Lynx_UK

"Le ripeto, sono qui di mia spontanea iniziativa. Forse lei non ha notato di essere molto facilmente rintracciabile per un appuntamento?"

"Ehm ehm, veramente non c'entrano i miei capi... Il mio interesse è personale, anche se di lavoro. E anche io le chiederei di fare solo il suo." Lo guarda intensamente negli occhi, vuole davvero cercare di capire di più su quest'uomo.

Un sorriso obliquo, un'alzata di sopracciglia e poi lo guarda dritto negli occhi "Sono davvero interessata al distretto 84 e lei mi ha detto più di quanto ho trovato scritto nei suoi articoli. Sono una videogiornalista ma la mia vera identità è che sono una corporativa a caccia di talenti utili... Come lei." Attendo con calma che la sorpresa faccia effetto e di osservare attentamente la sua reazione e le sue prossime parole.

Non posso trattenermi dallo spalancare la bocca per la sorpresa. "Un capitano di polizia della Netwatch che si finge netrunner per loro... MOLTO interessante, e saprebbe rivelarmi anche la sua identità?" Mi umetto le labbra pregustando la succosa notizia.

Rispondo con una risatina. "No, affatto, perché trova difficile credere che una collega sia tanto interessata ad un collega di successo? La realtà è che il distretto 84 mi interessa molto, anche per i suoi esperimenti di civiltà creata dal basso..." Non è ancora il momento di giocare la carta verità: faccio fatica a credere che un uomo così immerso nel pericolo non si sia premunito nel caso io avessi davvero avuto intenzione di ucciderlo, venderlo o peggio... Vediamo se si espone un po' di più su un argomento che gli sta a cuore.

"Sto indagando sull'incidente capitato alla famiglia Orlando, ma lei di certo lo sapeva già. Immagino si informi bene sulle persone che la vogliono incontrare..." e chiude con un sorrisetto malizioso. Da come le risponderà e da come prosegue il colloquio potrebbe decidere di svelare la sua vera identità e motivazione. Intanto si gode la cena, e osserva Logan come un predatore in attesa.

Dopo aver risposto al brindisi, assaporo lentamente un sorso di vino bianco. Faccio roteare il liquido chiaro nel calice mentre mi guardo ancora ammirata attorno. Attraverso la stanza con passi cadenzati e lunghi, per far roteare ritmicamente il mio abito costoso, mi pare il caso di mettere in evidenza quanto più posso. Arrivo a sedermi al tavolo vicino alla piscina, mettendo la borsa a terra accanto le mie gambe in modo da potermi muovere liberamente. Appoggio il calice di vino bianco e attendo di mangiare garbatamente la pasta, dopo essermi messa il tovagliolo sulle ginocchia. Con un silenzioso sorriso attendo che Logan mi serva, ringrazio e attendo che si sieda e parli.

Attendo il ritorno di Logan per non essere scortese, ma do un'occhiata approfondita ad eventuale elettronica presente (anche solo un televisore) o qualche mobile che sembri particolarmente ricercato o autentico cioè preso durante viaggi o da antiquari. Se ho ulteriore tempo controllo sullo smartphone eventuali chiamate perse o messaggi arrivatimi nel frattempo.

Rido sommessamente. "Il fatto che ci sia del vino è più che sufficiente per me, lascio scegliere al tuo gusto!"

"Interessante come lei sia riuscito a mantenere nel tempo tante amicizie... C'è qualche segreto per riuscirci?" Scorro le foto lentamente cercando di imprimermi i volti in mente: il pilota dell'AV può essere Carlos? Scendo così lentamente dalla scala, rivolgendomi con un ampio sorriso di denti bianchissimi verso Logan qualora dovesse entrare in salotto. Nuova Alba Corporation: mi devo informare.

Apprezzo i pezzi di mobilio in vero legno, scorrendo le dita sulla loro superficie perfetta. "Un piatto italiano? O che scelta raffinata, come tutto l'arredamento vedo..." Tengo la borsa sulla spalla libera dal vestito, e vado lentamente ad osservare le foto appese sulla scalinata.

Scesa dal bolide si rassetta con cura il vestito e si ravviva i capelli. I suoi passi rumorosi nella ghiaia suonano nella notte illuminata debolmente. Si affretta a raggiungere l'ormai probabile contatto conquistato alla porta d'ingresso.

La nera con una gran chioma di ricci non fa tempo a sorridere nello specchietto retrovisore all'offerta di Logan, che deve aggrapparsi al sedile per cercare di rovinare il meno possibile il suo bel vestito da cocktail, stringendo i denti quando vengono spente le luci. "Siamo arrivati?" bisbiglia, non tanto nel timore di violare qualche precauzione quanto per il fiato ancora corto dopo la folle corsa in auto.

"Ma che cosa..." Uzza estrae velocemente lo smartphone quasi fosse un'arma, e si mette a cercare le attività, non solo commerciali ma anche le aziende, che hanno sede o filiali nel distretto 84, in particolare quelle medio-grandi come fatturato. Poi sceglie lo stile diretto "Cosa posso offrire per convincerti a lavorare con me?". Pochi minuti per concludere con un contatto che avrebbe potuto sfruttare per anni del suo vero lavoro.

Uzza si tranquillizza vedendo che Logan sa come gestire la situazione. "Va bene, ecco quello che cerco veramente. Non m'importa di intervistarli o di pubblicare chissà quale reportage. Sono molto interessata al loro essere guardiani del distretto per due motivi: il primo è che da quelle parti proveniva qualcuno che è coinvolto con il furto di auto agli Orlando della EFH, il secondo è che vorrei fargli come da intermediario per portare il loro distretto nel giro d'affari della città vera e propria. Per il network invece l'interesse è molto professionale, ma diciamo sul fronte personale, ovvero vorrei che mi spiegassi i dettagli, insomma tutto quanto non ho trovato in rete, per semplice profitto individuale. Cosa ne dici?"

Il sorriso scompare dalla sua faccia non appena vede gli inseguitori. "Se sei certo di riuscire a seminarli, poi vorrei che mi mettessi in contatto con i Daemons, mi incuriosiscono molto questi Guardiani, del resto parleremo con più calma." Una goccia di sudore le scese sul collo: ora stava veramente rischiando la vita.

"No, certo che no. Come ho detto cerco informazioni, a partire dal distretto 84 per arrivare all'azienda che hai fatto fallire. Sono molto interessata professionalmente." Uzza si rilassa, spegne lo smartphone, e lo guarda sorridendo.

"Sei tu Logan?" scelse di essere diretta.

"Non ho mai detto di aver lavorato insieme a lui... Harry." E lo guarda dritto nello specchietto retrovisore, tentando di capire se la sua teoria ha qualche fondamento.

A Uzza viene un dubbio. Mantiene lo sguardo concentrato sullo smartphone e cerca una foto di Logan: non sarà per caso l'autista? "C'entra con il fatto che lui era mio collega..."

"Anche io, sono giornalista... E immagino che mantenere questo gioiello di auto sia fra le tue spese maggiori." Poi si concentra sullo smartphone dando una controllata ai principali network.

"Bene, allora conversiamo... Ti capita spesso di fare di queste corse?" Uzza trattenne un sospiro, l'attesa di quel grande incontro era snervante anche senza mettere in conto smancerie con lo chaffeur. Per sottolineare il suo comportamento, estrasse lo smartphone per controllare se vi fossero chiamate perse o messaggi, ma a seconda della risposta sarebbe stata pronta ad immergersi nella navigazione senza uno scopo particolare, non era davvero il caso di disperdere la concentrazione.

"Ho bisogno di informazioni, diciamo. E mi rendo conto di come tu riesca a sopravvivere al suo servizio..." E' inutile cercare di ricordare il percorso che stanno facendo, tutta la sua attenzione è assorbita dal non farsi sballottare troppo violentemente contro qualcosa di più rigido. Considera un peccato non essersi riuscita a portare la videocamera o il tablet, anche se probabilmente le riprese sarebbero state fuori discussione, avrebbero reso più semplice prendere appunti. Intanto sentiva una certa soddisfazione per essere finalmente arrivata a quell'appuntamento cruciale che le aveva provocato un'attesa ansiosa, da lì in avanti tutto sarebbe cambiato, sperava in meglio.

Piantandosi mani e piedi per resistere meglio alla velocità, Uzza non riesce a sorridere per il disagio. "Questioni di lavoro Harry." risponde Uzza laconica, neanche certa di essere udita.

Uzza passa forse troppo vicino a Carlos, sfiorandogli con le dita il braccio cromato mentre gli sorride uscendo. Attraversando la luce dei fari la videogiornalista si accosta alla Mustang, attendendo che le venga aperto. Per fortuna ai neri si vede poco il rossore dell'imbarazzo, altrimenti lei sarebbe stata in tinta con l'auto!