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Pergamene dimenticate di Xaryan


Axvafna

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[Due pagine che mancavano agli storici dei Cantici di Xaryan, uno dei più antichi manoscritti della civiltà di Avenya; le pergamene sono state recentemente scoperte da un gruppo di avventurieri (un vinginoriano, un romendoriano e uno che dice di venire "da molto lontano", che si vantano di averle recuperate in un tempio dimenticato nella Valle degli Dei presso la Costa d'Oro Rosa, a Romendor. Si tratta probabilmente di un falso, sono sicuro che il romendoriano, come tutti quelli della sua razza, avrà comprato un paio di pergamene vecchissime con mezza moneta di rame e avrà trovato qualche modo per farle sembrare vecchie e decrepite (se non lo erano già quando le ha comprate...). Ad ogni modo, Grande Maestro, sono queste. Le custodisca nella Biblioteca di Merivia - dicono che sia il luogo più sicuro al mondo - in attesa della conferma della loro veridicità. Lode a Merivia nei prossimi cento secoli

Maestro Ralius]

 

  • Pagina 1

Pergamene.thumb.png.16db0d945f1effbbed46a9cb9bde1e27.png

[fine pagina 1]

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"...come è possibile vedere dal disegno della pagina precedente. Ciò che ho chiamato Arti I, e mi si perdoni questo piglio scientifico, fa riferimento a tutti quei tipi di magia che sfruttano la Forza I e la Forza II. Evidentemente, un primo approccio alla magia da parte di civiltà agli albori della loro storia porta quasi automaticamente a sviluppi autoctoni di forme che possono essere assegnate a questa forma. Gli esempi in tal senso sono molteplici e variegati, ma non meno coerenti nella loro struttura base, dinamica che mi ha spinto ad aggregarli appunto nella forma Arte I. Il numero attribuito ha quindi a che vedere con la raffinatezza della forma magica, derivante a sua volta dalla maturità della civiltà che la ha prodotta, funzione più o meno lineare della semplice età della cultura. Una parte di questo testo sarà in seguito dedicato a storie della magia esotiche, tra cui analizzerò la nostra cultura che ha stranamente sviluppato in contemporanea una sorta di bizzarro, curioso e precoce calderone tra le forme I, III e anzitempo V dell'Arte. Tra i praticanti che hanno seguito questa dinamica classica possiamo citare: gli Asshandè di Veli (elementalisti arniatori con accesso a svariate forme di manipolazione del calore), i Klastrxuthnstos di Tlachon (manipolatori di flogisto a fini abiurativi, per scelta non adoperavano), i Vlarr di Zerusk (classici invocatori di flogisto), gli Etakairen di Haiss (manipolatori di archeoscintille), gli Uluturia di Kulthord (embrionatori di veli elementali; avevano sviluppato anche una particolare affinità alla Forza IV e in particolare agli erebi bianchi e leuchi, tanto che si attribuisce a loro l'immenso filone delle magie d'ombra bianca infuocata), i Bolbdob di Galbomh (usavano una forma elementale di termoaure e avevano incominciato ad attingere a fonti riconducibili alla Forza II), i Jjkraai di Andrjk (nulla è pervenuto della loro tradizione magica), i Thier di Walisteria (ammortizzatori di cariche; ho inserito questa civiltà non tanto per la giovane età, quanto per il disinteresse per la magia che la rende simile ad una civiltà agli albori della sua storia magica), e quelli che noi chiamiamo volgarmente "sciamani" delle antiche civiltà appartenenti ai territori che adesso sono: Amalassia, Walreyn, Garbond, Romendor sud (tutte le città della Costa d'Oro Rosa), Vinginor sud-orientale (le regioni del Silithien, Fergoras, Numilas orientale, Meriagon e Normendas), Phalias, Daraukar, Karthenren. Mi soffermerò comunque su tre tipi di figure di maghi: gli Etekairen di Haiss per la loro influenza sulla nostra magia, gli sciamani di Amalassia per la vastità delle loro traduzioni (che forse meriterebbero un libro separato...), e i Vlarr di Zerusk per la linearità della loro storia.

Innanzitutto, gli Etekairen di Haiss ed Evaken (qui per la verità si designava come Etekairen una tipologia diversa e leggermente più evoluta di elementalista di archeoscintille in grado effettuare manipolazioni cacoflogistiche come la metarsione e la reificazione duttile dei campi caldi, ma pur sempre di elementalismo si tratta), che ha potentemente contaminato la magia Walard dopo la presa di Tarkand del 776 XIX e quindi ha influenzato indirettamente anche la nostra peculiare tradizione magica.

La tradizione Etekairen (sing. Etekaio, da una parola haisen che significa "colui il quale ha il cuore fatto di fuoco, luce e fulmini") derivano degli antichi Etekairen, che originariamente erano sciamani semiprivi di poteri magici. La trasmissione della professione di questi protomaghi avveniva per via ereditaria o per vocazione: la vocazione spontanea, la «chiamata» (Eteka, da cui peraltro il vocabolo odierno Tekaya dell'omonimo incantesimo, non a caso in grado di produrre fulmini di fuoco) o l'«elezione». Si dà anche il caso di individui divenuti Etekairen mediante la loro sola volontà (come ad esempio era abitudine tra gli haisen di Karheinen, come il famoso pirocineta Haineharr di Karheinen) o per volontà del clan (Liebharr, Henakyn, ecc.), ma costoro son considerati meno potenti di quelli che hanno ereditato questa professione o che hanno seguito la «chiamata» degli dèi e degli spiriti. Quanto alla scelta da parte del clan, essa è subordinata all'esperienza estatica del candidato; se questa non si verifica, l'adolescente designato per prendere il posto dello sciamano morto viene scartato.

Quale pur sia il metodo di selezione, uno sciamano vien riconosciuto tale solo dopo aver ricevuta una doppia istruzione: innanzitutto istruzione d'ordine estatico (sogni, trance ecc., similmente alla odierna latebrazione degli iniziati qui ad Avenya, a Xarturhas o a Marrgalathar, o alle pratiche di onirosi attiva di Bnurjobo), e in secondo luogo istruzione d'ordine tradizionale (tecniche manistetiche, nomi e funzioni degli spiriti, mitologia e genealogia del clan, linguaggio segreto, ecc.). Questa doppia istruzione, impartita dagli spiriti o dai vecchi maestri (ricordiamo il famoso Deuss di Evaken), equivale ad una iniziazione. Talvolta l'iniziazione è pubblica e forma, in se stessa, un rituale autonomo. Ma l'assenza di un rituale di tale genere non implica affatto l'assenza di iniziazione: questa può essersi benissimo effettuata in sogno o nell'esperienza estatica del neofita. I rari documenti di cui disponiamo sui sogni degli Etekairen mostrano precipuamente che si tratta di una iniziazione la cui struttura è ben nota nella storia delle iniziazioni magiche precoci; in nessun caso si tratta di allucinazioni disordinate e di una affabulazione strettamente personale: queste allucinazioni e questa affabulazione seguono dei modelli tradizionali coerenti, ben articolati e di un contenuto storico di una stupefacente ricchezza.

Riporto qui il resoconto che ho trovato in un vecchio testo heisen, attribuibile a tale Naiss, della nascita di Deuss di Evaken:

"Un ragazzo tredicenne, di salute cagionevole, incominciò a diventare pauroso e trasognato; il suo sonno si fece inquieto, interrotto quasi tutte le settimane da una grave crisi d'angoscia con allucinazioni. Il ricordo di questi sogni era sempre molto chiaro. Egli fu pertanto in condizione di raccontare che Asshein [nota divinità Haiss derivante da Ashanthar, nota mia] gli aveva gridato: "Ora ti abbiamo, ora ti abbiamo", e poi c'era odore di pece e di zolfo e il fuoco bruciava la sua pelle. Da questo sogno si svegliava spaventato senza riuscire in un primo tempo a gridare, finché liberava la voce e lo si udiva dire chiaramente: "No, no, non me, io non ho fatto nulla." Oppure: "No, per favore, non lo farò mai più." Alcune volte disse anche: "Zeiss non l'ha fatto." In seguito evitò di svestirsi "perché il fuoco lo afferrava soltanto quand'era svestito". Nel bel mezzo di questi sogni di Asshein, che minavano la sua salute, venne mandato presso gli altri Etakairen, che vivevano in una comunità nei pressi di un vulcano [nota mia: non è vero, vivevano in un accampamento vicino alla città di Hass; qui l'autore sta inventando per rendere più interessante la storia] dove nel giro di un anno e mezzo si riprese e decise di intraprendere la strada dell'Etakairen; un giorno, a quindici anni, confessò: "Non osavo confessarlo, ma sentivo continuamente le mie mani surriscaldarsi ogni volta che provavo rabbia verso mio padre, che mi picchiava"

Qui risulta chiara la dinamica di accesso e di fusione della Forza I e dell'Oltrefase I: 

[fine pagina 2]

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