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ilmena

Circolo degli Antichi
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Inserzioni blog inviato da ilmena

  1. ilmena

    I miei PG su Dragons' Lair
    n°) DM - Titolo - PG [classe PG] (compagni di PbF) (durata PbF)
     
    1) Vladimir Rustovich - le grandi tenebre del nord - PG: Koyaanisqatsi [Umano Druido] (Lilith Solitude, Magoselvaggio, The Nemesis) (20/1/2011-23/3/2011)
    2) Omura - il frammento della gemma - PG: Koyaanisqatsi [Umano Druido] (Gogeth, Lollinus, Dungeonmaster89, Magoselvaggio, dylandog) (24/1/2011-5/2/2011)
    3) Dalamar78 - Eroi - PG: Gerbo Doublelock Bern [Gnomo Mago] (Magoselvaggio, Ricky Vee, lollogas, Alonewolf87, skemb, Staver, nabdonosor, Richter Seller) (25/1/2011-23/11/2011)
    4) Dungeonmaster94 - Proemio - PG: Kritomos di Sparta [Umano Barbaro] (pez, Magoselvaggio, Psion) (26/01/2011-5/03/2011)
    5) Dungeonmaster94 - Dopo le piogge di fuoco - PG: Etnei Vresnei [Umano Monaco] (Magoselvaggio, dalamar78, pez) (26/1/2011-3/3/2011)
    6) Leoric - la nascita degli eroi - PG: Draupnir di Durin [Nano Guerriero] (Shukay, Idriu, EagleBlack, GrummPeldicarota) (31/1/2011-8/4/2011)
    7) Gigardos - una taglia da 300.000 mo - PG: City Hunter [Umano ???] (pez) (8/2/2011-20/3/2011)
    8 Caino84 - Trincea atto 1 - PG: Valterio Maggio [Umano Barbaro] (Morion, Fudd, Luca38, Magoselvaggio) (9/2/2011-16/5/2011)
    9) labrat - Nelle paludi di vapore (Idriu, Shagrat, dak'kon, WelldyBoss) (25/2/2011-23/5/2011)
    10) Eltarios - Il seme del male - PG: Mena [Umano Ranger] (Acul, Goz, Dungeonmaster89) (28/2/2011-22/7/2011)
    11) Morion - Il ghiaccio li rese eroi - PG: Marlamen Droverson [Umano Chierico] (Lollinus, Wolfang, Grumm Peldicarota, pez, DarthRonin) (7/3/2011-12/10/2012)
    12) ilmena - i lupi del crepuscolo - DM (Morion, pez, dalamar78, Idriu) (17/3/2011-13/11/2011)
    13) Idriu - Naufragio tempestoso - PG: Althea [Ninfa Druida]  (orgoglio elfico, The Nemesis, liberifatali) (2/4/2011-3/6/2011)
    14) pez - Vile dipendenza - PG: Morsilens [Mezzorco Barbaro] (eltarios, pega, kail damhin, OcramGandish) (2/4/2011-21/11/2012)
    15) Wolfang - Un mondo perfetto - PG: Van de Sfroos [Umano Bardo] (Morion, Goz) (11/4/2011-19/4/2011)
    16) pez - Hokuto no Karameikos - PG: Ryu [Umano Monaco] (12/3/2012-17/2/2014)
    17) lollinus - Le tre facce del male (pez, idrahil, morion, dalamar78, merlinus maximus, tebrin, logeta) (5/9/2012-22/10/2012)
    18) Erenis - Gli Albori (lainadan92, bradamanto, loki86) (2/1/2013-4/7/2013)
    19) Darth Ronin - Welcome to the Jungle - PG: Mena [Umano Ranger] (MrDeath, athelorn, blackaurox, pega, magoselvaggio) (26/12/2013-18/4/2014)
    20) Dalamar - Eroi2 - PG: Homura [Umano Ladro] (Morion, Sani100, Darione,  Alonewolf87) (23/12/2014-17/10/2015)
    21) Gordan - Rage of Winter - PG: Jervilk [Umano Ranger] (Ian Morgenvelt, Nerelith, Vincent Byron, dalamar78) (4/5/2016-25/10/2016)
    22) DarthFeder - L'antica Accademia - PG: Woltgard [Umano Barbaro] (thorgar, senhull, kelemvor, rikkardo, alonewolf87) (30/04/2017-15/7/2017)
    23) Kelemvor - Demented and Dragons - PG: Valterio [mezzorco mago (?)] (Pyros88, Daimadoshi85, DarthFeder) (30/01/2019-21/02/2019)
    24) Bomba - L'esercito degli eroi - PG: Tonum [Umano Chierico/Tempesta/Dittatore nazista/medico di base] (Pyros88, Dodo's Horde, SassoMuschioso, Arthaili, Minsc, shadizar, Nilyn, Organo84, Ian Morgenvelt, Ghal Maraz, Gordan, Dmitrij, PietroD, Dmitrj, fezza, NightmareChild, AndreaP) (07/07/2018-14/03/2019)
    25) pez - Alter ego - PG: Borgart [Nano mago] (Landar, Laurence, chradis) (17-03-2020-30/09/2020)
  2. ilmena
    Benvenuto, benvenuto… o forse no
    I Rinneganti di Cardito Opum non sanno bene se rivelarti la verità sia la cosa giusta da fare.
    O se sia possibile.
    O se ti faccia star meglio.
    I fatti sono questi: non ci sono verità sotto il Senato Superiore.
    La Volpe Grigia è un pericoloso criminale dedito al saccheggio, o un eroe popolare?
    Gli echi della voce del Risvegliato sono pericolose illazioni, o moniti a cui prestare orecchio?
    I Conti in Cerchio sono i regnanti di diritto, oppure gli Otto Castelli sono in mano a mercanti e criminalità?
    Quando anche la sincerità dei Cercavero è posta in dubbio, come è possibile non rinnegare ogni verità apparente?

    Ciao a tutti! Inizio con questa prima inserzione nel blog di dragonslair le cronache della campagna "I Rinneganti di Cardito Opum", che vedranno i nostri protagonisti affrontare mille peripezie, perlopiù scontrandosi con la legge costituita, all'interno della Marca di Laurestos. Quali saranno i loro obiettivi? Creare un'organizzazione anti-governativa per aiutare i più deboli contro i ricchi oppressori? Raddrizzare vecchi torti subiti? Distruggere ogni nemico sfruttando la potenza di un'antica entità malvagia? Nemmeno noi giocatori lo sappiamo, ora come ora. 

    La campagna si svolgerà con il sistema di Fate Accelerato: un sistema che predilige la narrazione all'ottimizzazione meccanica dei personaggi, e che aiuta i giocatori a creare PG sfaccettati e non banali. Se siete curiosi di farvi un'idea veloce del gioco suggerisco il seguente video: https://www.youtube.com/watch?v=Xx8LrPgE394
    Per Fate Accelerato esistono alcune ambientazioni ufficiali, ma noi giocheremo in un'ambientazione homemade creata dal nostro master Andrea; il mondo dove sono immersi i nostri personaggi è una via di mezzo fra la Roma imperiale e il Medioevo, con la giusta spruzzata di magia qua e là per rendere il tutto più fantasy e (a nostro parere) godibile.
    Senza dilungarci troppo vediamo una carrellata veloce dei personaggi che prenderanno parte alla campagna e delle avventure che hanno vissuto e che hanno intrecciato le varie storie fra di loro:
     
    Lys, Decimerede di Kartisan. Player: Elio

    Diciassettenne, 1,60 m per 45 kg, le curve nei posti giusti, capelli castani tenuti corti. Giovane erede del Conte di Kartisan, ora tra i migliori Rapidi Silenti.
     
    La vita della figlia di un Conte in Cerchio non è poi dura, se ti tappi il naso e accetti un marito, ma con il neo Barone Colagua mio padre ha veramente esagerato.
    Da sempre abile a non farmi trovare, mi sono spostata proprio a Cardito Opum, la città del mio promesso sposo! Nessuno mi cercherà qui.
    I miei nobili natali mi hanno permesso di essere prima valutata e poi reclutata dai Rapidi Silenti, la gilda di ladri più grossa del paese, ma ora sono i miei talenti a rendermi davvero una di loro.
    In una missione per i Rapidi Silenti ai danni di un Tribuno ho derubato i proventi delle tasse all’uscita dalla città, ma per una distrazione di quegli avidi dei miei compagni il bottino ci è stato poi sottratto da un omone con la maschera da lupo. Ho poi scoperto poi che si trattava della Volpe Grigia, un criminale idolo del popolino che si credeva oramai scomparso. Quel folle ha poi distribuito il denaro agli straccioni del Quartiere della Donnola, lo so per certo. Folle? O generoso? Forse anche i ladri possono avere una morale.
    Quando quel Dagon è comparso in città, i miei capi si sono fregati le mani: un Augemante qui, a Cardito Opum! E in disgrazia! Quale opportunità imperdibile!
    Ovviamente hanno scelto la migliore per tentare il colpo.
    Fatto sta che quel puzzone mi ha colta in pieno, sicuramente grazie alla magia, e mi ha fissata con quegli occhi vuoti tanto a lungo da farmi vedere catene spettrali e uno spirito spaventoso.
    Non so quanto sia stato reale, ma una cosa è certa: nè io nè i Rapidi Silenti vogliamo affrontare quest’uomo e la sua stregoneria.
     
    Dagon, il risvegiato. Player: Piga

    Sui 35 anni, capelli sale e pepe una volta ordinati, alto 1,85 m, avvolto in cenci, una catenina in mano. Ex-augemante del Senato Superiore, ora tormentato da uno spirito Antico.






    Inviato ad indagare su alcuni affari sospetti della Scala Oltreoceanica, sono stato tradito e ridotto in fin di vita. A salvarmi è stato lo spirito dell’Antico che, nel tentativo di possedere il mio corpo, ha respinto la morte abbastanza a lungo. Dopo mesi a peregrinare senza meta, sempre in fuga, mi sono stabilito a Cardito Opum. 
    Qui sono finito nel mirino dei Rapidi Silenti, fattisi avidi alla possibilità di ottenere qualcosa da un Augemante caduto in disgrazia. Una di loro, tale Lys, ha cercato di rubare la mia catenina credendola un oggetto magico; individuatala facilmente, l’ho incatenata, interrogata, spaventata a morte e rilasciata.
    Un criminale straccione locale, la Volpe Grigia, mi ha salvato quando, sorpreso da una banda di briganti, non ho fatto in tempo ad approntare difese adeguate; quando, poco tempo dopo, mi sono invece imbattuto in lui, attaccato da alcuni sicari dalla carnagione scura, ho provato ad aiutarlo scatenando poteri distruttivi, e provando una gioia sadica ho massacrato l’intero gruppo.
    L’Antico si è scatenato!
     
    Arnaud Chanteur des la Montagne, aka La Volpe Grigia. Player: Mena (su dragonslair: ilmena)


    Alto 1,80 m, spalle larghe, portamento orgoglioso, capelli neri e lisciati indietro. Giovane cantastorie un po' sbruffone, di notte indossa i panni della Volpe Grigia, un vecchio paladino del popolo.


     
    In vita mia ho sempre cercato di essere giusto, come diceva mio padre; sono quindi per attitudine ben al di sopra del disonesto, del senza onore, del voltagabbana.
    Da quando nel mio girovagare per la Marca ho sentito parlare della Volpe Grigia, non ho dovuto cercare altrimenti per trovare il mio mito. Purtroppo però le droghe provenienti dalle provincie remote dell'impero sono più forti anche dei miti di infanzia: il giorno della caduta della Volpe mi brucia ancora, come ogni cosa negativa a cui assisti impotente.
    “Mai più”, mi son detto.
    Trovato il suo covo segreto, ne indosso da allora i panni, per portare lustro a quel nome glorioso, e per dare ai deboli e agli oppressi una speranza. Lunga vita alla Volpe Grigia!.
    Da che mi ricordi sono sempre stato il più grosso, il più forte e il più capace nelle competizioni a cui ho partecipato. A parte quella volta.
    Ero riuscito ad intrufolarmi alle selezioni per la Tagmade Senatoria, il corpo di guardia del Senato Superiore, e stavo mettendomi in mostra, quando uno dei selezionatori disse: "Terzodecimo, vedi di abbassare la cresta al paesano". In pochi secondi sono stato preso, girato, ferito, deriso e umiliato, il tutto senza che quel Dante si prendesse la briga di mutare la sua espressione annoiata.
    Mi sembra evidente che la mia voglia di prevalere non sia stata sufficiente, ma da allora mi sono affilato.
    Ho aiutato quello che credevo essere un povero straccione, rivelatosi poi essere Dagon, mentre era stato colto di sorpresa da alcuni predoni. Qualche tempo dopo sono stato attaccato da alcuni sicari dalla pelle scura, e per quanto mi costi ammetterlo, erano in troppi. Già sanguinante da diverse ferite, cominciavo a disperare, quando il vecchio cencioso è comparso all’estremità del vicolo. Nel tempo di un respiro, ha completamente massacrato l’intero gruppo. Il suo volto era in ombra, e non ho colto la sua espressione. La mia era di certo di sollievo. Forse avere qualche alleato ha la sua utilità, dopotutto.

    Terzodecimo, il Segugio di Dubbi. Player: Umbe

    Sui 45 anni, alto 1,76 m, rasato, fisico asciutto ed atletico, sguardo indagatore e aria vagamente violenta. Ex-Ttano dei Cercavero Senatori, spada scelta e abile investigatore.
     
     
     
     
    Il mio addestramento inizia presto: le mie sono terre dure ed aspre, e non c’è tempo per i bambini e i loro giochi. Mi distinguo subito tra i migliori combattenti, ed entro presto nel gruppo selezionato dal Senato Superiore. Il mio spiccato intuito unito alle capacità marziali fa di me un perfetto esempio di Cercavero, ed in breve vengo promosso Ttano.
    Da tempo avevo notizie di trame nell’ombra del Senato, ma mai mi sarei aspettato qualcosa come il Caso Dagon: risolta la frode ai danni del Decarca Ai Cusul, e trovato il colpevole, uno scherano del Senatore Urisoli, ho subito fatto rapporto al Pritano Senatorio. La mia sorpresa è stata totale quando mi è stato riferito che il colpevole in realtà era già stato trovato: si trattava dell’Augemante Dagon, deceduto qualche giorno prima. Menzogne! Schifose menzogne! La mia fiducia nei Cercavero ne è stata scossa, e una volta scoperto che Dagon era sopravvissuto ho deciso di lasciare il mio lavoro e partire alla sua ricerca.
    Arrivato a Cardito Opum grazie ad alcune voci, mi metto sulle sue tracce. La cosa deve dare fastidio ai locali briganti, che inviano tale Lys a parlamentare, offrendo aiuto. Non sarò più un Cercavero, ma questa feccia mi ripugna ancora. Rifiuto sdegnosamente, posso farcela da solo, e non mi fido di chi concede aiuto senza chiedere nulla in cambio.
     
    Le schede dei personaggi possono essere viste su http://irinneganti.obsidianportal.com/characters
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    A guidare e ad assecondare le idee di questi giocatori c'è il bravo master Andrea, vero autore del 90% delle parole che riporterò qui. Oltre che masterare, Andrea infatti si occupa di aggiornare la pagina della campagna sul sito obsidian portal (http://irinneganti.obsidianportal.com/), dove si può trovare tutto il materiale da lui prodotto su questa storia (pagine wiki sulle leggi, la città, i personaggi, ecc.).

    Che altro aggiungere? Se siete curiosi di sapere se Dagon imparerà a convivere con l'Antico o se quest'ultimo prenderà il sopravvento,
    se volete conoscere il futuro di Lys, entrata in contatto con qualcosa di forse più grande di lei,
    se bramate udire le nuove avventure della Volpe Grigia e dei suoi nuovi (forse) alleati,
    o se volete sapere se Terzodecimo troverà Dagon e come,
    seguite questi blog, che verranno uploadati a cadenza (più o meno) settimanale

    Ciao!
  3. ilmena
    Una Voce a caccia - parte II
    Seconda sessione della campagna di Fate Accelerato "I Rinneganti di Cardito Opum"
    Vai all'inserzione introduttiva sui personaggi: https://www.dragonslair.it/blogs/entry/1106-fate-acc-i-rinneganti-di-cardito-opum-personaggi/
    Vai alla prima sessione: https://www.dragonslair.it/blogs/entry/1112-i-rinneganti-di-cardito-opum-prima-sessione-fate-acc/
    Vai alla pagina di obsidianportal con le schede dei personaggi e con tutto il materiale sulla campagna: http://irinneganti.obsidianportal.com/
     
    Dalla porta arrivavano degli ansiti, mentre Lys percorreva il buio corridoio al primo piano dello stabile. Nessuna luce filtrava dagli stipiti, ed era solo il fioco lucore lunare ad illuminare i passi della giovane ladra.
    Ancora a puttane? Ma non si stanca mai?
    Il suo pugno dovette levarsi più volte sul legno scheggiato prima che i gemiti si interrompessero e una voce si decidesse a rispondere.
    «Chi cxxxo è? Per gli antenati, giuro che se non è importante…»
    «Sono Lys. Verves è morto. È successo qualcosa»
    Il tremito della sua voce, sicuramente dovuto alla stanchezza, era appena percettibile nelle brevi frasi pronunciate. Qualche secondo di silenzio accolse la notizia, poi al rumore secco di una pietra contro l’altra fece seguito la comparsa di una striscia di luce ai suoi piedi.
    «Spiegami tutto lentamente, ragazzina. Non tralasciare nulla»
    La voce di Deryip le giunse improvvisa quanto la zaffata di odore dolciastro, una volta spalancata la porta.
    Sudore, sesso e…qualcos’altro. Ma cosa?
    «L’appostamento è andato a puttane, brucino gli antenati, ma non certo per colpa mia. Verves e Cairi si sono lanciati su Dagon e sul suo compagno, un cantore da strapazzo, non appena nel Buco è entrato un tizio, la Voce di nonsocosa, con alcuni soldati. Mi sono tenuta in disparte per quanto ho potuto, seguendo gli ordini, ma alla fine del casino le guardie e il tipo nobile erano fuggiti o svenuti, Cairi si era dileguato dalla finestra mentre Verves era a terra, la faccia fracassata da una sedia.»
    Una pausa per riprendere fiato, e poi:
    «Deryip, cosa cxxxo è successo? C’è qualcosa che non so?»
    Sulla faccia del Rapido Silente l’aria infastidita aveva lasciato spazio prima alla sorpresa e poi alla concentrazione. Grattandosi la barba con il pollice destro, rivolse il suo sguardo ancora arrossato su Lys.
    «Gli ordini erano gli stessi per tutti, nessun segreto. Ascoltare senza intervenire. Non ho idea di cosa sia successo, ma se Cairi è ancora vivo, parlerà».
    Deryip tornò nella stanza, indossò un pesante pastrano scuro e salutò bruscamente la donna nuda che, ora Lys poteva vederlo, giaceva su di un fianco con gli occhi socchiusi. L’odore si fece più insistente, ma ancora la giovane ladra non riusciva a dargli un’identità completa.
    «Andiamo. Se non è a casa sua, rivolterò ogni rifugio e ogni bettola, e preghi gli antenati perché lo trovi subito. Ma preghi forte!».

    Era giunto non appena aveva saputo. Muovendosi senza sforzo nella notte tempestosa, si era avvicinato circospetto alla locanda, scrutandone le ombre.
    La pioggia scivolava lentamente sul suo cranio liscio, seguendo la marcata linea delle sopracciglia fino a percorrere le cicatrici sulle guance. Un lampo lontano fece brillare i suoi occhi, fissi nella penombra sulla porta del Buco della Vedova.
    Un unico, fugace movimento della mano confermò l’impressione iniziale.
    Chiusa. Sono arrivato tardi, ancora una volta. Ma ora…Ora ho una traccia. Fresca.
    Voltatosi, Terzodecimo si lasciò alle spalle quel pallido tentativo di locanda sotto la pioggia scrosciante.
    Il Segugio di Dubbi era a caccia.

    Infilandosi sotto all’arco di pietra, Lys riuscì finalmente a sottrarsi al freddo abbraccio della pioggia. La schiena di Deryip avanzava avvolta nell’oscurità pochi metri più avanti, chino mentre scivolava in un basso corridoio. Dopo qualche metro, l’uomo si voltò verso una porta sulla destra. Prendendo posizione accanto al Coordinatore, Lys non poté fare a meno di chiedersi come avrebbe reagito di fronte al Rapido Silente insubordinato.
    Gli antenati lo colgano, se tenta di far qualcosa di stupido. Deryip non è gentile con chi ubbidisce, figuriamoci se sente puzza di insubordinazione.
    «Cairi, sono Deriyp. Apri. Ora»
    Dall’interno giunse il rumore di un chiavistello smosso, poi la sottile porta girò sui cardini.
    «Deriyp. Cosa cerchi a quest’ora della notte? Di certo avrebbe potuto aspettare domat…»
    Gli occhi del ladro si sbarrarono quando vide Lys, e le sue mani si mossero veloci per cercare di chiudere la soglia.
    «Non così in fretta. Devi spiegarmi molte cose, Cairi. Ma molte davvero!»
    Esclamò il Coordinatore, appoggiando la spalla al legno e facendo pressione. L’altro Rapido Silente rinunciò in fretta a contrapporsi, e facendosi indietro iniziò a balbettare.
    «Non è stata colpa mia. Era stato…deciso…Non è stata una mia idea! Cerca di capirmi, Deryip, io non avrei mai…Disobbedire non è mai stata mia intenzione! Ma come potevo oppormi…Come potevo fare altro? Eh? Non sai cosa…non sai…»
    «Non me ne frega un cxxxo delle scuse. E smettila di balbettare. Rispondimi adesso, cos’è successo stanotte e perché non hai rispettato...»
    Fece una pausa, come se si fosse reso conto solo ora di quanto fosse arrabbiato. Le vene del collo si gonfiarono
    «Perché non hai rispettato i MIEI CXXXO DI ORDINI?!»
    Gli occhi di Cairi si muovevano senza sosta, dalla faccia rossa di Deryip alla sua cintura, da Lys al pavimento.
    Si leccò le labbra nervosamente
    «Non capisci. Non capisci! Non ero io a decidere! Seguivo solo gli ordini di Neicantes, quella putt...»
    Un sibilo nella piccola stanza, e la fioca luce della candela illuminò qualcosa di scuro spuntare dalla tempia del ladro. La sua testa si spostò repentinamente di lato, anticipando di qualche istante il resto del corpo. Poi la sua intera figura cadde mollemente al suolo, rompendo la brocca appoggiata su di uno sgabello.
    «Un dardo. Mxxxa!»
    Deryip anticipò lys alla finestra
    «Brucino gli antenati, non si vede nulla con questa pioggia!»
    Mentre il suo Coordinatore scrutava nell’oscurità, Lys si chinò su Cairi e gli tastò il collo.  Morto sul colpo.
    Non che avessi bisogno di una conferma. Gli antenati non aiutano chi ha il cervello spappolato da un dardo, dopotutto.
    «Andiamo, non c’è più niente da fare qui. Ma domani…»
    Lo sguardo di Deryip si fece distante per un attimo, mentre Lys si rialzava avvicinandosi alla porta.
    Senza concludere la frase, il Coordinatore superò la giovane ladra e si avviò fuori nella notte senza stelle.

    Il sole ancora caldo di inizio autunno fece capolino dalla familiare finestrella a est. La luce risalì il pavimento un listello per volta, scacciando le ombre negli angoli del piccolo rifugio in legno vicino al villaggio di Steraces De Rive. L’intera struttura scricchiolò ripetutamente, scrollandosi di dosso il gelo notturno e aprendosi alla gloria di un nuovo mattino.
    Sollevatosi a sedere, Arnaud stirò i muscoli ammirando il mondo da una prospettiva diversa.
    Soleil, je t’ame. Niente rinfranca lo spirito come l’alba dopo una lunga notte in fuga.
    Dagon era già sveglio in un angolo scuro, apparentemente più a suo agio nelle ombre che in piena luce. Il Favoliere si alzò lentamente, muovendosi verso la credenza in un angolo. Estratte alcune uova e del formaggio, si avviò in direzione del focolare.
    Il rumore scoppiettante del tegame sulla fiamma animava il silenzio imperante nella piccola casa sull’albero. Quando la notte precedente, fradici e stanchi, avevano risalito il tronco scuro grazie alla scala a pioli, non avevano avuto né tempo né voglia di preparare qualcosa da mangiare. Senza fiato, esausti per le emozioni della serata, avevano fatto giusto in tempo a preparare un giaciglio di fortuna per l’Augemante prima di crollare stremati in un sonno ristoratore.
    Ora l’odore mise di buon umore Arnaud, la cui natura ciarliera ed ottimista non tardò a manifestarsi.
    «Mon amì, è pronto! Uova e fromage, nientemeno!»
    Lo sguardo di Dagon si riscosse, e per una volta posandosi sul Favoliere tradì unicamente sollievo.
    «Eccomi. Grazie»
    Mangiarono in silenzio e con calma, poi Arnaud prese ad accordare una citola. 
    Tra una nota e l’altra cominciò ad imbastire un discorso fra sé e sé.
    «Mais c’est juste impossible. Non abbiamo i mezzi per difenderci. Io non ho i mezzi per difenderli. Come fare? Da solo pare ovvio che io non possa bastare. Quello che serve è qualcosa di più. Qualcosa di potente, temuto e in grado di opporsi alle forze in gioco. E i numeri. Anche i numeri sono importanti. Ho i miei informatori, certo, ma mi chiedo se qualcosa di più…? Come fare? Qual è il miglior modo di riuscirci?»
    Il Favoliere abbassò un istante lo sguardo assorto. Nel risollevarlo, incontrò gli occhi in penombra dell’Augemante. Lentamente, riprese a parlare.
    «Non trovi, mon amì, che supportarci a vicenda sia meglio che separare le nostre strade? Siamo entrambi stanchi di combattere battaglie che, in fondo, non possono essere vinte»
    Dagon si ritirò verso l’angolo buio della stanza, nascondendo i propri tratti nel cappuccio.
    «Tu forse puoi ancora vincere le tue battaglie. La mia?»
    Sbuffò dall’oscurità il Risvegliato.
    «La mia non è neanche una battaglia. È una lenta ritirata che prevede un solo finale.»
    Apparentemente accontentatosi della scontrosa risposta, Arnaud si dedicò completamente allo strumento fra le sue mani. Le corde producevano suoni cristallini nell’aria fresca dell’alba, scandendo il ritmo lento e accordandosi al canto dei pettirossi fra gli alberi.
     
     
    «E se la ritirata potesse diventare eterna? Nel senso di senza finale, interminable. Se tu potessi trovare un posto dove nasconderti indefinitamente…»
    La frase scosse Dagon dal suo silenzio, era passata qualche ora dall’ultima volta che aveva sentito qualcosa di diverso dall’incessante insistere dell’Antico.
    Come posso spiegartelo, Favoliere? Non capiresti. Il Senato ed il mondo intero son per te ancora un grande mistero…
    «Non capisci. Non esiste un posto che possa nascondermi da loro. Hanno occhi diversi, occhi che vedono in modi che non riusciresti a comprendere.»
    «Allora une manière! Non un posto, ma un modo per tenerti costantemente lontano da questi occhi inevitabili. Ci deve essere una strada, una via, un lumicino…»
    Dagon lasciò Arnaud proseguire nel suo monologo, senza più degnarlo di una risposta. Il dolore spirituale si fece per un istante intenso, e l’accesso al suo Mantello più difficile che mai.
    Se continuo così, non servirà che arrivi il Senato. Tutto ciò che troveranno di me sarà…
    Un brivido percorse la schiena dell’Augemante, nonostante il sole fuori splendesse ancora, e lo riscosse dai propri pensieri. Interruppe il divagare continuo del Favoliere.
    «Dimmi qualcosa di concreto. Dimmi come, esattamente, pensi di potermi aiutare. Forse allora ti darò ascolto. Non un attimo prima.»
    Detto questo tirò il cappuccio a coprire gli scarmigliati capelli e le folte sopracciglia e si adagiò contro una parete, le mani in grembo.
    Il Favoliere lo seguì con lo sguardo prima stupito, poi intento. Una strana sfumatura gli passò per gli occhi, prima che Dagon chiudesse i propri al mondo.
     
     

    Il cipiglio dell’oste si sciolse come burro una volta inquadratolo, e l’espressione da nervose si trasformò in cauta e rispettosa. 
    Ci era abituato. Anni all’interno della Tagmade senatoria, prima come recluta, poi come Cercavero e infine come Ttano avevano mutato la sua postura e il suo modo di fare. Pretendeva considerazione, e così accadeva.
    «Ieri sera, qui, c’è stato uno scontro. Armato. Soldati, forse qualche malfattore. Due stranieri.»
    Nessuna domanda, ma la richiesta era implicita. Quando non era necessario non ne faceva. Dava l’impressione di essere nel bisogno. Di essere deboli.
    «E ho l’onore di parlare con…?»
    L’espressione dell’oste mantenne la facciata disponibile, ma al di sotto l’allenato occhio del Cercavero percepì altro. Forse qualcosa di più sarebbe servito, dopotutto.
    «Ttano Tou Malleus, Cercavero senatorio. Ora, dimmi quel che sai.»
    Gli occhi dell’uomo si spalancarono un poco, prima che si decidesse a rispondere.
    Bene.
    «Ieri sera, tra la trentesima e la trentaduesima corda, si è presentato un ufficiale del Senato. La Voce, ha detto di essere. Con lui tre armigeri. È subito scoppiato un putiferio, erano alla ricerca di un qualche Mantello. Più persone hanno reagito, tra cui a quanto pare il Mantello stesso, che ha liberato delle forme come di catena. Alla fine sono scappati tutti, ma mi han lasciato sul gobbo uno dei soldati, ferito.»
    Un altro sguardo interrogativo, ma l’oste lo sostenne. Terzodecimo si irritò per un istante.
    Un duro, vedo. Va bene, non ho tempo.
    «Dove?»
    Un’ombra di soddisfazione passò sul volto dell’uomo.
    «Qui dietro ho alcune stanze. Si è risvegliato ma non sta ancora bene, e comunque…»
    Il Cercavero lo liquidò con un secco gesto della mano, e si diresse con passo sicuro nel corridoio vicino al bancone. Alcuni gemiti provenivano dalla seconda stanza sulla sinistra. Entrato, vide una figura in abiti panna e oro sdraiata sul fianco di un giaciglio. La paglia e le bende che ne coprivano la spalla mostravano sfumature rosso scuro in più punti, giustificando l’espressione di dolore sul volto dell’uomo.
    Del ragazzo, anzi. Panna e oro. Una recluta del Circolo, Esterno con ogni probabilità.
    «Soldato, nome e ruolo, prego.»
    Gli occhi febbricitanti del ragazzo si aprirono e si fissarono, appannati, sulla figura del Cercavero.
    «S-signore? Sono Biriles, Servo del Circolo. Quarta Schiera.»
    Un Servo. Come immaginavo. La Quarta è Esterna. Bene.
    «Biriles. Spiegami cos’è successo ieri, nel dettaglio, prego.»
    La mano destra della recluta corse un attimo al petto, in un gesto di saluto, ma si strinse poi sulle bende.
    «Signore. Abbiamo accompagnato la Voce a recuperare il ricercato, avevamo avuto un’informazione sicura fosse in questo…Buco. Non ci aspettavamo di trovare resistenza, il Risvegliato non può sfruttare appieno il proprio potere, o così ci era stato assicurato. Ma sono intervenuti due civili, oltre ad un contatto del ricercato stesso. I miei compagni sono fuggiti o caduti, la Voce stessa ha deciso che una ritirata strategica fosse d’obbligo. Io…sono stato ferito, e sono svenuto.»
    Dagon doveva ancora essere libero. In compagnia di qualcuno dunque, un contatto. L’oste non aveva raccontato poi tutto. Non importa.
    «Il contatto. Descrivilo, prego.»
    «Alto, agile, capelli scuri. Portava uno strumento a tracolla…un bardo, o qualcosa del genere. So però che sapeva come battersi, eccome!»
    Terzodecimo si concesse una pausa di riflessione. La posa marziale si irrigidì ulteriormente, i pensieri che andavano ad aggiungere pezzi al complesso mosaico mentale che si andava formando.
    «Signore, una domanda. Mi porterà lei a riunirmi alla Schiera? Dovrò fare rapporto ai superiori.»
    Un attimo per prendere coraggio, poi
    «Signore, come posso riferirmi a lei? Non riconosco le sue vesti, suppongo stia agendo in maniera indipendente. Ma a rapporto cosa dovrò dire?»
    L’interruzione causò un fugace moto di stizza nel Cercavero; tuttavia il suo sguardo si addolcì un poco posandosi sulla ferita del giovane soldato.
    «Tou Malleus, Ttano dei Cercavero. E sì, sono autonomo. Autorizzazione speciale, mandato senatorio. Non ho tempo ora per portarti di persona dalla Schiera, ma arriveranno sicuramente in giornata a recuperarti.»
    All’evidente sollievo del ragazzo, Terzodecimo dedicò solo un istante. Non c’era tempo.
    «Devo andare ora. Affari urgenti. Fai rapporto e rimettiti. Hai servito bene il Senato.»
    Detto ciò, l’alta figura si voltò verso la porta, la mente già occupata in altri pensieri.
    Quasi. Quasi.
     
    Lys stava accucciata nell’ombra della prua di una barca. Il legno bagnato puzzava di mare e di latrina, e il leggero moto ondoso le provocava una leggera nausea.
    Perseti, il suo uomo, si stava dirigendo verso un’altra imbarcazione, la polena ben distinguibile dalla forma allungata di lontra. 
    La notte non era troppo fredda, ma il gelo che provava la Rapida Silente era quello del topo preso in trappola. Per tutto il giorno aveva provato a trovare un senso ai recenti sviluppi della vicenda Dagon.
    Dannato fattucchiere, gli antenati se lo portino via. Ogni cosa che lo riguarda va in malora nel giro di qualche corda.
    Tornata la mattina da Deryip, era stata accolta dalla sua puttana, che prima l’aveva scambiata per la propria amante – Donna? – poi l’aveva indirizzata al porto perché il Coordinatore doveva parlarle. La faccenda puzzava, e parecchio; Lys aveva deciso di informarsi prima su Neicantes attraverso i propri contatti.
    Scoperto che la sua sfera d’influenza erano proprio i Moli Inferiori, dove aveva appuntamento con Deryip, il tutto aveva cominciato ad assomigliare ad una gigantesca fregatura.
    Ed è per questo che ci sei tu, caro Perseti. Ora stiamo a vedere.
    Il Rapido Silente era ormai arrivato alla prua dell’imbarcazione. Fermatosi, si guardò attorno, cercando con lo sguardo un qualche segno di movimento. Passarono alcuni minuti.
    Lys stava giusto chiedendosi dove fosse finito Deryip quando vide Perseti voltarsi come in ascolto. Un suono soffocato le giunse alle orecchie, precedendo di poco la caduta del corpo del suo uomo. Lys non mosse un muscolo. Passò del tempo, forse addirittura qualche corda, finché non vide una figura staccarsi dalle ombre della polena e rivoltare il corpo di Perseti. Un’imprecazione, rapidi passi e tornò ad essere tutt’uno con l’oscurità del Moli.
    Ma era una donna. Ci giurerei, da come si è mossa. Deryip, ti prendano gli antenati! Ora sono bruciata, cxxxo!
    Lys si sforzò di calmare il proprio respiro.
    Devo raccogliere le idee. Trovare il nodo al centro della rete. Ma ho bisogno di altre informazioni, e di un piano.
    Alcune corde dopo, la sua figura si levò dalla prua. Solo lo scricchiolio del legno tradì i suoi passi leggeri, mentre si lasciava nuovamente inghiottire dalla notte di Cardito Opum.
     

    Il tramonto infuocava le foglie intorno alla finestra, ruggendo in silenzio mentre lentamente abbandonava la foresta. Arnaud era chino su alcune pergamene, vergandone la prima con eleganti lettere nero carbone. Molto concentrato, si accorse appena quando Dagon si mosse dalla posizione che aveva mantenuto per l’intera giornata. L’Augemante sembrava essersi finalmente riscosso dai propri pensieri.
    «Mon amì, mi hai chiesto una risposta. Sono pronto a fornirtela, ma dovrai avere pazienza. Ciò di cui abbiamo bisogno è la forza del numero. Un’intera rete a nostra disposizione, pronta a sostenerci direttamente, a proteggerci e ad agire per noi»
    Dagon scuoteva lentamente la testa, ma Arnaud non si diede per vinto:
    «Sembra un sogno, ma non lo è. Sono anni che ci penso, e da solo non posso farcela. No, quello che ho ottenuto in tutti questi anni sono victories inutili, piccole, invisibili. Ora possiamo smuovere di più. Parte del popolo ci seguirà, e con la tua magia...»
    «La mia magia non è affar tuo, Favoliere. Non sono al tuo servizio. Non sono al servizio di nessuno, oramai. E il tuo piano richiede troppo tempo. Io devo pensare a domani, non a qualche anno da adesso.»
    L’espressione dell’Augemante era cupa, i suoi occhi due pozzi vuoti. Arnaud aggiustò il tiro.
    «Ovviamente non posso darti ordini. Io non so nulla del Senato, nulla dei suoi intrighi. Ma so una cosa: il potere è corrotto, lo è sempre stato, lo sarà sempre. Io ti offro un’alternativa. Andrò avanti anche senza di te, ma tu… tu pensaci, d’accorde?»
    Il Favoliere prese il brusco tacere dell’altro come un assenso.
    Pazienza: è la chiave di tutto. Ma io devo costruire, e devo iniziare subito.
    Tornato ai suoi fogli, Arnaud si accorse che stava diventando buio. Accesa una candela e impugnato il carboncino, non si diede tregua fino a tardi.
    Che si scolpisca nei loro cuori, poveri e bistrattati, piegati ma mai spezzati. Che li riempia di speranza e li smuova e li porti all'azione!
     
    La legge dovrebbe essere equa e garantire a tutti la felicità e la libertà;
    questa legge è invece asservita ai poteri forti, e assoggetta i più deboli al di loro volere.
    Se vuoi opporti a questo sistema oppressivo,
    se sei stanco di chinare il capo e obbedire a chi ti vede come una merce alla sua mercé,
    se vuoi dare la tua vita per questa causa, 
    per il futuro della tua gente
    e per tutti quelli che hanno bisogno,
    recati alle Verdi Terse Case, e ai primi raggi di luna specchiati dove la strada che corre fa girare la ruota dell’operosità. Lì attendi.
    La libertà verrà, e ti prenderà con sè
    V
  4. ilmena
    Una Voce a caccia - parte I: Ritirata strategica
    Prima sessione della campagna di Fate Accelerato "I Rinneganti di Cardito Opum"
    Vai all'inserzione introduttiva sui personaggi: https://www.dragonslair.it/blogs/entry/1106-fate-acc-i-rinneganti-di-cardito-opum-personaggi/
    Vai alla pagina di obsidianportal con le schede dei personaggi e con tutto il materiale sulla campagna: http://irinneganti.obsidianportal.com/
     
     Era quasi buio. Il sole si ritirò sulle viuzze, sdegnato dall’odore intenso e dolciastro del quartiere della Donnola, per abbracciare un’ultima volta la Città di Cardito Opum e sparire dietro le Mura vecchie senza un suono.
    Arnaud percorse veloce via della Zecca, il passo nervoso ma sicuro, e si fermò davanti alla porta del Buco della Vedova. Chinatosi per entrare, scrollò sovrappensiero gli stivali dal fango. Il posto non era cambiato un granché dal suo ultimo show: la stessa dozzina di avventori, alcuni avvinazzati, altri intenti a lamentarsi della giornata, del Conte, dei Mercanti, della pioggia e del sole.
    La crème de la crème, o secondo la maggior parte della città, la merde de la merde. Ma questa è la mia gente
    Un sorriso a metà si dipinse sul volto del Favoliere mentre si avvicinava al bancone, le mani in tasca, il borsello saldamente in pugno.
    «Tarusi»
    «Arnaud»
    Una pausa, mentre lentamente comparve prima una schiena, poi delle grosse spalle e infine una testa rasata da dietro il tavolaccio.
    «Non cerco favole né altre baggianate per almeno un altro Arco, ricordi?»
    Finalmente la figura si girò a guardare Arnaud, che ostentava un’aria sorniona.
    Un leggero cipiglio si accennò sulla faccia dell’oste.
    «Non sei qui per quello, vero? Vuoi da bere, o altro?»
    «Porto un ospite speciale stasera, mio caro Tarusi. Solito tran-tran: doppio giro, pago io, tu pronto a eventuali situazioni… inattendue, mon amì»
    Le sopracciglia dell’oste si unirono nel mezzo, mentre la bocca si spalancò… e si chiuse, quando Arnaud fece passare due contee sul bancone. La mano dell’orso si chiuse in fretta sul denaro, la fronte si spianò, ogni tipo di tensione dimenticato.
    «Mh»
    «Lo prenderò per un “oui oui”»
    Sogghignò il Favoliere dirigendosi al tavolo centrale, il volto rivolto alla porta, la posa distesa.
    Ora stupiscimi, mio nuovo amico, e mostrami fino a che punto sei disposto a lasciarti sbottonare.
    Quasi in risposta al suo pensiero, la porta del Buco si aprì nuovamente lasciando spazio ad una figura china ed allampanata avvolta nei cenci. Quasi fragile, forse troppo sottile per poter camminare eretta, si diresse lentamente al tavolo.
    Arnaud non si fece ingannare. Il passo del nuovo arrivato era sicuro, il suo sguardo saettava veloce intorno cogliendo i particolari della stanza prima di fissarsi in quello del favoliere. L’oscurità che aleggiava in quegli occhi aveva un qualcosa di disturbante, di dissonante.
    «Sei venuto. Accomodati, prego. Ho già provveduto per entrambi, e se solo aspetti un…»
    «Sono venuto. Ora discutiamo. Non ho fame, non ho sete, non ho bisogno di altro»
    Non ha cambiato atteggiamento dalle altre volte che l'ho incontrato. Pensavo che salvarsi a vicenda la pelle avesse sciolto un po' il ghiaccio. 
    «D’accord, d’accord»
    Arnaud si spinse in avanti, portando il volto più vicino a dove la figura aveva preso posto.
    «Non vorrei essere io a ricordarlo, ma a volte ci tocca essere messaggeri di male nuove. Non è stato Arnaud Chanteur des la Montagne a richiedere questo incontro, se non mi sbaglio. Dimmi ora, cosa cerchi, Dagon?»
    L’ultima lettera aleggiò nell’aria per qualche secondo, marcata a fondo dall’accento di Arnaud.
    «Lo sai cosa cerco… Volpe»
    Controbattè irritato, alzando un sopracciglio in un gesto quasi minaccioso, l’uomo nei cenci.
    «So che puoi aiutarmi, so che puoi tenermi lontano da occhi, e da mani, fin troppo avide e mai sazie. Ora detta pure le tue condizioni…»
    Dagon chiuse gli occhi un secondo, poi li riaprì all’improvviso. Arnaud sentì l’oscurità farsi strada fin nel suo intimo.
    «Purché siano in linea con le mie!»



    Lys sedeva irrequieta sulla sedia, guardando attorno con disprezzo il pavimento, il bancone, il soffitto, gli astanti, tutto.
    Buco è un nome appropriato, crepino gli antenati.
    Col bastone disegnava impaziente disegni sul terreno lercio, mentre la benda sull’occhio sinistro le irritava il delicato sopracciglio. Paludata in quel modo, coperta di stracci e di una barba posticcia, pareva perfettamente adatta all’atmosfera della locanda.
    Locanda, pfff. Un covo puzzolente per chi non sa far fruttare la propria povertà a discapito degli altri. Gente senza talento. Popolo di incapaci. Idioti e pure brutti.
    Assistette senza troppa attenzione all’entrata in scena di un ridicolo Favoliere, le cui movenze aggraziate le causarono un moto di riso, subito represso. Tornò subito a concentrarsi quando la porta del Buco si aprì lentamente per lasciare spazio ad una figura alta e sottile.
    Dagon. Brucino gli antenati, se mi trovo qui è solo per colpa di quel vecchio puzzone di Deriyp. Non scoprirmi non scoprirmi non scoprirmi
    Lo sguardo di Lys saettò velocemente su Cairi e Verves, seduti poco oltre il tavolo occupato dallo stregone e dal bardo. Li conosceva poco, ma in quei casi anche poco era meglio di nulla.
    Mai più da sola insieme a LUI!
    La giovane si mise comoda, pronta a tenere aperte le orecchie e chiusa la bocca. E a defilarsi in fretta in caso di guai, ovviamente: non dimentichiamo la parte Rapidi dei Rapidi Silenti. Gli ordini erano di non prendere iniziative violente, per nessuna ragione al mondo.



    La porta si spalancò improvvisamente, interrompendo Arnaud a metà frase. 
    Un uomo armato in vesti aderenti, color panna e oro, si fece largo nella stanza, creando insieme ad altri due un piccolo spazio protetto proprio di fronte all’entrata.
    Dal rettangolo di buio della sera fece il suo ingresso, accompagnato da refoli di aria gelida, un’alta figura dall’abito completamente bianco. Il volto, splendidamente incorniciato da una curata barbetta alla Prenthese, aveva i bei tratti rilassati in una posa distesa. Lo sguardo, tuttavia, si fece duro mentre estraeva dalle pieghe del vestito un rotolo dall’aria costosa.
    «La Voce del Circolo, quivi rappresentata dalla persona di Seri Badus, annuncia la volontà del Senato. 
    Dagon Trelassis, conosciuto anche come Il Risvegliato, deve essere ricondotto, stante o meno la sua collaborazione, stante o meno il suo respiro, presso l’Elaia Prima per essere giudicato. Il crimine di cui è accusato è ora di essersi sottratto alla giustizia senatoria, stante la sentenza di colpevolezza per truffa.
    La Voce è pertanto dotata di ogni potere necessario a tale scopo, stante il suo respiro».
    Il silenzio che fece seguito alle sue parole fu interrotto da un rapido fruscio, dopodiché Arnaud si ritrovò circondato da due braccia e da una corda.
    Mais qu’est-ce que…?
    Un guizzo rapido del busto, e riuscì a sottrarsi alla stretta prima che si chiudesse. Di fronte a lui stava un tipo tracagnotto, un corsetto sbrindellato addosso e una pipa abbandonata ai suoi piedi. La mano, in una sporca manica di camicia che una volta doveva essere stata beige, si stava muovendo verso la tasca destra dei larghi pantaloni.
    Senza fermarsi a vedere cosa ne avrebbe cavato, Arnaud estrasse la propria spada per metà, colpendo l’avversario in pieno volto con il pomello. Approfittando del suo momentaneo stordimento, lo incalzò tentando di liberare completamente la lama dal fodero. Quel dannato chien si riprese però rapidamente, e scattando di lato spinse Arnaud per andare a spostarsi vicino al bancone.
    Il Favoliere si issò sul tavolo, danzando sul suo bordo e gettando un’occhiata all’intera stanza.
    Dagon sembrava avesse avuto a che fare con un altro assalto alle spalle, ma il suo avversario era ora per terra, tenendosi una spalla. Le tre guardie si erano avvicinate all’Augemante, muovendosi cautamente a stringere un cerchio intorno. Fermo all’entrata, lo sguardo inflessibile, stava il tipo pomposo.
    La Voce del Circolo, a quanto pare. Avessi solo idea di chi diable sia…



    Ora basta. 
    Dopo aver visto Cairi e Verves gettarsi sullo stregone e sul suo amico, in barba agli ordini, Lys decise di averne avuto abbastanza.
    Non aveva idea di cosa stesse succedendo, né di perché; tutto ciò che le interessava era trarre il massimo profitto dalla situazione e uscire di scena, mettendo la maggior distanza possibile tra se stessa e il fattucchiere. Un’occhiata rapida a quella autoproclamata “Voce” le permise di appurare ciò che già pensava: vesti ricche, aria importante… tasche gonfie.
    Muovendosi rapidamente nonostante i cenci, si portò alle spalle dell’uomo, come pronta ad andarsene per non restare coinvolta nello scontro. La sua mano destra scattò, cercando con cautela la causa del rigonfiamento. Trasferito il contenuto nelle proprie, colse il baluginio di una cinta argentata tra le vesti della Voce.
    Pantaloni? Interessante, interessante…
    Mentre le tre guardie si stavano spostando incontro allo stregone, un’idea brillante si fece strada nel flusso dispettoso dei suoi pensieri. Senza fermarsi a riflettere troppo, mosse lo stiletto in direzione della cinta e la recise nettamente. Forse per rendere la situazione più piccante, forse come vendetta a quella nobiltà che i suoi genitori hanno ostinatamente tentato di propinarle sin da piccola. 
    Ora vediamo come te la cavi, panzone!

    Un urlo si levò dalla gola della Voce, niente affatto virile ed imperioso.
    «Guardie, a me»
    Quando il grido stridulo non produsse un effetto immediato, l’onorevole Seri Badus caracollò, una mano sui pantaloni a mezz’asta, verso le sue guardie in mezzo alla stanza.
    Voltandosi in quella direzione, Lys non riuscì a dare un senso a quel che vide. Cairi, schiena a terra, era ancora più scioccato di lei. Il suo pugnale era stato fermato a mezz’aria da delle forme oscure, una sorta di anelli senza capo né coda saldati l’uno nell’altro a comporre delle catene concepibili solo da un pazzo.
    Aleggiando senza rumore, le catene si frapposero tra Dagon e i tre armigeri, minacciose nella loro scura fluidità. I soldati fecero un passo indietro, prima che uno di essi, il più coraggioso o il più fuori di testa, decise di chinarsi sotto alla nera massa per poi gettarsi sopra allo stregone.
    Un altro urlo attirò l’attenzione di Lys, mentre il favoliere con una bottiglia in mano 
    Da dove l’avrà presa? Dannati gli antenati se lo so
    si lanciò dal tavolo per andare a schiantarsi di spalla poco distante da Verves. Con la consueta efficienza, questi sollevò una sedia per rompergliela in testa.
    A questo punto dovrei uscire di scena. Eppure, eppure…



    La spalla destra gli faceva malissimo, ҫa va sans dire, ma la Volpe Grigia si era già trovata altre volte in risse da osteria. Il trucco era concentrarsi sul fare male agli altri ignorando il proprio dolore. Facendo leva sull’avambraccio sinistro Arnaud si issò nuovamente in posizione eretta, colpendo l’avversario sul polso e costringendolo a lasciar cadere la sedia. Una ginocchiata precisa la mandò a levarsi in aria, e schivando di un soffio lo stiletto del manigoldo Arnaud saltò in alto fin sopra di essa.
    Scusami, sono stato poco gentile: riecco la tua sedia!
    Piroettando in volo, liberò con un calcio la propria forza, proiettando la sedia dritta in faccia all'avversario. 
    In una pioggia di schegge e sangue, questi crollò per terra. Il rumore inconfondibile di ossa rotte nascose l’interruzione del respiro.

    Tze! Pensavi davvero di farcela contro di me? Allenati ancora dieci anni, poi potrai... oh, parbleu. Forse non potrai...

    Voltatosi indietro, Arnaud rimase a fissare affascinato e al contempo spaventato ciò che stava succedendo vicino al tavolo.
    Dei filamenti neri si intrecciavano in anelli, danzando vicino a Dagon. Uno di essi si mosse rapido, mettendo fuori gioco una delle tre guardie avvicinatesi nel frattempo. Delle altre due, una si diresse correndo rapida verso la porta, l’altra si mosse come per attaccare l’Augemante. Della Voce non c’era più nessuna traccia, mentre un vecchio straccione si era avvicinato al centro della stanza.
    Senza perdere tempo, Arnaud sguainò del tutto la spada e in un movimento fluido raggiunse l’ultimo armigero alle spalle, spingendo a fondo la lama appena sotto alla clavicola.
    Non vedo altri muoversi. Dov’è finito il secondo homme bravache?
    Per alcuni momenti se l'erano vista brutta, ma ora la tensione era finita.
     
    Frugando nelle tasche dei caduti, Arnaud trovò qualche contea e uno o due marchi.
    «Rimettili in forma per me, Tarusi, ti va? Il resto quando sarà tutto più tranquillo»
    Lanciate le monete all’oste, si voltò verso il suo compagno.
    «Conosco un posto qui vicino, dove possiamo stare tranquilli per qualche Corda ancora. Pronto, o vuoi continuare a giocare con i tuoi gingili?»
    Con cui avresti ucciso tutti, probabilmente. Ma meglio non mostrarsi troppo impressionati, la Volpe Grigia ne ha viste di peggiori. Forse…
    Lo sguardo fosco che gli restituì Dagon gli mise i brividi, ma dopo un breve istante l’Augemante annuì.
    «Andiamo»



    Verves era morto al di là da ogni dubbio. Cosa avrebbe potuto dire a Deryip? Nulla di quanto era successo aveva senso. 
    Ma Lys non era tra le migliori dei Rapidi Silenti per nulla; controllato il tremito alle mani, si diresse verso la porta da cui la coppia favoliere-stregone era uscita.
    Fare rapporto, innanzitutto. Vediamo dove vanno questi puzzoni, poi filata da Deryip a cercare di capire qualcosa in questo guazzabuglio.
    La pioggia era incessante, una cortina spessa che sbavava nel buio il profilo degli edifici circostanti. La strada era prevedibilmente deserta.
    Prestando attenzione a non farsi vedere, seguì le due figure ingobbite fino all’ingresso del piccolo cimitero della Donnola. 
    Qui il favoliere estrasse una chiave, e dopo un rapido sguardo intorno sgusciò all’interno, seguito subito dallo stregone.
    Bene, ho fatto il mio dovere. Ora dritta al Pipistrello, e vediamo un po’…



    Dagon uscì dal piccolo stabile chinandosi leggermente. Le ore passate ad ascoltare il favoliere ciarlare sul proprio rifugio erano già sbiadite nella sua mente, concentrata sullo stringere i propri legami interni.
    La forza dell’Antico sembrava crescere, forzare gli interstizi della sua anima per inserirvi le proprie scheletriche dita. Solo il controllo delle forze di legame riusciva a mantenere sana la mente di Dagon, ma anche da quel punto di vista cominciava ad accusare il colpo.
    Una volta avrei spazzato via pezzenti e guardie del Circolo con un solo pensiero. Ora mi ritrovo a concentrarmi per Vincolare gli anelli in successioni abbastanza sensate da avere uno scopo. Maledetta la mia curiosità.
    Seguendo la Volpe Grigia per vie strette e scure, sopportando il ticchettio della pioggia sui cenci in cui era avvolto, l’Augemante lasciò perdere i foschi pensieri sul passato e si concentrò sull’immediato.
    «Rumori di passi. Tanti. E di corsa»
    «Oui, oui. I tuoi amici stanno arrivando, e la porta è appena più avanti. Ci caleremo dai merli, come giovani scoiattoli furtivi!»
    Sulla sinistra, una scala a sbalzo dalla muratura conduceva al camminamento superiore. Da qui avrebbero potuto scendere grazie ad una corda, senza attrarre l’attenzione.
    O almeno questo era il piano. Maledetti soldati, maledetto Badus, maledetti tutti. Maledetto Senato.
    Correndo in fretta dietro ad Arnaud, Dagon si portò in cima alla scalinata, mentre le grida dei soldati si avvicinavano sempre più. Oramai era impossibile non li avessero visti.
    «La Volpe Grigia! Insieme allo stregone! Là in cima!»
    Voltandosi lentamente, ne vide alcuni salirei i primi scalini. Era impossibile riuscire a calarsi prima di essere raggiunti.
    Ho sacrificato tanto, e ciò che sono ora non è ciò che ero allora. Non tornerò docile dai Mantelli, pronto a farmi macellare. No, ed è abbastanza.
    La vista gli si sdoppiò, un forte sapore di bile bruciante gli risalì in gola. Le vene del suo collo si tesero allo spasmo, mentre emozioni non sue gli si insinuarono dentro, spazzando via ogni ragionevole resistenza. 
    Una risata rauca gli si formò in gola, mentre le mani si proiettarono in avanti, ansiose, artiglianti l’aria.
    L’antico non era come un anziano mentore, pronto a spiegargli come lavorare insieme per risultati maggiori. Era più un tiranno impostore, capace di forzargli la mano seguendo pensieri di un altro mondo.
    Un rumore come di tuono gli percosse le orecchie, mentre grida sovrapposte si fecero strada fino al suo cervello.
    Quando fu in grado di rimettere a fuoco la scena, avrebbe preferito cavarsi gli occhi. Una massa confusa di interiora, peli, pelle strappata e sangue era qua e là puntellata da ossa ancora intere, bianche come dopo mesi al sole.
    Non dovrebbe essere possibile utilizzare così i legami. Anzi, non lo è. Eppure, questo. E sono così stanco…
    «Vieni qua, mon amì. Gli altri non saranno un problema, ma dobbiamo scendere ora!»

    Vicino ad Arnaud giacevano due cadaveri, trafitti entrambi all’altezza del cuore. Il favoliere aveva appena spinto due botti alla base della scala, per impedire ad altri soldati un facile accesso.
    Il rumore della porta che si chiudeva giunse alle orecchie di Dagon insieme allo sguardo di Arnaud, seminascosto nella maschera della Volpe Grigia. 
    Terrore, ma ben celato. D’altronde, non posso fargliene una colpa.
     
    Calatosi per primo, l’Augemante fece appena in tempo ad appoggiare i piedi sul terreno che già il suo compagno gli era saltato accanto, la corda tranciata dopo pochi metri di discesa.
    «Ahahah! E ora via, verso il vento! La Volpe Grigia ed il suo grigio compare, incontro alla libertè!»
     
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