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Dragons´ Lair

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simo.bob

Circolo degli Antichi
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  1. I colpi sia del tiefling che dello gnomo vanno a segno, perforando la massa informe che gorgoglia davanti a loro. Eldon, dal canto suo alza le braccia e recita una benedizione su Jebbeddo, sul quale sfolgora, dall'alto, una debole luce per un istante. La creatura colpita reagisce agli attacchi, allungando un tentacolo che colpisce Keidros, bruciandogli la pelle. Intanto anche le altre masse informi si avvicinano e una delle due attacca Jebbeddo ma, quando una sua propaggine è quasi a contatto con lui, si ritrae di scatto, con un tremito che percorre tutta la sua forma.
  2. L'ameba già colpita dall'halfling viene trafitta dallo stocco di Jebbeddo e, con un suono gorgogliante, si squaglia, tornando ad essere una pozzanghera informe ma questa volta senza vita. Eldon intanto vede il suo compagno di avventura accusare il colpo e decide di aiutarlo, curando le sue ferite imponendogli le mani e recitando una breve preghiera. La creatura attacca il tiefling, ma lo manca grossolanamente. Ma dalla stanza si sente un nuovo rumore strano, come di un liquido gorgogliante misto ad una scopa che striscia sul terreno. Altre due creature entrano nell'area visibile dai tra, simili alla prima ma molto più dense, blu scuro, come pietra o metallo liquido.
  3. Il colpo va a segno, la saetta attraversa la creatura, spaccandola in due parti che scrosciano al suolo come una secchiata d'acqua sporca. Purtroppo il liquido riprende presto forma, ma questa volta dalle pozzanghere salgono due forme, entrambe più piccole della prima, che si avvicinano minacciose allo gnomo emettendo strani suoni gocciolanti e gorgoglianti. Un tentacolo si allunga da una forma e colpisce Jebbeddo che sente un forte bruciore, come di ustione ovunque il liquido è entrato in contatto con la pelle. Eldon, che era rimasto in attesa di capire cosa stava succedendo, lancia un anatema verso la creatura e una luce divampa dalle sue mani, colpendo il liquido vivente in pieno. Un alone di luce rimane sulla creatura, delineandone meglio i contorni.
  4. La porta si apre senza difficoltà. Al di là si apre una stanza che, per quanto i tre possono vedere a causa del pulviscolo, è molto simile a quella precedente, con tanto di quella che sembra una stanza centrale. A terra, poco distante dalla porta, una pozzanghera azzurrina sembra prendere vita, assumendo una forma globulare.
  5. Eldon, confuso, prova a chiedere:"In che senso il libro mastro..." ma le parole gli muoiono in bocca vedendo la faccia di Keidros. Il minotauro sbuffa e raspa a terra con uno zoccolo. Qualcosa lo trattiene ma è sul punto di perdere il controllo. Anche quando i tre si allontanano, sentono la creatura ansimare, nascosta dal velo di oscurità del pulviscolo impalpabile. La porta ovest è grande ma abbastanza ordinaria e non sembra avere nessuna serratura a bloccarla. Si sente distintamente un rumore tintinnante provenire dall'altra stanza, come di pietra che cozza su pietra.
  6. Il minotauro sbuffa nervoso, continuando a passare gli occhi da uno all'altro. E' visibilmente sotto sforzo, come se stesse combattendo con sè stesso per restare immobile. Digrigna i denti, poi pronuncia con fatica queste parole, in uno stentato comune:" Non risulta su libro mastro. No avete permesso..." Il mostro blocca in maniera ferma ma sicura Jebbeddo, accompagnandolo verso l'uscita dello stanzino, quindi stringe ancor di più l'ascia tra le mani, tanto da far sbiancare le nocche. Nella fugace occhiata data meglio all'interno, lo gnomo ha visto sicuramente diverse piume di quaal e quelle che sembrano uova di drago, oltre a occhi e altre parti anatomiche di mostri in barattoli di vetro e immerse in un liquido torbido.
  7. Eldon approva e procede a mettere i corpi in posizione consona e dignitosa, a lato della stanza, occhi chiudi e mani giunte come suo uso. Li benedice brevemente, sempre scuro in volto. "Questi poveretti sono vittima di una male empio e sacrilego. Il loro riposo è inviolato, ma non è detto non ritornino, come quelli che abbiamo affrontato di sotto. Metteremo fine a questo male, in un modo o nell'altro. Urogalan mi è testimone!" Terminati i riti i tre aprono la stanza centrale e, con loro enorme stupore, nel piccolo stanzino staziona un enorme minotauro, costretto tra le mura. Ha lo sguardo torvo e il respiro affannoso, li guarda, muovendo rapidamente gli occhi da uno all'altro, ma resta immobile, stringendo una grande ascia bipenne tra le mani. Nello stanzino si vedono scaffali pieni di barattoli, cassette e piccoli contenitori pieni di componenti di origine animale, come gli altri di questa stanza.
  8. Man mano che salgono con cautela le scale il pulviscolo nell'aria aumenta, tanto che i contorni si fanno sfumati e la vista quasi si annebbia. A pochi passi già non si distunguono più le forme ma solo eventuali aloni di luce. Muovendosi lentamente esplorano la grande stanza quadrata in cui si trovano, dove diversi assistenti del Costruttore giacciono vivi ma privi di forze a terra. Materiali e componenti pregiati sono ben riposti in diverse casse e contenitori ben disposti lungo i muri: gusci di uova particolari, pelli di rettili, corna e artigli di bestie rare. Al centro della stanza c'è un'altra piccola stanzetta quadrata davanti alla cui porta sono seduti due assistenti, le spalle appoggiate proprio alla porta. Ad un esame un pò più attento, i due risultano essere le uniche vittime presenti nella stanza. Altre due porte si aprono a ovest e a sud, mentre la scala procede ancora salendo a un piano superiore.
  9. I tre controllano meglio le stanze, girando intorno agli assistenti indifferenti. Niente di utile sembra esserci per aprire la porta. Solo le scale che portano al piano superiore restano inesplorate.
  10. Jebbeddo e Eldon si mettono a studiare la porta. Le tre serrature hanno una toppa ciascuna, per chiavi decisamente articolate. Inoltre la presenza di incantesimi è abbastanza evidente controllando da vicino, tanto da sentirne la presenza anche senza essere esperti. Sembra difficile poter entrare senza le chiavi.
  11. Eldon finisce di benedire i corpi mantenendo alto il simbolo della sua divinità, quindi prosegue con i suoi compagni, più cupo e meditabondo. "Qualsiasi cosa generi questa mostruosità va estirpata. Ho già sentito parlare di simili possessioni e temo siano dovute alla prolungata esposizione a questo pulviscolo. Sbrighiamoci a concludere, abbiamo bisogno di tornare alla luce il prima possibile." I tre tornano nella prima stanza, tra il completo disinteresse degli altri aiutanti del Costruttore che continuano ad essere incastrati nei loro compiti o immobili e senza reazioni. L'ultima porta da aprire è molto elegante, in legno chiaro con varie decorazioni, tra le quali il simbolo di Thogloron al centro. La particolarità sono le tre serrature al centro, ognuna diversa in stile: una rappresenta una goccia, una un teschio, una una fiamma.
  12. Eldon rifiuta cortesemente l'invito del tiefling. "Dobbiamo ricomporre i corpi e dare loro un po' di decoro. Questo scempio è assolutamente inaccettabile." E detto ciò inizia a spostare i cadaveri, sdraiandoli con le mani giunte in petto e coprendo i loro volti deformi. Nel mentre gli altri attendenti sembrano non essersi accorti di nulla. Esaminandoli, i corpi sembrano essere stati posseduti da una qualche forza che ha lasciato in loro una traccia arcana, ma in un modo che mai i tre hanno visto prima, molto simile a una malattia progressiva che, più il corpo rimane posseduto, più peggiora i suoi effetti. Alcuni infatti hanno tratti ancora umani, mentre altri hanno il volto stravolto, la mascella quasi staccata dal viso, gli arti allungati e soprattutto un icore bluastro al posto del sangue. Esaminando la stanza si capisce che è successo qualcosa. La strumentazione per la produzione di manufatti è in pezzi, i contenitori dei componenti rovesciati a terra, alcuni mobili addirittura spaccati. Nel marasma, il tiefling trova 5 munizioni da balestra con qualcosa di particolare: hanno piume verdine e leggermente luminescenti e anche la punta spicca per quel riflesso colorato.
  13. La stoccata di Jebbeddo e l'ultimo colpo di Keidros riducono in brandelli lo zombi più vicino, che va ad accrescere il numero di corpi a terra. Con un ultimo rintocco di campane, anche l'altro zombie viene distrutto da Eldon il quale esulta con un grido di liberazione. Il silenzio cala sulla stanza, rotto solo dal gocciolare dell'icore bluastro dalla lama dello gnomo. @SIIP
  14. Il combattimento prosegue, con il tiefling che scaglia raggi devastanti verso i nemici, Eldon e Jebbeddo che colpiscono con furia lo zombie più vicino che stramazza al suolo e gli avversari rimasti che provano a ferire i tre, in particolare Jebbeddo che subisce un altro colpo da parte del nuovo.
  15. Il colpo di Keidros questa volta colpisce ma non provoca lo stesso danno all'avversario, che comunque ne viene danneggiato. Anche Eldon utilizza lo stesso incantesimo, facendo risuonare le campane a morto intorno agli avversari che subiscono i danni del suo attacco magico. Jebbeddo colpisce di striscio l'avversario il quale contrattacca, colpendolo a sua volta. Gli altri zombie si posizionano agli angoli della porta cercando di raggiungere lo gnomo ma non riescono, ostacolati dalla posizione vantaggiosa del loro avversario.
  16. Il colpo di Keidros butta a terra uno zombie, spezzandogli le ossa e rendendolo praticamente inoffensivo. Jebbeddo continua a colpire l'avversario che subisce ma non indietreggia, anche se manca il suo bersaglio con un attacco goffo. Eldon addita gli avversari più distanti e subito un suono di campane inizia ad echeggiare intorno a loro, sempre più forte, tanto da danneggiarli. Questi
  17. Nuovamente i colpi vanno a segno, perforando in vari punti il corpo dell'avversario che ormai ridotto in brandelli si disfa sotto il suo stesso peso e cade a terra come fico sfatto. L'altro avversario avanza, calpestando i resti di chi lo ha preceduto, e attacca Jebbeddo, colpendolo di striscio al braccio. Eldon smette di salmodiare e colpisce il nuovo avversario. "Morte ai non morti" urla.
  18. Sia lo gnomo che il tiefling affondano il colpo nell'avversario il quale però continua ad attaccare senza mostrare di aver accusato il colpo. Attacca sempre Keidros ma lo manca goffamente., mentre l'altro zombie si accalca alle sue spalle bramoso di colpire anch'egli i suoi avversari. Eldon intanto resta concentrato e tiene a distanza gli altri tre, salmodiando litanie alla sua divinità.
  19. Gli zombie vengono colpiti dai raggi di Jebbeddo e grugniscono di disapprovazione. Eldon intanto accetta il suggerimento del tiefling e non si sposta, ma estrai il simbolo sacro della sua divinità, Urogalan. La testa di cane scintilla di una luce cristallina mentre Eldon, solitamente solare e pacato, con un volto distorto dalla rabbia urla:" La morte è un dono, la non morte una condanna..." I tre zombie più vicini mutano la loro espressione e subito si allontanano il più possibile dall'halfling, come bestie della foresta dal fuoco durante un incendio. Gli altri due avanzano e provano ad attaccare.
  20. Eldon è troppo demoralizzato e cerca con malcelato fastidio tra gli oggetti del magazzino, uscendone poco dopo con un simbolo sacro di Beshaba. "Ricordo un amico di mio cugino Roscoe che divenne chierico di Beshaba. Mai stato fortunato in vita sua..." Poi i tre vanno verso la porta ovest. Non appena la aprono, un tanfo di morte li investe. La stanza è semibuia, ma si può vedere un altro laboratorio semi devastato con al centro un tavolone da lavoro su cui attrezzi e componenti sono rovesciati malamente. Alcuni assistenti giacciono a terra immobili, mentre altri cinque si voltano verso il gruppo. Hanno i lineamenti devastati e malevoli, la loro carne quasi si stacca dalle ossa mentre una sostanza oleosa e bluastra cola dalle ferite. Ricordano molto degli zombie, ma il cui corpo sta subendo strane trasformazioni. Eldon subito estrae il suo simbolo sacro:"Non c'è spazio qui per voi, vi porterò nella tomba in cui dovreste stare!" Urla. @SIIP
  21. Eldon sembra incuriosito dalla diceria di Baldur's Gate e si infila nella latrina, curiosando giusto per sicurezza. Keidros e Jebbeddo invece si concentrano sul magazzino: gli oggetti sono di fattura mediocre e nessuno di essi, a prima vista, ha il simbolo di Thogloron. Cercando bene però, Jebbeddo trova qualcosa di decisamente interessante in mezzo al ciarpame, una boccetta di metallo con il simbolo di un fulmine stilizzato sul tappo e un liquido azzurrognolo al suo interno e un oggetto insolito: Un minuscolo carillon di fattura gnomesca il cui motivo richiama vagamente una melodia che il Jebbeddo ricorda dall'infanzia. Poco dopo arriva Eldon con aria un pò delusa e uno straccio tra le mani con cui si sta pulendo.
  22. Jebbeddo vede che i materiali utilizzati in quest'ala sono abbastanza comuni e di poco valore. Deve essere un laboratorio in cui vengono eseguite alcune semplici operazioni necessarie per la produzione degli oggetti magici di Thogloron. Keidros apre la porta a est mentre Eldon senza pensarci apre la porta a sud. Il primo si trova davanti le latrine, mentre il secondo un altra stanza usata come magazzino, ma invece che esserci componenti, in questa sono conservati oggetti di varia natura, dalle armi a semplici boccali, da scudi a qualche semplice gioiello.
  23. La porta scivola così bene su guide oliate che basterebbe un bambino per aprirla, malgrado la sua dimensione. Una stanza si rivela dietro di essa, con tre grandi tavoli a cui stanno lavorando meccanicamente diversi assistenti: macinano polveri, mischiano liquidi, bagnano oggetti in oleose sostanze, cuciono lunghe strisce di cuoio. Due assistenti giacciono morti al tavolo, sembra a causa degli stenti: sono magri ed emaciati, sporchi come se non si fossero alzati da quel tavolo per giorni. Tre porte molto simili si aprono a sud, ovest e est.
  24. Jebbeddo controlla i menhir che non presentano alcun simbolo visibile, anche se il loro potere magico è più che evidente. Sono tutti collegati tra loro e creano una qualche barriera, ma i tre attraversano senza intoppi la linea da essi formata. Eldon, incuriosito, passa al di qua e al di là delle pietre più di una volta, studiandole. "Sembrano le pietre tomba di un villaggio di Svirfnebli del sud di cui ho sentito parlare tempo fa, che tumulano i loro morti sotto questi pesanti blocchi di pietra così da spingere la loro anima sempre più verso la terra. Strano come affrontiamo la morte in maniera diversa a seconda delle nostre devozioni." Le scariche continuano, sempre da punti diversi ma, ad osservare bene, si concentrano maggiormente nella zona della porta ovest, dove anche la polvere sembra essere più densa, in qualche modo. Sono di natura magica ma Jebbeddo non riesce a capire a cosa siano dovute. Keidros si avvicina alla porta sud con cautela ma non nota nulla di fuori luogo: è una grande porta scorrevole in legno tipica dei magazzini, come quelli del porto, e necessaria per far entrare e uscire merci. Strano sia al primo piano di una torre con scale di grandezza regolare, ma per il resto non sembra esserci nulla di pericoloso intorno ad essa.
  25. Il gruppo cautamente si avvicina alle scale, ma i due assistenti restano quasi immobili sulle scale. Uno dei due solleva un pò la testa per guardarli, occhi spenti e bocca semi aperta. Quindi ritorna a fissare il pavimento. La rampa prosegue dritta fino al piano superiore. L'aria, ma mano che si sale, è sempre più "polverosa", anche se non si percepisce alcun odore o fastidio respirandola. Arrivati in cima, una grande stanza accoglie i tre. Le innocue scariche elettriche sono più frequenti, soprattutto vicino ai muri e negli angoli. Non ci sono finestre e la luce proviene da globi luminosi appesi ai soffitti. A poca distanza dalle scale, un arco di pietre simili a menhir chiude una porzione della stanza. A ovest c'è una elegante porta ornata, a sud un grande portone in legno.

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