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Dragons´ Lair

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simo.bob

Circolo degli Antichi
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  1. Lo scontro continua, senza che Thogloron sembri voler fermarsi. Urla rabbioso e continua a gettare sguardi preoccupati alla creatura in ginocchio, circondata dai simboli di sabbia che si muovono come fossero vivi. Keidros non si fa ingannare dalle immagini copia del nano e lo colpisce in pieno volto, sfigurandolo e strappandogli un gemito sofferente. Jebbeddo riesce nel suo intento, tagliando di netto uno dei tentacoli della creatura che, una volta a terra, inizia a dissolversi in un pulviscolo impalpabile. Il nano prova a contrattaccare il tiefling, ma forse a causa della foga o della ferita lo manca goffamente e quasi perde l'arma. La creatura sibila contro Jebbeddo e prova nuovamente a colpirlo con i tentacoli, questa volta trovando una breccia nella sua difesa e superando l'aura dorata. Eldon incoraggia i suoi alleati, pregando che il suo dio li protegga in battaglia. Campane risuonano a morto nella stanza, innocue per tutti tranne che per Thogloron che si porta le mani alla testa dolorante e rimanendo visibilmente provato dalla battaglia.
  2. Tutti i colpi vanno a segno, ferendo il nano a una coscia e perforando il corpo scheletrico e chitinoso della creatura che, ferita, emette un altro gemito terrificante. Entrambi riattaccano subito, il Costruttore abbattendo il suo martello con forza su Keidros che non riesce a spostarsi in tempo e viene colpito alla spalla, mentre la creatura sferza i suoi arti ma non riesce ad indirizzarli su Jebbeddo, protetto dall'aura luminosa. Eldon decide di continuare ad attaccare il fabbro con il sacro potere della sua divinità. Una fiamma scende su Thogloron e lo ustiona in più punti.
  3. Un urlo di rabbia e dolore segue l'esplosione di fiamme, mentre la sagoma di Thogloron svela istantaneamente la sua posizione. Ma subito dopo il nano torna visibile mentre casta un incantesimo: un piccolo portale si apre sul terreno davanti a sè e una creatura ne esce quasi strisciando con un gemito raggelante; ha un corpo scheletrico bluastro, diversi piccoli arti inferiori e quattro lunghi arti superiori mollicci che usa come le zampe di un insetto per spostarsi, il tutto sormontato da una grosso teschio dagli occhi luminosi, una bocca irta di piccole zanne e numerosi tentacoli sferzanti. La creatura subito si scaglia su Jebbeddo, colpendolo ad un braccio con una frustata di una delle sue appendici e lasciando un appiccicoso icore scuro sulla ferita. Eldon, stupito dalla nuova apparizione ma pronto a reagire, richiama a sé la forza della sua divinità e impone le mani verso la nuova creatura e al Costruttore e subito un refolo di energia fluisce dai bersagli all'halfling, drenando loro le energie.
  4. Io stavo pensando di fare un Halfling Bardo, collegio del fascino, dal regno di Zaphyria ma girovago da sempre. Spero di riuscire a tirare giù la scheda in breve. Su Mythweavers va bene?
  5. Jebbeddo riconosce un qualche tipo di evocazione nel rituale in atto nella stanza. La creatura infatti si sta materializzando, addensando lentamente il pulviscolo che su questi piani della torre creava disagio al gruppo. Lo gnomo non riconosce però la natura di questa evocazione, così strana per il rituale in corso che prevede sangue e sabbia. Quest'ultima lo attira e sconvolge. I simboli mutano continuamente come se la sabbia fosse percorsa da invisibili tentacoli di forza che la spostano e le danno continuamente una forma nuova. Saltuariamente, a Jebbeddo sembra di scorgere qualche simbolo già visto in passato, quasi sicuramente durante la brutta esperienza a Athkatla anni prima, su quel tappeto su cui strani individui incappucciati erano in attesa in quel edificio in cui venne poi catturato. La voce di Thogloron risuona nella stanza da un punto imprecisato. Sicuramente sta lanciando qualche incantesimo, ma senza nessun effetto visibile. Eldon si guarda intorno e decide di proteggere lo gnomo che maggiormente si è esposto agli attacchi. Impone le mani e recita una breve benedizione, creando una sorta di aura dorata intorno a lui.
  6. Il colpo di Jebbeddo va a segno, strappando un grugnito di rabbia a Thogloron che sanguina un icore nerastro dalla ferita. Il Costruttore si alza, evitando gli attacchi dei suoi avversari che lo incalzano. Quindi muove rapido le mani e scompare alla vista dei tre. Non sapendo che fare, Eldon decide di curare sé stesso e i suoi compagni in massa, temendo un contrattacco feroce del nemico.
  7. Il tiefling prova a colpire il Costruttore ma, confuso dalle sue copie che si muovo attorno, manca il bersaglio. Avvicinandosi nota ancora meglio il pallido colorito di Thogloron, cereo e in alcuni punti violaceo, sintomo di un malessere non ben identificato.
  8. Ok 3° Liv e scelta manuali, sono più che d'accordo. Sui trigger possiamo toccare quello che vuoi, nessun problema particolare. Mi intriga molto il discorso religioni e regni, non vedo l'ora di saperne di più
  9. Il Costruttore non sembra dar peso alle parole di Jebbeddo, pazzo di rabbia. Con un rapido gesto la sua figura tremula leggermente, quindi si divide. Ora davanti al gruppo ci sono tre figure completamente identiche che estraggono contemporaneamente un grosso maglio finemente ornato ma sicuramente forgiato per la battaglia e non puramente per rappresentanza. Eldon invoca il suo dio additando il fabbro, creando una bolla di oscurità che si richiude sul Costruttore per poi scomparire, lasciandolo prono e dolorante.
  10. L'esplosione investe la scrivania e il Costruttore, spingendolo di lato e interrompendo il suo salmodiare. Il nano urla di rabbia e si volta ad osservare il gruppo che lo ha appena attaccato. Ha i lineamenti stravolti, il volto scavato e gli occhi spiritati rossi come quelli di chi non dorme da giorni. Subito dopo l'interruzione del rito, le polveri smettono di fluire verso la creatura e tornano a fluttuare senza meta.
  11. Direi che anche io sono per la prima, per vedere come evolve e come piano piano i personaggi si adattano.
  12. Eldon, al contrario dei suoi amici, sembra rabbioso e a stento si trattiene. Mormora:" E infine abbiamo trovato il responsabile di tutte queste nefandezze. Con quale oscura creatura sta stringendo un patto il cui prezzo è il vilipendio dei suoi stessi aiutanti? Non esitate, mettiamo fine a questo orrore." Il Costruttore intanto continua con il rito, senza far caso ai tre. Nel mentre, la creatura ha qualche spasmo, come se pian piano prendesse vita. A ben osservare, tutto il pulviscolo che su questo piano offuscava la vista sembra confluire in tenui refoli verso quell'essere inginocchiato.
  13. Le serrature scattano, aprendo i meccanismi che bloccano la porta. Gli assistenti come sempre non sembrano badare ai tre. La porta si apre su quello che sembra lo studio di Thogloron. La scena però è davvero molto preoccupante. Il Costruttore è seduto alla scrivania, vestito di una lunga cappa scura con uno strano cappuccio a triangolo rovesciato calcato sulla testa. Sta compiendo un rito con alcune pezzi di carne sanguinolenta, recitando strane formule in lingue sconosciute e posizionando le parti anatomiche in precisi punti sulla scivania. Due poltrone alle sue spalle sono occupate dai cadaveri di due assistenti, legati, sgozzati e mutilati in maniera chirurgica. Di fronte a lui c’è una creatura orrenda in ginocchio, alta due metri e mezzo circa con un corpo umanoide dalla pelle bluastra e piena di grinze, artigli lunghi e secchi, la testa tentacolata e occhi rossi e luminescenti. E’ immobile, come inattiva, all’interno di un circolo di polvere nera pieno di simboli che continuano a cambiare forma, con contorni sfumati e che lentamente scivolano gli uni sugli altri formando in strane geometrie. Il Costruttore non sembra accorgersi dell'apertura della porta.
  14. Le candele si spengono una ad una e, facendo molta attenzione, i tre spengono tutte le fiamme tranne quella che corrisponde al centro della stanza del fuoco. Dopo qualche istante in cui Eldon trattiene il fiato, il colore della fiamma passa da giallo a rosso intenso, sta quasi per spegnersi da sola... poi di nuovo la fiamma prende vigore, diventa arancione, gialla, bianca, tanto da rischiarare tutta la stanza. L'elementale emette uno strano suono crepitante, simile forse a una risata. Affonda quindi la mano nella pozza di lava e ne estrae una piccola chiave, rossa incandescente, che tende ai tre.
  15. Le candele si spengono, una ad una, senza alcuna reazione da parte dell'elementale. Quando tutta la stanza dell'acqua e quella dell'acido sono spente, Eldon passa alla stanza del fuoco. Le esterne si spengono senza creare danno, ma quando Eldon spegne quella centrale l'elementale ruggisce arrabbiato, facendo prorompere un getto infuocato che investe l'halfling. Eldon grida, più di spavento che di dolore. Quindi inizia ad imprecare, additando l'elementale:"Senti brutto calimshita accaldato io mi sto stufando di questa situazione. O ci aiuti o ti spengo con tutta la tua pozzanghera di lava." Quando si riaccendono le candele, i tentativi di Jebbeddo vanno sprecati e nulla accade.
  16. Niente, un filo di fumo grigio sale dalle candele spente, senza generare alcuna reazione. Eldon sbotta"ooooh, diamine, adesso le spengo tutte" e inizia a soffiare, spegnendo per prime tutte quelle della stanza dell'acqua. Se nessuno lo fermasse potrebbe avere davvero intenzione di spegnerle proprio tutte.
  17. Ancora nulla accade spegnendo la centrale dell'acido che dopo poco torna ad accendersi.
  18. Anche in questo caso nulla succede. Eldon continua a rimuginare "Ricapitolando, hai spento la centrale del fuoco e ti sei beccato un paio di proiettili infuocati. Poi hai spento tutte quelle intorno e non è successo nulla, tutte quelle della stanza vuota e la centrale dell'acqua e di nuovo non è successo niente. L'unica cosa sbagliata sembra essere spegnere la centrale della stanza del fuoco..."
  19. Le candele si spengono senza conseguenze, per poi riaccendersi qualche momento dopo.
  20. La candela, come negli altri casi, si spegne senza generare alcun effetto. Dopo poco si riaccende come prima. Eldon osserva il candelabro con aria interrogativa. "Qualcosa non torna... non succede nulla spegnendone una o più, ma ti becchi una bella ustione se spegni quella lì... Questo Thogloron si diverte con gli indovinelli ma sta barando, come il vecchio zio Messuja. Però lui si che sapeva barare. Si dice che durante un suo viaggio a Neverwinter abbia persino vinto una mano alle ossa del morto contro un nano negromante di nome Torik, amico di un brutale mezzorco famoso per la pietra grigia che gli orbitava intorno a quella zucca vuota; se non sbaglio si chiamava Ganeth, lo Spaccacrani per gli amici."
  21. I blocchi scivolano ad uno ad uno all'interno della pozza, che emette sbuffi e gorgoglii. La creatura segue attenta gli spostamenti dei quattro finchè l'ultimo blocco non scompare nel liquido. A quel punto un tentacolo si tuffa al centro della pozza e ne esce totalmente inerme sorreggendo qualcosa. Si allunga verso il gruppo e rivela una chiave a foggia di teschio con una sfumatura metallica verdastra.
  22. La creatura tentacolare resta ad osservare impassibile mentre il blocco con il volto sorridente scivola sfrigolando dentro la pozza.
  23. Jebbeddo studia la porta cercando nuovi indizi magari sfuggiti la prima volta. La serratura della fiamma ha una forma a croce molto particolare che, a vederla meglio, sembra essere molto simile alla pianta della torre; il foro per la chiave è leggermente luminoso ed è al centro di una dei quattro rettangoli corrispondenti alle stanze. Sulla serratura dell'acido a forma di teschio, Jebbeddo trova un piccolo simbolo di una clessidra al centro della fronte. Sfiorandolo, il teschio si trasforma con un'illusione molto ben fatta in un volto umano, simile a quello dei blocchi. Il volto subito sorride, poi sembra inizi a provare un grande dolore e si distorce in una smorfia agonizzante. La pelle si riempie di bolle, sfrigola e poi disfa fino a mostrare il solo teschio che continua a disgregarsi. Alla fine resta solo un filo di fumo, quindi l'illusione scompare, rivelando nuovamente la serratura.
  24. Il gruppetto va via dal piano e torna a immergersi nelle nebbie dei piani sottostanti. Niente sembra invariato rispetto a prima. Raggiungono quindi l'unica porta ancora inesplorata e inseriscono con cautela la chiave dell'acqua nella relativa serratura. La chiave si incastra perfettamente e diventa parte integrante del meccanismo che si sblocca con un gorgoglio. Jebbeddo nota un assistente che volta la testa verso la porta e smette di eseguire i suoi compiti meccanici, fissando i tre con sguardo vagamente interrogativo.
  25. Le candele si spengono senza alcuna reazione da parte dell'elementale, per poi riaccendersi dopo un po'.

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