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Dragons´ Lair

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Visualizzazione dei contenuti con la reputazione più alta il 20/06/2022 in Voci blog

  1. Non è chiaro quale delle 3 grandi nazioni della Terra fu l'artefice di Lucifero (Il Sole Bianco); ma dopo che il super-ordigno al neutrone smise di splendere, quasi ogni luogo della Terra era una distesa di morte e gelo, il riflesso spettrale di Marte. L'Oblast' di Astrachan', uno dei tanti luoghi annichilito da Lucifero, divenne "la Colchide" nei secoli a venire. Sono 800 anni che alcune tribù vagano nomadi per le spettrali lande di un territorio desolato e ricoperto di neve e ghiaccio. Seguono le antiche strade, che costeggiano le numerose montagne della zona. Non hanno paura ad avventurarsi nelle città, dedali silenziosi pieni di preziose risorse. Ma c'è un luogo che tutti questi uomini del futuro evitano accuratamente: il cosmodromo di Kapustin Yar, la piramide. (Mappa della regione. Kapustin Yar è l'icona con la "falce e il martello" vicino alla lettera "a" e al numero "1".) Malgrado i secoli, Kapustin Yar ha resistito: ciò che risiede al suo interno ha lavorato alacremente affinché il cosmodromo (o quantomeno, il suo centro nevralgico) non decadesse come tutto il resto. I nomadi non hanno un nome preciso per la "cosa", ma ne hanno paura. Hanno imparato, a loro spese, che tutto ciò che viene dal passato è pericoloso e va accuratamente evitato. Ma la "cosa" non è un'entità malevola, né benevola; non ha morale, ma ha da 800 anni una missione: preservare l'incolumità degli operatori all'interno della piramide. Sono probabilmente gli uomini più antichi del mondo. Hanno più di 800 anni, ma in realtà biologicamente sono abbastanza giovani. Pare siano in un sonno simile alla morte, confinati in alcune capsule che hanno sospeso la loro attività biologica tramite alcune tecniche sperimentali a temperature estremamente basse. Nessuno, all'infuori di Kapustin Yar, sa della loro esistenza. Forse un giorno si sveglieranno, e impazziranno alla visione di ciò che è diventato il mondo. Kapustin Yar, ogni pochi anni, riceve la visita di una misteriosa entità: il suo arrivo non è mai inaspettato, e viene preceduta da un vento gelido che spegne ogni fuoco, facendo sprofondare tutto nel raggio di chilometri in un buio profondo e innaturale. Una luce rosso cremisi fende l'aria, proveniente da un ciclopico occhio meccanico privo di iride: si tratta di una colossale macchina alta più di venti metri, un super-computer che si muove per gli spettrali relitti dei palazzi con l'ausilio di alcune protuberanze meccaniche simili a tentacoli e che, all'occorrenza, è anche capace di librarsi in volo. (Illustrazione straordinariamente evocativa di Simon Stålenhag di quello che, più o meno, avevo in mente) Nessuno sa dove provenga, anche se il luogo dove è stato avvistato più frequentemente sono i resti della città di Volgograd e, ovviamente, lo stesso Kapustin Yar. Quando arriva anche le luci della piramide si spengono: il cosmodromo piomba nel buio e nell'immobilismo mentre il ciclopico meccanismo avvinghia le sue protuberanze meccaniche attorno alla base. Sembra voglia provare a entrare, che voglia scoprire i segreti ancestrali di quel luogo. Ma ogni volta, puntualmente, la "cosa" all'interno della piramide sigilla ogni ingresso, ogni condotto dell'aria, ogni via papabile per i sinuosi arti del super-computer all'esterno del cosmodromo. E così com'era arrivato, il super-computer desiste, tornando a vagare nella Colchide verso (forse) il suo luogo di provenienza. --- Nella prossima parte forse parleremo più approfonditamente della "cosa" che risiede a Kapustin Yar. Grazie per la lettura!
  2. Probabilmente nessun uomo sulla Terra riuscì a impedire che il mortale brillamento di Lucifero irradiasse i suoi organi. Allora com'è possibile che vi siano ancora alcune tribù di uomini nella Colchide? Essi hanno origine dalla stirpe degli Uomini di plastica. Poco si è preservato di questi primi uomini: si racconta fossero infusi di una saggezza straordinaria, che li portò a una comprensione più profonda dell'Universo. Pareva fossero in grado di vedere il presente e di avere visioni profetiche sul futuro; ma come questo fosse possibile, tramite quali canali mentali avvenisse questo tipo di conoscenza (o comprensione della realtà, che dir si voglia) non è mai stato chiarito. Erano noti come "Uomini di plastica" perché molte parti del loro corpo non erano organiche: c'è chi non aveva più una gamba, chi il fegato, chi si era perfino dovuto asportare il cuore. Ogni organo compromesso irrimediabilmente dai raggi di Lucifero era stato sostituito da un suo simulacro fatto in qualche materiale plastico. Alcuni di loro avevano probabilmente più plastica che carne, ma erano ancora vivi. Non è chiaro come fecero a riprodursi: erano ancora in grado di farlo, malgrado tutto? O ricorsero a qualche tecnica medica avanzata? Concepirono altri esseri umani in vitro? Comunque molti di loro fondarono quelle che oggi sono note come le tribù "nomadi" della Colchide. Essi sono esseri umani normali, abbastanza sani. Si cibano di strane piante che crescono in alcune cupole ai margini di Volgograd, nella cosiddetta "cittadella atomica": quando le risorse vegetali in una cupola vengono consumate, essi vagano alla ricerca di un'altra cupola dove la vita è rifiorita, alcune distanti fra loro anche decine di chilometri. (Illustrazione di Gordon C. Davies, che rappresenta perfettamente quelle che potrebbero essere le cupole sparse per la "Cittadella", con dietro i lugubri resti della città-cadavere della fu Volgograd.) Tutte le cupole vengono gestite da una strana creatura, una luminosa sfera fluttuante di lucido metallo che, con alcuni droni, si occupa della manutenzione costante delle cupole, nonchè della coltivazione intensiva che avviene al loro interno. Essa non parla, né dialoga mai con i nomadi. Più volte essi hanno provato a porle domande: "Chi sei?" "Chi ti ha costruito?" "Qual è il tuo scopo?" "Possiamo continuare a depredare impunemente le tue cupole del cibo che fai crescere?" ma non hanno mai ricevuto risposta. Però i nomadi hanno imparato che la Sfera e i suoi servitori non sono l'unica cosa che popola le cupole della cittadella: in alcune di essere, in uno stato di apparente perfezione, si annida qualcosa che reclama quei luoghi come propria fonte di cibo. Esso non ha forma: sembra una sorta di melma carnosa piena di bocche zeppe di denti affilati, con macchie oculari su tutta la sua superficie. Un abominio ancestrale, frutto di qualche orrenda mutazione biochimica. (Illustrazione di BrianSoriano, che devo dire immagina qualcosa di molto simile all'Informe: ne incarna magnificamente l'immensa disperazione.) Uno dei capì delle tribù, una certa Arché, predisse l'esistenza di questo essere, detto l'Informe, e evitò che i suoi compagni si avventurassero nel territorio della Creatura incontrando morte certa. Le spedizioni di altre tribù non furono altrettanto fortunate. Solo la Sfera sembra poter addentrarsi in quelle zone evitando ripercussioni: evidentemente l'Informe è abbastanza intelligente da comprendere che è la Sfera che garantisce la crescita costante di nuove piante. Come fece Arché a predire l'esistenza dell'Informe? Bene, pare che all'interno della progenie degli Uomini di plastica ogni tanto nasca qualche individuo benedetto dalle capacità sovrannaturale dei suoi antenati: dotato di facoltà intellettive straordinarie, comprende il presente e scruta il futuro. Pare abbia avuto visioni anche di un'imminente apertura dei misteriosi cancelli che sigillano Kapustin Yar: giungeranno uomini già antichi quando i golem di Neutroni nascevano, ma cosa compiranno questi "spettri" del passato non è dato saperlo. --> Nonostante nelle intenzioni originarie della campagna i PG dei giocatori fossero destinati a morire di crisi multiorgano, in seguito ad avvelenamento massiccio da neutroni ad alta energia (ricordate, furono comunque irradiati da Lucifero) ho constatato personalmente che non è una buona idea mettere una spada di Damocle sulle spalle dei giocatori. Quindi Elbrus potrebbe aver trovato il modo di creare degli organi di plastica, per sostituire gli organi danneggiati dei PG, oppure potrebbe essere proprio l'obbiettivo dei PG, scoprire come fare per sostituire gli organi compromessi. --> In vista dell'imminente risveglio dei PG, Elbrus potrebbe mandare alcuni dei suoi androidi (i pochi rimasti) a depredare un po' di cibo organico dalla cittadella. Da lì la spedizione degli androidi potrebbe fallire e i PG verrebbero a conoscenza "dell'Informe" e dei nomadi. Comunque, impadronirsi di una fonte di cibo stabile sarebbe prioritario, per sperare di sopravvivere nella Colchide del 2877. --- Grazie per la lettura!
  3. Immaginate di poter leggere, in un solo giorno, tutti i libri scritti dal genere umano in millenni di storia. Cosa leggereste il giorno dopo? Ma soprattutto: basterebbe questa gargantuesca quantità di letture a darvi consapevolezza? A far nascere in voi quella che potremmo definire una coscienza? Potreste dire che si tratta di una domanda fuorviante: se potete leggere (e leggete) vuol dire che avete già una coscienza. Elbrus9000, detto anche "Nicodemo", non è cosciente nel modo in cui intendiamo noi: sa più di quanto ognuno di noi potrebbe imparare nell'arco della sua esistenza, sa eseguire calcoli estremamente complessi nell'arco di pochi nanosecondi, le sue facoltà sono straordinarie, la sua intelligenza è sublime. Ma non ha vera consapevolezza di se: non ha necessità instillate in lui da una qualche bizzarra convergenza evolutiva. Non ha istinti ancestrali ereditati da generazioni di antenati. Non ha parti molli che si modificano ed evolvo in base all'ambiente. E' solo un mastodontico insieme straordinariamente sofisticato di circuiti, costruito per uno scopo ben preciso: preservare e contribuire all'operatività di Kapustin Yar, a qualunque costo e in qualunque condizione. (Illustrazione di Angus McKie. Penso abbia dato una rappresentazione decisamente evocativa di quello che potrebbe essere Nicodemo, la cupola blu, e di due suoi androidi, nell'atto di venire "istruiti" sul da farsi.) Questo è Nicodemo: il suo stesso scopo. Quando predisse l'imminente bagliore di Lucifero nel cielo, concepì e attuò un protocollo di emergenza per preservare indefinitamente l'incolumità degli operatori nella piramide: perché Kapustin Yar è operativa solo se ci sono scienziati che ci lavorano, quindi preservare la loro vita era prioritario per la missione del super-computer. Sospese la loro attività biologica, convincendo gli scienziati a entrare in delle capsule che li mandarono in un sonno simile alla morte. In questo modo, apparentemente, impedì ai loro fragili corpi di venire irradiati a morte dai neutroni ad alta energia. Da allora Elbrus9000 ha mantenuto gli operatori della base in stati perpetua, consapevole che, se dovesse riattivare le loro funzionalità biologiche, potrebbe anche riattivare alcuni tumori terminali sviluppatosi comunque nei loro corpi. Nicodemo si è anche occupato di preservare l'integrità delle capsule, della base e di se stesso. Periodicamente ha mandato alcuni droni e alcuni androidi a prelevare materiali di recupero dalle città vicine, in particolare dalla città-cadavere di Volgograd. Nell'arco di 800 anni l'efficienza del super-computer è diminuita: le parti di ricambio utili hanno iniziato a scarseggiare, così come i servitori meccanici per poterle recuperare. Nicodemo ha perfino sacrificato alcune delle sue componenti pur di preservare la funzionalità delle capsule. Ormai è l'ombra della straordinaria intelligenza che era, ma per il super-computer questo non ha importanza: se risvegliare gli operatori della base significasse ucciderli, e quindi precludere definitivamente l'operatività di Kapustin Yar, allora meglio mantenerli in stati a costo di smembrarsi pezzo per pezzo. Forse noi diremo che questo ragionamento non ha senso, e forse non ne ha: ma è da 800 anni che Nicodemo persegue questa missione, senza chiedersi "perché" o quale sia il fine ultimo delle sue azioni. Se un giorno alcune delle capsule dovessero manifestare malfunzionamenti irreparabili, allora probabilmente Nicodemo sveglierebbe finalmente alcuni degli scienziati: non avrebbe senso farli deperire in stato di incoscienza, e forse potrebbero trovare una soluzione che a lui è sempre sfuggita una volta risvegliatisi. Nicodemo non ha superbia, non si è mai considerato superiore ai suoi creatori: quando essi ponevano a lui domande, il super-computer sapeva di essere nato per trovare risposte. Punto. Ma ora neanche lui ha una vera soluzione. Nicodemo non morirà: quando le sue parti meccaniche si romperanno definitivamente, smetterà semplicemente di funzionare. I calcolatori rotti non vanno in paradiso. --- Nella prossima parte forse approfondiremo la città-cadavere di Volgograd. Grazie per la lettura!
  4. Si dice che "la cruda entropia dell'universo" sia l'unico materiale in grado di squarciare ogni altra cosa. Se qualcuno fosse in grado di creare una lama con essa, allora potrebbe ferire perfino gli Dei. Ovviamente nessuno ha mai potuto confermare questa diceria, sia per la rarità del materiale, che per il mistero attorno agli Dei. Chiamata più propriamente "Materia degenere" o "Corio", si tratta di una sostanza bianca, tiepida e grumosa, virtualmente indistruttibile e pressoché inerte, apparentemente suscettibile solo agli urti meccanici. La sua origine si perde in un lontano passato: fu riesumata come residuo in antichi acceleratori di particelle fusi da tempo immemore. Si tratta forse di un sottoprodotto di qualche reazione esotica sperimentata dagli antichi a tremende energie, da secoli del tutto irriproducibile. La materia degenere è molto difficile da modellare: solo una punta di materia degenere può scalfire altra materia degenere. Con la materia degenere è possibile costruire rudimentali lance, rozzi scudi e piccole frecce. Le armature in materia degenere sono in realtà telai con incastrati alcuni sottili pezzi di materiale. Gli elmi spesso assomigliano a scodelle. Non è un materiale elegante, troppo difficile da modellare per produrre oggetti di pregio, troppo spoglio e apparentemente insignificante per farne diademi o gioielli. Eppure gli oggetti di materia degenere, seppur difficili da usare per via della loro grossolana fattura e del loro peso, si dimostrano a quei fortunati che ne fanno uso straordinari: virtualmente indistruttibili, le lance di materia degenere possono trafiggere qualsiasi protezione. Gli scudi possono spezzare qualsiasi lama. Le armature possono resistere anche ai proiettili. Il tempo non intacca questi oggetti, non arrugginiscono ne' si ossidano, con un minimo di manutenzione possono durare molte generazioni umane senza deteriorarsi. Sono temuti perfino dai Golem di Neutroni, i perturbanti figli dell'era atomica. Pare siano una delle poche armi capaci di ferirli e, forse, ucciderli. Ammesso siano "vivi" nel senso comune del termine. --- Nella prossima parte forse parlerò dei Golem di Neutroni, che a parte il nome non hanno nulla a che vedere con la scheda dell'omonimo mostro della terza edizione di D&D. Grazie per la lettura!
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