Vai al contenuto

[LNS] - Mondo di Sogno


Sabaudian

Messaggio consigliato

Ferion rinfilò il guanto sul braccio sinistro,pieno di piaghe,cicatrici e arcani simboli.

<Sai molto piu di quello che ci dai a credere>disse,con una piccola smorfia di dolore quando si sentì un sonoro "clack" provenire dal guanto

Mosse le dita.

<Per comodità di tutti i presenti diciamo che ti credo....ma tocca ancora il mio guanto e ti mostrerò tutti i suoi vari utilizzi...>

Ferion era stufo del vecchio,ma si ricordò della nuova arrivata.

Lei si vide arrivare un uomo alto e snello,dai lunghi capelli argentei,che indossava una tunica bianca.Dati gli ultimi avvenimenti era completamente ricoperto di sangue,ma come se nulla fosse,le rivolse la parola.

<Salve,mi perdoni se l'abbiamo ignorata,io Sono Ferion>disse indicandosi con l'artiglio<Lui è Black>indicò questa volta l'uomo dalla pesante armatura<E quello è Terion..>indicò la strana armatura vivente.

<Lei chi è?>le chiese gentilmente

Link al commento
Condividi su altri siti


"Sono Viridiana. Sono un elfa" Disse la nuova arrivata. Alta, snella, con una tunica verde. "Salve a tutti"

Comincio' ad inquadrare ogni singolo presente e facendosi i suoi pensieri momentanei.

Guardo' la torre. Ancora meravigliata che non fosse distrutta anche questa.

"Provengo da un villaggio lontano. I miei simili sono dovuti scappare, ma io sono venuta qui, come chiamata da una forza che non conosco". Disse quasi distaccata dai presenti.

Link al commento
Condividi su altri siti

"bene" saltò su il vecchio, ora in piedi "Vedo che siamo tutti d'accordo..."

Con molta fatica sembrò estrarre dalla sua borsa un grosso diamante, che aveve tutta l'aria di pesare una decina di chili. Tutti gli sguardi dei presenti si voltarono ad osservare quella meraviglia, quantomeno basiti dalla scoperta dell'esistenza di una pietra preziosa di quelle dimensioni...

Il vecchio, con la sua solita fatica, mezzo trascinò e mezzo lanciò la pietra al centro della stanza e si sedette a terra con un ultimo sbuffo di fatica

"Ehh L'età" sospirò

Ma nessuno lo stava ascoltando: erano tutti rapiti nella trama iridescente della gemma, che colpiva direttamente tutti i loro cuori. Ognuno poteva vedere, tra le sfaccettature del diamante, il proprio passato scorrere come in una recita tatrale, permettendo ad ogni eroe di osservare la propria nascita, le proprie azioni giovanili, i propri capricci, e le iccole crudeltà che contraddistinguono la gioventù...

Ma non era solo il passato a mostrarsi nella gemma... Ribollivano, infatti, davanti agli occhi di ognuno le immagini confuse delle miriadi di futuri possibili ed impossibili che spesso compaiono nei sogni: Draghi giganteschi solcavano il cielo, serpeggiando tra torri Titaniche, e il mare ribolliva di vita e commercio; un alone rosso compariva brevemente prima di un cambio di "immagine" e un alone rosso coprì i draghi prima che si potesse vedere la meraviglia di un mondo allagato, dove gli uomini avevano costruito torri galleggianti, oppure la tristezza di un mondo di fiamme, governato da una stirpe demoniaca e draconica... Un ultimo velo di sangue corse sulla superficie del diamante e tutti i presenti videro, come un lampo, l'immagine di un uomo corrotto a tal punto da non sembrare neanche demoniaco, gigantesco, in fiamme, dotato di diverse paia di arti e ali. L'apparizione levò lo sguardo, mostrando un volto ghignante: la pelle, come fusa, si era raggrumata in più punti, mentre labbra e palpebre eranco colate via, lasciando scoperte una fila di zanne acuminate come il tradimento, ed una dozzina di occhi azzurri, tutti schiacciati dentro due sole orbite, che sembravano osservare tutto e niente, fredde come la sconfitta e dure come la vendetta.

Tutti fecero un passo indietro, colpiti da tale mostruosità, e la pietra smise di mostrare le immagini dei sogni;nessuno, però, se ne accorse: la "cosa" era tanto mostruosa che era rimasta come impressa sul fondo del canio di tutti e, nonostante la pietra fosse tornata bianca ed inerte, nessuno si avvicinò, come Avvertendo la presenza del demone sulla pietra...

Il vecchio si alzò lentamente da terra, con i movimenti lenti e maestosi di un vecchio albero che accompagna la danza del vento, e alzò lo sguardo sulla pietra.

"quello che avete visto, eroi" cominciò "è una piccola parte del mondo di sogno, quella confusa e ribollente realtà dei sogni notturni. Vista dall'esterno è sempre così disordinata... ma pare che visitandola di persona si possano percorrere con calma tutti i sogni, uno per uno..." La sua voce sembrava di millenni più vecchia di lui "L'ultima immagine che avete visto, invece, è l'anomalia, il contaminatore... Alla fine del vostro viaggio dovrete disgiungere isuoi sogni, eliminare la sua essenza più basilare e dividerlo da ciò che è nel mondo di sogno... così lo distruggerete per sempre"

La pietra aveva cominciato a pulsare di un colore che non sarebbe definibile usando i colori che normalmente si vedono... si potrebbe quasi dire che sembrava un viola tendente al verde...

"Il viaggio inizia qui, eroi, ma state attenti: al di là della barriera che ci separa dai Sogni le vostre capacità saranno ridotte ai minimi termini e per riacquistarle dovrete prendere dimestichezza con i Vostri Sogni e quelli che vi circondano, capire come modificarli e come evitare di rimanere intrapplati nelle regole dei sogni notturni... sarà un lavoro molto faticoso, ma avrete tempo di portarlo a termine.

Per seguire le tracce del contaminatore vi basterà seguire le sue containazioni... fidatevi, le riconoscerete"

Fece un'altra pausa

"Quando arrivereta là probabilmente agirete come in un sogno notturno: recitando secondo le regole imposte dal sogno stesso... Dovrete trovare la forza di capire che state sognando. Questo sarà sufficiente per un primo passo... Infine, il vostro aspetto sarà quello imposto dal sogno: quasi sempre umano, ma di certo dotato di "equipaggiamento" diverso di sogno in sogno..."

E ora, per favore, chiudete gli ochhi.

Quando tutti li ebbero chiusi, si sentirono come trascinati verso il centro della stanza, colti da una strana nausea.

A duemila miglia di distanza, il pirata Kev chiudeva gli occhi e si addormantava.

Il suono delle onde, lo scricchiolare della assi di legno, le urla dei gabbiani: questo accolse gli eroi quando aprirono gli occhi; erano su una nave pirata in mezzo a un mare senza orizzonte...

Link al commento
Condividi su altri siti

Ferion starnutì.

Odiava l'odore della salsedine,a dire il vero,c'erano troppe cose che lui odiava.

Iniziò a camminare traballando sulle assi di legno e si guardò in giro:nulla di nulla,solo mare.

Si stiracchio,con il solito scrocchiare d'ossa e si diresse verso la prua,sbadigliando.

Tirò un calcio ad un'asse sollevata,scocciato

<Speriamo che regga...>disse,pensando ad alta voce. Il suo sguardo gli cadde sui propri abiti, luridi di sangue che non incrostava la stoffa,era ancora lucido e sembrava potesse colare da un momento all'altro.

Tolse la camicia e la gettò a terra,disgustato,rimanendo solo con pantaloni stivali . Tirava una leggera brezza,che lo rinfrescava.

Guardò il mare,che ondeggiava quietamente sotto la barca.

<Perchè non farla finita subito?>disse a se stesso.

L'acqua era scura e silenziosa,ma sembrava invitarlo a buttarsi,come se gli stesse dicendo che non lo avrebbero lasciato risalire,se avesse cambiato idea.

Con un salto si allontanò dal bordo,i lunghi capelli neri,insozzati dal sangue scarlatto si muovevano con il vento.

<Non posso...forse troverò cio che cerco>

Fendettè l'aria con la mano,e varie gocce cremisi caddero sul ponte.

Con un lento e teatrale gesto sfoderò lo stocco,ed iniziò a colpire con rabbia un avversario che era solo nella sua mente,finchè esausto,non conficcò la lama nelle assi e si buttò a sedere,ansimando.

Link al commento
Condividi su altri siti

Viridiana si senti' irrequieta.

Ricordava il terrore che l'accompagnava quando aveva a che fare con l'acqua.

"Non posso avare paura dell'acqua!" Si disse. "E' da sciocchi!".

Ma cosi' pensando di accorse di non riuscire a muovere un muscolo.

"Maledizione!" Si fece forza e comincio', un po' traballando, a camminare sul ponte. Sembrava un bambino nelle sue prime prove di cammino.

Si guardo' intorno e le vertigini ripresero.

Respiro' a fondo e si convinse di stare sulla terra ferma, anche se l'ondeggiare della barca le ripeteva il contrario.

Esausta si sedette vicino a Ferion.

Link al commento
Condividi su altri siti

In piedi sul pennone, osservava la scena di sotto

Ho visto navi migliori...

Incordò la balestra e, tanto per fare, iiziò a saltare da una sartia all'altra, menando fendenti con una spada lunga, vestito con un'armatura di cuoio e ferro

Link al commento
Condividi su altri siti

  • 2 settimane dopo...

I tre rimasero vario tempo sul ponte,mentre lo guardo di Ferion e Viridiana era perso nella vastità di quel mare infinito,Terion continuava a muoversi per non annoiarsi,e lo scricchiolio del legno che provocava rompeva la monotonia del rumore delle one che si infrangevano contro la chiglia di quella imbarcazione sgangherata.

Ferion e Viridiana rimasero seduti l’uno vicino all’altra in silenzio,senza avere nulla da dire,e ogni tanto una goccia di sangue cadeva da Ferion e macchiava il gia sporco legname.

Ferion si girò verso la compagna

<Ancora non ti è passata la paura?>le chiese,notando il nervosismo con cui rimaneva seduta;si alzò in piedi e fece alzare Viridiana quasi di peso.

Sorreggendola un poco la accompagnò al bordo della nave,e Viridiana si aggrappò al legno,tanto forte che le sue nocche erano diventate bianche.Ferion fece un gesto con la mano.

<Vedi?Non c’è nulla da temere..l’acqua è calma..non devi avere paura del mare,ma rispettarlo..>

Il rumore di una porta spalancata li fece voltare entrambi,il capitano Kev era uscito dalla sua cabina.

<Cani rognosi!>urlò lui<Cosa state qui a non fare nulla??A lucidare il ponte!>continuò mentre si avvicinava,i suoi pesanti stivali facevano fin troppo rumore in quella quiete.

Ferion si irritò.

<Ma col cavolo!!Io sono il cartografo,e già mi mandi in cambusa a sventrare il pesce!!>disse indicando i capelli lordi di sangue.

Kev lo guardò.

<E ancora mi devi spiegare come fai a sporcarti cosi ogni volta…>disse,e guardò Viridiana.

<E tu mi devi spiegare cosa ci sei venuta a fare qui,se hai paura dell’acqua..non servi a nulla,e io che speravo in un pò di compagnia,e invece no,chiusa come un ostrica!>sputò in mare

<Non è il modo di parlare ad una dama>disse Ferion ancora più irritato.

<Prima o poi ti farò impiccare all’albero maestro con la tua stessa lingua..>disse il capitano,guardandolo in cagnesco.

Ferion tornò a prendere il proprio stocco conficcato nel legno,ricordandosi di come aveva pensato di colpire il capitano con quella lama sottile,e la rinfoderò con cattiveria.

<Allora,”cartografo”,dove siamo?>chiese Kev beffardo.

<Non ne ho idea..>disse semplicemente Ferion<”Qualcuno” non mi ha permesso di svolgere il mio lavoro e segnare la rotta,quindi non ne ho la più pallida idea….>disse,tornando accanto a Viridiana che guardava l’acqua spaventata

Kev sbiancò.

<Potevi dirlo prima..>

Ferion si arrabbiò.

<MA SE SONO SETTIMANE CHE TE LO DICO!!!!!!!>urlò.

Improvvisamente l’aria divenne gelida,e ogni respiro produceva una nuvola di vapore.

Una fitta nebbia si muoveva verso di loro e in poco tempo avvolse tutta la nave.

Da una direzione indefinita arrivarono cupi scricchiolii.

Tutti rabbrividirono.

Una grande onda impattò contro la nave,facendola ondeggiare paurosamente,e Viridiana saltò al collo di Ferion con un urlo.Quando l’acqua si calmò,lei si staccò,imbarazzata per la sua reazione.

Il vento si fece fortissimo e diradò la nebbia.

Una enorme nave malconcia,con le vele strappate si dirigeva verso di loro a grande velocità,pur andando contro vento

Link al commento
Condividi su altri siti

Viridiana guardava un po' spaventata la nave che andava verso di loro, ancora imbarazzata per lo scatto con Ferion.

"Brava Viridiana" penso',"Riesci sempre a metterti nei guai. Che diamine ci faccio qui, in mezzo all'acqua. Se non comincio a muovermi moriro' sicuramente, qualunque cosa succeda!!!!"

Comincio' piano piano a muoversi sul ponte. Si aggrappava cosi' forte al legno che temeva si rompesse sotto le sue mani.

Non staccava gli occhi dalla nave. Non poteva staccare gli occhi dalla nave.

Il vento la fece rabbrividire.

Dopo un po' riusci' a vedere la bandiera un po' piu' grossa del normale.

"Mio dio, ma sono pirati!!"

Si avvicino rapida a Ferion.

"Pensi che potranno assaltarci? Saranno nemici? Cosa facciamo?"

Link al commento
Condividi su altri siti

La nave avanzava veloce sul mare grigio come l'acciaio: la polena a forma di sirena fendeva i banchi di nebbia e le vele squarciate garrivano controvento, assolutamente silenziose. Neanche lo sciabordio delle onde sulla chiglia si sentiva.

Kev s'immobilizzò sul posto, tremante di paura: >Terion, Buono a nulla!> sbraitò tremante <non ti ho imbarcato come esperto di arti arcane per startene zitto ad osservare questi strani fenomeni! Per l'onda di Tideo che cosa diavolo è?>

Terion oservò con attenzione la nave che si avvicinava attraverso il binocolo prestatogli da Black God, la guardia del corpo del capitano.

<Tyrrel> disse senza modificare di un'ottava il tono della sua voce <Quello è Garaham "Black Bell" Tyrrel, il fantasma del Nord. Tra le due una, capitano: o lui è venuto al sud a svernare o noi siamo finiti parecchio fuori rotta...>

<Ma sei pazzo!> fu l'urlo del capitano kev, che sovrastò il mormorio preoccupato di Ferion e il mezzo strillo di Viridiana <Stiamo per essere abbordati dal capitano Black Bell Tyrrel e tu mi vieni a fare battute sulle abitudini estive del terrore dei mari del nord??? Ti Giuro, Terion, sulla barba di mia madre, pace all'anima sua, che se ne usciamo vivi provvederò personalmente a farti fare tre giri di chiglia!!!!>

Le minacce del capitano, però, furono interrotte da un lungo lamento, tanto acuto e tagliente da far gelare il sangue all'interno del cuore stesso, tanto nero e malvagio da far tremare di paura il mare stesso, talmente freddo ed innaturale da far ghiacciare la speranza. E Black Bell Tyrrell comparve a prua, vestito della sua giacca rossa, che era l'unica cosa che aveva ancora definibile "umana".

Il capitano infatti, di umano non aveva più nulla: la pelle nera come l'inchiostro sembrava colare di continuo su quella figura alta e snella; quegli occhi gialli e malati sembravano appartenere ad un demone fuoriuscito dagli abissi infernali e le braccia, innaturalmente lunghe e dotate di diverse articolazioni, si concludevano con due mani artigliate che stringevanso spasmodicamente due spade dall'aspetto organico.

La nave fantasma era sempre più vicina alla nave del capitano kev, la Paiella III, e il capitano stesso era pallido come una medusa morta. Corse sottocoperta affidando ai suoi sottoposti il "coraggioso e remunerativo compito di respingere l'arrembaggio" Fu in quel momento che Tyrrel spalancò la bocca.

Fu come vedere un foro aprirsi nel catrame, fino alle viscere dell'inferno: carboni ardenti ardevano nella gola di quel mostro.

L'urlo di Black Bell Tyrrel fu tremendo: nero come la sua pelle era un rintocco di morte. Un'enorme campana senza suono che batteva gli ultimi secondi di vita delle vittime.

Una decina di esseri contorti, orripilanti e farfuglianti salì sul ponte lanciando rampini e tentacoli oltre il parapetto verso la Paiella III; Piccole creature alate dall'aspetto di falchi, dotati di un trapano al posto del becco, si gettarono in picchiata verso la nave del capitano kev. Tyrrel tornò verso la sua cabina attendendo che il suo equipaggio completasse l'opera e parlottando da se con quella voce scura e rintoccante.

L'arrembaggio era cominciato.

Link al commento
Condividi su altri siti

L’urlo mandò i poveri sventurati in confusione per qualche istante,ma la paura era tanta che non potevano permettersi il lusso dello svenimento.

<Cosa facciamo?>urlò Ferion sovrastando gli orribili versi delle immonde creature che si riversavano come un fiume di melma sul ponte della Paiella III

<VENDIAMO CARA LA PELLE!!>gridò sfoderando lo stocco e conficcandolo nella fronte della bestia più vicina,con un ghigno trionfante…la creatura non reagì,rimase li ferma con un’espressione sorpresa sul volto deforme,poi i suoi occhi scuri e porcini si rovesciarono in maniera disgustosa,rivelando il bianco pieno di macchie gialle infette,come per guardare la lama all’interno della testa,e sembrò capire di essere appena stata colpita.

Gli occhi tornarono al loro posto,e la creatura gridò,con una voce stridula e orrenda,investendo Ferion con il suo alito peggiore di un cadavere decomposto in un letamaio,e in quel momento Ferion rimpianse di non essere rimasto in cambusa.

La creatura colpì Ferion con un calcio,o almeno lo colpi con il peduncolo che fungeva da gamba,togliendogli la sottile arma dalle mani e lanciandolo vari metri indietro.Nei pochi attimi prima di sbattere la testa contro l’albero vide Viridiana che urlava alle creature che rodevano lo scafo,nel vano tentativo di scacciarle,mentre gli altri cercavano di difendersi o fuggire.Terion buttava giù a calci gli esseri che cercavano di raggiungerlo arrampicandosi,che andavano a sfracellarsi o cadevano in mare,per non tornare più a galla,l’acqua scura decisa a non concedere più la luce a quegli abomini. La possente guardia del corpo del capitano,Black,era l’unico che riusciva a fare effettivamente qualcosa,un uomo grande e grosso,che brandiva una spada grande e grossa,che faceva a pezzi,qualsiasi mugugnante essere gli si parava di fronte.

Si alzò,mentre la creatura che aveva lo stocco che spuntava dal retro della sua testa come la macabra penna di un cappello arrancava verso di lui.

<Sono inutile…>disse,usando tutte le sue energie per non raggomitolarsi a piangere.

Link al commento
Condividi su altri siti

"Accidenti" penso Viridiana urlando, nel tentativo di darsi forza e coraggio.

Aveva ormai dimenticato la paura del mare, sovrastato dalla paura di quegli orrendi abomini.

"Moriremo tutti!" continuava a pensare.

Vide Ferion battersi con una creatura. "Attento" gli volle urlare, ma le parole non le uscivano dalla bocca.

Vide Black che a stento teneva a bada altre creature.

"Che qualcuno ci aiuti" penso.

Una orrida creatura le si paro' di fronte. Quasi chiuse gli occhi per la paura, ma non aveva il lusso di farlo. Sfodero' la sua spada, che al momento le sembro' inutile e temto' di colpire la creatura immonda. Molti colpi andarono a vuoto ma un calcio in pieno petto riusci a far cadere la creatura in mare.

"Mica male penso'". Ma vedendo la nave piena di quegli orrendi mostri le venne l'istinto di sparire nella cambusa.

"Non posso lasciare i miei compagni qui!!" Urlo.

Ma un forte colpo la fece cadere al suolo, per poi non vedere e non sentire piu' nulla, solo il dolce e tranquillo scroscio delle onde........

Link al commento
Condividi su altri siti

  • 1 mese dopo...

... e i mostri si ritirarono. Rapidi come un fulmine di tempesta tornarono sulla loro nave con la nuova preda e fecero vela per il largo.

Il macabro grido di gioia di Black bell si sentì anche dalla Paiella III: la ciurma nera aveva una nuova anima...

Dei passi dalla cambusa annunciarono l'arrivo del capitano Kev...

Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per commentare

Devi essere un utente registrato per poter lasciare un commento

Crea un account

Crea un nuovo account e registrati nella nostra comunità. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Hai già un account? Accedi qui.
 

Accedi ora
×
×
  • Crea nuovo...