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Torneo D&D 3.5 Mantova C&G 2008 - Il Sigillo dello Sciacallo


Samirah

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Scritto nelle stelle

Calthea staccò lo sguardo dalla grande lente del telescopio gnomico, sfregandosi gli occhi stanchi e arrossati. L'hin afferrò le carte sparse nello scrittoio di fianco a lei e osservò i segni che vi erano tracciati sopra con un'aria persa, come se non li avesse scritti lei.

Si alzò dallo sgabello e si avvicinò al bacile pieno di acqua fresca. Una buona nottata di riposo sarebbe stata sicuramente più efficace, ma non ce n'era il tempo, non ancora. Si rinfrescò il viso e tornò a sedere. Riprese in mano le carte, seguendo col dito un disegno comprensibile solo a lei.

Infine le riappoggiò sullo scrittoio e cominciò ad aggiungere altri segni col pennino. L'intreccio era ogni notte più complesso, eppure Calthea era sempre più convinta di aver compreso il significato di ciò che le stelle stavano dicendo ormai da giorni, ovvero che il disastro si stava avvicinando ed era necessario correre ai ripari prima che fosse troppo tardi.

Una volta completato il lavoro, Calthea decise di concedersi qualche ora di sonno. Avrebbe voluto parlare subito con Xan ma, nonostante la gravità della situazione, non era il caso di disturbarlo in piena notte. Lo scorrere delle stelle era lento e regolare, aspettare il mattino non avrebbe comportato alcune conseguenza seria.

Quando l'hin bussò alla porta del mago, la risposta che ottenne indietro fu un brontolio.

Nonostante avesse atteso ancora un po' dopo le sue preghiere mattutine, probabilmente Xan non aveva ancora terminato di concentrarsi sui suoi poteri arcani.

Dopo alcuni minuti la porta si aprì, lasciando intravedere nell'uscio un uomo di mezza età alto e dal fisico scarno, con indosso una semplice tunica di lana blu.

- Ah sei tu. Vieni, Calthea accomodati. Scusa il disordine...

- Non preoccuparti. Ci sono questioni importanti di cui parlare e sai a cosa mi riferisco - rispose l'halfling guardandosi attorno con aria circospetta.

Entrò nell'anticamera, assaporando il tepore che proveniva dal caminetto già acceso in salotto.

- L'inverno si preannuncia più rigido del solito - commentò appoggiando il mantello allo schienale di una poltrona.

- E' per questo che sei qui no?

Calthea annuì e Xan la invitò a sedersi con un gesto.

- Ho studiato ancora le stelle questa notte. Ormai sono sicura, non c'è più margine d'errore.

Allungo le mappe stellari al mago che le scrutò con attenzione, annuendo pensieroso.

- Quanto manca alla Congiunzione delle Lance di Ghiaccio?

- Poco più di un mese. Dobbiamo avvertire le sacerdotesse di Djea alla Radura del Novilunio, parlare con loro. Forse possiamo limitare i danni, forse...

- Sei sicura che in quella sorta di tempio a cielo aperto troveremo qualcuno in grado di fronteggiare il problema?

- Se non ne hanno il potere loro, non vedo chi altri...

- Quando vuoi metterti in viaggio?

- Domattina stessa.

- Va bene, avvertirò Bolder di tenersi pronto.

- Vuoi portare quel nano con te?

- E' abile con la spada e tenace nella battaglia. Il viaggio si preannuncia lungo e pericoloso, non ho intenzione di rimanere con le spalle scoperte.

- Non mi sta molto simpatico.

- Non deve starti simpatico - concluse Xan con un sorriso.

- Hai ragione. Io contatterò Nhil, conosce bene la zona che dovremo attraversare.

- Quel vagabondo delinquente?

- Non è affatto un vagabondo né un delinquente! E' un esperto esploratore ed è abile nell'evitare i pericoli, naturali o meno che siano. Non mi affiderei a nessun altro per entrare nella foresta di Dymrak.

- So che lo ritieni affidabile, ma mi inquieta... quel ragazzo ha sempre uno sguardo indagatore, come se volesse scrutarti nella mente alla ricerca di ogni segreto, pronto ad allungare la mano per carpirli. Non mi piace, insomma.

L'hin si abbandonò a un ampio sorriso:

- Oh, ma non deve piacerti.

I due divinatori risero, scrollandosi di dosso per un attimo le tensioni che erano piombati addosso loro nelle ultime settimane e la preoccupazione di un viaggio per niente facile.

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