Organo84

Modestia... 

Questo pensiero mi annebbia un po' la mente, tanto da ignorare Briza e concentrarmi sulle parole di Daimar, nel mentre mastico lentamente ed a bocca chiusa. 

... 

Uhm mera politica, nulla di inaspettato, ma possibile che sia tutto qui? 

E di noi Jhul'Kal? Che idee vi siete fatti su di noi? 

Wow guarda che bel ciondolo. Anche se dovesse essere un falso è comunque un bel souvenir di Firedrakes...

Mi ha convita buon signore. Ecco le sue 25 monete d'oro... Grazie e buona giornata!  

Buoni i datteri! A casa mi ricordo che avevo la piantina per raccoglierli e... spesso ne mangiavo la metà di ogni raccolto... 

Una volta terminato col venditore ed assaggiato un dattero, indosso al collo l'amuleto appena comprato e mi dirigo da moda da Herbert per cercare un bel paio di stivali, dato che ho ancora una scarpa rotta...

Pozioni... Ok... Il tizio losco, lasciamolo stare... Preti inquietanti, non se ne parla... Vestiti! Mi avvicino dallo strillone e con un sorriso gli chiedo gentilmente un buono sconto, poi mi allontano. Ok ora andiamo da Moda... La mia attenzione viene poi catturata dall'uomo con gli amuleti anti-drago. Forse è solo paccottiglia, ma io adoro la paccottiglia! Un ciondilino mi manca, magari se è a buon mercato. Alché mi avvicino al venditore di amuleti anti-drago. Mi scusi signore. Cosa mi sapete dire sui vostri amuleti? 

Oh no! Oh no! Oh no! Me lo sento, anche sta volta sono arrivata in ritardo. Se non mi fossi addormentata durante il viaggio sull'imbarcazione sarei riuscita a prendere quella carrozza, non mi si sarebbe rotta una scarpa durante il viaggio e sarei di sicuro arrivata giorni prima. 

Una volta superati i cancelli di Firedrakes corro a destra e a manca per le strade della città cercando disperatamente qualcosa che... Effettivamente non so bene cosa... Alché mi fermo in mezzo alla piazza esausta e prendo il mio fido orologio bussola legato alla cinta con una lieve catenina dorata per capire più o meno che ore sono. Eff... Eff... Bhe... Non c'è male... Non sono poi così in... Per i divini mi serve aria... Dopo essermi ricomposta a fatica mi sento stranamente osservata e giustamente da una dozzina, forse più di persone che mi guardano perplessi... E senza dire una parola mi allontano con lo sguardo verso il basso e con passo svelto piena di vergogna. 

Finalmente ho modo di poter ammirare la città ed i suoi abitanti nel vivo della giornata. Questi sicuramente non saranno i profumi di casa mia, mi mancano il profumo della lavanda e della loricena che raccoglieva mamma, però ha quel non so che di frizzante. Era da molto che non tornavo in patria, magari quando tutto sarà finito potrei andare a trovare i miei in campagna. 

Nel mentre vago per le strade. Chissà cosa posso fare per ammazzare il tempo... Potrei andare dal fioraio e vedere se hanno qualche fiore che mi ricordi casa, oppure potrei andare dal fabbro, o dal calzolaio per farmi aggiustare la scarpa... È ancora rotta... Uhh il mercato! Chissà se hanno qualche pugnale o arnese da scasso, mi servirebbe fare scorta... Magari qualcuno ha bisogno di aiuto... 

Il ridere di Briza mi fa aggrottare le sopracciglia e smettere di masticare, quasi come per digrinare i denti, però mi contengo dal farlo poiché Daimar ha avuto la decenza di parlare civilmente e questa è una cosa che in generale apprezzo abbastanza e che qui nel sottosuolo, purtroppo, è una dote assai rara. Questa tr*ia stesse zitta, non riesco quasi a sentirlo sto qua. Mostro poi un sorrisetto e rispondo: Questo mondo si potrebbe riassumere con tantissimi modi di dire... Uccidi o sì ucciso, la legge del più forte, insomma qualunque cosa affinché un individuo si senta superiore mentre un altro si rannicchi in un angolo dalla paura come uno gnoll bagnato fradicio. Non essendo stati baciati dalla nostra Dea Ragno, a differenza delle nostre controparti femminili, siamo abbandonati a noi stessi. La metà degli uomini che muore qui purtroppo non ha grande forza o volontà per sopravvivere e aggrapparsi alla vita, così perisce e quindi viene considerata debole. Forse è conseguenza anche del fatto che siamo un popolo di guerrafondai, non che mi dispiaccia, anzi. Questa però è solo l'opinione di un giovane Drow impertinente.

A quel punto, mi volto di lato in segno di carineria per gettare il tabacco ed allungarmi alla bocca una cicca. Piuttosto... Cos'è tutta questa fama? Non ho fatto nulla di speciale, se non schiacciare chi avessi di fronte. Volevo farlo per cui l'ho fatto, nulla di eccezionale... 

Mi stavo chiedendo, visto che sono tornato da poco, o meglio questa mattina, alla casata, questa faccenda del matrimonio è cosa nuova per me... Potreste dirmi le casate cosa ci guadagnano da questa relazione e sopratutto che idee vi siete fatti di noi Jhul'Kal? 

"Ahh... Non dimenticherò mai il profumo di casa: i pini silvestri, la lavanda e la loricena gialla. Sono vissuta in una campagna sperduta tra le bellezze della natura e tutti i doni del creato. Ed i miei genitori, stupendi, carissimi, li amo con tutta me stessa e spero un giorno di poterli andare trovare. Sono passati ormai due anni da quando sono partita da casa." Nel mentre Celeste accarezza dolcemente con la mano sinistra la tazza di tè da cui stava bevendo.  "Anche loro erano degli avventurieri in passato, mi hanno raccontato tante storie, sia d'avventura che d'amore... Che di orrore, ma quello era solo mio padre che ogni tanto voleva spaventarmi. È grazie a loro che imparai a padroneggiare le mie doti. Anche mia madre è una maga, ma in maniera diversa da quella che sono io, mentre mio padre invece è un guerriero nato. Hanno cominciato ad insegnarmi l'uso della spada quando una volta, che ero ancora giovane un gruppo di banditi ci assalì. Cercavano vendetta nei confronti dei miei genitori, ma ebbero pane per i loro denti. Io quindi sono venuta su con gli insegnamenti congiunti di mia madre e di mio padre." Celeste si fermò un secondo per prendere un piccolo sorso, per poi riprendere. "Quindi io fino a che non ho compiuto la maggiore età non ho vissuto una vita spericolata od interessante e neanche melodrammatica si potrebbe dire, sono sola cresciuta tra i valori di due brave persone. E quando ho insistito per andarmene... È stato il momento più pesante. Loro erano contrari, ma fino ad un certo punto. Sapevano anche loro che avrei dovuto trovare la mia strada in maniera indipendente. E quindi niente dopo essermene andata ho cominciato a vagare ed a scrivere la mia storia, di posto in posto, pronta ad aiutare il prossimo in qualunque situazione. Ero solita anche viaggiare con un piccolo gruppetto di amici. Facevamo un bel gioco di squadra ad essere sincera. Mi ero allontanata molto da casa e quando ho saputo che il regno era in pericolo ho dovuto lasciarli. Mi unirò anche io a questa spedizione e così scriverò un altro capitolo della mia storia, in questo modo un giorno ne farò un libro che potrò raccontare ai miei cari, come i miei genitori hanno fatto con me e per loro stessi. "

L'infanzia del giovane non si può dire di certo che non sia stata privilegiata. Nato sotto un casato nobile Matthew Hopkins è stato allevato coi principi della cavalleria e del gala, trattato viziatamente affinché potesse diventare il marito di qualche bella nobile o principessa. I balli e le cerimonie erano all'ordine del giorno, un ambiente che però si rivelò essere opportunamente per il giovane. La vita mondana non faceva per lui; le donne che le si avvicinavano gli parevano soltanto delle vili narcisiste e delle manipolatrici. 
"I contadini vogliono essere dei mercanti, i mercanti dei nobili ed i nobili degli avventurieri... Nessuno è mai contento del ruolo in cui è... " con queste parole, il giorno del diciottesimo compleanno del ragazzo un uomo gli si avvicinò. Un personaggio eccentrico, o meglio fuori posto dal luogo nobiliare in cui Matthew si trovava. Una figura che lo accompagnò per gli anni a seguire. L'uomo era calciatore di streghe e di immondi ed insegnò al giovane l'arte della spada e lo istruì al mondo fuori da quella "gabbia dorata" che credeva essere il ragazzo. Questa figura misteriosa in cerca di un suo successore tramandò al giovane le sue conoscenze. L'esistenza degli aberranti, sacrileghi e demoniaci immondi, che godono della sofferenza altrui e le streghe le quali cercano di attingere dai poteri degli immondi per divenire creature immortali. 
Non serviva altro. Poco dopo aver compiuto i 19 anni Matthew abbandonò la sicurezza della nobiltà per l'avventura. Prima di partire il suo maestro gli diede una piccola medaglietta in ricordo... Il simbolo dei Cavalieri del Calice. Questo era un ricordo ed un portafortuna più che sufficiente per il giovane, il quale incurante di tutto partì per la sua strada. 
(Matthew Hopkins comincia la sua avventura da giovane e immaturo partendo con l'allineamento di un CB, per poi in futuro e maturando diventare un LB per poi accedere alla classe del Cavaliere del calice, di conseguenza portando alla conversione dal Paladino della libertà al Palino le cui differenze sono nulle se non per l'aura contro le convulsioni) 

Quella donna è pericolosa... Non ha nulla a che vedere con quelle due blatte delle mie sorelle. Malirva mi gela il sangue ogni volta che la guardo. E' un'impressione orribile... Eppure mi viene sempre più voglia di parlarle in privato... Questa sensazione di sgomento mi crea un po' di godimento e poi sono curioso... Magari più tardi.

Passata Malirva ed assistito al delirio in atto in quella stanza mi approccio inizialmente al servitore inetto, il quale a quanto pare non ha ancora capito quali sono le basi del suo ruolo. Allora va' e riempila! E fallo di corsa servitore, ho la gola secca... 

Poi mi volto presso i due "intrusi". Vedo che vi siete già ambientati bene. Yasphrin Daimar e Briza giusto? 

Nel mentre mordicchio gli ultimi rimasugli di sapore rimasti al tabacco.

Che ore sono al momento? 

Decido di non prendere l'anello, un oggetto simile non mi pare il caso di prenderlo, però mi stampo nella mente questa parola... Mirevegh... Magari chiedendo a qualcuno riuscirò a soddisfare questa curiosità. 

Sbuffo divertito dal commento di Zarina Era da un po' che non mi divertivo così poi mi limito ad alzarmi ed a rivestirmi di tutto ciò in mio possesso. Nel mentre butto una seconda occhiata alla stanza. 

Se non vedo nulla di interessante o su cui poter curiosare esco dalla stanza e raggiungo gli alloggi di Naenre. 

Uhm... Non mi sento la cicca in bocca... Devo averla ingoiata. 

Mi porto alla bocca un pezzo di tabacco. 

Giusto per farti capire chi è che comanda qui dicendolo con tono ironico. Un'ora o due posso anche usarle così... 

Entro nella stanza assieme a lei e se non ci sono particolari interruzioni procedo... 

Guarda, con tutti gli uomini e i loro spadoni che circolavano al campo di addestramento ogni tipo di fantasia se ne andava velocemente... Insiste... Forse dovrei essere più incisivo, però di tornare da quella presuntuosa e dal rachitico non ne ho troppa voglia... Le afferro il braccio che mi stava accarezzando il petto e poi la spingo contro il muro, senza farla cadere o del male. Il braccio che le ho preso lo tengo fermo contro il muro, mettendogli poi la mano libera su di un fianco. Le sussurro poi... Quella frustrata a mio dire sei tu, dimmi da quant'è che un vero Drow non ti sbatte per bene? Per sta volta i miei impegni possono aspettare, ma non ti aspettare chissà quale trattamento in futuro.