Scheda
Spoiler:
Nome: Aryan
Cognome: Nailo
Sesso: F
Classe: Chierica 7
Razza: Mezzelfa
Divinità: Lathander
Allineamento: NB
Iniziativa: 0
BaB: +5
Temp: +9 (base, mod. cos., mantello)
Rifl: +5 (base, mantello, mod des.)
Vol: +11 (base, mod. sag., mantello)
CA: 16 (10+5 cotta + 1 Des)
CA colto alla sprovvista: 10
Pf: 59
Velocità: 9 metri
Mano Principale: Mazza leggera +1 (danni: 1d6+1/ Taglia Arma: M)
Caratteristiche:
For: 11
Des: 12 (+1)
Cos: 16 (+3)
Int: 10
Sag: 18 (+4)
Car: 12 (+1)
Talenti e Privilegi:
Vero Credente
Guarigione Sacra
Attacco Intuitivo
Scacciare non morti (classe) (4 volte al giorno)
Competenza armature leggere, pesanti e medie (classe)
Competenza armi semplici (classe)
Dominio del Sole (classe)
Dominio della Protezione (classe)
Aura (classe)
Incantesimi da Chierico:
Livello 0 - Guida, Individuazione del magico, Purificare cibo e bevande, Luce/Individuazione del veleno, creare acqua
(Lancio spontaneo cura ferite minori)
Livello 1. Benedizione,Alone di Luce, Favore divino, Scudo della fede, Raggio di speranza, Santuario(Dominio)
(Lancio spontaneo cura ferite leggere)
Livello 2: Grazia del Gatto, Resistenza dell’Orso, Blocca persone, Forza del toro, Aiuto (Dominio)
(Lancio spontaneo cura ferite moderate)
Livello 3: Rimuovi malattia, Dissolvi Magie, Cerchio Magico contro il Male, Luce incandescente (Dominio)
(Lancio spontaneo cura ferite gravi)
Livello 4: Potere divino, Ristorare, Immunità agli Incantesimi (dominio)
(Lancio spontaneo cura ferite critiche)
Abilità (2x4 1° livello + 2 +2 +2 +2 +2 +2 = 20)
Guarire 5 + 4 = 9
Diplomazia 6 + 1 = 7
Percepire Intenzioni 1 + 4 = 5
Conoscenze (Religioni) 4
Concentrazione: 4+2 = 6
Equipaggiamento:
Cotta di magia elfica (10Kg/ 4150 mo)
Mazza leggera + 1 (2005 mo/ 2 Kg)
Simbolo sacro in argento di Lathander (25mo/0.45 Kg)
Braccialetto della Salute +2 (4000 mo/ 0,5Kg)
Mantello della resistenza +2 (0.5Kg/ 4000 mo)
Borsa per componenti d’incantesimi (5mo/1 kg)
Anello del Sostentamento (2500 mo)
BG
Spoiler:
Nata e cresciuta a Waterdeep, dove ha vissuto sino al’età di 22 anni.
Prima di parlare della sua partenza dalla grande città degli splendori , forse è opportuno ricordare la sua infanzia e in particolare l’evento che ne ha segnato la vita.
Cresciuta nella ricca famiglia di mercanti degli Shine: il padre Augustus era un uomo alto, dalla figura imponente e l’aria assorta; raramente si riusciva a percepire le sue emozioni; devoto come i suoi antenati a Lathander , faceva frequenti donazioni al magnifico tempio della città. I sacerdoti del tempio erano soliti frequentare la grande villa della famiglia Shine, che aveva fatto erigere un altare sormontato da un’effige dorata della divinità, rivolto ad est, in un angolo sopraelevato del giardino. Ma tutte le ricchezze e la fede nel suo dio non avevano risparmiato ad Augustus il dolore della morte della moglie Arya, della nobile famiglia dei Tempher, dalla quale aveva avuto l’adorato figlio Marcus.
Gli anni passarono e il temperamento di Augustus si fece sempre più freddo e distaccato, fatta eccezione per l’amore per il figlio che cresceva forte e fin troppo consapevole dell’importanza del suo ruolo per quella famiglia, rischiando di diventare altero e superbo. Un mercante si sa, però, che viene in contatto con tantissima gente e questo non gli risparmiò l’incontro con Ielenia Nailo, una giovane maga elfa che cercava, presso i suoi negozi , artefatti e libri ,necessari ai suoi studi. In breve fu amore e dopo sei anni di vita ritirata, dove ogni traccia di leggerezza era scomparsa dalla sua casa e dal suo volto, il sorriso tornò. Ielenia dagli occhi grandi e verdi sembrava riempire ogni stanza della villa; cercò di amare anche il figlio di Augustus, che però non mancò mai ,per contro, di mostrare il suo disprezzo per la matrigna dalle orecchie a punta. Questa situazione fece passare le prime nuvole sul sole che era ricomparso nella vita del ricco mercante. A circa un anno di distanza dal matrimonio fra i due, celebrato con grande sfarzo nel tempio di Lathander, Ielenia ,più interessata ai suoi studi che alla religione ,non ebbe nulla da obbiettare, nacque Aryan . La bambina mostrò sin da piccola una natura introversa e timorosa nei confronti dei coetanei; sensibile e di bell’aspetto con la sua carnagione chiara, i lunghi capelli biondi, gli occhi verdi e un corpo slanciato. Fu oggetto delle poco benevoli attenzioni del fratello maggiore sin dalla nascita, ma Augustus ,per quanto addolorato da questo, non si schierò mai contro il suo primogenito. Col passare degli anni il volto del ricco mercante si spense nuovamente. Era tormentato dai sensi di colpa per essersi nuovamente sposato e per non essere in grado di difendere la piccola Aryan dal fratello maggiore. La famiglia Shine doveva conservare intatto il proprio patrimonio ,per garantire a chi ne avrebbe portato il nome e le responsabilità, Marcus, una posizione di privilegio. Il giorno del suo decimo compleanno, il solstizio d’estate, Aryan Shine nacque dolorosamente a nuova vita. Mentre si recava al tempio per la celebrazione della grande festa dedicata a Lathander, assieme a tutta la sua famiglia, un invasato uscì dalla folla armato di un lungo pugnale. La lama compì un arco scintillante alla luce del sole e affondò ,sino all’elsa ,nel petto di Ielenia, che percepito il pericolo con i sui sensi acuti, si era frapposta a scudo di sua figlia, nel timore che potesse essere colpita. Aryan ,già a quell’età ,di poco più bassa della madre, si ritrovò seduta a terra con la testa della madre morente poggiata in grembo. Ielenia allungò una mano per un’ultima tenera carezza al volto della figlia, mentre un rivolo di sangue le usciva dall’angolo della bocca. I suoi occhi si spensero in quelli atterriti e spalancati della bambina. Dell’omicida si persero le tracce fra la folla, mentre la bambina, incapace di piangere e di staccare gli occhi dal corpo della madre a terra ,veniva riaccompagnata a casa da alcuni servitori. Rimase per giorni chiusa nel più assoluto mutismo, senza toccare cibo, sino a che, dopo una settimana, entrò nella sua stanza il padre. Un’espressione indecifrabile ,fra il malinconico e il tormentato ,dipinta sul volto, solitamente impassibile, e poche parole di commiato per lei: era stato deciso che da quel giorno si sarebbe trasferita al tempio di Lathander, dove i sacerdoti si sarebbero presi cura di lei; avrebbero provveduto alla sua istruzione e una volta al mese sarebbe tornata a fare visita al padre, perché quella era sempre casa sua.
Avrebbero potuto dirle anche che era stato deciso di offrirla in sacrificio a Malar, che non avrebbe certamente risposto, né si sarebbe opposta. Non riuscì, nel tempo, a ricordare quanti giorni… settimane(?) , davanti ai suoi occhi e nella mente passò il volto sorridente della madre. La sua guancia sentiva ancora il tocco di quell’ultima carezza e ,ancora oggi, ogni volta che chiudeva gli occhi e traeva un profondo respiro, sentiva il profumo dei suoi morbidi capelli.
Anni di studio e preghiera passarono e Aryan divenne meno introversa e timorosa sotto la guida dei gioviali sacerdoti di Lathander. Affascinata dalle luci delle candele della cerimonia del Tramonto, imparò a credere profondamente che “C’è sempre un’altra aurora”. Sotto la guida dell’anziano maestro Epheset , prometteva di diventare una grande sacerdotessa del tempio di Waterdeep e ,grazie al maestro d’armi, aveva appreso a maneggiare con dovuta efficacia la mazza e a lanciare con la balestra. Per non parlare delle estenuanti sedute di attività ginnica a cui veniva sottoposta, come del resto tutti gli altri novizi, che ne avevano temprato il fisico slanciato ,ma minuto, ereditato dalla madre elfa.
Elfa…. Donna…. Mezzelfa…. Mezzaumana…. Che cosa era veramente lei? L’irrequietezza si era fatta strada nel suo cuore, la voglia di scoprire cose nuove ,vedere nuove genti e forse trovare il bandolo del groviglio, che era il suo cuore ,riscaldata dalla fede di Lathander. Così, all’ età di 22 anni , rinnovò il suo voto di novizia ,in una cerimonia celebrata all’alba, alla presenza di pochi altri giovani chierici e partì per aiutare gli altri, per alimentare nuove speranza e nuove idee ”Ovunque sia possibile assisti ad una nuova alba”
Non salutò il padre , che a volte compariva alla celebrazione di riti a cui lei ,che mai era tornato a trovare nella grande villa, prendeva parte. Tenne chiuse in un cassetto della sua mente le cattive dicerie ,che volevano fosse stato il denaro del fratellastro ad armare la mano dell’assassino della madre, volendo credere fermamente :”Dalla morte la vita”. Ma nei sogni notturni, con grande senso di colpa si vedeva ricoperta di sangue, e non era il suo: qualcuno aveva pagato per il sorriso di sua madre spento e per i suoi verdi occhi per sempre chiusi.
Aryan Shine era morta a dieci anni… ora esisteva solo Aryan Nailo. Ma chi era lei in realtà? Certo è che i suoi anni di vagabondaggio da un paese, ad una fattoria, ad una comunità di elfi non lo avevano aiutata sino adesso a scoprirlo. Si era spinta sino il lontanissimo, est nell’ Aglarond, nel bosco Yuir abitato un tempo dagli antichi elfi delle stelle ed ora abitato da comunità di mezzelfi devoti a Mielikki e Silvanus. Aveva conquistato la loro fiducia con le sue capacità di guaritrice sino al punto che le avevano consentito di accedere alla Radura del Sole e di addentrarsi fra i cerchi di menhir . Sotto la guida di un esperto druido Signore dei Boschi, aveva potuto viaggiare da un portale all’altro della foresta. Non era mai stata in mezzo a così tanti mezzelfi come lei e mai aveva provato un così profondo senso di isolamento. L’isolamento di un popolo che viveva lontano dalle coste e dalle città degli umani. Umani che a loro volta avevano eretto il grande muro di guardia che assieme alle catene montuose dell’ Umbergoth tenevano lontane le minacce di Thay. Era stato difficile arrivare sin lì in cerca di risposte. Quella terra lontana come un miraggio aveva in realtà acuito sempre più il suo senso di non appartenenza.
Agli occhi degli umani era una mezzelfa: quasi un uomo nel cui corpo viveva un bambino.
Agli occhi degli elfi era una mezzaumana: quasi un elfo troppo serio per la sua età.
Quanto detestava sentirsi chiamare “mezza”, lei che aveva perso tutto e dalla sua fede era rinata, ma per arrivare ad essere chi? Sicuramente non una mezza. Non c’era una mezza alba e non c’era un mezzo tramonto. Luce o tenebra… non penombra. E lei avrebbe scoperto a pieno il suo essere nello splendore di Lathander, anche se sapeva che la tenebra è sempre in agguato ,pronta a ghermire i più deboli. Ma lei non era più debole.
Questa ansia interiore mal sopita faceva sì che il suo sorriso fosse spesso velato di un’ombra di malinconia, che ne increspava l’angolo della bocca e che, quando era più stanca, le faceva comparire qualche lieve ruga agli angoli degli occhi e sulla fronte. E questa stessa ansia, la portò a viaggiare ancora, pensando che forse quello che aveva cercato tanto lontano era in realtà molto vicino alla sua città natale: Silverymoon. La città dai giardini pensili e grandi antichi alberi, costruita nello spirito di cooperazione fra le razze. Non c’erano quartieri riservati per razza; gli uomini potevano costruire la loro casa ai piedi di un albero i cui rami erano abitati da elfi e nelle profondità delle radici vivevano i nani. Sì, era proprio un luogo fantastico che al solo pensarlo riempiva il cuore di aspettative.
Il bene più prezioso che aveva riportato da questo viaggio era una mazza incantata, frutto della sconsideratezza di un mercante di Neverwinter, che aveva accompagnato durante il viaggio di ritorno verso le terre dell’ovest. Il ricco Tharen Narfell era stato sorpreso dal disgelo primaverile sulle rive del lago Mulsantir e lì era dovuto restare per due settimane. La crosta di ghiaccio non poteva reggere il peso della carovana e le barche dei traghettatori non erano ancora in grado di navigare. Il tempo per ogni buon uomo d’affari era denaro e questo ritardo aveva irritato alquanto il mercante; per non dire delle tariffe applicate dai traghettatori in seguito. Proseguì il viaggio a ritmo serrato verso l’ovest, facendo tappa, una sera, presso le rovine di Shandaular. Aryan aveva consigliato il mercante di fermarsi nel pomeriggio nella città di Kront. Il sole ancora alto, invece, aveva spinto ancora più la brama di ritorno di Tharen e fu così che l’accampamento venne improvvisato quella sera nel luogo che la chierica riteneva essere un’antica capitale del regno Ashanath, nota agli studiosi di storia e agli avventurieri incauti e avidi di oggetti magici, come Città dei Fantasmi Piangenti. La ragazza aveva studiato molto bene la storia dei regni dell’est, purtroppo! La notte la città si popolò di tante creature, che delle merci e le ricchezze non sapevano che farne. Un branco di sciami di topi d’ossa fu il primo ad assalire l’accampamento e a seminare il panico. Nel cuore della notte arrivarono anche sei ghoul. Solo la presenza di Aryan garantì la salvezza alla maggior parte dei membri della carovana. Inseguendo l’ultima delle abominevoli creature spaventata dalla potenza di Lathander, in una delle sale adiacenti ad un chiostro, di quella che sembrava essere un’antica dimora signorile, rinvenne l’arma magica. D’istinto la impugnò e dopo pochi rapidi passi la calò sul cranio del ghoul che scricchiolò e prese a fumare, spargendo odore di carne putrida nella stanza.
Adesso Aryan tuttavia non si fermò a SIlverymoon, la voglia di viaggiare proseguendo nella sua sacra missione di assistenza era troppo importante per lei. Continua a spostarsi, portando l’Alba di Lathander dove ce n’è bisogno, talvolta aiutando anche gruppi di mercenari e soldati che lavorano per una nobile causa. E forse, un giorno scoprirà chi lei è davvero e cosa è realmente destinata a fare.
Descrizione
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