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Bomba

Circolo degli Antichi
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  1. DM x Oceiros, Winn'Ier, Golban, Seline, Thorlum, Bjorn e Tom Po x Clint, Sharifa, Trull e Chandra x Celeste
  2. Celeste capisce perchè fino a poco tempo prima era solito dire che "Frondargentea porta male"
  3. DM x Oceiros, Winn'Ier, Golban, Seline, Thorlum, Bjorn e Tom Po x Clint, Sharifa, Chandra e Trull X Celeste
  4. DM x Oceiros e Winn'Ier x Clint, Trull, Chandra e Sharifa x Golban, Seline, Thorlum, Bjorn e Tom Po x Celeste
  5. DM x Sharifa, Tom Po, Bjorn e Oceiros X Clint x Winn'Ier, Golban, Seline, Thorlum, Chandra e Trull X Celeste
  6. L'ho scritto, è sufficiente leggere
  7. Voglio ricordare che i pg hanno una portata massima nel proprio salto, in base alla propria taglia
  8. DM x Sharifa, Tom Po e Oceiros x Clint x Celeste x Bjorn, Winn'Ier, Golban, Seline, Thorlum, Chandra e Trull
  9. DM x Sharifa, Tom Po e Oceiros x Clint e Celeste x Clint x Celeste x Sharifa, Tom Po, Oceiros, Clint e Celeste x Bjorn, Winn'Ier, Golban, Seline, Thorlum, Chandra e Trull
  10. DM X Clint, Celeste, Tom Po, Oceiros e Sharifa x Bjorn, Winn'Ier, Golban, Seline, Thorlum, Chandra e Trull
  11. DM Sia Clint che Oceiros distribuirono cure a tutti i membri della squadra feriti, coordinandosi per agire con la maggiore sollecitudine possibile. Fu presto chiaro, comunque, che la posizione in cui si trovavano offriva un temporaneo riparo dalle minacce di quel sinistro luogo in cui venivano forgiati i ferrotitani. La chiusura delle porte sembrava aver isolato il complesso dall'allarme per l'intrusione dei viaggiatori provenienti dall'Occidente. Per il corridoio o dalla scalinata che conduceva alla zona residenziale non passarono lavoranti o schiavi, sebbene il rischio fosse presente: la sorte, dopo quel difficile ingresso, sembrava concedere ai viaggiatori il tempo di fare il punto della situazione. Oceiros non ebbe difficoltà a trovare indumenti da schiavo della sua misura, fatti in una foggia unisex con una linguetta dietro il collo con su scritto “Made in Katai”. La principale problematica si presentò quando egli constatò che indossare tali vesti avrebbe limitato il resto di ciò che avrebbe potuto indossare per non destare sospetti. Amuleti e bracciali potevano essere nascosti, così come cinture e anelli, ma buona parte di ciò che di solito i viaggiatori indossavano sarebbe dovuto rimanere nascosto, qualora essi avessero voluto tentare un approccio da infiltrazione. Bjorn si prese il tempo per studiare tutto il personale nelle due stanze di produzione: nella fonderia contò ventiquattro nani operai, nella linea di produzione venti. Ma il kalashtar capì ben presto che essi non erano guerrieri, ma semplici braccianti: vestiti con bluse sporche di olio e con solo delle cinture di attrezzi a tracolla, essi non erano una minaccia attiva. L'unico in grado di offrire una sfida degna di questo nome era il capo-artigiano Schiacciagoblin, la cui blusa ricavata dalla pelle di un drago d'oro non poteva nascondere gli anelli di maglia di un giaco che portava il simbolo del clan Dentedipietra, incisione che era riportata anche sul martello da guerra che penzolava alla sua vita. Ben altro discorso si poteva dire per i soldati presenti, soldati del Katai che indossavano corazze di piastre laminate e portavano in spalla dei falchion dall'aspetto letale. Questi sorveglianti non si facevano scrupoli nell'ostentare le balestre a mano che portavano legate con una fondina alla vita, legata a una cintura da cui pendevano diverse ampolle. I loro superiori, vestiti con kimono rossi, indossavano delle spalliere con iscrizioni mistiche e portavano, legate con delle corde, i loro tomi di sapere dietro la schiena. Il loro lignaggio superiore era evidente dalla presenza di lussuosi stocchi da parata cinti alla vita e anche dalla pulizia e dalla cura del loro aspetto, le barbe rasate con precisione millimetrica e le unghie curate e pulite. L'unico Schiacciagoblin in esoscheletro visto fu quello che uscì una volta preso il proprio carico, che portò verso la stanza interna. Tuttavia quando Sharifa e Oceiros discuterono sul da farsi, egli e il resto dei compagni ebbero modo di notare una fugace presenza femminile, che passeggiò brevemente sulla balaustra sopra la linea di riparazione dei componenti. Ella era una orientale, come tutti coloro che non erano schiavi o Schiacciagoblin all'interno di Picco del Dolore, di età tra i diciotto e i venti anni dal fisico formoso ma atletico, vestita con un elegante kimono fiorito. Dai lunghi capelli scuri, un tratto distintivo degli abitanti del Continente Orientale, ella portava un cerchietto bianco con un fiocco, le cue punte parevano simili a un paio di orecchie da coniglio. Una katana pendeva alla sua vita. La spadaccina sulla balaustra La ragazza osservò brevemente i lavori, sporgendosi brevemente oltre la balaustra mentre osservava freddamente il capo artigiano tirare per l'orecchio uno dei bambini e minacciare di tagliarglielo, prima di voltarsi e varcare nuovamente l'arco da cui era entrata per tornare alla stanza centrale, illuminata dalla intermittente intensità. x tutti
  12. DM x i membri della squadra 1 (leader Bjorn) x i membri della squadra 2 (leader Clint) Con un KRAKATOOOM!!! Sharifa Al-Rasul capì che il suo incantesimo aveva investito con successo uno dei battenti della porta che sigillava dall'interno la strada presa da Clint e la sua squadra. Il varco che si creò, provocato dallo scardinamento di parte del battente stesso, fu la prima finestra per la quale gli stremati avventurieri poterono rivedere la lucertoloide. Essi parevano ridotti assai male, coperti di ferite e sanguinanti, ustionati e zoppicanti mentre venivano sommersi anche in quello stesso momento da assalti nemici: balestrieri, morti viventi evocati da una sacerdotessa nel pieno del suo ciclo, raggi roventi di incantatori arrivisti, colpi di katana. Paradiso Velleri non aveva badato a spese per difendere quel posto. Ma un fuoco di copertura arrivò sotto forma della squadra numero uno, che diede l'occasione al gruppo di oltrepassare la copertura prima di cercare di richiuderla ed isolare all'esterno quegli ostici difensori. Come un sol uomo, tutti gli esperti combattenti all'arma bianca si aggrapparono al battente per cercare di richiuderlo alla meglio, mentre i loro compagni esperti di distanze tenevano impegnato il nemico a suon di incantesimi. Fu nel corso degli ultimi sforzi che un quadrello, scoccato da chissà quale dei tanti balestrieri, trovò il proprio bersaglio: Zhuge, il viso esposto mentre cercava di dare il suo contributo a quella prova di forza, venne trafitto a un occhio. Egli ricadde, come una bambola di pezza, nel momento in cui i restanti suoi compagni riuscirono a chiudere il varco. Ma per il mago della fenice di giada era troppo tardi, il dardo aveva perforato l'occhio destro trafiggendo il cervello. Se la prima preoccupazione degli avventurieri potesse essere sulla possibilità di trovarsi subito a fronteggiare altri nemici, specialmente ora che uno di loro era caduto, essi poterono tirare un sospiro di sollievo: non vi erano nemici presenti in questa anticamera, un largo ambiente in cui erano presenti un paio di vagoni di ferro pronto per essere fuso e lavorato, oltre a un paio di ceste di vimini con materiali di scarto. Un paio di armadi tarlati contenevano una ventina di completi da lavoro consistenti in sandali di cuoio di bassa qualità, brache e una veste grigio spento. L'unica uscita per quella anticamera conduceva a un largo corridoio che portava verso due differenti sezioni la fabbrica e, con una terza deviazione, verso una breve scalinata a quello che doveva essere il quartiere residenziale di coloro che abitavano quel luogo. La presenza di ceste di panni sporchi e cassette di rifiuti alla base della scalinata sembrava confermare questa teoria. I due ingressi per la fabbrica, come una rapida e breve occhiata potè constatare, conducevano a delle stanze scavate nella roccia, grandi come saloni da ballo, ma al cui interno ben altro avveniva. La prima sezione della fabbrica pareva un'immensa fonderia, calda come il respiro di un drago rosso. Due immensi calderoni grandi come una stanza ribollivano del ferro che fondeva all'interno, manovrato tramite un insolito sitema di ingranaggi e leve collegato a un bizzarro oggetto simile a una campana di vetro al cui interno una crepitante energia elettrica pulsava, come se una tempesta fosse stata catturata e messa in bottiglia. Un gruppo di Schiacciagoblin coordinavano il periodico versamento del metallo fuso dentro degli enormi stampi fatti di un materiale scuro. I nani che un tempo abitavano ad Huruk-Rast, più di una ventina, avevano il loro bel da fare mentre lavoravano per assicurare che gli stampi venissero messi a raffreddare in ampie vasche, ma la maggior parte dei lavori più rischiosi erano affidati ad altri lavoranti ritenuti di certo più sacrificabili: otto schiavi dai tratti occidentali. Essi erano esclusivamente donne e bambini, questi ultimi di età che variava dagli otto ai quattordici anni. Essi erano tutti vestiti con vestiti grigi e sandali logori per il lavoro a cui erano costretti, distinguibili solo per i capelli che variavano principalmente dal biondo al rossiccio, tonalità che si trovavano nelle terre a nord di Glantria. I disgraziati sembravano fiaccati mentre cercavano di non far cadere su di loro il liquido bollente dai calderoni o di evitare la frusta per non aver cambiato rapidamente l'acqua per il raffreddamento dei materiali. Erano cinque soldati dell'esercito a sorvegliarli, coadiuvati da un comandante dal kimono rosso come il sangue che spesso veniva versato da chi si tagliava erroneamente in quell'inferno di calore e metallo. L'altra parte dell'immenso complesso non era calda come la fonderia, ma l'attività era comunque assai industriosa, con i lavoranti che operavano a ridosso di due lunghi nastri che, tramite un sistema di ruote e leve collegati a una coppia di campane di vetro colme di una crepitante energia elettrica, si muovevano portando a lavoratori le componenti su cui lavorare. Cinque schiavi bambini operavano sotto le istruzioni urlate degli Schiacciagoblin, una ventina che gestivano principalmente la riparazione di quelli che erano componenti di ferro battuto tramite l'installazione di chiodi e rivetti, mentre ai bambini era riservato il lavoro di precisione con gli ingranaggi più piccoli e gli oggetti più taglienti. I nastri, al termine del loro percorso, conducevano i pezzi verso delle grosse ceste colme di componenti quali grosse chele metalliche o meccanismi di articolazione, mentre uno Schiacciagoblin bruno vestito con una blusa in cuoio di pelle di drago d'oro ispezionava il procedere dei lavori, correggendo i propri simili con qualche leggero rimprovero e rifilando schiaffi gratuiti ai bambini umani. Un comandante dell'esercito del Katai parlottava con un gruppo di quattro soldati. Uno Schiacciagoblin in esoscheletro entrò per poi sollevare, senza alcuno sforzo, una delle ceste per poi tornare da dove era venuto, presso quella che doveva essere la parte centrale del complesso. Essa era visibile solo in lontananza, raggiungibile da entrambe le linee di produzione, ed appariva come una stanza pulsante di energia blu, che illuminava ritmicamente l'interno tanto che la sua luce era visibile anche dalla posizione in cui riparata in cui si trovavano gli avventurieri. In entrambe le stanze era presente un parapetto di osservazione, il quale doveva ricongiungersi alla stanza centrale da cui proveniva la luce pulsante blu, a giudicare dalle arcate che si ricongiungevano e dal fatto che non vi erano però scale, in entrambe le linee di produzione, che conducessero ai parapetti. Gli avventurieri avevano molto a cui pensare. x tutti
  13. La verità è che il giocatore sta interpretando fedelmente il proprio pg, rimasto al capitolo 17 nella Transilvania di Arth
  14. The cat is on the table
  15. DM x i membri della squadra 1 (leader Bjorn) e Sharifa x i membri della squadra 2 (leader Clint) x tutti
  16. Dorando PietroD La vicenda l'avevo sentita, ma non il cognome. Di sportivi storici però so la storia di Nedo Nadi e suo fratello Aldo, schermidori che non vengono mai citati nelle telecronache ma che lo meriterebbero.
  17. Con Pietro si impara sempre qualche nuovo aneddoto, neanche sapevo chi fosse Dorando Pietri prima che me lo menzionasse lui
  18. DM x i membri della squadra 1 (leader Bjorn) x i membri della squadra 2 (leader Clint) x Sharifa x tutti
  19. DM x i membri della squadra 1 (leader Bjorn) x i membri della squadra 2 (leader Clint) x Sharifa x tutti
  20. Mai scritto che la abilità Professione (comando militare) serve solo per le battaglie campali. Come tutte le abilità di professione possono essere usate, su richiesta del giocatore, per fare soldi o per qualsiasi altra applicazione utile (acrobazia ad esempio può servire per farsi meno male se si cade dall'alto). Un pò come successo nello shogi, che non era una battaglia campale ma un bonus c'era perchè il pg conosce accerchiamenti e altre strategie di guerriglia, un'infiltrazione di guerriglia in cui viene consigliato l'uso di un comandante militare può essere positivamente influenzato da un'effettiva presenza di esperienza nell'abilità in questione.
  21. Siete in territorio nemico e ingaggiati con truppe di difesa avversarie nel corso di una difficile operazione di infiltrazione e assalto. Cambiare la catena di comando è deleterio e foriero di errori di comunicazione, oltre a rendere praticamente vana la fase di ragionamento offerta ai giocatori per spezzare la monotonia dei combattimenti e dare una sfumatura più tattica alla guerra.
  22. Non può perchè il massimo che Clint può ottenere è pari al suo numero di livelli da maresciallo/guerriero, nel caso di Clint uno (già dato da Trull).
  23. DM Effettuata la loro preparazione, gli avventurieri imboccarono le proprie destinazioni. Pur essendo partiti come gruppo unito, in più di una situazione si erano separati per perseguire obiettivi distanti. Tuttavia quella fu la prima volta che si divisero in tre gruppi, peraltro così ravvicinati tra di loro. Sharifa venne sollevata nella sua nuova, tracagnotta forma da rugginofago, il terrore dei metalli. Bjorn si mise in testa al suo gruppo formato con la coppia Celeste-Seline, l'attento Oceiros, l'imponente Winn'Ier e Golban a chiudere la fila, per poi entrare nel tunnel di sinistra. Clint, ombroso e teso dalla responsabilità imminente, si fece forza nella presenza di Trull mentre accompagnava il Coscritto Thorlum, Chandra, il taciturno Tom Po e il nativo Zhuge all'interno del tunnel di destra. x tutti, funzionamento dell'assalto x i membri della squadra 1 (leader Bjorn) x i membri della squadra 2 (leader Clint) x Sharifa x tutti
  24. Capitolo Ventisette – Genesi dei ferrotitani Il confine nord-occidentale di Saikai, che divideva il feudo da quello di Ezo, era costituito da una serie di desolati rilievi scuri, formazioni rocciose in cui ben poca vita sembrava svilupparsi tra la ghiaia e le fredde e spoglie creste naturali. La partenza da Kirigashima aveva dato l'occasione agli avventurieri di osservare le ampie risaie e le coltivazioni di alberi da frutta, risorse talmente importanti per la guerra da essere controllate a vista dalle divisioni di soldati che non volevano concedere al nemico l'occasione di intaccare le loro riserve. Ma nonostante il clima di guerra, quella visione che li aveva accompagnati per quattro giorni di viaggio in carrozza era sembrata comunque assai più allegra del posto in cui si trovavano ora... e questo senza contare il fatto che essi stavano per entrare all'interno della misteriosa fabbrica in cui venivano prodotti i ferrotitani, l'ultima innovazione per la guerra dell'esercito di Masato Ishibura. I venti samurai che accompagnarono il gruppo nel corso di quei giorni, uomini vestiti con armature color bronzo e recanti gli stendardi dello shogun Nichiya, assicurarono agli avventurieri un adeguato riposo notturno. Zelanti, avrebbero rifiutato qualsiasi offerta di condividere le veglie notturne Lo shogun vuole che siate preparati al massimo. Il riposo per un guerriero è importante quanto la sua lama ribatterono a più riprese. La scorta si congedò da loro il giorno prima dell'arrivo in quella spoglia gola, raggiungibile tramite un dissestato sentiero che fu scovato dagli esploratori grazie alle tracce di ruote di carro che solcavano l'angusto terreno Da qui potrete procedere a piedi, fino all'ingresso. Buona fortuna e che gli dèi vi accompagnino augurarono. Il sentiero conduceva a un piccolo pianoro, in cui gli avventurieri più attenti notarono diverse tracce di carri sovrapporsi, stimando passaggi di mezzi con carichi pesanti al ritmo di cinque o sei nell'ultima settimana. Le tracce conducevano presso quella che era una grotta solo esternamente dall'aspetto naturale. Al suo interno due strade si diramavano, sancendo i percorsi in cui nel primo venivano condotte le materie prime, mentre nel secondo venivano presumibilmente fatti uscire gli scarti. L'ipotesi venne avvalorata quando tracce di trucioli di ferro e frammenti di vetro vennero rinvenuti all'ingresso della seconda strada. Al centro di quel bivio, una pesante griglia di ferro che si trovava a due metri di altezza sanciva l'ingresso dell'ampio condotto di areazione scavato all'interno della roccia e puntellato da travi di ferro. Tolta la copertura, Sharifa non aveva problemi a poter entrare. I tre gruppi erano pronti a dividersi, tredici avventurieri in quella breve zona priva di personale all'ingresso del misterioso complesso dove venivano generati i terrificanti ferrotitani. x tutti
  25. DM x Zhuge La maggior parte degli avventurieri compilò i propri testamenti, che vennero presi in consegna dallo scriba di palazzo Auspico che essi potranno essere un giorno riletti dagli autori, anziani e con il sorriso sulle labbra, in ricordo dei pericoli che siano stati superati con successo disse lo shogun, solennemente Vi auguro di poter tornare sani e salvi, ospiti ancora nel mio palazzo per raccontarmi delle meraviglie che avete veduto. Una ventina di samurai giunse a cavallo, pronti a fungere da scorta per il viaggio che gli avrebbe permesso di attraversare la regione alleata e raggiungere infine il luogo d'origine dei ferrotitani, l'arma non più segreta dell'esercito di Ishibura. Quando le carrozze infine partirono, diversi abitanti del luogo sollevarono lo sguardo alla vista di quella processione. Uomini, donne e bambini, bottegai e mendicanti, soldati e artigiani, tutti attesero il passaggio delle carrozze per porgere un educato inchino, segno di rispetto per coloro che erano giunti dal Continente Occidentale per salvare la loro terra. Pur non potendoli aiutare nella guerra, i popoli del Katai che si opponevano alla tirannia erano con loro, eroi di una terra lontana.