Salve a tutti!
Mi sono iscritto da poco al forum, ma non sono nuovo del mondo dei Gdr.
Mi permetto, sperando di non essere invadente, di inserirmi in questa discussione per esprimere il mio parere più sincero.
Ho affrontato la 4^ edizione con una prima lettura della versione inglese, per quanto i limiti linguistici possano concedere e, di primo acchito, non ne sono rimasto positivamente colpito: la mancanza di classi come il bardo, il barbaro e il druido mi ha lasciato un po' spiazzato, come d'altronde la scomparsa di attacchi multipli (che non siano poteri), la sparizione misteriosa del compagno animale del Ranger e l'imponente presenza di tutti questi "Poteri", sino ad ora estranei al d&d... la prima impressione non è stata delle migliori...
Sono quindi passato al secondo "step", dedicando alla neonata edizione una seconda (chance ) lettura più approfondita, cercando di renderla sterile e lontana il più possibile dal pregiudizio e dall'imprinting iniziale... questo è il risultato:
PREMESSA:
A me non piaceva la TERZA. Non mi è mai piaciuta. Troppi talenti, troppe classi di prestigio, troppi punti abilità che non sapevi dove infilare (...o che finivano sempre nelle percezioni), troppe regole superflue.
La seconda edizione era meglio: la trovavo più "semplice"(escludendo la Thac0) , più divertente e meno individualista... meno powerplay a tutti i costi.
Dedicando alla 4^ qualche miunto in più, rassicurato dalla certezza che le "classi scomparse" non finiranno del dimenticatoio, ma torneranno in auge con i successivi manuali base, mi rendo conto che questa nuova edizione non è niente male.
E' tutto più semplice, più "discorsivo", più fluido.
Le meccaniche di gioco sono elementari, nonostante gli assunti che ne stanno alla base siano più complessi.
Finalmente un giocatore avrà il piacere di portare al massimo livello un Guerriero, senza soffrire necessariamente di invidia cronica nei confronti di un mago...
E' tutto più equilibrato, più votato al gioco di gruppo, alla strategia di squadra.
Mi piace.
Personalmente avrei eliminato gli Eladrin a favore degli Aasimar (dato che ci sono i Tiefling...), ma è un altro discorso ... Credo che stia succedendo esattamente quanto capitò con l'avvento della 3^: i giocatori venivano da un'edizione molto longeva a cui ormai erano assuefatti e l'impatto con una realtà molto differente spaventò un po' tutti. Il popolo dei roleplayers si spaccò in due, formando una sorta di duello "conservatori VS progressisti" che però, alla fine, vide i progressisti vincitori. Penso che la storia sia destinata a ripetersi, come penso che chi ha sempre odiato il concetto di CA, o di PF, continuerà a farlo.
Personalmente ritengo che, dopo 8 anni, una ventata d'aria fresca fosse necessaria e doverosa, ma come sempre il progresso è un principio evolutivo crudele e senza troppi scrupoli, al quale non si può che sottostare umilmente.
Conosco gente che gioca ancora alla seconda edizione (quella prima dell'advanced) e non si è ancora preoccupata delle successive... Succederà la stessa cosa ora, senza creare scompensi ambientali, o moti insurrezionali...
La quarta è una buona edizione, ben lontana dal concetto di "videogioco": questo è un pensiero che non riesco proprio a condividere e che commento con una certa veemenza.
D&D come tutti i GDR è un SISTEMA, fatto di regole e varianti che si occupano di ricreare e regolamentare situazioni e casi papabilmente affrontabili durante l'esperienza di gioco. Il roleplay, la storia, il pathos che si viene a creare durante una sessione, un'avventura, una campagna, è tutta un'altra storia: sono concetti che esulano completamente dal sistema che si decide di utilizzare. Sarebbe un errore non da poco pensare, o peggio sostenere, che sia il regolamento a suggerire il roleplay, o che uno lo faccia e un altro no.
Il Master è lì apposta.
Chi decide di svolgere questo ruolo, non lo fa per tirare dei dadi e aggiungere/rimuovere delle pedine dal tavolo: lo fa per raccontare una storia, all'interno della quale i giocatori ricoprono un ruolo che saranno loro stessi a determinare e a decidere come rapportarsi ad esso...
Parlando per metafore, possiamo dire che LA FISICA regola il mondo con leggi ferree ed iviolabili, ma sono i singoli individui che fanno tutto il resto.
Ho concluso. Perdonatemi se mi sono dilungato.
Saluti a tutti,
H.