Vai al contenuto

Iri

Ordine del Drago
  • Conteggio contenuto

    38
  • Registrato

  • Ultima attività

Tutti i contenuti di Iri

  1. Frare Leo Di fronte a quello spettacolo, l'aura pacata e amichevole che solitamente accompagna il sotium pare evaporare. Con sguardo duro e passo rapido raggiunge i due e posa con forza una mano sulla spalla del prete cercando di allontanarlo dalla bambina. "Santa Madre Chiesa purificherà il suo spirito per mano dell'Inquisizione quando e se la riterrà effettivamente colpevole del crimine di cui la si accusa. E per ora non è stata emessa nessuna sentenza né io ho raccolto alcuna informazione a riguardo" E prima che il religioso possa obiettare alcunché aggiunge "Sono Frate Leo, sotium di Padre Geremia, Inquisitore. Il mio Maestro mi ha incaricato di indagare su questa faccenda in sua vece."
  2. Frate Leo Siede sul letto accanto al Maestro ed ascolta attentamente il breve resoconto di Martino, irrigidendosi appena nello scoprire si tratti di una bambina. Volge lo sguardo al vecchio inquisitore, pronto a ripetergli con un tono più adatto alle sue orecchie quanto raccontato, ma gli basta una rapida occhiata per comprendere quanto egli sia poco interessato alla faccenda e dunque a immaginare quanto stia per avvenire. La faccenda gli viene affidata e lui non può fare altro che annuire solennemente prima a Padre Geremia e poi all'excubitor, ricambiandone il sorriso con aria rassicurante. Lo accompagna quindi alla porta, promettendogli di raggiungerlo entro poche ore assieme al resto del gruppo per ricevere tutte le indicazioni necessarie e, si augura, poter incontrare personalmente sia Padre Matteo che la bambina. "Farò del mio meglio" gli garantisce quando l'altro lo trattiene per il braccio.
  3. Frate Leo Durante tutta quella baraonda non ha potuto fare altro che stringere con tutte le sue forze il Maestro, quasi tentando di nasconderlo tra la parete del furgone e il proprio corpo. "Un attacco di Morti" gli aveva detto "ma andrà tutto bene, i cacciatori sanno cosa fare". E intanto seguiva le mosse dei loro accompagnatori e protettori, come cercasse di capirle o si domandasse se non ci fosse nulla che potesse fare per aiutarli, guardando in particolare Yelena... ma quant'è che lui non tocca un'arma? Il timore d'essere d'intralcio l'aveva bloccato lì dov'era, soprattutto quando il Morto era salito sul parabrezza e ne aveva studiato con maniacale attenzione l'aspetto, ogni singolo raccapricciante dettaglio, anche quando Elvio ne aveva fatto saltare le cervella. Null'altro aveva saputo fare. E ora, nel silenzioso proseguo del viaggio, rimane in silenzio, in volto dipinta un'aria colpevole e mortificata. Di tanto in tanto si guarda le mani, le apre e le chiude sospirando amareggiato. Solo le parole di Ludovico riescono a ricollegarlo con la realtà. "Viviamo in un mondo pericoloso, saremo sempre e comunque in pericolo..." prova a rincuorarlo un minimo, sebbene non sia dell'umore per trasmettere positività, tant'è vero che poi aggiunge "Anche a me dispiace" Ancora rimugina, sdraiato nel giaciglio messo a disposizione dagli Excubitores di Sovicille, dopo una notte passata insonne tra i bisogni di Padre Geremia, qualche lettura e i brutti pensieri. Ode quindi immediatamente bussare alla porta e si affretta a socchiuderla, trovandosi davanti Martino. "Il Signore sia con..." comincia a salutarlo, già visibilmente perplesso, ma le parole dell'altro lo ammutoliscono per un paio di secondi, mentre aumenta impercettibilmente la presa sulla maniglia. "Entri, avviso subito Padre Geremia." risponde infine aprendo ulteriormente l'uscio e precedendolo nella stanza. Raggiunge il giaciglio dell'inquisitore e lo scuote leggermente, semmai si fosse riappisolato "Maestro mi perdoni... c'è una situazione delicata che richiede il suo parere..."
  4. Frate Leo Seduto nel retro del furgone accanto a Padre Geremia, legge dal breviario mantenendo un tono basso che non disturbi i cacciatori, fiducioso che grazie alla vicinanza il Maestro lo oda comunque, a meno che non schiacci un pisolino. Non ha avuto nulla da obiettare sul percorso da intraprendere, affidandosi completamente all'esperienza e alla competenza della loro scorta. Di tanto in tanto non resiste dallo sbirciare fuori dai finestrini, scrutando il mondo esterno con quella scintilla di curiosità che parrebbe sempre accompagnarlo. Ma quando il furgone sterza e impatta, il suo unico istinto è quello di lasciar andare il breviario e sorreggere Padre Geremia per evitare che il sobbalzo lo faccia cadere in avanti. Tace e guarda i cacciatori nella tacita richiesta di una spiegazione che gli spari di Ludovico, le imprecazioni e le esortazioni di Elvio e Yelena non tardano a fornirgli. Allora si schiaccia ulteriormente contro la parete del mezzo, stringendo a sé il Maestro con fare estremamente protettivo, quello di un figlio col vecchio e fragile padre, cercando quasi di diventare invisibile per non intralciare gli eventuali movimenti degli altri.
  5. Frate Leo Legge scandendo ogni parola e tenendosi quanto più vicino possibile al Maestro, in modo che possa udirlo e sbirciare le carte. Pare molto concentrato, come stesse fissando nella propria mente quelle informazioni che gli parrebbero più rilevanti e, quando l'anziano inquisitore domanda la sua opinione, si prende del tempo per riordinarle nella maniera più giusta e sensata possibile. "Volendo considerare affidabili le informazioni estorte ai neo catari" esita un momento, come a reprimere qualcosa dentro di sé, poi prosegue come nulla fosse "nonché le ricostruzioni degli storici vaticani, mi parrebbe plausibile supporre che i Templari conoscessero il valore della Reliquia e che si siano ingegnati per custodirla. Perciò nasconderla all'ombra delle Reliquie del Santo Galgano, la cui storia però riporta a leggende strettamente legate al Santo Graal e alla sua ricerca. Nascondere laddove si fosse sicuri di ritrovare anche a distanza nel tempo." Solleva le spalle, alternando lo sguardo dalle care alla candela, solo di tanto in tanto incrociando quello un po' vacuo del maestro, il cui giudizio sente sempre raggiungerlo oltre il visibile. "Quanto alla descrizione, parrebbe plausibile: un oggetto povero e privo di decorazioni, da tutti i giorni, e le incisioni potrebbero essere in aramaico..." Esita, riflette ancora prima di concludere. "Immagino non ci avrebbero convocati né ci avrebbero affidato la missione, tanto meno si sarebbero impegnati tanto nel raccogliere informazioni se non ci fosse nulla di concreto. Per quanto non possa fare a meno di domandarmi come mai queste informazioni, dopo secoli, siano venute fuori solo ora..." Finalmente si sofferma sul Magister e pare quasi più giovane dei suoi trent'anni quando, quasi ingenuamente, domanda "Il caso esiste, Maestro?"
  6. Frate Leo Rende gli incartamenti al notaio e attende che aggiunga la postilla che firma subito dopo Padre Geremia, per poi passare il tutto anche ai Cacciatori, in modo che facciano altrettanto. Rimane quindi in attesa che gli altri terminino di avanzare eventuali richieste per il viaggio, sempre affiancando il Maestro.
  7. Frate Leo Silenzioso e obbediente, prende la penna che il Maestro gli porge e firma a propria volta il contratto. Quindi riceve dal Magister la busta sigillata annuendo e riponendola con cura in una tasca cucita all'interno di una delle maniche del proprio saio. Attende e ascolta le osservazioni dei Cacciatori, non potendo che appoggiare la richiesta di Elvio "Effettivamente, in questo modo, gli spostamenti e le indagini procederebbero più fluidamente. Senza contare che lor signori conoscono meglio di noi la pericolosità o la sicurezza delle strade da percorrere e dei luoghi da visitare" si permette d'osservare, sperando di non risultare inopportuno. Non riesce a trattenere l'ennesimo sorriso divertito alla battuta del Nonno "Perché? Davanti si sta più comodi? O si gode meglio del panorama? Perché in tal caso ci sto!" Per quanto si sforzi di apparire serio e solenne, è pur sempre un giovane uomo cresciuto in campagna.
  8. Frate Leo Riceve gli incartamenti e annuisce al Maestro, tossicchiando per impostare al meglio la voce e prendendo subito a leggere il contenuto del contratto che traduce simultaneamente e fluidamente in italiano. Naturalmente non commenta nulla, ma dal tono si potrebbe intuire un certo compiacimento per l'equità delle condizioni, oltre a un crescente interesse per quella che dev'essere una missione ben più importante di quanto non l'avesse frettolosamente descritta il Magister durante il loro precedente incontro. Terminata la lettura, a meno che Padre Geremia non sia già pronto a firmare (e nel qual caso farebbe altrettanto), passerebbe il contratto a Elvio, attendendo che il Magister risponda alla domanda di Ludovico.
  9. Frate Leo Trattiene a stento un sospiro di sollievo all'arrivo del novizio, cui non può che rivolgere uno sguardo grato e un cenno di saluto, seguendolo assieme agli altri verso la sala dove li attende Fra Candido, sempre tenendo a braccetto il Maestro per paura che non colga un qualsivoglia ostacolo e rovini poco dignitosamente a terra (non sarebbe la prima volta...). "E con il Vostro Spirito" risponde come sempre al saluto del Magister, chinando rispettosamente il capo e salutando così sia lui che il notaio. Poi rimane in silenzio, in attesa che anche ai nuovi arrivati vengano date le indicazioni che anche lui aveva ricevuto la volta scorsa. Spiegazioni che, a quanto pare, arriveranno solo dopo la firma del contratto. Al silenzio del Maestro, già immagina di dover ripetere le indicazioni appena enunciate con un tono decisamente troppo basso, ma l'anziano riesce ancora oggi a sorprenderlo. E stavolta non c'è etichetta che tenga, al sotium scappa disperatamente da ridere. "Il contratto Maestro" cerca di celare quell'ilarità con le parole e quel tono di voce stentoreo "Siamo qui per firmare il contratto" e per rendere più evidente la cosa indica il foglio tra le mani di Fra Candido, per poi riabbassare il tono e domandargli gentilmente "Posso farglielo vedere da vicino?"
  10. Frate Leo Entrando nella sala, individua immediatamente i tre e subito gli rivolge un sorriso cordiale e un cenno del capo, in segno di primo saluto. E mentre il Nonno prende ad avvicinarsi, fa in tempo a sussurrare al Maestro: "Sono in tre. Due uomini, di cui uno anziano, e una signora." Ai saluti decisamente informali il sorriso si fa divertito, ma mantiene il contegno confacente alla propria carica e necessario a non indispettire Padre Geremia. "Dio sia con voi fratello Ludovico... sorella Yelena, fratello Elvio... io sono Frate Leo e costui è Padre Geremia. Benvenuti, spero che il vostro viaggio sia stato pacifico." Attende sia il Maestro a dare le prime spiegazioni ai tre, rimanendogli accanto.
  11. Frate Leo Riceve quel complimento senza controbattere, solo accennando un piccolo e silenzioso ringraziamento. Etichetta da parte di entrambi, probabilmente, o magari è lui a nutrire poca fiducia nei confronti di coloro a cui deve obbedienza e al cui stesso livello spera di ritrovarsi, un giorno ancora lontano. In ogni caso, finalmente, ecco le brevi spiegazioni cui agonia, grazie alle quali gli pare di scorgere ulteriormente il modo di pensare e agire del Magister, una piccola sfumatura della sua natura, il che potrebbe sempre tornare utile... Ma soprattutto scopre cosa sta succedendo, cosa accadrà a breve e può cominciare ad abbozzare mentalmente i possibili risvolti di un imminente viaggio, di prossime indagini. "E con il vostro Spirito, Monsignore." risponde ossequiosamente al saluto "Attenderemo ulteriori istruzioni e vi terremo costantemente aggiornato sui risvolti della vicenda" Lascia dunque che sia Padre Geremia il primo ad abbandonare la stanza, seguendolo subito dopo, pronto a riportargli dettagliatamente quanto fin'ora discusso ed anche a ricevere eventuali rimproveri.
  12. Frate Leo Si irrigidisce appena e china ancora il capo senza osare guardare in faccia né il Magister né tanto meno il proprio Maestro. Deve imparare a tenere per sé certe letture o certi pensieri, non è ancora nella posizione per risultare ambiguo o controcorrente. "Domando scusa Monsignore. Troppe letture, forse, mi hanno un po' confuso le idee..." se al momento si sta odiando, non lo da a vedere e cerca di correggere il tiro "Non si sa con certezza dove si trovi il Sacro Graal, se sia mai uscito dalla Terra Santa, né per mano di chi. Secondo molti poeti, esso avrebbe in qualche modo raggiunto l'Europa, forse la Francia, ma è anche vero che nel corso dei secoli innumerevoli sono stati gli oggetti in cui è stato identificato e mai riconosciuto da Santa Madre Chiesa. Il primo storico che accenni al Sacro Graal, che io ricordi, era un franco di nome Arnolfo, il quale scrisse del Proprio viaggio in Terra Santa e ubicò il Sacro Oggetto in una piccola cappella tra la Basilica del Golgotha e il luogo del Martirio" cerca di citare a memoria "Dopodiché, appunto, sono quasi solo poeti e romanzieri a parlarne, magari facendovi ruotare attorno le vicende di qualche eroe. E a partire dal dodicesimo secolo, quando Santa Madre Chiesa dovette affrontare l'eresia dei catari, furono in molti i sovrani cattolici a ricercare la Sacra Reliquia, simbolo e forse prova della transustanziazione." Pregando che quel disturbo nella voce venga interpretato come disprezzo per l'eresia catara, che stavolta nulla di ambiguo gli sia rotolato fuori dalle labbra e che finalmente il Magister parli invece di costringerlo a sfogliare e risfogliare le pagine della propria memoria, tace nuovamente e attende.
  13. Frate Leo Rimane un passo dietro Padre Geremia, spiando in silenzio i gesti del Magister e la stanza in cui sono stati introdotti, la cui semplicità riesce a metterlo un po' a proprio agio. Non ha mai incontrato Padre Filippo prima d'ora, dunque non saprebbe bene cosa aspettarsi, ma conosce l'etichetta e in essa si rifugia, bloccandosi immediatamente al gesto della mano e attenendo pazientemente che abbia consegnato la missiva al novizio, cui rivolge un cenno del capo in segno di commiato quando lascia la stanza. Dunque si concentra sul breve scambio di convenevoli tra il Magister e il suo Maestro, non riuscendo a reprimere del tutto un sorrisino a metà fra il rassegnato e il divertito quando quest'ultimo, grazie all'ormai avanzata sordità, riesce a smorzare l'ufficiosità del momento. Non è certo la prima volta... Ma ben presto viene direttamente introdotto nella conversazione e dopo aver chinato appena il capo in segno di rispetto, compie quel passo avanti che lo porti al fianco di Padre Geremia. "Immagino di sapere quel che è più o meno noto a tutti, Monsignore..." risponde con tono rispettoso, prendendosi qualche secondo per riordinare le idee e poi cominciare ad esporre le proprie conoscenze "con Sacro Graal si suole indicare il calice utilizzato da Nostro Signore Gesù Cristo durante l'ultima cena, quando si celebrò per la prima volta l'Eucarestia. Successivamente, nello stesso calice, Giuseppe di Arimatea avrebbe raccolto il sangue di Nostro Signore morente, affidandolo poi a Maria Maddalena che l'avrebbe portato con sé durante la sua fuga in Europa." Forse sarebbe sul punto di aggiungere qualcos'altro riguardo le possibili interpretazioni di quella leggenda ma preferisce mordersi la lingua, non sapendo se l'opinione di Padre Filippo sulle donne sia simile a quella di Padre Geremia e scegliendo dunque di attendere eventuali sviluppi della conversazione. Piuttosto cerca di raggiungere una buona conclusione alla propria esposizione "Nel corso dei secoli poi, sono stati in molti a scrivere opere ruotanti attorno al sacro oggetto mai più ritrovato, molti i re e condottieri, reali o leggendari, che si sono interessati e applicati nella sua ricerca, ma senza concreti risultati, che io sappia." Più va avanti, più inevitabilmente nel suo tono compare una nota di curiosità, essendogli impossibile non domandarsi a cosa dovrebbe portare quella strana argomentazione. Tuttavia ora tace e riabbassa appena lo sguardo, attendendo le reazioni del Magister.
×
×
  • Crea nuovo...