Capitolo 5: Sistema binario ceti!
Eravamo rimasti a:
GIORNI 35 – 36: DANTOOINE.
La navetta avuta come pagamento è nell’hangar ad aspettare i nostri eroi…
Highbecca e Jere Meee Kohlson si adoprano da subito per preprarla al viaggio: hanno appena accettato una missione difficile e quindi le cose vanno preparate nel miglior modo possibile. Due giorni sono sufficenti sia per i controlli alla nave sia per caricare scorte ed equipaggiamenti, ma è un lavoraccio per i due “tecnici”.
I due jedi nel frattempo s intrattengono un po’ più a lungo col Generale Tarth per raccogliere tutte le informazioni in suo possesso a proposito del “sistema Ceti” … il luogo in cui sono diretti… il luogo delle prossime missioni… il luogo dove vive uno degli ultimi maestri jedi viventi.
In realtà non scoprono molto:
• È un sistema solare con dieci pianeti che ruotano attorno a due stelle binarie (una più grande “Ceti Alfa” ed una più piccola “Ceti Beta”) che a loro volta ruotano in modo “strano” ttorno ad un centro di massa; questa conformazione causa un comportamento anomalo della forza gravitazionale nella zona.
• L’unico pianeta abitabile del sistema è “Ceti VI” (il sesto pianeta): il luogo dove dovrebbe starsene in eremitaggio il vecchio twi’lek maestro jedi.
• Ovviamente a questo punto al “base segreta” imperiale dovrebbe essere “a tenuta stagna” come una normale stazione spaziale, ma in qualche modo impiantata sul secondo pianeta del sistema (Ceti II).
E Geego-Gin? È rimasto isolato per quasi tutto il tempo, lasciando agli altri l’incombenza di preparare la nave e di chiedere ulteriori lumi al generale Tarth. Si è fatto vedere poco (solo saltuariamente durante i pasti)… qualcuno dubita perfino che abbia dormito alla base.
GIORNI 37 – 44: HYPERDRIVE
Giunge finalmente il momento di lasciare Dantooine e la base ribelle ormai abbandonata. La nave parte con i cinque eroi a bordo; non è facile per lo wookie pilotarla (i comandi non sono “della sua taglia”) ma il tempo era troppo poco per fare simili riparazioni,e così la prima parte del volo risulta difficile e scomoda. E viene complicata ancora di più quando, senza attendere l’aiuto del twi’lek, lo wookie ed il jawas provano un balzo a velocità luce… i conti del navcomputer sono errati e la nave percorre solo una brevissima distanza per poi risultarne danneggiata…
Superato il momento di sconforto e fatti i dovuti controlli, i due si vedono costrettyi a fare appello alle capacità di Geego-Gin che questa volta effettua i calcoli correttamente portandoli a destinazione.
Il “viaggio” è tranquillo… quasi noioso… speso più che altro a tentare di pianificare qualcosa per el due missioni da svolgere: "Come contattare lo jedi? Come attaccare la stazione? Meglio travestirsi o fare irruzione a colpi di blaster? E soprattutto.. meglio dedicarsi prima alla ricerca del vecchio maestro, o meglio pensare fin da subito ad attaccare la base segreta imperiale?"
Al momento in cui la nave giunge a destinazione la decisione è più o meno presa “…cominceremo cercando il vecchio jedi! Magari potrà darci una mano in seguito, e soprattutto, il suo pianeta è il più esterno…”.
GIORNO 45: IL SISTEMA CETI.
L’arrivo nei pressi del sistema stellare Ceti ha dello sbalorditivo agli occhi dei PG. Nessuno di loro aveva mai visto una cosa simile prima d’ora.
Le due stelle (in sistema binario) spandono la loro luce ruotando allegramente attorno ad un punto nello spazio; la loro dimensione diversa dà al loro moto un fascino ancora maggiore e quasi ipnotizzante.
Attorno ad esse i 10 pianeti ruotano secondo orbite suddivise in due piani ben distinti con un angolo a dividerli di circa 10°… Una meraviglia alla vista…
(NdSM: non so se sia fisicamente realistico... ma questa è fantascienza no? !)
Nonostante lo stupore Highbecca si riprende e con un perentorio “Entriamo!” comincia a dirigere la nave verso i pianeti (alla ricerca di Ceti VI).
Dopo pochi minuti un sinistro BIP sul radar rivela ai nostri eroi che non sono da soli… la reazione dei due piloti (lo wookie ed il jawas) è rapidissima e subito il “piccolo” si porta alla consolle dell’armiere per prepararsi a rispondere ad un eventuale attacco.
E l’attacco non si fa attendere… una navetta aliena punta su di loro: nessun avvertimento, nessun segnale di identificazione (amico o nemico che sia)… solo un attacco due razzi esplodono nelle vicinanze della nave dei nostri eroi danneggiandola in modo non grave: questo nonostante l’abile mossa di Highbecca che pilotando con destrezza evita un impatto diretto che poteva provocare danni ben più gravi (evidentemente tali razzi funzionano un po’ come “bombe di profondità”)…
La reazione dei due piloti è fulminea concludendo la manovra evasiva Highbecca si pone dritto di fronte alla nave nemica e fa fuoco con le armi ai suoi comandi… contemporaneamente Jere Mee Kohlson lancia uno dei 4 missili in dotazione contro al bersaglio (dopo averlo inquadrato dalla sua postazione di armiere)… i danni inflitti sono notevoli … ed il piccolo velivolo nemico espolode.
I due analizzano le registrazioni del computer ed all’arrivo dei due jedi che chiedono spiegazioni possono rispondere “… una nave senza pilota… probabilmente imperiale… l’abbiamo colpita ma doveva essere programmata per autodistruggersi… è sbucata dal nulla e ci ha attaccati, nessun contatto né prima né dopo… doveva essere completamente automatica…”.
Il viaggio prosegue e dopo qualche ora Ceti VI è in vista… una enorme palla verde. Si procede con le analisi standard:
• Atmosfera respirabile (anche se leggermente diversa da quella terrestre): tracce abbondanti di metano e minore CO2 ed azoto.
• Abbondanti forme di vita, soprattutto vegetali.
• Nessun segno visibile di civiltà.
• Nessun segno di fonti di energia o comunque di tecnologia.
A questo punto è Paul Waterflyer a decidere di concentrarsi per “…ascoltare il fluire della Forza”; il risultato è sorprendente… l’intero pianeta brilla di “forza vivente” al punto da lasciare stupefatto e commosso (in preda alle lacrime) il vecchio jedi.
Alla fine il gruppo decide di atterrare.
GIORNO 45: CETI VI.
La manovra di avvicinamento al pianeta ed atterraggio è difficile; la nave è anche leggermente danneggiata ma Highbecca fa del suo meglio… Risultato la navetta atterra integra, ma ha lasciato un bel solco nella foresta dove è piombata: la segretezza è a rischio.
È da poco passata l’ora di pranzo quando i nostri cinque eroi si apprestano a scendere dalla navetta.
“Meglio dare un’occhiata alla nave…“ sentenzia Highbecca con una punta di disappunto percepibile nei suoi “latrati”; così con il piccolo jawas comincia a dare un’occhiata allo scafo esterno ed a fare alcune piccole riparazioni (anche a seguito del disastroso tentativo di hyperdrive)... il tutto gli prenderà alcune ore.
Nel frattempo Geego-Gin si rinchiude nella cabina dicendo di dover fare alcuni calcoli per l'iperguida e di dover pianificare un minimo le loro prossime mosse. Tocca così ai due jedi perlustrare i dintorni e cercare tracce di vita umanoide. Un primo giro non porta a nulla di buono… anzi sono tutti innervositi dalla strana sensazione di essere osservati…
Nuovo giro, a più ampio raggio stavolta. Hope sente qualcosa… qualcosa nella forza… non capisce. I due jedi allarmati decidono di tornare verso la nave per accertarsi che tutti siano al sicuro. Durante la strada succede qualcosa Paul Waterflyer si gira e non vede più il suo padwan… “…che fine avrà fatto? Maledetta foresta… ci ritroveremo alla navetta…”; ma giunto alla navetta la situazione è ancora peggiore del previsto i suoi compagni sono scomparsi.
Paul si guarda attorno sconcertato… e forse anche un po’ impaurito… finchè… un termito nella forza... anzi una vera e propria “bastonata”… Paul perde i sensi.
Il piccolo jawas apre gli occhi e con sua sorpresa (ed un filo di gioia) si trova in una caverna… attorno a lui i suoi compagni; anche Highbecca sembra essere appena rinvenuto.
I nostri eroi si ritrovano in una caverna piuttosto piccola e vagamente squadrata… l’unica apertura è sul soffitto. Sono immersi nel buio più completo, solo il piccolo jawas ci vede (dopotutto la sua è una razza “sotterranea”).
Dopo qualche minuto si riprendono anche gli altri… “…è imperativo trovare un modo di uscire” è il pensiero unanime “…ma prima bisognerebbe fare un po’ di luce” è il sagace commento dello wookie.
Dopo un iniziale momento di sconforto e confusione… e quasi sul punto di far sfoderare la preziosa spada laser al giovane Hope pur di avere un briciolo di illuminazione, finalmente dalle tasche del piccolo jawas spunta una torcia che risolve il problema dell’illuminazione… a questo unto un po’ di corda ed il gioco è fatto…
Lo wookie, agile nonostante la stazza, scala a mani nude la parete della grotta… è una salita difficile e lunga (nonostante il dislivello da percorrere sia di pochi metri) soprattutto a causa della comunque scarsa illuminazione… comunque dopo qualche minuto lo wookie è nel corridoio di accesso alla camera… ci sta stretto… ma riesce comunque a calare una corda ed a far salire tutti gli altri (lasciando per ultimo il piccolo jawas).
Riuniti in uno stretto cunicolo, i nostri eroi cominciano a camminare nell’unica direzione possibile e presto scoprono che si stanno dirigendo verso l’esterno grazie all’aria fresca ed alla luce che pian piano si comincia ad intravedere alla fine del tunnel.
I cinque esploratori sbucano tra le radici di un grosso albero su un leggero pendio… il giorno volge al termine e le ombre si fanno lunghe…
Hope si arrampica velocemente su un albero per provare a trovare un minimo di orientamento e con un colpo di fortuna (o meglio grazie alla forza, secondo Paul) individua il solco lasciato dalla loro nave in fase di atterraggio.
“Da quella parte…” indica e comincia a guidare il gruppo ad una veloce marcia attraverso la foresta.
Le ore passano e la marcia si fa pesante e sempre più difficile … un po’ per il terreno che rimane sconosciuto.. e soprattutto per l’oscurità sempre più avvolgente.
All’improvviso il buio è completo… niente luna (il pianeta non ne ha)… e niente stelle… e soprattutto SILENZIO… un silenzio completo irreale ed opprimente… gli unici rumori sono prodotti dai cinque eroi in “fuga” nella foresta.
Un fruscio improvviso alle spalle dell’ultimo della fila: Paul. Qualcosa lo colpisce alla schiena.
La reazione del gruppo all’urlo dello jedi ferito è fulminea: subito la spada di Hope balena al buio rischiarando un minimo la scena seguita rapidamente dalla spada dello jedi “esperto”. La debole luce rivela solo una forma vagamente insettoide e vagamente quadrupede, al posto delle zampe anteriori due “falci” pronte a colpire… un corpo nero come la notte e silenzioso come un fantasma… la battaglia inizia presto scandita dagli attacchi del pesante insettone, ed illuminata dalle spade dei due jedi e dai colpi di blaster degli altri. Paul sembra in difficoltà, ma è Hope a frapporsi tra lui ed il “cacciatore notturno” facendo della Forza il suo scudo ed assorbendo così gran parte degli attacchi che il mostro (per il quale evidentemente una preda valeva l’altra) gli riserva. Pochi attimi.. pochi colpi ed il mostro è coperto di ferite… al punto da farlo infuriare… il suo corpo si illumina di una luce rosso purpurea come se il sangue ribollendogli nella vene provocasse questa luminescenza sinistra… con un aspetto se possibile ancora più spaventoso di prima l’insettone si getta in un ultimo assalto furioso contro Hope; il giovane jedi nonostante la fatica evita il poderoso fendente del “mostro”… il mostro è sbilanciato ed i nostri eroi ne approfittano per finirlo a colpi di blaster.
“Non c’è tempo per studiarlo meglio… Potrebbero essercene altri in giro… torniamo alla navetta!” sono le sagge parole con cui Paul (ferito) richiama all’ordine il gruppo… è di nuovo Hope a scegliere la via… ed in un’altra ora di cammino finalmente il gruppo raggiunge la nave e, forse, la salvezza.
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