..." E, senza lasciare il tempo agli altri di obiettare, usci con un sorriso divertito, esponendo la bianca dentatura. Le sue mani corsero verso la daga leggera e affilata e lentamente si spostò sul lato della locanda. Giocando con il medaglione si fuse nell'ombra delle abitazioni e iniziò il suo giro di perlustrazione. E pensava alla spada. Si avvicinò al retro della locanda e cercò una finestra. Controllò che nessuno lo notasse, e vi entrò furtivo. Si trovava nelle cucine, e lentamente si mosse tra i tavoli avvicinandosi all'ingresso. Procedette cauto e arrivò alla porta che dava nel salone principale, ove si trovava il gruppetto. Si sedette a terra con calma, accanto alla porta, e ascoltò quello che veniva detto nel salone. Per ora preferiva non stare molto con loro..
  22. Wolf

    La nostra storia...

    Ot: volevo dare un suggerimento..alcuni di noi possono postare tutti i giorni a tutte le ore, altri no..quindi direi per chi ha la possibilità di postare tanto di limitarsi un po', attendendo un pezzo di narrazione anche di altri..per evitare incongruenze o casini vari...anche se finora nn ci sono stati problemi.. /ot
  23. Wolf

    La nostra storia...

    La ragazza aveva acconsentito a lasciare il nano al suo lavoro, e mentre lei rinfoderava la spada la daga di Aristor si allontanò velocemente dalla gola del guerriero, mentre con una spinta l'elfo lo allontanava da se. Sorrise alla guerriera riconoscendo, ora che la vedeva alla luce del sole, la spada come un arma dei cavalieri dell'ordine di Jamalièl. Li conosceva di fama ed erano grandi guerrieri, ma non aveva idea dei loro scopi o delle loro usanze. Probabilmente quelli che si trovava di fronte ora, erano temibili avversari o, all'occorrenza, abili alleati. Mentre i due guerrieri correvano verso la locanda, recando con se l'elfetta, Ariaston vide l'umano voltarsi verso la piazza, e con il volto contratto in una smorfia di rabbia e orgoglio, scattò verso di essa estraendo la spada. Un altra magnifica spada, ma questa lo attraeva meno. Sembrava troppo un arma a doppio taglio. Il nano era ancora fermo al suo posto, e Ariaston gli rivolse la parola: "ehi!! pensi di restare li ad aspettare qualche nuovo attacco o reagirai in qualche maniera??" e senza aspettare risposta scattò velocemente in direzione dell'entrata della locanda, seguendo gli altri. La daga scomparve nuovamente tra le pieghe del suo mantello verde scuro e, silenzioso come sempre, si occultò nell'ombra di uno di quelli che dovevano essere stati i banchetti della festa, giocando con il suo medaglione..era ritornato a essere solo un altra ombra, nel caos della piazza. C'era del fumo al centro di essa; notò del trambusto, del movimento, poi una scarica di pura magia e poi niente. E quando tornò l'aria limpida vide l'umano dalla strana spada in piedi ove era il viandate, un groviglio di corpi nei calcinacci di una casa, tra cui anche il kender e l'essere che lo aveva catturato. Che stava succedendo?? Dov'era il viandante? E chi erano tutte quelle persone? All'improvviso non si sentì più tanto sicuro in quell'ombra...
  24. Wolf

    La nostra storia...

    OT per Joram: ops! sorry..mi sono confuso con tutti sti personaggi..ma ho rimediato
  25. mauhhahah lo aspettavo questo tuo reply!!! ci avevo proprio pensato che non avresti trovato i generi che più ascolti nel sondaggio... ma dopo tutto nenache io ho trovato tutto...
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