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Terza Era


Strikeiron

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La terza era: dal patto di fuoco (Lifir) alla prima guerra

Passarono le ere nel loro lento volgere e la presenza degli dei non si affievolì sulle terre di Solnem. Gli elementi assicuravano il loro potere e la magia rinforzava la trama di tutte le cose. Fu allora che i Nani impararono ad utilizzare il reale potere del fuoco e ebbero completo controllo del dono della creazione che era stato dato loro. E persino i domini di Aita e Phersipnai furono plasmati attraverso i poteri che Sethlans aveva dato ai Nani. Sethlans per questo fu orgoglioso dei suoi figli. Nacquero città splendide nella loro bellezza, armi che non subivano l'azione di Selvans e gioielli di squisita fattura, tali che Turan amò adornarsene. E Sethlans non faceva misteri di regalarle le ultime creazioni della razza a lui prediletta. Tutti gli dei se ne compiacquero, visto che i loro doni nei Nani avevano dato molto frutto. In quei tempi di prosperità i Draghi decisero di recarsi dai Nani e chiedere loro che nelle terre del nord venisse costruito per loro un rifugio imperituro. I Nani accettarono subito con entusiasmo la loro offerta e per questo uscirono dalle loro dimore e in enorme numero si spostarono là dove il lavoro doveva essere compiuto. In conseguenza di questo venne deciso un ulteriore patto tra le due razze, un patto di sangue e di elementi che Sethlans stesso erse dalle terre del nord, di modo che i Nani ritrovassero anche là il segno della Sua protezione e i Draghi ricordassero con orgoglio quanto era stato dovuto ai suoi prediletti. Da allora il segno lampeggia nei tramonti del nord di un fuoco imperituro e Selvans con lo scorrere del tempo fra le sue dita lo rinnova, giorno dopo giorno per le ere a venire. Fu così che dalle terre di Aita e Phersipnai nacque il Lifir, il cui nome significa patto di fuoco. E fu in questo modo che i Nani sotto la sua ombra costruirono Laivor, pietra su pietra, slanciata tra i domini di Selvans. E Northia stessa diede una parte di sé perché venisse costruita. Mentre i Draghi insegnavano ai Nani che la magia degli elementi poteva arricchire la loro opera attraverso l'uso di rune, la magia degli elementi entrava nella pietra. Così Laivor fu costruita incidendo rune tra le pietre e intessendo nuova magia alla realtà.1 Tale magnificenza attirò in quei luoghi Laran, il quale conobbe i Nani e insegnò loro a forgiare le prime armi, meraviglie in un mondo non ancora toccato da guerra alcuna, ma triste presagio delle ere future. In quei tempi Laran incontrò Turan, la quale negli stessi luoghi si compiaceva di accompagnarsi a Sethlans. Fu così che la dea si accompagnò a Laran e dalla loro unione nacquero Mania e Mantus. Velthune decise per loro che il maschio, Mantus, fosse cresciuto dalla madre, mentre la femmina, Mania, fosse cresciuta dal padre. Passarono alcuni anni e altre nuove generazioni di Nani giunsero da est per completare la loro opera, mentre i Draghi invitavano anche gli Elfi a prendere sede in quelle splendide dimore assieme a loro.2,3 e si narra che fu Sethlans stesso, addolorato per quanto male avessero creato con esso i suoi figli prediletti, a decidere a malincuore di punirli in tal modo. Tolse vigore ai fuochi delle loro forge, al punto che i Nani per evitare che si spegnessero furono costretti a rinunciare alle loro splendide armi per rifugiarsi sempre più a fondo tra le montagne. Quando si furono ritirati Sethlans distrusse tutto quanto era rimasto a terra. Come gli dei avevano previsto, gli Zigar non seguirono i Nani, temendo di essere attirati in trappola e di perire in quei luoghi. Eterna inimicizia fu fondata in quei giorni tra i due popoli e il sangue versato convinse i pochi sparuti gruppi di nani superstiti da quella prima tremenda guerra a scomparire per anni nelle dimore nelle montagne. Qui cercarono di recuperare le ricchezze e la dignità delle quali si erano volontariamente privati. Dapprima gli Zigar cercarono vendetta per quanto era stato compiuto e sconvolsero le terre ormai deserte che una volta erano state abitate dai Nani, ma alfine cedettero, sospinti da altri venti e altri desideri nelle terre conosciute e in quelle ancora sconosciute. Tra queste narra la leggenda che sulle loro navi gli Zigar raggiunsero i varchi al mondo là dove la magia non ha valore e scomparvero. Altri invece fecero più volte ritorno per alcuni tempi da quei luoghi, portando con sé oggetti che non appartenevano a Solnem. Nel lungo volgere degli anni però i varchi vennero dimenticati dai più e in tal modo scomparvero.4 Così ebbe termine la prima e sanguinosa guerra e anche l'innocenza delle prime due razze. Gli dei, inorriditi da tante vite dei loro figli andate perdute, li abbandonarono lasciandoli a sé stessi. Finirono così le età dell'oro e furono lunghi anni di miseria e disperazione, anni nei quali la speranza venne nascosta e soltanto la sapienza e la saggezza di pochi Draghi riuscirono a preservare le razze dalla distruzione. In quegli anni gli uomini crebbero e Selvans, all'insaputa degli altri dei, vegliò in modo particolare sui Draghi. Perché in quei giorni da essi dipendeva la sopravvivenza delle altre razze. E Laran e Mania scomparvero come se non fossero mai esistiti. Quando i Nani ebbero posizionato l'ultima pietra la loro opera aveva raggiunto un grado mai visto nelle terre dei mortali. e i Draghi, soddisfatti del patto, invitarono tutti Nani a vivere con loro per sempre in quei luoghi splendidi. Ma pochi dei Nani accolsero il loro invito e rimasero, in quanto troppo forte era in quella razza la nostalgia per le dimore che avevano abbandonato nelle radici delle montagne. Inoltre alcuni avevano troppo appreso dai Draghi e temevano che gli Elfi potessero carpire insieme i loro segreti e la loro amicizia. Questo nonostante gli Elfi dimostrassero di gradire a loro dimora non tanto la fredda pietra di Laivor, quanto le foreste circostanti. Pochi Nani rimasero indietro, ma a tutti furono concessi comunque grandi onori e grandi doni. Quando la maggior parte di loro tornò nelle terre di origine, accompagnata da Mania e Laran, portò con sé le conoscenze trasmesse dai Draghi e per molto tempo le loro opere ne trassero giovamento. Ma ne trassero anche invidia senza pari, pianta maligna dalla quale dovevano scaturire le cause della rovina negli anni a venire. In loro assenza infatti la razza degli Zigar si era già spinta troppo oltre per visitare le vuote dimore. Dapprima i Nani sospettarono di loro e quindi temettero di veder rubati i loro tesori, in quanto gli Zigar erano un popolo volubile e dedito all'inganno; infine, sorprendendoli nei loro territori, li attaccarono per paura di perdere quanto avevano accumulato e lasciato incustodito. Laran si fece schiavo dell'istinto della violenza e anche grazie a lui la guerra imperversò, mentre la figlia Mania, che mai aveva conosciuto quell'aspetto del padre, cominciò da allora a perdere parte del proprio senno. E alcuni narrano che vagasse tra i morenti, nel campo di battaglia. Tale era potere accumulato dai Nani assieme alle rune che gli elementi ne furono sconvolti e sia gli Zigar che i Nani vennero dispersi e quasi distrutti in quella prima di tutte le guerre. Da allora i Nani dimenticarono parte del proprio dono.

1 Questo è uno dei rari casi in cui la manipolazione della magia ha indotto nella realtà un cambiamento tale da unire l'essenza alla fisicità in un prodotto di creazione che non ha portato nessun corrompimento alla trama. Ma questo grazie all'opera e agli insegnamenti di Sethlans.

2 Mentre i nani erano fratelli nel patto di sangue sembrava che gli elfi fossero fratelli in Selvans.

3 La conoscenza delle rune, che rimase esclusivamente ai draghi. I nani da allora impararono semplicemente a copiare le rune che avevano già impresso ma non furono più capaci di ricrearle o reinventarle. Narra una loro oscura profezia che un giorno verrà qualcuno in quel popolo al quale sarà ridato un simile dono. Ma ovviamente un simile dono recherà con sé anche una maledizione.

4 Si narra che questo avvenne per un capriccio di Turan. Altri invece pensano che Velthune abbia chiuso i passaggi perché ancora non era giunta l'ora che i due mondi fossero in collegamento. Esistono leggende che parlano di cataclismi che avvennero alla chiusura dei varchi e cancellarono intere civiltà, da un versante e dall'altro del passaggio. Ma le civiltà sono ovviamente scomparse senza lasciare traccia ed a tutt'oggi è quindi impossibile verificare tali affermazioni.

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